Dietrich Bonhoeffer: un uomo oltre la teologia

Bonhoeffer Nel pomeriggio di ieri 28 dicembre, si è tenuto, a Cosenza, presso la chiesa Valdese di Corso Mazzini, un incontro di riflessione sulla figura di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano del secolo scorso.

L’appuntamento è stato organizzato dal Gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) e dall’associazione “Sentiero Nonviolento”, due realtà attive in città da oltre dieci anni legate, come evidenziano le stesse denominazioni, alle tematiche dello scambio interreligioso, la prima, e della nonviolenza la seconda. Due organizzazioni che in questa occasione hanno voluto far convergere i propri interessi su una figura che ben incarna lo spirito ecumenico ed il rispetto della dignità dell’uomo.

Nato in Polonia nel 1906, Bonhoeffer è una delle voci più rappresentative della teologia e dell’ecumenismo del novecento. Fu un protagonista attivo della resistenza al nazismo, nonché uomo dalla personalità poliedrica e affascinante, prima ancora che religioso critico e credente “scomodo”. Un’esistenza divisa tra cielo e terra, tra la dedizione a Dio e la profonda compassione per gli uomini. Si può considerare uno dei pochissimi uomini di chiesa che abbia avuto il coraggio di “sporcarsi le mani” nell’attività politica, in un periodo storico e in un contesto così difficile quale quello della Germania hitleriana. Scelta che gli costò la vita. Morì infatti nel campo di concentramento di Flossenbürg il 9 aprile 1945, impiccato per alto tradimento, accusato di cospirazione nei confronti del Führer.

Il confronto tra gli intervenuti, in pieno spirito ecumenico ha coinvolto profondamente anche il pubblico presente. Dopo i consueti saluti, l’introduzione di Franco Viapiana, membro della Chiesa Valdese di Dipignano, accompagna il pubblico alla scoperta dell’eclettico Bonhoeffer: la sua intensa attività di viaggiatore che stimola l’apertura all’ecumenismo, la scelta difficile ma consapevole della collaborazione alla cospirazione contro Hitler, la solidità nella fede, il rispetto per le diversità e soprattutto la grande importanza dell’amicizia.

Seguono gli interventi di don Giacomo Tuoto, vicario episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, su “Bonhoeffer uomo di fede”; di Vincenzo Altomare dell’associazione “Sentiero Nonviolento” sulla relazione fede e lotta all’ingiustizia con un chiaro e diretto riferimento a Gandhi; di papas Pietro Lanza, parroco della Chiesa Greca del Santissimo Salvatore di Cosenza e rettore del seminario, che ha insistito sulla figura del vero cristiano e sull’eterna lotta tra oppressi e oppressori; di Carlo Antonante, membro dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, sull’esperienza del monaco buddista Makiguchi che ha pagato con la vita l’opposizione alla militarizzazione giapponese. Ha concluso l’incontro Beniamino Viapiana, membro della Chiesa Valdese di Dipignano, mettendo in risalto ancora una volta la figura di Bonhoeffer come uomo di ecumenismo e lodando iniziative come questa per la capacità di mettere in rete la ricchezza delle diversità dei culti.

L’appuntamento segue la proiezione del film “Bonhoffer” di Eric Till (2000), tenutasi il 10 dicembre scorso nei locali del Centro Socio Culturale “V. Bachelet” di Cosenza. Una sorta di cineforum in più tappe che ha il merito di aprire numerosi interrogativi sulla coerenza delle scelte che ciascuno fa rispetto alla storia del proprio tempo.

Il dibattito ha dato modo di approfondire la teologia di Bonhoeffer, ma soprattutto di verificarne l’attualità in rapporto alla crisi di valori che attraversa la società moderna ed anche rispetto al ruolo ricoperto dalle Chiese. Partendo da una figura intensa e significativa come quella presentata, l’incontro ha dato ai presenti l’opportunità di riflettere sulla necessità continua di testimoni ed esempi veraci di coraggio. «Le sue provocazioni ci scuotono dal torpore della nostra fede, dall’ipocrisia di una religione spesso vissuta solo per tradizione, senza anima e senza cuore, senza partecipazione, mettono a nudo il nostro cristianesimo poco credibile e la nostra mancanza di coerenza: annunciamo il Vangelo (se e quando lo facciamo) ma non lo testimoniamo, anzi spesso la nostra vita è una contro testimonianza rispetto ai principi evangelici. Quella che sogna Bonhoeffer – conclude Maria Pina Ferrari, membro del Gruppo SAE – è, invece, una Chiesa veramente profetica, che cammina accanto agli uomini del proprio tempo, condividendone gioie, dolori, speranze, lotte»

