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Unical, Cortez incantato dal Museo dell’ambiente

RENDE – “E’ la prima volta che vengo in Calabria e la mia impressione è decisamente positiva. Non immaginavo di trovarmi di fronte a strutture di questo livello, che non mi risulta esistano in altre parti d’Italia, nè allo sforzo lodevole, che qui viene compiuto, di inculcare nei ragazzi un pezzo di cultura, quella del rispetto e della tutela per l’ambiente, fondamentale per contare su cittadini e amministratori all’altezza della situazione”: sono le parole – come ha precisato ripetutamente “sincere e sentite” – che Luigi Corteggi, il famoso “Cortez” di tanti fumetti di successo, ha pronunciato ieri dopo aver visitato la sede del “Rimuseum”, il museo dell’ambiente dell’Università della Calabria.

Corteggi, che era accompagnato dalla prof.ssa Maria Grazia Cianciulli, dirigente dell’Istituto Magistrale Statale, Licei “Tommaso Campanella” di Belvedere Marittimo, è stato accolto dal rettore, Gino Mirocle Crisci, e dalla dirigente della struttura, Vittoria Carnevale.
All’illustre ospite è stato presentato il percorso didattico-educativo di Rimuseum, che è stato visitato lo scorso anno da ben 7500 studenti delle scuole primarie e secondarie della Calabria, e il programma delle principali iniziative previste per il 2014.
Cortez si è fermato a parlare con i presenti e ha mostrato grande disponibilità di fronte alle richieste di un disegno dei protagonisti, Tex Willer in testa, che l’hanno fatto conoscere in tutto il mondo. E proprio una simpatica immagine del famoso ranger, che porta sulla spalla un sacco di rifiuti da conferire in discarica, Corteggi ha consegnato al rettore Crisci e alla direttrice Carnevale, a ricordo della sua visita al Rimuseum.

Eduardo Halfon alla Feltrinelli: la fragilità di non poter leggere la punta della lingua

COSENZA – Classico sabato di pioggia. Un folto gruppo di over 55 è al primo piano della Libreria Feltrinelli, incuriosito dalla programmata presentazione de “Il pugile polacco”, opera dello scrittore guatemalteco Eduardo Halfon. I giovani, che dovrebbero divorare testi e cultura, hanno altri appuntamenti e perciò non assediano la libreria. La stragrande maggioranza degli uditori aspetta l’inizio della discussione. Lo scrittore gualtemalteco è arrivato in anticipo, però l’evento non è puntuale. Una delle relatrici, la professoressa Marta Petrusewicz è bloccata alla Stazione di Paola e un tassista è andato a recuperarla. Gli altri relatori sono già sul posto: la traduttrice Maria Pina Iannuzzi, la giornalista Rai Annarosa Macrì, la lettrice Teresa Bruno, il chitarrista Rodolfo Capoderosa e un uomo della Rubettino (la casa editrice del libro).

Per tappare i buchi e dilatare l’attesa, si apre una parentesi musicale: Teresa Bruno recita passi del libro e Capoderosa sollecita le corde della sua chitarra. L’intro musicale allegerisce i tempi morti. Qualche piede di spettatore comincia a battere sul pavimento. Nel frattempo, la “ritardataria” Petrusewicz ha preso posto. Vale la pena sfidare il maltempo per uno scrittore che si è laureato in ingegneria negli Stati Uniti e si è innamorato della letteratura dopo esser tornato in Guatemala (scoperte, sia la patria che la letteratura all’età dio 28 nni) ? Gli anziani dicono di si, i giovani non sono pervenuti. Poi non si generalizzi sul ricambio generazionale: esitono anche anziani meritevoli e giovani immeritevoli. 

