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Cosenza, 22 milioni di euro sequestrati ad un imprenditore

COSENZA – La guardia di finanza di Cosenza ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale Ordinario di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ai sensi della normativa Antimafia, per un importo complessivo di oltre 22 milioni di euro, nei confronti di un noto imprenditore cosentino e dei suoi familiari. Alle 10, nella Procura della Repubblica di Cosenza, si terrà una conferenza stampa, presieduta dal Procuratore Capo della Repubblica, Mario Spagnuolo, e a cui sarà presente il comandante provinciale della guardia di finanza di Cosenza, Marco Grazioli.

Sequestrata azienda zootecnica per irregolarità, deferito il titolare

POLISTENA (RC) –  Nel corso di un controllo, i militari della stazione di Polistena hanno controllato un’azienda zootecnica di bovini, riscontrando irregolarità nella raccolta e nello smaltimento di rifiuti e nella tracciabilità degli animali allevati. A seguito delle valutazioni dell’ASP e dell’autorità giudiziaria, sono stati sottoposti a sequestro suini privi di segno identificativo e autorizzazione sanitaria e amministrativa. L’azienda è stata sottoposta a sequestro. Il titolare, a cui è stata elevata una sanzione amministrativa di circa 6mila euro, è stato deferito in stato di libertà.

 

Reggio Calabria, sequestrati 7 quintali di fuochi pirotecnici

REGGIO CALABRIA – I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno tratto in
arresto un soggetto, in flagranza di reato, per detenzione di fuochi pirotecnici destinati alla vendita abusiva,
in quanto privo della licenza commerciale e autorizzazione di polizia. Le Fiamme Gialle hanno inoltre proceduto al sequestro di quasi sette quintali di fuochi d’artificio detenuti in parte all’interno di un furgone e in parte presso l’abitazione dell’arrestato. Tra i prodotti sequestrati, erano presenti anche quelli classificati come appartenenti alla categoria f4 nonché
fuochi del tutto artigianali e, quindi, particolarmente pericolosi, non riportando alcuna etichetta circa la loro pericolosità e le precauzioni da utilizzare nel maneggio.
I pericoli di una errata manipolazione vengono spesso sottovalutati e, a tal proposito, è opportuno ribadire di
evitare bancarelle improvvisate e diffidare da prodotti privi di etichetta. Infatti, nell’etichetta oltre agli estremi
dell’autorizzazione del ministero dell’interno, (numero,protocollo e data), sono contenute le istruzioni, chiare e
semplici, sull’utilizzo del prodotto. È consentito l’uso di fuochi d’artificio o pirotecnici “declassificati” che si riconoscono perché, sull’etichetta, riportano la scritta “di libera vendita” o “declassificato”. Si conferma, pertanto, la costante attenzione rivolta dalle Fiamme Gialle per arginare l’increscioso fenomeno del commercio di materiale esplodente illegale, che ogni anno arreca grave nocumento all’incolumità dei cittadini. Infine, si ricorda che i fuochi d’artificio autorizzati si fanno
esplodere solo all’aperto, lontano da materiale infiammabile e dalle persone.

Reggio Calabria, sequestrati 17 chili di materiale pirotecnico illegale

REGGIO CALABRIA – Oltre 17 chilogrammi di materiale pirotecnico illegale è stato sequestrato dalla Polizia di Stato nella città e nella provincia di Reggio Calabria.
Nel corso degli accertamenti svolti dalle Volanti nell’ambito dei servizi specifici disposti dal questore, sono stati scoperti e sequestrati a Reggio cinque chilogrammi di materiale composto da 15 candele, 9 bengala, 26 goldparkler, 5 confezioni di poppop big, 4 confezioni di raudomana, miccette, farfalle e fontane.
A Siderno, personale del locale Commissariato ha trovato in un immobile rustico nove batterie di 100 tubi monocolpo per un totale di 4,3 chilogrammi di massa attiva e 18 scatoloni con all’interno 215 petardi per un totale di poco più di sette chilogrammi di di miscela attiva. I fuochi pirotecnici erano nascosti in mezzo ad altra merce. Il proprietario dell’immobile è stato denunciato in stato di libertà per detenzione illegale.

