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La Sila protagonista con il film ‘Home Education’ e la star Julia Ormond

COSENZA – Warner Bros Entertainment Italia, Indiana Production e BlackBox Multimedia, con il supporto di Calabria Film Commission e SquareOne Productions come rappresentante dei diritti internazionali, hanno terminato le riprese del lungometraggio d’esordio di Andrea Niada “Home Education”, un horror psicologico ambientato nello splendido Altopiano della Sila, in  Calabria.

 

Il Film è realizzato con il sostegno della Fondazione Calabria Film Commission – Programma di Azione e Coesione (PAC) Regione Calabria avviso pubblico 2022 per l’Audiovisivo.

Le vendite internazionali saranno gestite da SquareOne e il film verrà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

 

Il Film vanta un cast internazionale che vede come protagonisti Julia Ormond (Vento di Passioni, Reunion, Ladies in Black), Lydia Page (Blue Jean) e Rocco Fasano (SKAM Italia). Il regista-scrittore italiano, di base a Londra, Andrea Niada ha sviluppato la sceneggiatura del lungometraggio partendo dal suo cortometraggio di diploma alla London Film School, acclamato dalla critica.

 

Sinossi: Fino a che punto si può spingere il delirio di una mente isolata, privata di qualsiasi contatto con il mondo reale?

 

Rachel è un’adolescente cresciuta in una casa isolata nei boschi, istruita secondo i principi di un culto esoterico di cui la sua famiglia è seguace. Alla morte del padre Philip, l’oppressiva madre Carol costringe la figlia a vivere con il cadavere, priva di contatti con il mondo esterno, ad eccezione di alcune brevi incursioni esoteriche nel bosco circostante, nella convinzione che il corpo senza vita si rianimi. Ma se dentro la casa tutto scorre secondo le rigide regole di Carol, fuori la sparizione di Philip desta sospetti ed ecco che nella folle tranquillità di quella casa si palesa Dan, un ragazzo che inizia un’amicizia con Rachel, ma che per la madre Carol rappresenta una severa minaccia.

 

Il cast tecnico include: Direttore della Fotografia Stefano Falivene (Still Life, Pasolini), Scenografie Marcello Di Carlo (La mafia uccide solo d’estate), Costumi Sara Fanelli (La caccia), Montaggio Matteo Bini (Top Boy, Prevenge) e Musiche Originali di Andrea Boccadoro (Violation).

Post-produzione e VFX a cura di Proxima Milano (Curon).

 

Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Benedetto Habib e Fabrizio Donvito producono per Indiana Production (L’ultima notte di Amore, Ella & John – The Leisure Seeker), Giuliano Papadia e Chiara Cardoso per BlackBox (This Time Next Year). Alex Proyas (Dark City) e Al Munteanu (Hinterland, The keeper – la leggenda di un portiere, Vostro Onore) partecipano in qualità di Produttori Esecutivi.

 

Andrea Niada ha dichiarato: “Questo film è un lavoro collettivo di passione, creatività e dedizione. Mi sento incredibilmente grato per l’opportunità di collaborare con un cast e una troupe così talentuosi e generosi, che stanno dando il massimo per dare vita a questa visione. L’accattivante bellezza della Regione Calabria, con i suoi paesaggi aspri e i suoi boschi selvaggi, è stata una fonte di ispirazione durante tutto il processo di lavorazione del film e sicuramente tornerò a girare qui!”

 

Square One: “Alle persone ansiose piacciono i film ansiogeni, in particolare quelli in cui accade qualcosa di strano in una soffitta. Ecco perché siamo stati attratti da questo progetto fin dall’inizio, perché il film, sotto la direzione creativa di Andrea Niada, ha il cuore e l’anima di una dinamica familiare con un occhio molto attento a incutere un senso di terrore. Home Education ha il DNA per essere un successo”.

 

Le riprese, conclusesi oggi, sono iniziate quattro settimane fa a Camigliatello Silano e dintorni, nel Parco Nazionale della Sila.

