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La fisarmonica protagonista a San Vincenzo la Costa. Torna il prestigioso festival

SAN VINCENZO LA COSTA (CS) – Dopo circa venti anni di assenza, ritorna il prestigioso Festival Internazionale di Fisarmonica di San Vincenzo la Costa con la 15esima edizione in abbinamento al 15° Concorso Internazionale per Giovani Musicisti
Città di San Vincenzo la Costa
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L’evento, fortemente voluto dall’amministrazione comunale di San Vincenzo, si terrà dal 31agosto al 2 settembre 2018.

Fino agli anni 90 il Festival aveva raggiunto una popolarità notevolissima negli ambienti musicali di tutta Europa, attirando concorrenti e visitatori e dando lustro alla comunità di San Vincenzo.

Nella nuova edizione proposta dall’Amministrazione guidata da Gregorio Iannotta, il Festival unirà gli elementi tradizionali, di riconosciuta valenza storica e culturale, ad una veste moderna che renderà l’evento unico nel suo genere in grado di proporre al pubblico un’alta e raffinata qualità attraverso la musica interpretata dai maggiori esecutori del territorio nazionale e non solo che faranno si che il Festival si collochi tra i più autorevoli eventi musicali della Provincia di Cosenza.

Il programma dettagliato delle tre giornate, sarà illustrato nel corso di una conferenza stampa in programma martedì 28 agosto alle ore 11.30 nel Palazzo Micieli di San Sisto dei Valdesi, frazione di San Vincenzo la Costa, alla presenza del sindaco Gregorio Iannotta, del Presidente del Consiglio del Comune di San Vincenzo, Alessandra De Rose; del direttore artistico, Andrea Solano e del maestro Pietro Pardino.

Donne vittime di violenza di genere: protezione internazionale sancita dalla Cassazione

Sempre più spesso sentiamo parlare di donne che fuggono dai loro Paesi di origine perché perseguitate, vittime di abusi, violenze e mutilazioni. Donne costrette a contrarre matrimonio in giovane età o perché vedove. Queste donne, coraggiose, richiedono la protezione internazionale nel nostro Paese.

Si premette che in Italia, il diritto di asilo è garantito dall’art. 10 comma 3 della Costituzione, che prevede che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Può essere riconosciuto, perciò, al cittadino straniero che ne faccia richiesta, lo status di rifugiato o di protezione sussidiaria. Ne consegue una differente tutela, che scaturisce dalla valutazione di una serie di parametri oggettivi e soggettivi inerenti alla storia dei richiedenti, alle statuizioni dei Paesi di provenienza. In particolare, si definisce rifugiato un cittadino straniero che, a causa del fondato timore di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica, si ritrovi al di fuori dal territorio del Paese di cui ha la cittadinanza senza potersi avvalere della protezione dello stesso. E’ invece ammissibile la protezione sussidiaria per il cittadino straniero che, pur non possedendo i requisiti per essere riconosciuto rifugiato, se ritornasse nel suo Paese di origine correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno. Lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria sono riconosciute all’esito dell’istruttoria effettuata dalle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una donna nigeriana che, dopo la morte del marito, a causa del suo rifiuto di sposare il cognato, era stata privata della potestà genitoriale, di tutti i suoi averi ed era stata perseguitata e costretta a lasciare la sua terra. Richiesta la protezione sussidiaria in Italia, che la Commissione Territoriale aveva respinto, la donna era ricorsa dapprima al Tribunale di Bologna fino ad arrivare in Cassazione, che le ha riconosciuto la causa di persecuzione di genere, sulla base del quadro normativo internazionale. In particolare, la Corte fa riferimento alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne, che obbliga gli Stati che l’hanno ratificata “ad adottare le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che la violenza contro le donne basata sul genere possa essere riconosciuta come una forma di persecuzione ai sensi dell’art. 1, a) della Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951 e come una forma di grave pregiudizio che dia luogo ad una protezione complementare/sussidiaria”. Anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) del maggio 2002 aveva invitato tutti gli operatori statali coinvolti a considerare la persecuzione legata alla violenza di genere come motivo per l’ottenimento della protezione internazionale. Nella vicenda sottoposta all’attenzione della Corte di Cassazione, si è ritenuto che i fatti narrati dalla cittadina nigeriana rientrassero a pieno titolo tra quelli cui fa riferimento la Convenzione di Istanbul e previsti dall’art. 7 del d.lgs. 251/2007: la donna deve essere considerata vittima di una persecuzione personale e diretta, a causa della sua appartenenza, in quanto donna, ad un gruppo sociale. E, secondo la Corte, proprio il peso delle norme consuetudinarie locali avrebbe impedito alla ricorrente di trovare adeguata protezione nelle autorità statuali del suo Paese di appartenenza. Questa sentenza della Corte di Cassazione, la n. 28152/2017, di enorme portata innovativa, ha sancito il diritto alla protezione internazionale per le vittime di violenza di genere, le quali potranno ora vedersi riconosciuto lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria.

