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Khloe, la forza della speranza: Musica contro la violenza sulle donne

khloeIl tema brutale della violenza sulle donne  approda al Rendano ed esordisce con un pugno nello stomaco. Di quelli che  si percepiscono a metà tra l’orrore e il dolore. Merito o colpa del cortometraggio Il Vero Amore, di Paolo Budassi, interpretato da una bravissima Silvana Spina, con il quale ieri sera si è aperta la serata di beneficenza “Non sei più sola, c’è chi ti ascolta”, organizzata dall’associazione Khloe, capitanata da Enrica e Monica Nicoletti, i cui fondi sono stati destinati all’apertura di uno sportello di ascolto per donne vittime di abusi e di violenza.

Immagini crude, difficili da sopportare senza urlare, a cui si è opposta l’eleganza, il calore e la sensibilità di Eleonora Daniele, conduttrice d’eccezione della serata, che in comune con le luci dello spettacolo, quantomeno con la parte artefatta di esse, ha davvero poco a che fare. Un evento impeccabile, accompagnato da rara precisione, da un’atmosfera suggestiva e mai noiosa. Tre lunghe ore di spettacolo puro. Da un lato, due grandi attori, Alessandro Cosentini e Maria Silvia Greco, hanno interpretato, nella prima parte della serata il “Malamore” di Concita De Gregorio, quello da cui è affetto una società indifferente come la nostra, moderna in apparenza, fascista nella sostanza. Attimi di vibrazioni, destinati a scatenare involontarie riflessioni e pelle d’oca che terminano inevitabilmente sempre con la stessa sorda domanda: “Com’è possibile sopportare tutto questo?”. E se la prima parte si è fatta voce di riflessioni e turbamenti, è nella seconda che lo spettacolo si è trasformato in arte pura. Ad esibirsi, per oltre un’ora e mezza, in un viaggio musicale cinematografico, la prima tromba del cinema italiano insieme alla sua ensamble, Nello Salza. Suggestione, sorrisi, malinconia e pace si sono susseguite tra le atmosfere buie di un teatro affollato e partecipativo. A concludere, tra lo scroscio di fagocitanti applausi, le indimenticabili note di “Quando” in un omaggio al grande Pino Daniele.

Lia Giannini

NexTv raddoppia: E’ la volta di Amadeus, Parpiglia e Niccolò Presta

lucio e figli 3Prima che Lucio Presta portasse il mondo della televisione a Cosenza, Paolo Bonolis, Gerry Scotti, Amadeus, la Cuccarini, erano solo dei privilegiati che avvolti nella loro culla di bambagia chiamata mondo dello spettacolo, avevano il potere di farsi invidiare ed ammirare da lontano. Poi, un giorno, il manager più importante d’Italia, devoto alla sua città come a poche altre cose nella vita, decide di iniziare a fare qualcosa di concreto per i “suoi” giovani e per dare loro ciò che merita di più: la speranza. I personaggi assumono così improvvisamente i connotati di persone mostrandosi di fronte a ragazzi incuriositi e ammirati, in tutta la loro vera natura. Fragili, impauriti, preoccupati, a volte deboli, a volte indifferenti, a volte, semplicemente, umani. E sulla scia dei primi ( o sarebbe meglio dire ultimi) undici incontri, arrivano anche loro: Amadeus, Gabriele Parpiglia e Niccolò Presta. Tre personalità completamente differenti con in comune una grande voglia di fare, l’incommensurabile fiducia nel loro lavoro e in chi, quel mestiere, lo guida da anni, e la perfetta consapevolezza che, smettendo di darsi da fare, tutto possa finire.

