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“Uno sguardo amico” per le patologie oculari in eta’ pediatrica

CATANZARO – L’ASP di Catanzaro, con il progetto “Uno Sguardo amico”, effettua screening delle patologie oculari in età pediatrica. Il programma, rivolto agli alunni delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo delle scuole primarie, si articola in due fasi: visita di I livello a scuola ad opera di personale esperto dei due servizi: Vittoria Gioffrè, Pilar Le Pera e Rita Tarantino ortottiste, Anna Maria Mancuso Coordinatrice ortottista, Ida Todaro infermiera professionale. Il progetto comprende, inoltre, un lavoro di segreteria svolto dall’operatrice Eleonora Scalzo. La visita consiste nelle seguenti indagini: esame dell’acuità visiva monoculare per lontano con tavola otto tipica, esame della motilità oculare, test dell’occlusione alternata per lontano e per vicino, schiascopia orientativa senza ciclopegia facendo una mira a distanza di 6 m, esame della stereopsi. Agli alunni risultati positivi viene data la possibilità di poter effettuare, gratuitamente, la visita di II livello, presso il Centro Oftalmico di Catanzaro, con gli oculisti Dr.ssa Floriana Ranieri e Dr. Maurizio Quattromani, coadiuvati dall’infermiera Marisa Ondelli.  I servizi coinvolti nel progetto sono il Centro Oftalmico diretto dalla Dr.ssa Floriana Ranieri e l’U.O. Pediatria di Comunità diretta dalla Dr.ssa Rossella Anfosso.

A Catanzaro “Giovani in Campagna” per i ragazzi con disabilità

CATANZARO –  “Giovani in Campagna” è il nome del progetto che è stato realizzato dal Centro Diurno di riabilitazione psicosociale  di Montepaone Lido, diretto dalla Dott.ssa Rosa Conca, all’interno del Centro di Salute Mentale, con lo scopo di  creare conoscenza ed interesse per un “lavoro” sostenibile: la vendemmia. Il progetto si colloca all’interno del Modello Psicoeducazionale (Falloon) in uso nel Centro Diurno, costituito da interventi psicologici e sociali. Questo modello d’intervento prevede che tra gli attori del progetto vi siano le famiglie, fino al loro pieno coinvolgimento nei programmi e nella prassi riabilitativa. Il progetto sostenuto dall’Associazione di auto mutuo aiuto  AMA Calabria a favore dei giovani con disabilità psichiatrica,  si è svolto in diverse giornate e in tre fasi distinte: vendemmia- lavorazione dell’uva- imbottigliamento del vino. Per la realizzazione del progetto, il gruppo del Centro diurno costituito da 40 persone  tra operatori, utenti e genitori, ha preso in gestione  un vigneto ubicato sulla collina di  Montepaone. Nel corso del progetto, dopo aver evidenziato alcuni tratti specifici dei vini calabresi, la particolare cura delle vigne e le prime fasi della lavorazione delle uve, la vendemmia è stata vissuta come momento culturale, con i suoi aspetti “popolari” ma anche “tecnici”.