Questa pronuncia si inserisce nell’ambito di un recente orientamento dei inaugurato dalla sentenza n. 12333/2017 della Corte di Cassazione riguardante un caso di violenza domestica. Una cittadina marocchina, vittima per anni di abusi e violenze da parte del marito anche dopo aver ottenuto il divorzio, aveva lasciato il suo Paese ed aveva richiesto la protezione internazionale poiché certa che, in caso di rientro in Marocco, sarebbe stata nuovamente esposta agli abusi e alle violenze dell’ex-marito. Sia la Commissione Territoriale che il giudice di primo e secondo grado avevano rigettato la richiesta in ragione del fatto che la vicenda narrata rientrerebbe nell’ambito dei rapporti familiari non meritevoli di protezione internazionale, considerate le possibilità di tutela offerte alla donna dal suo Paese di origine. La Suprema Corte, invece, ha cassato la sentenza della Corte d’Appello di Roma, poiché non era stato accertato se le autorità statuali avessero un’effettiva capacità di offrire un’adeguata protezione alla donna, vittima delle violenze dell’ex-marito. La vicenda della donna trova tutela nelle previsioni della Convenzione di Istanbul ai sensi dell’art. 3, lett. b) ed i giudici della Suprema Corte aderiscono, in particolare, alla tesi sostenuta nel ricorso secondo cui questa forma di violenza domestica andrebbe ricondotta nell’ambito dei trattamenti inumani e degradanti cui fa riferimento l’art. 14, lett. b), d.lgs 251/2007. Una simile interpretazione appare coerente con la formulazione dell’art. 60 della Convenzione di Istanbul che, come ricordato, impone agli Stati firmatari di riconoscere la violenza di genere come elemento atto a fondare la protezione sussidiaria.

Questa è la storia di R., D., T., G., e di tante altre donne fuggite dal loro Paese perché vittime di violenza. E’ una storia che si ripete, scritta nei loro occhi, segnata sui loro corpi e nella loro anima. Invisibile a chi le guarda e non le vede. Sono miracolosamente scampate ad un tragico destino e portano con loro i colori di chi spera. Sono quelle donne che non si sono arrese e, grazie al loro coraggio, si apre uno spiraglio di salvezza per chi prenderà il loro esempio.

Avv. Lucia Boellis

I lettori di Ottoetrenta.it possono inviare i loro quesiti agli avvocati compilando l’apposito form presente in questa pagina 

Primo convegno dopo le pronunce delle sezioni unite della Suprema Corte

A COSENZA IL PRIMO CONVEGNO A MENO DI UN MESE DALLE IMPORTANTI PRONUNCE DELLE SEZIONI UNITE DELLA SUPREMA CORTE SUI RAPPORTI TRA RISARCIMENTO DEL DANNO E: PENSIONE DI REVERSIBILITÀ; INDENNITÀ ASSICURATIVA; RENDITA PER INABILITÀ PERMANENTE INAIL; INDENNITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO INPS

COSENZA – Martedì 19 giugno, alle ore 11, presso la biblioteca dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, nel Palazzo di Giustizia, si svolgerà uno dei primi incontri e commenti in assoluto sulle quattro sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione del 22 maggio scorso.