Dopo aver musicato tante parole, la giornalista della Rai si avvicina al microfono ed elogia Halfon: “Il pugile polacco ci salverà. Lo abbiamo dentro tutti noi” e poi cede la parola all’ insegnante Petrusewicz. La donna, in un intervento che abbraccia la pedanteria ed è sul punto di svelare il finale del libro, offre interpretazioni testuali: “l’ io narrante è lo scrittore stesso. E’ molto forte il tema dell’ebraicità e dell’olocausto (lo scrittore è anche ebreo n.d.r), basti pensare che il racconto si ispira ai cinque numeri che il nonno, deportato ad Auschwitz, portava sull’avambraccio. Si sente anche l’influenza di Primo Levi”.

Appartata la critica del testo, è lo scrittore che si rivolge alla platea in spagnolo (anche se confida di pensare in inglese). Come si possono interpretare le sue parole a caldo? Prima di tutto, bisogna specificare che il Guatemala ha un autore di racconti che confonde vita e opera, suggerendo che si può essere ingannati dagli scrittori in qualsiasi momento e la verosimiglianza di un passo non si può confutare. Un narratore che aggiunge racconti alla sua opera madre (a seconda del Paese cresce o diminuisce il numero dei singoli pezzi), volendo continuamente arricchirla, spinto da un istinto che si fa mansueto davanti ad un programma di allenamento che è anche superstizione: “la mattina devo sempre scrivere”. Halfon ha la mentalità aperta di un viaggiatore lusingato dal potere della parola e dei numeri, la curiosità di un esploratore che lotta per dire ciò che è sulla punta della lingua.  Quanto riesca ad essere imprevedibile, lo percepiremo leggendo i suoi racconti. Ci vorrà tanto tempo, perchè come Fellini (“vorrei dirigere un film infinito”) la sua opera è destinata a riproporsi in continuazione.

CERMINARA FRANCESCO

All’Unical l’Arte di Eduardo

RENDE – “Un sentito e doveroso omaggio ad uno dei massimi esponenti della cultura italiana del Novecento”: così, il prof. Roberto De Gaetano, ordinario di Filmologia nonché Presidente del Corso di Laurea Magistrale in linguaggi dello spettacolo del cinema e dei media, presenta il progetto: “I giorni e le notti: l’Arte di Eduardo”, organizzato dall’Università della Calabria insieme ad altri Atenei e Istituzioni meridionali in occasione del trentennale della morte di Eduardo De Filippo, avvenuta a Roma il 31 ottobre 1984. Oltre all’UniCal, capofila del progetto coordinato dallo stesso De Gaetano e dal prof. Bruno Roberti, sono coinvolte le Università Salerno (e la Fondazione Salerno Contemporanea), Messina (attraverso il Centro Interdipartimentale di Studi sulle Arti Performative), l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, il Centro Sperimentale di Cinematografia/Cineteca Nazionale, la Fondazione “Eduardo De Filippo”, l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, con la collaborazione della Ripley’s Film. Le iniziative che vedranno impegnata l’Università della Calabria, attraverso il CAMS (Centro Arti Musica e Spettacolo), il Dipartimento di Studi Umanistici, e in collaborazione con l’Associazione culturale “Fata Morgana”, si svolgeranno nel Teatro Auditorium dal 3 al 7 febbraio e continueranno nel mese di maggio con una serie di Laboratori e spettacoli. Per gli altri atenei, invece, sarà il turno di Salerno dal 24 al 26 febbraio, dal 27 al 28 marzo e il 15 maggio; dell’Università di Messina, il 15 e 16 settembre; e dell’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli dal 30 al 31 ottobre 2014. “L’arte di Eduardo” – scrivono De Gaetano e Roberti nella presentazione dell’evento – non è una tra le altre. È qualcosa di più, è l’arte capace nel suo essere diurna e notturna allo stesso tempo di riprendere la linea scettica del “dramma borghese” per calarla nella tradizione delle maschere popolari italiane; di promuovere la lingua “bassa” del dialetto a lingua “alta” del pensiero; di dare corpo e cove sulla scena e sullo schermo ad un “romanzo teatrale” dove i destini dell’uomo incrociano quelli della storia; di  attraversare momenti e movimenti storici (neorealismo) declinandone la drammaticità in forme fantasmatiche e grottesche; di pensare e costruire una commedia, anche cinematografica, dove il colore “rosa” dei giovani e del futuro è schiacciato da quello “nero” dei vecchi; di restituire impietosamente le forme dell’istituzione cardine della famiglia; di perseguire la ricerca impossibile, ma irrinunciabile, dell’umanità dell’umano, che la grande arte non ha smesso e non smetterà mai di compiere, radicando questa ricerca nello spaziotempo di una nazione, l’Italia, e di una città, Napoli; in definitiva, di riconsegnarci l’approdo ultimo, novecentesco, di un sentimento scettico e disincantato del mondo, di una condizione esistenziale segnata dalla solitudine come ritiro dalla vita, anche se “A vita, secondo me, significa tutto. E dicendo tutto, voglio dicere tutto” (Mia famiglia). E’ per questo – concludono De Gaetano e Roberti – perché la sua arte ci riguarda da vicino, e da molto vicino riguarda la storia e l’identità di un secolo e di una intera nazione, che quest’anno, nel trentennale della morte, ne vogliamo parlare, affinché il ricordo sia la forma viva per una comprensione del presente ed una apertura del futuro”.

