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Alt Art ospita l’artista Saverio Martino e la scrittrice calabrese Ida Perrone

Rende – Un trittico di artisti disparati ma uniti da leggerezza, profondità e passione creativa saranno presentati  giovedì 20 giugno alle ore 19.30 presso la sala d’arte del Parco Alt Art ove opera l’Associazione culturale omonima in Arcavacata di Rende nei pressi dell’Università della Calabria.
La serata, organizzata in collaborazione con il Centro Studi Arte Contemporanea Gianfranco Labrosciano sarà presentata dallo stesso critico d’arte che da anni lavora anche per la promozione della giovane creatività calabrese.
Ed ecco, così che un mobile leggero, una poltrona liberata dalla muraglia della pesantezza, svincolata – grazie all’intuito di Clemente Poli – dall’anomalia linguistica della realtà e corrispondente a uno scarto, una devianza, un’ invenzione magica, intraprendente e autonoma, simile a una pipa che si intrecciano con I Leo, ossia creature terrestri intelligenti che si muovono in mezzo a noi senza che riusciamo a vederli: viaggiano negli universi, percorrono spazi siderali e vivono in zone della terra simili a deserti di pietra o alla superficie lunare. Lanciano dei messaggi come quello dell’arte che si risolve nella rappresentazione di un estraniate operazione archeologica della terra, o del bene universale…Uno di questi esseri eccezionali è Saverio Martino.
Ida Perrone è una presenza feconda e straordinariamente valida della narrativa calabrese.
Leggere i suoi romanzi è un’operazione di verifica della storia e un efficace esercizio di circumnavigazione della società. Il suo ultimo, breve ma intenso romanzo è un consistente documento storico vissuto da un Uomo antico e moderno, carico di nostalgia e di alienazione ma anche di una bruciante attualità.
Il suo libro “L’ ultimo viaggio” edito da Falco Editore è 3° classificato al Premio Letterario “Cantu’” (CO).

Laura Stancanelli vincitrice dell’International Artists Residency

CATANZARO– Laura Stancanelli è la vincitrice della Borsa di studio internazionale per un giovane artista calabrese promossa dal MARCA in collaborazione con la Dena Foundation. Giunta alla terza edizione, consente l’accesso alla International Artists Residency dell’Omi International Arts Center nello stato di New York.
Dopo Domenico Cordì e Alessandro Badolato, vincitori nelle precedenti edizioni, è la prima volta che l’ambito riconoscimento viene assegnato ad una donna. Quest’anno, del resto, la presenza femminile è stata particolarmente qualificata e, non a caso, la commissione ha voluto dare una menzione speciale alla seconda classificata, Silvia Pujia. Nel rosa dei finalisti anche Sebastiano Dammone Sessa; i tre artisti si troveranno nuovamente insieme in autunno per partecipare alla mostra promossa dal MARCA. Il verdetto è stato annunciato martedì 18 giugno in un incontro al MARCA dedicato alla stampa a cui hanno preso parte Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, il presidente della Dena Foundation Giuliana Setari e il direttore artistico del MARCA Alberto Fiz. Accanto a loro era presente Serena Carbone, che ha svolto il ruolo di coordinamento e i tre artisti finalisti.
Il premio è stato assegnato da una commissione internazionale a cui hanno partecipato, insieme a Giuliana Setari e Alberto Fiz, anche la critica francese Valentine Meyer e la scrittrice belga, oltreché critica d’arte Charlotte Bonduel.
La giuria ha riconosciuto nel lavoro di Laura Stancanelli Listening Room “la capacità di conciliare l’aspetto relazionale dell’opera d’arte con un’attenta indagine formale e plastica. La sua installazione interagisce con il pubblico che si trova nelle condizioni di ascoltare le voci trasmesse dagli apparecchi audio inseriti all’interno delle pareti e nello stesso tempo di essere ascoltato.”
L’artista, che si è formata all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, indaga lo spazio sia da un punto di vita sociale, sia come area nella quale combinare elementi plastici per lo più modulari. La componente sociale caratterizza anche l’indagine di Silvia Puja a cui è stata assegnata la menzione per aver intrapreso una ricerca di notevole interesse che modifica il rapporto tra spettatore e fruitore dell’opera d’arte. Tra gli artisti finalisti, ha suscitato notevole interesse anche l’indagine di Sebastiano Dammone Sessa che ha saputo modificare gli elementi tradizionali della pittura procurando un sentimento di progressiva instabilità.
“Sono molto orgogliosa che la collaborazione con la Dena Foundation abbia dato risultati così significativi per il nostro territorio”, ha affermato Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia di Catanzaro. “L’arte giovane ha dimostrato un alto livello qualitativo e una specifica attenzione nei confronti delle problematiche sociali. Mi ha fatto molto piacere, inoltre, che a vincere l’edizione di quest’anno sia stata una donna a conferma di come le figure femminili siano sempre più determinanti anche nell’ambito della ricerca artistica”. E’ stata la Dena Foundation, che fin dal 2001 destina una borsa di studio ad un giovane artista proveniente dall’Italia centro-meridionale, a proporre il sostegno alle nuove espressioni artistiche calabresi, indirizzando proprio a questa regione l’importante riconoscimento. Il focus del progetto si è concentrato su Catanzaro, la città che attraverso il MARCA, l’Accademia di Belle Arti, Intersezioni, il Parco Internazionale della Scultura ha dato in Calabria il maggior impulso alla divulgazione e alla conoscenza dell’arte contemporanea attraverso una serie d’iniziative di carattere internazionale che hanno avuto un impatto determinante sul territorio. Alberto Fiz, insieme a Giuliana Setari ha rilevato come l’opportunità rappresentata dalla borsa di studio internazionale sia stata ampiamente recepita: “Il progetto ha assunto l’aspetto di un laboratorio creativo dove il museo è coinvolto in maniera diretta anche attraverso la realizzazione di uno specifico progetto espositivo. Da undici anni l’attività della Dena Foundation è quella di promuovere e favorire l’attività dei giovani artisti italiani all’estero con un programma di valorizzazione che ha dato risultati particolarmente incoraggianti.”
L’edizione 2013, poi, ha permesso anche ai critici presenti sul territorio di fare le loro proposte attraverso una serie di segnalazioni realizzate da Andrea Romoli Barberini, Lara Caccia, Teodolinda Coltellaro, Rosaria Iazzetta e Giovanni Viceconte. Sono stati oltre 30 gli artisti indicati e su questi la commissione ha fatto le sue scelte.

