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Concorso esterno, maxi sequestro ad imprenditore

REGGIO CALABRIA – La Dia di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura, ha sequestrato beni per oltre 7 milioni di euro a Roberto Morgante, di 49 anni, di Villa San Giovanni, imprenditore edile attualmente detenuto. L’uomo è stato arrestato nel 2014, insieme ad altre 39 persone, nell’operazione “Tibet” coordinata dalla Dda di Milano e condotta dalla Squadra mobile milanese con l’apporto del Centro operativo Dia di Reggio che, su delega della Dda reggina, seguiva un’indagine parallela. Per l’accusa l’uomo agiva come rappresentante e collettore di risorse economiche di cosche reggine coinvolte in attività a sfondo finanziario gestite in Lombardia nel “Locale” di Desio (Monza Brianza) dalla cosca allora capeggiata da Giuseppe Pensabene. Morgante, per l’accusa, era quello finanziatore. Per questo è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa a 6 anni e 10 mesi di reclusione. Tra i beni sequestrati figurano 4 società; 26 immobili; un’auto; conti correnti, polizze e dossier titoli.

Incendio a un’abitazione di romeni, accusato il boss Labate

REGGIO CALABRIA – La squadra mobile di Reggio Calabria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Dda, nei confronti di Antonino Labate, di 68 anni, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca. E’ accusato di tentato omicidio plurimo e incendio doloso aggravati dalle modalità mafiose per avere appiccato, il 27 febbraio scorso, un incendio a un’abitazione nella zona sud della città per uccidere 6 cittadini romeni, tra cui 2 bambini. Nella casa viveva una donna romena di 46 anni senza fissa dimora che quel giorno ospitava dei connazionali.
Mentre stavano festeggiando un compleanno si accorsero delle fiamme mettendosi in salvo scavalcando una finestra. Dalle indagini è emerso che Labate, durante una lite, aveva picchiato con un bastone la donna minacciandola di “bruciarli vivi” per aver lasciato dei rifiuti vicino l’ingresso di un suo podere. Labate è stato ripreso dalla video sorveglianza della zona mentre riempie un bidone di benzina lo stesso giorno dell’incendio.

Ndrangheta, è online il corto di Klaus Davi su clan Labate

REGGIO CALABRIA – Il corto di Klaus Davi, realizzato con il network regionale calabrese Rtv è visibile on line da questa mattina all’indirizzo https://youtu.be/j9QdeL6r9cc

Il documentario racconta del viaggio del massmediologo di Biel (Svizzera) nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria, controllato dal clan Labate, una delle famiglie più feroci  della ‘Ndrangheta. “Dove passano loro non cresce più l’erba” dichiarò un pentito agli atti dei vari processi.

Tra le varie ‘gesta’ , si fa per dire, del clan,  si distingue l’efferato omicidio di Concettina Labate, ammazzata solo perché aveva lasciato il marito mafioso http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/01/12/lascio-il-marito-scelto-dal-clan-la.html.

“Grazie all’impegno di un magistrato testardo e determinato come Stefano Musolino al clan sono stati confiscati numerosi beni anche in questi giorni. “ dice Klaus Davi.

Davi, accompagnato da Alberto Micelotta, si è recato prima a casa del boss Nino, secondo alcune inchieste, attuale reggente della cosca.

Non trovandolo, ha individuato il negozio dove opera Mimmo Foti -già autista del boss storico e attualmente detenuto Pietro Labate – e ora presunto collettore di una rete di usura gestita in combutta con Orazio Assumma ,altro peso da novanta del crimine, che attanaglia intere zone della città. 

In un primo momento, vedendo arrivare Davi,  i collaboratori hanno chiuso le cancellate della rivendita con tanto di catene e piede di porco . Poi, con l’arrivo del presunto boss, le porte sono state riaperte. “Vattinni,ammazzati” continuavano a ripetere.

Foti ha negato ogni addebito: “lavoro 15 ore al giorno, mi faccio un mazzo cosi. Non sono un mafioso”. Lo speciale sara anche visibile in Streaming oggi alle 16.15  sempre sulle frequenze di RTV .

Sottosegretario Bianchi: decapitazione economica della cosca Labate

ROMA- “Continua senza sosta la lotta dello Stato contro la malavita organizzata. Oggi è stata portata a termine l’ennesima operazione di successo con il sequestro di ben per 33 milioni di euro a soggetti vicini alla cosca di ‘ndrangheta Labate. Un gran bel lavoro di squadra della Polizia, della Guardia di Finanza e della Procura a cui vanno dorina bianchii miei complimenti e l’invito a continuare così con tutto il nostro sostegno, sia morale che delle istituzioni”. A dirlo è Dorina Bianchi, Sottosegretario al ministero dei Beni Culturali con delega al Turismo. E conclude: “Le mafie si indeboliscono quando si riesce a colpire i patrimoni frutto dell’attività illegale. Con la decapitazione economica di una cosca come quella dei Labate, che alterava la libera concorrenza con il ricatto e con regole antieconomiche, gli imprenditori e i cittadini onesti possono tirare un sospiro di sollievo. Una situazione di sostanziale monopolio in mano a una cosca ‘ndranghetista non faceva altro che impedire lo sviluppo del potenziale della nostra terra. Dobbiamo liberarci del tutto di questo vero e proprio cancro che impedisce alla Calabria di uscire dal cono d’ombra e che scoraggia gli investimenti”.