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Disagio abitativo a Cosenza: insediato a Palazzo dei Bruzi il tavolo tecnico per affrontare l’emergenza

COSENZA – Un incontro dall’esito positivo, indirizzato unanimemente verso la necessità di risolvere il problema del disagio abitativo in città. E’ quello svoltosi questa mattina, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, dove si è insediato il tavolo tecnico, tra Comune di Cosenza, Regione Calabria e Comitato spontaneo “Prendocasa” scaturito dalla riunione tenutasi in Prefettura la scorsa settimana. All’incontro hanno preso parte l’Assessore regionale alle infrastrutture Domenica Catalfamo e l’Assessore al welfare del Comune di Cosenza, Alessandra De Rosa, i rappresentanti del Comitato spontaneo “Prendocasa”, Ferdinando Gentile e Tiziana Mirabelli, l’ing.Francesco Tarsia, dirigente regionale del Settore Lavori Pubblici e Politiche dell’edilizia abitativa, l’avv.Paolo Petrolo, commissario straordinario dell’Aterp e i dirigenti comunali al welfare, avv.Matilde Fittante e al bilancio, avv.Francesco Giovinazzo. Al termine dell’incontro è emersa una condivisione delle problematiche affrontate e del percorso individuato per risolverle. Il tavolo tecnico resta aperto e sarà aggiornato tra quindici giorni. Nel frattempo il Comune approfondirà gli aspetti relativi agli interventi di manutenzione da poter attivare sugli edifici già esistenti, potendo contare sull’apporto anche dei tecnici regionali che valuteranno la coerenza degli interventi di cui abbisognano gli alloggi con le direttive di Agenda Urbana che è lo strumento straordinario dal quale potranno essere attinte le risorse finanziarie per provvedere alle necessità delle famiglie in emergenza abitativa. L’incontro è stato introdotto dall’Assessore De Rosa che ha ringraziato l’Assessore regionale Domenica Catalfamo per aver accolto l’invito. Alessandra De Rosa ha tracciato un breve excursus delle iniziative adottate negli ultimi anni dal Comune per fronteggiare il disagio abitativo, sottolineando le difficoltà nelle quali l’Amministrazione comunale si è trovata dopo la situazione finanziaria dell’Ente che non è più stato in grado, per le ristrettezze imposte dalla normativa, di erogare contributi alle famiglie, iscritti in precedenza nel bilancio comunale, a titolo di concorso al pagamento degli affitti. La De Rosa ha assunto l’impegno di procedere al più presto ad una attenta ricognizione delle persone che figurano nell’elenco dell’emergenza abitativa per individuare con esattezza gli aventi diritto. Nello stesso tempo la titolare della delega al welfare ha assicurato di proseguire anche con la ricognizione dei requisiti dei beneficiari degli alloggi Aterp. Con riferimento agli adempimenti cui sarà tenuto il Comune in relazione all’osservatorio regionale sul disagio abitativo, di recente riattivato dalla Regione, l’Assessore De Rosa ha chiesto di essere affiancata dal Vicesindaco e Assessore alla riqualificazione urbana Francesco Caruso che ha la delega per l’Agenda Urbana. Per il Comitato spontaneo “Prendocasa ha preso la parola Ferdinando Gentile che ha parlato di “situazione ingestibile, con fondi quasi nulli per il welfare, e che potrebbe aprire, da qui in avanti, una fase di tracollo per il disagio sociale che ne deriva”. Gentile ha sollevato la problematica sia sul fronte della mancanza di contributi per le famiglie in reali situazioni di emergenza abitativa (circa una ventina di nuclei familiari) che per coloro che abitano in stabili per i quali il Comune paga l’affitto a privati (attualmente circa 200 persone). “Non c’è attualmente – ha aggiunto Gentile – un meccanismo virtuoso per il quale la famiglia che versa in emergenza abitativa venga poi inserita in un percorso per accedere ad un alloggio popolare”. La richiesta di attivare questo percorso virtuoso il rappresentante del Comitato spontaneo “Prendocasa” l’ha rivolta direttamente all’Assessore regionale Catalfamo, chiamandola ad intervenire “per mettere a sistema la situazione. Non si può andare avanti con soluzioni tampone – ha