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Le parole di Brunori

COSENZA – La rassegna culturale “Portobello e illusioni – Pensieri e Parole per un’Italia desta” è riuscita a bissare, grazie soprattutto alla entusiasta collaborazione tra le associazioni Sporco Impossibile, Picicca Produzioni e la Provincia di Cosenza, memore dello straordinario successo della scorsa edizione.
Una due giorni (27 e 28 dicembre) che vede l’alternarsi di musica d’autore, mostre e soliloqui teatrali, un imperdibile appuntamento culturale ma anche solidale, dal momento che la manifestazione si fa portavoce e sostenitore dell’operato del Comitato Unicef cosentino.
Indiscussa guest star della kermesse è Dario Brunori meglio conosciuto come Brunori Sas.
Non c’è molto da discutere, questo è senz’altro la sua annata migliore. Dopo aver conquistato molti con il suo primo lavoro Vol.1 nel 2009, a distanza di due anni precisi con l’album Vol.2 – Poveri Cristi può vantare di aver conquistato veramente tutti.
E’un cantautore neorealista per eccellenza, grande narratore di storie, le parole la sua unica e sola forza, ogni pezzo è frutto dell’armoniosa successione di accordi che solo una chitarra acustica può generare, ogni canzone sa di realmente vissuto, un vissuto popolare, spesso autobiografico, racconti di persone comuni che trovano nella rinuncia, la forza di ricercare sempre un riscatto che possa condurli verso una vita migliore.
Ieri martedì 27 Dicembre Brunori Sas è riuscito ancora una volta a riempire l’auditorium Guarasci del liceo classico cosentino Bernardino Telesio. A fargli da apripista sono stati un’eccentrica e giovanissima artista di nome Maria Antonietta e Antonio DiMartino musicista indie rock palermitano.
Fuori si gelava, c’erano meno di 2 gradi, eppure dentro l’auditorium sembrava quasi di essere su una spiaggia, magari quella della sua Guardia Piemontese, gli accendini in cielo, qualche bacio fugace sulla melodia di “Fra milioni di stelle”, ma è stato difficilissimo non saltare su dalla sedia quando, abbracciato alla sua fedelissima chitarra, Brunori ha fatto partire le prime note di “Rosa”.
Immancabili tra una poesia e un’altra i suoi esilaranti aneddoti familiari, che infondo sono un po’ anche nostri, forse proprio per questo ci fanno sorridere così tanto.
Brunori non ci delude mai, in giro per l’Italia continua a riscuotere tutte le volte un incredibile successo di pubblico e critica, e noi non possiamo che essere sempre più orgogliosi di sapere che una delle eccellenze cantautorali contemporanee sia proprio un nostro conterraneo.

Gaia Santolla

Apriamo le porte alla cultura

21 DIC 2011 – E’ stato inaugurato nei giorni scorsi il Museo delle Arti e dei Mestieri che ha trovato sede all’interno dello storico palazzo della Fondazione Carical, in Corso Telesio 17.Il palazzo in questione è stato acquisito dalla Provincia di Cosenza, impegnata da tempo nel recupero e nella rivalutazione degli edifici storici della città.
“Cosenza preziosa – Arti orafe cosentine in mostra” ha dato l’avvio a questo interessante progetto che combina innovazione e tradizione.
Le teche, allestite in egual modo per tutti i partecipanti al fine di garantire equità ed omogeneità, rimarranno esposte fino al 22 gennaio 2012; quest’ultime attualmente contengono manufatti orafi ma, di volta in volta, ospiteranno altri oggetti preziosi legati anche all’arte tessile, alla liuteria, alla ceramica e al legno.

Alla realizzazione dell’evento hanno anche contribuito alcuni enti tra cui: CNA, Casartigiani e Confartigianato.A tagliare il nastro di apertura è stato il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio affiancato da altre presenze quali il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e Giovanni Latorre Rettore dell’Università della Calabria; assente, invece, Mario Caligiuri assessore regionale alla Cultura e ai Beni Culturali.Sono 16 i maestri orafi della provincia di Cosenza che hanno deciso di usare il museo come vetrina per valorizzare i propri lavori e il proprio mestiere, molti dei quali tra l’altro, avevano già preso parte all’edizione precedente della mostra.
Quest’anno, oltre ad esaltare le opere degli orafi veterani, si è anche deciso di allestire all’interno del museo un piccolo spazio dedicato ai giovani emergenti, dando loro l’opportunità di esprimere le proprie abilità e il proprio estro.

