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Noi siamo quel che leggiamo

Un teatro A. Rendano gremito come ormai non lo si vedeva da tempo; uno sciame di persone accomodate sulle poltroncine rosse, tutte presenti, tutte pronte ad assistere alla sesta edizione del Premio per la Cultura Mediterranea organizzato dalla Fondazione Carical (Galleria Fotografica ).

L’atteso evento culturale, dedicato alle personalità di spicco che sono riuscite ad emergere nell’ambito letterario e creativo, da tempo premia il talento e l’estrosità di coloro che contribuiscono attivamente allo sviluppo delle culture mediterranee attraverso i propri scritti, “figli” di un rapporto fecondo tra etnie, culture, saperi e religioni differenti.
La Fondazione Carical si rivolge soprattutto ai giovani, in particolare a quelli calabresi e lucani, attraverso l’ausilio di laboratori ed incontri con lo scopo di spronarli nello studio, nell’apprendimento e, soprattutto, nella lettura perché, a differenza di ciò che asseriva il filosofo Feuerbach, noi siamo quel che leggiamo e non quel che mangiamo.

Nella prima parte della manifestazione si è deciso di celebrare, attraverso la fusione di diverse arti, l’amore in tutte le sue forme; corpi, volti, suoni, voci, strumenti, immagini si sono sfiorati, accarezzati, fusi fino a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. Questo momento di contaminazione artistica, denominato “Di che amore… sei scene e quattro quadri tra letteratura, cinema, musica ed altro ancora… sul sentimento dell’amore”, ha permesso di decantare l’amore ritrovato, l’amore passionale che rende schiavi, l’amore sfortunato, l’amore irresistibile a cui non si vuole e non si può rinunciare.
La seconda parte della manifestazione, dedicata alla consegna dei riconoscimenti ai vincitori e presentata dal noto giornalista del Tg1 Attilio Romita, è stata invece inaugurata dal Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo che ha affermato “Siamo alla sesta edizione e posso dire che questo premio è cresciuto negli anni. Questa sera sono presenti sette testate internazionali e due televisioni, Iran e Arabia Saudita, che racconteranno del nostro premio, di Cosenza e della Calabria. Sono felicissimo” – ha continuato – “di vedere un teatro così gremito e di ravvisare tanti giovani”.
Si dà così inizio alla premiazione; Michele Ainis e Alessandro Spina per la sezione Società Civile, Cesare de Seta per Scienze dell’Uomo, Goce Smilevski per la Sezione Narrativa con il testo La sorella di Freud, un libro da cui, a detta dello stesso autore, Freud esce distrutto. A seguire, per la Sezione narrativa giovani, è stata premiata la giovanissima Ester Armanino con il libro Storia naturale di una famiglia in cui la protagonista studia i comportamenti animali per poterli poi applicare agli atteggiamenti dei propri genitori; per la sezione Cultura e Informazione il riconoscimento è stato consegnato ad Alāʾ al-Aswānī e a Gianni Amelio per la Sezione Creatività. Nessun rappresentante, invece, per la sezione Traduzione perché “la giuria non ha ritenuto opportuno attribuire alcun riconoscimento”.Gli scintillanti premi, raffiguranti una vela d’argento dedita a simboleggiare il viaggio attraverso il mare, sono stati creati dall’orafo calabrese Gerardo Sacco.
Una serata speciale, dunque, a cui hanno anche partecipato l’Assessore Regionale della Calabria Giacomo Mancini, Il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, il Sidanco della città di Cosenza Mario Occhiuto, l’Arcivescovo Salvatore Nunnari e il Prefetto Raffaele Cannizzaro.
La cultura è dunque la nostra linfa vitale, il nostro pane, il nostro cuore; ci permettere di vivere, crescere e diventare ciò che abbiamo sempre desiderato essere.