Conclusa la mostra “Pagine di teatro” di Ennio Stranieri

Si è rivelata come un grande successo la mostra fotografica titolata “Pagine di Teatro” realizzata dallo Scenografo/Fotogtafo Lametino, molti i visitatori ed entusiastici i commenti da parte del pubblico e della Critica.

La mostra è stata ospitata presso i locali del nuovo Atelier “Francy – Gi, presso C.so G. Nicotera lo dal 27 Dicembre 2013 al 06 Gennaio 2014 ma ufficialmente, resterà ancora aperta.

La manifestazione ha previsto anche momenti musicali con Artisti locali, impreziosendosi dalla collaborazione  del Lamezia Wine Fest  che ha arricchito il contenitore della Mostra    abbinando degustazioni di Vini regionali presso lo showroom Francy Gi. Una deliziosa miscela di arte e cultura.

La mostra fotografica di questa rassegna fotografica,  è stata un ulteriore e pregevole  momento comunicativo, che ha consentito alla Città di Lamezia Terme, ancora una volta di afferrare tutte quelle meccaniche interne, quei lineamenti, quei  caratteri specifici dei vari artisti che,  nel corso delli stagione teatrali e concertistiche si sono esibiti sul vari palcoscenico teatrali lametini.

Queste fotografie  si ramificano  in una serie di   immagini che portano in sé il colore ed il calore del Teatro della Musica e dei suoi protagonisti, che ci hanno permesso di avere a disposizione un luogo di incontro e di confronto, una visione postuma ma necessaria, dove ancora rivivono i segni di quelle sonorità poetiche, di quei gesti e di tutti quei momenti improvvisativi che hanno caratterizzato manifestazioni importanti e di grande spessore artistico.

Un incontro fra il Teatro la Musica jazz e la fotografia, un miscuglio di fantasia e creatività immortalati dalle foto che l’Artista Stranieri li ha assemblati  in momenti di intensa simbiosi artistica.

L’evento, è stato promosso dalla Francy Gi con la collezione autunno-inverno 2013/14, per presentandosi ufficialmente e fare gli auguri di buone feste alla città.

Dopo aver conseguito il Liceo Artistico e poi essersi laureato pressp l’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro in Scenografia concludendo gli studi nel 1979, ha partecipato a varie mostre quasi in tutta la Regione Calabria ma anche oltre i confini Milano, San Remo, Arma di Taggia, Fortezza da Bassao (fI), Roma toccando tantissime altre città italiane.