L’Omi International Arts Center
E’ sede della International Artists Residency. Si trova nella Hudson River Valley, all’interno dello stato di New York. Qui, ogni anno, nel mese di luglio, si riunisce un gruppo di circa trenta artisti provenienti da vari paesi del mondo, selezionati fra migliaia di candidati. Sotto la guida di un curatore internazionale di grande prestigio, gli artisti condividono e scambiano idee, mettono a confronto le proprie esperienze, approfondiscono la conoscenza della scena artistica degli altri paesi, incontrano critici, curatori e galleristi di New York e soprattutto elaborano un nuovo progetto che nella fase di selezione è stato approvato dalla commissione internazionale. La residenza ha la sua fase di presentazione ufficiale nell’Open Day Weekend, durante il quale si danno appuntamento all’Omi International Arts Center alcune delle più note personalità della scena artistica newyorkese che visitano gli studi degli artisti e visionano le opere prodotte durante il loro soggiorno. Dena Foundation Registrata nello Stato di New York nel 2001 come organizzazione non-profit, la Dena Foundation for Contemporary Art è retta da un Board of Trustees composto da Giuliana Setari Carusi, presidente, Nicola Setari, trustee e segretario generale, Josée Reboul, trustee e tesoriere, Antoine de Galbert, Pierluigi Lanza, Cynthia Milani Sanders, Dora Stiefelmeier, trustees. La missione della Dena Foundation è promuovere la diffusione delle arti visive contemporanee, sostenendo giovani artisti a livello internazionale e in una prospettiva di scambio. Con l’intento di rafforzare i legami e le interazioni tra la cultura italiana e quella di altri paesi, le sue iniziative coinvolgono, in primo luogo, artisti emergenti che vivono in Italia, promuovendone e favorendone la mobilità. Attraverso programmi di residenza, incontri, seminari e tavole rotonde, la fondazione contribuisce a creare una reale sinergia tra artisti, critici, direttori di programmi di ricerca e professionisti del mondo dell’arte. La fondazione ha istituito inoltre un premio internazionale, il Dena Foundation Art Award, destinato a giovani artisti che hanno realizzato un’opera a forte rilevanza sociale nello spazio pubblico. La fondazione contribuisce infine alla produzione e alla pubblicazione di opere di artisti. La fondazione definisce gli obiettivi e i progetti da intraprendere consultandosi con il comitato scientifico, composto da Carolyn Christov Bakargiev, direttrice Documenta 13, Kassel, 2012, Helmut Friedel, direttore della Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, Hans Ulrich Obrist, co-direttore delle esposizioni e dei programmi e direttore dei progetti internazionali della Serpentine Gallery di Londra, Roberto Pinto, storico dell’arte e curatore indipendente, Dora Stiefelmeier, direttrice di Zerynthia associazione per l’arte contemporanea e di RAM – radioartemobile.