Asp Catanzaro: primo incontro sull’emergenza Ebola

CATANZARO – L’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro è il primo Ente in Calabria ad attivare tempestivamente e in via precauzionale le procedure indicate dal Ministero della Salute in tema di “Emergenza Ebola”. Mercoledì 15 ottobre 2014 infatti nella sala “Ferrante” dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, a partire dalle ore 15, si svolgerà il primo incontro aziendale concernente l’emergenza correlata alla Malattia da Virus Ebola (MVE).
La riunione avrà lo scopo di individuare una “Task force” aziendale, da istituire appositamente per l’emergenza di questo nuovo virus che si sta diffondendo nel mondo. In accordo con quanto richiesto dal Ministero della Salute verrà dunque istituito uno specifico gruppo di lavoro per la gestione di eventuali casi sospetti/probabili/confermati di malattia da virus Ebola .
La riunione di mercoledì sarà presieduta dal Dottor Arcangelo Delfino, responsabile dell’Unità Operativa ”Prevenzione Infezioni Ospedaliere” dell’Asp di Catanzaro, su espressa delega del Direttore Generale Aziendale Dott. Mario Catalano. Svolgerà le funzioni di moderatore dell’incontro, la Dottoressa Annalisa Spinelli, in qualità di segretario del Comitato per il controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (CICA) aziendale.
Nel corso dell’incontro verranno illustrate le nozioni principali concernenti la Malattia da virus Ebola, per come illustrate dalla scheda informativa dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla malattia, e le principali procedure aziendali di gestione degli eventuali casi sospetti/probabili/confermati della MVE da adottare in osservanza dei criteri e delle raccomandazioni contenuti nell’ultima circolare del Ministero della Salute (6 ottobre 2014), in materia di prevenzione e controllo della Malattia da virus Ebola.
E’ importante sottolineare che In Italia non si registra alcun caso da contagio del virus Ebola, ma l’Azienda Sanitaria di Catanzaro in linea con quanto richiesto dal ministero della Salute sta, in via precauzionale, predisponendo la macchina organizzativa in modo da non trovarsi impreparata in caso di contagio.

Allarme cancerogeno per l’esposizione di frutta e verdura sulle strade. Al via i controlli di Asp e Forze dell’Ordine

CATANZARO – Controlli serrati contro la vendita di frutta e verdura per le strade. Nei prossimi giorni, infatti, il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asp di Catanzaro, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, in primo luogo la Polizia provinciale, avvierà un’intesa attività di controllo tesa a contrastare le pratiche di vendita che maggiormente mettono a rischio la salute dei consumatori, così come stabilito anche da una recente sentenza della Cassazione che vieta l’esposizione anomala della merce, in quanto provocherebbe effetti carcerogeni.
L’esposizione non adeguata dal punto di vista igienico-sanitario dell’orto-frutta durante la vendita, sia nella forma itinerante che negli esercizi a posto fisso, implica infatti rischi di contaminazione di tipo chimico e anche microbiologico. Soprattutto laddove il traffico autoveicolare è intenso e le cassette sono tenute a breve altezza da terra, un’inadeguata esposizione comporta elevati rischi di contaminazione da agenti chimici da emissione autoveicolare. “Pensiamo ai più comuni gas di scarico e a quanto questi contribuiscano al proliferare dell’inquinamento – ha spiegato il Dr Francesco Faragò, Direttore dell’Unità operativa Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Asp di Catanzaro – occorre promuovere una politica di tutela degli alimenti e della salvaguardia della salute generale. È necessario che l’acquirente sia consapevole delle problematiche che gravano sui prodotti non conservati e custoditi a norma. La frutta e la verdura, gli elementi che dovrebbero essere inseriti in grandi quantità nell’alimentazione di ogni individuo per i benefici che apportano in quanto alimenti salutari, se acquistati e consumati dopo essere stati preda dei contaminanti, diventano veleno per l’organismo umano”.
