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Cineforum LiberalAmente: Il mattino ha l’oro in bocca

Giovedì 21 marzo alle ore 21,30, presso la Sala Consiliare del Comune di Rogliano, verrà proiettato il film  Il mattino ha l’oro in bocca (2007) diretto da  Francesco Patierno, terzo cineappuntamento della rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Culturale “LiberalAmente” di Rogliano.

Il film, tratto dal romanzo autobiografico di Marco Baldini, partner radiofonico di Fiorello, racconta con i toni della commedia l’altalena spesso esaltante e a volte deprimente dell’esistenza umana. L’euforia del rischio e dell’azzardo diventa, così, una scommessa vorticosa con la propria vita, il modo di mettere in gioco se stessi.

 

L’Amore spiegato dai neurotrasmettitori

COSENZA – L’amore oltre a essere il sentimento per eccellenza e anche la forma più estrema della contraddizione, potente e totalizzante ma anche devastante e spaventoso quando diventa il solo veleno di cui puoi nutrirti.

E sono proprio i diversi volti che l’amore può assumere il tema dell’incontro che si è tenuto ieri nella Sala Quintieri del Teatro Rendano durante il quale sono interventi l’assessore alla comunicazione del Comune di Cosenza Rosaria Succurro, il giornalista Mario Campanella e la neuroscienziata di fama internazionale Donatella Marazziti.

L’arte arriva sempre prima di ogni cosa infatti sono stati i grandi romanzi, le canzoni, i dipinti i soli a raccontare l’amore passionale, tragico, tormentato ma da qualche decennio a questa parte la scienza decide di abbandonare quel timore reverenziale che nutriva verso questo sentimento per occuparsene totalmente, lo spoglia da tutte le costruzioni sociali, squarcia quell’alone magico di mistero che lo contraddistingue per ricondurlo a delle semplici, si fa per dire, interazioni molecolari.

La dottoressa Marazziti da sempre interessata ai disturbi ossessivi-compulsivi ha condotto un interessante esperimento confrontando 20 persone innamorate, 20 persone affette da doc e 20 persone normali non innamorate, i risultati hanno dimostrato che le persone innamorate così come le persone affette da doc trasportavano nel sangue la stessa quantità di serotonina, dunque la prima fase dell’innamoramento è una vera e propria ossessione che ovviamente si risolve nel tempo.

La dottoressa Marazziti spiega che l’amore è un’unica forza che si incarna in ognuno di noi, è come una luce che però si scompone quando entra in un prisma e che è proprio la scienza a dirci che siamo fatti per amare, è scritto nei nostri geni e sempre la scienza può aiutarci a estrinsecare meglio questa capacità intervendo, qualora fosse necessario, nella correzione di alcune distorsioni.

Quando siamo innammorati il cervello è un’esplosione di luce, tutte le aree di cui è fatto comunicano fra di loro, ancora di più quando si tratta di amore materno perché si attiva un’area supplementare.

L’amore è un processo fatto di inizi e tappe, naturali fallimenti e nuove costruzioni, bufere di ormoni e neurotrasmettitori e momenti di quiete ma ha un unico fine che è la gioia e non la semplice riproduzione altrimenti non si spiegherebbe l’amore omosessuale, probabilmente ancora più autentico rispetto a quello tra uomo e donna. L’amore fa bene perché innesca il circuito del piacere e della dipendenza, riduce lo stress, fortifica il sistema immunitario ma questo implica una condizione necessaria, per amare bene bisogna essere amati, in primis dalle proprie fugure genitoriali che sono la base delle future scelte affettive.

La dottoressa sul finire ci spiega che non c’è amore vero senza gelosia ma che deve essere come una spezia che metti ovunque ma non la senti, che nessuno di noi è libero quando si innamora ma che nell’amore siamo totalmente implicati e questo richiede impegno, volontà e dedizione. Amore è necessità di rinnovare continuamente gli stati di equilibrio di una gioia che deve essere incostante, fatta di rassicurazioni e pretese di libertà personali, è la necessità di scegliersi ogni giorno, di divertirsi, di fare l’amore, di ascoltarsi e capirsi anche se distanti, bisogna amare ma tornare di tanto in tanto a innamorarsi, preferibilmente della stessa persona.