La vincitrice e gli artisti finalisti:

Laura Stancanelli è la vincitrice dell’International Artists Residency 2013. Nata a Catania nel 1982, attualmente vive e lavora tra Catanzaro e Bologna. Consegue il Diploma di Laurea di I Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo con indirizzo Scenografia, presso I’Accademia “P.Vannucci” di Perugia, e quello di II livello nel 2013 presso I’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nella Scuola di Scultura.
La sua ricerca mixa linguaggi differenti, dall’installazione, alla performance, al video, mentre trasversale ad essi, si muove la passione per la scenografia che stimola nella ricerca un’attenzione costante verso la composizione spaziale. Così, la Stancanelli indaga lo spazio sia da un punto di vita sociale, come contenitore di relazioni umane, sia sotto un aspetto prettamente formale, come area nella quale combinare elementi plastici per lo più modulari. Da una parte la relazione quindi, dall’altra la composizione delle forme, con l’obiettivo di creare esperienze estetiche all’interno di ambienti sociali. Nella sua pratica artistica fondamentale, infatti, risulta il coinvolgimento dello spettatore-fruitore, parte integrante di un comune sentire, teso al fare arte “insieme”.
L’idea progettuale presentata da Laura Stancenelli è “Listening Room”, un’installazione ambientale costituita da pannelli modulari con pareti forate – come fossero buchi di tarli. L’effetto ricercato è quello di esasperare l’instabilità e la precarietà dell’ambientazione con la quale il pubblico è chiamato a relazionarsi. Nei fori realizzati a parete verranno impiantati degli apparecchi audio dai quali si udiranno delle voci, testimonianze precedentemente raccolte da un gruppo di persone che necessita ascolto. Le dimensioni dell’ opera site specific sono variabili ma tali da occupare diversi metri di suolo pubblico, perché lo spazio – ritagliato nel contesto rurale dell’Art Omi Center – possa accogliere più persone.

Silvia Pujia nasce a Lamezia Terme (CZ), nel 1985. Attualmente opera tra Lamezia Terme e Roma, dove sta ultimando il Master in Curatore di arte contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza. Affianca alla pratica artistica quella critica e curatoriale. Nel 2008 consegue, infatti, la laurea triennale e nel 2010 la specialistica, con una tesi su Stalker/Osservatorio Nomade, Laboratorio di Arte Urbana, con cui tutt’oggi collabora. Nell’estate 2012 vince insieme a Maria Teresa Zingarello un residenza d’artista presso il Centro d’arte La Chambre Blanche in Quebec, Canada.
La sua ricerca indaga, attraverso le azioni performative, le dinamiche sociali che interessano gli spazi di risulta, intesi come luoghi da riqualificare attraverso pratiche di socializzazione. La metropoli, con i suoi vuoti e i suoi “pieni”, è al centro della sua attenzione. Silvia Pujia elabora per il concorso un’idea progettuale in continuità con la ricerca condotta fin ora, incentrando il lavoro, sia nella fase processuale che in quella preliminare, sulla “relazione”; la pratica artistica, così vissuta, diviene un’ esperienza performativa che tenta di agire ed incidere sullo spazio circostante.
Le linee guida del progetto, prevedono la ricognizione sul territorio (in questo caso quello periferico allo Stato di New York, dove si trova l’Art Omi Center); la mappatura del contesto; la rilevazione delle dinamiche sociali; l’entrata in relazione con la natura del luogo (conformazione fisica e geopolitica, oltre che sociale, ed in questo caso prettamente internazionale per la presenza di artisti da tutto il mondo); la presa di posizione riguardo ad un tipo di approccio o intervento da sviluppare; il dar luogo a delle occasioni di socialità nella forma delle già sperimentate piattaforme relazionali, ovvero “dispositivi per microcomunità”.

Sebastiano Dammone Sessa nasce nel 1981 a Montreux (CH), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove consegue il Diploma di Laurea di I e II livello in Arti visive e discipline per lo spettacolo, con indirizzo Decorazione. Nel 2011 partecipa alla Residenze d’artista “Sulle orme di Marco Polo, cento pittori italiani dipingono Hangzhou”, a cura di Assoartisti – Confesercenti e Hangzhou Cultural Brand. Progetto comunitario Italia – Cina.
Nella sua ricerca, la componente artigianale, legata “al fare”, ha un ruolo centrale. Dammone Sessa realizza, infatti, una serie di oggetti regolari, giocando sulla duplicità dell’uno. Particolarmente legato al legno e alla carta, lavora i materiali secondo un processo per accumulo e stratificazione, associati alle dinamiche del tempo e della memoria, al quale poi subentra la sottrazione, minimale e geometrica.
Sebastiano Dammone Sessa ha presentato per il concorso un’ipotesi di lavoro basata sull’elemento scultura, quale sintesi di equilibrio e armonia. L’origine e la conseguente composizione formale dell’oggetto vengono messi in discussione e contaminati, prima, dalla pratica della stratificazione, poi da una serie di forze interne (rappresentate in questo caso da elastici), giocando sulla distorsione e sull’alterazione della forma-oggetto. Dammone Sessa sceglie ed usa materiali apparentemente lontani e discordanti, come legno e lattice, carta e piombo, colla e acqua, proprio per rafforzare il concetto dialettico di compenetrazione e tensione tra materiali di natura differente.

