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‘ndrangheta, pm Dda: «Meccanismo per escludere concorrenza»

REGGIO CALABRIA – «Un perfetto meccanismo teso ad escludere ogni altra impresa fuori dagli “accordi” falsando così ogni regola di mercato»: così i magistrati di Reggio Calabria e Catanzaro hanno definito il sistema emerso dalle inchieste condotte dalla Guardia di finanza di Reggio e Cosenza nelle operazioni “Cumbertazione” e “Cinque lustri”, confluite stamani nel provvedimento di fermo a carico di 25 persone tra le quali personaggi anche molto noti nel mondo dell’imprenditoria, che avevano istituito un “cartello” invincibile per acquisire, secondo l’accusa, appalti e commesse pubbliche in Calabria e anche su altre zone del Paese. A illustrare i particolari dell’operazione sono stati i capi delle due Procure, Federico Cafiero de Raho e Nicola Gratteri, coadiuvati dagli aggiunti Gaetano Paci e Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri. «E’ il risultato – ha detto Cafiero de Raho – di una forte sinergie tra le Procure di Reggio e Catanzaro, che ha permesso, sul versante reggino, di individuare le responsabilità del gruppo Bagalà, appoggiato dal clan Piromalli, presente come impresa ad ogni gara d’appalto, come dimostrato in numerosi lavori programmati dal comune di Gioia Tauro, tant’è che due dei fermi riguardano proprio due tecnici di quel comune. Oltre alle offerte di gara concordate abbiamo riscontrato evidenti episodi di frode nelle pubbliche forniture e nel’esecuzione dei lavori». Per Nicola Gratteri, «le inchieste sono certificate da attente valutazioni e fonti di prova caratterizzate da una forte azione comune con la Procura di Reggio Calabria. Tutto ciò è stato possibile grazie alla tenacia della Guardia di finanza e del suo comandante regionale, che in Calabria ha messo a disposizione della magistratura autentiche elite di intelligence». Tra le opere al centro delle indagini dalla Dda di Catanzaro, anche la realizzazione di Piazza Bilotti a Cosenza ed il relativo parcheggio, l’aviosuperficie di Scalea ed una sciovia a Lorica, realizzate dall’impresa Barbieri. «Opere – ha sottolineato Gratteri – costruite da una medesima impresa legata apertamente e protetta dal clan Muto di Cetraro». Secondo quanto riferito dagli inquirenti in conferenza stampa, la realizzazione e l’esercizio per i successivi 25 anni del parcheggio di Piazza Bilotti avrebbe fruttato alle cosche quasi 80 milioni di euro di proventi. Tra le imprese sottoposte a decreto preventivo, figura anche la St Glo’bal, con sede legale in piazza Euclide a Roma e sede operativa a Varapodio.

Bancarotta fraudolenta, sequestrati beni per nove milioni di euro

REGGIO CALABRIA – Sette persone sono accusate di bancarotta fraudolenta, per aver distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte i beni di una società, causando un danno di rilevante gravità, ed avendo causato o con dolo o per effetto di operazioni dolose il fallimento della stessa. L’ordinanza, eseguita dalla guardia di finanza di Reggio Calabria prevede 3 persone agli arresti domiciliari e 4 con divieto di dimora. Il gip del tribunale di Palmi ha inoltre disposto il sequestro di 4 società e di conti corrente, riconducibili alle stesse persone per un valore di circa 9 milioni di euro. Dalle indagini sarebbe emerso che la società coinvolta, attraverso scissioni, realizzava diverse nuove imprese, trasferendo ad esse le principali attività aziendali, compresi beni e attrezzature, con il fine di depauperare il suo patrimonio. Nel corso delle attività investigative sarebbero stati individuati ingenti prelevamenti, tramite bonifici, destinati principalmente ai soci, per circa 3 milioni 500mila euro, ed in parte a società della stessa compagine. Sarebbero stati anche riscontrati consistenti prelievi di contante per 800mila euro. Da qui il dissesto della società principale e l’azzeramento del patrimonio sociale. Gli accertamenti dei finanzieri avrebbero anche permesso di individuare la “testa di legno”, cioè il rappresentante legale pro tempore della società, attraverso il quale i destinatari delle misure operavano come amministratori di fatto.

Gdf, 12 contestazioni per mancata trasparenza prezzi carburanti

COSENZA – A dodici impianti di erogazione di carburante è stata contestata l’omessa comunicazione del prezzo nel quadro di una serie di controlli condotti dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza. Nei confronti dei gestori degli impianti sono stati redatti verbali con la contestazione di sanzioni che vanno da un minimo di 500 ad un massimo di 3000 euro. Dal 16 settembre 2013, infatti, è obbligatorio per i gestori di tutti gli impianti di distribuzione di carburante dell’intera rete stradale comunicare al Mise, i prezzi praticati per tutte le tipologie di carburanti e per tutte le forme di vendita (con priorità per la modalità self service, se attiva durante l’intero orario di apertura), ai fini della loro pubblicazione sul sito “Osservaprezzi carburanti”. Tale comunicazione deve avvenire settimanalmente o, nei casi di aumenti anche a cadenza infrasettimanale.