E se c’è uno che questo lo sa bene è Amadeus, che, per un periodo della sua vita, si è trovato a fare i conti anche con Lucio Presta. Qualcosa in tv non va, il rapporto si incrina e i due, si separano, proprio come in una storia d’amore. Poi, Amedeo, che è uno di quelli abituati a non esaltarsi né a demordere, risale la china. Da solo, senza Lucio. “Tornare dal numero uno, voleva dire tornare ad essere, a mia volta, uno dei numeri uno” fino a ricominciare, insieme, un nuovo cammino di successi. Ciò che trasmette in due ore d’incontro è un profondo senso di umiltà e una capacità straordinaria che tutto si possa fare con entusiasmo semplicemente mirando al massimo. “Ci vuole pazienza, fortuna e capacità di saper aspettare. Chi sa aspettare, prima o poi, arriva ad ottenere ciò in cui crede.” E’ modesto, innamorato della famiglia, amante delle cose semplici. Amadeus, di tutte le grandi personalità conosciute in questo lungo e avvincente progetto di NexTv, è forse una delle più semplici. Sorride, arrossisce, si emoziona parlando della moglie. E a chi gli chiede se ha mai avuto paura risponde così: “Per gli altri, ma non per me. Per la mia famiglia, che è la cosa più importante della mia vita”.

lucio e figli 2E se c’è qualcuno che con le paure ci convive, rivelando un volto inaspettatamente fragile, quello è Gabriele Parpiglia. Giornalista, autore televisivo, per Lucio Presta è una macchina da guerra, uno di quelli che non si fermano mai e che sanno fiutare la notizia. Pur non condividendo alcune sue scelte, le parole del manager, verso il noto re dei gossip, sono di pura ammirazione. Gabriele è un calabrese che un giorno, come tanti coetanei hanno fatto e continuano a fare, decide di andare via da quella terra dove “non c’è niente” per chi vuole diventare un giornalista. Lotte, sacrifici, attacchi di panico, lavori in discoteca e una continua ansia di poter perdere tutto da un momento all’altro che lo rende il perfetto marito di quella moglie chiamata “lavoro”. Gabriele non è spietato, non è un amante a tutti i costi della verità “ho capito, rispetto a quando ero giovane, che non avrei mai potuto fare la rivoluzione e che si può sempre trovare un compromesso quando in gioco c’ è la vita e la sofferenza di una persona”. Lui, a Cosenza, ci è tornato con gioia, scoprendo una realtà molto diversa da quella lasciata anni prima. E con la stessa gioia spinge a fidarsi e ad affidarsi, secondo il proprio istinto, a chi la città vuole davvero cambiarla per amore e non per brama di potere.

E infine Niccolò. Niccolò Presta ha un nome che in Italia è un marchio di garanzia, uno di quei ragazzi che potrebbe davvero permettersi di non fare nulla perché tanto in piedi ci cadrebbe lo stesso. E invece no. Lui, se possibile, fa anche più degli altri. Perché quando nasci con un cognome importante, devi anche essere in grado di non sminuirlo. Di fronte a lui, Lucio Presta il manager, l’uomo di successo, il cacciatore di affari, è solo un padre. Un padre che fa fatica a guardare il figlio senza ammirare la parte migliore di sé stesso e che si commuove, pensando a quanto, inaspettatamente, quel figlio, stia dimostrando di saper fare. Niccolò somglia molto a suo padre, anzi, a chi lo chiede, dice di essere identico. In lui c’è una dolcezza però disarmante, una calma che è fatta di timidezza e di emozione insieme ma che non gli impedisce, raccontando la sua esperienza, di lasciare l’esempio più grande. Non importa dove nasci e di chi sei figlio. Devi sempre darti da fare.

 

Lia Giannini

 

 

Lucio Presta: “Sono aperto a qualsiasi alleanza purché nel segno della legalità”

LpNella prima conferenza stampa lo aveva solo lasciato intendere, oggi lo ha pienamente confermato. Lucio Presta, il manager delle star, candidato a sindaco nelle prossime elezioni di Cosenza, si dichiara aperto a qualsiasi alleanza, indipendentemente dal partito, “purché vi siano delle convergenze”.

