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Una Storia dei Giorni che Passano, la prima raccolta di Haiku di Francesco Vitale

Haiku, genere letterario Giapponese con cui i poeti creano in tre versi una cristallizzazione dell’attimo di una sensazione. Un’arte che vede il suo più fiorente sviluppo durante il periodo Edo (1603-1868) e che ancora oggi descrive le suggestioni del momento con riferimento alle stagioni e al contatto umano con la natura.

Questa antica arte, ancora in fiorente attività nel paese del Sol Levante, è arrivata anche in Italia. Abbiamo avuto l’occasione di leggere alcuni haiku trasportati nella nostra realtà, lontano dai sakura (alberi di ciliegio giapponesi), scritti dalle mani di Francesco Vitale, giovane autore di 23 anni laureato in Comunicazione e Dams all’Università della Cauna storia dei giorni che passanolabria, per la sua prima pubblicazione dal titolo “Una Storia dei Giorni che passano” (edito da Coessenza).

Il primo componimento e l’ultimo, presenti all’interno del libro, accolgono e infine congedano il lettore, preparandolo alla conoscenza più intima dei pensieri dello scrittore stesso:

“Nel vuoto di un foglio
vedo parole 
bianche intorno”

Abbiamo appena aperto le pagine inchiostrate da Vitale e leggiamo pochi semplici versi che ci predispongono ad ascoltare parole bianche, ancora non scritte, ideali.

“Chiudo dicendo
quello che non so dire
futuro”

Un percorso che ferma i suoi passi davanti ad una porta spalancata, che ha ancora altro da raccontare, ma che ci lascia nell’attesa di un altro percorso da leggere mano nella mano con l’autore.

Un libro molto interessante, che cattura attimi e immagini in grado di coinvolgere le generazioni odierne. Quelle che viaggiano e percorrono la propria strada verso il cambiamento, accogliendo nel cuore in maniera solida il rapporto con il proprio luogo d’origine, senza tralasciare un pizzico di nostalgia.

“La Pioggia cade 
da pezzi di cielo 
di una tela perduta”

Miriam Caruso

 

[#Fumetti] Morgan Lost, il nuovo affascinante Killer di casa Bonelli

A pochi giorni dall’uscita di Vulcano 7, settimo albo di Morgan Lost, noi di Nerd30 abbiamo pensato di farvi conoscere il nuovo personaggio creato dalla mente di Claudio Chiaverotti per la Sergio Bonelli Editore, un Killer affascinante e letale.

Ci troviamo a New Heliopolis, una versione dark di New York, negli anni ’50. Sono presenti svariati elementi tecnologici che accomunano la storia al nostro presente. Il mondo che ci viene mostrato nelle pagine di questo fumetto appare in scala di grigi con un tocco di rosso, permettendoci di guardare la storia attraverso gli occhi del protagonista, affetto da una forma di daltonismo.

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Il racconto si presenta ucronico, mostrando così un’ambientazione ancora più surreale: Hitler è stato freddato prima che potesse scatenare la seconda guerra mondiale, Einstein è uno scrittore di fantascienza e nel cielo volano dirigibili. Su grandi schermi, sparsi per la città, vengono trasmessi i volti dei serial killer che infestano le strade di Heliopolis, acclamati come VIP con persino una classifica di notorietà che porta in auge i più amati dal pubblico. Un amore grottesco tra killer e possibili vittime, quasi a ricordare la pubblicità di cui godono gli assassini anche nei nostri giorni.
Morgan Lost è un cacciatore di taglie, noto per la sua freddezza nel compiere il suo lavoro, con una maschera tatuata sul volto che accentua lo sguardo tagliente. Quest’ultimo dettaglio è fondamentale per la creazione della nemesi del personaggio assieme ai richiami all’antico Egitto presenti nelle tavole, ma non vi svelerò nulla. Nei primi due numeri vengono portati alla luce molteplici dettagli sulla sua storia, mostrando la sua relazione con Lisbeth e la perdita di una vita normale accanto a lei.

