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Wanda Ferro (FDI) opta per il mandato parlamentare e si dimette da consigliere regionale

CATANZARO – Il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ha trasmesso al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto la nota con cui ha esercitato l’opzione per il mandato parlamentare, rassegnando le dimissioni da Consigliere regionale della Calabria. Wanda Ferro ha quindi rivolto un saluto all’intero Consiglio, ricordando come «la pur breve permanenza nel Consiglio Regionale, dovuta alla tardiva proclamazione intervenuta giudizialmente dopo oltre due anni di ricorsi dinanzi ai tribunali amministrativi ed alla Corte costituzionale, è stata caratterizzata da momenti di entusiasmo alternati a momenti di sconforto per non essere riuscita a contribuire abbastanza alle pressanti richieste di “normalità” dei nostri concittadini». «La mia decisione di optare per il mandato parlamentare  – ha spiegato Wanda Ferro – interviene a seguito di riflessioni tanto meditate quanto sofferte, dopo tanti anni vissuti nella mia terra ove ho svolto l’impegno politico con spirito di servizio e abnegazione».

«Passo il testimone con la consapevolezza di avere interpretato il mio ruolo secondo coscienza e sempre pronta a fornire il mio modesto contributo a rifondare questa nostra terra ferita a morte dalla irresponsabilità e dall’egoismo di pochi». Wanda Ferro, che ha concluso la sua lettera al presidente Irto con un “arrivederci”, ringrazia anche per la disponibilità i dipendenti del Consiglio regionale e tutti coloro che hanno collaborato all’attività consiliare, e si rivolge quindi ai cittadini calabresi, tanti dei quali le hanno dato fiducia determinandone l’elezione alla Camera dei Deputati, ai quali assicura il suo impegno in Parlamento. «Spero di poter continuare in quella sede le mie battaglie per il futuro della nostra terra, con l’aiuto di tutti coloro che, animati dagli stessi miei ideali, continueranno a contribuire con impegno e senso di responsabilità a creare le condizioni perché la Calabria possa avere un futuro diverso». 

«Ho lottato molto per ottenere il seggio in Consiglio regionale – prosegu – poiché ho considerato la mia esclusione come una grave ingiustizia nei confronti delle migliaia di elettori ai quali era stato negato il diritto di essere rappresentati. Ho cercato di recuperare il tempo perduto, tentando di fare una opposizione chiara, determinata, ma anche costruttiva, cercando di orientare la mia attività in Consiglio verso la difesa dei diritti dei più deboli, la trasparenza e la legalità dell’azione amministrativa. Oggi non posso che considerare conclusa questa breve esperienza in Consiglio regionale, per oggettiva mancanza di una controparte. Il governo Oliverio si è distinto  fin dai suoi esordi per immobilismo e incapacità di dare una sterzata alla situazione gravissima in cui versa la Calabria. Oggi è chiaramente giunto al capolinea, abbandonato dalla sua stessa maggioranza. E’ un governo regionale che punta alla sopravvivenza, espressione di un centrosinistra che ha necessità di aggrapparsi a qualcosa in attesa che passi la piena di dissenso che lo sta travolgendo. Purtroppo ad essere travolta da questo atteggiamento irresponsabile è anche la speranza dei calabresi, che hanno avuto nel governo Oliverio forse la delusione più profonda, considerata la fiducia con cui era stato premiato dagli elettori. Settori trainanti come turismo e agricoltura sono stati abbandonati al proprio destino, la sanità viene garantita soltanto per la professionalità e la dedizione degli operatori, mentre il governatore ha smantellato il Dipartimento Tutela della Salute trincerandosi dietro lo scontro con l’Ufficio commissariale e innescando una disastrosa crisi di rapporti con il governo nazionale che pure aveva il suo stesso colore politico. Non meno deludente l’attività del Consiglio, che nonostante la buona volontà del presidente Irto, è stata in molti casi privata del dibattito sui temi più importanti della vita regionale, lenta e macchinosa rispetto all’urgenza dei problemi, con interrogazioni discusse a distanza di due o tre anni dalla presentazione, quando ormai le stesse vicende erano giunte ad un epilogo spesso negativo».