aggiunto Gentile -che stanno diventando, purtroppo, una consuetudine. Bisogna capire se si può prevedere, per chi versa in situazioni di disagio abitativo, delle forme di tutela che escano dall’emergenzialità. C’è da dire, inoltre – ha concluso Ferdinando Gentile – che Cosenza, dalle ultime statistiche, risulta essere la città con più sfratti di tutta la regione Calabria”. L’Assessore regionale alle infrastrutture Domenica Catalfamo ha ricordato anzitutto la riattivazione dalla scorsa settimana dell’osservatorio per il monitoraggio del disagio abitativo e della qualità dell’abitare. “A tutti i Comuni – ha detto – abbiamo chiesto di aderire attraverso la compilazione di una scheda. La Regione Calabria, fino al 2018, non ha ricevuto fondi dal Governo centrale. Nel 2019 ha ricevuto 240 mila euro ed altri 350 mila nel 2020. Lo strumento della svolta – ha lasciato chiaramente intendere l’Assessore Catalfamo – potranno essere i fondi di Agenda urbana: un milione e 700 mila euro già disponibili, ed altri 5 milioni e 400 mila euro che potranno essere erogati a breve, in presenza di una individuazione certa del fabbisogno, con la possibilità di adeguare gli edifici già esistenti o di cantierizzare realizzazioni ex novo. Occorre cancellare le anomalie per arrivare ad un percorso risolutivo. L’obiettivo – ha detto concludendo l’incontro l’Assessore Catalfamo – è quello di dimostrare che le istituzioni esistono e non sempre si defilano”. Anche da parte della dirigente al welfare di Palazzo dei Bruzi, Matilde Fittante e dal dirigente del settore bilancio Francesco Giovinazzo sono arrivati contributi alla discussione delle problematiche al centro dell’incontro. In particolare, la dirigente Fittante ha sottolineato l’approccio sicuramente collaborativo del Comune, proteso verso l’individuazione di una o più soluzioni, pur nella consapevolezza dei vincoli imposti dal dissesto. “Quando per diversi anni si adotta una politica di sostegno al disagio abitativo e successivamente intervengono delle limitazioni che non contemplano l’emergenza abitativa tra i servizi essenziali – ha rimarcato Fittante – è normale che la nuova situazione venga accettata con difficoltà”. Nel suo contributo il dirigente Giovinazzo ha poi evidenziato “la necessità di operare un distinguo tra la situazione di chi versa in emergenza abitativa e chi, invece, prende una casa in locazione da privati con il Comune che interviene con i fitti passivi. In tutte e due i casi – ha detto ancora Giovinazzo- il disagio sociale è lo stesso. Bisogna individuare, però, soluzioni che contemperino le esigenze delle famiglie e quelle del Comune”. La concertazione tra le istituzioni, soprattutto sul fronte del contrasto alle occupazioni abusive, è stata poi invocata dal commissario straordinario dell’Aterp Petrolo, insediatosi il 24 giugno del 2020. “E’ importante la concertazione – ha detto Petrolo – perché sarebbe inimmaginabile che l’Aterp, che gestisce 36 mila alloggi, riesca a verificare chi li occupa illegalmente”. Altra questione per Petrolo è la verifica del mantenimento nel tempo dei requisiti da parte degli assegnatari ed anche su questo il ruolo del Comune diventa importante”. Infine, il commissario dell’Aterp ha indicato alcune aree nel territorio di Cosenza dove poter costruire alloggi popolari: Donnici, Vaglio Lise e contrada Molara, ai confini con il comune di Castrolibero. “Per questo – ha concluso – bisognerà procedere ad un nuovo bando e aggiornare la graduatoria”. L’ing.Francesco Tarsia, dirigente regionale del Settore Lavori Pubblici e Politiche dell’edilizia abitativa, ha invitato a far presto per non perdere la grande opportunità dei fondi, pari a circa 5 milioni e mezzo, previsti per Agenda Urbana. Nello stesso tempo ha suggerito di orientarsi sul recupero dell’esistente e non sulle realizzazioni ex novo, cercando, inoltre, di non caratterizzare in modo specifico un’area per evitare accuratamente le ghettizzazioni. “E’ importante – ha aggiunto Tarsia – scegliere aree più integrate possibili e cercare di trovare la quadra per non spendere male le risorse”.