Attualmente è membro di Europa 1, Agenzia Italiana di stampa Indipendente di informazione, attualità,note, commenti,fotografie, arte e musica.

Stranieri ha rilasciato delle dichiarazioni che abbiamo subito accolto con enorme piacere …… “I Segreti per una Mostra di successo”

La mostra nasce da un’iniziativa comune con un’istituzione della città che si occupa di temi legati all’etica e alla cultura. A me è stato chiesto di tradurre questo interesse in chiave estetica. Così è nata l’idea di una istallazione fotografica. Ho conosciuto degli amici amanti della Fotografia e la loro spinta mi sembrava già orientata verso questo genere di temi, e insieme ci siamo cimentati nel lavoro A loro volta, le fotografie appaiono come grandi finestre luminose. Come ho dichiarato in varie interviste, gli scatti Agiscono in una sorta di interiorità spaziale che è frutto di uno sguardo, almeno all’apparenza, molto intimistico.

Abbiamo cominciato ad intendere il luogo non come un semplice contenitore, ma come un elemento che, in dialogo con le immagini talvolta emergendo talvolta sfumando sullo sfondo, suggerisse al fruitore la lettura dello spazio determinando la sequenza, certamente pensata in modo preciso, ma lasciata libera nella sua percezione, una sfida con me stesso…. In altre parole, guida sono state la luce, l’ombra, il sogno e non da ultima, la Musica  che ha fornitole atmosfere giuste e creative descrivendo in alcuni momenti il silenzio. Ho cercato di leggere le opere come una partitura, lasciando quella sospensione e leggerezza necessarie perché ognuno avesse la percezione di leggerle a modo suo.

 

Grande successo per Costruire

RENDE – Si è chiusa con un lungo applauso, occhi lucidi e un tenero sorriso la rappresentazione, presso il Piccolo Teatro Unical, dello spettacolo Costruire realizzato dall’incontro tra il Centro Salute Mentale di Rende e l’Associazione Teatrale AttoriInCorso. Uno spettacolo che è il frutto di un laboratorio teatrale partito nel mese di settembre condotto da Francesca Manna, che ne ha curato anche la regia, con la collaborazione degli Operatori del Centro Diurno.

Costruire è un insieme di storie che ruotano attorno al lettino di una psicologa premurosa e attenta ai dettagli che si nascondono dietro le parole dei pazienti che devono affrontare le ferite della vita quotidiana, quelle nuove che pulsano, bruciano e quelle passate ormai rimarginate ma con le cicatrici bene in vista. Si susseguono i piccoli dolori di tutti giorni fatti di incomprensioni, di invidie, di perplessità ma anche di nuovi incontri, i personaggi si alternano brillantemente sul palcoscenico mentre tentano di ricomporre i cocci delle loro esistenze, di spazzarli via o di trovare quell’unico pezzo mancante. Tra i frammenti di queste realtà sparse si inseriscono gli spiritosi interventi di un segretario particolare che trova in ogni pretesto la scusa per confessare il proprio amore alla psicologa.

Ciò che credevi ti appartenesse durante lo spettacolo cessa di esistere, la normalità e la differenza, l’identità e l’appartenenza si mischiano a tal punto da ritornare  a casa con qualcosa in più rispetto a quello che si aveva all’inizio. E’ nella capacità di osservare e ascoltare l’altro, di mettersi in gioco e quindi di vedersi con occhi diversi che si capisce quanto il vero senso della vita non stia nelle cose che fai ma solo nelle persone che incontri quando sei alla ricerca di quell’equilibrio delicato come la neve che copre tutto cristallizzandolo, fino a quando non torna il sole a cambiare di nuovo i colori di ogni cosa.