Governo, Wanda Ferro spiega il “no” alla fiducia: «Per il Sud interventi infrastrutturali e politiche di sviluppo»

ROMA – Politiche di sviluppo e investimenti infrastrutturali per il Sud sono stati al centro dell’intervento alla Camera dell’on. Wanda Ferro, intervenuta nel dibattito sul voto di fiducia al Governo Conte. «La nostra posizione nei confronti del governo Conte è di estrema chiarezza: non daremo la fiducia a questo governo, non faremo parte della maggioranza», ha detto Wanda Ferro.

L’intervento di Wanda Ferro (FDI) alla Camera

«Il contratto di governo che il presidente del Consiglio ha presentato al Parlamento – ha proseguito il deputato di Fratelli d’Italia – sembra finalizzato a mantenere promesse elettorali più che a dare soluzioni alle tante e urgenti questioni del Paese. Un governo responsabile non può limitarsi ad elencare una serie di provvedimenti che hanno molta presa popolare, ma spesso sono incompatibili tra loro soprattutto se consideriamo la necessità di reperire le risorse necessarie a realizzarli. Un governo responsabile deve fare scelte, anche impopolari, nell’interesse del Paese, non promettere tutto a tutti. Fratelli d’Italia lavorerà in Parlamento in maniera responsabile, cercando di dare ad un governo che non ci appartiene e non ci rappresenta un contributo propositivo. Saremo disponibili, senza preclusioni, a sostenere quei provvedimenti che saranno in difesa degli interessi degli Italiani. Saremo da pungolo e da sentinella affinché i temi dello sviluppo si accompagnino alla tutela dei bisogni dei più deboli, delle famiglie, delle giovani coppie, e soprattutto perché il Sud venga messo al centro degli investimenti infrastrutturali e non relegato a destinatario di politiche assistenziali. Fratelli d’Italia sente oggi ancor di più la responsabilità di essere il partito del Mezzogiorno. Gli ultimi tre governi hanno dedicato al Nord il 70 per cento degli investimenti infrastrutturali, e solo il 30 per cento al Sud. Pochi investimenti, quindi, e nessuna attenzione allo sviluppo dei territori meridionali e della Calabria in particolare. Basti citare gli insopportabili ritardi nella realizzazione di grandi infrastrutture viarie, come la trasversale delle Serre, la Statale 106 e l’autostrada Salerno Reggio-Calabria, o delle dighe come quella sul Melito, e lo stato di degrado in cui è lasciata la viabilità interna, che invito il presidente Conte a percorrere. Si renderà conto di quanto il paese cammini a due velocità. Strade inadeguate, inefficienti, pericolose, che rischiano di lasciare in una condizione da terzo mondo territori meravigliosi, che hanno grandi potenzialità di sviluppo turistico».

Ferro: «Non basta il pragmatismo, perché senza punti di riferimento ideali e senza una visione non sarà un governo del cambiamento ma un semplice consiglio di amministrazione incapace di dare una prospettiva al Paese”»

«La crescita del Sud – sostiene Wanda Ferro nel suo intervento integrale, non esaurito nei tre minuti messi a disposizione per la discussione in aula – può essere realizzata soltanto attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle identità, delle eccellenze territoriali, attraverso lo sfruttamento degli enormi giacimenti archeologici e culturali, e naturalmente attraverso un piano straordinario che consenta di recuperare l’enorme gap infrastrutturale che penalizza le regioni meridionali. Il Sud deve tornare a far parte dell’Italia anche quando si parla del tema delicato della tutela della salute dei cittadini, ponendo fine ad una lunga stagione di commissariamenti che non hanno contribuito a migliorare i livelli di assistenza e a contenere l’emorragia di risorse provocata dalla mobilità passiva. E ancora il tema della sicurezza, sul quale Fratelli d’Italia ribadisce la necessità di dare sostegno in termini di uomini, mezzi, dignità lavorativa, alle forze dell’ordine che ogni giorno conducono una battaglia ad armi impari per contrastare con in fatti la criminalità organizzata e affermare la legalità”. “Su questi temi e gli altri argomenti che fanno parte del programma che avevamo condiviso come centrodestra, – dice Wanda Ferro – saremo pronti a dare il nostro contributo, responsabilmente, a favore degli Italiani». 