 

Conferenza stampa presentazione “Cinema in Campus. Le notti di Fata Morgana”

Rende – Mercoledì 19 giugno, alle ore 19.30 presso il foyer del Teatro Auditorium Unical, conferenza stampa di presentazione dell’evento CINEMA IN CAMPUS. LE NOTTI DI FATA MORGANA, organizzato dall’Università della Calabria (Centro Arti Musica e Spettacolo – Dipartimento di Studi Umanistici – DAMS – Biblioteca Area Umanistica), in collaborazione con l’Associazione Culturale Fata Morgana. L’evento si terrà dall’1 al 18 Luglio 2013, tutte le sere a partire dalle ore 19.30, in Piazza Vermicelli (Spazio antistante Teatro Auditorium Unical).

Queste le sezioni previste, che saranno arricchite da incontri con gli autori e da una serie di special guest:
• APERITIVO CINE-MUSICALE
• DJ SET CONTEST
• PAROLE DI CINEMA
• PROIEZIONI

Workshop “Trame di Carta2” : gli esperti a confronto parlano di editoria e web 2.0

LAMEZIA TERME (CZ) – La smaterializzazione è uno degli aspetti maggiormente pervasivi che negli ultimi anni stanno attraversando l’evoluzione del lavoro editoriale; cambiano i prodotti – vedi l’ebook – cambiano i modi di interazione con le utenze – vedi la comunicazione sociale e il “due-punto-zero” – e di conseguenza cambiano le professionalità, si delineano nuovi linguaggi e nuove strategie che ruotano attorno al content managment e al rumore dei social network, Facebook e Twitter in capo.

E allora fan page e cinguettii sparsi, foto e contest che richiamano l’attenzione dell’utente, per un attimo lo rendono protagonista e parte di una grande comunità ove vige la logica dell’interazione e soprattutto dell’immediato. E in questo grande mare, nulla va lasciato al caso, neppure il lancio in etere del ‘semplice’ tweet, o la pubblicazione di un innocente post.

Entro quest’ottica allora, l’idea degli organizzatori di Trame 3  il “Festival dei libri sulle mafie”  – che si terrà a Lamezia Terme dal 19 al 23 giugno prossimi –  hanno deciso di dedicare ai giovani neolaureati del Sud Italia il workshop “Trame di carta – Comunicare social. Librai ed editori ai tempi di Twitter, Facebook, Blog & co.”. Sono previste tre giornate di incontri (dal 19 al 22 giugno) finalizzato ad indirizzare i giovani verso percorsi di studio più funzionali al loro futuro impegno lavorativo nel mondo del libro, affrontando trasversalmente l’interessante tema de “editore e libraio vs social network”. Perché, come dicevamo, la rivoluzione digitale sta cambiando prima di tutto le professionalità del settore.

A raccontarci i perché di questo workshop con qualche riflessione sulle attese evoluzioni di questa commistione editoria/comunicazione sociale, due dei docenti che cureranno gli incontri: Antonio Cavallaro, responsabile ufficio stampa della casa editrice Rubbettino e Luca Conticonsulente formatore per il social media marketing.

Quali sono le caratteristiche dell’editore e quali quelle del libraio al tempo del web 2.0?

Antonio Cavallaro. Man mano che si procede con la smaterializzazione del libro i due ruoli finiscono inevitabilmente per confondersi. L’alto costo della produzione di libri stampati diminuisce sensibilmente per cui l’esigenza di fare un’attenta valutazione iniziale che tenga conto sia dell’esattezza dei contenuti (per evitare di dover poi ristampare) che dell’appeal del libro pubblicato viene a mancare o comunque a ridursi notevolmente. Ciò fa sì che i librai digitali (pensiamo ad Amazon) diventino editori e che gli editori digitali non avendo più il problema di raggiungere con i libri fisici le città e i lettori comincino a vendere direttamente on line. 