” Del resto”, dichiara Presta, “come potrei impedirlo e perché dovrei farlo? Il mio unico desiderio è fare qualcosa di buono per questa città, nel segno dell’interazione e della collaborazione ma desidero conoscere ogni cosa di chi vuole accodarsi a me. Dalla reputazione, agli eventuali carichi pendenti, passando per le intenzioni. Agire per i cittadini e con i cittadini, nel pieno rispetto delle regole e della legalità, principi su cui ho basato tutta la mia vita e la mia carriera e a cui non intendo rinunciare, questo è il principio della lista civica Amo Cosenza.”

E’ su queste dichiarazioni, che appaiono tanto lodevoli quanto impossibili da credere per chi è abituato alle maniere di questa città, che si è basato l’incontro di poc’anzi tra Lucio Presta e la stampa locale. Un incontro durante il quale è emersa la sua soddisfazione per questi primi mesi di “indagine” per le vie della città, dove il manager dichiara di aver incontrato e conosciuto tantissime persone che desiderano accodarsi alla sua lista per fare insieme qualcosa di concreto. Donne e giovani prima di tutto. “Sono convinto di poter parlare  a tutti quegli elettori che sono stanchi e che hanno davvero voglia di cambiamento. Non rabbia, ma desiderio di fare insieme delle cose che restituiscano, alle tante zone d’ombra di questa città, la stessa luce di Corso Mazzini che ne è il faro. Ho intenzione di predisporre un piano elettorale che preveda azioni su quattro o cinque capisaldi importanti e che poi continui lavorando su tutti quei piccoli aspetti che fanno di una città il suo splendore. Lavorare e produrre denaro per la cittadinanza, i primi obiettivi. ” Per farlo, Lucio Presta si avvarrà di una squadra di esperti, di alcuni dei quali ha rivelato già i nomi (Matteo Castellani, Cristina Calzecchi, Sergio Loi), che lo aiuteranno a non smarrire la strada. “Per me, l’unica via maestra è quella del dialogo”.

E sulle voci che circolano in merito alle presunte alleanze già in auge che lo vedrebbero “corteggiato” da Giacomo Mancini, Guccione e vari, dichiara: “L’unica cosa che mi han detto relativamente al mio incarico è stata “BUON LAVORO. Sono solo amici”.

 

Lia Giannini

Moda Movie “Nel Presente”: vent’anni di moda a Cosenza

20151207182128_IMG_1002 (1)“Nel Presente”. Sarà questo il titolo della prossima edizione di Moda Movie, il festival dedicato alla moda e al cinema tra i più attesi in Calabria. Un titolo ambizioso, anticipatore di tendenze come tutti quelli che hanno contraddistinto le precedente edizioni che, in perfetto accordo con i fatti attuali, ambisce a raccontare, secondo le interpretazioni dei giovani fashion designer in concorso, il mondo contemporaneo alla luce dei fatti socio culturali che lo caratterizzano, in un’epoca dominata dalla tecnologia e dal web. L’obiettivo è quello di mostrare, attraverso i dettami di un’arte chiamata “moda”, la realtà attuale, in ottica passata ma con un occhio al futuro. A comunicarlo, in un affollata conferenza stampa dal titolo “Waiting For Christmas”, lo staff di Moda Movie, diretto da Sante e Paola Orrico, che ieri pomeriggio presso l’Ariha Hotel, come da tradizione, ha presentato, insieme ai tanti collaboratori che si sono aggiunti nel corso degli anni, i progetti fin qui elaborati e i nuovi che prenderanno il via a partire dalla prossima edizione. Merito assoluto del concorso è infatti la sua capacità di rinnovarsi ogni anno, apportando novità e collaborazioni, nel segno di una continua sinergia che, come sottolineato da Sante Orrico, è necessaria al fine di far emergere la Calabria dallo stato paludoso a cui la vogliono relegate istituzioni e pregiudizi, valorizzando i giovani e la loro artisticità.20151207202632_IMG_1265 In questa stessa ottica, si è espresso ieri pomeriggio il Presidente del gruppo Goel, Vincenzo Linarello, esponente del marchio Cangiari, un brand che ostenta la sua calabresità già nel nome e che, pur nascendo dalla volontà di recupero dell’antica tradizione della tessitura calabrese, ha saputo conquistare le passerelle dell’Alta Moda. Cangiari, come del resto fa Moda Movie, si è reso testimone di un senso di riscatto di cui la Calabria può vantarsi e dalla quale è necessario prendere esempio attraverso la partecipazione attiva a tutto ciò che annette progetti sociali e agroalimentari, stando vicino a quanti ogni giorno combattono contro la mafia, a dimostrazione che l’indole vera dei calabresi, diversamente da come qualcuno vuol fare credere, risiede nel coraggio di osare e nell’onestà e nella dignità di chi non si piega al malaffare.