Tra i contaminanti più facilmente riscontrabili ci sono: le diossine, gli idrocarburi policiclici aromatici, il piombo. Le diossine e gli idrocarburi aromatici policiclici (Ipa) hanno attività cancerogena e teratogena (possono causare sviluppo anomalo del feto) ed altri effetti tossici. Per gli Ipa, il meccanismo principale con cui si contaminano frutta e verdura è rappresentato dalla ricaduta degli Ipa stessi presenti nel particolato atmosferico, sia in fase di coltivazione, sia durante l’esposizione all’aperto negli esercizi di vendita.
“Non bisogna inoltre dimenticare la contaminazione operata da parte degli agenti microbiologici – ha proseguito il dottor Faragò –  questa, infatti, può verificarsi facilmente se l’orto-frutta è esposta non idoneamente e collocata in luoghi dove tutti possono manipolare. Le persone che circolano accanto alle cassette di frutta e verdura potrebbero toccare la merce con le mani sporche, oppure tossire o starnutire sugli alimenti. Questo elemento, che sembrerebbe di secondaria importanza, in realtà produce non poche conseguenza sulla sanità dei prodotti. Nel caso di  persone che sono portatrici di malattie infettive trasmissibili con gli alimenti, l’orto-frutta diventa veicolo di germi patogeni. È opportuno tenere a mente che è in atto una recrudescenza dei casi di tubercolosi e l’orto-frutta, quando è conservata in condizioni non a norma, può essere il veicolo degli agenti responsabili. Ma c’è un’altra situazione che bisogna tenere presente e cioè che, se la merce è esposta male, può essere contaminata da animali vari: cani, gatti, topi, blatte etc., con tutte le  conseguenze immaginabili per la salute umana”.
“Non stiamo parlando in astratto, di uno scenario ipotetico e di altri luoghi – evidenzia il dottor Faragò – ma è ciò che accade nel territorio del Capoluogo di regione e dintorni dove, nonostante i rischi sulla salute, tarda a tramontare un’antica tradizione praticata ancora dai consumatori, e cioè quella di essere attirati ad acquistare i prodotti orto-frutticoli soprattutto se sono esposti “a bellavista”. Tale consuetudine, se fino a 50 anni fa poteva essere tollerata, oggi con le mutate condizioni di vita è da considerarsi impraticabile. Lo spettacolo a cui si assiste è raccapricciante: frutti maturi e profumati esposti sulle strade, facile preda di fumi e di smog. Ciò che si mostra a uno sguardo distratto è la rotondità dei frutti, i colori vermigli delle bucce, le composizioni invitanti disposte dai venditori: in realtà solo lo spirito riflessivo penserà a quanti rischi si incorrono acquistando proprio quei prodotti così invitanti”.
Da qui l’appello del direttore dell’Unità operativa Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione: “In questo contesto tutte le istituzioni interessate a contrastare il fenomeno, cioè a tutelare la salute pubblica, sono chiamate a collaborare avviando un processo volto ad educare e sensibilizzare sia i consumatori che i venditori, nell’interesse generale, voltando le spalle al passato ed al presente. Occorre, tra l’altro, mettere in atto una decisa politica di prevenzione, dal momento che è la poca conoscenza dei rischi che si corrono per la salute a contribuire al divagare di acquirenti che, nonostante la mancanza di condizioni igienico-sanitarie a norma, continuano a comprare i prodotti. Solo attraverso un rapporto di collaborazione tra Istituzioni, acquirenti, Forze dell’Ordine e anche venditori sarà possibile arginare efficacemente un mercato malsano dove a pagarne le spese sono la salute delle persone e la qualità dei prodotti. Certamente, perché si concretizzi efficacemente tutto il processo auspicato, occorrono tempi non brevi. Nel frattempo, a tutela dei consumatori e dell’interesse generale, non si possono lasciare le cose così come sono e, quindi, nel mentre si lavora per promuovere  le collaborazioni necessarie ed auspicate, come Asp avvieremo i primi controlli insieme alle Forze dell’Ordine”.

