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Bisignano, botte e minacce all’anziana madre per avere soldi: arrestato 39enne

 

BISIGNANO (CS) – A Bisignano (CS), i Carabinieri del locale Comando Stazione, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di  misura cautelare personale nei confronti di M.M., 39 anni, indagato per maltrattamenti nei confronti della madre convivente, la quale era sottoposta a sistematiche ed insistenti richieste di denaro, in occasione delle quali veniva minacciata dal figlio di bruciarle la casa. Una condotta posta in essere dall’uomo consistita in ripetute offese verbali, minacce, aggressioni fisiche, limitazioni in varie forme della libertà di autodeterminazione della madre, protrattesi senza soluzione di continuità per i lunghi anni di convivenza da quando la donna era rimasta vedova.

Nell’ultimo grave episodio verificatosi all’inizio di gennaio, i Carabinieri di Bisignano trovavano l’anziana signora in mezzo alla strada, in lacrime ed infreddolita, chiedendo loro di aiutarla poiché il figlio voleva ammazzarla se non gli avesse consegnato del denaro, cacciandola fuori di casa senza nemmeno un giubbino per farla morire di freddo. In effetti il figlio uscito dall’abitazione, continuava ad inveire e minacciare la madre anche alla presenza dei militari dell’Armai quali fermavano l’indagato in procinto di aggredirla fisicamente. Solo grazie al loro intervento si evitavano conseguenze peggiori. I militari infatti dopo aver allontanato l’uomo prestavano soccorso alla donna che veniva trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Acri. L’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato tradotto presso la casa circondariale di Cosenza.

Cosenza: picchia, violenta e rapina una escort. Arrestato 26enne cosentino

COSENZA – Nella serata di ieri, personale della Squadra Mobile dava esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari a carico di un cosentino di anni 26, indagato per i reati di violenza sessuale pluriaggravata e rapina ai danni di una donna di origini romene.

        Il provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza su concorde richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo SPAGNUOLO Mario, trovava fondamento nell’attività investigativa della Squadra Mobile.

        L’indagine ha avuto origine dalla richiesta di intervento da parte della vittima, la quale denunciava che  nella giornata del 26 ottobre c.a., rispondendo ad una richiesta pervenuta su un sito d’incontri privati, riceveva presso la stanza di un B&B sito in questo centro, un individuo che nella circostanza pretendeva di consumare un rapporto sessuale senza protezioni. Tale richiesta, veniva rifiutata dalla donna che invitava l’uomo ad andare via riprendendosi il prezzo della prestazione sessuale. L’indagato, per tutta risposta, usava violenza fisica nei confronti della donna, costringendola ad avere un rapporto senza protezione e in seguito, dopo averla colpita con calci e pugni, le sottraeva la somma di  danaro di euro 250,00 che la stessa aveva custodito in un cappotto, dandosi alla fuga.

         Le immediate indagini svolte da personale della Squadra Mobile, tramite l’acquisizione di immagini di video-sorveglianza del B&B nonché delle zone limitrofe e l’analisi dei tabulati del telefono della vittima e l’escussione di alcuni testimoni, permettevano di identificare l’autore del reato che annovera precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

        Lo stesso, dopo le formalità di rito, veniva tratto in arresto e accompagnato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.

43enne arrestato per violenza sessuale

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Un uomo di 43 anni di Cassano allo Jonio è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale e atti persecutori. Dalle ricostruzioni aveva costretto una donna a seguirlo in un’abitazione isolata e l’ha violentata per poi tormentarla per mesi con messaggi e telefonate. 

L’arresto è stato eseguito in seguito ad un provvedimento emesso dal gip di Castrovillari su richiesta della Procura.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo, dopo la violenza, ha iniziato a tempestare la donna prima con telefonate e messaggi e poi con intimidazioni e minacce, anche fisiche. In una determinata circostanza l’uomo è anche accusato di avere fatto appiccare il fuoco al portone di casa di un’amica della donna per poi sparare quattro colpi di pistola nelle vicinanze dell’abitazione della vittima delle sue “attenzioni”.