20151207194513_IMG_1133A seguire, tra le tante novità, oltre al tabloid, già ideato lo scorso anno, l’introduzione della guida ai sapori mediterranei. Un opuscolo, ideato da Tommaso Caporale e Gianfranco Manfredi, destinato a dare importanza al momento del cibo, valorizzando le tradizioni enogastronomiche calabresi, nel quale confluiscono le riflessioni e gli spunti culinari di esperti del settore (giornalisti, chef, agronomi e quant’altro), nonché la presentazione del calendario 2016, di cui sono stati omaggiati tutti i presenti, con gli scatti della passata edizione a cura di Giovanni Perfetti. Un simposio di parole e di racconti che testimoniano dunque una realtà in forte crescita, alimentati dalle testimonianze, assai più incisive, della moda stessa, grazie alle creazioni, che hanno sfilato durante l’incontro, di alcune fashion designer dell’Accademia della Moda e della New Style, due realtà consolidate del territorio in fatto di moda. Abiti dalle fattezze originali e accattivanti, che ispirate dal tema passato Crossing Cultures, si sono rese portavoci delle mille contraddizioni che abitano questa terra raccontando una commistione di stili e culture differenti. A concludere l’incontro, in attesa della serata finale il prossimo giugno, comicità,  vino e cullurielli.

Ph Francesco Farina

Lia Giannini 

Sposiamoci si tinge di White: il resoconto della quarta edizione

sposiamoci 7Non si tratta di una novità, eppure desta lo stesso stupore. Sposiamoci è un evento piuttosto noto nel panorama cosentino,  dedicato al matrimonio e agli abiti da sposa. Ogni anno, da più di quattro edizioni, in quello che è un monumento alla bellezza per eccellenza, quale il Teatro Rendano, grazie all’adesione di alcune, tra le più note, aziende sul territorio, prende forma un esempio di garbo ed eleganza tra i più rari in città.

Al di là della semplicità che spesso accompagna l’evento, reo forse solo dell’assenza di novità sostanziali, legate al tema, che incoraggino ulteriore partecipazione, si tratta di un momento sempre di grande garbo ed eleganza, poiché tale è lo staff responsabile dell’organizzazione, l’Associazione A Pois, capitanata da Giada e Selene Falcone.sposiamoci 4

Lo scorso sabato 5 dicembre, in netto anticipo rispetto al passato, scelta considerata vincente data l’atmosfera natalizia del Teatro e l’allestimento floreale che ha accresciuto il romanticismo, si è tenuta la sfilata degli abiti da sposa dell’atelier White di Davide Maida, tra i più apprezzati sul territorio e dei gioielli di Scintille. Dopo un momento dedicato alla degustazione che ha “aperto le danze” nel pomeriggio, gli ospiti sono stati invitati a far sognare i loro occhi attraverso le raffinate collezioni 2016 dell’ Alta Moda by White e non solo, suscitando esclusivamente commenti positivi tra i presenti.  A rendere ancora più credibile il tutto, enfatizzando la sublimità del momento, le dolci musiche di Francesco Perri, musicista da più di vent’anni che ha intonato al pianoforte alcune colonne sonore e l’impeccabile conduzione di Federica Montanelli.sposiamoci 3 sposiamoci 6

Parlando in termini di tendenze, le proposte di abiti sia relativi alla donna che all’uomo hanno visto il trionfo del pizzo, della seta, del colore e del fiocco. Tra le novità più originali anche l’abito da sposa in pantalone e il modello Audrey Hepburn per una sposa più matura. Una serata, dunque, di grande fascino resa vincente dal sodalizio di due realtà che sul territorio cosentino si fanno riconoscere per precisione e finezza, alimentando la voglia, in chi ancora non l’avesse fatto, di dire “Sposiamoci”.