Luca Conti. L’editore non è più l’unico filtro alla pubblicazione del sapere. Ciò significa che il suo ruolo di selezione dei contenuti e proposta editoriale diventa sempre più rilevante, se svolto nel modo giusto, consapevole della presenza dei social network e della transizione verso il digitale e gli ebook. Il libraio può svolgere lo stesso ruolo di consiglio e consulenza, offrendo un servizio che i negozi online non possono offrire.

  
E i lettori, quanto sono ricettivi alla comunicazione che passa per il web?
 

A. Cavallaro. Il web oramai è la forma privilegiata di comunicazione per cui l’attenzione è certamente molto alta. Credo tuttavia che la forma stampata del libro mantenga (almeno in Italia) un certo prestigio che conferisce anche una maggiore credibilità e fiducia.

L.Conti. I lettori di libri usano molto internet, certamente più di quanto facciano in media editori o librai. Credo quindi ci sia un terreno molto fertile per promuovere un nuovo tipo di relazione tra questi soggetti, sulla piazza del social web di oggi.

 Il workshop promosso dall’AIE in occasione del festival “Trame” è dedicato ai giovani, di certo avvezzi all’uso dei social network, ma con finalità diverse e legate alla sfera personale. Credi che ci saranno difficoltà nell’introdurli a questo “nuovo utilizzo” di strumenti che già conoscono?
 

 A. Cavallaro. Non penso. Si tratta in fondo solo di far vedere che vi sono finalità diverse nell’utilizzo di ambienti nei quali si muovono già con grande familiarità (certamente con maggiore familiarità di quanto alcuni si muovano in una grande biblioteca o in una grande libreria).

L. Conti. La difficoltà principale sta nella consapevolezza che l’uso personale influenza l’uso professionale e che le due sfere, non più separabili nel mondo moderno, possono rafforzarsi a vicenda. Pensare di poter gestire la comunicazione social di una azienda, semplicemente applicando le stesse regole relative all’uso personale degli stessi strumenti, è un mito da sfatare e il workshop dedicherà spazio anche a questo aspetto per nulla secondario.

Fino a qualche anno fa era impensabile il livello di penetrazione che il linguaggio dei social ha oggi nelle strategie di comunicazione e marketing. Sulla base della tua esperienza, quali altre sorprese ci riserba il futuro della comunicazione in digitale? 
 

 A. Cavallaro. Al momento i social media rappresentano la magna pars del web. Persone che finora erano sprovviste di computer ne hanno acquistato uno in vista di un account su Facebook. Pertanto ritengo che i social media possano essere molto utili ai fini della comunicazione editoriale. Certo al momento l’utilizzo che se ne fa non segue le logiche “sociale” e molti editori continuano a usare i s.m. come un canale unidirezionale mediante il quale dare informazioni (o pubblicità) ai follower perdendo così di vista la dimensione di community che i social si portano dietro. I social network come uno strumento dalle incredibili potenzialità ma che debbono essere usati nella maniera corretta.

L. Conti. Riemergeranno i curatori di contenuti di qualità, al servizio del lettore e dell’utente, con una valorizzazione economica per nulla marginale. Oggi sembra utopico, ma le macchine non possono tutto e l’uomo ha molto da aggiungere, sempre che sia al passo con i tempi e padrone degli strumenti.

 

Alle prese con il 2.0 il lavoro editoriale vede l’editore e il libraio come due figure complementari e quasi interscambiabili che devono maneggiare con attenzione i contenuti che intendono trasmettere ai lettori, al fine di acquisire la loro fiducia e fidelizzarli al massimo grado.
Sono necessarie, pertanto, figure specializzate, che sappiano maneggiare queste armi professionalmente, puntando su contenuti di qualità che si distinguano nell’anarchico vociare del web; laddove, probabilmente, questo è solo l’inizio di una lunga evoluzione che metterà sempre di più al centro delle strategie le relazioni e le interazioni in uno scambio continuo tra addetti al settore e utenze.

Riprendendo Luca Conti in un commento all’intervista: “l’editoria deve reinventarsi. Prima lo comprende, prima abbraccia il cambiamento, più probabilità ha di trarne giovamento”.

 

Giovanna M. Russo

Una targa per ricordare il patriota Vincenzo Federici

COSENZA- Il 26 settembre 2013 ricorrerà il bicentenario della morte di Vincenzo Federici, patriota risorgimentale cosentino, tra i principali artefici della rivolta bruzia contro i francesi e tra i precursori del primo nucleo carbonaro sorto in Calabria,  giustiziato in Piazza XV Marzo nel 1813.

In quell’occasione il sacrificio di Vincenzo Federici potrebbe essere ricordato con la collocazione di una targa proprio in Piazza XV marzo. L’iniziativa dovrebbe contribuire a togliere quella patina di oblìo che ha per lungo tempo avvolto la figura del patriota, originario di Altilia, dove nacque nel 1722.