La relatrice sarà la cosentina Maria Gagliardi, Professoressa di Diritto Privato presso la prestigiosissima “Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento S. Anna di Pisa”, recentemente classificatasi al secondo posto tra le italiane nel ranking internazionale delle migliori università.

L’evento, patrocinato dall’Ordine degli Avvocati e promosso dalla Commissione Diritto Assicurativo presso lo stesso Ordine, è incentrato sui recentissimi arresti della Cassazione in tema di risarcimento del danno in alcune importanti materie.

Non è la prima volta che i Supremi Giudici, nell’intento di chiarire un certo contesto normativo (il che rientra proprio nella funzione c.d. nomofilattica della Corte), emanano più sentenze nello stesso giorno, affrontando partitamente le varie tematiche connesse.

Questa volta è toccato al dibattuto problema della necessità o meno di scomputare dal risarcimento del danno quanto percepito dal danneggiato per effetto del danno stesso. Gli ambiti toccati dalla Cassazione con le sentenze in questione sono assai rilevanti e gli esiti diversi. I principi affermati sono così sintetizzabili:

1) il valore capitale della pensione di reversibilità accordata dall’Inps al familiare superstite in conseguenza della morte del congiunto non deve essere detratto dal risarcimento del danno patrimoniale patito dal familiare stesso.

2) Il danno da fatto illecito, invece, deve essere liquidato sottraendo dall’ammontare del danno risarcibile l’importo dell’indennità assicurativa derivante da assicurazione contro i danni che il danneggiato-assicurato abbia riscosso.

3) Similmente, l’importo della rendita per l’inabilità permanente corrisposta dall’INAIL per l’infortunio occorso al lavoratore va detratto dall’ammontare del risarcimento dovuto al danneggiato da parte del terzo responsabile del fatto illecito.

4) Infine, il valore capitalizzato della indennità di accompagnamento che la vittima abbia ottenuto dall’INPS in conseguenza di un fatto dannoso (fattispecie di danno cagionato a neonato per colpa medica) deve sottrarsi dall’ammontare del danno subito e consistente nelle spese da sostenere vita natural durante per l’assistenza personale.

L’incontro del 19 prossimo sarà dunque occasione per una prima riflessione sulle importanti novità giurisprudenziali e sulla sorte dei risarcimenti nelle fattispecie in questione e altre analoghe.

Avv. Cosmo Maria Gagliardi

Il vino Calabria IGP Rosso Cervinago, il prodotto di nuova realtà che riesce a coniugare l’amore per la terra con una eccellenza tutta calabrese

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di due giovani fratelli che hanno deciso di unire la passione per la natura e i suoi frutti e tramutarla, con competenza e coraggio, in eccellenza imprenditoriale. Vincenza Cerchiara, consulente fiscale di una nota azienda della Capitale, decide di lasciare il lavoro e iniziare a collaborare con il fratello Agostino, dedito al lavoro ed esperto in tutto ciò che la natura offre, nella cura del vigneto di famiglia ubicato sul Monte di Cassano allo Ionio. La prima vinificazione destinata alla vendita avviene nel 2016 e nell’Aprile 2017 la realizzazione del primo imbottigliamento: circa 4500 bottiglie di Cervinago Rosso.

Che cosa vi ha spinto a produrre vino?

La nostra famiglia ha lavorato per generazioni nel settore vitivinicolo. Tutto ebbe inizio quando il nostro bisnonno, grazie alle rimesse del figlio emigrato in America, acquistò un terreno sito nel comune di Cassano allo Ionio. I frutti vennero sin da subito destinati alla vinificazione. La bontà del prodotto ottenuto consentì l’estensione del terreno da parte di nostro nonno. Nostro padre, da ultimo, pur svolgendo attività professionale differente, motivato da grande passione, ha proseguito la cura del vigneto con metodi tradizionali.

Oggi noi coltiviamo con cura questo prezioso lascito; ovviamente ogni generazione ha apportato sostanziali innovazioni con l’esperienza acquisita e maturata sia nel sistema della produzione che in quello della trasformazione, pur rimanendo sempre ancorata alla tradizione al fine di ottenere un prodotto naturale e genuino.