In Calabria le riprese del film “Il profumo del cedro” di Capobianco-Gagliardi. Nel cast Deborah Rinaldi

COSENZA – Una grande produzione cinematografica nazionale sta per metter su il proprio quartier generale in Calabria, più precisamente nel cosentino. Nelle scorse settimane ha preso infatti il via la fase di pre-produzione del film “Il profumo del cedro”, opera poetica di Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi per la Diramare Srl – già vincitori del prestigioso Premio Flaiano ed. 2019 per la regia del film “Mò Vi Mento – Lira di Achille” -, che hanno scritto il soggetto immaginando le suggestive location calabresi, dalla Riviera dei cedri, frutto simbolo dell’intero film, all’entroterra della Sila.

Protagonista il cedro: “l’oro verde” della Calabria

“Il profumo del cedro” vuole essere «un film poetico che – si legge nelle note di pre-produzione – si dipana sulle note profumate di un sogno ormai abbandonato e di una crescita che avviene grazie a un ritorno all’infanzia. Il film nasce dalla volontà autoriale di trasportare lo spettatore in un mondo di sensi in cui basta che un un odore, inspirato in un tempo ormai dimenticato, riaffiori nel presente per diventare di nuovo reale, liberando l’essenza delle cose e il vero io dei personaggi, solitamente celati sotto l’apparenza della quotidianità. Quel profumo di cedro sarà il leitmotiv che accompagnerà delicatamente lo spettatore nel mondo degli odori e delle emozioni dell’anima. È quella memoria involontaria di boudelairiana memoria che agisce su sollecitazione sensoriale e consente la restituzione del ricordo, completo del suo valore soggettivo ed emotivo. In queste epifanie improvvise emergono delle verità nascoste e il passato torna intatto. È il tempo ritrovato che lo sceneggiatore traduce in scrittura e il regista in immagini».
Si tratta senza dubbio di una sceneggiatura profondamente originale, perché «non è una storia composta solo da immagini ma anche e soprattutto da odori. Le immagini evocative stimolano l’olfatto dello spettatore ancor più della vista, inducendolo a sentire letteralmente le emozioni dei protagonisti».

CINE-TURISMO: Il valore aggiunto del film

Come fu per i precedenti Mediterranean diet example to the world e Mò Vi Mento – Lira di Achille, in cui sono riusciti a dare una grande valorizzazione territoriale alla regione Campania, anche per “Il profumo del cedro“, i registi Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi intendono coniugare la promozione del territorio, in questo caso la Calabria e la sua Riviera dei cedri,  con quella cinematografica. «Coniugare la promozione del territorio con la formula del “Cine-turismo”, è un modo innovativo di fare marketing territoriale attraverso la cinematografia, puntando anche a dare risalto e opportunità alle attività locali – spiega la regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e giornalista Stefania Capobianco -. Il progetto, infatti, non si limita a valorizzare luoghi, architetture e scorci tipici del territorio calabrese, ma vuole essere un concreto mezzo di crescita per un territorio che ha tanto da offrire. L’obiettivo è quello di lavorare attivamente per mettere in moto il fenomeno del cine-turismo negli splendidi territori calabresi». Ma non è finita qui: la realizzazione del film prevede la scelta in loco di comparse e attori/attrici per i ruoli minori «per dare una concreta possibilità lavorativa – prosegue Capobianco – ad attori e maestranze locali che potranno vivere in prima persona l’esperienza di un set di rilievo nazionale».

Quattro domande a Deborah Eliana Rinaldi

Deborah Eliana Rinaldi
Deborah Eliana Rinaldi

Il film fluisce avanti e indietro nel tempo, dagli anni ’80 ai giorni nostri, svelando solo alla fine il passato e il presente delle vite dei protagonisti, che corrono veloci sulle note dei profumi dell’autunno. Fra essi c’è l’attrice salernitana (di Capaccio, ndr) Deborah Eliana Rinaldi, già tra gli interpreti principali della commedia Mò Vi Mento – Lira di Achille, presente ai primi sopralluoghi avvenuti lo scorso mese di Aprile. Alla Rinaldi l’affascinante compito di dovrà interpretare un ruolo molto complesso: una giovane e appassionata negli anni ’80, divenuta donna ormai matura ai giorni nostri. Il suo personaggio subirà un’evoluzione e una crescita psicologica grazie alla relazione che si instaurerà con la protagonista Sara, bambina non vedente, che con i suoi modi gentili e il suo olfatto sviluppatissimo, le entrerà nel cuore. Ecco cosa ci svela del film: 