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Una storia d’amore e di sangue, quella che coinvolge il protagonista, che sfocia nella ricerca di una giustizia in grado di saziare i suoi demoni, che bramano in silenzio il sangue delle future vittime che popolano il grande schermo.

Che dire, un fumetto consigliatissimo, che un po’ ci rimanda alle atmosfere del primo Dylan Dog. La storia parte inizialmente in modo lento, ma ciò è inevitabile, in quanto è necessario preparare i lettori ad entrare con più consapevolezza nel mondo tormentato di Morgan Lost.
Di seguito il trailer uscito in occasione del lancio del primo albo, L’uomo dell’ultima Notte, il 16 ottobre scorso.

Miriam Caruso 

[#Games] PSN America svela per sbaglio il possibile nome del nuovo Call of Duty

Quando si parla di determinati giochi, molto spesso anche un sottotitolo è importante. Questo potrebbe  cambiare tutto il layout del gioco, indirizzandolo a determinate fasce di pubblico. Questo è il caso di Call Of Duty.

L’Activision utilizza questo metodo per differenziare i titoli di COD, ambientandoli in diverse linee temporali e con differenti case di sviluppo. Sebbene la casa di distribuzione abbia confermato già da qualche mese l’avvento del nuovo Call Of Duty e il suo sviluppo da parte di Infinity Ward, ancora rimanevano ignoti il titolo e l’ambientazione.

Grazie però ad un Leak rivelato oggi pomeriggio, scoperto dalla testata GearNuke, hanno portato alla luce una traccia sul titolo. Su PSN America infatti è uscito, per qualche attimo, il possibile nuovo titolo dello sparatutto in prima persona tanto atteso: Call of Duty- Infinite Warfare.

call of duty infinity warfare

Un nome del genere di sicuro ravviva la fiamma dei sostenitori di un eventuale nuovo capitolo nello spazio, ma ricordiamo che questo si tratta solo di un Rumor ancora non confermato.

Detto ciò, Activision ancora non ha confermato o smentita l’identità del nuovo titolo e questo fa sperare bene.

Fonte:GearNuke

Daniele Ferullo

[#Anime] Ajin, immortali tra gli uomini

Ajin è una serie tv di 13 episodi, tratta dall’omonimo manga di Gamon Sakurai, andata in onda durante la stagione invernale 2016 e terminata un paio di settimane fa. L’anime è prodotto dallo studio Polygon Pictures, famoso per l’utilizzo massiccio della computer grafica (in particolare la tecnica nota come Cel Shading) nelle sue produzioni.

La trama risulta essere molto interessante: gli Ajin sono esseri immortali che vagano per il pianeta Terra, dall’aspettoajin3 assolutamente identico a quello degli esseri umani. Ad ogni decesso ritornano in vita, rimarginando tutte le ferite riportate in precedenza. Oltre a questo sono in grado di evocare una creatura umanoide nera nota come IBM (Invisible Black Matter), che sembra essere la principale fonte dei loro poteri. Il “fantasma nero” può essere visto solo da un altro Ajin ed ha un aspetto differente per ognuno di essi. La storia narra le vicende di Nagai Kei, un normale studente che rimane vittima di un incidente stradale e che scopre di essere un Ajin.

La trama di base di Ajin è intrigante, in particolare per il tema “immortalità”, uno dei grandi tabù dell’umanità, da sempre ricercata con ogni mezzo. Sicuramente non si tratta di nulla di originale, essendo un tema enormemente sfruttato in produzioni di ogni genere. Anche l’idea dell’IBM sembra prendere spunto dallo stand de Le bizzarre avventure di Jojo, nonostante alcune differenze. L’immortalità in Ajin è molto “da videogioco”, in cui il personaggio ritorna in vita dopo essere stato ucciso. Un videogioco truccato, in quanto sembra che un Ajin abbia un numero di vite infinito. Questo li porta a cercare la morte per sfuggire al dolore di gravi ferite (gli Ajin provano dolore come un normale essere umano) o per evitare di essere sedati. Se ci pensate è molto interessante l’idea di autoconservazione basata non sulla paura di morire, ma sulla paura di NON morire. Sicuramente l’immortalità e le sue ripercussioni sul mondo e sui personaggi sono degli argomenti trattati magnificamente dagli autori.

