La Cgil Cosenza per non dimenticare

Musicisti di Rovito con le testimoni della Shoah

COSENZA – Il racconto dei testimoni della Shoah agli studenti, l’incontro tra vecchie e nuove generazioni per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto, ma soprattutto per tramandare i valori della dignità delle persone e della solidarietà, per contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, ieri come oggi. Questo lo spirito della serie di iniziative organizzate a Cosenza per il “Giorno della Memoria” dalla Cgil e dallo Spi Cgil, insieme all’associazione Auser, alla Fondazione Museo Ferramonti, alla Rete universitaria Giorno della Memoria e con la collaborazione dell’Ambasciata d’Israele.

“Abbiamo deciso di organizzare queste iniziative nell’Ambulatorio medico senza confini “Adolfo Grandinetti” di Cosenza destinato ai migranti e ai rom, popolo oggetto di persecuzione nazista – spiega Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza -. Una scelta non casuale, perché siamo convinti che il razzismo e l’intolleranza dilaganti vanno contrastati con la cultura e con azioni concrete”.

Il primo dibattito, domenica sera, ha visto protagonista Lizzie Doron, scrittrice e testimone di seconda generazione della Shoah, che ha commosso il numeroso pubblico con i suoi ricordi di un’infanzia vissuta nell’immediato dopoguerra in un sobborgo povero di Tel Aviv. La mente della scrittrice è tornata ai silenzi della madre che non ha mai voluto narrarle nulla degli orrori vissuti, all’abitudine di chiamare i sopravvissuti con il numero tatuato nei lager, al ricordo di un medico che diede ai propri cani i nomi dei figli persi ad Auschwitz.

A fare da cornice alla storia di Lizzie Doron, le foto della mostra “Vedere l’Altro, vedere la Shoah”, con la giuria che ha assegnato il primo premio allo scatto “Andarsi incontro” di Valentina Cosco.

Lunedì mattina, migliaia di studenti hanno assistito alla deposizione di una corona di fiori nel campo di Ferramonti di Tarsia da parte di due prigioniere: Dina Friedman Smadar e Judith Itzkah che, nel pomeriggio, sono state protagoniste dell’ultimo appuntamento organizzato dalla Cgil in occasione del “Giorno della Memoria”. L’incontro è stata anche l’occasione per presentare la seconda edizione del “Premio Ferramonti”, organizzato dallo Spi Cgil Calabria. Il premio – ha evidenziato Vladimiro Sacco, segretario dello Spi Cgil Calabria – è destinato a giovani intellettuali calabresi e alle scuole e quest’anno prevede una terza sezione dedicata ai cortometraggi.

Accompagnate dalle note dell’orchestra dei giovani allievi dell’Istituto comprensivo di Rovito, spazio quindi al racconto di Dina Friedman Smadar. Una vicenda di violenza, ma pure di amore. I suoi genitori infatti si conobbero proprio al campo di Ferramonti dove nacque la stessa Dina Friedman Smadar. “Difficile scegliere un episodio da narrare, tutte le storie che ho sentito e che ho vissuto in famiglia sono ugualmente emozionanti” ha detto. Judith Itzkah è nata a Napoli e successivamente, a 17 giorni, è stata internata con la mamma al Campo di Ferramonti dove rimase per tre anni. “Allora ero una bambini e di Ferramonti ho principalmente dei ricordi visiti – ha sottolineato -. Attraverso le foto di famiglia e delle ricerche ho ricostruito la nostra vicenda. Siamo vivi solo perché siamo stati internati a Ferramonti e non in altri campi”.

Molto toccante il racconto di Mario De Simone: “I tedeschi chiesero a un gruppo di bambini di fare un passo in avanti se avessero voluto vedere la mamma. Venti piccoli si fecero avanti, tra questi mio fratello Sergio. Questi venti bimbi furono richiusi nel campo di Amburgo e sottoposti a esperimenti sulla tubercolosi. All’arrivo degli alleati furono uccisi e bruciati. Mia madre è morta nella convinzione voluta che mio fratello fosse vivo”.

Michele Gravano, segretario della Cgil Calabria, ha fatto un parallelo tra la violenza di ieri e quella di oggi, tra i venti bambini uccisi e bruciati e il piccolo Cocò. “Di fronte a questa violenza non possiamo chiudere gli occhi” ha affermato con forza.