Gaia Santolla

Giornata conclusiva dell’iniziativa “Il cinema racconta la ricerca”

COSENZAGiornata conclusiva, domani, giovedì 21 marzo, alle ore 10,00, alla Città dei Ragazzi dell’iniziativa “Il cinema racconta la ricerca”, nata dalla collaborazione tra l’Assessorato alla formazione della coscienza civica e alla scuola del Comune di Cosenza, il gruppo BNL Paribas per Telethon e l’Associazione  culturale “Samizdat” che fa capo ai due giovani filmakers cosentini, Francesco Vilotta e Francesco Gallo.

Per celebrarne la chiusura, nell’ambito del progetto “EduCare e BNL per Telethon Insieme per la Ricerca”, è stata promossa alla Città dei Ragazzi una tavola rotonda che si propone di fare il punto dei risultati ottenuti dall’iniziativa, partita quest’anno come esperimento-pilota nella scuola media “Nicola Misasi” di via Negroni, al fine di far conoscere, attraverso la visione di films a tema, l’importanza della ricerca scientifica e i suoi effetti determinanti nella cura delle malattie neuromuscolari, come la distrofia e le altre malattie degenerative. Alla visione dei films erano abbinati anche degli incontri con veri e propri ricercatori.

Alla manifestazione di domani, giovedì 21 marzo, nel cubo giallo della Città dei Ragazzi, parteciperanno, tra gli altri, l’Assessore alla formazione della coscienza civica e alla scuola di Palazzo dei Bruzi Marina Machì, i ragazzi della scuola media “Nicola Misasi”, il dirigente scolastico della stessa scuola Marina del Sordo,  Francesco Vilotta, coordinatore del format “Il cinema racconta la ricerca”, rappresentanti territoriali del Gruppo Paribas BNL, Franco Orlando Lonetti, coordinatore provinciale di Telethon, e Giancarlo Vivone, membro del direttivo nazionale dell’associazione “Manager zen”.

Nel corso della manifestazione, i ragazzi della scuola “Misasi” consegneranno a Telethon un assegno con il contributo da loro raccolto per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche. BNL, dal canto suo, ricambierà attribuendo ai ragazzi un riconoscimento per il loro impegno sociale.

 

Giornate FAI attenzione speciale per il Parco archeologico di Sibari

COSENZA – Sabato 23 e domenica 24 marzo. Sono le date della XXI edizione della Giornata FAI di Primavera, che ogni anno coinvolge centinaia di migliaia di persone su tutto il territorio nazionale. Quest’anno il Fondo Ambiente Italiano apre 700 luoghi, molti dei quali spesso inaccessibili, offrendo visite a contributo libero.

La città di Cosenza è presente nell’iniziativa con tre edifici che sarà possibile visitare con guide speciali, gli allievi di tre licei cittadini, il Classico “Telesio”, lo Scientifico “Scorza” ed il Liceo Statale “Lucrezia della Valle”.

Gli edifici, tutti sul tema della “Architettura a Cosenza fra Eclettismo e Modernismo”, sono la Banca Popolare Cosentina in piazza Valdesi, il Palazzo del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa (attuale Camera di Commercio), il Regio Istituto Magistrale in piazza Amendola.

In Calabria c’è una occasione speciale all’interno dell’evento FAI, curata dalla presidenza regionale del Fondo in collaborazione con il Gruppo FAI Giovani Calabria. È la visita guidata, nella sola giornata di domenica 24 marzo (dalle 10 alle 16), al Parco Nazionale Archeologico di Sibari, oggi purtroppo un cantiere a seguito dell’esondazione del Crati.

Proprio questa particolare situazione dei luoghi richiede una accurata organizzazione delle visite. Pertanto chiunque fosse interessato deve prenotarsi entro la giornata del 22 marzo, collegandosi al seguente link  http://www.faiprenotazioni.it/eventi.php?delegazione=Cosenza.