Ricercato per ricettazione, arrestato un latitante

SCHIAVONEA (CS) – Su di lui pendeva un ordine di cattura, emesso il 29 ottobre scorso dalla procura di Pistoia, per ricettazione. L’uomo, un 55enne originario di Marina di Gioiosa Ionica, è stato arrestato dai finanzieri del Gruppo di Sibari nella tarda serata di ieri nel corso di un servizio di controllo del territorio nella frazione Schiavonea del comune di Corigliano Calabro. I militari hanno sottoposto ad accertamenti ed identificazione alcune persone e hanno deciso così di controllare una coppia, uomo e donna, che stavano camminando lungo una strada comunale scarsamente illuminata. Alla richiesta dei militari di fornire le proprie generalità, la donna ha mostrato la propria carta d’identità, al contrario l’uomo, pur dichiarando le proprie generalità, ha affermato di non avere dietro il documento. Da una serie di accertamenti nelle banche dati interforze, è emerso che il 55enne era latitante. L’uomo è stato arrestato mentre la donna, rumena, è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento personale.

Contraffazione, sequestrate 64 tonnellate di detersivo taroccato

CASTROVILLARI (CS) – Sequestrate 11,5 tonnellate di detersivo contraffatto, “copiando” il brand di una nota marca, 53 tonnellate di materie prime e un capannone industriale. Arrestate tre persone e due denunciate. E’ il bilancio dell’operazione “bianco di fino” messa a segno dalla guardia di finanza Rossano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che hanno scoperto e sequestrato un opificio industriale destinato alla produzione e confezionamento di detersivo contraffatto. I reati contestati sono: contraffazione, turbata libertà dell’industria e ricettazione. All’interno del capannone industriale i baschi verdi hanno scoperto, intenti ad effettuare la produzione e confezionamento del detersivo contraffatto, tre rumeni. Le successive perquisizioni hanno permesso di sequestrare: detersivo  contraffatto, migliaia di fustini già pronti per la commercializzazione, beni strumentali e materie prime utilizzate per la produzione della sostanza destinata alla vendita. Tra queste la “miscela” utilizzata: detersivo di qualità scadente, sale fino da cucina e attrezzature per il confezionamento dei falsi fustini. Le indagini hanno consentito di risalire anche alla rete distributiva: 7 regioni e 17 provincie italiane, consentendo ai finanzieri di togliere dalla circolazione e dal circuito di vendita in modo completo tutti i prodotti contraffatti.

Operazione “Natale sicuro”, sequestrate 27mila “bocche di fuoco”

COSENZA – Oltre 4 milioni di luci natalizie e ben 27mila “bocche di fuoco” sono state sequestrate dalla guardia di finanza di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Natale sicuro”. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno individuato alcuni locali dove, senza alcuna autorizzazione né precauzione, veniva tenuto il materiale pirotecnico. Ben 27.589 le “bocche di fuoco” sequestrate, pari ad oltre mezza tonnellata. I tre responsabili sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Inoltre, nel corso di alcuni controlli in negozi del cosentino, sono state trovate migliaia di confezioni contenenti oltre 4 milioni di luci non conformi ai requisiti di legge ed alla normativa comunitaria. I tre responsabili sono stati segnalati alle competenti autorità amministrative.

Evasione per oltre 4 milioni. Sequestrati conti e 44 automezzi nel cosentino

COSENZA – La guardia di finanza di Cosenza ha eseguito un decreto di sequestro per equivalente delegato dall’autorità giudiziaria di Castrovillari nei confronti di due persone, residenti nella provincia di Cosenza, per evasione di imposte sui redditi ed Iva pari a 4.539.000 euro. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno sottoposto a sequestro i saldi attivi di undici conti correnti e di sei rapporti bancari accesi in numerosi istituti bancari nazionali, quote societarie di una Srl del parmense, venticinque auto, sedici autocisterne per il trasporto di carburante, due automotrici e un motociclo. Il sequestro, spiega la guardia di finanza, scaturisce da una complessa indagine fiscale che ha consentito di smascherare una ditta individuale che formalmente risultava avere ad oggetto coltivazioni agricole, mentre, di fatto, commercializzava prodotti energetici denaturati per uso agevolato. I finanzieri hanno ricostruito la compravendita di ingenti quantitativi di gasolio ad uso agricolo la cui cessione, “in nero”, garantiva alla titolare e all’amministratore di fatto rilevanti guadagni. Inoltre, a fine anno, non veniva presentata alcuna dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e ai fini Iva né, tantomeno, venivano versate le dovute imposte. I due erano già stati denunciati alla procura della Repubblica di Castrovillari per omessa dichiarazione dei  redditi ed Iva, distruzione e occultamento di scritture contabili.