Raccolta differenziata, da domani parte il servizio in una nuova zona della città

COSENZA – Da domani, martedì 28 gennaio, il servizio di raccolta differenziata parte in una nuova zona della città.
Lo comunica Ecologia Oggi S.p.A., che gestisce il servizio di raccolta differenziata porta a porta, in collaborazione con il Conai.
Queste le vie nelle quali il servizio della raccolta differenziata avrà inizio a partire da domani:
LARGO DEI VISIGOTI
LUNGO BUSENTO
PIAZZA AMENDOLA
PIAZZA CAMPANELLA
PIAZZA CRISPI
PIAZZA MISASI
VIA ROBERTO CARUSO
VIA MILELLI
VIA GUGLIELMO NUCCI
VIA PASQUALE PERUGINI
VIA PICCIOTTO
VIA FRANCESCO PRINCIPE
VIA RIVOCATI
VIA ANTONIO SENSI
VIA SOMALIA
VIA VON PLATEN
VICO BUSENTO
VICO I RIVOCATI
VICO SAN NICOLA
VICO VALENTINI
VICOLO ISOLO

“Ecologia Oggi” invita i cittadini ad attenersi scrupolosamente alle brochure che è stata fornita.
Si inizia da stasera col depositare il RESIDUO  nel secchiello espositore grigio, a partire dalle ore 20.00.
Per eventuali informazioni si può telefonare ai seguenti numeri :800.40.05.06 – 0984/411975-0984/24685

Molinari del M5S interviene sull’Ex Polveriera di Ciccarello

ROMA – Francesco Molinari cittadino eletto al Senato del M5S interviene sull’Ex Polveriera di Ciccarello.

Ormai la nostra regione passa agli onori della cronaca solo ed esclusivamente per primati negativi, causati da una gestione sconsiderata della cosa pubblica in mano a persone evidentemente incapaci ovvero interessate a non far bene il proprio lavoro : ci si riferisce allo stato di abbandono in cui versa, nella città di Reggio Calabria, l’Ex Polveriera di Ciccarello, in passato considerata una delle più grandi discariche abusive di tutto il Meridione.

La bonifica di questa enorme superficie, già utilizzata da alcune famiglie rom come pattumiera di rifiuti pericolosi e sede dei loro commerci illegali, aveva fatto sperare che questa vicenda fosse ormai un problema del passato. E invece ci troviamo davanti al classico copione all’italiana dove i problemi, ignorati nella speranza che si risolvano da soli, riaffiorano come fantasmi del passato : i fantasmi di un vecchio Sud legato all’indolenza ed alla rassegnazione dei cittadini, aiutati in ciò da una classe politica pronta a cogliere l’occasione offerta dalla medesima sua negligenza – dolosa o colposa che sia – per sfruttare vecchie e nuove clientele nel mantenimento del proprio potere, fondato sulla subalternità del nostro popolo.

La mancata recinzione dell’area e l’assenza di un sistema di sorveglianza hanno fatto sì che quei pochi interventi fatti sull’area (oltre la rimozione delle strutture in lamiera che ospitavano quel commercio illegale) fossero completamente inutili, facendoci trovare punto e a capo.

L’Amministrazione comunale, diversamente occupata nella pessima gestione – con le ben note conseguenze – delle pubbliche risorse, non è riuscita – e non è una novità – a portare a buon fine le promesse fatte. Risultato? Oltre la perdita di tempo, un’ulteriore perdita di denaro pubblico.

Se si aggiunge il comportamento tutt’altro che virtuoso di coloro che usano l’area come discarica personale, luogo immondo al quale destinare materiali ingombranti smaltiti abusivamente piuttosto che secondo legge, il quadro desolante e stereotipato del Sud, delineato dai suoi detrattori, è completo e difficilmente redimibile.

Dove sono finiti quei progetti pensati dal Comune per la rivalutazione del territorio? Dov’è finito lo spirito critico e la consapevolezza della cittadinanza tutta ?

Ci farebbe piacere saperlo. Nel frattempo, noi del Movimento 5 Stelle, ci vogliamo affidare al Comitato spontaneo di Ciccarello che speriamo costituisca il nucleo di una lotta diretta ad un’urgente messa in sicurezza dei luoghi che veda coinvolti tutti i reggini e non solo le famiglie che sono costrette a vivere vicino a questo stato di degrado. Occorre convocare subito un tavolo tecnico al quale prendano parte tutti gli Enti coinvolti ma, soprattutto, che coinvolga attivamente la cittadinanza.