Consegnato nuovo mezzo attrezzato al Suem 188 di Lamezia Terme

CATANZARO –  E’ stata consegnata nei giorni scorsi, al  Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza SUEM 118 di Lamezia Terme,  una nuova vettura medica che servirà per i trasporti urgenti di plasma, organi ed emoderivati.
L’auto è dotata di tutte le attrezzature previste dalla normativa in vigore e potrà, all’occorrenza, essere al servizio dei tre presidi ospedalieri di Lamezia Terme, Soveria Mannelli e Soverato .
“Abbiamo sostituito nella postazione di emergenza di Lamezia Terme un vecchio mezzo con uno nuovo e completo nelle dotazioni  – spiega il dott. Domenico Ciliberto, Responsabile Suem 118 – questo grazie alla volontà del direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, dott. Gerardo Mancuso, che ha avviato da tempo il rinnovamento dei mezzi in dotazione come l’acquisto delle nuove ambulanze.
L’efficienza del mezzo – conclude Ciliberto –  assume  anche un aspetto d’importanza vitale per il soccorso ed il trasporto in piena sicurezza di plasma e organi espiantati”.

Firmato protocollo d’intesa tra Asp Catanzaro e Unical

RENDE (CS) – Si è tenuto, oggi, all’Università della Calabria, il Tavolo Tecnico relativo alla stesura della Guida “Accesso degli immigrati al servizio sanitario. Linee guida per una corretta applicazione della Normativa”, al quale hanno partecipato per l’Asp di Catanzaro il Direttore Generale, Dott. Gerardo Mancuso, e il responsabile del Centro medicina del viaggiatore e delle migrazioni di Lamezia Terme, Dottore Lorenzo Surace. All’incontro erano inoltre presenti il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Prof. Gino Mirocle Crisci, il direttore medico dell’Asp di Cosenza Dott.ssa Maria Concetta Piazzolla, il Direttore Sanitario Aziendale Asp di Crotone Dott. Francesco Paravati, il Direttore Generale dell’Asp di Vibo Dott. Florindo Antoniozzi, la delegata della Prefettura di Catanzaro Dott.ssa Angela Pulvirenti (Nucleo Operativo Tossicodipendenza), la Dott.ssa Stefania Mattetti (funzionario amministrativo dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà), la Dott.ssa Isabella Morandi (economista dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la Dott.ssa Giuseppina Morandi (Direzione Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute), il Delegato della Prefettura di Crotone il Dott. Luigi Guerrieri (Dirigente dell’AREA: Diritti Civili, Cittadinanza, Condizione Giuridica dello Straniero, Immigrazione e Diritto d’Asilo), la Dott.ssa Saladino (Dottore di Ricerca presso l’Università della Calabria), il Prof. Pietro Iaquinta Docente di “Demografia Giuridica” dell’Università della Calabria e la Dott.ssa Rita Carravetta.
Il Direttore dell’Asp di Catanzaro Mancuso, che ha firmato il Protocollo d’Intesa con il Magnifico Rettore, ha affermato che il progetto della Guida “è utile poiché aderisce perfettamente all’esigenza territoriale, la nostra Asp si è sempre occupata dell’assistenza sanitaria degli immigrati avendo due punti di spiaggiamento (sull’Ionio e sul Tirreno). Esiste una grande confusione sul tema dell’assistenza sanitaria degli immigrati quindi è opportuno avere una Guida”.
Durante l’incontro sono state formulate diverse valutazioni tecniche sull’argomento, tutte di utilissimo aiuto allo scopo di redigere una Guida che possa rispondere in maniera esaustiva alle molteplici richieste di informazioni relative a tematiche inerenti l’accesso ai servizi sociosanitari e l’assistenza sanitaria degli immigrati. Sono stati inoltre trattati diversi temi, come l’assistenza sanitaria del minore straniero presente sul territorio calabrese (ogni bambino a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno ha diritto ad avere il pediatra di libera scelta). A tale proposito è stato evidenziato come la Regione Calabria dovrebbe adottare una circolare esplicativa in cui viene indicato come scrivere un minore nelle Asp e far garantire a tutti loro il diritto ad avere il pediatra di libera scelta, come è già presente in alcune Regioni.