Alcuni di questi giovani provengono direttamente dall’Accademia orafa di Acri, altri portano avanti il nome dell’azienda di famiglia altri ancora, invece, sono stati proposti e sostenuti dagli stessi orafi.All’interno del Museo delle Arti e dei Mestieri è stato anche concepito un piccolo laboratorio in cui, durante tutto il periodo dell’esposizione, alcuni orafi illustreranno le varie fasi di lavorazione di un gioiello.Nell’ultima settimana, invece, il laboratorio sarà tenuto dallo scultore Eduardo Bruno.

Per l’allestimento della mostra è stato essenziale il tocco raffinato ed elegante della signora Rosetta Scaravello che ha ben espresso il valore della mostra, “Sono sbalordita, ha affermato, c’è una produzione eccellente e mi piacerebbe che ciò varcasse i confini regionali”.
Opere uniche, magnifiche e maestose illuminano il palazzo della Carical, manufatti che tramite la loro bellezza palesano saperi e conoscenze che si sono tramandati da generazione in generazione trasformandosi poi in patrimonio culturale comune.

La mostra potrà essere visionata fino al 22 gennaio 2012, il museo pertanto rimarrà aperto tutti i giorni dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00 tranne i giorni festivi del 24, 25, 26 dicembre 1 e 2 gennaio; l’ingresso è gratuito.

Annabella Muraca

“Profumo di zagara”: oltre le diversità

Locandina Profumo di zagaraDomenica 18 dicembre, a Locri, presso il teatro del centro Salesiani è andato in scena “Profumo di zagara”, spettacolo realizzato dalla cooperativa sociale “Arcadinoè” di Cosenza.

Lo spettacolo giunge a Locri dopo le due esibizioni tenutesi a Cosenza presso il Teatro Morelli e il Teatro dell’Acquario nell’ambito della programmazione “Famiglie a teatro”.

La storia si ispira liberamente alla vita di Bakhita, santa di origini sudanesi vissuta tra il 1869 e il 1947, venduta come schiava più volte nel corso della sua vita. É lo spunto per creare un interessante parallelismo con le nuove forme di schiavitù e dare voce alla storia di tanti immigrati contemporanei che affrontano disagi e difficoltà per cercare una vita migliore e si ritrovano invece a lavorare nei campi in condizioni disumane.

Nella rappresentazione infatti Bakhita viene “attualizzata” e collocata negli aranceti della Calabria, accanto a fratelli e sorelle sfruttati nella raccolta degli agrumi. Da qui il titolo “Profumo di zagara”: quello che i fiori sugli alberi perdono per risvegliare le coscienze dei padroni in un percorso di riconoscimento dell’altro e di rispetto e accoglienza delle differenze.

Oltre venti gli attori in scena, tra volontari e operatori della cooperativa e i ragazzi diversamente abili che partecipano alle attività dell’Arcadinoè.

In sala presente, tra gli altri, anche il vescovo della diocesi Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, che al termine della serata ha voluto porgere un caloroso saluto ai presenti e un sentito ringraziamento agli attori. Augurando un vivace e positivo proseguimento dell’impegno profuso dagli operatori e dai volontari della cooperativa, ha voluto sottolineare quanto sia importante, soprattutto per i cristiani, affiancare alla difesa della vita un coraggioso accompagnamento della vita stessa nelle difficoltà. “Non si può professare un’ostinata contrarietà all’aborto se non ci si impegna a sostenere le famiglie nel faticoso compito di crescita ed educazione dei figli, soprattutto quando la vita è fragile.” Parole forti che suonano da un lato come monito e dall’altro come una doverosa messa in evidenza del lavoro svolto quotidianamente dalla cooperativa “Arcadinoè” e da tutti coloro che decidono di mettersi a servizio degli altri.

