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Polisportiva Isola Capo Rizzuto, il Comune si congratula per il successo in Sicilia

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR)- L’amministrazione comunale di Isola Capo Rizzuto, per mezzo del Sindaco Gianluca Bruno, del consigliere di maggioranza con delega allo Sport Pasquale Poerio e di tutto il consiglio, si congratula con la Polisportiva Isola Capo Rizzuto per l’eccezionale risultato ottenuto in Sicilia dalla formazione Juniores. La squadra allenata dal concittadino Dario Marsala ha raggiunto con pieno merito i Quarti di Finale della fase nazionale di quest’importante competizione, ciò vale a dire che i nostri giovani sono ora tra le prime otto squadre italiane della categoria Juniores Dilettanti. Alla squadra, al mister, alla società e a tutto lo staff i complimenti di cuore da parte di tutta l’amministrazione, con l’augurio che il cammino posso continuare, portando sempre più in alto il nome di Isola Capo Rizzuto. Ora non ci resta che augurarvi buona fortuna per il prossimo impegno contro l’Audace Cerignola, comunque vada avete già scritto un importante pagina di storia. Bravi!

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C5 – Asd Roglianese in C1, storia di una favola divenuta realtà

13161044_10207358931943985_361897740_oROGLIANO (CS) – A Rogliano non si placano soddisfazione ed entusiasmo. E dire che gli obiettivi e i pronostici di inizio stagione parlavano di salvezza, senza passare dal limbo del playout, ed invece, giornata dopo giornata, settimana dopo settimana, l’ A.s.d. Roglianese è cresciuta sempre di più, trovandosi con equilibrio e forza a fine campionato davanti a tutti. Il tutto è avvalorato dal fatto che la società dilettantistica di futsal guidata dal presidente Sicilia,era nata pochi anni fa con l’intento, in primis, di aggregare i giovani della comunità locale. E invece: seconda difesa del campionato, solo 3 sconfitte in stagione ed uniformità di reti tra tutti i giocatori di movimento con caratteristiche offensive. Per la prima volta, dopo 9 campionati disputati e con ben 7/12 del gruppo della scorsa stagione riconfermati, la Roglianese vince il il campionato di Serie C2, girone A: il prossimo anno sfiderà le “grandi” di Serie C1, ma da queste parti non hanno poi così tanta paura, vista l’impresa della stagione appena conclusa. 13120914_10207358936584101_2096287894_o

Dopo aver concluso il girone di andata al 2° posto in classifica, la squadra del presidente Sicilia vince il campionato di C2 (e rischia anche di vincere la Supercoppa, battuta 3-2 dalla “corazzata” Paola), si qualifica ai quarti di finale regionali del campionato Juniores, dopo aver vinto i playoff,si iscrive al Campionato allievi e, per la prima volta in assoluto a Rogliano, fa esordire la squadra femminile. “Niente male per una società considerata “inutile” tanti anni fa. Una rivincita verso tutti ed una soddisfazione immensa che ci ripaga dei tanti sacrifici affrontati in questi anni”, è il commento di un soddisfatto Diego Sicilia. “Abbiamo dimostrato come serietà, lungimiranza e programmazione, alla fine prevalgono su tutto, soldi compresi.”

Insomma, per la Roglianese è una favola che ha avuto, come da copione, il lieto fine… ma per la Roglianese è solo l’inizio!

L’ad di Terna: “Entro il 2016 realizzato elettrodotto Sorgente-Rizziconi”

CATANZARO – Nel 2016 la società “Terna” conta di completare l’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi” a collegamento di Sicilia e Calabria. Questo è quanto ha comunicato l’amministratore delegato di “Terna”, Matteo Del Fante, in riferimento agli investimenti compiuti dalla società negli ultimi anni sulla rete elettrica nazionale, ammontanti a 9-10 miliardi. “Entro quest’anno Terna potrà dire di aver connesso tutta l’Italia” ha dichiarato Del Fante, perseguendo l’obiettivo di rendere la rete più sicura in corrispondenza comunque di un abbassamento dei costi.In tale prospettiva, il ruolo di “Terna” è quello di fare in modo che l’energia dal sud arrivi al centro e al nord italia, pensando a una produzione rinnovabile. Del resto, ha poi concluso, “oggi Terna è il primo operatore d’Europa per chilometri gestiti possedendo 72 mila chilometri di rete”.

