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All’Unical visione e analisi di “The Tribe”, un film sulla sordità

 

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Un dolore sordo. Una tribù come tante. Eppure una tribù sconosciuta ai più. The Tribe è un film sulla Sordità. Ma è anche un film sulla semplice sordità. Quella di chi non può effettivamente sentire e di chi sentire non sa. È un film su come sia difficile e sempre più necessario stare al mondo in quanto umani, esseri che propriamente si sono messi in piedi in quanto già capaci di guardare e ascoltare. Nasce da qui “Amore e odio non hanno bisogno di parole“, visione e analisi del film ucraino scritto e diretto da Myroslav Slaboshpytskkiy. Il laboratorio, curato da Donata Chiricò – docente di Etica della Comunicazione al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria – si terrà giovedì 14 giugno dalle ore 10.00 alle 14.00 nella Sala A (Edificio Aula Magna).

Il Laboratorio Lis apre i battenti all’Università della Calabria

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio, giovedì 31 marzo, l’incontro che ha fatto da apripista al Laboratorio della Lingua dei Segni. L’evento ha avuto luogo presso la sala incontro lis 3Computer del Cubo 18c (IV piano) e ha visto la partecipazione di numerosi studenti provenienti da diversi Corsi di Laurea dell’ateneo calabrese. Il Laboratorio Lis è diventato parte integrante del percorso di studio di ogni studente. Mentre lo scorso anno, in via sperimentale, era stato proposto come un di più per acquisire delle conoscenze in merito all’apprendimento della Lingua dei Segni, a partire dall’anno accademico in corso è stato invece istituzionalizzato dall’Università della Calabria, diventando una materia di studio da poter inserire nel proprio percorso universitario.

La LIS al centro

Le protagoniste principali della giornata sono state la docente di Etica della Comunicazione, Donata Chiricò, da anni concentrata sugli studi pertinenti alla tematica della sordità, e Loredana Mendicino, interpete Lis. «Abbiamo faticato e non poco – afferma Donata Chiricò – per ottenere l’istituzionalizzazione del laboratorio Lis: dopo diversi anni siamo riusciti a raggiungere un traguardo importante. Sono soddisfatta del percorso fatto fino ad ora e spero di poter continuare ad incrementare l’interesse nei confronti della Lis». L’appuntamento ha dato, nell’immediato, la possibilità di imparare la dattilologia della Lingua dei Segni. Successivamente, i presenti hanno “segnato” il loro nome e cognome, in modo tale da poter iniziare a familiarizzare con questa lingua visivo-gestuale. Il prossimo incontro è programmato per giovedì 7 aprile alle ore 15 in aula Ares.

Alessandro Artuso

Ad Amaroni il festival Rughe d’Artista apre i battenti

AMARONI (CZ) – L’Associazione Macondo, con il patrocinio del Comune di Amaroni, presenterà questo chiricòpomeriggio il Festival Internazionale Artisti di Strada “Rughe D’Artista” che si svolgerà nella cittadina catanzarese il 28 ed il 29 luglio. Questo pomeriggio, alle ore 18, ci sarà la presentazione del fumetto “Vallanzaska” realizzato da Luca Scornaienchi. Dopo l’esibizione di alcuni artisti seguirà il concerto degli Orkestrana Orkestra (ore 22.30). Nella giornata di domani, sempre alle ore 18, presentazione del libro “Diamo un segno – Per una storia della sordità”, realizzato da Donatà Chiricò, Docente di Etica della Comunicazione presso l’Università della Calabria. La presentazione del libro vedrà la collaborazione dell’interprete Loredana Mendicino, la quale tradurrà simultaneamente in LIS (Lingua Italiana dei Segni). Alle ore 22.30 concerto del gruppo La Van Guardia.

Grande partecipazione alla presentazione del testo Diamo un segno, Per una storia della sordità

COSENZA – Si è svolta ieri pomeriggio, presso la Libreria Ubik di Cosenza, la presentazione del testo Diamo un segno, Per una storia della sordità della docente Donata Chiricò. La discussione sul libro è stata aperta dalla giornalista Carla Monaco, la quale ha elogiato il grande lavoro prodotto dall’autrice. Successivamente, il primo intervento è stato quello dell’Insegnante ed esperta di Pedagogia Vincenza Costantino, rimasta entusiasta dalla lettura di questo testo. Un libro ed un saggio teorico-scientifico – ha lisdichiarato la Costantino – di immenso significato. Attenzione particolare è stata rivolta ad un’analisi della società moderna e alla forza maggioritaria della lingua verbale nei confronti della lingua dei segni, analizzando anche il difficile rapporto tra la collettività e la sordità: un percorso pieno di insidie e di ostacoli. Un libro dalla grande facilità di lettura, un romanzo affascinante dove il protagonista – afferma Vincenza Costantino – è un’umanità fatta di tante persone e vittime (citando Antonio Cuppello). In questo testo vi sono i carnefici, personalità celate dietro le leggi e i congressi, ma non mancano i pionieri, studiosi e medici che hanno compreso il significato della Lis come L’Èpèe.