‘Ndrangheta, maxi sequestro nel reggino

REGGIO CALABRIA – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno sequestrato i compendi aziendali di due società commerciali con sede legale in Taurianova (RC), per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, nei confronti di SPOSATO Carmelo cl. ’74 e SURACE Giovanni Vincenzo cl.’ 83, recentemente colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere rispettivamente per i reati, tra gli altri, di cui all’art. 416 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso) e 629 c.p. (estorsione) aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito dell’operazione di polizia “Terramara Closed”. Il provvedimento in rassegna segue l’ulteriore sequestro patrimoniale – finalizzato alla confisca ex art. 12 sexies D.L. 306/92 – per complessivi 25 milioni di euro (tra compendi aziendali e quote societarie di 21 società commerciali, unità immobiliari, terreni, beni mobili e rapporti finanziari) eseguito nei giorni scorsi, nell’ambito della richiamata operazione di polizia, dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria unitamente a personale del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria che hanno altresì eseguito provvedimenti restrittivi personali nei confronti di n. 47 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi, con l’aggravante delle finalità mafiose. In tale contesto, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia Finanza – per i particolari profili legati agli accertamenti economico patrimoniali – unitamente alla Squadra Mobile della Questura e al Reparto Operativo dell’Arma dei Carabinieri alla sede di Reggio Calabria, in costante coordinamento tra loro e sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, avevano svolto articolate, complementari e convergenti attività investigative finalizzate ad individuare i vertici – e il patrimonio illecitamente accumulato – dell’articolazione territoriale della cosca di ‘ndrangheta “Zagari – Fazzalari – Viola” (attiva nel mandamento tirrenico della provincia reggina e prevalentemente operante nel comune di Taurianova e zone limitrofe) nonché a riscontrare diverse condotte di intestazione fittizia di aziende e di estorsione ai danni di
imprenditori locali e imprese vincitrici di appalti nel territorio di egemonia della suddetta consorteria. Le investigazioni, sviluppate nell’arco temporale 2012-2016, hanno messo in luce sia gli aspetti strutturali, sia quelli dinamici dei gruppi mafiosi “Sposato” – operante in Taurianova e comuni limitrofi – e “Maio-Cianci” – operante nella vicina San Martino (RC) – appartenenti alla citata cosca di ‘ndrangheta “Zagari-Viola-Fazzalari” interessati ad imporsi nel settore  2 dell’edilizia ed in quello alimentare, condizionando, anche attraverso l’accertata infiltrazione nel Comune di Taurianova (RC), l’assegnazione degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche. Oggetto del nuovo provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza – ex art. 321 c.p.p. -emesso dalla citata D.D.A., sono le società “EDIL GRONDA S.r.l.” e “CAR.SPO. Edilizia & Immobiliare S.r.l.” operanti nel settore dell’edilizia, risultate essere riconducibili, sebbene formalmente amministrate da terzi, ai citati indagati. Nel dettaglio, dagli elementi probatori raccolti durante l’esecuzione degli originari provvedimenti e all’esito delle ulteriori investigazioni condotte dal Nucleo PT/G.I.C.O. di Reggio Calabria, corroborati da articolati accertamenti economico patrimoniali, è emersa in capo a SPOSATO Carmelo, intraneo alla cosca “Sposato” di Taurianova, la
disponibilità della “CAR.SPO. Costruzioni Edili & Immobiliare S.r.l.”, nonostante la formale intestazione al di lui nipote. Infatti, la menzionata impresa è risultata essere la naturale prosecuzione, senza soluzione di continuità, della ditta individuale “EDIL COSTRUZIONI di SPOSATO Carmelo”, già sottoposta a sequestro. In particolare, nel 2014 veniva stipulato un contratto di “cessione di ramo d’azienda” con ilquale SPOSATO Carmelo cl.’74 (titolare firmatario della ditta Individuale “EDIL COSTRUZIONI di SPOSATO Carmelo) cedeva alla “CAR.SPO. COSTRUZIONI EDILI &
IMMOBILIARE S.R.L.”, rappresentata dal nipote, il ramo d’azienda attinente al settore delle costruzioni edili unitamente ai pertinenti beni ed attrezzature. Altresì, nel 2016 veniva stipulato tra i suddetti un nuovo contratto afferente l’affitto, per 8 anni, del medesimo ramo di azienda. Allo stato, nessuna somma risulta essere stata corrisposta, a titolo di canone di locazione, dal nipote allo zio SPOSATO Carmelo, individuato quale dominus della “CAR.SPO. Costruzioni Edili & Immobiliare S.r.l.”. La stessa è stata pertanto ritenuta formalmente intestata ad un prestanome con la specifica finalità di evitare il sequestro e la confisca dei beni in materia di misure di prevenzione, ovvero per agevolare il riciclaggio dei proventi dell’attività di estorsione cui il gruppo mafioso “Sposato-Tallarida” era dedito. Parimenti, dalle risultanze investigative è emersa una ulteriore impresa, la “EDIL GRONDA S.r.l.”, la quale, nonostante sia formalmente amministrata dal padre, costituisce di fatto la naturale prosecuzione della società “EDIL GRONDA S.a.s. di SURACE Giovanni Vincenzo & C.”, intestata al figlio Giovanni e già sottoposta a sequestro nell’ambito della menzionata operazione “Terramara-closed”. Secondo quanto accertato, infatti, la “EDIL GRONDA S.a.s.”, prima del suo scioglimento avvenuto nel 2016, aveva ceduto tutti i beni strumentali, compresi gli autoveicoli aziendali in uso e iscritti sul relativo registro dei beni ammortizzabili alla “EDIL GRONDA S.r.l.” nata nella stessa sede legale. Anche in questo caso, non sono stati rilevati in contabilità i relativi pagamenti relativi a tale cessione.