Lo Sci Club Montenero di San Giovanni in Fiore fa il pieno di medaglie in terra siciliana

LINGUAGLOSSA (CT) – Si tornava a gareggiare oltre lo stretto dopo molti anni e a guardare le classifiche. Il Criterium 2016, che prevedeva le prime due tappe ai piedi dell’Etna, è iniziato benissimo. Nonostante la stagione sia ad oggi quella sicuramente più assurda della storia, per la mancanza Sci club monteneroassoluta di neve, i ragazzi del Montenero non tradiscono le aspettative e danno prova di capacità e tenacia sicuramente di alto spessore. In tutte le categorie la due giorni siciliana sulla pista di Piano Provenzana-Linguaglossa (Etna Nord) ha visto i portacolori del club silano impegnati a gareggiare con avversari giunti in Sicilia da tutte le altre realtà appenniniche, portando a casa risultati di ottimo livello con vittorie, podi e piazzamenti che fanno proiettare nella classifica momentanea del Criterium, il Montenero al secondo posto dietro al Capracotta, vincitori dell’ultima edizione e davanti allo storico Pescocostanzo che mantiene sempre altissimo il livello dei propri atleti per tradizione e blasone.

Sci club montenero di san giovanni in fioreEcco i ragazzi del club premiati: Flavio Loria due bronzi, Francesco Verardi un argento il sabato ed un oro domenica, Veronica Barberio, due argenti, Giulio Mirarchi, un bronzo il sabato ed un quarto posto (per soli 4 secondi) domenica, Francesco Loria con un argento sabato ed un oro domenica,
Karol Tiano con due bronzi, Lorenzo Oliverio con due argenti;
Tutta l’attenzione ora si sposta alle finali in programma in terra molisana, con i padroni di casa che puntano al bis di vittoria del Criterium ma con le altre squadre appenniniche pronte a dare battaglia pur di risalire in classifiche, prima fra tutte la “U.S Pescocostanzo” già detentrice di diversi titoli ma anche la laziale “Winter Sport Club” vincitrice delle edizioni 2013 e 2014.

 

Ph. Pagina Facebook Sci Club Montenero

“Andare per la Sicilia dei Greci”: Alla riscoperta delle origini Europee

la cecla“Andare per la Sicilia dei Greci” è tra i doni più preziosi che si possano ricevere. È un tour on the road alla riscoperta della nostra origine di Europei e partendo dal Sud, dalla Magna Graecia, dalla Sicilia. Terre che i Greci seppero addomesticare al loro pensiero senza farsi troppo inebriare dalle calure né confondere dagli eccessi ma, anzi, in essi ne rintracciarono un’armonia di proporzioni e di forme di cui oggi avremmo bisogno, come sottolinea l’autore, Franco La Cecla, tra i maggiori antropologi e non solo italiani.

Nel percorso egli è andato anche alla ricerca di quella “laicità” dei Greci, il loro spirito argomentativo che sempre lascia spazio al dubbio e all’ interrogativo. La loro voglia di verità è quanto per secoli siamo andati cercando. Il tour inizia a oriente, da Kamarina, dove si sente la pretesa tutta greca di dare una regola alla vita, alla comunità, alla natura, al tragico e bello del mondo. Aleggia un sogno di leggerezza cosciente proprio qui, dove Platone è venuto a convincere i tiranni delle sue utopie, dove Eschilo vi ha scritto e messo in scena le sue più importanti tragedie e dove l’Ade ha perso la sua aria densa, scura e irreparabile e, per la prima volta, l’umanità ha pensato che l’anima non può che essere immortale. Senza sorvolare sulle contraddizioni di un territtorio fatto anche di un brutalismo ingenuo di abusivismo edilizio, di orridi musei anni ’70, bunker che vorrebbero imitare il tufo dei templi, La Cecla va sempre e comunque a sospendere il suo sguardo sulla bellezza di reperti, tra i più belli al mondo, e che vivono nella più distratta quotidianità, come il vaso di Enea con Anchise sulle spalle a Gela, qui anche la tomba di Eschilo ma non si sa dove, e soffermandosi sulla storia e casualità con cui la maggior parte dei ritrovamenti archeologici sono avvenuti. Mai professionisti, raramente archeologi, sempre contadini e pastori, anche ladri, come il caso dell’efebo di Castelvetrano a Selinute, realizzato tra il 480 e 460 a.C, e utilizzato come portacappelli fino al 1962, anno in cui fu rubato. Ritrovato, ora si può ammirare in tutta la sua bellezza al Museo cittadino.