Successivamente la parola è passata al Dirigente Scolastico Assunta Morrone che ha sottolineato il proprio approccio al testo di Donata Chiricò non avendo moltissime conoscenze in merito all’argomento trattato. È stato proprio il desiderio di conoscere che l’ha portata ad una lettura intensa e appassionata, una lettura mai caduta nella superficialità. Citando Ludwig Wittgenstein – afferma la Dirigente – si lis 2comprende una lingua solo se si sta al suo interno, se la si vive e conosce: la Lis è proprio come la lingua verbale. Assunta Morrone ha poi lanciato una proposta da Dirigente Scolastico: portare il testo Diamo un segno, Per una storia della sordità nelle scuole. Un’occasione per esaltare e diffondere la conoscenza sulla Lingua Italiana dei Segni. In questo caso – continua – ci sarebbe la possibilità di una forte consapevolezza nel processo di apprendimento di TUTTI gli allievi.

È stata poi la volta dell’autrice Donata Chiricò che ha ringraziato tutti i presenti e coloro i quali hanno contribuito nella realizzazione del suo testo (prefazione di Renato Pigliacampo, psicologo sordo, postfazione di Enrico Dolza Direttore dell’Istituto Sordi di Torino e la concessione del dipinto La Sordomuta, da inserire in copertina, da parte dell’artista calabrese Francomà). Il libro è stato scritto con l’obiettivo di divulgarlo nel mondo e di farlo conoscere a più persone possibili per poter creare qualcosa di proficuo: ho bisogno di sapere qualcosa – afferma Donata Chiricò – per poterci fare qualcosa. Di formazione gramsciana, l’autrice ha affermato di credere solo al sapere che è politica, analizzando lis 3successivamente le problematiche vissute dal mondo attuale come le guerre di religione in Europa e non solo. Nei confronti dei sordi, come anche delle donne, esistono dei forti pregiudizi frutto di secoli di ignoranza in merito. In seguito, l’autrice ha pienamente accettato la proposta di Assunta Morrone: “farò dei tour nelle scuole per coinvolgere più studenti e insegnanti possibili sulla Lingua Italiana dei Segni”. Parlando sempre della scuola, ha analizzato il tema della scarsa qualità di scolarizzazione italiana per i bambini sordi. La scuola in Italia è stata da sempre costruita solo per gli udenti: l’obiettivo sarà quello di un’integrazione in toto da parte dei sordi. Un piccolo fanciullo non può essere catapultato in una realtà non consona alle sue capacità: sta in classe con gli altri ma non impara nulla e non comprende tutto quello che gli sta intorno, poiché non ha i mezzi e il supporto per poterlo fare. È importante l’aiuto medico per l’acquisizione delle parole ma ciò non basta. Bisogna comprendere – afferma Donata Chiricò – che il bambino sordo non parla ma “Segna” ed è con questa tipologia comunicativa che deve confrontarsi, in caso contrario si creerà un disadattato. Nel solo Comune di Cosenza vengono stanziate 600 pensioni per i sordi – continua – ragion per cui si necessita sempre più qui, ma anche altrove, di un supporto scolastico adeguato.

Un intervento dal pubblico ha visto la discussione accentrarsi sul rapporto medico – pedagogico ad opera del Dottor Domenico Musacchio, Presidente della Onlus IPAEA (Insieme per Ascoltare e Ascoltarci) il quale ha sottolineato la necessità di collaborazione tra la linea della Medicina e quella della Lingua Italiana dei Segni. Esistono degli interventi rischiosi – ha dichiarato Musacchio – per ripristinare l’udito attraverso l’implementazione dell’impianto cocleare: un intervento pericoloso e difficile dalla non sempre riuscita. Nonostante ciò, nulla dovrà vietare l’apprendimento della Lis, una lingua nuova e uguale a tutte le altre.

Alessandro Artuso

A Cosenza presentazione del testo di Donata Chiricò

 

COSENZA – Mercoledì 27 maggio alle ore 18.30 presso la Libreria Ubik di Cosenza si terrà la presentazione del libro “Diamo un segno, Per una storia della sordità” dell’autrice Donata Chiricò. La coordinatrice del dibattito sarà la giornalista Carla Monaco, a seguire ci saranno gli interventi di Vincenza Costantino, Insegnante ed Esperta di Pedagogia, e del Dirigente scolastico nonché scrittrice Assunta Morrone. Presentazione e dibattito saranno tradotti in Lingua Italiana del Segni a cura di Loredana Mendicino e Alessia Mendicino.