Lamezia Terme, sequestrati 900 chili di fuochi d’artificio

LAMEZIA TERME (CZ)  – La Guardia di finanza di Lamezia Terme nel corso di una serie di controlli ha  scoperto un deposito di “botti” in un grande magazzino gestito da cittadini di nazionalità cinese. All’interno dell’attività commerciale ispezionata sono
stati rinvenuti quasi 900 chilogrammi di fuochi d’artificio  detenuti in maniera non conforme alle prescrizioni
previste dalla legge. Gli stessi, immagazzinati a stretto contatto di altri generi infiammabili, si trovavano in un deposito a ridosso di abitazioni ed altri esercizi commerciali aperti al pubblico. Tutti i fuochi d’artificio sono stati sottoposti a sequestro dai finanzieri e portati in un luogo sicuro. I due responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme.

Violazione norme ambientali, sequestrato un frantoio

RIZZICONI (VV)  Il proprietario di un frantoio, Domenicantonio Ferraro, di 50 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri di Rizziconi e dai militari della Capitaneria di porto di Gioia Tauro per violazione dei sigilli. L’uomo è stato sorpreso all’interno della sua attività posta sotto sequestro per violazione di norme ambientali il 5 dicembre scorso. In quella occasione, il provvedimento era stato preso per inibire la prosecuzione dell’attività lavorativa e prevenire ulteriori sversamenti sul suolo e nelle acque sotterranee. Nei giorni precedenti, infatti, alcuni cittadini avevano segnalato una colorazione anomala della acque del fiume Budello, da ricondurre presumibilmente allo sversamento di reflui derivanti proprio dalla lavorazione delle olive. Carabinieri e militari della Capitaneria, nel corso di un controllo per verificare il rispetto del provvedimento, hanno trovato il titolare del frantoio intento a lavorare con i macchinari sequestrati.

Reggio Calabria, sequestrato un frantoio abusivo. Denunciato un responsabile

REGGIO CALABRIA – I finanzieri del comando di Reggio Calabria hanno sequestrato un frantoio oleariomabusivo operante nella zona Macellati del capoluogo reggino. Insospettiti dall’afflusso degli avventori, i militari hanno deciso di accedere al frantoio per verificare il rispetto delle normative ambientali. All’ingresso è stato constatato che l’opificio era sprovvisto di qualsiasi tipo di autorizzazione all’esercizio dell’attività nonché alla gestione dei rifiuti derivanti dalla lavorazione delle olive. Gli scarti della lavorazione erano stoccati su un terreno e all’interno di vasche adiacenti al frantoio, senza che la proprietaria adottare e accorgimenti utili a prevenire infiltrazioni nel sottosuolo. Durante le attività del controllo è stato constatato il furto dell’acqua perpetrato tramite la manomissione di un misuratore idrico, nonché dell’assenza dell’assicurazione e della revisione del furgone utilizzato per il trasporto dei liquami. La titolare è stata deferita per gestione di rifiuti non autorizzata, furto aggravato di acqua, Al contempo sono stati posti sotto sequestro i rifiuti, le attrezzature per la macina, l’area adibita a discarica e il furgone utilizzato per il trasporto di liquami, il tutto per un valore pari a 150mila euro. (Immagine di repertorio)