Emergenza abitativa, ‘Prendocasa’ occupa il Comune di Cosenza

COSENZA – A Cosenza non c’è solo il problema dell’emergenza pandemica ma anche di quella abitativa. Una decina di persone del movimento “Prendocasa” hanno occupato il salone di rappresentanza del Comune di Cosenza e chiedono di incontrare i rappresentanti della Regione Calabria. Alla base della protesta il rischio per una quarantina di famiglie di trovarsi presto in mezzo ad una strada, perché non ricevono il contributo per l’emergenza abitativa da oltre un anno e allo stato non riescono a far fronte al pagamento degli affitti.

Inoltre, secondo quanto si apprende, i commissari per risanare il bilancio comunale hanno deciso di eliminare la voce “affitti passivi” e di rescindere i contratti di affitto con privati per stabili che ospitano famiglie indigenti.

 

Nei prossimi mesi, dunque, il problema dell’emergenza abitativa riguarderà almeno altre 150 persone. Infine, in questi giorni – segnalano gli attivisti del gruppo Prendocasa – sull’albo pretorio del Comune sono state pubblicate delle assegnazioni o regolarizzazioni di alloggi.

“Tutto ciò – ha precisato Ferdinando Gentile, rappresentante del movimento – senza alcun criterio e in piena campagna elettorale. Siamo stanchi di questi giochi di potere. Le risorse economiche destinate al welfare in questi anni sono diminuite gradualmente e ora a causa del dissesto rischiano di scomparire definitivamente. Abbiamo avuto diverse interlocuzioni con l’amministrazione comunale, ma non è cambiato nulla. Dunque, oggi ci siamo ritrovati nuovamente qui e rimarremo fintanto che non ci prospettano una soluzione definitiva”.

Occupazioni abitative a Cosenza, Giudiceandrea rilancia sull’autoresidenzialità

COSENZA – «Esprimo soddisfazione per la scelta del prefetto di Cosenza di convocare, per lunedì prossimo, un tavolo sull’emergenza abitativa in città alla presenza del Comitato Prendocasa che questa mattina ha occupato il Comune in cerca di risposte ad un problema così importante. Spero che l’esito dell’incontro convocato dal prefetto possa offrire soluzioni che impediscano lo sgombero di quelle famiglie che sono costrette (ribadisco: costrette), ad occupare un’abitazione perché non hanno un tetto sotto cui vivere. Pongo all’attenzione di tutti i soggetti che parteciperanno all’incontro voluto dal prefetto che la Regione Calabria, il 12 marzo in consiglio regionale, presenterà la legge sull’autoresidenzialità. A mio avviso, con l’adeguato supporto, potrebbe aiutare a risolvere questa emergenza». E’ quanto ha dichiarato Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale di Democratici e Progressisti sulla questione delle occupazioni abitative a Cosenza.

Blitz dei “Prendocasa” a Palazzo dei Bruzi, alcuni manifestati sul tetto

COSENZA – Sono entrati indisturbati, eludendo i controlli del Posto di Guardia della Polizia Municipale, alle spalle di Palazzo dei Bruzi, alcuni manifestati del comitato “Prendocasa”. Alcuni di loro sono riusciti a salire anche sul tetto della casa comunale aiutandosi con le impalcature presenti nel cortile. Una trentina in tutto. Al seguito anche donne e bambini.

“Casa Subito”, questo lo slogan di protesta da parte degli occupanti, la situazione è alquanto concitata.

Sul posto oltre ai Vigili Urbani anche la Digos.

 

 

 

Comitato Prendocasa, sedici indagati, tra le accuse associazione per delinquere

COSENZA – Associazione a delinquere finalizzata all’invasione seriale di edifici pubblici e privati, violenza privata e furto di energia elettrica. Sono questi alcuni dei reati contestati dalla Procura di Cosenza a cinque componenti del Comitato Prendocasa.

Sedici in tutto le persone indagate relativamente all’occupazione dello stabile dell’Aterp sito in Via Savoia, dove senzatetto hanno occupato lo stesso dall’autunno del 2016. Sotto l’occhio del ciclone anche l’occupazione dell’ex Hotel Centrale, sempre a Cosenza dal dicembre 2017.

Un fascicolo di circa cinquemila pagine nel quale si fa riferimento anche a minacce, soprusi e, in alcuni casi  ad episodi di violenza fisica esercitata nei confronti di migranti, obbligati, pare a prendere parte alle varie manifestazioni in piazza.

Nel frattempo gli stabili restano occupati, in attesa che si completino le procedure concordate con Palazzo dei Bruzi e sottoscritte davanti al prefetto, per l’assegnazione di alloggi alternativi. Gli indagati, difesi Giuseppe Lanzino, Maurizio Nucci e Giovanni Cadavero, hanno deciso di non rilasciare alcuna intervista.

