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Bar negato al disabile, arrivano le scuse che chiariscono e chiudono il caso

COSENZA – Le scuse pubbliche del titolare del People’s Bar di Cosenza mettono la parola fine, si spera in maniera definitiva, su una vicenda poco edificante per tutti, compresi alcuni esponenti della politica locale i quali, in maniera del tutto strumentale, hanno tentato di mettere il cappello su una battaglia per i diritti dei disabili senza conoscere la questione e perdendo una buona occasione per tacere. 

La denuncia pubblica di Francesco Mussari, 35 anni, costretto su una sedia a rotelle da un incidente stradale ed invitato a non entrare nel pubblico esercizio di Via Misasi, per evitare danni al parquet, ha innescato la comprensibile indignazione degli utenti dei social web, con commenti a tratti degenerati in un clima di caccia all’untore.

Nulla di nuovo sotto il sole, in una società nella quale tutti sono senza peccato e pronti a scagliare la prima pietra.

Nel polverone alimentato anche da qualche incauta dichiarazione diffusa a mezzo stampa dalla politica nostrana, nessuno si è però preoccupato di approfondire l’episodio. Tanto più che sarebbe bastato raccogliere qualche “sommaria” informazione nei pressi del bar incriminato, per scoprire che Francesco Mussari è un assiduo frequentatore del locale e che mai in precedenza si erano verificati episodi analoghi. Semplicemente, quel giorno, il parquet era stato lucidato e per questo era interdetto l’ingresso non solo alla sedia a rotelle del giovane, ma anche a passeggini e carrozzine. Circostanza, secondo quanto si è appreso, che sarebbe stata confermata anche dal fratello di Francesco.

Incidente chiuso dunque, con tanto di doverose scuse da parte del titolare, colpevole di non aver spiegato con sufficiente chiarezza i motivi di quell’improvviso divieto. E a Mussari il merito di aver comunque richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sui quotidiani disagi sofferti in una città nella quale c’è ancora molto da lavorare per garantire pienamente i diritti dei disabili.

Amantea, ragazza disabile discriminata. La scuola: «Questione poco importante»

AMANTEA – «Ci sono questioni più importanti di una gita». Inutile provare a parlare con la dirigente dell’istituto comprensivo di Amantea, teatro dello spiacevole episodio discriminatorio ai danni di una studentessa disabile. La ragazza, 14 anni, frequentante la terza media, non è stata avvisata di un viaggio di istruzione. Lo ha scoperto soltanto giovedì mattina, 18 maggio, quando, recandosi a scuola, non ha trovato i compagni di classe, partiti qualche ora prima alla volta di Palermo. Dalla scuola ci rispondono che la dirigente è fuori sede. Poi la segretaria all’altro capo del telefono replica: «E’ impegnata in una riunione per le carenze di organico, una cosa più importante di una gita». Sarà ma la vicenda non sembra destinata a rimanere confinata nell’alveo della cittadina tirrenica. Rilanciata dall’Ansa nazionale sarebbe già approdata all’attenzione del ministero dell’Istruzione. La mamma si dice amareggiata: «Per la verità la dirigente con cui ho parlato al telefono, si è subito attivata per capire cosa fosse accaduto. E’ emerso che l’insegnante di sostegno di mia figlia non aveva pensato di informarci o, più banalmente, se ne è dimenticata. Avverto un senso di impotenza, di rabbia ma anche di sfiducia nei confronti di una istituzione come la scuola che dovrebbe essere luogo di integrazione e invece continua a discriminare». (Foto di repertorio).

Amantea, la classe va in gita la bambina disabile no

AMANTEA (CS) – Arriva da Amantea la notizia di un grave episodio discriminatorio in danno di una bambina disabile. La studentessa, 14 anni, frequentante la terza media, come ogni mattina si è recata a scuola accompagnata dalla mamma. Al suo arrivo però ha trovato un’amara sorpresa: i suoi compagni di classe erano partiti per un viaggio di istruzione appena qualche ora prima. Una gita scolastica organizzata da tempo della quale però la scuola non si era preoccupata di informare la famiglia della giovane. Per lei e per la mamma è stato un vero choc apprendere che l’insegnante di sostegno si era incredibilmente dimenticato di metterle al corrente. «Sono rimasta basita davanti al portone d’ingresso della scuola. In quel momento non ho avuto neanche la forza e la lucidità per chiedere spiegazioni. Sono tornata a casa con mia figlia in lacrime», ha dichiarato la mamma della studentessa.

