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Legge Contrasto racket e usura: Vantaggi competitivi per l’impresa che denuncia

th (20)Il “coraggio della denuncia” deve avere un riconoscimento pubblico. L’impresa che si espone, che denuncia, deve avere un vantaggio competitivo nell’aggiudicazione delle gare e delle forniture pubbliche rispetto a chi paga o è sottomesso al ricatto mafioso. Sta qui la vera innovazione che va introdotta nella legislazione di contrasto al racket ed all’usura.

E’ questo uno dei passaggi del documento che ha aperto oggi, a Roma, i lavori dell’assemblea di SOS  Impresa- Rete per la Legalita’, al quale hanno preso parte il vice ministro dell’Interno,  Filippo Bubbico, il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, il Commissario straordinario Iniziative Antiracket e Antiusura, Santi Giuffre’, il presidente di Sos Impresa, Luigi Cuomo, quello di Rete per la Legalita’, Lorenzo Diana.

Per approfondire: 

antimafia-legalità

Il riscatto dal pizzo attraverso la cucina

REGGIO CALABRIA – Venerdì 12 dicembre alle 17 sarà inaugurato a Reggio Calabria in via Largo Colombo n.6 il nuovo ristorante di Filippo Cogliandro chef dell’Accademia Ristorante Gourmet.

La presentazione de “L’Accademia è in città: un investimento di gusto” «è per me – dice Cogliandro – un momento di riscatto contro l’arroganza mafiosa ma anche una forma di ringraziamento a tutti coloro che in questi anni mi hanno sostenuto». Una tappa simbolica fondamentale della rivincita di una comunità sana e libera.

Cogliandro, nel 2008 non si fece sottomettere dalla richiesta di ‘pizzo’. Quando la ‘ndrangheta gli si presentò davanti non ebbe remora a denunciare tutto alla Guardia di Finanza che filmò le trattative e arrestò l’estorsore. La voglia di riscatto l’ha ereditata dal padre Demetrio che nel 1986 venne gambizzato perché si era opposto a una cosca locale che gli chiedeva soldi per la protezione.

L’inaugurazione della nuova sala ristorante e per ricevimenti, sarà anche l’occasione per illustrare le politiche di reinserimento sociale e lavorativo dei minori in affidamento all’USSM – Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Reggio Calabria, di cui Cogliandro si è fatto infaticabile collaboratore e sostenitore.

Con il progetto Kitchen Jobs l’USSM di Reggio Calabria offre ai giovani che ha in carico l’opportunità di imparare un mestiere nell’ambito della ristorazione attraverso l’istituzione di borse-lavoro della durata di qualche mese.

Alla cerimonia interverranno, tra gli altri, il prefetto Santi Giuffrè commissario Straordinario Antiracket e Antiusura, Tano Grasso presidente onorario della FAI e le principali autorità militari e civili reggine.

Cosenza: nasce l’associazione antiracket

COSENZA – Il Senatore e membro della commissione Antimafia Francesco Molinari si dice fiero della nascita dell’Associazione Antiracket nella città Bruzia. L’inziativa, promossa nell’ambito del progetto Pon Sicurezza, ha preso il via lo scorso 9 ottobre alla presenza di molte cariche istituzionali, tra cui il Prefetto Santi Giuffrè, il Procuratore Dario Granieri ed il Presidente FAI Giuseppe Scandurra. Presente, inoltre, la Sig.ra Maria Avolio, vedova dell’imprendito Lucio Ferrami, ucciso nel 1981 per essersi coraggiosamente opposto alle intimidazioni malavitose, ed al quale l’Associazione è stata intitolata.

“Non possiamo non essere soddisfatti per questo risultato e ci piace poter credere che i nostri interventi e le nostre esortazioni sull’argomento abbiano contribuito nel comune sentire alla nascita di un’organizzazione che aiuterà i cittadini a sentirsi meno soli – ha dichiarato Molinari – Certo, la strada per il raggiungimento dell’obiettivo di sostenere quegli operatori economici che non pagano il ‘pizzo’ o che non lo hanno mai pagato o che hanno denunciato è lunga, e servirà lo sforzo di tutta la società civile (…) Sarà una guerra in cui nessuno dovrà rimanere isolato perché solo nell’unione si può scardinare quel sistema malato che blocca lo sviluppo economico della nostra terra.”