Asp Catanzaro: nuove opportunità di lavoro con l’assistenza a domicilio

CATANZARO – Sono oltre 150 le persone, in maggioranza donne, occupate nelle attività di cura dell’assistenza domiciliare attivata dal Distretto di Catanzaro Lido, diretto dal dott. Maurizio Rocca, nei comuni della Presila catanzarese ed in particolare nei centri di Sersale, Petronà, Andali, Belcastro, Cerva e Zagarise, con evidenti risvolti positivi per l’economia del territorio. Le persone occupate rientrano in un registro distrettuale delle Assistenti Familiari, molte delle quali formate direttamente dal Distretto sanitario di Lido, per lo svolgimento del delicato lavoro a contatto con persone non autosufficienti. Un progetto, quello messo a punto dall’Asp di Catanzaro e cofinanziato dall’Inps- exInpdap, che ha permesso la creazione di veri e propri sistemi locali per l’offerta a domicilio a persone non autosufficienti, offrendo l’opportunità a ben 43 famiglie, residenti nei comuni montani, di usufruire di un’assistenza domiciliare qualificata.
Nella maggior parte dei casi si tratta di famiglie che, in assenza di questa importante opportunità, avrebbero dovuto ricorrere al ricovero in strutture residenziali o, in alternativa, ad una radicale riorganizzazione della propria vita e dei propri impegni per occuparsi direttamente dell’assistenza del familiare non autosufficiente. Altro importante risultato, conseguito dal progetto promosso dal distretto di Catanzaro Lido, consiste nella creazione di nuove opportunità di lavoro.
Per presentare e approfondire i primi risultati del progetto Home Care Premium e per annunciare gli impegni futuri è programmato per domani, sabato 12 luglio, un convegno-dibattito a Petronà, che si terrà alle ore 16 a Palazzo Colosimo e prevede gli  interventi  del direttore del distretto di Catanzaro Lido dottor Maurizio Rocca, del responsabile del progetto il sociologo Franco Caccia, dei sindaci di Petronà Vincenzo Mazzei e di Sersale Salvatore Torchia, della componente dell’associazione “Insieme di Petronà” Daniela Dattilo e del sociologo della cooperativa Multiservizi Marco Pavone.
“L’iniziativa – ha dichiarato il Direttore del Distretto di Catanzaro Lido Maurizio Rocca – intende avviare un costruttivo confronto con gli amministratori locali e con i rappresentanti delle associazioni di volontariato e della cooperazione per un nuovo modo di programmare e gestire il welfare nel nostro territorio. Una particolare attenzione intendiamo riservarla alle famiglie in cura. Durante l’incontro sarà infatti presentato il disciplinare elaborato, dal nostro gruppo di lavoro, per rendere più chiari ed agevoli i rapporti tra le famiglie e le figure professionali impegnate nel lavoro  di cura. La qualità dell’assistenza a domicilio richiede l’apporto coordinato di tutte le componenti ed il documento, sicuramente, costituisce una base solida su cui costruire un vero Patto con le famiglie per una assistenza a domicilio responsabile, qualificata e condivisa”.

Asp Catanzaro: il sottosegretario De Filippo incontra i manager della sanità

CATANZARO – Il sottosegretario al ministero della Salute Vito De Filippo ha incontrato questa mattina, nella sede della direzione generale dell’Asp, tutti i manager delle Aziende sanitarie catanzaresi. A fare gli onori di casa il direttore generale dell’Asp, Dott. Gerardo Mancuso, che ha ringraziato il sottosegretario che si è reso disponibile ad ascoltare le problematiche che i manager sanitari affrontano quotidianamente.

“Siamo una Regione sottoposta a piano di rientro – ha esordito il dg Mancuso – abbiamo avuto una serie di indicazioni da parte dei Tavoli ministeriali e dei commissari della sanità, che abbiamo onorato con successo, uno di questi era quello di ridurre la spesa corrente e portare i conti in ordine. Come Asp di Catanzaro siamo partiti da un debito consolidato di circa 280 milioni di euro e viaggiavamo con un disavanzo annuale di circa 69 milioni di euro; in soli 3 anni e mezzo abbiamo portato l’Azienda in attivo di bilancio e abbiamo esercitato un’azione scientifica mirata, cercando di ridurre gli sprechi e gli sperperi. Abbiamo inciso notevolmente su questi capitoli di spesa, ottenendo anche reazioni negative dal mondo esterno. Abbiamo anche pensato di incidere sulla programmazione sanitaria, così come abbiamo posto le basi per la riorganizzazione degli ospedali, abbiamo costruito documenti per la riorganizzazione dei servizi territoriali, ma nonostante una serie di provvedimenti le cose sono state condizionate dalla burocrazia; molte attività che abbiamo messo in campo non si sono in parte realizzate per la burocrazia regionale e per il sistema ridondante delle norme. La stazione unica appaltante non è sufficientemente supportata da personale e ciò non consente di funzionare con celerità raggiungendo obiettivi auspicati dalle Aziende sanitarie. Alcune gare strategiche per la nostra Azienda rimangono al palo,  sono ferme da 3 anni e mezzo. La burocrazia per certi aspetti non offre supporto e si caratterizza come controparte del sistema”.
“L’altra questione è il blocco del turnover – ha aggiunto Mancuso – la nostra Regione soffre profondamente del blocco totale del turnover e questo ci ha messo in grandissima difficoltà, perchè molte strutture ospedaliere sono in grave carenza di organico. A fronte di un pensionamento di circa 450 unità, noi abbiamo chiesto 43 unità che servirebbero per fronteggiare l’emergenza. I dipendenti sono avviliti e stanchi, ma fino a oggi non abbiamo avuto dei risultati, anzi registriamo una discriminazione rispetto altre Regioni che nonostante la situazione peggiore della Calabria hanno ottenuto lo sblocco e mi riferisco a Lazio e Campania”.
Altra questione portata all’attenzione del sottosegretario è quella della ricollocazione del personale. “Abbiamo una cattiva distribuzione del personale – ha spiegato Mancuso – e anche le azioni che abbiamo messo in campo in concerto con le forze sindacali sono state insufficiente per risolvere questo problema, perché norme non superate impediscono di fatto una vera ricollocazione, e ciò è particolarmente evidente per il personale non medico. L’azione che abbiamo esercitato fino a oggi è comunque positiva, i risultati sono incoraggianti, ma è necessario imprimere una marcia più alta ed è necessario che i ministeri ci supportino in un’azione particolarmente difficile per la quale siamo certi di consegnare fra qualche anno una sanità diversa, migliore”.