Limbadi, Wanda Ferro: «Controllo del territorio dovrà essere priorità del governo»

CATANZARO – Anche l’on. Wanda Ferro, deputato e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, è intervenuta sull’attentato di ieri a Limbadi, che è costato la vita a Matteo Vinci e in cui è rimasto gravemente ferito il padre Antonio. 

«Pur nella doverosa attesa degli sviluppi investigativi, credo che il terribile attentato di Limbadi voglia rappresentare un tentativo della criminalità mafiosa di attestare il proprio predominio sul territorio – spiega Ferro -. Sono però convinta che un atto così eclatante più che una prova di forza sia una prova di debolezza, la reazione nervosa di una criminalità che si sente stretta alle corde dall’azione incisiva della Procura Distrettuale Antimafia e delle Forze di Polizia, che stanno portando a segno in maniera costante e mirata una attività di indagine vasta ed efficace, che sta consentendo di disarticolare le principali consorterie malavitose del territorio. Episodi come quello che si è verificato ieri a Limbadi, con l’esplosione di un’autobomba, fanno apparire la Calabria come un territorio di guerra. L’obiettivo della ‘ndrangheta è proprio quello di far leva sulla paura della gente, soffocare l’economia di questa terra e uccidere la speranza dei nostri giovani. Ma non ci riuscirà: nella gente cresce la fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, e questa fiducia non può essere tradita dallo Stato, ma sostenuta con azioni concrete, come il potenziamento degli organici della magistratura, che negli ultimi mesi si è concretizzato grazie alla determinazione del procuratore Gratteri, ma che necessita di altri innesti negli uffici giudiziari vibonesi, e con l’ulteriore rafforzamento delle forze dell’ordine, che se da un lato possono vantare un eccellente livello qualitativo della polizia giudiziaria, dall’altro necessitano di personale, mezzi e risorse per una capillare ed efficiente attività di controllo del territorio. Dovrà essere questo un impegno prioritario del governo». 

 

L’annuncio di Wanda Ferro: «Orsomarso eletto alla Camera»

CATANZARO – «I riconteggi effettuati dalla Corte d’Appello di Catanzaro hanno deciso, come ritenevamo corretto, l’assegnazione a Fratelli d’Italia del seggio camerale nel collegio Calabria 2, che comprende le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, in cui ero candidata come capolista – Lo dice in una nota Wanda Ferro – La mia duplice elezione, sia nel collegio uninominale di Vibo Valentia che nella quota proporzionale, consente l’ingresso in Parlamento dell’amico Fausto Orsomarso, al quale vanno le mie più felici congratulazioni. Si tratta per me di una enorme soddisfazione personale, che conferma come la mia scelta di tornare nella casa di Fratelli d’Italia sia stata premiata dai cittadini, che mi hanno dato, con la loro fiducia, la responsabilità di arrivare in Parlamento come rappresentante dell’intera Calabria. E’ quello che considero, come ho già detto, un riconoscimento per una storia politica e amministrativa fatta di coerenza, trasparenza e buona gestione della cosa pubblica. Ringrazio anche, per il loro impegno e il loro prezioso contributo, gli altri candidati di Fratelli d’Italia. La conquista del secondo seggio, ottenuto grazie anche all’ottima percentuale del 5,06 per cento, superiore alla media nazionale, dà soprattutto ulteriore forza alla crescita di Fratelli d’Italia in Calabria, e rappresenta un importante viatico in vista della sfida ormai alle porte per dare un governo serio, capace e autorevole ad una Regione trascinata nel baratro dal fallimento del centrosinistra».

Meloni in Calabria, Ferro: «Nelle università aboliremo i test d’ingresso per il numero chiuso»