Al “Rendano” il trombettista Paolo Fresu

COSENZA – Si chiama “Brass bang!” ed è uno dei molteplici progetti nati dall’estro e dalla versatilità di Paolo Fresu, il trombettista sardo, ormai acclamatissima star della scena jazzistica internazionale. Un progetto che vedrà schierati, accanto a Fresu, venerdì 22 marzo, alle ore 21,00, sul palcoscenico del Teatro “Rendano”, per un concerto che si preannuncia carico di motivi d’interesse e di sorprese, altre autentiche stelle del jazz: il trombettista americano Steven Bernstein, una delle personalità più prolifiche della scena downtown, il trombonista Gianluca Petrella, tra i più dotati del panorama italiano, e Marcus Rojas, newyorchese virtuoso della tuba, considerato il miglior suonatore al mondo di questo strumento. Il primo riuscito esperimento fu nel 2010 e poi a “Umbria Jazz Winter” ad Orvieto.

L’appuntamento fa parte della sezione “Celebrity” della stagione del teatro “Rendano” di Cosenza ed è stato fortemente voluto dal direttore artistico Isabel Russinova. Leader e autentica vedette della formazione è senz’altro Paolo Fresu, fondatore del Festival “Time in Jazz” che si tiene da venticinque anni in Sardegna, a Berchidda, suo paese natale. E nella sua Sardegna, nel 2011, in occasione del suo cinquantesimo compleanno e dei suoi trent’anni di carriera, il trombettista ha realizzato un lungo tour-evento dal titolo “Cinquant’anni suonati” che in 50 giorni, con formazioni diverse, lo ha portato in altrettante località della sua regione, esibendosi accanto a tutti i musicisti che aveva incontrato in passato. Un tour di cinquanta date di fila, senza un giorno di pausa, partito proprio da Berchidda, con il concerto di quella banda musicale del paese nella quale Paolo Fresu entrò all’età di 11 anni e dalla quale partì la sua meravigliosa avventura musicale. Paolo Fresu ha al suo attivo più di 300 dischi, incisi con formazioni diverse, e 2500 concerti in tutto il mondo. La critica lo ha più volte paragonato a due leggende come Miles Davis e Chet Baker.

L’incontro con la band di fiati all stars che si esibirà venerdì 22 marzo al “Rendano” di Cosenza e che ha dato vita al progetto “Brass bang!” è racchiuso in un racconto dello stesso musicista sardo. Fresu invita a suonare i Sex Mob di Bernstein a Berchidda per il suo festival e si innamora di quel suono e di quella atmosfera. Petrella invita Fresu a suonare nella sua Cosmic Band e si diverte da morire. Bernstein conosce Petrella e comincia a dire in giro per il mondo che c’è finalmente un vero e proprio genio che suona il trombone. I tre si incontrano per puro caso a Bolzano dove suonano in tre formazioni diverse in quel festival”.

Il Cinema alla gente, la gente al cinema:”la Guarimba” raccontata da Giulio Vita

AMANTEA (CS) – Ci sono iniziative attraenti, iniziative curiose o impegnate; iniziative tediose ma attese perché parte di una tradizione; progetti sfarzosi o modesti, culturali o commerciali. E poi ci sono iniziative semplicemente belle, soprattutto se dotate di quel pizzico di entusiasmo giovanile che non guasta mai.

E’ il caso de la “Guarimba” il festival internazionale del corto che si terrà ad Amantea in estate, precisamente dal 7 al 10 agosto prossimi, ospitando un contest tra lavori selezionati provenienti da tutto il mondo. La Guarimba è, infatti, cultura, semplicità, impegno ma soprattutto entusiasmo e voglia di cambiamento; e da qui la scelta del nome, che in spagnolo significa “luogo adatto per il riparo”  ma si ricollega anche all’attività politica svolta dai manifestanti che si uniscono per combattere la rivoluzione bolivariana.