La serie ha il grande pregio di avere un ritmo ben dosato e costante per tutti i 13 episodi. Il primo tema interessante che salta all’occhio è il problema della persecuzione del “diverso”. Gli Ajin sono visti come qualcosa di pericoloso, da studiare e tenere sotto controllo. Caratteristica che ha sempre accompagnato il pensiero umano, ovvero quella di temere la diversità e l’ignoto.

Nonostante il tema soprannaturale, la serie si muove soprattutto su binari realistici. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, anche se il protagonista non brilla sicuramente per il carisma, anche perché non ha un ruolo centralissimo in questa (si spera) prima stagione. Anche se poco approfonditi, risultano molto interessanti i due personaggi “negativi” dell’opera, ovvero Sato, un Ajin dall’aspetto anziano e Tosaki, un umano a capo del dipartimento di ricerca sugli Ajin.ajin2

L’apparato tecnico di Ajin punta quasi tutto su delle animazioni in Cel Shading molto curate, ma che danno ai personaggi delle movenze molto “legnose”, quasi come se si stesse guardando un videogioco installato su una macchina poco performante, che permette di giocare al massimo a 12 o 13 fotogrammi al secondo, cosa che si nota soprattutto nelle scene d’azione (in particolare nelle lotte tra IBM), in cui si perdono di vista alcuni movimenti. Questa tecnica ha però il pregio di restituire quei movimenti che nell’animazione tradizionale vengono sottintesi, come piccoli spostamenti del corpo durante le scene di dialogo. La regia non offre particolari guizzi ma è ben curata sotto il piano della composizione delle inquadrature nelle scene statiche, anche se si perde nelle scene d’azione, in cui a volte si fa fatica a capire cosa sta succedendo. Altra piccola nota di demerito sulla fotografia a volte eccessivamente contrastata, con zone illuminate in maniera accecante e zone d’ombra praticamente invisibili, anche se probabilmente si tratta di una scelta registica volta ad accentuare il phatos della scena. Le OST sono molto belle e cupe, ma sembra che ci sia poca scelta nei brani, che spesso si ripetono anche in episodi contigui.

Nel complesso Ajin è una serie che mi sento di consigliare a tutti, visti gli spunti interessanti e la sceneggiatura ben curata. Si spera in una seconda stagione che riesca a sopperire ad alcuni difettucci tecnici.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/nrhvnvNJND4

[#Retrospettive] RPG Maker, come sono nati i J-RPG indipendenti più famosi

Sono sicuro che tutti voi, almeno una volta, avete provato un J-RPG, genere che da anni appassiona i videogiocatori di tutto il mondo. I vari titoli prendono spunto dal genere RPG occidentale, mantenendo la struttura basata sulle classi e sui punti esperienza, caratteristiche comuni in tutti i giochi di ruolo, aggiungendo però un battle-system a turni e introducendo una storia profonda basata su personaggi ben definiti e ambientazioni molto vicine alla cultura orientale.

Sono sicuro, inoltre, di un’altra cosa: se siete appassionati di questo genere vi sarete almeno una volta posti il problema “e se volessi creare un J-RPG con le mie mani?”.

rpg maker1

Per fortuna la Enterbrain ha sviluppato, e continua a sviluppare, una serie di tools che permettono, a chiunque non abbia voglia di studiarsi manuali e manuali di linguaggi di programmazione, di creare il proprio personale J-RPG: mi riferisco alla famosa serie RPG Maker.

Quindi partiamo con questa breve introduzione alla storica serie di engine.

La Enterbrain viene fondata nel 1987 dalla Kadokawa Corporation, come costola della ASCII, casa editrice dell’omonima rivista, per le pubblicazioni a tema videoludico.