  1. Il film “Il profumo del cedro” viene definito un film poetico e sensoriale, in cui un ruolo importante lo riveste l’olfatto. In tale quadro come si inserisce il tuo personaggio?
    Il ruolo che andrò ad interpretare è quello di una giovane appassionata negli anni 80 e donna ormai matura ai giorni nostri. Il mio personaggio subirà un’evoluzione e una crescita psicologica grazie alla relazione che si instaurerà con la protagonista Sara, bambina non vedente, che con i suoi modi gentili e il suo olfatto sviluppatissimo, mi permetterà di vedere il mondo non più attraverso gli occhi bensì mediante gli odori che, al contrario della vista, non ingannano mai il cuore. 
  2. L’olfatto nella tua vita ti rimanda a qualcosa di importante?
    Mi capita a volte di camminare per strada e fermarmi di colpo avvolta da un odore che mi rimanda indietro nel tempo, a situazioni già vissute, ricordi che credevo di aver dimenticato e che invece erano solo sopiti nella memoria. È una sensazione destabilizzante all’inizio ma poi ritrovo una parte di me in quel profumo ed è proprio questa sensazione che il mio personaggio cercherà di evocare nel film, trasmettendo allo spettatore un continuo divenire, avanti e indietro nel tempo.
  3. Hai qualche legame con la Calabria?
    Sono nata a Capaccio Paestum e amo l’intero sud Italia, compresa la Calabria in cui vado ogni qual volta mi è possibile.
  4. Non è la prima volta che lavori con la coppia di registi Capobianco-Gagliardi. Com’è nato e se ci puoi svelare qualcosa su come proseguirà questo sodalizio artistico?
    Questo sodalizio artistico è nato sul set del film “Mò Vi Mento – Lira di Achille” e prosegue ora con “Il Profumo del Cedro”. Posso però già anticipare che non si fermerà qui ma continuerà nel futuro con un progetto di lunga serialità.

Non solo il film

Il profumo del cedro“, le cui riprese dovrebbero iniziare in autunno, non sarà solo un film ma anche un romanza edito da Armando Curcio Editore (proprio come fu per Mò Vi Mento – Lira di Achille). Testo e audiovisivo: due linguaggi per raccontare attraverso i profumi la stessa storia. Del resto, il tema si presta molto al linguaggio del romanzo che, ancor più della sceneggiatura, lascia spazio e tempo alla descrizione dei personaggi, del loro intimo e del loro sentire, interiore e fisico.

Non ci resta che aspettare un altro po’ per sentire, vedere e leggere “Il profumo del cedro”. (Nella foto in alto da sx  Capobianco – Rinaldi – Gagliardi).

Cinema, Mò Vi Mento – Lira di Achille nelle sale in primavera

COSENZA – La 41ª Edizione delle Giornate professionali di Cinema a Sorrento è stata l’occasione per i due registi del film “Mò Vi Mento – Lira di Achille”, Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi, di parlare ancora una volta della loro opera durante la conferenza stampa che si è svolta all’Hilton Palace.

Ai microfoni delle principali testate di settore, i due registi hanno raccontato aneddoti del set e svelato le idee che hanno dato vita alla commedia incentrata sui temi dell’amore, dei soldi e della politica, uno spaccato dell’Italia di oggi, raccontato a suon di risate e ironia.

La presentazione ufficiale di “Mò Vi Mento – Lira di Achille” agli addetti al settore, riuniti a Sorrento dal 03 al 06 dicembre 2018, arriva dopo il prestigioso trofeo di categoria “Miglior Film”, nella sezione ufficiale dei lungometraggi del 72esimo Festival Internazionale del Cinema di Salerno (leggi qui). 