LAMEZIA TERME (CZ) – «Fratelli d’Italia è il partito del Sud perché intende mettere in campo tutte quelle politiche e quegli interventi capaci di rilanciare davvero il Meridione. Noi siamo dalla parte dei nostri territori e della salvaguardia delle nostre identità. Siamo dalla parte delle piccole e medie imprese italiane, dei produttori del Made in Italy, dei cittadini che sono pronti a dare una svolta vera al Paese. Noi diciamo no agli inciuci, non tradiamo il nostro popolo, non tradiamo i nostri elettori. Lo abbiamo giurato a Roma, lo abbiamo ribadito anche oggi a Lamezia. Al governo lavoreremo perché si ponga rimedio alle gravissime carenze infrastrutturali che penalizzano la Calabria, ad esempio nel settore della viabilità. Attueremo politiche rivolte ai giovani. Vogliamo che vengano eliminate le barriere all’ingresso nelle università, e quindi vengano aboliti i test di ingresso per il numero chiuso che finora non sono serviti a garantire il merito, perché i nostri ragazzi abbiano la possibilità di restare nella loro terra, trovare qui lavoro e  decidere, se vogliono, di diventare genitori e magari mettere fine al tragico fenomeno dello spopolamento che attanaglia il Sud. Vogliamo valorizzare le eccellenze del nostro territorio, favorire lo sviluppo del turismo. In questa campagna elettorale abbiamo ascoltato il centrosinistra continuare a fare promesse, nonostante abbia già più volte tradito questa terra, sia a livello regionale che a  livello nazionale. Vogliamo liberare i cittadini dal bisogno e vogliamo insieme a loro liberarci una volta per tutte dalla mala politica». E’ quanto ha affermato il consigliere regionale Wanda Ferro, candidata alla Camera per Fratelli d’Italia, intervenendo in occasione della conferenza stampa di Giorgia Meloni a Lamezia Terme.

Wanda Ferro (Fdi) interviene su soppressione treni regionali

CATANZARO – La rimodulazione del servizio ferroviario interno regionale da parte di Trenitalia è al centro di un’interrogazione a risposta scritta immediata che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro (Gruppo misto), raccogliendo le segnalazioni di molti utenti, ha indirizzato al presidente della giunta regionale e all’assessore alle infrastrutture e ai trasporti. 

Wanda Ferro evidenzia come da una verifica effettuata sul sito di Trenitalia a partire dal primo marzo risulterebbero cancellati alcuni treni regionali  (in particolare il treno n. 3692 delle 16,22 e il n. 3694 delle 17,15 da Reggio Calabria Centrale verso Sapri). Trenitalia, negli ultimi anni, ha soppresso numerosi treni regionali e a lunga percorrenza da e per la Calabria, causando disagi nel trasporto locale addirittura nei collegamenti ferroviari Nord-Sud della regione. Inoltre Trenitalia non consente ai titolari di abbonamento su treni regionali, per la tratta oltre Rosarno, di usufruire del servizio dei treni a lunga percorrenza se non previo pagamento di una integrazione tariffaria.

«A seguito di una politica aziendale portata avanti da Trenitalia e avallata dalla Regione Calabria, è stato ulteriormente compromesso il diritto alla mobilità dei cittadini, con tagli indiscriminati delle corse ferroviarie che interessano le due dorsali tirrenica e ionica, sulle quali ogni giorno si spostano tantissimi utenti che per lavoro, studio o altro utilizzano il treno, spesso come esclusivo mezzo di trasporto. Un ulteriore taglio dei treni andrebbe ancor di più a penalizzare il collegamento ferroviario in Calabria, per il quale molti cittadini denunciano ritardi, disservizi, guasti, coincidenze quasi impossibili, nonché improvvise cancellazioni di convogli ferroviari che impediscono agli utenti di raggiungere regolarmente la loro destinazione. Se confermata, la scelta di Trenitalia di sopprimere due treni regionali che collegano la città metropolitana di Reggio Calabria alla provincia di Cosenza, privilegiando il trasporto ad alta velocità, rischia di creare gravissimi disagi ai tanti pendolari che si muovono ogni giorno lungo la dorsale tirrenica».

Wanda Ferro chiede quindi al governatore Oliverio e all’assessore al ramo quali iniziative intendono intraprendere affinché vengano scongiurati i disagi ai pendolari, mediante politiche di promozione del servizio di trasporto locale su ferro che, al di là delle specifiche competenze e responsabilità regionali, necessita di adeguate risorse e di una politica coordinata a livello nazionale. Infine il consigliere regionale chiede di vagliare la possibilità di consentire ai titolari di abbonamento sui treni regionali di usufruire del servizio dei treni a lunga percorrenza anche sulla tratta oltre Rosarno senza essere costretti a pagare un sovraprezzo. 

