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Sequestrato impianto abusivo per produzione di Pellet. Tre denunce

COSENZA – Trasformavano e confezionavano pellet senza alcuna autorizzazione. E’ quanto emerso da un controllo effettuato dai Carabinieri Forestale di Montalto e Cerzeto in un opificio in località Pezze, nel comune di Torano Castello.

All’interno di una azienda agricola veniva confezionato del pellet senza alcuna autorizzazione così come previsto dalla normativa.

L’azienda, come è emerso dal controllo effettuato, risultava autorizzata per la coltivazione di castagne e silvicoltura e non aveva le autorizzazioni previste dalla normativa ambientale per le emissioni in atmosfera. Una vera e propria fabbrica per la produzione di pellet, con tanto di impianti e materiali necessari per tale attività.

All’interno sono stati rinvenuti, confezionati, 5,5 tonnellate di pellet suddivise in 290 sacchetti  sulla cui etichetta era riportato la scritta “puro legno di faggio”, ed altri sacchetti privi di indicazioni e contenenti segatura di natura mista e legname di altre essenze meno virtuose per le loro relative qualità.

Si è quindi proceduto, come disposto dalla Procura della Repubblica di Cosenza, alla denuncia per frode commerciale e emissione in atmosfera senza autorizzazione dei due proprietari e del loro dipendente, oltre al sequestro dell’impianto di produzione e del materiale rinvenuto pronto per essere introdotto nel mercato.

‘Ndrangheta, maxi sequestro di beni nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Beni per circa un milione e mezzo di euro sono stati confiscati e sequestrati dalla Guardia di finanza a sei persone tra esponenti di spicco e prestanome di una cosca di ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Per tre di loro è stata anche disposta la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per quattro anni.

Il provvedimento di sequestro e confisca è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo.

Dalle indagini svolte è emerso che i beni nella disponibilità dei sei destinatari del provvedimento sono di valore del tutto sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati e al tenore di vita mantenuto.
La misura ha riguardato tre ville, delle quali una in corso di costruzione, tutte ubicate a Lamezia Terme, un terreno con annesso appartamento sempre nella città della Piana, e un terreno all’interno del quale è stata abusivamente costruita una villa, due moto e nove autovetture, una delle quali d’epoca.

Fonte Ansa

Attività extra professionali illegittime, nei guai due docenti della Magna Graecia

CATANZARO – Beni per oltre 1,3 milioni di euro sono stati sequestrati, a titolo di danno erariale, a due docenti dell’università Magna Graecia di Catanzaro. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro su disposizione della Procura regionale della Corte dei conti guidata da da Rossella Scerbo dopo l’operazione “Non lascio e raddoppio” condotta dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro.

L’importo costituisce il danno erariale che il sostituto procuratore regionale Davide Vitale contesta ai due professori per aver svolto sin dal 2012 attività professionale non autorizzata e per aver ricoperto incarichi esterni incompatibili con lo status di docente universitario “a tempo pieno”. Secondo l’accusa, i due docenti, al fine di eludere il divieto di svolgere attività professionali diverse e ulteriori, avevano anche qualificato gli incarichi incompatibili come generiche consulenze, sfruttando indebitamente la cosiddetta “legge-gelmini” del 2010.

Oriolo, sequestrato il centro di raccolta comunale dei rifiuti

ORIOLO (CS) – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Trebisacce, unitamente ai Carabinieri di Oriolo, hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro il centro di raccolta comunale dei rifiuti ubicato in località “Ponte Falce” nel Comune di Oriolo (CS), struttura utilizzata a supporto del servizio di raccolta “porta a porta” effettuato nel medesimo Comune.

La struttura, realizzata con finanziamenti pubblici, è ubicata in area vincolata paesaggisticamente, poiché a ridosso della sponda destra del torrente “Raia”. Al suo interno i militari operanti hanno riscontrato che era in atto una forma di gestione illecita di rifiuti, in quanto effettuata in difformità dai requisiti tecnico-gestionali previsti dalle norme vigenti in materia. In particolare sono state riscontrate varie irregolarità, sia per quel che riguarda l’assenza dell’obbligatoria cartellonistica e di personale addetto alla struttura, sia per quel che attiene le modalità con cui i rifiuti, di tipo pericoloso e non pericoloso, venivano raccolti e raggruppati al suo interno.

Inoltre all’interno del centro, esternamente ai cassoni scarrabili destinati a ricevere i rifiuti, erano presenti rifiuti di vario genere, direttamente sul suolo, rinvenuti in uno stato di degrado che evidenziava che da più tempo non avvenivano operazioni di rimozione, pulizia e disinfezione. Considerata l’attività illecita in atto, si è proceduto a sequestrare il sito, esteso per circa 850 metri quadri, i cassoni e i rifiuti presenti all’interno della struttura, e a denunciare alla Procura della Repubblica di Castrovillari i presunti responsabili.