Dal canto suo il sottosegretario De Filippo ha affermato: “Siete in una fase di passaggio importante e delicata, molte delle vicende dipendono dalla programmazione regionale e vivete purtroppo una fase terribilmente complicata, bisogna attendere tutti con responsabilità  questa necessaria riorganizzazione dei sistemi sanitari regionali e nazionale, al fine di preservare un sistema universale come quello italiano, producendo innovazione, rendendolo sostenibile, appropriato, rigoroso, equilibrato, perché se saltano troppo i conti, alla fine salta il diritto universale alla salute dei cittadini dell’intero Paese. Anche dove i sistemi sanitari sono in equilibrio, ci sono operazioni in corso di cambiamento, d’innovazione, di ristrutturazione e di riorganizzazione, in una condizione metodica, che sicuramente è più agevole rispetto alla vostra”.

“Voi siate in una condizione molto più complicata – ha aggiunto il sottosegretario – perché al cambiamento che è necessario, dovete aggiungere uno sforzo per il riequilibrio e un controllo anche di un Tavolo che in questi anni si è concentrato su numeri e conti. Ma queste sono questioni che vanno valutate con attenzione perché non sempre i conti della sanità sono facilmente perimetrabili. Questa situazione di rientro e transizione non può comunque durare per sempre, bisogna fare in modo di uscire da questa condizione e voi avete gli strumenti per farlo: innanzitutto si dovrà insediare velocemente una nuova amministrazione regionale, poi con i parlamentari dovremo lavorare per strutturare in maniera più autorevole e più tecnica un commissariamento che deve svolgere funzioni nella libertà  tecnico-operativa”.
Poi il sottosegretario ha aggiunto: “Due Aziende ospedaliere nella stessa città non saranno sostenibili per molto tempo, quindi bisognerà lavorare a questa attività di riorganizzazione della sanità catanzarese. Per quanto riguarda lo sblocco del turnover, a fine 2013 c’è stata una normativa che ha consentito alle Regioni in fase di rientro uno sblocco del 15%, e alcune Regioni hanno già avuto questo sblocco, come la Campania, soprattutto per quanto riguarda il sistema di emergenza urgenza. La Calabria non ha avuto lo sblocco del turnover perché il Tavolo Massicci non ha conosciuto ancora a fondo i dati che voi che avete trasferito, altrimenti avrebbe sbloccato il 15% del turnover, che non è molto ma può essere un sollievo”.
Infine la questione sulla Fondazione Campanella: “Non è male pensare a un istituto di ricovero e cura a carattere specialistico per la Fondazione, che porterà il vantaggio di stare in una rete nazionale ed internazionale. Questa è la strada che io percorrerei, anche se dipende molto dalla decisione regionale, puntando a costituire un istituto di cura e ricovero specialistico”.