Eseguita anche una perquisizione domiciliare

I carabinieri hanno compiuto una perquisizione in casa dell’uomo sequestrando le armi legittimamente detenute, per omessa custodia, e di alcune munizioni che non erano state denunciate.
   

Violenza di gruppo, arrestati tre ventenni nel reggino

REGGIO CALABRIA – Tre ventenni sono stati arrestati dalla squadra mobile di Reggio Calabria per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza poco più che 18enne. La violenza, secondo quanto emerso dalle indagini, è avvenuta la notte di San Lorenzo quando i tre, approfittando dello stato di ebbrezza della ragazza, l’hanno condotta fuori dalla discoteca in cui si trovavano e hanno abusato a turno di lei sulla spiaggia.

Teatro della vicenda è stata una località del basso Ionio reggino. Gli arrestati, di cui sono state fornite solo le generalità, sono C.D., F.S. entrambi 20enni, e C.G., di 21.

Dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal pm Paolo Petrolo della Procura di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, è emerso che la diciottenne aveva subito violenza da almeno tre giovani sulla spiaggia libera, all’esterno di una discoteca dove stavano trascorrendo la notte di San Lorenzo. L’allarme era stato dato da alcuni passanti al personale della Polizia di Stato in servizio di ordine pubblico fuori dal locale. La giovane è stata quindi condotta in ospedale da un’ambulanza per le cure del caso e per essere sottoposta al protocollo sanitario previsto per le vittime di violenza sessuale.

Le indagini della Squadra mobile di Reggio Calabria, sono state portate avanti con intercettazioni telefoniche ed ambientali, attività di videosorveglianza, raccolta di testimonianze e l’analisi, effettuata da personale medico specializzato, del Dna degli indagati comparati con quelli prelevati alla vittima in occasione del protocollo eseguito in Ospedale dopo la violenza. Sulla base dei risultati raccolti dagli investigatori della Mobile, i magistrati hanno chiesto ed ottenuto dal gip la custodia cautelare in carcere dei tre presunti autori della violenza.

Fonte Ansa

Ridotta in schiavitù per vent’anni trova il coraggio di denunciare. Arrestati due uomini

REGGIO CALABRIA – Vent’anni di abusi, violenze, maltrattamenti, vessazioni. A subirle una donna che vive nella Piana di Gioia Tauro e che per oltre due decenni si è vista costretta a subire atti di violenza persecuzione da parte di due uomini, additati come i suoi presunti aguzzini.

La donna ha finalmente trovato il coraggio di parlare e denunciare tutto alla Polizia che ha avviato immediatamente le indagini che hanno portato il Gip del tribunale del capoluogo a firmare un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone residenti anch’essi nella Piana.

I due uomini sono stati fermati con l’accusa uno di riduzione in schiavitù e l’altro per atti persecutori aggravati.

 

 

 

Estorsione, minacce, violenze e danneggiamenti, arrestato un cosentino

COSENZA Nel pomeriggio di ieri,  a conclusione di una serrata attività di indagine, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della Misura Cautelare degli arresti domiciliari,  dal G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un giovane, F.R., 29enne di Cosenza, per i reati p. e p. dagli artt. 56, 629 co.2 (tentata estorsione), 110, 513 c.p. (illecita concorrenza con minaccia o violenza) nonché 110 e 424 c.p. (danneggiamento seguito da incendio).

La ricostruzione dei fatti

Da un mese a questa parte, due fratelli commercianti nel settore dell’abbigliamento specialistico sono stati ripetutamente vittima di gravi episodi di danneggiamento e di incendio: il primo episodio è avvenuto la sera del 18 novembre in  Via Padre Giglio quando ignoti dopo aver effettuato un buco nella parete esterna di un box di proprietà di uno dei due fratelli lo hanno dato alle fiamme con liquido infiammabile causandone la completa distruzione.

Il danno cagionato ammontava a oltre euro 40.000

Successivamente, la mattina del giorno 28 novembre, il fratello del proprietario del box di cui sopra, anch’egli commerciante, all’atto di prendere la propria autovettura, carica di indumenti e merce da lavoro, ha constatato come ignoti avessero tentato di darla alle fiamme senza però riuscirci. Il giorno dopo, il 29 novembre, questo stesso commerciante ha subito il tentativo di incendio del proprio box adibito alla vendita di prodotti commerciali anch’esso ubicato in Via Padre Giglio. La notte tra il giorno 10 e l’11 dicembre u.s. lo stesso box era oggetto di un ulteriore tentativo di incendio domato però dai VV.FF.