La cooperativa sociale “Arcadinoè” nasce nel 2009 come strumento di accompagnamento e sostegno per persone con disagi fisici, psichici e sociali, in una dimensione comunitaria, ma ha alle spalle un lungo percorso di volontariato, quasi ventennale, nell’ambito della disabilità. L’esperienza prende avvio infatti grazie ad un gruppo di volontari operanti nel centro storico della città brutia, prima attraverso attività di tipo ludico-culturale, poi spostando l’attenzione anche verso la creazione di reali opportunità lavorative per coloro che risultano spesso emarginati dalla società.

Oggi gli obiettivi dell’organizzazione proseguono sulla strada del riconoscimento delle diversità e della valorizzazione delle unicità di ciascuno, pur nella difficoltà di forme più o meno gravi di disagio. E si strutturano principalmente nei settori dell’accoglienza e dell’agricoltura sociale.

Nelle serre allestite in località Vadue di Carolei (Cs) infatti si realizzano cicli completi di produzione di frutta, verdure e ortaggi, seguendo il naturale andamento della stagionalità dei prodotti, a cui si affianca la preparazione delle conserve. Un’altra interessante attività finalizzata al benessere dei ragazzi è inoltre quella dell’ippoterapia.

La attività di accoglienza sono molteplici e variegate: da quelle scolastiche con percorsi di apprendimento personalizzati ai laboratori artigianali in cui si lavora la ceramica, i tessuti, il legno, passando per le attività sportive (nuoto, passeggiate, escursioni in montagna) e per il laboratorio teatrale da cui scaturisce l’esperienza dello spettacolo “Profumo di zagara”.

Mariacristiana Guglielmelli

Acquisti di Natale: avvertenze per i giocattoli

giocattoliTra crisi economica ed interventi restrittivi della politica, come sarà il Natale 2011 degli italiani? Secondo i dati diffusi da Confcommercio ci sarà un calo del 2,4% di coloro che faranno regali: penalizzati i settori dell’editoria, dell’abbigliamento e degli elettrodomestici, mentre rimangono sempre in voga gli alimentari, i vini, i profumi, i cosmetici e i giocattoli. Novità rispetto al passato qualche cedimento del comparto tecnologico, anche se raddoppia la quota di consumatori che acquisterà il regalo su internet (oltre il 13%). Per far fronte alle spese di fine anno, salvaguardando la tredicesima in calo, si è disposti anche a ricorrere ai prestiti. Oppure a rivolgersi per gli acquisti al mercato cinese.

Tra le vetrine scintillanti di luci e di colori, i maggiori consumatori di questo periodo sono certamente i bambini, o meglio tutti coloro che devono perpetrare con i più piccoli la favola di Babbo Natale che porta i doni. C’è l’imbarazzo della scelta tra gli scaffali dei negozi o sulle bancarelle dei mercatini. Ogni desiderio sembra poter essere soddisfatto: per qualunque gusto e per qualunque tasca. Anche in periodo di crisi infatti non si può rinunciare alla felicità e alla sorpresa di un bambino che scarta il proprio pacchetto regalo. E trattandosi di oggetti che finiscono a stretto contatto con i bambini è necessario che gli adulti riservino un’attenzione particolare alle norme di sicurezza legate alla produzione e al commercio dei giocattoli.

Secondo l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) l’80% dei prodotti ludici importati nell’Unione europea sono di fabbricazione cinese e il 70% di quelli “pirata” che circolano in Europa è di origine cinese. Occorre quindi accertarsi del rispetto delle norme fissate dalla regolamentazione vigente per i giocattoli destinati ai minori di 14 anni. In particolare sulla confezione devono essere indicate, in lingua italiana, la marcatura CE (Conformità Europea), il nome del fabbricante o dell’importatore, l’indicazione dell’età dei destinatari, le avvertenze per l’utilizzo. Poiché la marcatura viene apposta sui giocattoli da produttori o importatori, essa dovrebbe certificare la rispondenza alle norme di sicurezza europea. Ma la stragrande maggioranza dei giocattoli proviene, come detto, dai Paesi asiatici dove la garanzia del rispetto delle norme europee lascia a desiderare. L’etichetta CE diventa quindi non garanzia di sicurezza ma semplicemente garanzia giuridica. “In Italia esistono degli organismi privati che effettuano test e rilasciano il relativo attestato, come per esempio, l’Istituto per il marchio di qualità (IMQ), che fa test sui giocattoli. Sottoporsi ai controlli degli Istituti non e’ obbligatorio per fabbricanti e importatori – avverte Primo Mastrantoni, segretario Aduc – per cui al consumatore, che paga salato un giocattolo per i propri figli, consigliamo di rimboccarsi le maniche e fare test autonomi, verificando, per esempio nelle bambole, la tenuta delle cuciture, dei bottoni, degli occhi e del tessuto.”