Tra le tappe più suggestive di questo tour Cave di Cusa, poco distanti dalla bellissima riserva di Gorchi, specchi d’acqua circondati da una natura rigogliosa, qui gli uccelli spiccano il volo per l’Africa. Nel leggere il libro, edito da Il Mulino, nella speciale collana “Ritrovare l’Italia”, non si può non sentire il desiderio di calarsi, al tramonto, nelle acque calde delle terme segestane, o quelle che si chiamano Gorga vicino alla stazione di Alcamo. Qui, circondato dalle Ninfe, veniva a riposarsi Eracle, qui si potrà capire il gioco che i Greci facevano con il territorio, la natura vulcanica e le dolcezze e asperità che offriva. Il tour continua con Palermo, il Museo Salinas per poi toccare diversi luoghi e La Cecla ne va sempre a ricordare e ritessere il mito  da Eracle Minoa, che prende il nome da Minosse re di Creta, che vi inseguì  Dedalo, costruttore del labirinto in cui era rinchiuso il Minotauro, fino a raggiungere le Sirene che fanno da spola da qui alle porte dello stretto di Scilla e Cariddi e dove, probabilmente, Ulisse incontrò Circe.

Francesca Mazzotti

L’ Ateneo di Messina si dota del doppio libretto per studenti trans e transgender

th (72)Lo Sportello Trans di Reggio Calabria ed il comitato provinciale ArciGay “I Due Mari” esprimono massima soddisfazione per la scelta dell’Ateneo di Messina di dotarsi del “doppio libretto universitario” per studenti trans e transgender. Il doppio libretto, infatti, rappresenta uno strumento utile ed efficace per gli studenti e le studentesse universitarie che scelgono di iniziare un percorso di transizione. Cambiare sesso per un giovane spesso ha come conseguenza l’abbandono del percorso di studi perché diventa troppo difficile spiegare ad ogni professore perché alla foto del proprio documento non corrisponde più lo stesso volto, il nome è declinato al maschile anche se di fronte si ha una donna. La legge italiana infatti consente alle persone trans di cambiare il proprio nome anagrafico, in modo da adeguarlo all’identità psico-fisica e all’aspetto esteriore, solamente dopo la riattribuzione chirurgica del sesso, impedendo così a chi non l’ha ancora fatto o ancora non può farlo, di presentarsi nella società civile con dei documenti che rispecchino la propria identità di genere. Il doppio libretto universitario consentirà di lasciare le umiliazioni fuori dalle aule universitarie. Altre università italiane già da tempo hanno adottato il cosiddetto “doppio libretto” in favore degli studenti transgender, prima fra tutte è l’università degli Studi di Torino e a seguire l’università di Bologna, Napoli, Padova, Milano, Pisa e molte altre hanno approvato questo provvedimento. Questi atenei permettono agli studenti “trans” di richiedere il cambiamento del proprio nome nel libretto e nei documenti universitari, per poter frequentare i corsi, rispondere agli appelli, sostenere gli esami, senza che la loro privacy venga costantemente violata. Come Sportello Trans in questi mesi stiamo lavorando a stretto contatto con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che ospita la nostra sede per il servizio di accoglienza per persone trans, e con il rettore, prof. Pasquale Catanoso per raggiungere questo traguardo anche nel nostro Ateneo. I nostri più sinceri complimenti vanno al rettore dell’università di Messina, prof. Pietro Navarra, al garante degli studenti, avv. Francesco Olivo e alla presidentessa del comitato Unico di Garanzia, prof.ssa Maria Antonella Cocchiara e a tutto il Senato Accademico che hanno dimostrato, con questa scelta encomiabile un importante segno di civiltà, di rispetto della dignità umana e di valorizzazione delle rispettive differenze.