Gli undici ragazzi del Centro Diurno di Rende, i giovani attori dell’associazione teatrale ‘AttorInCorso’, Domenico Barbaro, Francesco Capparelli e Carina Minervini e gli allievi del laboratorio teatrale “Scoprirsi”, Gabriella Miscione, Giusy Caruso, Pasquale Stocco e Salvo Caira hanno reso Costruire uno spettacolo divertente, intenso, vivo, una circolazione di senso in cui ogni esperienza si completa e si integra con quella dell’altro e tutto diventa voce.

Gaia Santolla

Il fumettista Cortez all’Unical

ARCAVACATA (CS) – Luigi Corteggi, in arte “Cortez”, uno dei mostri sacri del fumetto, sarà ospite domenica prossima, alle 10,30, del museo dell’ambiente “Rimuseum” dell’Università della Calabria.
A dare il benvenuto all’illustre artista, saranno il Rettore, Gino Mirocle Crisci, la responsabile del RImuseum, Vittoria Carnevale, e la dirigente dell’Istituto Magistrale Statale, Licei “Tommaso Campanella” di Belvedere Marittimo, Maria Grazia Cianciulli, istituto dove “Cortez” sarà impegnato lunedì 3 febbraio.

Luigi Corteggi è un pittore, illustratore, grafico pubblicitario diplomato all’Accademia di Brera, che ha esordito nel campo dei fumetti all’inizio degli anni ’60. Dopo i primi contatti con l’Editrice Universo, per la quale nel 1961 ha disegnato  il fumetto umoristico Banana e Penny, nel 1965 viene assunto dall’Editoriale Corno, dove curerà la grafica di tutte le pubblicazioni creando marchi e testate.
Dietro un portamento squisitamente serafico, caratterizzato da un aplomb da gentiluomo inglese (con l’immancabile pipa in bocca), si cela un artista dotato di grande personalità, simpatia, umanità e di una modestia rara in personaggi del suo calibro che, unita alla naturale disponibilità verso gli altri, lo porta a dedicarsi anche all’insegnamento delle tecniche fumettistiche nelle scuole.
Viene considerato dalla critica specializzata il più famoso Art Director del mondo del fumetto italiano.
Ha disegnato dapprima alcune storie di Maschera nera per poi iniziare l’avventura di Kriminal e Satanik, due mitici personaggi del genere “nero” all’italiana creati da Magnus e Bunker, che lo hanno proiettato definitivamente nell’olimpo dei grandi illustratori. Dopo averne inventato i logo e disegnato alcuni episodi, ha realizzato centinaia di copertine di queste due serie che sono diventate esse stesse, al di là degli albi, magnifici e ricercati “oggetti” da collezione. Ha collaborato in seguito come disegnatore e inchiostratore anche ad altri personaggi come Gesebel e Alan Ford, del quale ha realizzato anche le prime dodici copertine. Infaticabile ed eclettico si è occupato  dell’impaginazione di tutte le testate della Corno (Eureka, Andy Capp ecc…) trovando il tempo di dedicarsi inoltre alla realizzazione del personaggio di Thomas (da un proprio soggetto western del 1969), di cartoline umoristiche, di lavori grafici per riviste, enciclopedie e pubblicazioni scientifiche senza tralasciare l’amore primario verso la pittura. In seguito, all’arrivo dei supereroi della Marvel dall’America ne ha curato tutte le testate italiane.