Un ulteriore suggerimento invece può essere quello di rivolgere i propri acquisti in una direzione che possa far felici sia i consumatori sia i produttori, preferendo ad esempio prodotti artigianali locali o afferenti i circuiti del commercio equo, che propongono oggetti realizzati rispettando non solo le vigenti norma di sicurezza, ma anche le condizioni dei lavoratori e l’ambiente. L’occasione dei regali di Natale può essere colta quindi anche come momento educativo per i più piccoli: prepararli a non essere solo consumatori passivi, ma cittadini consapevoli delle proprie scelte.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

Poste, Regione e Sanità siglato il patto

COSENZA – E’ stato sotto lo sguardo solenne di Alfonso Rendano che stamattina martedì 13 dicembre a Cosenza si è suggellato il protocollo d’intesa tra Poste Italiane e Regione Calabria per meglio favorire il diritto alla salute, attraverso l’attuazione di una serie di strategie volte alla facilitazione di tutte le prestazioni sanitarie.

All’incontro erano presenti il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che da bravo padrone di casa ha aperto la conferenza ringraziando tutti i presenti e sottolineando la centralità del senatore Antonio Gentile nell’ideazione e nella realizzazione di questo progetto, che ha come scopo ultimo quello di snellire il più possibile le procedure burocratiche, dal momento che il diritto alla salute passa anche attraverso questo aspetto.
E’stata poi la volta poi di Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell’Asp di Cosenza, che ha spiegato più nel dettaglio cosa prevederà nel concreto l’applicazione di questa intesa che sarà vigente già da gennaio 2012.
332 uffici postali che operano nel territorio calabrese saranno provvisti di uno “Sportello Amico” attraverso il quale sarà possibile prenotare tutte le visite mediche e pagare i ticket sanitari, inoltre a breve sarà disponibile anche il servizio che prevede l’invio per posta di tutta la documentazione sanitaria, quali referti medici, la consultazione on line del libretto sanitario e la consegna a domicilio dei farmaci. Ha continuato ricordando che la sanità calabrese viene sempre più spesso presa in considerazione per le sue tante anomalie ma è partendo da questa iniziativa che si può ricominciare a sperare, a reagire, realizzando una buona sanità e di valore.
Sulla scia di queste ultime parole di Scarpelli, il Presidente Scopelliti entra nella discussione ricordando i costanti sforzi della Regione per la realizzazione di un “modello sanitario vincente”. “Tra qualche giorno, ha continuato il Presidente, verrà organizzato persino un incontro con tutti i medici della provincia per delineare le strategie che si intendono perseguire al fine di rendere la Calabria migliore, partendo dal soddisfare l’urgente bisogno di azioni concrete che stanno alla base di una sanità fatta per bene”.
In rappresentanza delle Poste Italiane è intervenuto l’amministratore delegato Massimo Sarmi che, riferendosi all’iniziativa ha dato risalto all’aspetto avanguardistico della Regione Calabria rispetto al territorio nazionale. Infatti, ha sottolineato le Poste mettendo a disposizione la propria infrastruttura fisica, logistica e tecnologica agevola il dialogo tra cittadino e burocrazia diventando quasi una sorta di protesi naturale, di estensione della pubblica amministrazione.
L’incontro si è concluso dall’intervento del sen. Antonio Gentile, promotore del progetto, che ha evidenziato come questa sinergia sia la sintesi effettiva di una Calabria inedita, innovativa, costruttiva, una Calabria che si impegna attivamente nella lotta contro la sua faccia peggiore, ovvero quella della malasanità.

Gaia Santolla

La “Bella Addormentata”; l’apoteosi della danza

10 DIC 2011 – Lodevole l’iniziativa promossa dal Teatro Garden di Rende che, lo scorso 9 dicembre, ha aperto le porte alla più grande compagnia di danza classica, la più nota a livello internazionale, che in “punta” di piedi ha interpretato “La Bella addormentata”.Si tratta del Russian Ballet Moscow, “La Corona del Balletto Russo” fondato nel 1997, un’eccelsa compagnia che consta di un vastissimo repertorio: Giselle, Carmen, Coppelia, Il lago dei cigni, Lo Schiaccianoci, Biancaneve e via discorrendo (www.moscowballet.eu).