Parliamo del sistema produttivo e delle uve che portano alla realizzazione del Cervinago Rosso.

Innanzitutto, i nostri sono vitigni autoctoni e la raccolta viene effettuata interamente a mano, operando un’attenta cernita dei grappoli al fine di eliminare ogni parte non matura o danneggiata. L’uva, posta con cura in cassette in modo da preservarne al massimo l’integrità, viene portata in cantina. Il processo di vinificazione inizia subito, per far sì che le preziose proprietà organolettiche presenti negli acini non si disperdano. L’uva viene quindi immessa nella pigiadiraspatrice e poi nei tini, dove viene lasciata riposare per ca. 48 ore. Successivamente, ha inizio la fermentazione alcolica che avviene in maniera naturale senza l’utilizzo di lieviti selezionati. Durante la fermentazione vengono effettuati dei delestage, tecnica di origine francese per estrarre in maniera delicata colore e profumi.

La vostra è un’azienda giovane ma i riconoscimenti non tardano ad arrivare; avete infatti partecipato al 22°concorso internazionale packaging di Vinitaly conquistando l’etichetta di bronzo per la categoria  “Vini rossi tranquilli a denominazione d’origine e a indicazione geografica delle annate 2017 e 2016”, una grande soddisfazione per la Calabria e un grande merito al vostro impegno.

Sì, è stata una grande soddisfazione e anche inaspettata, ma il messaggio che volevamo trasmettere attraverso la nostra etichetta è evidentemente arrivato a destinazione. Abbiamo cercato di creare qualcosa che rispecchiasse la nostra filosofia aziendale, vestendo la bottiglia con un abito che la rendesse distinguibile e identificabile. Il nostro grafico si è lasciato ispirare dalle atmosfere noir dei film anni ’40 dove, nel nostro immaginario, la protagonista è una dark lady dal rossetto rosso che affascina l’uomo. Ci siamo lasciati influenzare anche dal nuovo target di riferimento del vino, costituito da estimatori, esteti, scopritori, consumatori attenti all’aspetto sensoriale e alle emozioni suscitate dal vino, perché ci piace pensare che la bottiglia venga esposta e consumata in enoteche, bistrot, cocktail bar, ristoranti gourmet, luoghi in cui il vino accompagna momenti di confronto e dialogo, spensieratezza e condivisione. Con l’augurio che il consumatore finale riesca a scorgere nelle note di eleganza e sobrietà dell’etichetta l’animo genuino del vino e del produttore.

Avete in programma qualche appuntamento in cui poter degustare questo meraviglioso vino?

Certamente. Dal 19 al 21 Luglio e dal 23 al 25 Agosto 2018 parteciperemo all’evento “Calici sotto le stelle”  a Cirella di Diamante, manifestazione che pone al centro dell’attenzione la valorizzazione dell’enologia italiana.

F.P.

Scioglimento della comunione legale tra coniugi

Con sentenza n. 11668/2018 del 14 maggio 2018, la Seconda Sezione civile della Suprema Corte, in tema di azione di scioglimento della comunione legale avente ad oggetto un immobile acquistato da uno dei coniugi in costanza di matrimonio, ha affermato che la decisione del coniuge non acquirente di non partecipare all’atto di acquisto del bene e la successiva destinazione del bene all’utilizzo esclusivo del coniuge acquirente non sono condizioni sufficienti per escludere il bene dalla comunione legale, occorrendo a tal fine non solo il concorde riconoscimento positivo della natura personale del bene di entrambi i coniugi, non sussistente nel caso di mancata partecipazione all’atto di uno di essi, ma anche l’effettiva sussistenza di una delle cause di esclusione dalla comunione tassativamente indicate dall’art. 179, primo comma, lett. c), d) ed f), cod. civ.