Ambizioso e fuori dagli schemi, questo festival, innanzitutto, non ha scelto come location uno dei grandi poli della cultura presenti in Italia, ma ha preferito la Calabria e, precisamente, una cittadina forse poco conosciuta al di fuori dei confini regionali, seppur equivalente uno stupendo lembo della costa tirrenica calabrese. E se a questo si aggiunge il progetto di una manifestazione che non è fine a sé stessa, ma che intende avere delle ricadute decisive anche nei termini di promozione, sviluppo e valorizzazione del territorio che interessa, è indubbio che questo assume un ulteriore valore aggiunto.

Integrazione, scambio e crescita per tramite del recupero dei luoghi di cultura e del coinvolgimento sia a livello locale che internazionale, trovano nel contest filmico il fulcro di un pregevole più ampio progetto.

Ma non andiamo oltre: abbiamo chiesto di raccontare la Guarimba a uno dei suoi fondatori, il giovane regista italiano cresciuto in Venezuela Giulio Vita che, insieme all’illustratrice venezuelana (ma anche lei di origini per metà italiane) Sara Fratini, si sta impegnando per dare animo a questa importante iniziativa.

Come nasce l’idea di un International Film Festival proprio ad Amantea?

Mi ero laureato in regia a Madrid. Ero stanco della cultura che mi offrivano i politici e ho deciso di fare la mia parte, di offrire io quello che credo sia un buon modo per far cultura. Amantea è il paese dei miei nonni e c’è l’Arena Sicoli (storico cinema della cittadina ndr). Sarebbe stato una sciocchezza non farlo qui.

Perché Guarimba?

Guarimba è una parola degli indigeni venezuelani significa “posto sicuro” e dopo ha anche preso significati politici. Mi sembrava simpatico il fatto che in Venezuela si proibisse “fare guarimbas” e allora ho deciso di fare una qui, in esilio.

Il festival si propone di ospitare al Sud Italia un contest internazionale cui prendano parte registi provenienti da ogni parte del mondo, così da “popolare” la Calabria e farne conoscere le bellezze culturali e non solo. Che tipo di risposta state avendo dai possibili partecipanti?

Siamo molto felici perché sta andando alla grande. Stiamo ricevendo cortometraggi da tutti i continenti. Vogliamo migliorare in Italia perché, stranamente, è un paese dove non abbiamo avuto molto supporto dai media, il che rende molto difficile la partecipazione di registi italiani.

Fulcro del progetto è la riapertura dell’Arena Sicoli, storico cinema della cittadina, in disuso da tempo; l’arena ospiterà la proiezione dei corti in concorso. La sua riapertura (che vi sta costando tanto tempo e lavoro) sarà prima di tutto equivalente alla restituzione di un pezzo del passato della città di Amantea. Credete che questo possa in qualche modo “risvegliare” nella città e le zone limitrofe quel piacere per le cose semplici come la visione di un film all’aria aperta, che pare essersi perso portanto il cinema alla chiusura?

Noi crediamo nella cultura come motore sociale, non come semplice passatempo. Vogliamo riaprire il cinema per i giorni del festival, ogni edizione, e speriamo che poco a poco la gente si avvicini, venga a godersi il film, a incontrarsi e condividere il proprio tempo, … magari a bere insieme un po’ di vino.

La Guarimba nasce al di fuori di qualsiasi rete di finanziamento pubblico, si basa sul lavoro dei partecipanti e su donazioni spontanee di privati che possono scegliere di contribuire con un apporto economico o “manuale”. Che risposta state ricevendo dal territorio?

Alcuni privati hanno deciso aiutarci dall’inizio, dandoci la possibilità di far diventare questo sogno realtà (alcune imprese locali supportano l’iniziativa facendo da sponsor ndr) e molte persone ci aiutano comprando gadget.

Parafraso le tue parole a una presentazione che ho seguito tempo fa, dicendo che il problema della Calabria è che è piena di bellezze, ma non le valorizza perché spesso non sa di averle. Partiamo da qui per raccontare quali sono le maggiori difficoltà che avete riscontrato sul territorio? E in che cosa invece vi siete sentiti facilitati?

