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La tomba delle lucciole. Un’emozionante opera universale

La-Tomba-delle-Lucciole-poster-ITA1Entrare in una sala cinematografica, cercare il proprio posto, quell’unica poltroncina assegnata a te sulla quale sarai chiamata a trascorrere le successive due ore, condividere con essa le emozioni e i dubbi che verranno, prendere posto con la consapevolezza di stare per assistere a un evento di alta tensione artistica ed emozionale… tutto ciò non è altro che il preludio di un’esperienza di visione e condivisione densa di aspettative. È l’anticamera di un mondo fragile e delicato come solo le opere dello Studio Ghibli sono in grado di allestire.

Con un simile stato d’animo abbiamo atteso l’arrivo nelle sale italiane del film d’animazione giapponese ‘La tomba delle lucciole’, firmato da Isao Takahata, cofondatore insieme a Hayao Miyazaki degli studi di Mitaka.

L’opera, il cui titolo originale è ‘Hotaru no haka’, presentatasi al pubblico già nel 1988, è ispirata al racconto con cenni autobiografici di Akiyuki Nosaka, che in Italia è uscito per i tipi di Kappalab nel 2013.

Quando, nei primi anni Novanta, la pellicola arrivò nel nostro Paese, venne distribuita col titolo poco fedele di ‘Una tomba per le lucciole’ e inserita nel mercato home video. Con la proiezione straordinaria di ieri e di oggi, finalmente quest’opera trova il suo legittimo posto fra le uscite cinematografiche dell’autunno.

Avvalendosi di miscele di colori pallidi che ricordano i pastelli della tradizione pittorica giapponese, Takahata snocciola il proprio racconto carico di pathos, di disperazione e d’infinito amore.

Il dramma universale della guerra è stato tratteggiato con lucidità e onesta sapienza, rendendo il film un vero e proprio classico del cinema di animazione e confermandolo tra le migliori produzioni dello Studio Ghibli.

Seita e Setsuko, immersi nel non sense dello scontro bellico, mostrano la loro forza di bambini mossi dall’istinto alla vita, ma soffocati da un mondo di adulti che ha perso lo spirito profondo della pietà.

Rimasti orfani e ritenuti un peso dalla lontana parente incaricata di assisterli, il ragazzino e la sua piccola sorellina prendono in mano le rispettive (esili) esistenze decidendo di stabilirsi lontano dalla città, in un nascondiglio remoto dove le lucciole, dopo aver brillato e danzato tutta la notte, dicono addio alla vita.

Lungo flashback degli ultimi mesi di affanni, il racconto inizia a settembre presso la stazione di Kobe, dove Seita muore in mezzo ad altri diseredati, circondato dall’indifferenza di un mondo adulto e cieco.

Takahata, come accennato, propone al suo pubblico un racconto universale e, proprio per questo, senza tempo e sempre reale. Non è infatti necessario fare elevati sforzi di immaginazione per poter riconoscere nella figura curva di Seita che porta Setsuko sulle spalle i milioni di profughi e sfollati che oggi lasciano la Siria, ma che pochi anni fa s’incamminavano dalla Somalia o dai Paesi dell’ex Yugoslavia.

Seita e Setsuko scappano da una guerra che li ha privati del calore domestico, della felicità familiare, delle piccole gioie che ciascuno di noi dà per scontate. Non a caso l’emblema del loro solido rapporto, ma anche della disperazione che sono costretti a vivere, è la scatola di latta delle caramelle Sakuma, ultimo e ormai unico appiglio alla vita vissuta e barlume di speranza per il futuro. Una luce, questa, che è però destinata a spegnersi presto, proprio come quella delle lucciole che albergano lievi e costanti lungo tutta la pellicola.

Da questo film impariamo, infine, che ciascuno di noi ‘fa casa’ dove ha l’amore e che proprio tale sentimento, semplice e naturale, ci consente di sopravvivere alla morte del corpo.

 

Daniela Lucia

La Primavera del Cinema Italiano apre nuovi scenari ai giovani registi: “Umiltà e cultura”

cinemaIl cinema è universale. Fare rete, aprirsi a nuovi possibili scenari, osare, non aver paura di contaminarsi con generi e stili diversi, meglio ancora se internazionali. A parlare è Giovanni Costantin0, presidente Distribuzione Indipendente, chiamato, questo pomeriggio nelle sale di Confindustria, ad intervenire in merito alle possibilità che il panorama cinematografico offre ai giovani aspiranti attori , nell’ambito de “La primavera del cinema italiano“. L’attore, divenuto produttore nel 2011, dopo aver raccontato la sua esperienza  ha dato ai giovani aspiranti registi presenti in sala, spunti e suggerimenti sulle possibile alternative che il cinema fornirebbe nell’era del 2.0, invitandoli a non scoraggiarsi di fronte agli innumerevoli “no” della vita ed esortandoli a sperimentare in quello che definisce “un tempo di crisi, dove però alcune cose finiscono col muoversi molto meglio”.