La Suprema Corte, nel rigettare il ricorso proposto dal coniuge soccombente – affidato a quattro motivi – così confermando l’impugnata sentenza di merito, ha espresso il principio secondo cui in caso di comunione legale tra i coniugi, il bene acquistato dagli stessi, insieme o separatamente, durante il matrimonio, costituisce in via automatica e diretta oggetto della comunione tra loro e diventa, quindi, bene comune ai due coniugi. Ciò anche se il bene sia destinato a bisogni estranei a quelli della famiglia ed il corrispettivo sia pagato, in via esclusiva o prevalente, con i proventi dell’attività separata di uno dei coniugi. 

Nel caso di beni immobili o di beni mobili registrati, come nel caso di specie, tale esclusione deve risultare dall’atto di acquisto, alla cui stipulazione è tenuto a partecipare il coniuge non acquirente ai fini di rendere la dichiarazione in ordine alla natura personale del bene ex art. 179, comma 2, cod. civ.

Avv. Antonio Nappi

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Ancora un premio per Il prefetto e i briganti dello storico Ferraro

RENDE (CS) – Ennesimo premio per lo storico Giuseppe Ferraro e il suo libro Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’unificazione italiana, edito da Mondadori-Le Monnier. La commissione del Premio letterario “Amaro Silano” nella serata di venerdì 25 maggio ha conferito a Ferraro il primo premio per la sezione saggistica 2018. La commissione ha ritenuto il lavoro di Ferraro “saggio di notevole qualità e rigore, che affronta con amore e competenza uno dei momenti basilari dell’inizio dell’attività dello Stato unitario”. Il volume aveva ricevuto già in passato numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Premio nazionale “Spadolini 2018” da parte del ministro della Pubblica istruzione università e ricerca Stefania Giannini, il premio “P.P. D’Attorrre” a Ravenna, il “Trocccoli Magra Graecia”, la menzione d’onore al Premio “Sele d’oro” e poi tra i finalisti opera prima della Società per lo studio della storia contemporanea italiana. Giuseppe Ferraro è nato a Longobucco, dottore di ricerca presso l’Università di San Marino, fa parte dell’istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea. Tra i suoi lavori pubblicati si è occupato di Prima guerra mondiale. Resistenza, Risorgimento, brigantaggio, fascismo, colonialismo.

 

Si spegne a Roma improvvisamente il manager Luigi D’Elia

ROMA – Si è spento a Roma, improvvisamente e durante un incontro di lavoro, il manager Luigi D’Elia.
Gigi D’Elia, è stato sub commissario alla Sanità per la Regione Calabria nella Giunta Scopelliti, lasciando anticipatamente il suo incarico per impegni di lavoro nazionali.
Da sempre impegnato nel settore sanitario, D’Elia è stato un  punto di riferimento in particolar modo nell’ambito legislativo.
Nato a Cerzeto, provincia di Cosenza, il 10 dicembre 1940 ma le sue origini erano legate alla cittadina di Belvedere dove tornava ogni volta che poteva.
Si era laureato in Giurisprudenza, nel 1966, all’università degli studi di Napoli e ha conseguito nel 1991 il diploma di perfezionamento in General Management, rilasciato dalla scuola di direzione aziendale dell’università Bocconi di Milano. Ha, inoltre, frequentato seminari e corsi di formazione e aggiornamento di diritto sanitario all’università Cattolica di Milano e all’università di Bologna, di gestioni manageriali e di politiche sanitarie (East – West Hospital Cooperation in Europe di Berlino). E’ stato fondatore e direttore di tre riviste in giurisprudenza ed economia sanitaria. Ha insegnato presso la scuola di specializzazione in igiene dell’università la Sapienza di Roma ed è autore di numerosi volumi. Nel 1975 è stato segretario generale del centro traumatologico ortopedico di Roma per poi diventare, nel 1978, segretario generale di ruolo del complesso ospedaliero Eur – Garbatella. Dal 1980 al 1991, D’Elia è stato coordinatore amministrativo della Usl Roma 11 e, successivamente, della Usl Roma 6. Dal 1991 al 1994 ha ricoperto la carica di amministratore e commissario straordinario della Usl Roma 10 . Dal 1994 al 1999 è stato direttore generale del complesso ospedaliero San Giovanni Addolorata. Dal 2003 ad oggi è stato amministratore delegato della casa di cura “Villa Mafalda” di Roma. Qui lo vediamo in una sua intervista rilasciata durante un forum della pubblica amministrazione https://www.youtube.com/watch?v=cMzOoEakF_k
 
