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“120 giorni delle Belle Arti”, la piattaforma digitale che promuove la creatività

COSENZA – Entra in rete dal Sud Italia, da Cosenza, l’innovativa piattaforma digitale italiana che promuove arte, artisti, artigiani, visionari e creativi, ai quali si attribuisce la capacità di far ripartire l’economia dal basso con il loro lavoro. Si chiama CentoventiGiorni delle Belle Arti e promuovere gratuitamente nel mondo della rete  i promotori delle Belle Arti. L’iniziativa vuole gettare ponti sulle linee di frattura culturali procurate dalla politica negli ultimi decenni, e nasce dalla collaborazione tra Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, Movimento NOI e A.R.P.A. – Associazione Realizzazione Programmi per l’Arte. La prima nazionale della piattaforma è stata lanciata in rete alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra, in occasione dell’incontro tenutosi nella sede della Biblioteca Civica di Cosenza. La “Paolo di Tarso” è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali dal 2003 e ha alle spalle una serie di prestigiosi progetti di successo che ne fanno una leader nel mondo della fruizione di contenuti digitali, relativi al Patrimonio dei Beni Culturali italiani. Un esempio recente è il progetto “Cosenza cristiana” che ha fruttato alla Città Storica di Cosenza un finanziamento di ben 90 milioni di euro.
La crisi valoriale che attraversa il mondo della politica, si abbatte sul mondo produttivo e in maniera particolare su quello dei mestieri che animano la microeconomia che in Italia, come noto, è da considerare la spina dorsale del valore Italia. Sostenere il mondo dei creativi, dunque, è una priorità, se si desidera dare vita ad una realtà produttiva in grado di sviluppare nuove economie e lavoro in un contesto “sostenibile”, di sviluppo e legalità. Da qui, la scelta di valorizzare il genio e il lavoro delle mani dell’uomo.

L’INNOVAZIONE DEL GENIO CREATIVO E DELLE MANI DELL’UOMO

L’idea nasce come contrappeso dell’industria 4.0 che potrà solo integrare, ma non sostituire il sogno, l’intelligenza creativa, il genio dell’Essere Umano, che sono il motore dell’economia che rende liberi di amministrare e partecipare attivamente a dare forma al Paese, ogni singolo individuo. La Piattaforma sostiene la genialità e creatività come motore di sviluppo ove le macchine possono solo essere di supporto alla realizzazione dell’opera. La Piattaforma è stata integrata nel “Museo Digitale del Patrimonio Culturale Italiano” (DIGITAL CULTURAL HERITAGE MUSEUM) che, per le sua capacità di rappresentare bellezza dell’Arte e Paesaggio italiani, ha ricevuto lo scorso anno il marchio dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Questo il link: http://digitalculturalheritagemuseum.it/bellearti/

«È nostra intenzione – ha spiegato Fabio Gallo ideatore del Museo Digitale e della Piattaforma – è quello di istituzionalizzare il progetto, ripeterlo ogni anno e trasferirlo nella realtà fisica con la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo perché, come ha ben detto il Ministro dei Beni Culturali Roberto Bonisoli, l’Arte possa diventare concretamente lavoro. Per noi è indispensabile che ciò accada al fine di proteggere il mondo dei creativi ai quali è affidata la microeconomia sociale che costituisce la vera macroeconomia italiana, l’educazione delle nuove generazioni al ‘Bello e al Buono’, il potere di attrazione delle Città italiane e la valorizzazione del Brand Italia e del Made in Italy sui mercati internazionali».

 

Immagine presente su www.digitalculturalheritagemuseum.it

 

 

 

Sabato a Cose Belle Festival si parla di “Creatività e design”

COSENZA – “Creatività e design: le leve per innovare e creare valore.” E’ questo il tema del workshop seminariale in programma sabato 15 dicembre, alle ore 10,30, nella Sala conferenze del Bocs Art Museum, presso il Complesso Monumentale di San Domenico. L’iniziativa si inquadra nell’ambito della seconda edizione di “Cose Belle Festival”, evento dedicato proprio alla creatività e al design, promosso dall’Associazione “Interazioni Creative”, patrocinato dall’Amministrazione comunale ed in corso di svolgimento proprio nel Complesso Monumentale di San Domenico.

Al workshop, moderato dalla giornalista Rossana Muraca, interverranno Giampaolo Calabrese, dirigente del settore cultura del Comune di Cosenza, Emilio Leo, architetto e creative director del Lanificio Leo, Gennaro Di Cello, CEO di Italie (Italian Limited Edition), Antonio Pujia Veneziano, artista e presidente di Aleph Arte e Deborah De Rose, project manager di Interazioni Creative e direttore artistico di “Cose Belle Festival”.