Tra questi ultimi compare anche “La Bella Addormentata” coreografata da Marius Petipa su musiche del compositore russo Peter Ilyich Tchaikovsky e ispirato alla celebre fiaba di Perrault.

Durante l’esibizione, tenutasi ieri sera, il pubblico è stato catapultato in un mondo nuovo, magico e fantastico popolato da fate che lottano contro la perfida maga per difendere la neonata Aurora, da principi, re e regine; insomma quel mondo da favola che tutte le bambine, almeno una volta nella vita, hanno sognato.

Possiamo dire che la platea ha assistito ad un balletto magnifico; bellissime e sempre coordinate le parti “corali”, grintose le sei fate, ingegnosa e divertente l’idea di far interpretare il ruolo della maga adirata non ad una donna ma ad un uomo, sfarzosi e curati nei minimi dettagli i costumi di scena, sbalorditivi i due solisti.

La prima ballerina Anastasia Kachaeva ha impersonato la principessa Aurora; leggiadra e soave, generosa con il pubblico grazie ad un’interpretazione e ad una mimica facciale naturale e mai forzata e, soprattutto, tecnicamente impeccabile sia nelle parti da solista sia durante i pax de deux (passi a due).Il ruolo del principe Désiré, invece, è stato interpretato dal primo ballerino Anatoly Emelianov; vigoroso, verace ed elegante, con grandi qualità fisiche e soprattutto con un’indubbia elevazione nei salti.Il ballerino si è dimostrato premuroso nei confronti della Kachaeva e delle sue esigenze, ed ha dimostrato una grande abilità nel partneraggio.

L’unica nota stonata, che si è protratta per tutta la serata, è derivata dalla location: il palco, infatti, era poco capiente ed eccessivamente costrittivo soprattutto per i ballerini uomini che hanno dovuto limitare, per quanto possibile, i grandi salti e prestare maggiore attenzione durante l’esecuzione dei manège, ossia ampi cerchi immaginari che vengono percorsi dal ballerino con dei giri o dei salti.

Dunque un grande plauso a tutti i danzatori che, nonostante le difficoltà sopraelencate, sono riusciti ad esprimere al meglio il proprio talento con caparbietà e, soprattutto, con tanta umiltà.

Dal vigoroso coinvolgimento del pubblico si è compreso che, ancora una volta, il Russian Ballet Moscow è riuscito a toccare gli angoli più remoti e nascosti dell’animo umano e questo perché il linguaggio del corpo comunica, emoziona e vale più di mille parole.

Annabella Muraca

8-11 dicembre: tornano le stelle di Natale dell’AIL

Stelle di Natale AILParte la campagna natalizia dell’AIL – Associazione Italiana contro le Leucemie – Linfomi e Mieloma. 4000 piazze italiane dall’8 all’11 dicembre saranno colorate di rosso, il rosso delle stelle di Natale che i volontari distribuiranno nel corso della manifestazione giunta alla sua 23° edizione.

In Calabria sono 136 le piazze che ospiteranno i volontari dell’AIL, dislocati principalmente nelle province di Cosenza e Reggio Calabria, dove hanno sede le sezioni provinciali dell’Associazione. Nella sola città dello Stretto sono sette i punti di raccolta: Piazza Camagna e Lungomare Falcomatà, gli esercizi commerciali Megatoys di Corso Garibaldi, Quiper in Viale Calabria e Via De Nava, centro commerciale Porto Bolero in Via Nazionale e Brico Center in Viale Calabria. Nelle altre città principali i gazebo si trovano a Catanzaro in piazza Prefettura, a Cosenza in piazza Kennedy, a Vibo Valentia in piazza Leoluca e presso l’ufficio sanitario di Corso Vittorio Emanuele III. Sul sito dell’Associazione (www.ail.it) è comunque possibile trovare tutte le zone in cui sono attivi i volontari con i banchetti.

Scopo principale dell’iniziativa è la raccolta di fondi per il finanziamento di progetti di ricerca e assistenza di alto valore scientifico e sociale, nonché per la realizzazione delle attività dell’Associazione che, da 40 anni, opera accanto ai pazienti nei reparti di ematologia. Nel 2010 sono stati raccolti complessivamente 7.080.558 euro. E in Calabria si è registrato un incremento rispetto all’anno precedente, con 193.607 euro.