Wanda Ferro: «Salute e lavoro siano priorità in agenda politica 2018»

CATANZARO – L’inizio del nuovo anno è l’occasione per Wanda Ferro, consigliere regionale del Gruppo misto, di analizzare cosa non è andato bene nel 2017 dei calabresi e per proporre nuove rotto per il 2018 appena iniziato. Di seguito la sua dichiarazione:

«Se il 2017 della politica calabrese si è chiuso all’insegna del dibattito sulla sanità, mi piacerebbe che il 2018 segnasse il passaggio dalle parole all’assunzione di responsabilità da parte di chi governa il sistema sanitario regionale, guardando all’unico interesse della tutela della salute dei cittadini. Le festività natalizie appena trascorse – così come avviene anche nel periodo delle ferie estive – hanno nuovamente segnato il collasso delle strutture ospedaliere, con i pazienti ammassati nei pronto soccorso e tenuti per decine e decine di ore sulle barelle per essere accuditi dai medici dell’emergenza-urgenza, spesso nell’impossibilità di essere trasferiti nei reparti per la carenza di posti letto disponibili o del personale necessario all’assistenza. Una situazione della quale, nel caso del “Pugliese-Ciaccio”, sono stata direttamente testimone. Il blocco del turn-over e la conseguente carenza di personale si manifesta in tutta la sua criticità quando qualche medico od operatore sanitario decide di godere del sacrosanto diritto al riposo e di trascorrere qualche giorno di festa con la propria famiglia: il personale che resta in servizio è costretto ad enormi sacrifici, soprattutto nei pronto soccorso, e per chi lavora sotto pressione e senza poter riposare il rischio di errore è sempre dietro l’angolo. A chi passa intere notti in barella nel corridoio di un ospedale, a chi viene trasportato in ambulanza da un ospedale all’altro alla ricerca di un posto letto, a chi viene parcheggiato in attesa che rientri il personale per essere sottoposto ad un intervento chirurgico, a chi nelle sale d’attesa vive l’ansia per le sorti di un proprio caro, non interessano le battaglie sulle firme sui decreti o le discussioni su chi debba fare il commissario. Al cittadino interessa sapere che, una volta raggiunto l’ospedale, troverà qualcuno in grado di prendersi carico del suo problema di salute e di garantirgli cure adeguate ed una assistenza dignitosa. I cosiddetti lea non devono restare un dato matematico, ma devono mettere al centro del sistema sanitario il paziente e i suoi bisogni. Questo per la politica dovrebbe essere il governo della sanità, non l’affidamento degli incarichi, non gli interessi legati alla gestione di appalti milionari, non la clientela e la raccolta del consenso. Il tema della salute dovrà essere una priorità assoluta della politica, così come la questione del lavoro. Le parole del Capo dello Stato Mattarella rischiano di restare lettera morta se la politica regionale non innescherà processi di sviluppo, ma soprattutto se continuerà a mortificare la fiducia e le speranze dei giovani calabresi facendo carta straccia della meritocrazia. La vicenda di quello che la stampa ha definito il ‘concorso farsa’ di Calabria Lavoro, una procedura dall’esito fin troppo scontato conclusa in gran fretta nei giorni delle festività natalizie per l’affidamento di incarichi a decine e decine di consulenti, rappresenta una prassi non più tollerabile in una Calabria in cui c’è fame di lavoro e in cui tanti giovani bravi e capaci, ma senza santi in paradiso, sono costretti a trasferirsi altrove per realizzare i propri obiettivi professionali. Più che una fuga di cervelli è ormai una vera e propria diaspora che sta privando la Calabria di quelle energie che sono vitali per garantirle un futuro. Che nell’agenda del 2018 ci siano quindi la salute e il lavoro, ma che ci sia soprattutto la libertà dei cittadini. Se la riprendano questa libertà i calabresi, si ribellino a chi tenta di tenerli ancora sotto il giogo del bisogno e della precarietà, non cedano alle promesse di chi tradisce il proprio ruolo, non tengano giù la testa sperando, presto o tardi, che arrivi il proprio turno fortunato, ma si riapproprino del diritto di scegliere liberamente i propri rappresentanti, quelli capaci, quelli onesti, quelli coerenti, quelli che guardano al bene comune anziché all’interesse personale. Un diritto, quello alla libertà, ma soprattutto un dovere. Un dovere da compiere nelle scelte di ogni giorno, un dovere nei confronti della propria terra e delle generazioni che verranno».  