La proposta è della studiosa e ricercatrice Rita Fiordalisi, della Biblioteca Nazionale di Cosenza, che l’ha sottoposta all’attenzione della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro. L’organismo consiliare l’ha subito sposata, a cominciare dal consigliere comunale Maria Lucente che ne ha condiviso immediatamente le ragioni.

Oltre alla collocazione della targa in Piazza XV Marzo, altre iniziative potrebbero accompagnare questo momento evocativo della memoria di Vincenzo Federici, con il coinvolgimento delle scuole della città. L’intenzione sarebbe proprio quella di colmare, partendo dalle scuole, il deficit di conoscenza attorno alla figura del patriota cosentino.

 

Banco del Mutuo Soccorso nello straordinario cartellone di ARMONIEDARTEFESTIVAL 2013

BORGIA (CZ – )Un nuovo straordinario appuntamento arricchisce il cartellone di ARMONIEDARTEFESTIVAL: Il 10 agosto nello splendido scenario del Parco Scolacium a roccelletta di Borgia (Cz), si terrà infatti il concerto del BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, uno dei nomi tutelari del rock progressive italiano, che l’anno scorso ha festeggiato i quarant’anni di eccelsa attività.

Il progetto musicale confluito sotto la denominazione di BANCO DEL MUTUO SOCCORSO resta uno dei più significativi esempi di contaminazione artistica: insieme alla Premiata Forneria Marconi, gli Area e Le Orme con un pubblico di fedelissimi sparso in ogni dove, il Banco rappresenta un sinonimo di eccellenza.
Il concerto del BANCO DEL MUTUO SOCCORSO rappresenta da sempre un evento culturale prezioso che riunisce ogni volta almeno due generazioni, riuscendo a restituire intatte le grandi emozioni che solo la vera musica può dare: insieme a quanti hanno vissuto direttamente gli inizi del gruppo, oggi, come già detto, sono sempre più numerosi i giovanissimi che scoprono con entusiasmo una storia musicale diversa e affascinante, perfettamente in linea con le scelte di alto profilo sottoscritte da ARMONIEDARTEFESTIVAL nella volontà del suo direttore artistico Chiara Giordano.

Nel frattempo si è ufficialmente aperta la prevendita per tutti gli eventi del cartellone 2013 che avrà il suo debutto il 13 luglio con la rappresentazione di “ROUSSEAU E LA SERVA PADRONA”, opera buffa di Giovanni Maria Pergolesi integralmente eseguita , simbolo della querelle opera francese – opera italiana, snodo fondamentale nella storia della musica e rappresentativa di alcuni principi cardine dell’illuminismo e della rivoluzione francese. Una produzione del festival in prima assoluta e che porta ulteriore merito ad ARMONIEDARTEFESTIVAL, visto il momento di generale di crisi che può essere stemperato anche grazie ad operazioni culturali di questo calibro. Insieme agli Armonici Ensamble sul palco Vito Cesaro, Enrica Mari, Marco Utezeri esperti protagonisti del genere buffo. Una particolarità : l’opera lirica sarà preceduta da una pièce teatrale scritta appositamente per l’occasione da Dora Liguori che avrà come interpreti i popolari attori Vanessa Gravina (Madame Pompadour) ed Edoardo Siravo (Rousseau). Regia agli esterni e coordinamento a firma del grande attore e regista Giancarlo Zanetti. La serata di per sè molto stimolante, vede anche la partecipazione del Centro Danza Maison d’Art diretto da Francesco Piro, si concluderà con un ulteriore intervento storico-poetico allo scoccare della mezzanotte del 14 luglio, anniversario appunto della rivoluzione francese.
ARMONIEDARTEFESTIVAL è capofila del network tematico MUSICA&MUSE, uno dei sei grandi eventi che fa parte del cartellone unico CALABRIA TERRA DI FESTIVAL, finanziato grazie ai fondi Por e sostenuto dall’assessorato alla Cultura della Regione Calabria, soggetto ente attuatore il Comune di Borgia, partner istituzionale il MIBAC, i Comuni di Catanzaro, Stalettì, Montauro e Soverato, patrocinato dalla provincia di Catanzaro e sostenuto , tra gli altri, dalla DCamera di Commercio di Catanzaro. Tutte le altre info su www.armoniedarte.com

Dell’Amore e di altri tradimenti, il 19 presentazione alla Ubik di Cosenza

COSENZA  Mercoledì 19 giugno alle 18,30 presso la libreria Ubik di Cosenza la presentazione del libro “Dell’Amore e di altri tradimenti” (Edizioni Erranti) scritto dalla giornalista Angela Mendicino con prefazione a cura della psicoanalista e criminologa Simonetta Costanzo, docente Unical di Psicopedagogia.