È ora che tutti i calabresi si impegnino affinché la Calabria si possa far notare per i suoi meriti e non per le sue mancanze.

 

Commissione attività economiche esamina problematica mercato di Lungo Busento

COSENZA – La problematica del mercato del venerdì, ubicato da più anni sul Lungo Busento, è stata al centro di una seduta della Commissione attività economiche e produttive del Comune di Cosenza. La seduta è stata convocata dal Presidente della Commissione Luca Gervasi, su proposta del consigliere comunale Marco Ambrogio.
Alla discussione in commissione, svoltasi alla presenza di numerosi commercianti che operano all’interno del mercatino del venerdì, il Presidente Gervasi aveva invitato a partecipare anche l’Assessore alla crescita economica urbana Nicola Mayerà.
L’Assessore Mayerà ha confermato la propria disponibilità a risolvere i problemi relativi alla permanenza del mercatino sul Lungo Busento, sottolineando come le preoccupazioni maggiori riguardino la sicurezza dei  luoghi e dei cittadini, nonché  la necessità di una maggiore razionalizzazione delle attività.
Nel corso della discussione sono intervenuti alcuni commercianti.
Da loro è stata avanzata la proposta di aprire anche un mercato del mercoledì su Viale Mancini e uno domenicale nel centro storico. I commercianti hanno dichiarato la loro disponibilità a trovare una soluzione che garantisca la sicurezza di tutti.
L’assessore Mayerà ha inoltre evidenziato la possibilità di inserire oltre sessanta venditori su Lungo Crati, ribadendo come non si possa transigere su un problema particolarmente delicato come la sicurezza dei luoghi, specie in considerazione dell’attuale ubicazione del mercatino in prossimità di scuole e luoghi di cura.
Nel corso della seduta sono intervenuti i consiglieri Marco Ambrogio, Giovanni Cipparrone, Roberto Bartolomeo e Massimo Bozzo.
Su proposta di quest’ultimo è stato costituito un gruppo di lavoro, formato dai componenti della Commissione Consiliare e da una rappresentanza di commercianti, al fine di studiare la fattibilità di alcune proposte da avanzare all’Amministrazione Comunale.

Dodici richieste di rinvio a giudizio per truffa del Parco Romani

CATANZARO – Per una presunta truffa del Parco Commerciale Romani, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il pubblico ministero Carlo Villani hanno chiesto il rinvio a giudizio di dodici persone. Stando alle inchieste della procura di Catanzaro, sarebbero coinvolti personaggi illustri: l’ ex Presidente degli industriali di Catanzaro Giuseppe Gatto e l’ attuale della Calabria Giuseppe Speziali e l’ ex sindaco Pd Rosario Olivo.

Quintieri sul caso Ricco: “Il carcere di Siano andrebbe immediatamente chiuso”

CATANZARO – Apprendo dalla stampa le dichiarazioni rilasciate dal Dottor Antonio Montuoro, Referente della Sanità Penitenziaria dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, a seguito della visita ispettiva effettuata, nei giorni scorsi, presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro sita in Località Siano. Nello specifico, il Dottor Montuoro, non ha fatto altro che rendere pubblica la relazione del 20/01/2014 che è stata redatta dal Medico Penitenziario ed inviata alla Seconda Sezione Penale della Corte di Appello di Catanzaro in riferimento alle condizioni di salute del detenuto Alessio Ricco. Inoltre, coglieva l’occasione per rappresentare all’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato Pd, che “pur in presenza di una situazione difficile della sanità calabrese, sottoposta ai vincoli del piano di rientro, vi è una particolare attenzione dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro per la medicina penitenziaria, per il bisogno della salute dei detenuti, espressi o inespressi.” precisando che “l’assistenza sanitaria a favore dei detenuti viene quotidianamente fornita all’interno degli Istituti Penitenziari ricadenti nell’ambito territoriale, ed all’esterno del carcere, in caso di necessità, per l’attività specialistica non altrimenti eseguibile in sede intramuraria o per ricoveri ospedalieri. Nella nostra azione portiamo sempre nella mente e nel cuore l’Art. 32 della Costituzione : “La Repubblica garantisce la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità e garantisce cure gratuite agli indigenti.”. Mi sarebbe piaciuto che il Dottor Montuoro dicesse qualche parola sulla preoccupante ed illegale condizione strutturale ed igienico – sanitaria in cui versa, ormai da diverso tempo, la Casa Circondariale di Siano oppure sulla vasta colonia di topi che ha invaso gli spazi detentivi interni ed esterni nonché i posti di servizio del personale di Polizia Penitenziaria (circa 50 Agenti Penitenziari sono dovuti assentarsi dal servizio per “problemi gastrointestinali”), sulla mancata apertura del Centro Diagnostico Terapeutico (34 posti), sull’alto tasso di sovraffollamento esistente (157%) ed altro ancora. La sua “difesa d’ufficio” si è limitata all’operato dei Medici che, peraltro, a mio avviso, non è stato così efficiente come lui sostiene.