Emettevano fatture per operazioni inesistenti, sequestrati beni a due imprenditori cosentini

PAOLA (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente di beni per un valore pari ad euro 226.522,40, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Paola – dott.ssa Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore dott. Pierpaolo Bruni e del Sostituto dott. Maurizio De Franchis, nei confronti di 2 imprenditori residenti nella Provincia di Cosenza, per evasione di imposte sui redditi.

Il sequestro, eseguito nei giorni scorsi, ha ad oggetto i saldi attivi di n. 3 conti correnti, fino a
concorrenza dell’importo sequestrato. Le Fiamme Gialle paolane hanno scoperto un sofisticato meccanismo di c.d. sovrafatturazioni, pari a oltre 800 mila euro, attuato da due imprenditori appartenenti allo stesso nucleo familiare e titolari di tre società operanti nel settore della “Fabbricazione e
commercializzazione di prodotti medicali”: due di diritto Italiano e una di diritto Albanese,
con sede a Tirana. Nel dettaglio, quest’ultima società acquistava beni da fornitori Cinesi e Pakistani, i quali spedivano la merce in Italia, con scalo al porto di Gioia Tauro (RC) e destinazione le sedi delle
società Italiane, che a loro volta la ricevevano in virtù delle fatture di vendita (gonfiate) emesse
nei loro confronti dalla stessa società Albanese. In sintesi la società Albanese (riconducibile ad uno degli indagati) acquistava dagli stessi fornitori extracomunitari la merce ad un determinato prezzo, che poi provvedeva a rivendere alle due società Italiane (riconducibili ad entrambi gli indagati), ma ad un prezzo pressoché raddoppiato e senza che la merce subisse processi di lavorazione. Con tali stratagemmi gli indagati traevano un indebito ed illecito vantaggio fiscale, rappresentato dal fatto che annotavano nelle contabilità delle società Italiane e indicavano nelle dichiarazioni presentate ai fini delle imposte sui redditi, l’intero importo delle fatture emesse dalla società Albanese, superiore a quello effettivo e reale, così aumentando i costi e diminuendo la base imponibile da sottoporre a tassazione. Il complicato meccanismo fraudolento triangolare è stato accertato dai Finanzieri all’esito di un laborioso esame della contabilità delle imprese e delle copie dei supporti informatici acquisiti nel corso delle attività investigative. Al temine delle indagini sono state denunciate 2 persone per i reati di “Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”, le quali con il sequestro disposto dal Tribunale di Paola vengono private di denaro per 226 mila euro. Prosegue l’attività da parte della Procura della Repubblica di Paola e della Guardia di Finanza calabrese a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti.

Maxi sequestro di giochi e addobbi natalizi nel cosentino

COSENZA – Oltre un milione di articoli, tra addobbi e giocattoli natalizi, privi dei contenuti informativi minimi sono stati sequestrati nell’ambito di una serie di controlli dalla Guardia di finanza di Cosenza che ha denunciato quattro persone, titolari di altrettanti esercizi di rivendita.

Le attività sottoposte a controllo, ubicate tra Cosenza città e la periferia, si erano rifornite di ingenti quantitativi di articoli a tema non conformi alle disposizioni normative vigenti e che avrebbero esposto i clienti a notevoli rischi. In particolare gli articoli tra decorazioni, addobbi, giocattoli, stickers, già posizionati sugli scaffali per la vendita, sono risultati privi di indicazioni relative alla provenienza, alle modalità di utilizzo, alle indicazioni merceologiche e all’eventuale presenza di materiali o sostanze pericolose. Altri ingenti quantitativi di articoli dello stesso tipo sono stati trovati all’interno di scatoloni sigillati e nascosti nei magazzini attigui agli esercizi controllati.

Fonte Ansa

Sequestrati circa 3 quintali di materiale pirotecnico nel cosentino

ROSSANO (CS) – La Compagnia Guardia di Finanza di Rossano, nell’ambito di un servizio finalizzato alla repressione delle violazioni nel settore della illecita detenzione e commercializzazione di fuochi pirotecnici, ha sequestrato, all’interno di un magazzino sito nel comune di Terravecchia (CS) 346,1 kg di materiale pirotecnico abusivamente detenuto e denunciato alla competente Autorità Giudiziaria un cittadino italiano.

Nello specifico, i militari, attraverso attività di intelligence e di controllo economico del territorio, hanno individuato, nelle campagne del comune di Terravecchia, un isolato magazzino da sottoporre a controllo atteso che erano state rilevate anomale movimentazioni di persone e mezzi. Ottenuta la presenza del proprietario i militari accedevano all’interno dell’immobile al fine di controllare l’eventuale presenza di materiale illecito. Nel magazzino venivano quindi rilevati numerosi scatoloni ammassati, contenenti materiale pirico e, pertanto, richiedevano l’esibizione della certificazione autorizzatoria per la
detenzione e la commercializzazione di detto materiale prevista dalla legge, del quale il
soggetto è risultato sprovvisto.