La piccola soffre di un disturbo mentale lieve e deambula regolarmente. «Dopo un po’ ho preso il telefono per chiedere lumi alla dirigente e da lì è iniziato uno scaricabarile. La dirigente ha attribuito la responsabilità alla coordinatrice del gruppo handicap e da lì si è arrivati all’insegnante di sostegno che ha ammesso di essersi dimenticato di avvertirmi. Sono profondamente amareggiata. Non so se avrei mandato mia figlia in gita, magari l’avrei accompagnata io stessa. Di sicuro avrei voluto avere la possibilità di scegliere».

Bimba disabile, il caso non viene archiviato. Chiesta l’imputazione dei sanitari

CASTROVILLARI ( CS) –  Il gip di Castrovillari ha chiesto al pm di formulare l’imputazione dei sanitari dell’ospedale di Corigliano indagati per una bambina disabile di 6 anni, costretta a ricoveri in vari ospedali per patologie sopravvenute dopo la nascita che i genitori hanno sempre ipotizzato essere state provocate da errori durante il parto. Accogliendo l’opposizione dei legali della famiglia, il gip ha respinto per la terza volta la richiesta di archiviazione disponendo per l’imputazione per omessa diagnosi di infezione da citomegalovirus, omessa somministrazione di terapia idonea e procurata prematurità natale. La piccola, che è stata presa in braccio anche da Papa Francesco, non parla, non sente, non vede e non si muove. <<E’ stato un incubo ma ho sempre creduto nella giustizia – ha commentato il padre -. Ho chiesto l’elemosina, ma ho portato mia figlia nei migliori centri e continuo a farlo. Hanno ucciso una bimba che però è bellissima, ed io a lei come padre devo la verità. E la verità si avvicina>>.

Incidente a Laino, rischia di restare orfana la piccola disabile

LAINO CASTELLO (CS) – Erano da poco partiti dalla loro abitazione di Laino Castello verso Assisi. La coppia di coniugi doveva accompagnare la figlia disabile di tredici anni in un centro medico specialistico non presente in Calabria. Ma lungo l’autostrada il viaggio si è bruscamente interrotto. La loro auto, una Fiat Sedici, probabilmente a causa dell’asfalto reso scivoloso dal maltempo, è sbandata andando a sbattere violentemente contro il guard rail, tra gli svincoli di Lauria Sud e Lauria Nord. La donna, Manuela Limongi, 34 anni, ha perso la vita, il marito, Domenico Cosenza, è in stato di coma ricoverato all’ospedale di Potenza. Illesa invece la piccola. Sul posto gli agenti della polizia stradale, i vigili del fuoco, il 118 ed il personale Anas. L’incidente si è verificato nella giornata di ieri. Della coppia le cronache locali si erano occupate qualche tempo fa proprio perché costretta all’emigrazione sanitaria. Per ottenere il diritto alle cure per la loro bambina autistica, avevano sostenuto un lungo iter burocratico. Adesso che stavano per raggiungere il presidio sanitario per cui avevano tanto lottato, il destino ha riservato loro questa tragica beffa. Cordoglio e vicinanza è stata espressa dal sindaco di Laino Castello, Gianni Cosenza, che si è detto pronto ad attivare ogni tipo di sostegno che possa essere di supporto alla bambina.

Rapinato disabile in casa, un arresto

 REGGIO CALABRIA – Un pregiudicato, Consolato Vitetta, 26 anni, è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria con l’accusa di avere tentato di rapinare e di aver aggredito ieri sera un disabile, dopo essersi introdotto nella sua abitazione insieme ad un complice tuttora ricercato. Il fatto è stato segnalato agli agenti da alcuni vicini di casa del disabile, allarmati dalle grida della badante della vittima che, tra l’altro, avevano indotto alla fuga i banditi.