La difficoltà principale sta nel mettere d’accordo “tante teste” e punti di vista spesso discordi, creando un clima di fiducia in una società dove c’è tanta diffidenza nei confronti dell’altro. Le facilitazioni invece stanno nel fatto che, nel bene e nel male, la Calabria è una terra del possibile. Voglio dire, c’è un cinema all’aperto di 900 posti e i proprietari ci hanno aperto le porte senza richiedere nulla in cambio. In Calabria c’è tanta voglia di fare da parte di tutti, c’è bisogno di mettere insieme queste volontà.

State coinvolgendo nel progetto anche le famiglie di Amantea con il programma “GuarimBed” per facilitare la sistemazione in case di famiglie di Amantea a tutti i partecipanti al festival. Ci racconti quali sono gli obiettivi di GaurimBed e in che modo è stato recepito dalla gente del posto?

Non pretendiamo più di tanto. Io sarei felice di far ospitare una decina di persone in diverse famiglie del posto, per diffondere una mentalità di scambio e sostegno, sperando che con il tempo il fenomeno possa crescere. Già una decina di famiglie si sono rese disponibili ad aiutarci. GuarimBED nasce per la mancanza di un Hostel ad Amantea e dalla volontà di coinvolgere gli amanteani nel nostro progetto. Credo che in questo paese c’è un sacco di gente accogliente e vogliamo farla conoscere.

Particolarissima l’idea di realizzare delle locandine diverse e fatte a mano per il festival. Un recupero delle “vecchie maniere” ma anche un ingrediente in più a questo perfetto mix di integrazione fra culture e linguaggi diversi…

È una idea di Sara Fratini, la nostra illustratrice. Sta avendo molto successo e molto probabilmenteal festival sarà presente più di un illustratore (molti stranieri, nessuno italiano ndr)

Che risultati ti aspetti da questa prima edizione de la Guarimba?

I risultati ci sono, ogni giorno di più. Le reti sociali ci stanno aiutando molto e siamo riusciti a coinvolgere un bel po’ di gente. Il cinema ha la capacità di quasi 1000 posti ma non voglio illudermi; ma spero di avere almeno 200 persone, e vorrei che queste 200 persone possano divertirsi, conoscendo qualcosa che li affascini, e ne parlino ai loro amici.

So che già state pensando a una prossima edizione, perché la forza di questo progetto sta anche nell’idea della continuità…

Un’altra cosa che mi infastidisce è il fatto che, solitamente, queste manifestazioni si fermano alla prima edizione, giusto il tempo di ricevere qualche finanziamento e scappare. Io voglio che La Guarimba diventi un appuntamento annuale, che cresca e ogni anno porti sempre più gente ad Amantea. È importante lottare per le proprie idee, non solo parlare e parlare.

Un appello a sostegno de la Guarimba…

Vorrei invitare tutti quelli che ci vogliano aiutare a riportare il cinema alla gente e la gente al cinema: seguiteci su Facebook, Twitter, Tumblr o Instagram, condividendo il nostro progetto, parlando di noi ad altre persone, aiutandoci a crescere, o iscrivendosi come volontari per l’allestimento del festival. Tutti possiamo essere parte di un cambiamento se veramente lo vogliamo, e i cambiamenti non si fanno dalla mattina alla sera e neanche con la violenza. I veri cambiamenti hanno bisogno di tempo e amore ma soprattutto molta disciplina di lavoro. Credo nel cinema per il suo potere di coinvolgimento e credo nella cultura come veicolo di sviluppo socio-culturale.

 

Anche tu puoi rendere possibile il festival con una piccola donazione, ricevendo un regalo: per sostenere il festival clicca qui.

Per partecipare come concorrente al festival clicca qui

 

Giovanna M. Russo

 

Dopo l’Incredibile Freak & Frog, Stasera Ritorna il Plat con Piccoli Piccoli Omicidi

Freak & Frog

COSENZA – E’ in arrivo il secondo appuntamento con lo spettacolo del buon gusto e i piatti fumanti del Plat con Piccoli Piccoli Omicidi di Donato Martano, Graziella Spadafora e Alessandro Rizzo.