A lui e alla sua presentazione ha fatto eco anche Lino Damiani, attore e attualmente regista e membro dell’ Accademia del Cinema Italiano David Di Donatello insieme a Pino Citrigno, presidente dell’evento. L’attore  ha esortato i giovani registi a non concentrarsi su sé stessi, invitandoli ad essere umili e mantenendo sempre una certa attenzione nei confronti dei lavori altrui. Investire sulle nuove possibilità del web è uno dei modi più intelligenti, secondo Damiani, di farsi notare poiché spesso chi gestisce i social media è psicologicamente in grado di attrarre audience interpretando i bisogni degli utenti in rete.

Il noto regista ha anche ricordato come il cinema presenti, oltre che una spiccata componente artistica, un’ elevata componente industriale che segue le logiche del marketing, cosa che lo obbliga a mantenere alta l’attenzione nei confronti del pubblico. Al connubio tra arte e industria  si unisce, spesso, la componente emotiva-personale che ciascun membro del cast, dal regista al produttore, esprime  nell’ambito di una pellicola a cui prende parte.

Il dibattito, durante il quale sono emerse testimonianze calabresi legate alla sperimentazione cinematografica, è poi proseguito con la visione di alcuni brevi trailer, da Falene a Vita e Morte di una pornogang scelti da Costantino allo scopo di evidenziare la creatività e il coraggio del cinema straniero che, spesso nella sua rozzezza, si rivela ben  più abile di quello italiano a denunciare e raccontare qualcosa. Una bella lezione sui nuovi modi di fare il cinema che è cultura e viaggio. Anche quando lo si fa restando ancorati alla propria terra.

Lia Giannini

Padri e Figlie: Muccino racconta la “paura di amare”

padri-e-figlie-primo-trailer-del-film-di-gabriele-muccino-con-russell-croweCi sono voluti sette anni perché il potere di toccare le corde dell’anima ritornasse nelle mani di un grande regista come Gabriele Muccino.

Il suo talento, nel realizzare pellicole che hanno il potere di smuovere le emozioni anche quando il tempo destinato alla visione del film è terminato, viene fuori dirompente nel suo ultimo lavoro “Padri e Figlie“, nei cinema dal 1 ottobre.

La Trama: Jake (Russell Crowe) è uno scrittore di successo. Dopo la perdita della moglie, in un incidente stradale, è costretto ad allontanarsi dall’adorata figlia, per una malattia del sistema nervoso dalla quale non guarirà mai. In un concatenarsi di flashback che si alternano a momenti di vita presente, nell’ambito di una narrazione che si muove, per tutta la durata, su un duplice piano emozionale,  Muccino racconta il dramma di una giovane venticinquenne (Kate), la cui perdita del padre ha sancito un trauma profondo: l’incapacità assoluta di amare e di legarsi a qualcuno per paura di essere lasciata da sola, che la spinge a legarsi, in un ossessivo susseguirsi di rapporti occasionali, a una miriade di uomini senza alcun sentimento.

Un’impronta, quella del regista italiano, che è impossibile non riconoscere. La tendenza a trasferire, all’interno della pellicola, quell’intensità emotiva che porta ciascuno spettatore a rivedersi nel protagonista e lo costringe ad incassare il colpo, consapevole che quello che sta osservando non è poi così lontano dalla propria realtà, è ciò che ne contraddistingue il talento.

Come nei precedenti, seppur in modo meno urlato e forse più sottile, anche qui Muccino rilancia il melodramma nel quale chiunque può rivedere la propria esperienza. Una vera e propria seduta di gruppo durante la quale ognuno, nella propria intimità, riesce a dare sfogo ai  ricordi, rivedendo parte della propria vita e della propria infanzia. Del resto è proprio su questo che il regista punta attraverso il suo film. Ricordare agli spettatori che “siamo tutti figli di qualcuno”, tutti costretti, prima o poi, a fare i conti con i nostri dolori, i nostri vuoti, i nostri mancati e/o perduti affetti.

Un film sui sentimenti, sulla paura di amare, adatto a chi non ha paura di piangere e di ricordare. Un film nel quale la disperazione urlata, tipicamente Mucciniana, e propria delle pellicole precedenti, lascia spazio ad una sofferenza più intima, più introspettiva, che porta sorriso e commozione di fronte alla tenerezza e alla dolcezza dei fotogrammi tra padre e figlia, più che allo stordimento tipico dei precedenti film, in un succedersi di corse a perdifiato e urla fuori dal petto. 