Il carattere della confisca: Un istituto in costante evoluzione

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Nico D’Ascola

Il centro di ricerca sulle misure di prevenzione e sull’economia della criminalità dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia, ha organizzato presso l’Aula Magna di Architettura, Feo di Vito, il convegno dal titolo “Il carattere “Multiforme” della confisca. Riflessioni a margine di un istituto in costante evoluzione”. I lavori si sono aperti con i saluti di Pasquale Catanoso, Magnifico Rettore dell’Università  “Mediterranea” di Reggio Calabria,  Attilio Gorassini, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e Luciano Gerardis, Presidente tribunale di Reggio Calabria. “Le misure di prevenzione – ha dichiarato il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho – sono partite da una applicazione personale, per passare poi,  ad una applicazione sul patrimonio. Il reato trova quasi sempre fonte nel fine di arricchimento. Dunque, riuscire a togliere all’autore del reato il bene che è riuscito a conquistare, consente di dissuadere chiunque nel commettere reati, perché comunque quel bene non potrà conservarlo. Come Procura, abbiamo nella nostra prassi applicativa, quella di intervenire sempre con la misura della confisca, quale applicazione del diritto penale o di prevenzione. L’economia trova un grosso danno proprio nel reato che finisce poi, nel reinvestire nell’economia legale gran parte dei propri profitti”.“Le misure di prevenzione – ha argomentato come-prepararsi-per-lesame-di-diritto-penale_b0d279c10ee8b697e191be182bffd8f0 il senatore Nico D’Ascola –  si pongono a tutela della necessità di difendere l’ economia dall’inquinamento nascente dai patrimoni di provenienza illecita, e costituiscono uno strumento di controllo della devianza. Le misure di prevenzione sono come quella forma avanzata, anticipata di controllo della devianza sociale, in una società la quale ha dimenticato la opportunità del controllo. Uno strumento volto a reintrodurre quelle stanze di compensazione all’interno delle quali è monitorato il fenomeno della devianza sociale. Il codice antimafia – ha proseguito il componente della Commissione Giustizia del Senato – è la concretizzazione ideale di un apparato normativo nel quale confluiscono competenze multidisciplinari, non solo la multifunzionalità delle misure di prevenzione sul versante degli effetti dei risultati che sono connessi alla loro applicazione, ma anche la natura multiforme del codice antimafia”. “C’è il bisogno di vedere le misure di prevenzione   – ha dichiarato Antonio Balsamo, Presidente della Corte di Assise di Caltanissetta – non solo come degli strumenti giuridici, ma anche come fattore di modificazione delle condizioni di mercato, come la possibilità di ristabilire dei valori che sono costituzionali, ma anche comunitari ed economici, in determinate realtà imprenditoriali che hanno subito un pesantissimo condizionamento criminale. Attraverso il dinamismo che ha colpito la confisca, stiamo assistendo ad una trasformazione del diritto penale italiano, che sta passando da un modello classico ad uno post  moderno. Nella confisca possiamo vedere un mezzo di contrasto della dimensione economica e collettiva dei fenomeni criminali. Quello che non è possibile focalizzare spesso nel dibattimento penale, si riesce a individuare attraverso l’attività di indagine e di giudizio finalizzata alla confisca. Il percorso che si è fatto in Sicilia è stato di costruire una sorta di barriera, tra società civile e società criminale. Con questa capacità di contrastare la dimensione economica e collettiva dei fenomeni criminali, credo che si possa realizzare un principio garantistico fondamentale, quello della responsabilità penale personale. In Italia c’è un ricorso alla pena detentiva maggiore rispetto a quello di altri Paesi. Dunque, una pluralità di sanzioni non tutte riconducibili alla pena detentiva. Al contrario, un largo uso delle pene prescrittive sarebbe più coerente con le procedure di altri Paesi europei, di quanto non sia allo stato attuale la nostra giustizia penale. Sono dell’avviso che non basta svuotare le carceri, ma è necessario anche immaginare uno strumentario sanzionatorio diversificato”. All’incontro, sono intervenuti, inoltre, Ornella Pastore, Presidente della Sezione Misure di Prevenzione presso il Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Selvaggi, incaricato di diritto penale presso l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e Ettore Squillaci, dottore di ricerca in diritto penale – docente presso la Scuola di specializzazione delle professioni legali dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. Ettore Squillaci, in particolare, ha illustrato il lavoro e le progettualità che saranno portate avanti dal centro di ricerca in materia di misure di prevenzione e sull’economia della criminalità, con incontri periodici tematici e in collaborazione con il tribunale di Reggio Calabria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conferenza Territoriale Anbi: Consorzi di Bonifica di Calabria-Sicilia