Il Comitato Prendocasa occupa simbolicamente l’Ex Hotel Jolly

COSENZA –  Il Comitato Prendocasa ha occupato in maniera simbolica l’Ex Hotel Jolly a Cosenza, «simbolo di accordi tra Comune e Regione». I motivi sono diversi, «si riesce a trovare l’intesa su più punti – affermano gli occupanti – sul Parco del Benessere, sulla Metrotranvia, ma nessuna risposta sull’emergenza abitativa che attanaglia la città di Cosenza. A breve assisteremo a due operazioni che porteranno per strada centinaia di persone riconsegnando al degrado e all’incuria due strutture quali l’Hotel Centrale e lo stabile di Via Savoia. La giunta guidata da Mario Oliverio, dopo i “rassicuranti” annunci di giugno, si è trincerata dietro il silenzio. Nessun confronto e nessun passo indietro, eppure basterebbe poco. Mascherpa, commissario dell’Aterp, ritiri la denuncia, presentata all’indomani dell’occupazione di Via Savoia, atto che servirebbe a scongiurare lo sgombero, e si renda disponibile al confronto. Se ciò non dovesse accadere, il PD confermerebbe di esercitare una “doppia morale”: a Riace solidarietà, a parole, per Mimmo Lucano, mentre, a Cosenza, nei fatti, uomini, donne e bambini per strada. Comune  e Regione chiamino subito un tavolo di discussione per fornire risposte certe a quest’emergenza. La voce di chi vive, ogni giorno, sulla propria pelle, il disagio sociale, non può rimanere inascoltata. Lo diciamo sin da subito: non accetteremo soluzioni temporanee o di facciata, difenderemo fino all’ultimo ciò che abbiamo costruito in questi mesi nella nostra città.La  sicurezza di cui abbiamo bisogno nei nostri quartieri è una  casa per tutti e tutte».

Oliverio frena gli sgomberi: parla con il Prefetto e annuncia un intervento legislativo

CATANZARO – La Regione Calabria, assieme alle altre istituzioni coinvolte, affronta la vicenda delle occupazioni a Cosenza degli stabili di via Savoia e dell’ex Hotel Centrale con l’attenzione e il senso di responsabilità necessari in una situazione così complessa. «Una situazione in cui l’esigenza del rispetto della legalità si incrocia con la necessità di tutelare le persone in condizioni più fragili e vulnerabili – dichiara il presidente Mario Oliverio. «La soluzione va cercata nel rispetto del quadro normativo, attraverso la collaborazione fra istituzioni e al di là di ogni strumentalizzazione politica». Oliverio ha interloquito con il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, con il quale è da tempo in atto un percorso di collaborazione sul tema, per discutere di possibili soluzioni. Nel corso del colloquio, ha comunicato che la Giunta Regionale ha predisposto un disegno di legge che introduce e regola l’autorecupero degli edifici pubblici. La proposta di legge, attualmente al vaglio dell’Ufficio Legislativo della Giunta Regionale, e per la quale sarà richiesta corsia preferenziale per l’approvazione in Consiglio , farà si che edifici pubblici inutilizzati possano essere recuperati dagli enti proprietari in collaborazione con aspiranti inquilini riuniti in cooperative di autorecupero o autocostruzione. «Tale proposta di legge -aggiunge Oliverio – non è calata dall’alto, ma nasce a valle di un processo di ascolto e mediazione delle istanze provenienti dai comitati rappresentanti le persone in condizione di emergenza abitativa. Viste le diverse iniziative in atto, appare opportuno sospendere eventuali determinazioni relative a imminenti sgomberi, in attesa di valutare se le soluzioni proposte consentano di ripristinare la legalità, senza aggravare le condizioni di disagio già pesante delle persone coinvolte. Di fronte a bisogni sociali di questa portata non si può girare la testa dall’altra parte e continuare a far finta di non vedere». 

FOTONOTIZIA – Gruppo Prendocasa occupa hotel Centrale

COSENZA – È in corso l’occupazione, da parte del gruppo Prendocasa, dell’hotel Centrale a Cosenza.