Divenuta in seguito un’azienda indipendente pubblicò, oltre alle riviste dedicate ai manga, numerosi magazine riguardanti i media videoludici, tra cui il famosissimo settimanale Famitsū, e riviste più settoriali che trattavano specificamente una o più console o un genere in particolare. Si rivolgevano anche a fette di pubblico precise, come ad esempio alcune uscite dedicate totalmente alle videogiocatrici. Non sono mancate le eccezioni, come con Sarabure, rivista sulle corse dei cavalli.

Per vedere il primo RPGMaker i nostri appassionati di J-RPG (inizialmente solo giapponesi) dovettero aspettare fino al 1987, anno in cui uscì Dungeon Manjirou, tool di sviluppo orientato al genere dei dungeon crawler, mentre per accedere a qualcosa di più attinente allo sviluppo di J-RPG si è dovuto aspettare l’anno successivo per l’arrivo di Marmin, per il Nec PC8801, che a differenza della maggior parte dei sui seguiti permetteva di creare degli rpg con battle-system orientati all’azione rispetto a quello più classico basato sui turni.

Arriva il 1990 e finalmente vediamo uscire su MSX il primo titolo della serie, si tratta di Dante: RPG danteConstruction Tool e aveva già tutti i tratti distintivi che sarebbero stati una costante dei successivi, come la composizione della mappa di gioco, la creazione di entità e il tanto decantato battle-system a turni.

Da qui in poi inizia la vera e propria scalata al successo di questa famiglia di tool, infatti nel 1992 arrivano Action RPG Construction Tool: Dante 2, questo più che un seguito del titolo precedente si avvicinava di più a Marmin per il suo gameplay strettamente inspirato a Ys, action j-rpg  della Nihon Falcom, e RPG Tsukūru Dante 98 per Nec PC98, quest’ultimo è il primo titolo ad aver adottato il termine Tsukūru (fare in giapponese) con cui la serie e tutt’ora conosciuta in oriente.

Nel 1997, dopo numerosi spin-off per console, arriva RPG Maker 95, il primo su Windows nonché primo della famiglia ad essere giunto dalle nostre parti, prima sotto banco con delle traduzioni amatoriali e solo dopo molto tempo tradotto ufficialmente.

Questo tool sfruttava a pieno le potenzialità del sistema operativo della Microsoft, che permetteva una risoluzione a 640×480, il pieno supporto a formati audio Wave e Midi e un modernizzato battle-system, che questa volta proponeva un gameplay in prima persona in stile Earthbound.

Il titolo ebbe ottimi riscontri, portando lo sviluppatore a far uscire nel 2000 RM2K (RPG Maker 2000), questo nuovo titolo venne pubblicato fin da subito in occidente e permettendogli di diventare il capitolo più amato e usato di sempre, tutt’oggi utilizzatissimo nonostante l’età e i pochi cambiamenti rispetto alla versione precedente.

Dopo solo due anni uscì, esclusivamente in Giappone, Rpg Maker 2003, una versione revisionata di RM2K con l’aggiunta di un battle-system molto vicino a quello visto nei Final Fantasy classici.

Finiamo il nostro viaggio con gli ultimi capitoli XP, VX e VX Ace che rispetto ai tool precedenti, oltre alle varie migliorie all’interfaccia di sviluppo che li rendevano estremamente flessibili anche a chi non aveva mai messo mano a niente del genere, includevano l’interprete del linguaggio Ruby che permetteva allo sviluppatore di estendere l’engine.

Visto le parentesi aperte sui giochi potrebbero essere estremamente longeve visto l’abnorme numero di giochi prodotti con l’engine, sopratutto i fantazilioni di videogiochi creepy pasta, mi limiterò a segnalarvene solo alcuni:

 

To The Moon – RPG Maker XP

Uno dei videogiochi indie più amati ed apprezzati di sempre, sia dalla critica che dagli utenti. Un ottimo esempio di  titolo puramente narrativo realizzato col tool.

Neil Watts ed Eva Rosalene sono due scienziati della Sigmund Corp, azienda famosa per innestare nelle menti dei loro clienti, ormai in fin di vita, dei falsi ricordi per cancellare ogni rimpianto.

Riusciranno i nostri protagonisti a realizzare l’ultimo desiderio di Johnny, ovvero quello di andare sulla luna?