Controllo del territorio, sequestrata area adibita a discarica abusiva

PAOLA (CS) – Nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, i Carabinieri della Compagnia di Paola hanno effettuato serrati accertamenti finalizzati alla prevenzione e repressione di comportamenti potenzialmente idonei a creare danno alla pubblica incolumità, con particolare riferimento alla circolazione stradale nei Comuni di Cetraro, Paola, San Lucido, Fuscaldo e Guardia Piemontese. Alta l’attenzione dei Carabinieri vicino a locali ed altri punti di aggregazione giovanile. Per quanto riguarda l’attività di accertamento delle condizioni psico-fisiche dei conducenti, sono stati impiegati i precursori per lo screening veloce per verificare la positività derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche nonché gli etilometri per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza alcolica.
Tanti i veicoli e le persone controllate, più di duecento. Numerose le persone sottoposte ad alcool test: 80 le infrazioni accertate al Codice della Strada; quattordici le patenti ritirate a fini sospensivi, di cui 4 per guida sotto l’influenza dell’alcool, con valori accertati compresi tra 1,57 g/l e 1,57 g/l;  6 per sorpasso non consentito;  4 per guida con patente scaduta di validità.
Numerose anche le contravvenzioni per mancato uso del casco protettivo, 2 in tutto; per mancato uso delle cinture di sicurezza, 21; per uso del telefono cellulare alla guida 2; per guida senza patente o con patente scaduta di validità,  5. Contravvenzionati anche 13 proprietari di veicoli sprovvisti della prescritta revisione. Sequestrati amministrativamente  23 veicoli, di cui 21 per mancata copertura assicurativa, e sottoposti a fermo amministrativo 2 motoveicoli. Deferito a piede libero anche un 32enne per violazione degli obblighi derivanti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
I controlli sono stati approfonditi anche nelle aree rurali dei Comuni interessati. A Fuscaldo è stata sequestrata d’iniziativa, con conseguente denuncia a piede libero della proprietà, un’area di 700 mq adibita a vera e propria discarica abusiva. I militari hanno accertato l’abbandono di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, rappresentati da scarti provenienti dalla lavorazione di materiali legnosi e da veicoli fuori uso.

 

Inquinamento ambientale, sequestrato il piazzale e le macchine industriali di un frantoio

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Nei giorni scorsi, i  militari della Guardia costiera di Corigliano Calabro hanno completato laboriose indagini finalizzate alla ricerca delle cause della strana colorazione di un tratto del torrente San Mauro nei pressi di Cantinella; da un certo punto in poi il torrente, secco fino ad un certo punto, si colora di nero ed emana odore di sansa e olive per poi portare il liquido maleodorante fino al mare Jonio.

Gli uomini hanno infatti risalito il percorso del torrente San Mauro fino ad individuare, in corrispondenza del muro perimetrale di uno stabilimento industriale per la produzione dell’olio, un tubo dal quale fuoriusciva liquido nero e, con l’ausilio di coloranti, è stato possibile accertare che lo strano liquido maleodorante proveniva proprio dalla lavorazione delle olive ed in particolare dal lavaggio delle stesse nell’ambito del processo di molitura.

Alla presenza dei responsabili dell’azienda, dopo aver effettuato i dovuti accertamenti tecnici, nel corso dei quali sono stati aperti i tombini dei piazzali andando a ritroso rispetto alla condotta idrica che sfociava nel torrente, è quindi scattato il sequestro penale preventivo di piazzali dell’azienda in questione per oltre 1.300 metri quadrati nonché di oltre 700 metri lineari di torrente San Mauro e delle macchine industriali attraverso le quali, con il lavaggio delle olive, si immetteva nel corpo idrico superficiale il liquido nero inquinante.

I presunti responsabili delle violazioni penali ed amministrative per scarico di reflui industriali non autorizzato, danneggiamento, gettito pericoloso di cose, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, inquinamento ambientale, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Castrovillari e sono stati diffidati dal porre in essere ogni attività per eliminare le cause dell’intorbimento e presunto inquinamento delle acque superficiali che sfociano a mare.