Alla moglie ANNA GEMMA GONZALES, ai figli NARO e LUCA con ALESSANDRA, ed al piccolo MARC, il suo tesoro, vanno le nostre più sentite condoglianze.
Per D’Elia è stata allestita una camera ardente della Sala Mazzoni del San Giovanni dalle ore 15 di quest’oggi ed il funerale si terrà domani, mercoledi 23 maggio alle ore 11 nella stessa Sala Mazzoni del San Giovanni-Addolorata.

Croce Rossa e donne nella grande guerra

Con “Storia e storie della Grande Guerra”, San Giovanni in Fiore commemora la Prima Guerra Mondiale, accreditandosi a livello nazionale per il suo inserimento nel Programma ufficiale di celebrazioni promosse dal Governo, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale). L’evento, che si articolerà nell’intera mattinata del prossimo 26 maggio con tre iniziative concatenate, è stato organizzato dall’assessorato comunale alla cultura, guidato da Milena Lopez, ed ha ottenuto il patrocinio della Regione Calabria e dell’ICSAIC (Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea). Proprio l’ICSAIC, con il suo presidente Prof. Pantaleone Sergi e il suo direttore Prof. Vittorio Cappelli, porta avanti, in sinergia anche con la Regione Calabria, una serie di iniziative per commemorare il centenario della Prima guerra mondiale e le vicende che interessarono la Brigata “Catanzaro”.

Il primo appuntamento è fissato presso la Sala del Consiglio del Palazzo Comunale, alle ore 9, per l’inaugurazione della mostra fotografica “La Croce Rossa e le donne nella Grande Guerra” a cui parteciperà l’assessore alla cultura della Regione Calabria, Maria Francesca Corigliano. Seguirà, presso il Cinema Teatro Italia, il seminario di studi  che approfondirà i temi del primo conflitto mondiale con il contributo significativo  di relatori  di riconosciuto prestigio come il prof. Giuseppe Ferraro, dottore di ricercatore dell’università degli Studi di San Marino e dell’ICSAIC che ha dedicato alla Grande guerra numerosi lavori, il dott. Vincenzo Gentile membro ICSAIC e la prof.ssa Chiara Camposampiero Barberio che racconterà “l’umanità” della guerra attraverso la lettura di lettere e cartoline dal fronte, contenute nell’Archivio storico della famiglia Barberio, gentilmente messe a disposizione per l’iniziativa. All’incontro sarà presente anche l’ispettrice Regionale del Corpo delle infermiere volontarie della CRI che tratterà una breve sintesi della storia della Croce Rossa. Le manifestazioni si concluderanno nella piazza antistante il Palazzo Comunale dove, dopo una breve cerimonia, verrà deposta una corona di alloro in ricordo di tutti i caduti in guerra.

“Protagonisti della giornata saranno i giovani e le scolaresche, che sono state invitate a partecipare in massa-  afferma, annunciando l’evento, l’assessore Milena Lopez – Ho tenuto ad organizzare le celebrazioni per il centenario della Prima guerra mondiale proprio pensando a loro, con la volontà di offrire spunti di approfondimento e di riflessioni su uno dei momenti più tragici ed importanti della storia del nostro Paese.  Sono da sempre convita, infatti, che il futuro si debba costruire tenendo uno sguardo critico rivolto verso il passato, dal quale trarre gli insegnamenti necessari per migliorarci e crescere”.  “Storia e storie della Grande Guerra” – aggiunge l’assessore  comunale alla cultura –  non servirà, comunque, solo a ricordare l’eroismo ed il sacrificio dei soldati e degli italiani tutti, ma vorrà dedicare particolare importanza alle donne, per scoprire qual è stato il ruolo da esse ricoperto durante e dopo il conflitto, che ha provocato certamente distruzione e morte, ma che ha anche rappresentato un passaggio fondamentale per il consolidamento della identità nazionale e, dunque, di coesione tra gli italiani di ogni regione”.