Wanda Ferro sui pagamenti delle quote sociali alle Rsa

CATANZARO  – «Ha assunto contorni grotteschi-dichiara Wanda Ferro-la vicenda dei pagamenti della quota sociale delle rette da versare alle Rsa, dopo la nota sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito che tale quota deve essere a carico delle Aziende Sanitarie. Un “falso problema”, come lo hanno definito le associazioni rappresentative delle strutture, poiché è evidente che la spesa continua a gravare sulla Regione che deve trasferire le risorse necessarie alle aziende sanitarie. Si è venuto a creare un cortocircuito tale per cui la Regione vuole indietro i soldi versati per i servizi forniti, ma non mette in condizioni le Rsa di riottenere quanto dovuto da parte delle Aziende Sanitarie. Basterebbe soltanto sedersi attorno ad un tavolo per trovare una soluzione condivisa al problema, ma la Regione si ostina in un atteggiamento di chiusura che rischia di portare al collasso tante strutture che offrono servizi di eccellenza in un settore ad alto valore sociale quale quello dell’assistenza agli anziani. Le Rsa infatti non sono in grado di restituire le somme che hanno incassato, perché quei soldi sono serviti per pagare i servizi e i costi del personale.  E in ogni caso sono somme che dovrebbero riavere indietro sempre dalla Regione attraverso le Asp. Le Rsa, che tra l’altro non ricevono il pagamento della quota sociale da 13 mesi, sono quindi costrette a rivolgersi agli istituti di credito, accollandosi inutilmente interessi e spese di cui, alla fine, chiederanno inevitabilmente il conto alla Regione. A pagare tanta inefficienza e incapacità di confronto saranno sempre i cittadini, sia per l’inutile spreco di risorse pubbliche che per il rischio di vedere compromessa la qualità dei servizi. Non si comprende perché la Regione continui a penalizzare l’assistenza territoriale, e in particolare quelle strutture che offrono una buona assistenza ad anziani e disabili, anche nei paesi dell’entroterra, spesso rappresentando una concreta alternativa ai ricoveri ospedalieri. Spero che non si tratti di questioni meramente contabili, volte ad escludere quei costi dal calderone della spesa sanitaria per migliorare le performance, e che si tenga in dovuto conto il rischio che le Rsa finiscano per gettare la spugna, cedendo magari le attività a realtà imprenditoriali con le spalle più larghe, come quelle del Nord che sembra abbiano già manifestato interesse ad impegnarsi nel campo dell’assistenza socio-sanitaria in Calabria. Poi c’è la questione dell’applicazione del Decreto commissariale 118, che ha ridotto le rette per le Rsa, e che se non sarà seguito dall’attivazione degli ulteriori servizi previsti, come l’assistenza domiciliare, rischia di far perdere centinaia di posti di lavoro a professionisti bravi e qualificati. La Regione, anche attraverso le Aziende Sanitarie, non può applicare le norme soltanto quando e nelle parti che fanno comodo. Spero che possa aprirsi a breve un tavolo tecnico-istituzionale con tutte le parti coinvolte per salvaguardare un servizio di fondamentale importanza per i calabresi». 

Pugliese Ciaccio, Wanda Ferro: «Avviare tavolo permanente con vertici aziendali e dirigenti dipartimenti»