Nel 1975 ha lasciato la Corno ed è entrato  alla Bonelli Editore come Direttore Artistico con il compito di controllare tutto, dalla parte tecnica (montaggi, impianti tipografici, impaginazione di caratteri e testi, correzione di bozze e di disegni) a quella più squisitamente creativa (grafica generale, lettering, cover, marchi) fino al delicato compito di gestire i contatti con i giovani disegnatori, potenziali promesse del futuro. Ha curato inoltre la nascita della Collana America e di Un uomo un’avventura e disegnato alcune decine di copertine per Il piccolo ranger. Nel 1976 ha anche collaborato con Il Giornalino creando magnifiche illustrazioni di carattere spaziale e pubblicato  Meteor con la Mercury mettendo a frutto la propria passione per l’astronomia. Nel 1980 ha disegnato L’astronave perduta uno degli ultimi albi della Collana Rodeo unico racconto di fantascienza della serie. Nel 1981 ha creato  il Benigni a fumetti. Sua l’ideazione dei logo di tutte le pubblicazioni della Bonelli (Zagor, Il Comandante Mark, Nathan Never, Nick Raider, Mister No, Dylan Dog, Martin Mystere, Ken Parker ecc… ) oltre al famoso Tex Willer a cui ha donato  un’eleganza grafica mai raggiunta prima nel fumetto. Dopo aver fatto esperienze nel campo informatico e realizzato disegni e ambientazioni per moltissimi videogiochi, ha continuato  a coltivare la passione per la pittura e l’illustrazione esponendo i suoi lavori storici. È a tutt’oggi una delle colonne portanti e insostituibili della mitica Casa di via Buonarroti .

I “Vacantusi” a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – L’amministrazione comunale di Lamezia Terme, con immenso piacere, ha presentato la terza edizione della rassegna teatrale in Vernacolo “Vacantiandu”. La sede preferenziale dell’evento sarà il teatro cittadino Politeama.

Indiscussa protagonista: l’associazione teatrale “i Vacantusi”. Inizio degli spettacoli: 8 Febbraio. E’ prevista anche la partecipazione di compagnie teatrali extra-regionali.

Doppio appuntamento con “Ciao, Caterina”

COSENZA – Presentazione dello spettacolo teatrale “Ciao, Caterina” tratto dal testo di Tiziana Iaquinta e curato dall’attore Marco Paoli. Spettacolo di beneficenza giorno 1 febbraio al Piccolo Teatro Unical e 4 febbraio al Casalinuovo di Catanzaro.

“Ciao, Caterina”, la prima produzione teatrale dell’associazione culturale Alt-Art – in collaborazione con l’Associazione Ragpelli Family, La Fabbrica dei Segni e Senza Fissa Dimora – torna in scena dopo la prima al Teatro dell’Acquario lo scorso ottobre, giorno 1 febbraio presso il Piccolo Teatro Unical e giorno 4 febbraio all’Auditorium Casalinuovo di Catanzaro.

Lo spettacolo è una rivisitazione del testo “Ciao, Caterina. Lettera sulla soglia” della pedagogista calabrese Tiziana Iaquinta, a cura dell’attore toscano Marco Paoli.

L’intento è quello di promuovere, attraverso il linguaggio teatrale, un progetto pedagogico e benefico con lo scopo di sostenere il cammino di ognuno di noi sulla paura dell’abbandono, inteso in ogni sua forma.

La tranquillità di una famiglia viene sconvolta da un evento improvviso, scioccante e definitivo. Caterina, una figlia considerata il fulcro di una nuova ed entusiasmante felicità. Una donna, compagna e madre che nell’incontro con quello che sarebbe diventato prima il compagno “di una vita” e poi il padre della loro amata figlia, aveva “cambiato la sua esistenza”. Poi lui, che aveva imparato ad amare al di fuori degli schemi non senza fatica, ciò che aveva allontanato per molto tempo e che diventa il catalizzatore degli eventi.

Una vita vissuta con consapevole e costante libertà. All’improvviso, l’equilibrio costruito si rompe irreparabilmente. Alla vigilia di un giorno di rinascita, l’enorme cuore di lui sussulta e, tra lo stupore e il dolore di chi lo ama, si ferma. Da questo tremendo e irreparabile strappo, nasce il testamento filosofico che Giuseppe, per mano dell’adorata compagna Tiziana, lascia alla figlia Caterina.