Annabella Muraca

Contestato Delle Chiaie a Cosenza

Cosenza – In occasione della presentazione del libro “l’aquila e il condor” di Stefano Delle Chiaie, il movimento “Cosenza Antifascista” ha presidiato, per tutta la giornata a partire dalla mattinata, la sede del CONI di Cosenza, luogo della presentazione.

Alle 12 e 30, i cittadini e gli attivisti di Cosenza si sono concentrati in piazza Matteotti e hanno affisso alle porte chiuse della sede lo striscione “Zona Antifascista. Manteniamo pulita la città”, firmato Cosenza Antifà.

Stefano Delle Chiaie, autore del libro “L’aquila e il condor, storia di un militante politico”, è un esponente di estrema destra, ex militante del gruppo extraparlamentare Ordine Nuovo, nonché fondatore di Avanguardia Nazionale.

La rivendicazione della piazza in questa giornata è stata tutta mirata ad esprimere ferma contrapposizione ad  un evento di estrema destra. Circa 300 i partecipanti, hanno presidiato per 8 ore il palazzo.

Nel primo pomeriggio i manifestanti hanno subito una carica di alleggerimento da parte delle Forze dell’Ordine, dal reparto speciale della Celere di Vibo Valentia, e sono stati spinti al centro della strada. Rivendicando il diritto ad esprimere liberamente il proprio pensiero, il presidio è proseguito pacificamente fino alle 8 di sera.  Altre due cariche sono state registrate nel corso della giornata, ad opera della Celere, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, per fare indietreggiare tutti i partecipanti e consentire l’ingresso all’interno del CONI all’autore; durante i tafferugli un uomo è stato colpito, è caduto a terra ed è stato soccorso dall’ambulanza pochi minuti dopo.

«Picchiatore, torturatore, fascista», così è stato definito Stefano Dalle Chiaie, in più di un intervento al megafono da parte di alcuni manifestanti, «Cosenza ha una storica tradizione antifascista, la porteremo avanti sempre», hanno poi aggiunto. Tra canzoni e cori il sit-in ha continuato ad informare i passanti sul motivo della protesta, riguardo alla figura di Stefano Delle Chiaie e ai suoi percorsi politici, vicini a regimi autoritari.

È stato interrotto il traffico per tutto il pomeriggio da parte delle Forze dell’Ordine, creando così ampio disagio alla cittadinanza.

Alle 8 di sera è partito un corteo spontaneo che ha raggiunto il comune, per proseguire in seguito lungo il corso pedonale del centro città.

Il messaggio inviato dalla Cosenza Antifascista voleva raggiungere non solo le orecchie di Stefano Delle Chiaie, a cui non è stato impedito di svolgere la sua presentazione, ma anche a tutti i cittadini di Cosenza, perché non restassero ignari di quello che è stato considerato «un oltraggio alla città, oltre che alla Costituzione Italiana».

Il sindaco Mario Occhiuto, giunto in piazza nel pomeriggio, ha mantenuto una posizione intermedia tra i manifestanti, le Forze dell’Ordine e gli organizzatori dell’evento, invitando a tenere atteggiamenti civili e democratici.

Delfina Donnici

Cosenza: Consiglio Comunale approva regolamento Imu e riqualificazione Parco Fluviale