Infine, l’intervento del dg del “Pugliese-Ciaccio” avv. Elga Rizzo: “Ho ereditato un’azienda che produceva sistematicamente perdite d’esercizio con oscillazioni dai 9 ai 28 milioni di euro. Abbiamo puntato all’equilibrio di bilancio, conseguendo nell’ultimo triennio anche utili d’esercizio. Nello stesso triennio abbiamo finalizzato in investimenti strutturali e tecnologici tutte le risorse statali di cui avevamo disponibilità: 14 milioni di euro in infrastrutture (sono state realizzate o ristrutturate 10 strutture ospedaliere); 26 milioni di euro in nuove tecnologie, tutte funzionanti o in fase di collaudo. Abbiamo insistito sull’appropriatezza clinica e assistenziale rimodulando, secondo le indicazioni nazionali e regionali i diversi setting assistenzali. La carenza di personale è la vera emergenza del momento, se nel breve periodo non interverranno provvedimenti concreti sullo sblocco del turnover, già nella imminente stagione estiva potrebbero essere sospesi alcuni servizi”.

Parte il corso di formazione in Epatologia

CATANZARO – Sabato 17 maggio alle ore 9.00 presso l’Hotel-T di Feroleto ha inizio il corso di formazione in Epatologia per Medici di Medicina Generale.

Lorenzo Surace, responsabile dell’Ambulatorio di Epatologia dell’ASP di Catanzaro e Coordinatore Scientifico dell’evento, ha inteso organizzare il Corso di formazione in Epatologia con l’intento di fornire a 30 medici di Medicina Generale della Regione Calabria una serie di importanti conoscenze scientifiche e metodologie di diagnosi e terapia per la gestione di importanti malattie del fegato.

A quello del 17 maggio seguiranno altri 2 incontri, precisamente sabato 24 e 31 maggio, in cui saranno oggetto di trattazione le malattie del fegato legate al metabolismo, all’azione diretta di alcuni virus, a cause genetiche e a fenomeni di autoimmunità. Saranno inoltre affrontati due argomenti particolari quali la valutazione della fibrosi epatica con i nuovi strumenti tecnologici e la gestione del paziente trapiantato di fegato.

Un corso quindi intensivo che prevede la presenza di illustri relatori provenienti da varie parti d’Italia e sicuramente i più esperti del settore.

La manifestazione, patrocinata dall’ASP di Catanzaro e che vede peraltro impegnato come relatore il Direttore Generale dell’Azienda Gerardo Mancuso, ha ottenuto anche il patrocinio dell’AISF, la maggiore Associazione Scientifica italiana sulle malattie del fegato, che di recente ha prodotto un importante documento scientifico (indicazioni pratiche per un modello di gestione condivisa tra il Medico di Medicina Generale e Specialista Epatologo del paziente con epatite cronica virale da virus B e C) che sarà distribuito a tutti i partecipanti del Corso.

L’Ambulatorio di Epatologia ubicato nell’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme è anche Centro di valutazione e follow-up dei trapianti di fegato, struttura dedicata alla valutazione dei pazienti che necessitano di un eventuale trapianto di fegato, e dedicata anche a coloro i quali, una volta trapiantati, necessitano dei periodici controlli.

Tale specifica attività consente quindi di ridurre spesso un’inutile e dispendiosa migrazione sanitaria evitando sacrifici e disagi a tanti cittadini calabresi. A tal fine infatti, la struttura di Epatologia negli ultimi tempi è stata adeguatamente potenziata dal Management aziendale con la dotazione di importanti strumenti tecnologici tra cui il Fibroscan, unico peraltro in tutta la Regione e quindi in grado di soddisfare le esigenze di tutti gli epatopatici calabresi.