CATANZARO – Grande la soddisfazione da parte dei dirigenti dei Consorzi Calabresi per l’arrivo, per la prima volta in qualità di Presidente Anbi, di Francesco Vincenzi. Piano Irriguo Regionale, Attività di Forestazione, Nuovi Bilanci Consortili e Innovazione Gestionale e Sostenibilità Economica e Finanziaria i temi trattati dalle relazioni programmate. Il Presidente Urbi  Marsio Blaiotta che ha presieduto  e coordinato gli interventi ha evidenziato che gli importanti traguardi conseguiti nella passata legislatura, impongono una ulteriore accelerazione nel processo di ammodernamento gestionale e nell’implementazione dei servizi rivolti ai consorziati. Importanti contributi sono dunque arrivati dai due Vice Presidente Roberto Torchia e Giandomenico Caridi così come dal Consigliere Anbi Macchione. La presenza del Direttore Generale Anbi Massimo Gargano ha così consentito di proiettare e ridiscutere, anche in funzione dell’appuntamento ad Expo 2015, di innovazione e gestione e tutela del territorio. Interessanti ed appassionati i contributi da parte del Presidente della Coldiretti Sicilia e del Direttore del Consorzio di Caltagirone a rappresentare il gravoso problema della gestione diretta della Regione che non può certo garantire una programmazione seria delle reali necessità del mondo agricolo e dei servizi necessari. Fra gli interessanti ed approfonditi contributi tecnici da parte del Direttore dello Scalea Ruggero sul Sit, del Responsabile dell’Area Agraria Urbi Scazziota sulle linee strategiche dell’area Agro-Ambientale, da sottolineare lo strategico elenco di misure previste dal Psr 2014/2020 utilizzabili dai Consorzi (anche in partneriato) fatta dal consulente Coldiretti dott. Mario Toteda. Il saluto del Presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, ha declinato il coerente e rinnovato impegno dei dirigenti  e dell’intera struttura della più importante e rappresentativa Organizzazione Agricola in Calabria ed in Italia rivolta a seguire uno schema impegnativo quanto semplice: “i servizi all’agricoltura offerti dai Consorzi di Bonifica sono essenziali e devono continuare a seguire le esigenze di innovazione che, sempre più spesso, non trovano risorse dirette dalle pubbliche amministrazioni; per progettare e programmare (anche attraverso l’utilizzo dei fondi comunitari) significa, contestualmente, “imporre” ai riferimenti istituzionali di essere coerenti rispetto alle loro stesse enunciazioni programmatiche. Siamo sempre stati e continueremo ad essere quelli che prima di chiedere, imponiamo a noi stessi di fare il meglio che ci è possibile”. Appassionato e competente come di consueto il contributo dell’Avv. Anna Maria Martuccelli nel segnare il filo conduttore di un processo di riforma dei Consorzi Calabresi che, negli ultimi 4 anni, ha visto felici accelerazioni operative. Le conclusioni del Presidente Francesco Vincenzi sono state rivolte alle azioni concrete che distinguono i Consorzi di Bonifica come ultimi presidi di area vasta nella tutela del territorio.

“Café Barrè” Speciale Natale – Il Siciliano Dolce Barrè

COSENZA –  Natale è dietro l’angolo, le nostre liste della spesa sono colme di leccornie e ingredienti speciali e i regali iniziano a sommarsi sotto l’albero. In questo clima frenetico, preparatorio alle grandi feste, non si può che gustare un dolce fatto appositamente per la notte del 24.

Per questo “Speciale Natale” ospiteremo il Café Barré, che ha messo a disposizione della nostra penna il talentuoso pasticcere siciliano Leonardo.

L’attività nasce dall’idea del proprietario, Tullio Cesario, di creare un posto dove “tutti possano sentirsi importanti”, accogliendo la sua clientela in un ambiente contaminato da Musica, Arte, Cultura, Scambi Interpersonali e soprattutto Buona Cucina. Il Cafè Barrè apre le sue porte il 30 Novembre, offrendo un’ottima caffetteria con cornetti e dolci preparati giornalmente, abbondanti aperitivi e Live Music tutte le sere. “Ogni sera il nostro Bistrot si riempe di persone che vogliono ascoltare buona musica live per cena. Al termine delle esibizioni, i nostri clienti hanno la possibilità di utilizzare gli strumenti che mettiamo a disposizione, salire sul palco ed esibirsi in jam session creative”.

“Per la nostra cucina – continua Cesario – abbiamo scelto due professionisti del settore: il cuoco francese, René, appassionato di musica rock, con cui ho studiato un menù sulle note dei nostri pezzi preferiti. Il pasticcere Leonardo, direttamente da Trapani, prepara la colonna sonora al nostro bistrot con i dolci tipici della tradizione siciliana, rivisitati appositamente per la nostra clientela.”