E se in parte “Padri e Figlie” si discosta dai precedenti, sotto altri aspetti li abbraccia completamente evidenziando una serie di elementi che si susseguono come leit motiv ricorrenti in ogni pellicola. Dal coraggio proprio dei protagonisti di non mollare mai arrivando a superare le ingiustizie della società, fino all’abitudine, quasi attesa, di lanciare messaggi “reali” al di fuori dalla finzione cinematografica. 

Lia Giannini

 

 

 

“L’ESIGENZA DI UNIRMI CON TE”: delude il film di Zangardi

l'esigenza di unirmi ogni volta con teCOSENZA – Gli spettatori si accalcano all’ uscita del cinema Citrigno e la loro espressione la dice lunga sull’ indice di gradimento del film “L’esigenza di unirmi ogni volta con te”, presentato sabato sera dal regista Tonino Zangardi che è anche l’autore del romanzo cui la pellicola è ispirata.

Sul volto di coloro che hanno assistito alla proiezione traspare la delusione e la noia per un prodotto rivelatosi non all’altezza delle aspettative.

L’interpretazione di Claudia Gerini, praticamente perfetta nel ruolo di Giuliana, è l’unica nota positiva di questo lungometraggio, destinato a non lasciare traccia nel firmamento della cinematografia italiana.L’attrice veste i panni della cassiera di un supermercato di Tricase e della moglie insoddisfatta di Martino, esperto di pannelli fotovoltaici, spesso assente da casa per motivi di lavoro.La stanca routine quotidiana che ne scandisce l’esistenza viene spezzata dall’incontro con Marco Bocci, alias Leonardo, un poliziotto dal passato burrascoso che le salva la vita nel corso di un tentativo di rapina.

Nel complesso però, la trama non convince, della suspense annunciata in sede di presentazione non vi è neppure l’ombra mentre affiorano copiosi i punti deboli e privi di logica di questa storia, raccontata con un ritmo dalla lentezza esasperante. Né sono sufficienti le forme sensuali della Gerini o gli addominali scolpiti di Bocci, generosamente mostrati al pubblico, a caricare il film della tensione erotica suggerita dal titolo.

Lo spettatore inoltre, si interroga sulle mille incongruenze che si susseguono sullo schermo mentre in sala sbadigli e led luminosi degli smartphone tradiscono l’impazienza del pubblico, ansioso di andare via. Il finale suscita persino qualche sorriso e che per certi versi  ricorda la scena di un celebre film con Paolo Villaggio del 1981.

Prima della proiezione il regista Tonino Zangardi, intervistato Iole Perito e Raffaella Salamina, ha preannunciato che sarà presto dato alle stampe il sequel del romanzo. Se dall’opera letteraria non sarà tratto il secondo capitolo cinematografico, nessuno ne sentirà la mancanza.

Salvatore Bruno

 

I Giganti Ritornano al Cinema con il Secondo Capitolo del Film

lattacco-dei-giganti-il-film-parte-ii-le-ali-della-libertaI Giganti tornano a invadere i cinema italiani, in esclusiva solo per oggi 1 settembre e domani mercoledì 2, per una due giorni tutta dedicata agli amanti degli anime. Dopo lo straordinario successo che ha registrato oltre 23000 spettatori per il primo capitolo di Attack of Titants il film, il protagonista Eran ritorna sul grande schermo per la seconda parte di uno degli anime più acclamati in Giappone.

La storia, ambientata secoli fa nella città di Shiganshina, vede l’umanità ridotta ai minimi termini, rinchiusa tra alte mura per difendersi da predatori feroci e insaziabili: i giganti. Per oltre un secolo l’umanità sembrava al sicuro da ogni attacco, ma un giorno un titano sfonda l’altissima fortificazione e rigetta l’umanità, o quel che ne rimane, nel terrore. Dopo la morte della madre, Eran giura che non avrà pace fino a che l’ultimo gigante smetterà di camminare sulla terra.

In questo capitolo sono presenti scene inedite rispetto all’anime trasmesso sul piccolo schermo, una nuova colonna sonora 5.1 e tante nuove emozioni. L’Attacco dei Giganti è tratto dal manga di Hajime Isayama ed è distribuito in Italia da Nexo Digital in collaborazione con Dynit e con il sostegno dei media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it, VVVVID e Lucca Comics & Games.