La Rassegna Plat, il teatro Gourmet del circolo Cabret in scena al Caffè Librerie, ha iniziato con il piede giusto grazie all’eccellente esibizione di  Stefania De Cola e Salvatore Vercellino in Freak & Frog. Nel corso della serata un pubblico di attenti buongustai ha potuto deliziarsi con uno spettacolo dedicato a due novelle raccontate da Stefania De Cola: Hop Frog di E. A. Poe e I Tre Pensieri della Sbiobbina di Pirandello. La De Cola, con un’interpretazione accattivante e appassionata, è riuscita a far vivere ai presenti il dramma umano delle deformità corporee unite inevitabilmente al tema della follia. Notevole il feeling dell’attrice con l’organettista Salvatore Vercellino, alternando momenti che sfiorano il drammatico ad altri di ampio respiro ironico grazie al supporto della musica, del canto e dell’espressività della narrazione. Uno spettacolo che si è rivelato ricco di emozioni ma mai pesante o scontato.

Questa sera Donato Martano, Graziella Spadafora e Alessandro Rizzo presenteranno i loro Piccoli Piccoli Omicidi. Chi è l’assassino? Come si muove, come ragiona, a cosa pensa? Chi è invece una persona normale? E che cosa trasforma una persona normale in un assassino? E’ una tara mentale, una inclinazione, una predisposizione genetica o ereditaria; o piuttosto è una differenza di ordine sociale, culturale, o ancora è qualcosa di imprevedibile e assolutamente casuale? Quanto è lontano il male?

Piccoli Piccoli Omicidi gioca con queste domande, prendendo in prestito le voci di due illustri assassini del tutto ‘normali’, Giovanni Vivaldi (da Un Borghese Piccolo Piccolo di Vincenzo Cerami) e Rodion Raskolnikov ( da Delitto e Castigo di Fedor Dostoevskji). Le loro vicende tanto diverse eppure simili, i loro incredibili delitti ci raccontano che non siamo poi così al sicuro, che la follia non è così distante da noi; che la mente è un labirinto in cui il confine tra umanità e bestialità, bene e male, è in realtà labile, sottile come la lama di un rasoio. O, se preferite, come un velo di cipolla…

Il menù prevede: Tortillas de la muerte, Lasagna calibro 9, Castigateau di patate e una consumazione a scelta.

Per Info e Prenotazioni: Cell. 342 57 12 623 eventi@circolocabret.com

oppure visita il Sito Ufficiale del Circolo Cabret.

Miriam Caruso

Federica D’Ambrosio, Piccola Artista Cosentina, Vince il Trofeo d’argento al “Premio Del Museo”

COSENZA – Ha realizzato “Sua maestà la pastasciutta” a scuola quando aveva appena 9 anni e oggi la piccola artista cosentina Federica D’Ambrosio, che ne ha compiuti 10, si è aggiudicata, con l’unanimità dei consensi della giuria, il trofeo d’argento per la 18^ edizione del premio internazionale “Premio del museo”, organizzato dal Museo Nazionale delle Paste Alimentari di Roma.

La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, che sarà attribuito anche al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Don Milani- De Matera” di Cosenza e all’insegnante Rosa Maria Celestino, si svolgerà a Roma il prossimo 21 marzo alle ore 9,30 presso il Teatro salone Margherita “Il Bagaglino”.

E’ proprio il caso di dire che buon sangue non mente: Federica è figlia del maestro d’arte Luigia Granata.

Il concorso

Nel 1992 i promotori del Museo, hanno ideato ed organizzato, allo scopo di stimolare la creatività, le ricette e la migliore informazione sulle paste alimentari, un concorso annuale distinto in quattro sezioni: Pubblica Istruzione, Università, Giornalismo e Mercato.