“Il ruolo della memoria – conclude Milena Lopez –  è fondamentale per la costruzione di una società migliore rispetto a quella odierna, che deve essere certamente più coesa e solidale. Ed è solo dalla conoscenza e dal rispetto del sacrificio di chi ha contribuito a costruire il nostro Paese, che può partire il processo di acquisizione di una coscienza civile che sembra non appartenere più a questo tempo. La politica in tutto questo ha un ruolo fondamentale e giornate come quelle celebrative dei grandi anniversari della nostra storia risultano avere un valore educativo elevato oltre che rappresentare un atto dovuto”.

CAP 18 inaugurata da due mostre nella notte dei musei

Sarà l’incontro dedicato al confronto con la stampa ad aprire la ricca settimana di CAP 18, l’evento dedicato al mondo del design e della comunicazione, in programma domattina alle 11 nella Biblioteca di Area Umanistica dell’Università della Calabria, per il secondo dialogo “Comunicare con/attraverso i media.

Una settimana ricca di appuntamenti ed iniziative, che aperto le sue porte sabato 19 maggio, al Museo del Presente, in occasione della Notte dei Musei, con l’inaugurazione delle mostre Sicilia Felicissima e 18,18,18,18,18…

Si è partiti con il 18, il primo evento espositivo in mostra fino al 31 maggio, che raccoglie una serie di schizzi ed esercizi grafici legati al tema del 18. Allenamenti stilistici che diventano veri e propri programmi di lavoro, frutto della libera creatività di Alessandro Aiello, Claudio Alagia, Stefano Asili, Mauro Bubbico, Manolito Cortese, Gianluca Damaso, Giovanni De Luca, Daniela De Nardo, Elena La Regina, Donato Faruolo, Cinzia Ferrara, Roberto Gentili, Bruno La Vergata, Emilio S.Leo, Alessandro Leone, Andrea Liserre, Francesco Marsico, Luciano Mastrascusa, Francesco Paciola, Annarita Pagliaro, Aldo Presta, Ida Giulia Presta, Alessandro Renzelli, Luigi Rocca, Costantino Sammarra, Marco Tortoglioli Ricci, Francesco Vespari.

E sempre da sabato 19, fino al 31 maggio, al museo del Presente, sarà possibile visitare la mostra Sicilia Felicissima, un’esposizione di lavori selezionati dall’omonimo concorso, tratti dall’edizione del 2017.

Nato per promuovere la relazione professionale tra grafici di qualità ed enti e aziende siciliane e per far conoscere in Italia e all’estero i progetti di comunicazione visiva derivanti dalla collaborazione tra designer e aziende, Sicilia Felicissima è promossa da Abadir Accademia di Design e Arti Visive , Aiap Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva e Caffè Moak il cui obiettivo è valorizzare i prodotti e i beni culturali siciliani.

Nel pomeriggio di ieri, al Museo del Presente di Rende, si è inoltre tenuto il primo dei sei Dialoghi in programma sul tema “I libri come bussole”, al quale hanno preso parte Domenico Cerzosimo, Domenico Talia, Riccardo Barberi, Sergio Niger, Roberta Corbo, Marta Petrusewicz, Bruno Lavergata, oltre gli organizzatori ed ideatori di CAP 18 Aldo Presta e Marina Simonetti.

CAP 18, lo stato della comunicazione dal sud

COSENZA – Parte oggi con l’inaugurazione di due delle tre mostre, Cap 18, dialoghi, eventi espositivi, workshop e riflessioni intorno a quanto si produce sul design della comunicazione, qui, in una provincia del Sud e al tempo presente.

Cap 18 prende il via da un’idea di Meme – associazione culturale che nasce proprio per promuovere e diffondere le discipline del progetto e del design – e dal confronto e dalla collaborazione con Cosenza graphics, raggruppamento di professionisti che animano una longeva pagina facebook.

Cap 18 è patrocinato da AIAP – associazione italiana design della comunicazione e realizzato con il Dipartimento di Studi umanistici e al Laboratorio design della comunicazione visiva dell’Università della Calabria, e con la siciliana Abadir – Accademia di design e arti visive.