Quello di “Mò Vi Mento – Lira di Achille” non è stato però l’unico trofeo di categoria consegnato dalla presentatrice del Festival, Debora Caprioglio e dal Presidente Mario De Cesare, ai due registi. A vincere il premio “Miglior film” nella sezione “Discovery Campania”, è stato infatti il documentario “Mediterranean diet example to the world” per la regia di Francesco Gagliardi, prodotto da Stefania Capobianco, in collaborazione con Rai Cinema. Una doppietta questa che è solo l’ennesima conferma di un lavoro svolto con passione e dedizione e se gli esercenti presenti a Sorrento hanno già avuto un assaggio di “Mò Vi Mento – Lira di Achille” grazie al trailer proiettato durante la mattina del 4 Dicembre nella Sala Sirene dell’Hilton, agli spettatori non resta che attendere fine aprile, inizio maggio 2018, per l’uscita del film nelle sale di tutta Italia.

Come si ricorderà, la pellicola ha già destato curiosità in Calabria perchè nella sceneggiatura è citato il paese vibonese di Zaccanopoli.

On line il trailer di “Radio Migrante”

Radio MigranteMELITO PORTO SALVO(RC)-Un racconto sulla vita dei migranti: è questo Radio Migrante, un documentario il cui trailer è già on line sui canali Youtube. Presentato in occasione del Pentedattilo Film Festival, grazie a una tematica affrontata con delicatezza e partecipazione, ha coinvolto il pubblico arrivato come ogni anno al borgo antico. Il progetto nato dal connubio tra realtà professionali del territorio come Ram Film, Fondazione Odyssea e Fabbrica Delle arti,  realizzato per il Festival dell’Aurora di Crotone, ha scelto di affrontare il tema dell’emigrazione senza impronte giornalistiche o d’inchiesta: “Abbiamo seguito il viaggio interiore di questi ragazzi – racconta il regista Emanuele Milasi –  e ci siamo concentrati sulle loro passioni, sulla loro bellezza che, nonostante le difficoltà personali, permane e si muove a ritmo di musica”.  Girato a Crotone tra una radio, una stazione e un camper, il lavoro propone dei lampi di quotidianità fatti di note e ostinazione. L’unione di diverse realtà produttive calabresi ha dato quindi vita a un prodotto cinematografico dal respiro internazionale, sottolineando come insieme si possa raccontare qualcosa senza dover passare da strade già battute. E forse anche per questo il Pentedattilo Film Festival è stato scelto come veicolo di presentazione del documentario. Il regista Gaetano Crivaro  aggiunge: “Il fatto di utilizzare la radio come legame narrativo ha permesso di affrontare una situazione di estremo disagio con la delicatezza che è propria della musica. E anche in questo documentario vedremo come l’arte dei suoni allevia le sofferenze”.  Il successo di critica e di pubblico che “Radio Migrante” ha conseguito al Pentedattilo Film Festival è quindi di buon auspicio per il futuro del documentario, per chi ne volesse un assaggio il breve e suggestivo trailer si può visionare all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=q_5YiI1efoQ