Per ulteriori info sui cinema che partecipano all’evento, visitate il sito della NEXO DIGITAL!

 Miriam Caruso

Ciak si sfila: moda e valorizzazione del territorio si incrociano

COSENZA (CS) Valorizzare il territorio e aprire concretamente le porte del mondo della moda e del cinema a giovani aspiranti modelle calabresi. E’ la mission del concorso ‘Ciak si sfila’, organizzato da Giada e Selene Falcone dell’associazione A Pois, con il patrocinio di Regione Calabria, Provincia di Cosenza, Comune di Cosenza, Comune di Catanzaro e Anec. Dopo le selezioni tenutesi nei mesi precedenti, cresce l’attesa per la finale che si terrà il 4 settembre presso il Minerva Club Resort di Sibari, annoverabile tra le strutture più grandi e valide del sud Italia. Gli sponsor privati sono Banca Mediolanum, Sandro Ferrone, Ars Sartoria Teatrale (che ha realizzato i costumi ufficiali del concorso), Creattiva e Orrico style. In generale è prevista una tre giorni di book fotografici, workshop di trucco e acconciature e prove coreografiche.

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Nella serata conclusiva ci sarà un vero e proprio défilé di moda, con le ragazze pronte a sfilare con gli abiti eleganti e casual disegnati dal celebre stilista Sandro Ferrone. E non mancheranno esibizioni di ballo e canore. Una giuria di esperti del settore decreterà le vincitrici. La prima classificata riceverà una borsa di studio, offerta da Banca Mediolanum. “No alla semplice coroncina o fascia- dichiarano le organizzatrici- ma qualcosa di concreto per loro. La qualità del progetto è data anche dal nostro staff e dai validi partner che sostengono il progetto. Ci possiamo vantare di aziende nazionali ma anche internazionali”. Questo ed altro sarà approfondito nella conferenza stampa di rito prevista per il 3 settembre alle ore 15.

Ultima settimana dell’Euromediterraneo 2015 ad Altomonte

Altomonte, la Compagnia Luigi SpecialeALTOMONTE (CS) – Rush finale per l’Euromediterraneo 2015 che con la rassegna teatrale “Altomonte Città d’Arte” si sta nutrendo, ancor di più e meglio, di quelle “energie mediterranee” per le quali è stato pensato. D’altro canto, Claudio Abbado diceva che «La cultura è un bene primario come l’acqua: i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti». E perché no allora: anche dall’Euromediterraneo di Altomonte, Festival intriso di cultura, può sgorgare quell’acqua che non scade mai, l’acqua della cultura, delle energie, della “mediterraneità”. “Cultura Mediterranea”, allora, può essere l’appellativo per quell’energia necessaria a farci uscire dall’offuscamento della sottocultura, perché dove c’è cultura non può esserci spazio per altro. L’Euromediterraneo di Altomonte può essere tutto questo: basta pensarlo. La Compagnia Luigi Speciale andrà in scena venerdì 28 agosto alle ore 21 sul palcoscenico del Teatro “Belluscio” nella commedia “Il destino”. È l’amore per il teatro a spingere una compagnia di attoriAltomonte, la Compagnia I Monachellari amatoriali a mettersi in gioco e a realizzare una commedia che non solo diverte, senza mai avere tempi morti, ma sa essere anche l’esempio di come si possono unire passione e beneficenza realizzando cose belle. Domenica 30 agosto, quindi, sempre alle ore 21, l’esibizione de I Monachellari con “Il melo, il pero, il pesco”; lunedì 31 agosto, di nuovo alle ore 21, sempre la rassegna di “Altomonte Città d’Arte” si occuperà della “Sezione cinema”. Il 4 settembre, quindi, arriverà Gianfranco Jannuzzo, che proporrà, sempre sul palcoscenico del Teatro “C. Belluscio”, il suo fantastico “Recital”, tra cavalli di battaglia e nuove esilaranti storie. Ma non è finita, perché dietro l’angolo spunta una nuova e affascinante edizione del Di…vino Jazz!!!