Esenzioni ticket sanità irregolari, controlli della Guardia di Finanza

CATANZARO – La Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito circa 90 controlli nei confronti di altrettanti soggetti benficiari di esenzione dal ticket sanitario, nell’ambito delle attività di contrasto agli illeciti in materia di spesapubblica svolta a tutela del bilancio regionale. L’attività ispettiva, condotta mediante l’utilizzo di banche dati tra cui l’elenco dei percettori di esenzione ticket fornito dalla Sogei, ha consentito di estrapolare i soggetti che nell’anno 2013 hanno beneficiato delle suddette esenzioni per motivi legati al reddito, all’età, alla condizione di disoccupazione per complessivi € 25.790,00. Tra questi, alcuni sono risultati titolari di un reddito superiore del 400% di quello dichiarato in sede di domanda. Dunque, ben il 70% dei controlli eseguiti mediante l’incrocio dei dati reddituali con quelli dichiarati in sede di presentazione della domanda di esenzione sono risultati irregolari. I soggetti in questione sono ora passibili di sanzioni amministrative per complessivi € 77.370,00, oltre al pagamento alla Regione Calabria del contributo sanitario evaso.

Traffico di droga e piantagione di canapa, due giovani patteggiano

COSENZA – Numerose piante di cannabis, coltivate in un terreno in una zona impervia nel Comune di Cetraro, sono state scoperte dalla Guardia di Finanza di Cosenza ed i responsabili sono stati denunciati e condannati. Nel mese di agosto i finanzieri, dopo aver percorso una serie di ripidi sentieri, facendosi largo tra la fitta vegetazione aprendosi qualche improvvisato varco tra i rovi, hanno scoperto una piantagione, con piante rigogliose ed attentamente curate, irrigata grazie anche all’utilizzo di un motore a scoppio perfettamente funzionante. Le piante ed il motore a scoppio venivano sottoposti a sequestro. Le indagini effettuate consentivano di individuare i soggetti responsabili dell’attività illecita, identificati in due cetraresi, nei confronti dei quali veniva effettuata un’attività di perquisizione, che consentiva di acquisire ulteriori importanti fonti di prova. Al termine delle indagini, gli autori del reato di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope” sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, che di recente ha depositato la sentenza di patteggiamento, condannando i due giovani alla pena di anni uno e mesi otto di reclusione e multa di 200.

Contraffazione, Gdf sequestra 3,5 milioni di prodotti per festa Halloween

COSENZA – I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, nel corso di una serie di interventi finalizzati a prevenire la commercializzazione di prodotti nocivi o pericolosi per la salute, predisposti proprio in occasione della festività di Halloween, hanno sequestrato 3.500.000 articoli, destinati alla vendita, carenti dei contenuti informativi minimi per il consumatore e contraffatti. L’operazione, denominata “Halloween-Sicura”, sviluppata nell’area urbana cosentina, ha permesso di individuare diverse società, gestite da cinesi, che ponevano in vendita articoli di Halloween pericolosi, importati dai paesi dell’area asiatica.

materiale-halloweenNel corso degli interventi i finanzieri hanno individuato milioni di capi ed accessori d’abbigliamento, da utilizzare prevalentemente per i travestimenti di Halloween, quali maschere, materiale vario di genere horror, oltre ad una serie di gadget, il tutto in un contesto non in linea non le prescrizioni previste dal Codice del Consumo. Oltre a questa tipologia di prodotti i finanzieri hanno individuato i primi modelli annuali di luminarie natalizie, che, essendo realizzati con materiali a basso costo o scadenti, espongono gli acquirenti al rischio di incidenti dovuti al surriscaldamento delle guaine protettive.  Le Fiamme Gialle hanno trovato anche giocattoli e stickers raffiguranti personaggi di fantasia, anch’essi in esposizione per la commercializzazione, che risultavano contraffatti, in quanto recanti illegittimamente marchi registrati. Gli articoli sequestrati, destinati prevalentemente ai consumatori più giovani, sono risultati potenzialmente pericolosi poiché gli acquirenti, indossandoli per i travestimenti, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee o altre malattie dermatologiche. A conclusione dell’operazione sono stati posti sotto sequestro tre milioni e mezzo di maschere ed altri accessori per i travestimenti di Halloween e sette persone sono state segnalate alle autorità amministrative competenti per l’accertamento delle violazioni. Una persona è stata denunciata per il reato di contraffazione.