Con 19 voti a favore e 4 contrari il Consiglio comunale, presieduto da Luca
Morrone, ha approvato il riconoscimento dei debiti fuori bilancio e la salvaguardia
degli equilibri di bilancio. L’assemblea di Palazzo dei Bruzi ha inoltre approvato
all’unanimità il regolamento comunale in materia di imposta municipale propria
(IMU), mentre con 17 voti favorevoli e 3 contrari è stata, infine, data approvazione al
progetto per la riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale del Parco
Fluviale, inserito nell’ambito dell’Asse VIII Città (PISU Area Urbana Cosenza-
Rende) e finanziato con fondi del POR Calabria FESR 2007/2013.
La seduta del Consiglio comunale è iniziata con la trattazione del regolamento in
materia di IMU.
Nella sua illustrazione l’Assessore al bilancio Luciano Vigna ha sottolineato come “il
Comune di Cosenza sia stato uno dei pochi ad aver rispettato in maniera perfetta tutte
le scadenze previste al momento dell’istituzione, da parte del governo, dell’IMU.
La tempestività con la quale sono state definite le aliquote, cosa che ci ha consentito
di rispettare in modo chiaro la norma, ha procurato qualche impopolarità destando
anche qualche polemica, al contrario di altri comuni che hanno differito le loro scelte
a momenti successivi, determinando aliquote più alte, ma senza avere i riflettori
puntati.
Questa regolamentazione in materia di IMU era un atto dovuto ed obbligatorio. Si
tratta di uno strumento che consente di rimodulare gli effetti dell’imposta.”
Dopo l’intervento dell’Assessore Vigna sono intervenuti brevemente il consigliere
del Partito Democratico Marco Ambrogio e il capogruppo del PDL Lino Di Nardo.
Ambrogio ha anticipato il suo voto favorevole sottolineando come “il Comune
di Cosenza sfiori l’aliquota massima, anche se – ha detto – il regolamento deve
disciplinare l’intera materia”.
Di Nardo è intervenuto, invece, per esprimere il suo disappunto per il fatto che in
commissione il regolamento non era stato approvato all’unanimità.

Metropolitana a Cosenza, il sindaco: “finalmente ci siamo”

Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, dalle dichiarazioni rilasciate sembra mostrare parole piene soddisfazione per il percorso che la città ha effettuato verso il raggiungimento per la realizzazione della Metropolitana in superficie:

«Finalmente ci siamo! La notizia dell’approvazione da parte dell’UE
del progetto di Metropolitana di superficie è contemporaneamente un
punto di arrivo e di partenza.

 E’ il coronamento degli sforzi di quanti hanno creduto in una
infrastruttura strategica, primi fra tutti i sindaci di allora, Giacomo
Mancini e Sandro Principe, ma anche dell’Assessore Regionale Giacomo
Mancini al quale va dato atto della capacità, ma anche dell’impegno
che lo ha animato nella difficile opera di reperimento e di
utilizzazione delle risorse economiche.

Oggi spetta ai sindaci delle due comunità ed alla Regione Calabria di
dare corpo a quell’idea di trasporto locale che cambierà abitudini ed
approccio culturale all’uso del mezzo pubblico, ma soprattutto sarà
una delle cartine di tornasole per verificare l’effettiva volontà di
lavorare insieme e di assecondare quei processi di integrazione dei
servizi che porteranno, alla fine e senza fughe in avanti, alla città
unica. Rende è e rimane convinta di questo percorso e farà fino in
fondo la propria parte».

Delle Chiaie a Cosenza protesta dei centri sociali

COSENZA – Protesta a Cosenza da parte di una ventina di persone, davanti alla sede del Coni di Piazza Matteotti a Cosenza, che ospiterà nel pomeriggio la presentazione dell’ultimo libro dell’ex estremista nero Stefano delle Chiaie, “L’aquila e il condor”.

Si tratta di esponenti dei centri sociali cosentini che, con striscioni e cartelli, urlano “Cosenza è antifascista” e chiedono che la manifestazione venga annullata. Sul posto si sono portate diverse unità dei carabinieri e della Digos.

Sgarbi presenta il suo libro e rilancia: un crimine impedire ai Bronzi di viaggiare

Cosenza – Il rapporto tra l’arte e la sacralità, non meramente intesa come religiosità ma come un’energia insita in ciascuno e che nell’artista è destinata a prendere forma nella sua produzione.

Questo il filo conduttore del tandem di eventi tenutosi ieri al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza che ha ospitato la presentazione dell’ultimo libro di Vittorio Sgarbi da titolo “L’ombra del divino nell’arte contemporanea” e, a seguire, l’inaugurazione della mostra,  – non a caso – dal titolo “Il Divino nell’arte contemporanea” promossa e curata da Mario Bilotti, celebre per avere curato già altre importanti eventi espositivi nella città bruzia tra cui la mostra da “Picasso a Warhol opere della collezione Bilotti” del 2005.