Il contributo minimo di 12 euro, legato alle piantine, rappresenta un importante di gesto di solidarietà. Seppure la ricerca faccia passi in avanti rispetto alle terapie e alle diagnosi per i tumori del sangue, è sempre necessario il sostegno di tutti. I fondi raccolti sono impiegati dall’Associazione per sostenere la ricerca scientifica e finanziare il “Gruppo GIMENA” (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto). Ma AIL non è solo sinonimo di ricerca.

Un impegno rilevante dei numerosi volontari è soprattutto quello di far sentire la propria vicinanza ai pazienti affetti da leucemie, linfomi e mieloma. Oltre alla presenza rassicurante presso i reparti di ematologia, due servizi fondamentali offerti dall’associazione sono quelli dell’assistenza domiciliare e delle case-alloggio nei pressi dei centri di terapia. Ciò permette ai pazienti, nel primo caso, di ricevere le cure necessarie in un ambiente familiare e, nel secondo caso, di affrontare i lunghi periodi di cura lontano da casa assistiti dai propri familiari, contribuendo a riacquistare gradualmente autonomia nelle attività quotidiane. n Calabria esistono tre strutture “Casa AIL”, a Reggio Calabria, che dal 1995 sono in grado di accogliere gratuitamente i pazienti non residenti e i loro accompagnatori. Trenta i posti disponibili per rispondere a richieste che provengono da tutta la regione e non solo.

Presso i gazebo allestiti in piazza, oltre alle piantine, saranno disponibili opuscoli informativi relativi all’associazione e alle attività svolte.

Quest’anno, in occasione della manifestazione, anche le squadre di Serie A della Lega Pallavolo sostengono l’associazione: i giocatori scendono infatti in campo indossando una maglietta con il logo AIL.

 

Mariacristiana Guglielmelli

La solidarietà illumina il Natale a Cosenza

COSENZA – Da oggi 8 dicembre 2011 e fino al 6 gennaio 2012 avrà ufficialmente inizio un mese ricco di eventi durante i quali Cosenza si trasformerà, cambierà volto, vestendosi di nuove luci, di splendenti colori e di incantevoli suoni .
Una Cosenza che avrà, a differenza degli altri anni, un’infinità di facce ma una sola anima che porta il nome di partecipazione attiva di tutti i cittadini. Sarà un Natale all’insegna della coralità, dell’esperienza della differenza, un ritorno a tutti quei principi e a tutti quei valori che fanno della molteplicità il loro comune denominatore.
A presentare l’iniziativa “Buone feste cosentine” sono stati ieri mattina a Palazzo dei Bruzi il Sindaco Mario Occhiuto e l’Onorevole Jole Santelli, i quali hanno più volte sottolineato che saranno la sobrietà, la partecipazione e la solidarietà i principi assoluti che definiranno il Natale 2011/2012 , per rispettare il momento di profonda incertezza che pervade questa nostra precisa fase storica.
“Sarà un Natale a costo zero, ma ricco di fantasia” dice orgogliosamente il Sindaco, grazie alla collaborazione di numerosi sponsor che non hanno esitato ad aderire al progetto, primo fra tutti la Camera di Commercio.
Non ci sarà più il solo ”concertone” di piazza del 31 dicembre ad animare la città bruzia, ma una serie di manifestazioni quali concerti blues, rock e jazz, spettacoli musicali, mercatini artigianali, fiere enogastronomiche, frutto della collaborazione attiva di Scuole, commercianti, associazioni di volontariato, istituzioni e giovani talenti emergenti che riconsegneranno a Cosenza il titolo di centro propulsore di iniziative e di attività di cooperazione culturale.
Ad ogni modo il concerto della notte di San Silvestro resta ancora un’incognita, del resto sono anni che ci hanno abituato alla condizione del “non è detta mai l’ultima parola”, certo è invece che non ci saranno i consueti fuochi pirotecnici, eccessivamente onerosi e anche piuttosto pericolosi, ma a sostituirli sarà una più affascinante illuminazione artistica dei più importanti monumenti della città.
Cosenza in questi giorni verrà allestita come fosse una grande casa, ogni quartiere diventerà una stanza con il suo albero, i suoi addobbi, i suoi piccoli mercati solidali, perché è proprio la solidarietà che più di ogni altra cosa contraddistingue questo progetto, intesa come il solo e unico orizzonte comune in cui si invera l’universalità della co-appartenenza nell’esistere umano e ora più che mai è necessario scoprirsi appartenenti a una collettività.