L’architetto e designer Emilio Leo, con il suo intervento dal tema “Dall’idea al prodotto design oriented”, condividerà con i partecipanti la metodologia progettuale alla base della nascita di un progetto di valore in grado di dar vita a nuovi prodotti e differenti narrazioni. Gennaro Di Cello focalizzerà, invece, l’attenzione su “Design, territori e comunità. La tecnologia, come fattore abilitante di innovazione sociale”.

La condivisione della sua esperienza nei progetti di arte pubblica relazionale sarà poi al centro dell’intervento di Antonio Pujia Veneziano su “Creatività inclusiva e l’abitare poetico”.

Il focus prescelto prenderà in esame l’arte come punto di incontro e condivisione, nonché momento di riflessione sulla sua funzione etica ed il superamento dell’arte intesa in termini autoreferenziali. Si rifletterà ancora sul ruolo dell’artista e della sua dimensione sociale in rapporto alla collettività, innescando processi di inclusione, di scambio e partecipazione attiva.

All’interno di un’etica dell’ascolto, “abitare poeticamente” un luogo significa avvicinarsi umilmente all’essenza delle cose, attraverso l’arte, che esula da ogni attività utilitaristica.

Infine, Deborah De Rose  con il suo intervento “Relational design e creatività come attivatore di idee e rigenerazione sociale” condividerà la sua esperienza e il valore dei processi creativi di condivisione come fucina di nuove idee e valore potenzialmente capace di rigenerare persone e territori.

“Io non Butto…RiCreo”, riuso creativo

RENDE (CS) Riduci, Riusa, Ricrea…queste le parole chiave della III° Edizione del 2015 di “Io non Butto…RiCreo” esposizione di opere e oggetti d’arte contemporanea di riuso creativo, ideata e promossa dall’associazione di promozione sociale “COLOR BAOBAB” di Rende, che ha lo scopo di sensibilizzare direttamente la comunità sui temi del riuso, del riciclo e del rispetto per l’ambiente, avvicinandola in maniera artistica e creativa al tema più scottante del nostro secolo “i rifiuti”.
Anche questa III° Edizione, che si terrà come di consueto presso il Centro Commerciale Metropolis di Rende, sabato 19 e domenica 20 dicembre 2015 alle ore 10:00, prevede l’allestimento di diverse isole contenitori, all’interno delle quali verranno disposte e posizionate vere e proprie opere d’arte realizzate interamente con materiali detti “secondi” o più comunemente di “scarto”.
Dopo il grande successo delle passate edizioni, gli ideatori Francesco Ciancio e Barbara D’Andrea ripropongono la loro idea di arte “contraria allo spreco”, rappresentata dalle creazioni annuali in stile Art-Eco realizzate dagli artisti del laboratorio di idee “Io non butto…RiCreo” di Commenda di Rende, Via della Resistenza n. 24, riuscendo ancora una volta a creare opere e oggetti di grande valore artistico e sociale, uniche ed irripetibili non solo per i materiali di scarto utilizzati, ma soprattutto per il senso morale che rappresentano.

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Il progetto interamente auto-sostenibile e gratuito, sposato sin dal primo anno dalla direzione del Centro Commerciale Metropolis di Rende, presenterà dalle ore 10.00 di sabato 19 dicembre e fino alle 21.00 di domenica 20 dicembre 2015 i lavori artistici dei creativi – artigiani: Giuliana Longo (Complementi d’Arredo), Grazia Calabrò (Pittura Creativa), Rosy Aceto (Complementi d’Arredo), Francesco Ciancio (Complementi d’Arredo); inoltre l’evento sarà arricchito dalla partecipazione attiva dell’Istituto Professionale Leonardo da Vinci di Cosenza – settore moda, che proporrà l’esposizione di abiti realizzati interamente con materiali di scarto “Eco Mode”; e dall’esposizione delle mitiche Vespa anni ’80, ristrutturate e gentilmente concesse dal Vespa Club Cosenza.
Durante le mattine che caratterizzeranno l’evento-mostra saranno attivi laboratori up-cycling del colore, dedicati a grandi e piccini, che allietati dai nostri artisti animatori, si vestiranno del senso ludico ed educativo del progetto, esprimendo con il gioco il proprio pensiero artistico di Ri-Vita.
“Il riciclo creativo e artistico è per noi forma di prevenzione del disagio, nonché fonte di integrazione e aggregazione, di inclusione sociale e di rispetto per l’ambiente”, spiega così Francesco Ciancio, ideatore e artista coinvolto, “e la scelta di un centro commerciale come luogo espositivo è una piccola sfida che un gruppo di artisti calabresi ha voluto cogliere al fine di proporsi in un modo diverso di divulgazione artistico-culturale e di sensibilizzazione sociale sui temi del riciclo dei rifiuti, in luoghi non usuali, per incontrare realtà e persone nuove, trasmettendo a tutti quella fede che ha anima il nostro lavoro e le nostre creazioni”.