Cap 18 è una settimana ricca di occasioni e eventi progettata e promossa da designer, grafici, pubblicitari, e da studenti, docenti e ricercatori dell’Università della Calabria. Una settimana durante la quale si metterà in scena l’attuale stato dell’arte del design, della grafica e della pubblicità, a partire dal territorio calabrese ma, ovviamente, guardando e confrontandosi con quanto si muove nel sistema culturale e professionale nazionale.

Nutrito il programma messo a punto grazie anche alla disponibilità e alla collaborazione con la Bau, Biblioteca di Area umanistica dell’uniCal; il Museo del Presente dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rende; Confindustria Cosenza; le librerie Ubik e Mondadori di Cosenza; il gruppo Rubbettino, e dalle aziende sponsor: Vecchio Amaro del Capo, tipografia Chiappetta, Delta comunicazione. Altrettanto preziosa la collaborazione con Amarelli, Scalzo conserve, Cadis, MpmDelma, vinocalabrese.it.

Una rete di sostegno e contributi che, insieme alla qualità delle adesioni e partecipazione ai vari momenti del programma, assegnano a Cap 18 un bel credito di attenzione e riconoscimento, probabilmente da ascriversi anche al carattere di forte apertura della manifestazione.

Il programma prevede, infatti, momenti tipicamente dedicati alla riflessione sullo stato della professione, nelle giornate del 23 e del 24 maggio, in cui gli aspetti della grafica e del design della comunicazione vengono rappresentati e analizzati criticamente attraverso una selezione di progetti; discussione e analisi verranno guidate dal docente Daniele Gambarara, Cinzia Ferrara designer e presidente dell’AIAP, e da Bruno La Vergata e Marcello W. Bruno.

Nelle giornate del 19, 21 e 22 maggio si snoda un vero e proprio percorso di avvicinamenti e approfondimenti specifici sui temi della teoria e prassi della comunicazione coniugata al presente, compiuto attraverso il confronto (i dialoghi) con diverse voci e su diversi temi.

Ma Cap 18 è anche occasioni di approfondimento strutturato con una offerta di workshop dedicati ai temi del type design, della calligrafia, della fotografia, della comunicazione visivo gestuale.

Infine gli eventi espositivi.

Cap 18 mette in scena, all’interno della BAU, le Salon des refusés, ovvero – come dice il programma della manifestazione – una selezione di progetti mancati, rifiutati, manomessi o distorti nell’applicazione, che invece vale la pena portare fuori e mostrare al pubblico. Una provocazione per sublimare con ironia e leggerezza il problema del rapporto tra committenza e agenzia/studio/progettista, senza prendersi troppo sul serio.

Il Museo del Presente è sede dell’esposizione dei 18, 18, 18, 18…. una raccolta di progetti grafici sul tema del 18 che racconta delle possibilità di costruzione di discorsi a partire dalla rappresentazione di un contenuto.

Le due mostre hanno due piccole estensioni nelle librerie Ubik e Mondadori di Cosenza segnare in modo coordinato gli spazi e i percorsi di sviluppo di Cap 18.

Al Museo del Presente, inoltre, la mostra Sicilia Felicissima, risultato del concorso 2017 che ha selezionato i migliori progetti di comunicazione visiva nati dalla collaborazione tra designer e aziende e enti siciliani. La mostra è stata realizzata e concessa a Cap da Abadir accademia di design e arti visive e dall’Aiap – associazione italiana di design della comunicazione visiva e da Caffè Moak.

Il tutto raccontato, restituito e ampiamente documentato da comunicarealpresente.it

Sicilia Felicissima18, 18, 18, 18…. saranno inaugurate questa sera e rientrano nel programma la Notte dei Musei organizzata dal Comune di Rende al Museo del Presente.

Comunicazione e presente, nelle azioni e intenzioni di Cap 18 e dei suoi protagonisti, si disvelano dunque come un paradigma, come il nucleo fondativo di un manifesto per promuovere e sostenere la qualità del progetto.

A sud guardando dentro e oltre di esso.