Ritorna Assaggi di Cinema, Rassegna di Corti made in Calabria

assaggi di cinemaCOSENZA – Mercoledì 9 e giovedi 10 dicembre, alle ore 21, nella splendida cornice della Sala Quintieri del Teatro Rendano, esordirà la seconda edizione della Rassegna di cortometraggi “Assaggi di Cinema” Cosenza 2015.
Evento patrocinato dall’Amministrazione comunale di Cosenza, organizzato dall’associazione culturale IDEA e dal curatore Andrea Solano.
Due serate, il 9 e il 10 dicembre, per promuovere il cinema e il talento di giovani registi e interpreti calabresi.
Ospiti della rassegna: Gianvito Casadonte, dir. Artistico del Magna Grecia Film Festival; Giacomo Battaglia, dir. Artistico del PIFF; il regista Giovanni Sole; il docente in tecniche di post produzione cinematografica, Gianfranco Confessore; l’attore di “Anime nere” Costantino Comito; l’associazione culturale Prometeo 88 del film “Ciccilla”; i videomakers: Fabrizio Nucci, Nicola Rovito ed Enzo Carone.
In programma: la proiezione dei cortometraggi e a seguire un talk- show con i direttori artistici, gli autori, i registi e gli interpreti delle produzioni. A condurre le interviste la giornalista Raffaella Salamina. A dare il loro prezioso contributo le band SingSwing e Soul Pains.
Una rassegna che non dimentica il gusto! Le proiezioni dei corti, infatti, saranno introdotte da un delizioso momento di degustazione di prodotti made in Calabria.
“La seconda edizione della nostra rassegna punterà nuovamente i riflettori sulle produzioni cinematografiche calabresi – spiega Andrea Solano – Protagoniste saranno le opere di giovani registi. Senza dimenticare il ruolo fondamentale che occupano i festival per la promozione del cinema sul territorio. Racconteremo la genesi dei prodotti cinematografici, i traguardi raggiunti e le aspirazioni dei nostri talenti locali – e conclude – Cinema ma anche il buon cibo calabrese. Assaggi di cinema punta a creare un appuntamento all’insegna della convivialità. Grazie alla sensibilità del Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, del Vicesindaco Luciano Vigna, dell’assessore alla comunicazione e spettacolo Rosaria Succurro, proporremo anche quest’anno un progetto che dà spazio alle nuove energie locali e di alto spessore culturale”.

Cortometraggio “Eddy” fa il giro d’Europa

REGGIO CALABRIA – Continua la positiva l’esperienza del cortometraggio di promozione sociale “Eddy” che sta riscuotendo successi in tutto il mondo, anche alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni in Europa e soprattutto in Francia.

 Il cortometraggio realizzato dall’Associazione “Promuovi” di Reggio Calabria in collaborazione con la Provincia di Reggio Calabria, è stato prodotto nell’ambito di un piu’ articolato progetto promosso dal Consiglio d’Europa a salvaguardia dei minori per la difesa e la diffusione dei Diritti Umani nel mondo. “Eddy”, infatti, si sofferma sul problema dei minori (bambini soldato, mine giocattolo, etc.) che trovano accoglienza nelle nostre citta’. Il film è già stato proiettato a Strasburgo in occasione degli incontri tra le Citta’ a 12 Stelle e contemporaneamente nei 47 Stati Europei che aderiscono alla rete del Consiglio d’Europa.  Nel prossimo mese di febbraio la Presidente dell’Associazione Promuovi ha inteso proiettare una anteprima a Reggio Calabria come ringraziamento alle scuole che hanno partecipato e ai bambini ed alle famiglie coinvolte in questo progetto, che oggi più che mai appare attuale e preoccupante. 2015-11-19 13.03.42

 “Voglio ricordare – dichiara Daria Cimino presidente dell’Associazione Promuovi – che il nostro lavoro ha ottenuto l’Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il patrocinio LIDU, quello della Croce Rossa Italiana e della Regione Calabria. Il cortometraggio è stato insignito con vari premi e riconoscimenti, tra i quali: “Social World Film Festival” di Napoli Vico Equense, con il premio della Giuria dei Giovani; “Kerala Film Festival” in India con un riconoscimento speciale; “Rozafa Anifest” in Albania riservato ai minori; “Ihrffa International Human Rights Film Festival” Albania;  “European Film Festival” “Starring Europe” di Hollywood. Inoltre – ha concluso la Cimino – vorrei ringraziare i Rangers d’Italia, il Consiglio d’Europa dove partecipa il Presidente Antonio Eroi, la Chiesa Cristiana Centro Cristiano del Mediterraneo, il Comandante della Polizia Provinciale dott. Domenico Crupi e le forze dell’ordine che si sono prodigate per la sicurezza e per la buona riuscita del film”.

Nelle prossime settimane sarà presentato al “Foggia film festival”  dal 14 al 21 novembre nonchè alla 12° edizione del “Dubai international film festival” dal 9 al 16 dicembre.