Lia Giannini

Donne, Psichiatria e Potere: Assunta Signorelli e l’incapacità delle mezze misure

signorelliE’ una donna che incanta Assunta Signorelli. Il suo modo di fare, la sua eleganza, i suoi capelli bianchi striati di viola, hanno il potere di catalizzare l’attenzione con poche semplici parole. Attenzione che, in un dibattito aperto agli esperti di Psichiatria e agli studenti di Scienze Politiche e sociali, come quello avvenuto lo scorso giovedì 3 dicembre presso l’Università della Calabria, è tutt’altro che naturale. Si parla del libro “Donne, Psichiatria e Potere” scritto dalla stessa Signorelli, nel quale si racchiudono le riflessioni, le critiche ma anche le sconfitte e le frustrazioni che si generarono a partire dalla rivoluzione psichiatrica avviata negli anni ’60 e poi culminata con l’emanazione della legge 180.

Un libro nel quale sono racchiusi, a dire della stessa autrice, i graffi di un’esperienza forte e dirompente come quella vissuta al manicomio “Papa Giovanni” e del  “San Giovanni” di Trieste, alla cui chiusura collaborò la stessa autrice. Una femminista convinta, una psichiatra sui generis che, racconta Renate Siebert, autrice della prefazione e presente all’incontro, amava girare negli ospedali  vestita della stessa eleganza che la accompagna giornalmente, con i suoi gioielli e i suoi abiti colorati. “Un modo per offrire spunti di argomentazione partendo dalle cose più semplici”, le avrebbe confidato una volta la Signorelli, la cui intelligenza e sensibilità appare evidente sin dalle prime battute. “Non mi è mai interessato vincere, tra vincere e perdere preferisco esistere poiché quando si perde si soffre e morendo si vince di nuovo attraverso la rinascita.” Si definisce una donna molto passionale, incapace a gestire le mezze misure, proprio come la Calabria, la terra che almeno una settimana al mese deve ospitarla ma “nella quale non riuscirei a vivere”. La Calabria le piace perché è la terra delle contraddizioni, quella dove chi predica bene se razzola male finisce col tacere e non si può mai stare in mezzo al guado.

La sua analisi parte, risiede e finisce sempre con loro, le donne.  “Le eretiche, le cagne sciolte, le transessuali” che oggi, rispetto a ieri, vivono la condizione del loro “moltiplicarsi” in modo assai diverso rispetto al passato. L’esperienza del Papa Giovanni, il manicomio non manicomio dell’Appennino Calabrese che per anni, racconta Assunta Signorelli, in molti hanno fatto finta di non vedere, sul quale per molto tempo si è interrogata chiedendosi cosa fare. Un’esperienza intrisa di cattiva politica che ha visto Assunta Signorelli impegnata in prima linea nel tentativo di salvataggio di oltre 250 anime, delle quali poi solo una netta minoranza è sopravvissuta. Il potere della psichiatria e il coraggio misto alla determinazione di una donna la cui grandezza e umiltà si racchiude nelle sue ultime parole: “Mi sono sempre chiesta, avendo a che fare con i “matti”, se davvero erano loro a non essere “normali” o semplicemente io a non essere in grado di comprendere. In fondo il problema della comunicazione è sempre lì. C’è chi lancia un messaggio e chi, a volte, non lo comprende.”