La presentazione sarà moderata dal giornalista Mario Tursi Prato, con l’autrice interverranno l’editore Emilio Pellegrino e Simonetta Costanzo.

Un evento-dibattito con interviste e letture di brani estrapolati dal libro, intervallate da intrattenimento musicale. Il libro è caratterizzato da racconti brevi che hanno come oggetto le relazioni e il tradimento nei rapporti tra coppie, gli inganni frequenti, le strategie per la conquista dell’altro sesso, gli ex che ritornano a distanza di tempo, i flirt estivi e tanto altro. Il volume fa parte della collana Narrantiche della casa editrice Erranti, nata nel 2005.

A Diamante l’anteprima nazionale di Sweet Dream

DIAMANTE (CS) – Si svolgerà domani martedì 18 giugno alle ore 21.00 presso il Cine-Teatro Vittoria di Diamante, la serata di presentazione del medio-metraggio dal titolo “Sweet Dream”, produzione tutta calabrese con la regia e la sceneggiatura di Francesco Presta e Ferdinando Romito.
L’evento, organizzato dal “Cine-Circolo Maurizio Grande” e a ingresso libero, sarà presentato dal giornalista Ugo Floro, coadiuvato per l’occasione da Rossella Pagano della redazione di Tele Diamante e avrà come ospiti, oltre al personaggio femminile protagonista, Giulia Diomede, anche gli attori Leonardo Gambardella, Pino Torcasio, Antonio Fulfaro, Chiara Pavoni e Gabriella Di Luzio.
Dopo l’iniziale esibizione del “Coro Arte Insieme” diretto da Claudia Perrone, per dare la loro testimonianza si alterneranno sul palco importanti personaggi del settore della cinematografia italiana, con la partecipazione, tra gli altri, di Santo Spadafora (Presidente Accademia Italia), Paride Leporace (Presidente Film Commition Basilicata), Gianfranco Bartalotta (critico cinematografico) ed Enzo Monaco (Presidente del Cine-Circolo Maurizio Grande e dell’Accademia Italiana del Peperoncino).
A fare gli onori di casa, in una serata che vedrà tra i tanti ospiti in sala anche Ippolito Spadafora, titolare dell’omonima Azienda Vinicola, l’Assessore al Turismo e Spettacolo del Comune di Diamante Franco Maiolino.
Dopo la proiezione in anteprima nazionale di “Sweet Dream”, i registi Francesco Presta e Ferdinando Romito prenderanno la parola e faranno un focus di presentazione su quella che sarà la loro prossima produzione cinematografica dal titolo “Tango del Mare”, che vedrà la partecipazione dell’attore lametino Pino Torcasio e dell’attrice romana Chiara Pavoni.

Il corto sarà prodotto dalla prestigiosa “Accademia Italia” e la colonna sonora, così come avvenuto per “Sweet Dream”, sarà curata dalla “Picanto Records” (etichetta discografica nata dall’esperienza organizzativa del Peperoncino Jazz Festival diretta artisticamente da Sergio Gimigliano), con le straordinarie composizioni di musicisti del calibro di Angelica Lubian, Daniele Scannapieco, Felice Clemente e Mas En Tango.

Proprio i Mas En Tango (trio formato da Salvatore Cauteruccio alla fisarmonica, Sasà Calabrese al contrabbasso e Fabrizio La Fauci alla batteria) chiuderanno la serata con l’esibizione dal vivo di due brani contenuti nel loro cd dal titolo “Alma” (Picanto Records 2013).

 

Al Teatro Rendano successo per la Skanderberg con Mosè

Un grande successo per il debutto, ieri sera, al Teatro A. Rendano, del musical  “Mosè”. Tre serate dedicate alla danza, tre sold out per la Compagnia Skanderberg e per gli allievi della Scuola d’arte di Mirella Castriota. Un gran finale affidato all’ottava produzione della Compagnia di balletto Skanderberg, assieme ai giovani e talentuosi attori e cantanti della “Scuola d’Arte” ha superato la prova riscuotendo lunghi applausi e il gradimento del pubblico. La direzione artistica è di Mirella Castriota e la direzione tecnica è affidata a Gianfranco Mastroianni. Dopo “Alleluja Brava gente”, “Rugantino”, “Se il tempo fosse un gambero” e il musical della Disney “Il Re Leone” la storica Compagnia di balletto Skanderberg, i giovani ballerini della “Dance Studio” di Mirella Castriota e gli attori e cantanti della Scuola d’Arte Mirella Castriota si sono messi nuovamente in gioco proponendo Un’epopea biblica. Uno spettacolo ispirato al musical “I dieci Comandamenti” del regista francese Elie Chouraqui e al film d’animazione “Il principe d’Egitto” della DreamWorks Animation del 1998, con la regia di Brenda Chapman. Le canzoni nel musical sono tutte inedite, scritte e arrangiate dal regista e attore Luca Ziccarelli.