Nei giorni scorsi, del resto, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario anche il Presidente Vicario della Corte di Appello di Catanzaro Dottor Bruno Arcuri, ha evidenziato lo stato allarmante degli Istituti Penitenziari calabresi facendo particolare riferimento proprio alla Casa Circondariale di Catanzaro. Secondo l’alto magistrato l’Asp di Catanzaro ha sospeso tutti gli incarichi specialistici, lasciando quindi l’Istituto senza assistenza psichiatrica, cardiologica, neurologica, odontoiatrica, urologica e pneumologia. Non si è realizzato, per quanto annunciato da tempo, il reparto destinato alla degenza dei detenuti nel policlinico universitario. Ormai da anni si attende l’apertura del Centro Diagnostico Terapeutico con 34 posti.
Mi sembra che, quanto affermato dal Presidente Vicario della Corte di Appello di Catanzaro, smentisca nella maniera più categorica le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Referente della Sanità Penitenziaria dell’Asp di Catanzaro. Altro che “particolare attenzione dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro per la medicina penitenziaria, per il bisogno di salute dei detenuti, espressi o inespressi” !!!

Venendo poi al caso di Alessio Ricco ebbene evidenziare che dal 9 di agosto è stato visitato dallo specialista reumatologo il 10 ottobre (dopo 63 giorni) che ha chiesto di rivedere il paziente dopo 20 giorni previa sospensione dei cortisonici somministrati ed effettuazione di ulteriori accertamenti diagnostici (esami di laboratorio e radiologici). Tali accertamenti sono stati effettuati, rispettivamente il 31 ottobre ed il 16 novembre ed in data 4 dicembre (dopo altri 55 giorni) il Ricco è stato inviato nuovamente in visita dal reumatologo ma senza la documentazione sanitaria per cui, prima di diagnosticare la patologia e quindi la terapia da svolgere, veniva richiesto alla Direzione del Carcere di visionarla. Dal 4 dicembre al 19 gennaio (sono passati altri 47 giorni) questi documenti non sono stati consegnati allo Specialista Reumatologo. Soltanto il 20 gennaio, il giorno seguente la visita ispettiva, il Medico Penitenziario ha contattato telefonicamente lo Specialista dicendogli che, a breve, avrebbe ricevuto quanto richiesto affermando che “purtroppo per una serie di circostanze sfavorevoli (festività natalizie e successiva malattia di chi aveva il compito di recapitarle al reumatologo) non sono arrivate all’attenzione dello specialista causando un ritardo.”

In definitiva, il Ricco ha dovuto attendere 165 giorni (circa 5 mesi), prima di veder diagnosticata e ricevere una cura efficace (al di la della somministrazione dei cortisonici e degli antinfiammatori) per l’artrite reumatoide, una malattia molto veloce che riduce pesantemente la qualità della vita di chi ne soffre provocando danni irreversibili. Non c’è dubbio che questo “ritardo” abbia contribuito a peggiorare le condizioni del Ricco perché una diagnosi tempestiva con una terapia farmacologica appropriata avrebbe contrastato la progressione della malattia che se non viene adeguatamente trattata ha esiti altamente invalidanti.

E, probabilmente, se non ci sarebbe stato il clamore sollevato da Pd e Radicali il detenuto Alessio Ricco ancora starebbe aspettando in cella che il “fattorino” recapitasse le sue radiografie allo Specialista in Reumatologia. A nulla sarebbe servito anche lo sciopero della fame ed il rifiuto della terapia praticato dal detenuto dal 15 al 18 gennaio posto che non è stato convocato e ascoltato da nessuno come dallo stesso riferito durante la visita ispettiva.