Diamo un segno, Per una storia della sordità” è un testo che analizza la sordità da un punto di vista della sua storia culturale. In effetti, essa ha una storia filosofica molto antica. Elementi in merito sono presenti nell’opera Historia Animalium di Aristotele, il quale spiega come la sordità sia un fattore di mutismo perché “la produzione di linguaggio verbale dipende dal buon funzionamento dell’udito”. diamo un segno alla Ubik 27 maggioMalgrado Aristotele non abbia prodotto un fattore di discriminazione nei confronti delle persone sorde, l’essere umano ha destinato a questi ultimi chiare condizioni di esclusione. È proprio analizzando la sordità partendo dal punto di vista degli udenti-parlanti (in numero maggioritario) che quest’ultima è stata definita come una disabilità da correggere. L’obiettivo dell’autrice è quello di far comprendere come l’emancipazione dei sordi sia avvenuta grazie alle possibilità di studio e di utilizzo della loro lingua: una lingua visivo – gestuale. Lo scopo primario della riflessione filosofica dell’autrice è quello di dimostrare che la sordità non è semplicemente una disabilità. I sordi, infatti, messi nelle condizioni di apprendere precocemente la loro lingua (la lingua dei segni) hanno uno sviluppo linguistico e cognitivo assolutamente normotipico.

Durante un qualsiasi dialogo tra due persone è importante che entrambi gli interlocutori abbiano uno stesso registro linguistico per poter comunicare in maniera efficace e per potersi comprendere. Tutto questo vale naturalmente anche per la lingua dei segni, la quale beneficia dell’utilizzo delle mani per “segnare” e dell’espressione labiale – facciale per poter comunicare al proprio interlocutore. La Lingua dei segni acquisì importanza durante il 1700 in Francia, con la creazione della prima Scuola Bilingue, all’interno della quale si comunicava utilizzando le parole ed anche i segni.

Donata Chiricò è una docente di Etica della Comunicazione presso l’Università della Calabria. Si occupa da molto tempo di Storia culturale della sordità e dell’influenza della funzione uditiva nella costituzione del linguaggio e dell’autocoscienza. Tra l’altro è anche traduttrice in lingua francese dello spettacolo teatrale dedicato alla poetessa Alda Merini dal titolo Fermata non richiesta.

 

Alessandro Artuso

 

Verso una storia della sordità: “Diamo un segno” di Donata Chiricò

E poi ci sono quelle donne e quegli uomini che vivono di segni. Che comunicano attraverso di essi. Che ‘sentono’ i segni e con i segni comunicano. Ci sono donne e uomini che hanno una lingua tutta indexloro, una lingua parallela che è, appunto, la lingua dei segni. Di queste donne e di questi uomini Donata Chiricò, docente di etica della comunicazione presso l’Unical, ha tentato di delineare una storia con il suo ultimo volume “Diamo un segno. Per una storia della sordità” edito da Carocci.
Un libro fondamentale per rintracciare a ritroso la storia dei segni e di chi con questi segni ha agito e continua ad agire, pur avendo vissuto ere di discriminazione e oscurità. O, per meglio dire, di lunghi silenzi.
L’opera, nei giorni scorsi, è stata oggetto di un interessante dibattito nella Capitale moderato da Valentina Valentini, al quale oltre all’autrice hanno preso parte anche Stefano Gensini, docente di filosofia del linguaggio presso “La Sapienza”, Maria Tagarelli De Monte, co-coordinatrice del Dipartimento ricerca e progettazione Istituto Statale Sordi, nonché dottoranda in linguistica presso “Roma Tre”, Dario Pasquarella, regista teatrale, e Dalila D’Amico, dottoranda in musica e spettacolo.
Abbiamo parlato di una lingua parallela che è differente da quella che ‘parliamo’ e ‘sentiamo’. È una lingua ‘segnata’, fatta di gesti, di segni che assumono l’accezione di significante così come per i ‘non sordi’ lo sono le parole. Dunque, segni come parole, come forme grafiche di una lingua viva, con una grammatica, una sintassi, ben precise regole, dei significati… Una lingua, appunto. Una lingua che si ‘parla’ e che si ‘ascolta’, ma che per i ‘non sordi’ è straniera.
I sordi o, per intenderci, i ‘nativi segnanti’, imparano questa lingua tramite un’altra lingua, quella delle parole proferite, che non appartiene alla loro natura.
Nel nostro Paese ‘la lingua italiana dei segni’ non è stata ufficialmente riconosciuta, il Parlamento deve ancora approvare una legge ad hoc e in attesa di quel momento Donata Chiricò ci racconta in che modo e seguendo quale processo il sordo ha smesso di esser considerato paziente ed è diventato finalmente individuo.

L’autrice quindi ricostruisce una storia della sordità come patologia del linguaggio.

 

 

Daniela Lucia