Infine, in una escalation di azioni delittuose, la mattina del giorno 12 dicembre, il proprietario dello stesso box all’atto di aprirlo ha constatato come ignoti avessero lasciato dei materiali in stoffa verosimilmente per darlo nuovamente alle fiamme.

La conseguente attività di p.g. subito effettuata dalla Squadra Mobile  attraverso una complessa ricostruzione di immagini provenienti da servizi di videosorveglianza si è concentrata sul settore lavorativo delle vittime, quello del commercio di abbigliamento specialistico, e ha consentito in breve di accertare come nelle vicinanze dei box delle vittime insistesse un altro box adibito alla vendita di medesimi prodotti, concorrente agli stessi.

E proprio il figlio del proprietario di quest’ultimo box, il soggetto di cui sopra, veniva immortalato dalle telecamere e riconosciuto dagli uomini della Squadra Mobile come l’autore dell’incendio perpetrato la notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso.

Le fonti di prova sono state così raccolte e compendiate in un’informativa di reato alla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Capo dott. Mario Spagnuolo, che dopo averle attentamente valutate ha qualificato l’evento dell’11 dicembre come tentata estorsione e illecita concorrenza con violenza o minaccia, atteso che dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile si rilevava in modo inequivocabile come l’azione delittuosa fosse mossa proprio dall’invidia e dal proposito di impedire la regolare attività di commercio alle due vittime in un atto di concorrenza sleale.

Questo, unitamente agli altri riscontri raccolti nel corso delle investigazioni, ha costituito a carico dell’indagato un quadro indiziario grave ed univoco in ordine alla sua responsabilità per i reati perpetrati, per cui la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ha richiesto ed ottenuto al Giudice per le Indagini Preliminari un provvedimento di applicazione di misura cautelare che è stato eseguito nel pomeriggio odierno mediante sottoposizione dell’uomo al regime degli arresti domiciliari.

Sono in corso indagini per risalire agli altri compici.

“Questo non è amore”, a Cosenza l’iniziativa della Polizia contro la violenza sulle donne

COSENZA – 106 orologi fermi. 106 orologi le cui lancette non gireranno più. Fermi per sempre, come le 106 vittime di femminicidio del 2018. Per uscire dal vortice della violenza e «distruggere ogni attività delittuosa l’unica arma è la cultura», dichiara a gran voce il dirigente scolastico del Liceo classico “B. Telesio” Antonio Iaconianni. A tre giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il teatro “A. Rendano” ha ospitato l’incontro “Questo non è amore”, il progetto della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne moderato dalla giornalista Sara Verta. «Numerose sono le vittime inconsapevoli di situazioni che si creano in quello che viene definito “ambiente amico”. Spesso le vittime non hanno il coraggio di chiedere aiuto, a tendere loro una mano ci sono i camper della Polizia che girano per le piazze promuovendo attività informative e di aiuto concreto. Mi rivolgo a voi giovani: voi dovete propagandare la cultura della non violenza», dice il questore della Provincia di Cosenza Giovanna Petrocca. Informare, dunque, è il primo passo; «occorre poi fare dell’informazione formazione- dichiara il prefetto Paola Galeone-. Non è la gelosia ad uccidere, ma il controllo e il possesso. Nonostante i passi in avanti grazie alla legge antistalking, alla legge sul femminicidio e al lavoro svolto nei centri antiviolenza, c’è qualcosa che va migliorato: è necessario lanciare un messaggio di unità per rendere ulteriormente efficaci le politiche di contrasto alla violenza, noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione» ; poi si rivolge agli studenti presenti in sala ai quali dice: «voi siete la luce per squarciare il buio fatto di pregiudizi e violenza». Presente anche il procuratore Mario Spagnuolo che invita i presenti a non dimenticare mai la bellezza e l’importanza della Costituzione e a soffermarsi sul concetti di dignità ed uguaglianza a cui si fa appello negli articoli 2 e 3. Alla luce dei fenomeni di stalking e femminicidi la Polizia ha messo in campo il progetto Eva, acronimo di “esame delle violenze agite”, un modello di intervento a cui gli agenti chiamati per liti in famiglia devono attenersi per offrire un supporto morale e pratico alle vittime, un progetto spiegato dal vice dirigente della Squadra Mobile Francesco Falcone che invita a non rimanere indifferenti di fronte alle liti di cui spesso siamo uditori. Straziante la storia di Sara Di Pietrantonio, la 22enne strangolata e data alle fiamme dal fidanzato, raccontata dalla giornalista Paola Vuolo; di sostegno l’attività svolta dal dirigente medico Patrizia Nicotera impegnata dal 2013 a portare avanti il progetto “Donna Free Fly” finalizzato ad un approccio terapeutico alle vittime di maltrattamenti e violenze, intensi gli intermezzi del coro della Questura e degli alunni del Liceo classico “B.Telesio”. Un impegno costante di informazione e sensibilizzazione per reagire agli episodi di violenza e a quegli atteggiamenti che devono far pensare: “Questo non è amore”.