Giovedì 8 Dicembre

h.15:00 Inaugurazione
Villaggio della tradizione. Festa del vino
Mostra mercato presepi
Villaggio della tradizione/Lungocrati

h.11:00 Convegno sul vino
Villaggio della tradizione/Lungocrati. Tensostruttura

h.16:00 Sbandieratori Palio Bisignano.
Corteo e spettacolo
Conclusione in Piazza dei Bruzi

h.18:00 Accensione luci albero Cittadino
Piazza dei Bruzi
h.18:00-20:00 Concerto Jazz “Even Trio”
Piazza Kennedy

h. 18:30-20:00 “Walzer in piazza”. Quartetto d’archi.
Piazza XI settembre

Gaia Santolla

Al Teatro “A.Rendano” stravince la musica di Giuseppe Verdi

5 DIC 201 1- Dopo una lunga e trepidante attesa, giorno 2 e 4 Dicembre, al teatro “A. Rendano” di Cosenza si sono riaccese le luci della ribalta.

Il Nabucco, terza opera di Verdi ma la prima che lo rese famoso nel mondo, ha inaugurato la 52esima stagione lirico-sinfonica del teatro, la prima targata dal direttore artistico Albino Taggeo nominato lo scorso Agosto.

Il tema prescelto, che caratterizza l’intera stagione lirica, è quello dell’Unità Nazionale; e la dimostrazione tangibile viene data non solo dall’opera stessa ma anche dalle note dell’Inno di Mameli, eseguito a sipario calato dalla neonata Orchestra semistabile, guidata dallo stupefacente Giovanni Pelliccia.
Novità assoluta di questa nuova stagione sono stati i sovratitoli presenti nella parte alta del sipario, un sussidio innovativo per permettere agli spettatori di seguire le parole del libretto di Temistocle Solera.

Sanguigna e volitiva l’interpretazione del soprano Francesca Patanè che ha rivestito i panni di Abigaille, dotata di una tecnica impeccabile e di una voce soave con grandi potenzialità soprattutto negli acuti.
Dominante e contemporaneamente struggente l’interpretazione dello statuario Carlo Guelfi (Nabucco), che nella prima parte dell’opera si è mostrato crudele ed arcigno, per poi riscoprirsi uomo comune con le sue paure e le sue debolezze.

Discreti e poco coinvolgenti Elia Todisco (Zaccaria) e Flaviano Bianchi (Ismaele), mentre Fenena, interpretata da Federica Bragaglia, è risultata quasi del tutto anonima; durante la rappresentazione, infatti, è stata spesso oscurata dalle due figure predominanti: Abigaille e Nabucco, ovvero il suo stesso padre.
Presenza interessante quella della cosentina Sarah Baratta che ha impersonato Anna, sorella di Zaccaria.
Protagonista per antonomasia di tutto il dramma è stato Il Coro del “Cilea” di Reggio Calabria, composto da sessanta elementi diretti da Bruno Tirotta, che ha impressionato il pubblico per l’equilibrio e la duttilità timbrica oltre che per un’indubbia capacità di amalgama vocale.

Il coro ha avuto la vigorosa abilità di condurre il pubblico in estasi durante l’esecuzione del “Va’, Pensiero”, tanto da indurre la sala gremita a richiedere un desideratissimo bis.
Deludente il corpo di ballo, non solo per la coreografia realizzata da Ilaria Dima e Antonio De Luca che è risultata scarna, ripetitiva e priva di pahos, ma anche per la scarsa qualità di movimento e per le carenti doti fisiche degli stessi ballerini.
Eleganti ed adeguati i costumi di scena realizzati da Francesca Pipi, magici i giochi di luce grazie a Giuseppe Ruggiero.
Fragorosi gli applausi da parte del pubblico a quest’opera ben rappresentata, grazie, soprattutto, alla regia del pugliese Luigi Travaglio che è riuscito a conciliare innovazione e tradizione.

Per concludere vorrei citare le parole della giornalista e storico della musica Pia Tucci: “Pur non essendo stato concepito con questo intento, possiamo dire che il ‘Va’, Pensiero’ è diventato il canto degli Italiani ”.

 Annabella Muraca