Partiamo quindi con il nostro tutorial “Speciale Natale”: Il “Dolce Barré”.

 Ingredienti per circa 30 Dolcini:

Pasta Reale:

500gr di Farina di Mandorle

900gr di Zucchero a Velo

100gr circa di Glucosio

Essenza di Mandorle q.b.

Amido di Mais q.b.

70gr di Cacao Amaro

Copertura:

200 gr di Cioccolato Fondente

Mandorle Tostate

Cacao q.b.

Acqua e Zucchero

Pennello

Interno:

30 Bignè (pasta choux)

Crema Chantilly al Rum (Unite crema chantilly e qualche goccia di rum o essenza di rum)

Pasticcere: Leonardo!

Preparazione:

Farcite i bignè con la vostra crema chantilly al rum e metteteli da parte.

 

 

 

 

 

 

Mettete a sciogliere il cioccolato fondente in forno ( preferite il forno al pentolino in quanto l’acqua che dovreste aggiungere nel pentolino per non far attaccare il cioccolato inciderà sulla solidificazione del cioccolato sul vostro dolce). Disponete il cacao e le mandorle nelle ciotoline.

 

 

 

 

 

Preparazione della pasta reale. Unite la farina di mandorle allo zucchero a velo, mescolate e aggiungete l’essenza di mandorle. Incorporate il glucosio e iniziate a mescolare, facendo attenzione a non far venire l’impasto eccessivamente morbido. Aggiungete il cacao amaro e continuate ad impastare.

 

 

 

 

 

Infarinate il piano di lavoro con dell’amido di mais per non far attaccare l’impasto. Stendete un pezzo di impasto col mattarello e spennellate la superficie con un pò di acqua e zucchero. Tagliate l’impasto a forma di quadrato, posizionate al centro il bignè e avvolgetelo nell’impasto. Modellatelo fino a formare una pallina.

 

 

 

 

 

Spolverate il vostro dolcino nel cacao. Intingetelo nel cioccolato fondente sciolto e poi nelle mandorle tostate.

 

 

 

 

 

 

Teatro del Gusto vi augura un dolce natale con il dolce Barrè! Seguiteci, presto un nuovo tutorial a tema con le migliori cucine e pasticcerie calabresi, in esclusiva per i lettori di 8@30!

P. S. La pasta reale va utilizzata appena fatta per evitare che si secchi e si creino le crepe sulla superficie.

 

Miriam Caruso

Food Photographer –  Francesco Farina

 

Antonio Iaconetti: Il ponte sullo stretto è una grande opportunità per il mezzogiorno”

Cosenza – Antonio Iaconetti, responsabile calabrese del Movimento Ecologista Europeo FareAmbiente, rilascia dichiarazione decise sulla questione “ponte sullo stretto”, a seguito delle indiscrezioni secondo le quali il premier Renzi sarebbe interessato a riaprire il fascicolo sul progetto, a suo tempo accantonato dal governo Monti.
«Renzi dovrebbe avere più coraggio e giocarsi senza indugi, la carta del Ponte San Francesco di Paola, altrimenti dello ponte sullo Stretto di Messina (…) Penso che il Ponte San Francesco di Paola sia, a prescindere, un’infrastruttura strategica e fondamentale per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno, in grado di imprimere una decisiva svolta alle ambizioni di crescita sociale ed economica del Sud del Paese, a cui è inaccettabile rinunciare. Il Ponte San Francesco di Paola rappresenta una grande opportunità in termini occupazionali ed economici, perché rinunciare al Ponte significa non solo una grave perdita per l’asfittica economia del Meridione ma anche italiana che, secondo Impregilo si tradurrebbe, anche, in una perdita per lo Stato del gettito fiscale potenziale da 4,5 miliardi dagli oltre 40mila posti di lavoro che si creerebbero (…) Il ponte – conclude Iaconetti – costituirebbe una forte attrazione di investimenti, ed anche sotto il profilo dell’impatto paesaggistico, non dimentichiamo che questo collegamento metterebbe un freno al traffico di imbarcazioni a motore che quotidianamente, nell’indifferenza e nel silenzio di tutti, attraversano lo Stretto, con conseguente inquinamento meteo – marino. Altro che, preoccuparsi del fatto che l’ombra del ponte devia la rotta dei delfini !!! ».