Lia Giannini

Festival della Moda: il 12 dicembre la Winter Edition

festival modaDopo l’Estate, l’inverno. Non solo nelle stagioni. Sabato 12 dicembre, dalle ore 20.30, una nuova edizione del Festival della Moda, organizzato e coordinato da Emanuela Cozza, aprirà le porte a quanti, per curiosità o passione, vorranno assistere a una sfilata tutt’altro che consuetudinaria. L’evento, reduce dal successo della scorsa estate ad Altomonte, in prossimità delle festività natalizie, spalanca le porte a stilisti emergenti e non, all’interno di un nuovo scenario: Tenuta Contessa. A sfilare, le collezioni dal pret a porter all’ abito sposa e cerimonia, senza dimenticare la linea casual, i gioielli e tanto altro ancora. Interverranno esponenti nel mondo della cultura e dell’arte e sarà una nuova occasione per ammirare gli abiti di alcune tra le più prestigiose aziende del territorio.

Tra le aziende protagoniste: Masellis Boutique – Atelier Giusy Catapano – Le spose del cuore – scintille montesanto – Stevens Hat’s – Carnaby Street – Accademia di moda New Style – MAKE UP a cura dell’accademia Adap – HAIR a cura dell’accademia ClassForm.

L’ingresso è gratuito.

Lia Giannini

 

 

 

Dalla tendenza allo stile: Interazioni Creative apre le porte alla moda

Come si racconta la moda in una città che ne sa poco o niente? Come si racconta cos’è una tendenza, da dove nasce, il ruolo che svolge nel mercato, quale quello della moda, in un posto in cui le uniche tendenze conosciute sono quelle che vedono le persone muoversi ogni giorno in massa verso univoche direzioni senza ragionamento alcuno?

11059592_10207241737542153_6700362626242150734_nCarla Primiceri è una designer di tessuti, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di stampe per foulard e accessori. Ma non solo. E’ di Cosenza ma, inevitabilmente, ha studiato a Milano. In un tempo in cui al Sud la parola “moda” aveva quasi un brutto suono e tutti coloro che volevano intraprendere un percorso in questo senso erano, inevitabilmente, costretti ad emigrare, emigra anche lei e rimane, in una città che non le piace, per nove anni. Collabora con Ferragamo e non solo, mentre sulla sua strada si spalancano le porte delle più importanti collaborazioni nel panorama internazionale. Poi, Carla Primiceri torna. Non per sua scelta, naturalmente ma per quella del destino. E una domanda sorge spontanea. Si può arrivare lo stesso a degli alti livelli pur rimanendo in una città del Sud che di moda capisce poco o niente?
Lei, che è caparbia e piena di talento, risponde con un NI. E’ consapevole dei grossi limiti che esistono in una città piccola come Cosenza, legati all’assenza di opportunità sul territorio e, naturalmente, sa che i creativi che rimangono qui devono lottare tre volte di più degli altri e avere il coraggio di osare senza fermarsi. Tuttavia, se c’è una cosa di cui è fermamente convinta, è che la Calabria e più in generale il Sud, abbia davvero una marcia creativa in più. Un talento che spesso si rivela inversamente proporzionale alle possibilità che offre questa realtà di farlo emergere. A dimostrarlo sono le sue studentesse. Ragazze che oggi stanno raggiungendo traguardi inaspettati e che si rivelano spesso più capaci dei tanti facoltosi che escono dalle scuole specializzate del Naba, dello Ied, del Polimoda. Gente che, nella maggioranza dei casi, finisce in un Istituto dalle rette pari ad mutuo, più per scelta di famiglia che per un sogno personale. Segno che, nel suo piccolo, anche un Accademia come la New style, dove Carla Primiceri insegna disegno tessile, grafica, progettazione su tessuto e quant’altro da ormai cinque anni, può rivelarsi utile alla formazione di uno studente.