Il corto è stato, inoltre, proiettato in alcune Università proiezione degli Stati Uniti, tanto che la dottoressa Janie Cliff della University of California di Los Angeles ha dedicato al cortometraggio un capitolo della sua tesi di laurea in “World arts  and culture e italian studies” .

 

Lea, semplicemente

www.nuovabrianza.it
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PETILIA POLICASTRO(KR)- Una storia triste, di quelle che lasciano l’amaro in bocca quella di Lea Garofalo. Ma chi è Lea?Lea è figlia della Calabria,di  quel pezzo di sud Italia malato,logorato da un tumore inguaribile di nome ‘ndrangheta.Cresciuta in una famiglia affiliata alla criminalità,Lea ha il destino segnato sin da subito.Il fratello Floriano è a capo di una cosca locale,il compagno Carlo Cosco gestisce un giro di spaccio e usura a Milano.Dall’amore tra i due nasce Denise,una bambina per la quale Lea sogna un futuro all’insegna della legalità. Dopo l’arresto del compagno,Lea decide di lasciarlo e di trasferirsi a Bergamo. Ma l’uomo non può accettare l’abbandono, sarebbe un fardello troppo pesante che segnerebbe la vita di chi potrebbe perdere tutto fuorché l’onore e inizia a minacciare Lea che stanca,  si rivolge alla forze dell’ordine alle quali confessa i loschi affari in cui è coinvolto l’ex compagno. Sottoposte al programma di protezione, Lea e Denise assumono una nuova identità e cambiano continuamente residenza fino al 2009 quando la donna, sfiduciata dal sistema giudiziario e logorata dalle pressioni dell’ex compagno, decide di uscire dal sistema di protezione. Rimasta senza soldi e priva di lavoro, in preda alla disperazione si rivolge all’ex per il mantenimento della figlia e lui ne approfitta nel più vile dei modi. Lea viene rapita, uccisa e il corpo sezionato viene dato alle fiamme. A questo punto entra in scena Denise, che permetterà di individuare e processare i responsabili dell’omicidio della madre costituendosi parte civile contro il padre.

www.gravinainmurgia.it
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È andata in prima serata su Rai 1 la sua storia raccontata da Marco Tullio Giordana.  “Lea” il titolo scelto,un titolo semplice, privo di fronzoli che racconta senza filtri e edulcorazioni la storia di una donna, una madre e una compagna temeraria che ha lottato contro la sua famiglia e contro il compagno, che in nome della giustizia non si è piegata ai dettami della mafia.Una storia di denuncia che rende omaggio ad una donna diventata modello civile di coraggio quella regalataci regalata da Marco Tullio Giordana, “eroe” del cinema di denuncia. Un  cast variegato, con una amalgama perfettamente riuscita che ha visto anche la presenza degli attori calabresi Linda Caridi e Alessio Praticò.Ciao Lea, la tua morte ci ha lasciato sbigottiti ma non è stata vana perché le persone muoiono, ma le loro idee camminano sulle gambe di chi resta.

Rita Pellicori

Archiviato con successo il Pentedattilo Film Festival

MELITO PORTO SALVO (RC) – Tre giornate all’insegna dell’arte ricche di proiezioni, incontri, workshop, installazioni e mostre fotografiche. È stato questo il Pentedattilo Film Festival, ritornato alla sua nona edizione dopo un anno di sospensione, premiato dalla fedeltà dei suoi abituali spettatori e dai tantissimi che a loro si sono aggiunti. Nonostante il mese da autunno inoltrato, l’afflusso del pubblico che ha invaso il borgo e lo ha fatto rivivere di entusiasmo e passione ha entusiasmato il direttore artistico Emanuele Milasi e tutto il suo staff che ha creduto assieme a lui nel progetto che vuole una unione simbiotica tra territorio e arte. Il territorio è in movimento, quindi: “La gente ha risposto molto bene, tornando assieme a noi nel borgo di Pentedattilo e riempiendo stradine, casette e vicoli. Abbiamo notato un pubblico disparato composto sia di interessati al tema del cortometraggio come espressione d’arte ma anche fatto di giovanissimi o meno giovani con la voglia di scoprire un borgo ricco di arte cinematografica proveniente da tutto il mondo”.IMG_5691