 

ASP Catanzaro: operatori Ser.t. impegnati in un corso di formazione per la prevenzione delle dipendenze patologiche

CATANZARO  – Gli operatori Ser.T. delle cinque Asp calabresi, stanno partecipando alla seconda ed ultima giornata di un corso regionale di formazione, che si sta svolgendo a Catanzaro, nella Sala Conferenze MUSMI, Parco Biodiversità Mediterranea, con la responsabilità scientifica del Dott. Bernardo Grande, Direttore del Ser.T. del capoluogo. L’iniziativa rientra nel Progetto di formazione regionale “Early Engagement”, di cui è responsabile la Dott.ssa Valeria Surace, un programma presentato in apertura della prima giornata, presenti il Direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Gerardo Mancuso, il Dirigente generale del Dipartimento Tutela alla Salute, Dott. Bruno Zito, il Dirigente settore Area LEA, Dott. Giacomo Brancati.
Il corso vuole rappresentare un piano d’intervento volto a prevenire il fenomeno delle dipendenze patologiche, rafforzare i Ser.T. attualmente presenti sul territorio regionale e trattare i soggetti a rischio attraverso un’azione innovativa, mirata e individualizzata, al fine di identificare una linea congiunta e condivisa tra i vari professionisti del settore.  Tale lavoro è un esempio di cooperazione multisciplinare basato sull’Evidence-Based, che vede per la prima volta la Regione Calabria in prima linea: azione, partecipazione mirata, professionalità e collaborazione tra i servizi pubblici e privato sociale accreditato, atto a migliorare il sistema dei servizi socio-sanitari già esistenti. Un approccio nuovo: l’istituzione di una “squadra” un TEAM WORK che avvicini chi difficilmente e raramente si avvale dei servizi attualmente presenti, e, quindi, delle conoscenze  degli operatori preposti alla “care”. L’input alla realizzazione di tale programma è suggerito dal dato riscontrato sia sul piano nazionale che regionale, ovvero, la bassa percentuale di utenti tossicodipendenti che si rivolgono ai servizi come consumatori primari di droghe psicostimolanti. Rispetto ai dati conosciuti, piuttosto allarmanti del consumo di questo genere di droghe, supporta l’idea, ormai certezza, che i servizi di trattamento – pubblici e  privati accreditati – sono attualmente più vocati all’accoglienza, assistenza, cura e riabilitazione di soggetti eroinomani (tendenzialmente cronici)  ed una percentuale più ridotta di consumatori/abusatori di altre sostanze d’abuso illecite. Scopo di tale progetto è quello di realizzare una comune strategia nell’aggancio precoce in particolare di “nuovi” consumatori di sostanze d’abuso psicostimolanti, in particolare di cocaina, al fine realizzare un potenziamento della “rete” dei servizi abilitati all’assistenza e alla cura dei soggetti tossicodipendenti, che sia in grado di produrre risultati concertati tra diversi professionisti operanti nel Servizio Sanitario Regionale. Il progetto intende realizzare, attraverso la codificazione di una “buona prassi”, un modello di assistenza e cura dedicato al soggetto tossicodipendente che fuoriesca dallo schema classico e dal circuito Ser.T./Comunità terapeutica, per offrire il coinvolgimento di una più ampia rete di attori sociali finalizzata ad aumentare la precocità nell’aggancio: con una conseguente riduzione dei danni provocati dall’assunzione e dei comportamenti a rischio. Dal punto di vista metodologico, il Progetto intende ispirarsi al principio di lavoro multidisciplinare attraverso il consolidamento di sinergie istituzionali e territoriali: Ser.T., medici di base, dipartimenti salute mentale, servizi sociali, guardie mediche, Comunità terapeutiche, Centri per la famiglia. L’intervento, che avrà il carattere della sperimentazione, verrà realizzato nelle cinque province calabresi, più in particolare in cinque Distretti Sanitari uno per ogni Azienda Sanitaria Provinciale,  con un coordinamento generale, che curerà le diverse fasi di implementazione del Progetto stesso.
Le due giornate di studio sono state suddivise in quattro sessioni tenute da un gruppo di docenti qualificati, tra questi il Dr. Vincenzo Marino, Direttore Dip. Azienda sanitaria di Varese, il Dott. Loris Rivalta, Dirigente Biologo laboratorio Tossicologia Asp di Catanzaro, il Dr. Claudio Leonardi, Direttore Dipartimento Dipendenze Roma 3, il Prof. Giovanbattista De Sarro, Direttore Cattedra Farmacologia Università “Magna Graecia”, la Dr.ssa M. Giulia Audino, Dirigente Medico Ser.T. Catanzaro.