Lei, che sui “trend” ci ha basato una professione, sta per inaugurare, grazie alla neonata associazione Interazioni Creative nata da un’idea di Deborah De Rose, una nuova sfida. Un laboratorio, aperto a studenti , appassionati e professionisti che vogliono accrescere conoscenze e competenze da mettere a frutto nel fashion e nel design, composto da una serie di workshop durante i quali si lavorerà allo sviluppo e alla progettazione di una tendenza, approfondendo anche gli aspetti linguistici ad esso connessi.11059592_10207241737542153_6700362626242150734_n 10981618_10205943939618016_378630796240500241_n
Un nuovo appassionante modo di dimostrare che la moda è ovunque e che il talento non ha radici e può crescere in qualsiasi luogo. A dirigere il corso sarà la stessa designer che al ruolo di docente affianca, attualmente, quello di consulente per aziende di alto livello quali Ferragamo, Ted Baker UK, Jacques Vert UK, LA Fame Fashion China.Le sue collezioni print design sono ammirabili in tutto il Mondo e nelle fiere più riconosciute a livello internazionale (vedi PremiérevisionDesigns e LondonTextile). L’ennesimo esempio di un talento in semi fuga sul quale Interazioni Creative è gia pronta a giocare la sua scommessa. Riuscirà a dimostrare che la Calabria non ha davvero nulla da invidiare, se non una manica di pregiudizi tutt’altro che emulabili?

Lia Giannini

Al via la stagione teatrale al Rendano: è di scena il “grande” musical di Pinocchio

pinocchioE’ un “Pinocchio” spumeggiante e brioso, a tratti malinconico e riflessivo e  notevolmente rivisitato, quello interpretato sulla scena da Manuel Frattini e dal cast della compagnia della Rancia, a dodici anni di distanza dal suo debutto. Una versione, rinnovata in gran parte del cast, che dopo innumerevoli successi all’estero, è approdata anche al Teatro Rendano di Cosenza il 24 e il 25 novembre, aprendo la stagione teatrale 2015/2016.

Un sold out annunciato che, pur non essendo realmente tale, ha fatto registrare un numero di abbonamenti teatrali ben superiori alle aspettative. Un cast, a tratti più acerbo rispetto a quello originale, che ha regalato momenti di divertimento e allegria tra il pubblico, estremamente partecipe ed entusiasta. Pinocchio_Il grande musical scritto da Saverio Marconi e Pierluigi Ronchetti, racconta il grande classico della letteratura per ragazzi scritto da Collodi, e la storia di un burattino che, alle prese con la differenza tra bene e male, si ritrova a vivere una serie di disavventure durante le quali impara la lezione più importante: quella sull’amore.pinocchio 4

Così, se da una parte la versione teatrale del celebre romanzo si rivela vincente nell’interpretazione del protagonista Manuel Frattini e nella costruzione dei quadri corali che vedono coinvolto un’ entusiasmante corpo di ballo, dall’altra la volontà di porre l’accento su alcuni temi, come quello del rapporto padre/figlio appare in alcuni momenti decisamente forzata e un po’ stucchevole. L’orma dei Pooh, autori dei testi musicali, emerge prepotente in più momenti, a tal punto da riuscire a percepire persino nell’inclinazione della voce di alcuni attori, il “sound” marcato del noto gruppo. Ciò che sembra essere trattato solo superficialmente e che forse avrebbe meritato più attenzione, in questo Pinocchio, è l’attenzione a tutte quelle sfumature, dall’ anticonformismo al  valore della scuola fino all’ “importanza” della coscienza, che hanno fatto, di un romanzo letterario,  un capolavoro unico nei secoli. pinocchio 2pinocchio 3

Ad appassionare, tra le note più gradevoli dello spettacolo, l’interpretazione di Luigi Fiorentini, il Grillo Parlante che, unito al protagonista, all’ecletticità della scenografia e alla magia di alcuni quadri collettivi, si annovera tra gli elementi più riusciti dello spettacolo. Un successo a metà dunque, proprio come il suo burattino.