Tale autorizzazione, concessa direttamente dal Ministro dell’Interno, è richiesta al fine di tutelare sia l’ordine pubblico che la pubblica incolumità e di prevenire il rischio di infortuni e incidenti. Attesa l’assenza di tale autorizzazione a detenere il materiale pericoloso, venivano sottoposti a sequestro 550 pezzi tra batterie, sfere per mortai e grossi petardi, mentre il proprietario, un cittadino italiano ottantenne, è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari per i reati previsti e puniti dagli artt. 678 (che prevede l’arresto da tre a diciotto mesi e l’ammenda fino a 247 euro) e 679 (che prevede l’arresto fino a diciotto mesi e l’ammenda fino a euro 1.000.) del Codice Penale. Prosegue l’attività della Guardia di Finanza, in particolare nel periodo delle festività, nel contrasto al commercio illegale del materiale pirotecnico al fine salvaguardare il rispetto delle
regole e della legalità e tutelare i cittadini che rischiano di acquistare prodotti pericolosi e di
dubbia provenienza.

Fallimento Reggina Calcio, sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – Beni mobili e immobili per oltre 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria a Pasquale “Lillo” Foti e Giuseppe Ranieri, rispettivamente primo presidente del Cda e amministratore di fatto e amministratore unico pro-tempore della società Reggina Calcio spa, dichiarata fallita nel giugno del 2016.

Il sequestro è stato disposto dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura diretta da Giovanni Bombardieri. Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia economico – finanziaria grazie alla quale sarebbe emerso che Foti e Ranieri si sarebbero resi responsabili di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, omesso versamento di Iva, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa aggravata ai danni dello Stato.

I sigilli sono stati apposti a 69 immobili, tra terreni e fabbricati e partecipazioni societarie in quattro imprese e oltre alle disponibilità finanziarie.

Fonte e foto Ansa

Rende, sequestrato tratto del fiume Surdo, lavori senza autorizzazione

RENDE (CS) – I Carabinieri Forestale hanno posto sotto sequestro un tratto di 1.6 km del fiume Surdo.  Il sequestro è avvenuto nella giornata di ieri a seguito di una verifica dei lavori in corso lungo il tratto del Fiume che attraversa il Comune di Rende nelle località “Saporito” e “Linze”.

Sequestro effettuato dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cosenza con il supporto dei colleghi della Stazione di Aprigliano e il coordinamento della Procura della Repubblica di Cosenza. Si è accertato che sono in corso dei lavori di sistemazione dell’alveo effettuati attraverso l’utilizzo di pale meccaniche e ruspe con le quali è stata estirpata tutta la “vegetazione ripariale”presente, elemento importante dell’ecosistema fluviale.

Gli scavi effettuati hanno inoltre modificato il naturale corso  di deflusso delle acque con le conseguente modifica permanente dello stato originario dei luoghi.

I lavori sono stati effettuati in assenza di nulla osta paesaggistico ambientale su di un tratto di fiume classificato  nel vigente Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Calabria  a rischio inondazione con il massimo grado, R4. L’area interessata ai lavori, seppur posta marginalmente al centro abitato del comune di Rende, era composta da una rigogliosa vegetazione ripariale ed arbustiva, ora completamente sradicata, formata da salici, canneti di yucca, ed altre essenze tipiche di questo tipo di ecosistema dove trovavano riparo numerose specie di avifauna acquatica quali garzette, aironi e anatidi. L’area di cantiere, sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, è stata sequestrata a carico di una ditta edile che operava dietro appalto del Comune di Rende. L’ipotesi di reato è trasformazione permanente dello stato dei luoghi in assenza di autorizzazione paesaggistico ambientale e distruzione e deturpamento di bellezze naturali sottoposte a speciale protezione. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti riguardanti possibili irregolarità negli atti amministrativi.

Sequestrati kiwi di falsa produzione italiana provenienti dalla Grecia

LAMEZIA TERME (CZ) – Personale  dell’ispettorato  antifrode del Ministero per le politiche agricole ha sequestrato, nella mattina del 26 novembre 2018, un carico di 860 kg di kiwi fatti passare come produzione italiana, in realtà provenienti dalla Grecia.

Si presentavano succosi, verdi e dall’aspetto invitante, venivano venduti come provenienti da produttori locali mentre, invece, erano stati importati da un grossista di Lamezia Terme. 

Gli agenti anti-frode hanno inizialmente effettuato dei controlli all’interno di un’organizzazione di produttori di Gioia Tauro, visionando l’esatta tracciabilità del prodotto e verificando così che il frutto commercializzato per italiano in realtà avesse una diversa provenienza.

Successivamente hanno verificato che il carico di kiwi era stato a sua volta smistato una parte a Lamezia Terme e un’altra in Puglia. Il personale anti-frode dell’ufficio lametino è quindi risalito al grossista e hanno sequestrato il carico di kiwi.