Occhio su Trame4: antiracket al femminile

Raffaella Ottaviano, Raffaella Calandra, Francesca Miscimarra, Elena Ferraro

LAMEZIA TERME (CZ) – Piazzetta San Domenico si riempie poco a poco. I volontari di Trame4, festival dei libri sulle mafie, recuperano all’interno qualche altra sedia. Al quarto giorno di appuntamenti hanno ormai occhi e braccia allenati a far sì che tutto si svolga nel migliore dei modi. Alcuni cominciano ad occupare i gradini della Chiesa.

Questo delle 20 è il quinto momento programmato della giornata. Ancora si sentono gli echi delle riflessioni fatte a Palazzo Nicotera e al Chiostro San Domenico sui libri dedicati a Rocco Chinnici (Fabio De Pasquale, Eleonora Iannelli, Così non si può vivere. Rocco Chinnici: la storia mai raccontata del giudice che sfidò gli intoccabili, Castelvecchi), agli affari sporchi del cemento milanese (Franco Stefanoni, Le mani su Milano. Gli oligarchi del cemento da Ligresti all’Expo, Laterza), ai cattivi stereotipi sui calabresi (Filippo Veltri, Aldo Varano, Una vil razza dannata? Riflessioni sulla Calabria e i calabresi, Città del Sole Edizioni).

La giornalista Raffaella Calandra, moderatrice dell’incontro, presenta le sue ospiti. Il palco è tutto al femminile: Raffaella Ottaviano di Ercolano, Elena Ferraro di Castelvetrano, Francesca Miscimarra di Lamezia. Non sono scrittrici, non sono illustratrici, non sono studiose. Sono imprenditrici che hanno fatto una scelta importante e decisiva. Sono imprenditrici che hanno detto NO ai propri estorsori e alle richieste di pizzo.

Raccontano la propria storia. Mettono a nudo la propria paura, riconoscendo l’incoscienza dei momenti iniziali e il coraggio di perseverare nella scelta fatta. “È una sfida che si rinnova ogni giorno” confessa Elena Ferraro. Provengono da luoghi diversi e hanno quindi contesti di riferimento con caratteristiche a sé. Lavorano in settori merceologici differenti e hanno dovuto affrontare e accettare conseguenze specifiche per le particolari situazioni in cui erano inserite le proprie aziende. Raffaella Ottaviano ha trovato nella comunità di Ercolano la propria forza e la propria difesa, una sorta di scorta collettiva. Francesca Miscimarra invece è stata costretta ad abbandonare il proprio paese per la graduale mancanza di commesse e quindi di lavoro.

Ma da tutte viene fuori un tratto comune inattacabile, ovvero l’importanza e la forza del gruppo. L’isolamento e la solitudine sono i primi nemici di chi decide di opporsi ad un sistema riconosciuto e quasi intoccabile. Soli si è vulnerabili e facili prede dei carnefici che intaccano poco alla volta, ma in modo letale, ogni opportunità di fuga dalla trappola che costruiscono. La commozione di Francesca Miscimarra nel ricordare i momenti difficili vissuti dalla sua famiglia tocca tutti i presenti, che hanno riempito ogni anfratto della Piazzetta. L’atmosfera è carica di attenzione e partecipazione. Inevitabile è il riferimento a Libero Grassi e alla sua esemplare triste vicenda. Baluardo fondamentale al rischio di cedimento diventa la presenza decisa delle associazioni antiracket, una nuova famiglia per molti di coloro che imboccano la strada della denuncia.

Una strada che pian piano si sta allargando: crescono le scelte coraggiose contrarie alla connivenza, si limano le misure istituzionali per contrastare i fenomeni di usura, aumentano gli stanziamenti economici. Piccoli passi in avanti che precedono un necessario cambiamento culturale, a partire dalle giovani generazioni.

Denunciare è la scelta giusta, perché – come confermano le tre imprenditrici – significa riappropriarsi della propria vita, della propria libertà, della propria dignità.

 

Mariacristiana Guglielmelli