Nella gremita sala conferenze del Museo si è discusso di entrambe le iniziative per poi giungere al culmine nella presentazione del libro di critica d’arte da parte dello stesso autore, Vittorio Sgarbi, in questi giorni a Cosenza e impegnato in altri eventi culturali.

Presenti all’evento assieme al noto critico, l’assessore alla Cultura del comune di Cosenza, Rosaria Succurro, il curatore della mostra Mario Bilotti, l’editore della Cantagalli Francesco Corsi, la storica d’arte del Ministero ai Beni culturali, Stefania Bosco e l’architetto Fernando Miglietta che ha moderato gli interventi. A portare la loro testimonianza anche due degli artisti protagonisti della Mostra che è seguita alla presentazione, ovvero Stefano Solimani e Croce Caravella. Presente anche il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, giunto in ritardo per via di impegni istituzionali.

L’idea del doppio evento è nata dal progetto di rivisitazione dell’opera degli artisti contemporanei che si occupano del tema del divino; la mostra fa parte di una rete di eventi espositivi curati dallo stesso Bilotti, cui hanno preso parte anche molte opere realizzate per l’occasione ma unite dal comune denominatore della sacralità. Opere e artisti spesso menzionati nel libro presentato proprio ieri da Sgarbi.

Ironico e pungente fin dalle prime battute, Vittorio Sgarbi ha esordito dicendo “questa mostra è organizzata e finanziata da me a mia insaputa”, alludendo alla gratuità del suo intervento; ma ha subito tenuto a sottolineare quanto sia legato alla città di Cosenza e al suo centro storico, per il quale si è sempre battuto – spesso con interventi fortemente critici nei confronti dell’operato di cert’uni amministratori della città – cercando di promuoverne la valorizzazione e la tutela.

Nel passaggio al clou della manifestazione, ovvero la presentazione del tema del libro, non ha potuto mancare ad alludere alla situazione attuale del circuito artistico e museale calabrese, in particolare alla condizione dei Bronzi di Riace e alla reticenza delle alte dirigenze “che pur non ne sono proprietarie” – ha affermato lo stesso Sgarbi – a volerle renderle accessibili al pubblico magari consentendone l’esposizione in altri musei italiani. Secondo il critico pecca di “idiozia criminale” chi pensa di voler tenere a tutti i costi in Calabria le due maestose opere, adducendo come motivazione la loro fragilità, laddove sono stati per secoli in balia delle correnti marine e in condizioni estremamente precarie e ad esse hanno persistito; ma soprattutto laddove sembra essere lontana la data di riapertura del Museo della Magna Graecia di Reggio Calabria che dovrebbe ospitarle.

Ma per Sgarbi i Bronzi sono stati un ottimo esempio da cui partire per definire il proprio concetto di contemporaneità, laddove con essa si definisce un qualcosa “che vive dentro di noi”, una “condizione che ci appartiene”, in luogo della quale anche i Bronzi possono definirsi contemporanei, in quanto portatori di “seducenza materiale”, e perché legati alla memoria storica di una comunità che li ha accolti una volta ripescati dai fondali.

E come la contemporaneità risiede in ciascuno, allo stesso modo si verifica con la sacralità o la spiritualità: quel qualcosa che porta l’artista a esprimersi attraverso le proprie opere.