CATANZARO – «Avviare un tavolo tecnico-istituzionale permanente sull’ospedale Pugliese-Ciaccio, sul quale coinvolgere il direttore generale Giuseppe Panella e i vertici aziendali, ma anche i dirigenti dei dipartimenti. Uno strumento di confronto che consenta di tenere alta e costante l’attenzione sulle problematiche che riguardano il più importante hub regionale, su cui converge la richiesta di salute non solo del capoluogo, ma dell’intera area centrale della Calabria». La proposta è stata avanzata dal consigliere regionale Wanda Ferro durante la riunione voluta dal sindaco Abramo con tutti i rappresentanti cittadini a Palazzo Campanella per discutere dei rapporti tra la città capoluogo e il governo regionale. «Una riunione molto proficua, che al di fuori delle logiche dell’appartenenza politica – prosegue Wanda Ferro –  ha avuto l’obiettivo di concentrare l’attenzione su alcune importanti problematiche, tra cui quella della costruzione del nuovo ospedale. E’ importante che il governatore Oliverio dia certezze sulla sussistenza dei 120 milioni di euro destinati alla costruzione del nuovo ospedale, e renda nota l’idea che la Regione ha rispetto alla realizzazione dell’opera e alla sua ubicazione. Sono certa che lo spirito costruttivo e collaborativo con cui è stata improntata la discussione porterà a fare chiarezza sul destino di un’opera che riveste un ruolo di fondamentale importanza nella tutela della salute dei calabresi, superando con il contributo di tutti eventuali criticità e problematiche. E’ importante, in ogni caso, che il futuro della crescita della sanità catanzarese e calabrese venga scritto insieme a chi, come i medici che operano sul campo, conosce a fondo le problematiche, e può pertanto contribuire ad assumere le scelte migliori in termini di efficienza ed efficacia nell’organizzazione delle strutture». 

Rifiuti, Wanda Ferro: «Fornire spiegazioni su aumento costi a comuni virtuosi»

CATANZARO – Di seguito una dichiarazione del Consigliere regionale Wanda Ferro (Gruppo Misto), in merito all’aumento del costo di conferimento dei rifiuti ai comuni che hanno portato avanti in maniera virtuosa la raccolta differenziata:

«Ritengo che il presidente Oliverio debba fornire precise spiegazioni rispetto al contenuto della delibera di giunta regionale, la 344 del 25 luglio scorso, con la quale viene aumentato in maniera notevole il costo del conferimento dei rifiuti per i comuni virtuosi, cioè per quelli che hanno raggiunto la soglia del 65 per cento di raccolta differenziata. La nuova tariffa, di 165 euro a tonnellata, penalizza proprio quei comuni che si sono impegnati in questi anni, con notevoli sforzi organizzativi e finanziari e la collaborazione dei cittadini, a raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata. Proprio su questi comuni la regione pensa di far gravare il costo del servizio per il 2018, con un aumento della tariffa rispetto allo scorso anno del 54 per cento, che si traduce in un aumento del costo medio per abitante di oltre 20 euro. La ‘premialità’, per questi comuni, sarà affidata ad eventuali bandi futuri. Ad essere premiati sono, invece, i comuni meno diligenti, che ancora devono raggiungere gli obiettivi ottimali di raccolta differenziata, e per i quali è previsto un minore aumento dei costi, solo il 21 per cento, ad esempio, per chi non ha ancora raggiunto il 25 per cento di differenziata. Una vera e propria beffa, oltre alla stangata, quella che la giunta Oliverio ha riservato ai comuni che hanno avuto le migliori performance sulla raccolta differenziata. Le uniche vere premialità previste dalla delibera riguardano l’aumento delle royalty destinate ai comuni che ospitano gli impianti di trattamento in prossimità di aree di particolare valore paesaggistico, naturalistico e ambientale e per i comuni confinanti. Segno di una politica della gestione del ciclo dei rifiuti che non segna alcuna rottura con il passato, e non favorisce quelle comunità che da tempo ormai hanno fatto un salto di qualità, anche culturale, per tutelare l’ambiente anche attraverso la collaborazione per il  corretto smaltimento e il riciclo dei rifiuti. In questo scenario, la Regione, con la sua ormai consueta indolenza, sembra non voler dare soluzione alla vertenza che riguarda i lavoratori della discarica di Alli, che continuano ad avanzare diverse mensilità dalla Daneco, oltre al riconoscimento di altre spettanze come i buoni mensa, e che da tempo denunciano l’insostenibilità delle condizioni lavorative all’interno dell’impianto. La Regione Calabria, quale ente committente, deve assumersi le proprie responsabilità senza perdere altro tempo nelle pastoie burocratiche, per assicurare la dignità e la serenità a decine di famiglie che vivono di quello stipendio, scongiurando un fermo dell’impianto che avrebbe conseguenze gravissime per il territorio della provincia di Catanzaro».