Dal 1999 la competizione è diventata Premio Europeo elargendo riconoscimenti alle più prestigiose firme del giornalismo e del mercato europeo che operano nel campo della cultura alimentare. Le premiazioni si svolgono ogni anno a Roma presso il Teatro “Il Bagaglino” (Salone Margherita). Il Premio del Museo gode sin dalla prima edizione del patrocinio del Ministro della Pubblica Istruzione, del Ministro per le Politiche Agricole e Forestali e del Ministro delle Comunicazioni.

II°Edizione Della Fiera-Mostra-Mercato “VIVERE COUNTRY”

AMANTEA (CS) – Dopo il grande successo della prima edizione, torna la fiera “Vivere Country”. Il Comune di Amantea ed Il Borgo della Marinella srl con il patrocinio della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza sono già pronti per la  2° Edizione della Manifestazione Fieristica, che si svolgerà anche quest’anno in Calabria nel vasto Parco de “Il Borgo della Marinella” in Amantea (Cosenza), nei giorni dal 22 Marzo al 24 Marzo 2013, dalle ore 10:00 alle ore 20:00.

Anche quest´anno sarà una Fiera diversa dalle solite, con esposizioni merceologiche “a Tema”, spettacoli di Falconeria, Pony, giocolieri, artisti di strada e una mostra canina. Inoltre, sarà possibile pranzare direttamente sul posto, assaporando menù rustici a prezzi da fiera contenuti.

La Fiera Mostra Mercato, dedicata al mondo ed allo stile del “Vivere Country” è accessibile a tutti gli artigiani e commercianti del settore, nonché agli agricoltori interessati ad esporre, proporre e commercializzare i loro prodotti.

per info vi invitiamo a visitare il sito http://www.ilborgodellamarinella.it/

“Cantu da passioni”: i suoni della tradizione accompagnano la Settimana Santa

REGGIO CALABRIA – Partiranno il prossimo sabato da Roma (Castelnuovo di Porto il 23 marzo e Roma il 24 marzo) per esibirsi in quattro differenti tappe che li vedranno protagonisti poi anche in Calabria con un concerto a Crotonei (Kr), Roghudi (Rc) e Cinquefrondi (Rc). Si tratta dei Mattanza, il gruppo di musica popolare e tradizionale calabrese che in prossimità di un periodo particolarmente sentito e delicato come quello della Settimana Santa,  propongono il “Cantu da Passioni”, l’ormai popolarissimo spettacolo musicale-teatrale incentrato sul “Rivoggiu da Passioni”, le ultime ventiquattr’ore terrene di un Cristo terreno, uomo come noi, calabrese, come noi.

I testi del “Rivoggiu” sono le parole vive della gente popolare di Calabria, quella stessa gente che Mimmo Martino, fondatore nel 1976 del gruppo, ha incontrato e di cui ha raccolto le testimonianze in tanti anni di ricerca, le cui voci viaggiano sui ritmi mediterranei di strumenti moderni e tradizionali, le tastiere e la fisarmonica di Enzo Petea, il basso e il contrabbasso di Roberto Aricò, la chitarra battente e quella classica di Fabio Moragas, le chitarre, la lira calabrese e i fiati popolari di Mario Lo Cascio, e i tamburi a cornice e le percussioni di Giacomo Farina.
In questa splendida rappresentazione, il dolore terreno di Cristo viene fuori rilevando l’attualità del suo sacrificio, facendo pensare alle vittime innocenti che si continuano a piangere: donne e uomini morti di mafia, lavoro, povertà, indifferenza e superficialità.

Nel dettaglio le prossime date dei Mattanza e di “Cantu da Passioni”:

23 Marzo, Castelnuovo di Porto (Roma), Castello , ore 18
24 Marzo, Roma, Parrocchia di San Benedetto, ore 16
25 Marzo, Cotronei (Kr), Chiesa di San Nicola di Bari, ore 18
26 Marzo, Roghudi (Rc), Sala Cinematografica Roghudi, ore 19
27 Marzo, Cinquefrondi (Rc), Chiesa Matrice, ore 17.30

 

g.m.r.