Il rapporto tra l’artista contemporaneo e il divino, inteso come rappresentazione di soggetti sacri o religiosi è stato successivamente al centro dell’intervento di Sgarbi. In modo particolare la problematicità che sembra assumere questo rapporto quando uno dei due termini, ovvero il contemporaneo, si slega dal fattore cronologico per accostarsi maggiormente a quello ideologico. Laddove coincide, agli inizi del Novecento, con “la morte di Dio” e l’artista si trova in una sorta di empasse che supera anche grazie della tendenza avanguardista all’astratto. Ma come è avvenuto per il Neoclassicismo, anche l’artista contemporaneo, che ormai da secoli ha sdoganato la condizione della committenza, “può e deve ritornare al tema del sacro” – ha affermato Sgarbi – e può farlo sia percorrendo la via dell’avanguardia che sia astrattismo o concettualismo, sia rivisitando i canoni della tradizione figurativa. Attraversando quell’”ombra” come dice il titolo, che altro non è l’incombenza o l’influenza del divino, – usando le parole del critico – tema ormai “raro, forse desueto, ma non impossibile all’artista contemporaneo”.

Così ha avuto inizio il viaggio tra le diapositive commentate dal critico che si è soffermato in maniera particolare al recupero della Cattedrale di Noto – ricostruita dopo il crollo del 1996 – , che sta attualmente curando sulla base di canoni dell’arte tradizionale e cui hanno contribuito con il proprio lavoro diversi artisti le cui opere sono esposte alla Mostra al Museo dei Brettii e degli Enotri.

Molto partecipata e seguita con attenzione, la presentazione si è conclusa con i saluti del sindaco Mario Occhiuto, che ricordiamo essere egli stesso di formazione artistica, in quanto architetto; anche costui ha voluto esprimere il plauso nei confronti del lavoro di Mario Bilotti e del suo impegno culturale nella città di Cosenza, che ieri si è espresso in maniera ottimale nella coniugazione di due così interessanti eventi.

Prima di procedere con il taglio del nastro e l’apertura ufficiale della mostra, l’amministrazione comunale ha voluto esprimere la propria riconoscenza a Sgarbi consegnando il “Telesio d’argento”.

Giovanna M. Russo

Vittorio Sgarbi all’Unical presenta L’arte è contemporanea

COSENZA – Il professore che odia i professori, il critico d’arte che preferisce essere chiamato Onorevole, lo scrittore che privilegia essere definito il polemista, anche perché così vuole che venga scritto un giorno sulla sua lapide ovvero Vittorio Sgarbi, stamattina venerdì 28 settembre, è salito in cattedra all’Università della Calabria per presentare il suo ultimo saggio critico-letterario L’arte è contemporanea edito da Bompiani.
Con l’aiuto di diversi docenti, esperti e personalità di spicco nell’ambito artistico e architettonico come Giuseppe Chidichimo, docente ordinario di Chimica, Paolo Coen lo storico dell’arte , Stefania Bosco storico dell’arte e presidente dell’Accademia San Martino, Francesco Miglietta architetto e presidente dell’Associazione Istituto Internazionale di Ricerche e l’editore Francesco Cantagalli ha preso in esame il tema dell’opera d’arte e del consequenziale concetto di contemporaneità.
Al centro della sua opera c’è una tesi piuttosto convincente ovvero quella secondo cui l’opera d’arte è e basta e che il concetto di contemporaneo non è un’astrazione ideologica ma una più pratica questione cronologica .
Spesso alcune cose non sono quando sono state ma quando qualcuno le fa diventare quello che sono, perché è vero che l’opera d’arte ha un suo momento e una sua storia ma ogni qualvolta si disvela viene nuovamente attualizzata.
Aldilà di ogni definzione l’arte è sempre contemporanea per il solo fatto che è presente, perché rivela un aspetto di una realtà che forse non esiste ma che sicuramente siamo chiamati ad interpretare.
La bellezza dell’arte è nel tempo, sopravvive ad esso perché va oltre le epoche, perché è ciò che più resiste, noi uomini siamo lo strumento attraverso cui il tempo si esercita, noi ci consumiamo fino alla fine ma lo sguardo svogliato del Bacco di Caravaggio vivrà per sempre.
Ovviamente non sono mancate le polemiche e i suoi consueti improperi quando affronta il discorso sui Bronzi di Riace, emblema sollevato dalle acque di pura contemporaneità eppure “opere tenute in ostaggio dai poteri regionali calabresi che impedendone lo spostamento commettono un arbitrio mafioso, perché l’arte è patrimonio di tutti”.
Sul finire dell’incontro è giunto anche l’Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri che per il suo compleanno, che ricorre proprio quest’oggi, ha deciso di regalarsi la lezione dello storico e ironizzando sul discorso della lapide dichiara che sulla sua pretenderà venga scritto torno subito.
Sgarbi termina sfatando un mito dostoevskijano, purtroppo la bellezza non salverà il mondo ma urge fortemente che il mondo salvi la bellezza e forse una volta sottratta all’umano pericolo possiamo sperare anche noi di salvarci.