Non sono mancati i momenti di commozione in relazione alla strage parigina. È un NO al terrorismo quello che parte dal borgo, grazie anche a un reading con le musiche di Antonio Aprile e le letture di Americo Melchionda, Katia Colica e la stessa Maria Milasi che, accanto alla bandiera della pace illuminata da candele, si affidano alla poesia. La piazza  del borgo, gremita di gente si sposta tra le vie presso la casetta dove prendono il via le seguitissime proiezioni dei cortometraggi. Le selezioni, durante i tre giorni, hanno accontentato tutti i gusti: quelli all’insegna dell’emotività e della denuncia come “Bitter milk”, che riporta le tragiche vicende di intere famiglie che tra Afghanistan e Pakistan, per effetto della guerra  ogni anno si dirigono verso il confine pakistano costrette a vendere i propri neonati per potersi sfamare. O che contribuiscono a trasportare gli spettatori in un’atmosfera insolita e difforme come “Babel”, uno spettacolare prodotto del’animazione francese che riporta l’ambito visionario di una metropoli futuristica in netto contrasto col mondo rurale. Non è mancata nemmeno una programmazione tutta dedicata ai più piccoli ma fortemente apprezzata e fruita dai grandi: i cartoni animati in proiezione la domenica pomeriggio hanno messo d’accordo le tantissime famiglie che hanno approfittato di un sole novembrino il quale, benevolo, ha accompagnato le tre giornate del festival riscaldando le rocce e rendendole accoglienti e ospitali. E in quest’atmosfera di arte, il pubblico ha potuto anche trattenersi fino a notte fonda nei punti di ristoro. Una conclusione del festival, quella di domenica notte, che ha visto anche un po’ di commozione in una dimensione internazionale ma a misura d’uomo. Che ha fatto dire a centinaia di persone un sorridente “Bentornato Pentedattilo Film Festival!”.

 

La primavera del cinema italiano, il corto “MT1” di Gullà vince il concorso “KM0”

LA PRIMAVERA DEL CINEMA ITALIANOCOSENZA – E’ il corto “MT1” di Claudia Gullà a vincere la prima edizione del concorso di corti “Km0”. Un evento promosso all’interno dell’VIII edizione de “La Primavera del Cinema Italiano”, il festival con le scarpe da tennis che si è concluso a Cosenza sabato scorso. Durante il gran galà, sul palco del Teatro A.Rendano, il direttore artistico del festival Alessandro Russo ha annunciato il vincitore del concorso. Un festival che dà spazio soprattutto alle nuove generazioni del cinema italiano. E’ nato così il concorso rivolto a filmaker e registi calabresi, per la selezione di cortometraggi ispirati al tema del “Km0”. Piccoli film inediti della durata max di 5 minuti ispirati alla cultura enogastronomica calabrese e a tutte le sue declinazioni: tradizione e innovazione, sviluppo ecosostenibile e ambiente. I lavori sono stati proiettati, venerdì 13 novembre, nelle festival presso la Sala 2 del Cinema Citrigno. Nei prossimi giorni sul palco del Cinema Citrigno di Cosenza si terrà la consegna del riconoscimento assegnato al corto vincitore.

A giudicarli la direzione del Festival “La Primavera del Cinema italiano-VIII edizione”.

I lavori pervenuti si sono  ispirati ai prodotti enogastronomici calabresi.

Alessio Praticò è Carlo Cosco in “Lea”

www.ntacalabria.it
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COSENZA(CS) – L’attore reggino Alessio Praticò è nel cast  di “Lea”, l’ultimo film di Marco Tullio Giordana presentato in anteprima al Roma Fiction Fest, che andrà in onda in prima visione mercoledì 18 su Rai1. L’attore, che nel film interpreta il ruolo di Carlo Cosco, compagno di Lea Garofalo, ha concesso  un’intervista esclusiva alla nostra testata.