La Casa Circondariale di Catanzaro, a mio avviso, andrebbe immediatamente chiusa per le notorie criticità strutturali ed igienico sanitarie già ampiamente evidenziate che costituiscono per i detenuti un trattamento inumano e degradante severamente proibito dal diritto interno, comunitario ed internazionale, per il quale lo Stato Italiano è stato già pesantemente condannato dalla Corte per i Diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa

Emilio Enzo Quintieri (Radicali Calabria)


Finanziamento regionale per la provincia di Catanzaro

CATANZARO – La Regione Calabria ha concesso un finanziamento di 700 mila euro alla provincia di Catanzaro. La somma potrà essere spesa per mettere in sicurezza il fiume Alì, le infrastrutture ad esso aderenti e la strada provinciale 25 distrutta da un’ alluvione novembrina (che ha causato pure una crisi idrica). Esiste un progetto di risananamento. Ogni punto è stato messo nero su bianco dai tecnici della Provincia e dai tecnici della Sorical, i quali hanno chiesto venti milione di euro, molti di più rispetto al finanziamento regionale.

Il Commissario provinciale Wanda Ferro ha ringraziato l’ Assessore ai Lavori Pubblici Pino Gentile, l’ ingegnere Floriano Siniscalco e i tecnici regionali. Ha poi affermato che: “con il primo intervento della Regione si riuscirà a dare un minimo di sollievo ai disagi dei cittadini che, dopo l’alluvione di Novembre, sono stati costretti ad affrontare pesanti difficoltà nei collegamenti verso il capoluogo e non solo”.

I sindaci della Presila e il primo cittadino catanzarese Abramo avranno un faccia a faccia con Pino Gentile. Lo scopo sarà pianificare un lavoro che non guasti le opere artistiche, i luoghi e la salute dei cittadini.

Scaricare gratuitamente oltre 1.500 e-book, lo comunica Caligiuri

CATANZARO – L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha comunicato – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale – la possibilità di scaricare gratuitamente oltre 1.500 e-book disponibili sul sito del Polo Regionale delle Politiche Pubbliche sulla Lettura: www.bibliotechecalabria.it. “Al di la’ di ogni aspettativa – ha detto l’Assessore Caligiuri -, la Calabria e’ la terza regione d’Italia come lettura dei libri elettronici. Appunto per questo mettiamo a disposizione di tutti gli studenti un servizio gratuito di grande significato”. Basta semplicemente iscriversi e si possono scaricare sia testi classici che di autori contemporanei. Caligiuri ha inviato una lettera a tutti i dirigenti scolastici della Calabria per informare di questa opportunità, in modo che possano trasferirla a tutti i rispettivi studenti. A tale riguardo c’e’ anche la piena collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Ministero della Pubblica Istruzione, che tramite la Direzione Generale per gli studenti ha condiviso questa iniziativa. Un’ulteriore sollecitazione e’ stata rivolta ai sindaci delle citta’ calabresi per coinvolgere le rispettive comunita’ e principalmente le biblioteche comunali. L’Assessore Caligiuri ha inoltre dichiarato che “bisogna parlare il linguaggio dei giovani anche per promuovere la lettura e quindi accanto ai libri di carta occorre aggiungere anche i libri digitali, sotto la sapiente ed indispensabile guida degli insegnanti”. Per qualunque informazione può fare riferimento al Polo Regionale info@bibliotechecalabria.it oppure al 339.6563605.

Latitante rintracciato grazie a Facebook

GERMANIA – Antonio Virgara, 39enne originario di Platì ricercato dai Carabinieri di Milano perchè destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, è stato ritrovato in Germania dove lavorava come pizzaiolo in un locale di propietà del clan calabrese Giorgi.

I Carabinieri sono riusciti ad individuarlo perchè Virgara si è autotradito pubblicando un messaggio sul social network Facebook.

Fiaccolata per le vittime dell’ omicidio di Cassano

COSENZA – Domenica mattina, in un’ automobile abbandonata a Cassano Ionio, sono stati rinvenuti tre cadaveri carbonizzati: quelli di un sorvegliato speciale, di una ragazza marocchina e del nipote (di anni tre). Le tre vittime della brutalità, scomparse giovedì scorso, saranno onorate domani da una fiaccolata. Gli inquirenti temono ripercussioni e perciò hanno disposto il trasferimento delle sorelline e dei cugini del bambino ucciso.