Rita Pellicori

Minacce e violenza nei confronti della ex moglie, tratto in arresto un uomo

LAMEZIA TERME (CZ) – Un uomo è stato arrestato dalle forze dell’ordine con l’accusa di atti persecutori, lesioni personali e maltrattamenti. L’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Lamezia Terme. L’uomo ha picchiato e ingiuriato la moglie, oltre ad averla ripetutamente minacciata, anche in presenza dei figli più piccoli. La donna, in tal senso, ha deciso già da tempo di separarsi dal marito. 

Atti di violenza ripetuti, anche in presenza dei figli

L’ex moglie ha inteso denunciare gli avvenimenti a carabinieri e polizia che, di fatto, hanno dato il via alle indagini. La vicenda coniugale ha visto la donna, nonostante l’allontanamento dallo stalker, vivere in uno stato di continua ansia, complice le angherie e la violenza fisica e verbale subita. Dalle indagini condotte gli ultimi episodi si riferivano a qualche giorno prima. L’arresto dell’uomo giunge a seguito di vari interventi da parte delle forze dell’ordine (foto di repertorio). 

Violenza sessuale su una bambina, arrestato 75enne

REGGIO CALABRIA – Un 75enne reggino è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’accusa di violenza sessuale su una bambina di 8 anni.

Dalle indagini condotte dalla sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali”, coordinate dalla Procura della Repubblica diretta da Giovanni Bombardieri, è emerso che la bimba, nei primi giorni di settembre, è stata costretta con forza dall’uomo, approfittando della momentanea distrazione dei familiari, a compiere atti sessuali all’interno della sua abitazione. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Nicola De Caria – che hanno portato all’ordinanza del gip – sono iniziate dopo la denuncia dei familiari della piccola che hanno raccontato ai poliziotti della Squadra mobile le confidenze raccolte dalla bambina nell’immediatezza dei fatti. L’abuso è stato poi confermato in modo attendibile dalla stessa minore, a distanza di pochissimi giorni, in sede di audizione protetta.

Violenza su tredicenne, resta in carcere il presunto responsabile

COSENZA – Resta in carcere il presunto responsabile della ragazzina di tredici anni vittima di violenza da parte di un quarantenne. Il Gip del tribunale bruzio Giuseppe Greco ha infatti convalidato l’arresto dell’uomo, ritenuto il presunto aggressore della ragazzina.

Lo stupro secondo quanto ricostruito si sarebbe consumato nei sotterranei della stazione dei treni alla presenza anche di un minore, un ragazzo di 17 anni, pare affetto da disturbi autistici, costretto ad assistere alle violenze e ai soprusi. L’imputato, assistito da un difensore d’ufficio si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Sono ancora molti i punti da chiarire sulla vicenda. Ulteriori rilievi saranno eseguiti ora sugli abiti della ragazzina, soccorsa e portata all’Ospedale di Cosenza e sul presunto responsabile della violenza.

Immagine di repertorio