Si spengono i riflettori sul festival “BREVI D’AUTORE Alessio Mazzuca”

2MONTALTO UFFUGO (CS) – Con la proclamazione e la premiazione dei vincitori, ieri si è conclusa la seconda edizione del festival “BREVI D’AUTORE Alessio Mazzuca” promosso dall’Accademia della Comunicazione e patrocinato dal Comune di Montalto Uffugo. “Teatro” di Ivan Ruiz Flores (Madrid), il cortometraggio che ha vinto il GranPremio BREVI D’AUTORE, mentre il Premio Speciale del Pubblico è stato assegnato a “Matilde” di Vito Palmieri (Bari). “Faremo in modo che l’evento prosegua e cresca. Si tratta di un’occasione per artisti emergenti che qui a Montalto vedono valorizzarsi il proprio talento” – ha affermato il Sindaco Pietro Caracciolo. La giuria tecnica ha assegnato anche altri premi: Premio alla Migliore Scenografia ad Andrea Belcastro (Cosenza) per “Nessuna croce manca”; Premio alla Migliore Interpretazione Femminile a Marinella Manicardi per “Il nostro piccolo segreto” di Franco Montanaro (Bologna); Premio al Miglior Montaggio a Davide Vizzini per “In cerca di un amico” di Karma Gava (Bologna); Premio alla Migliore Fotografia a Salvo Lucchese per “Matilde” di Vito Palmieri (Bari); Premio alla Migliore Colonna Sonora a Alejandro Diez Montemayor per “Teatro” di Ivan Ruiz Flores (Madrid); Premio alla Migliore Sceneggiatura a Marco Castelli, Edoardo Colombo e Nicola Piovesan per “Deus in machina” di Nicola Piovesan (Bologna); Premio alla Migliore Interpretazione Maschile a Miah Shajhan per “Sexy shopping” di Adam Selo (Bologna); Premio alla Migliore Regia a Adam Selo per “Sexy shopping”. Presenti, infatti, alla serata il Presidente, Alessandra Filice, e i volontari dell’associazione che opera nei reparti di Pediatria di Cosenza per accogliere, supportare e intrattenere i bambini ricoverati e i genitori. Concetta ed Egidio Mazzuca hanno espresso la loro soddisfazione per un evento che consente loro di condividere il ricordo del figlio con la comunità e che, soprattutto nel costituire un’opportunità per professionalità del cinema, si lega al tema della solidarietà.  Soddisfatti anche l’ideatrice del festival, Rita Russo, e il direttore artistico, Nicola Cosentino.

Domani la presentazione di “Arbecinema/festival del cinema e del documentario arbereshe”

Marcedusa-StemmaMARCEDUSA (CZ) – Una conferenza stampa è stata convocata per giorno 7 agosto alle ore 10,30 presso la sala giunta dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro. Oggetto di discussione sarà la presentazione della Manifestazione “Arbecinema/festival del cinema e del documentario arbereshe” che si svolgerà a Marcedusa dal 10 Agosto al 19 settembre . Saranno presenti il sindaco di Marcedusa, il direttore artistico della manifestazione e altri soggetti interessati per presentare l’iniziativa, sostenuta dalla regione Calabria e dalla Comunità europea all’interno del Pisl Minoranze linguistiche.

Si alza il sipario sul festival “Brevi d’autore”

montalto-uffugo-stemma-comunaleMONTALTO UFFUGO (CS) – Promosso dall’Accademia della Comunicazione e patrocinato dal Comune di Montalto Uffugo, la seconda edizione del festival BREVI D’AUTORE Alessio Mazzuca  prenderà il via sabato con la mostra cinematografica. La direzione artistica è affidata a Nicola Cosentino, regista e sceneggiatore. Nell’ottica del sostegno alle realtà culturali del territorio il sindaco, Pietro Caracciolo è in prima linea nella promozione della manifestazione che punta a creare a Montalto il set stabile del festival dedicato alla cinematografia. L’evento, ideato da Rita Russo, anche quest’anno ha registrato molte adesioni da parte di registi e autori che hanno partecipato al concorso per cortometraggi bandito nell’ambito del festival. Undici i finalisti che si contenderanno il GranPremio Brevi d’Autore e il Premio Speciale del Pubblico, nonché le menzioni di miglior attore, migliore attrice, migliore regia, migliore sceneggiatura, migliore colonna sonora, migliore fotografia. Il festival si svolgerà nei giorni 8, 9 e 10 agosto. Sabato alle 18.30 nel Chiostro del Comune di Montalto aprirà i battenti con la mostra cinematografica durante la quale sarà trasmessa la prima parte dei cortometraggi arrivati in finale; a seguire, alle 21.30, sarà proiettato il film fuori concorso “I Pagliacci” di Paolo Guglielmelli. Domenica 9 alle 21, sempre nel Chiostro, saranno proiettati gli altri cortometraggi in gara. E il 10 agosto, dopo il forum cine-letterario delle 18.00, avrà luogo in Piazza Rizzo la Cerimonia Spettacolo di premiazione alle ore 21.

In nome di Alessio Mazzuca, il ricavato del Festival sarà destinato all’ABIO di Cosenza e quindi ai bambini malati ricoverati in ospedale.