Una messa in scena di grande impatto visivo affidata alla creatività della scenografa Alessia Lucchetta. “Questa volta ci siamo superati – ha spiegato la regista Patrizia Castriota – per rendere sul palco l’esodo dl popolo ebraico la nostra brava artista ha creato delle vere e proprie scene animate. Decine di fondali disegnati da Alessia Lucchetta che grazie a una virtuosa tecnica pittorica danno allo spettatore l’impressione di assistere ad una scena in animazione. Sul palco siamo riusciti persino a dividere le acque!”

A tenere le fila dello spettacolo, diretto da Patrizia Castriota e Luca Ziccarelli (sul palco nei panni di Jedro,  il padre di Sephora) i bravi Marco Provenzano, interprete del patriarca Mosè (dalla voce chiara e intensa nei suoi assoli) e Ramses, fratellastro di Mosè ed erede al trono e futuro Faraone d’Egitto (giovane e promettente interprete, emozionante la sua interpretazione della scena delle sette piaghe d’Egitto). Con loro un cast di giovani e bravi cantanti e attori. Da Francesca Ardito (nei panni della moglie di Mosè, i quadri che lo vedono duettare con Marco Provenzano sono efficaci); Cristina Aiello che interpreta Miriam e i divertenti Edoardo Marcianò e Adam Ruffolo (i due perfidi sacerdoti) che hanno strappato più di un applauso nelle loro gustose gag.

La storia ripercorre le Antiche Scritture. Mosè (M. Provenzano), cresciuto alla corte del Faraone, vive da principe con il suo fratellastro Ramses (D.Caccuri). Fino a quando non scopre di essere ebreo e di essere stato destinato da Jahvé a ricondurre il suo popolo nella terra promessa. La maledizione delle sette piaghe costringerà il faraone Ramses a lasciar partire i suoi schiavi ebrei che, attraverso il Mar Rosso, arriveranno al Sinai dove Mosè riceverà le tavole della legge. Una marcia irta di difficoltà, affrontata grazie all’illuminazione della fede, che attraverso il Mar Rosso, guiderà gli ebrei alla Terra Promessa.

Suggestivi quadri corali e coreografie dinamiche sono stati gli ingredienti di uno spettacolo che ha reso omaggio a una delle pagine più emozionanti dell’Antico Testamento. Soprattutto, grazie ad una scenografia ad effetto (firmata dalla pittrice di scena Alessia Lucchetta) e ai costumi disegnati da Patrizia Castriota. “Si tratta di una storia che tocca il cuore e che commuove fino alle lacrime il pubblico, così come ci siamo emozionati noi nel costruire lo spettacolo – racconta la regista Patrizia Castriota – rispetto alle precedenti produzioni,  siamo cresciuti e ci siamo misurati con un testo scritto da noi”. Un musical originale e che si ispira al ritmo divertente e grottesco del film di animazione e ai quadri più classici del musical francese “I dieci comandamenti”. Ma il valore aggiunto della Compagnia Skanderberg  è nel dare largo spazio alla danza. Coreografie all’insegna della commistione di stili. Le coreografe Angela Tiesi e Lia Molinaro hanno montato pezzi di grande impatto in cui si sono mescolate la danza moderna e la contemporanea.

 

Una vera e propria fucina di talenti, la Scuola d’arte di Mirella Castriota. Giovani artisti che crescono di anno in anno. Così come il corpo di ballo della Compagnia Skanderberg, nata nel 1985. Nella storia del balletto calabrese fu la prima in assoluto che ad operare con il sovvenzionamento statale da parte del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Oggi, insieme a professionisti di fama internazionale ha ottenuto  notevoli riconoscimenti.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto dai nostri ragazzi- commenta Mirella Castriota- Quest’ultima produzione dimostra che sono migliorati artisticamente. Sono riusciti a portare, sulle tavole del palcoscenico, lo spirito originale dell’epopea biblica”.

Un debutto che promette bene per i giovani artisti diretti dalla regista Castriota che continua: ”Nei prossimi mesi, abbiamo intenzione di girare – annuncia – e proporre questa produzione nei festival e nei cartelloni estivi. Uno spettacolo su cui puntiamo e che ci darà, ne sono certa, grandi soddisfazioni”.