Gaia Santolla

Cosenza: incursione dei carabinieri in una “casa di appuntamenti”

I carabinieri del Nucleo operativo di Cosenza ieri pomeriggio hanno fatto incursione in uno degli appartamenti proprio all’inizio di viale Trieste. Il blitz era finalizzato a smantellare una “casa del piacere”, sotto il mirino dei detective dell’Arma che ne seguivano gli strani via vai di uomini di ogni età da giorni. Gente che s’incontrava all’angolo della strada con ragazze. L’accordo, secondo alcuni uomini della buon costume presentatisi come clienti fittizi, avveniva in breve tempo, quello necessario per fissare il prezzo del “massaggio” per poi salire di sopra e avviare “la pratica”. Quattro le “operatrici”, tra cui tre dominicane, identificate e portate in questura.

 

Incendio distrugge conosciuta falegnameria nei pressi del centro di Cosenza

Cosenza – Momenti di apprensione per gli abitanti del civico 12 di via Don Gaetano Mauro che stamani si sono visti le abitazioni invase dal fumo per via di un incendio scoppiato alla “Falegnameria Modello”, conosciuto laboratorio della zona.

Erano circa le 10,15 quando le fiamme hanno avvolto il laboratorio all’interno del quale si trovavano il titolare e alcuni collaboratori che hanno subito avvisato i Vigili del fuoco accorsi tempestivamente. Sul posto sono arrivati anche alcuni agenti di Polizia e del corpo dei Vigili urbani. Inutile prima dell’arrivo dei vigili il tentativo di domare l’incendio con l’uso dell’estintore, i locali e il materiale di lavoro sono andati in buona parte distrutti. Nessun ferimento.

Pare che all’origine dell’incendio vi sia stato un cortocircuito, ma sono ancora in corso gli accertamenti sul posto.

Giovanna M. Russo

La Trend Line Gallery di Corso Telesio ospita la personale di Diego Minuti

Cosenza – Si terrà il prossimo sabato 29 settembre alle 19,00 il vernissage della personale dell’artista Diego Minuti dal titolo “Metamorphosis”. A ospitare la mostra, curata da Dora Marano, la “Trend Line Gallery” di Corso Telesio, nel centro storico di Cosenza.  Atteso l’intervento del sindaco Mario Occhiuto.
L’iniziativa, patrocinata dall’Amministrazione comunale, si inquadra negli eventi di arte contemporanea programmati all’interno dei Temporary stores.
La mostra di Minuti resterà aperta fino al 19 ottobre prossimo.
“L’angustia dell’uomo, sommesso alle paure e alle convenzioni sociali, risulta essere un tema estremamente attuale- commenta Giulia Fresca che presenterà l’opera di Diego Minuti- La metamorfosi non diventa altro che la metafora della trasformazione, del cambiamento dell’uomo in continua lotta con se stesso, pronto a ribellarsi alla società, ma, senza sapere come, vedersi soccombere alle sue regole, rimanendo rinchiuso tra la depressione e la psicosi. L’uomo rappresentato da Minuti non é altro che uno di noi. Una persona normale che in un momento della sua vita decide di fare i conti con la realtà. Nel momento in cui ci sentiamo esclusi, differenti e, soprattutto, impotenti”.