D- «Laurea in architettura e diploma presso la scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, mi illustri il ‘cambio di rotta’»

R-« La passione per la recitazione ha origine dalla scuola d’infanzia che mi diede,ci diede l’opportunità di recitare in piccoli spettacoli.Ricordo uno spettacolo a cui partecipai all’età di cinque anni, l’innamoramento parte da lì . Terminato il liceo ero indeciso sul percorso da intraprendere, ero molto indeciso anche perché questa passione era rimasta confinata in un cassetto ed era uscita fuori all’età di 18 anni grazie ad un laboratorio a Reggio Calabria a cui avevo partecipato. Ho deciso di proseguire gli studi scegliendo il corso di laurea in architettura, altra mia passione.Dopo la laurea, ho deciso di rendere la passione per la recitazione in un lavoro e dopo aver sostenuto una serie di provini, sono entrato a Genova.In realtà, come l’attore progetta il personaggio da interpretare, anche l’architetto progetta spazi da abitare dunque la distanza tra le due cose non è insormontabile. Credo che nel mestiere di attore sia necessario accumulare il maggior numero di esperienze possibili per poi regalarle ai personaggi da interpretare, quindi, alla luce di questo, sono lieto del percorso universitario che mi ha aiutato ad utilizzare l’idea progettuale nella “costruzione” dei personaggi».

D-«Nel film “Lea” veste i panni di Carlo Cosco,mi parli del personaggio»

R-«Non c’è molto da dire, la storia di Lea Garofalo è nota.È importante sottolineare che l’attore non deve mai giudicare il personaggio che va ad interpretare, deve solo interpretarlo al meglio, ed è quello che ho fatto io. Ho avuto la fortuna di lavorare con un grande regista, Marco Tullio Giordana, ed insieme abbiamo voluto raccontare questo personaggio cercando di evidenziare le debolezze e l’umanità nonostante si tratti di un personaggio negativo, cercando di portare avanti un personaggio che non sia il solito stereotipo dell’uomo di mafia. Tenevo a realizzare qualcosa che potesse fare emergere un pizzico di umanità. Nell’aver dovuto interpretare questo ruolo, ho cercato di portare avanti quella che era la verità di Carlo Cosco che tutti conosciamo»

D-«Un calabrese che veste i panni di un altro calabrese,questo può esser considerato un vantaggio o uno svantaggio

R-«Sono originario di Reggio Calabria, da tempo vivo fuori, però, sono molto legato alle mie origini. Da calabrese è stato più semplice capire, percepire i modi di fare di noi calabresi. Per quanto riguarda il lavoro sul linguaggio, essendo di Reggio, ho una cadenza simile a quella siciliana, ho dovuto lavorare per avvicinarmi il più possibile alla cadenza della provincia crotonese, anche se abbiamo cercato di realizzare una cadenza calabrese comprensibile a tutti.»

D-« Passiamo al retroscena, con quali attori è entrato maggiormente in sintonia

R-«Con tutti, ho avuto la fortuna di lavorare con gente “umana”, sul set eravamo una grande famiglia. Era un piacere lavorare con loro.C’era un grande fervore, un atteggiamento di simpatia nonostante stessimo girando un film con una storia importante. Diciamo che l’empatia che si è creata tra di noi, l’abbiamo regalata ai personaggi per raccontare al meglio questa storia, è stata un po’ una sorta di missione per raccontare questa triste storia».

D-«Ha lavorato al fianco di Marco Tullio Giordana, mi racconti la sua esperienza»

R-«Lavorare con Marco Tullio Giordane è stato un onore e soprattutto un vero piacere.È un regista che lascia ampio spazio alla creatività degli attori e cerca di assecondare questa creatività.È una persona molto professionale e molto sensibile, comprende i  disagi che si possono riscontrare sul set, e poi, non ha mai perso l’occasione per dispensare consigli e svelarci quelli che sono i trucchi del mestiere, e non è scontato che lo facesse»

Rita Pellicori