Incontro all’Unical tra gli studenti e il Sindaco di Rende

RENDE (CS) – Il sindaco di Rende Marcello Manna  si è recato ieri all’Unical, presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale per incontrare otto gruppi di studenti, i quali hanno presentato al primo cittadino, i lavori in corso di svolgimento in merito alla riqualificazione delle due ville comunali che si trovano nel cuore di Commenda.  Il primo cittadino è rimasto compiaciuto dalla grinta e dalla voglia che hanno messo gli studenti nel presentare questo Marcello-Mannalavoro. Con la creatività e la fantasia sono emerse moltissime idee utili:  si va dall’albero solare al girotondo ecosostenibile oltre alle prese usb per caricare i telefonini. Energia e miglior qualità della vita sono gli elementi venuti fuori dai lavori degli studenti entusiasmati da questa possibilità di essere parte attiva per il comune di Rende.

Manna, alla fine della giornata, si prenota un secondo appuntamento con i ragazzi  “vi voglio in Comune questa volta. Continuate a lavorare cosi, ma ora dobbiamo anche vedere i costi, questa è una domanda che vi devo fare da amministratore”. L’Univeristà è il motore della città, ragion per cui sarà presente, in maniera attiva, nelle attività dell’amministrazione.

 

 

Un sogno chiamato Moda: una chiacchierata con la stilista Vincenza Salvino

Vincenza Salvino è una stilista calabrese, nata e cresciuta a Cosenza, che nella vita ha dovuto tirar fuori le unghie per dimostrare di valere “qualcosa”. Oggi, che sta per intraprendere una nuova avventura come stylist per la nostra rubrica, si racconta per 8@30 dando preziosi consigli su come perseguire i propri sogni  e sul seguire la moda anche in questi tempi di forte crisi senza rinunciare al proprio stile e alle tendenze del momento.

Innanzitutto Enza un rapido excursus della tua carriera. Quando e come sei diventata una stilista?

Sin da piccola, essendo una persona molto creativa, ho deciso di intraprendere il liceo artistico ma inizialmente il mio scopo era fare l’orafa. Vengo da una famiglia “modesta” e  per questo motivo quando ho deciso di proseguire gli studi a Roma presso l’Istituto Superiore di Alta Moda, circa venticinque anni fa, ho dovuto fare tantissimi sacrifici. Mi sono adattata a qualunque tipo di lavoro dalla cameriera alla dama di compagnia per persone anziane imbattendomi in realtà che a volte mi hanno anche scoraggiata. Terminati gli studi, tutto ciò che realizzavo sembrava non trovare riscontro negli altri, finché mi sono resa conto che le mie proposte fossero troppo avanti rispetto a quei tempi. Oggi sento e vedo cose che io sostenevo vent’anni fa. Ho abbandonato per un periodo i miei sogni per costruirmi una famiglia, poi, qualche anno fa, una voce dentro di me mi invitava a ricominciare perché qualcosa di buono ero in grado di farla. E così, grazie a Sante Orrico, patron dell’evento Moda Movie nella mia città natale, che in occasione di un edizione sugli anni ’60 mi ha invitato a realizzare delle stampe ad hoc, ho cominciato a fare sfilate, a vincere concorsi, a realizzare capi sempre più richiesti.

Se dovessi descrivere ciò che la moda rappresenta per te?

Per me la moda è una forma d’arte. A me piace giocare con essa, creare qualcosa che mi dia emozioni senza tralasciare quel pizzico di leggerezza che serve a non rimanere mai delusi e a non aspettarsi mai troppo.  Per me moda  e libertà sono un’unica cosa, poiché non  essendo figlia di persone che contano, ho sempre riscontrato delle barriere verso chi non aveva amicizie. Vengo da una famiglia di artigiani che non potevano permettersi di mantenermi, per questo i traguardi che ho raggiunto sono per me  grosse soddisfazioni. La gioia più grande la provo quando vedo mio padre sorridere nell’ osservare qualcosa che ho realizzato. Io credo di avere un grande pregio o un grande difetto a seconda dei punti di vista: la mia testardaggine.