«Stiamo liberando – dicono – dal degrado e dall’abbandono l’Hotel Centrale, simbolo del malaffare e della speculazione edilizia in questa città. Decine tra uomini, donne e bambini, italiani e migranti, si stanno riprendendo ciò che gli spetta, ciò che un manipolo di palazzinari senza scrupoli, di leggi infami e istituzioni latitanti non potranno mai sottrarci: il diritto alla casa e alla dignità.
Oggi si apre l’ennesima pagina di una storia fatta di mobilitazioni e resistenza, una storia che riguarda tutta la Cosenza solidale, una storia costellata di lotte per recuperare il pubblico abbandonato e sfidare la rendita privata. Mai più senza casa. A testa alta, sempre. Nella Cosenza del malaffare, occupare è Centrale!».

Striscione contro il ministro Minniti, arriva la digos nel palazzo occupato da “Prendocasa”

COSENZA – Più dell’occupazione dello stabile, perdurante ormai dallo scorso mese di novembre, ad attirare l’attenzione degli agenti della digos è stato uno striscione esposto dagli attivisti del comitato “Prendocasa” sulla cancellata esterna del complesso di proprietà dell’Aterp situato all’angolo tra Via Savoia e Via Cattaneo, nel cuore della città di Cosenza. “Minniti assassino – Maguette vive!” Questo il tenore dello slogan, riferito evidentemente all’ambulante senegalese di 54 anni, morto in circostanze ancora non del tutto chiarite durante un blitz antiabusivismo dei vigili urbani di Roma. Gli uomini in divisa hanno identificato gli occupanti e rimosso lo striscione. Secondo quanto si è appreso, inoltre, due persone sarebbero state sottoposte al provvedimento di Polizia a COmitato Prendo Casa 1fermo e subito dopo rilasciate. «Mentre Regione e Comune trovano l’accordo su grandi opere e nuove costruzioni, a pagare sono gli ultimi – dice Ferdinando Gentile, portavoce del movimento – Qui sono ospitati 25 nuclei familiari, alcuni dei quali formati da singoli individui. Una quarantina di persone in tutto tra italiani e migranti. Ci sono persone da anni in graduatoria nelle case popolari ma anche migranti andati via dai centri di accoglienza straordinaria, strutture analoghe a quelle interessate dalle inchieste sullo sfruttamento. Invisibili e disagiati di questa città che provano a ricostruirsi una vita con dignità». I luoghi sono curati e puliti. «Ognuno ha la sua stanza, ma si vive molto di comunità. Condividi lo stesso bagno, il posto dove lavi i piatti, dove lavi i vestiti in un clima di solidarietà e di estrema tolleranza – aggiunge Gentile – Qui sperimentiamo nuove forme di aggregazione. Anche gli abitanti del quartiere ci sostengono. Non è cosa da poco in una fase in cui spirano venti di razzismo in tutta Europa».

Cosenza, le famiglie di Prendocasa occupano un edificio di via Savoia

COSENZA – Alcune famiglie aderenti al comitato Prendocasa di Cosenza hanno occupato questa mattina un edificio di proprietà dell’Aterp situato in Via Savoia nei pressi dei giardini pubblici di via Misasi. L’immobile era da tempo prendo-casa-4disabitato ed abbandonato. «Alcuni di noi erano costretti a dormire nei garage, sotto i ponti, sulle panchine dell’autostazione – dicono gli occupanti – Altri avevano in affitto una casa, ma vivevamo con l’incubo costante di essere sfrattati da un giorno all’altro perché i padroni pretendevano affitti esorbitanti e insostenibili. Siamo figli di questa città, lavoratrici e lavoratori, disoccupati e precari, gente costretta ad inventarsi un modo per portare da mangiare ai propri figli. Non vogliamo però svolgere attività illegali, né prostrarci ai piedi dei politici per elemosinare una cosa che in realtà ci spetta di diritto. Siamo stanchi di aspettare l’assegnazione di una casa. Molti aspettano l’assegnazione di un alloggio popolare da 10 anni. Ci sembra assurdo – aggiungono – che in questa città tantissimi edifici pubblici restino vuoti e abbandonati, mentre tante persone vivono in case diroccate o in mezzo alla strada. Conosciamo il grado di umanità e solidarietà che la gente di questo quartiere riesce ad offrire. Noi non vogliamo arrecare alcun disturbo e danno alle famiglie che vi abitano da anni. Al contrario, ci piacerebbe contribuire a migliorarlo costruendo momenti e spazi di socialità collettiva ed iniziative culturali e ricreative».