Un libro intenso e sconvolgente, da cui nasce un monologo che utilizza il linguaggio teatrale amplificando e fissando in immagini e canzoni le emozioni raccontate da una penna lucida e poetica. La scena è scarna, costruita da luci che tagliano atmosfere dense. Il cuore, prima di smettere di battere, ha l’urgenza di comunicare amore e di trasmettere parole ed emozioni che possano riempire la vita di chi, suo malgrado, resta.

Ma ”Ciao, Caterina” non vuole essere solo uno spettacolo teatrale; si presenta come un vero e proprio progetto che per volere della stessa Tiziana Iaquinta ha l’obiettivo di sostenete, attraverso diversi linguaggi artistici quali la scrittura e il teatro, il percorso di accettazione dell’abbandono e di risposta a tale trauma, inteso non solo come morte ma anche come cambiamento che interviene nel percorso di crescita.

Per la sua finalità sociale, l’incasso delle serate sarà devoluto a sostegno della formazione universitaria per studenti meritevoli.

Concorso nelle scuole superiori per giovani talenti

CATANZARO – L’Assessorato regionale alla Cultura della Regione Calabria, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale e il Polo Regionale per le politiche pubbliche sulla lettura, continua a sostenere l’attività di lettura e scrittura nelle scuole, indicendo un concorso nelle scuole superiori per individuare giovani talenti.

A tale scopo, l’Assessorato ha preliminarmente promosso una manifestazione di interesse per individuare un editore che possa stampare e promuovere a proprie spese i tre autori che verranno selezionati. La giuria sarà composta dagli scrittori Mimmo Gangemi, Angela Bubba, Giusy Versace, Gioacchino Criaco e da altri componenti individuati dall’Assessorato Regionale alla Cultura e dall’Ufficio Scolastico Regionale.

La manifestazione d’interesse è disponibile sul sito www.regione.calabria.it/istruzione e si può rispondere entro il 28 febbraio 2014.

 

Quarto festival della chitarra e della liuteria

maestro Pignataro

BISIGNANO (CS) – A Bisignano si svolgerà il quarto festival della chitarra e della liuteria, una tre giorni da venerdì 21 a domenica 23 febbraio 2014.

Il programma della manifestazione è stato già stilato, con gli organizzatori che prevedono un nutrito interesse intorno all’evento. Cambierà, innanzitutto, la location: non più il chiostro del santuario di Sant’Umile, bensì saranno utilizzati i locali della scuola di liuteria siti nelle adiacenze della Chiesa Cattedrale di Bisignano, con la scuola che sarà inaugurata proprio nei giorni 22 e 23 febbraio. Un modo, così, utile anche per ravvivare il centro storico cratense e “padrini” dell’evento saranno la Provincia di Cosenza, con il presidente Mario Oliverio e l’assessore alla Formazione Giuseppe Giudiceandrea, e la Cna con il neo eletto Francesco Rosa.

La garanzia di questo festival, però, è Francesco Pignataro, maestro liutaio, organizzatore e ideatore della rassegna musicale. Pignataro dal 2010 è l’inventore di questo festival, con la manifestazione che, negli ultimi tre anni, ha rappresentato uno degli appuntamenti più seguiti e veramente virtuosi della Calabria. La chitarra classica riunisce così a Bisignano i maggiori esperti. Il maestro bisignanese arriva a questo appuntamento maggiormente carico, dopo i successi senesi e la consegna di un suo violino al maestro internazionale Salvatore Accardo.

Mostre permanenti, convegni e concerti intratterranno il pubblico che arriverà in riva al Crati. Per la kermesse bisignanese hanno già dato conferma alcuni musicisti di gran caratura, come Christian Saggese (si esibirà domenica 23 febbraio), ma soprattutto il maestro piemontese Angelo Gilardino, vera e propria istituzione, che terrà un’apposita master classes, insieme a Saggese, e la presentazione del libro “Il legno che canta”.

Nei prossimi giorni sarà stabilita anche una conferenza stampa, che si svolgerà nella “Sala degli stemmi” della Provincia di Cosenza.