Tu sei nata e vissuta in Calabria: lo ritieni un valore aggiunto alla tua creatività o un limite alla tua carriera?

Come tutti da giovane ero convinta che fuori ci fossero molte più possibilità. Ad oggi con l’esperienza ritengo che il nostro Meridione abbia maggiore creatività insita in sé. Dobbiamo credere nella nostra terra e in quello che noi calabresi possiamo essere. Le origini non si dimenticano e io ho sempre mantenuto la mia identità. Io volevo e voglio ancora creare qualcosa lì dove sono nata. Certo anche noi abbiamo dei grossi difetti, primo tra tutti il fatto di piangerci addosso, di cullarci su quello che non abbiamo senza capire che il vero problema della Calabria non sono le risorse  ma la volontà e la responsabilità di fare ciò di cui siamo perfettamente in grado. Mi piacerebbe realizzare qualcosa che nasca in Calabria e per la prima volta venga apprezzato fuori. Una sorta di processo inverso rispetto a ciò che avviene in modo ordinario. Secondo me dovremmo imparare ad avere maggiore spirito di sacrificio.

 Il problema odierno è riuscire ad essere al passo con le tendenze senza spendere una fortuna che non si ha. Tu che consiglio daresti alle nostre lettrici?

Ho sempre pensato che nella vita, crisi o non crisi, occorra fare come le formiche. Non mi sono mai potuta permettere di sperperare e sono cresciuta in una cultura familiare in cui qualunque cosa veniva divisa in parti uguali con fratelli e nipoti. Forse è per questo che difficilmente butto qualcosa perché dai tessuti io percepisco una voce. Parto dall’idea che tutto possa essere riutilizzato, indipendentemente se si tratta di stoffa da tappezzeria, borse o accessori. Per essere originali basta davvero poco, anche solo a volta recuperare e riassemblare vecchi pezzi ricavati da oggetti diversi.  In genere io amo acquistare nei mercatini, dove la roba costa poco e spesso è fonte di maggior stimolo creativo. Regola fondamentale  che le cose da me acquistate mi colpiscano. In genere parto dal tessuto. Poi lo riutilizzo in maniera innovativa, ma chi deciderà di seguire la nostra rubrica se ne accorgerà presto! L’importante  è non seguire la moda a tutti i costi ma prendere il meglio di essa rispetto al nostro aspetto e valorizzarlo.

Spesso accade che per seguire la moda si tenda a dimenticare di seguire un proprio stile e a perdere di vista la propria fisicità. Quali sono secondo te i capi che stanno bene a tutte o che comunque possono essere riadattati in modo da consentire ad ognuno di sentirsi alla moda senza esagerare?

 Personalmente credo che ognuno di noi nel proprio armadio debba avere un capo classico. Tubino, tailleur, purché non lo si indossi in modo ordinario e conformista come potrebbe fare chiunque. A volte per impreziosire un capo bastano pochi dettagli: un collo di pelliccia, una stola posizionata in modo particolare, un accessorio particolare. Uno di quei capi a cui invito a non rinunciare mai è lo chemisìer. Adatto a magre e formose , in tessuti leggeri e morbidi possono essere adattate al proprio fisico semplicemente grazie all’uso di una cintura o di un leggins fantasia. L’importante è non nascondere i propri difetti, anzi valorizzarli e renderli un segno distintivo del proprio aspetto. Un vezzo che appartiene solo a sé stesse, cercando, ove possibile, di acquistare sempre un outfit completo e mai un solo capo spurio.

Sta per arrivare l’inverno e quest’anno pare si accinga ad essere molto freddo: se dovessi consigliare un capo utile ma al tempo stesso di stile per quale opteresti? E in quale colore?

Andando in giro ho potuto notare che quest’anno vanno di moda le mantelle e le cappe per le loro multifunzioni. Io già da tempo ne ho realizzate diverse molto particolari. Inoltre io adoro le grosse sciarpone in grado di mantenere caldissimi da acquistare magari in tonalità neutre, in modo tale da adattarle su qualunque capo. Quest’anno poi va di moda “l’Over Size” adatto a tutti. E poi in ogni caso lasciamo libero sfogo alla nostra fantasia, nessuno ci vieta di osare con colori e capi che ci piacciono di più!

 

                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                                          Lia Giannini