 

Lia Giannini

 

 

 

Interazioni creative tra imprese ed “eresie”

interazioni creativeCOSENZA(CS)- Eretico è chi esce dal coro, chi rompe la riga senza indugi, chi proclama la propria scelta e la propria opinione che discosta da quelle accettate come autorevoli. Un gruppo di “eretici” si è riunito ieri presso la sede di “Interazioni creative”, uno spazio grazie al quale i creativi possono connettersi e interagire con gli altri per mettersi in gioco e realizzare i propri progetti. Deborah De Rose è una sognatrice, una donna dinamica in grado di reinventarsi, è founder e presidente di “Interazioni creative” una giovane,giovanissima realtà del cosentino. A lei si deve il convegno a cui hanno partecipato cinque giovani imprenditori calabresi. L’incontro,mediato da Lia Giannini, ha dato voce ai cinque coraggiosi figli naturali o adottati dalla nostra regione. Il primo a prendere parola è Massimiliano Capalbo scrittore e imprenditore del catanzarese autore de “La terra dei recinti”, un libro per sfatare i luoghi comuni  e i pregiudizi che hanno impedito e continuano ad impedire ai giovani di progettare e realizzare il proprio futuro. «La nostra-dice Capalbo, è un’epoca dominata dal caos in cui mancano capacità di adattamento e flessibilità. Quattro sono le zavorre che impediscono il decollo: il complesso di inferiorità che ci viene tramandato da chi nutre false credenze sul funzionamento del mondo;il giudizio degli altri;il vittimismo e la diffidenza. Per rompere questo circolo vizioso è necessario intraprendere un lavoro introspettivo, scoprire il proprio talento e metterlo a frutto, vedere finalmente le enormi risorse della Calabria e sfruttarle con lungimiranza».È poi la volta di Rosario Benedetto giovane varesotto trasferitosi in Calabria per amore. Di passaggio sulla statale jonica, si innamora del castello federiciano. Incuriosito dalla simbologia del castello e dal nome del paese che lo ospita, inizia a fare una ricerca e scopre che il toponimo di Roseto Capo Spulico risale all’epoca romana quando prese il nome di Civitas Rosarum probabilmente per l’abbondanza  di roseti. Decide di fare di Roseto Capo Spulico la propria casa e il luogo in cui realizzare il sogno imprenditoriale.Acquista sei ettari di terreno che affacciano sul castello e da il via a “Rosetum”, una vasta distesa di roseti  a forma di croce templare, l’unico roseto al mondo accessibile a chiunque. Il terreno non sarà solo adibito alla coltivazione di rose ma prevede anche la realizzazione di un laboratorio per l’estrazione degli oli utili alla produzione di prodotti cosmetici, una biopiscina e un casale per l’accoglienza degli ospiti. Stefano Caccavari, coniuga imprenditoria e agricoltura.Abitante di San Floro, piccolo paese del catanzarese, nel 2014 cambia le sorti del proprio paese destinato a trasformarsi in discarica. Con l’aiuto della famiglia, proprietaria terriera con la passione per l’agricoltura, da vita al progetto “Orto di famiglia” per offrire la possibilità ai catanzaresi di mangiare cibi sani privi di qualunque pesticida chimico. Ad un anno dall’inizio del progetto il numero di famiglie è passato da 10 a 165 coinvolgendo non solo le famiglie del catanzarese, ma estendendosi anche al crotonese  e al vibonese. Ultima ad aver preso la parola è stata Roberta Caruso, che dopo la laurea in filosofia torna in Calabria  e trasforma la casa in cui vive in una Home for Creativity un luogo di scambio e di condivisione che prevede quattro modalità di alloggio: la formula tradizionale basata sul B&b;baratto;progettazione e creazione di opere d’arte per valorizzare l’estetica della casa e infine l’uso da parte di terzi per la creazione di start up.Cinque ragazzi che animati da passione,coraggio e caparbietà ce l’hanno fatta a dispetto di tutto e di tutti,che hanno fatto dell’eresia il proprio credo.

Io sono eretica,tu?

Rita Pellicori