To-the-Moon-5.1

Kanye Quest 3030 – RPG Maker Vx Ace

Questo coff… coso… coff… ops… volevo dire gioco, è il più profondo di tutta la lista, sopratutto per la trama:

Kanye West esce a buttare la spazzatura e si ritrova, a causa di un wormhole, nell’anno 3030 in una città distopica dove a governare sono i cloni di alcuni famosi rapper americani.

Riuscirà il nostro Kanye a salvare il mondo e tornare a casa?

Altro che Final Fantasy o Dragon Quest, questo è il J-Rpg definitivo!

kanye quest 3030

Stai ancora leggendo questo articolo e non hai ancora giocato a Kanye Quest 3030?!?

Smettila di leggere e vallo a giocare Santo Cthulhu!

Ok, presupponendo che hai finalmente giocato a Kanye Quest 3030 possiamo continuare con la lista.

Yume NikkiRPG Maker 2003

Una vera pietra miliare e per alcuni versi il gioco più misterioso mai creato, visto che del suo autore Kikiyama non si sa praticamente nulla, come anche del reale significato del gioco.

Accompagneremo Madotsuki, una ragazza Hikikomori, nei suoi criptici sogni alla ricerca di 24 oggetti misteriosi.

Yume Nikki

-Alter A.I.L.A. Genesis – RPG Maker 2003
Titolo molto particolare, anche questo privo di elementi ruolistici, che dimostra quanto sia versatile questo fantastico tool: il gioco mischia elementi stealth, platform e J-Rpg creando un’esperienza unica nel panorama dei giochi indie.

alter aila

Super Columbine Massacre RPG – RM2K

Il titolo più famoso e criticato di sempre, visto il polverone che alzò quando fu rilasciato a causa delle tematiche toccate e la vena ironica che accompagna la storia. Il gioco racconta i tragici eventi del massacro alle Columbine High School nel 20 aprile del 1999, mettendo il giocatore nei panni di Eric Harris e Dylan Klebold, i due carnefici dell’attentato.

super columbine massacre

Corpse PartyRPG Tsukūru Dante 98

Ebbene si, il famoso brand che tutt’oggi sforna videogiochi, anime e manga è nato grazie a questo fantastico tool.

Nel gioco impersoniamo un gruppo di studenti dell’istituto Kisaragi che, dopo un rituale, vengono trasportati in un  universo dove la scuola è infestata dalle anime dei ragazzi che nel corso degli anni sono morti al suo interno.

Riusciranno a sopravvivere?

corpse party

Theia – RPG Maker 2000

Ok, su quest’ultimo va fatto un piccolo appunto.

Era il Cosenza Comics e noi della redazione giravamo come velociraptor famelici per gli stand, con l’obbiettivo di procacciarci qualche nuovo talento su cui fare un articolo. Passando dal cubo blu il mio occhio da lucertolone si è fermato su di loro e a quel punto mi sono detto: Perché non andiamo a importunare questi talentuosi giovani con una bella video-intervista?

Quindi se volete saperne di più non perdete la nostra video-intervista in arrivo fra qualche giorno su questi canali!

THEIA

Dopo questo lungo viaggio attraverso la storia di questi tool, senza dimenticare l’aiuto dello stesso wormhole di Kanye West che mi ha permesso di viaggiare nel tempo per recuperare informazioni, non posso che augurarvi un buon sviluppo!

 

Ah!

Non esitate a contattarci se volete che il freddo sguardo da lucertolone dei nostri redattori si soffermi sul vostro titolo e lo recensisca!

velociraptor gif

(Per la stesura di questo articolo a nessun giovane sviluppatore, velociraptor della redazione, otaku feticista degli J-RPG o spazzatura di Kanye West è stato fatto del male)

Pasquale De Rose

[#Games] Pillola Rossa o Pillola Blu, ecco la PS 4.5 Neo

Dal fatidico giorno in cui i VR sono tornati alla ribalta, la Sony Interactive Entertainment ha fatto circolare le voci su di un possibile upgrade della sua console madre: la PlayStation 4.

Tra smentite e conferme, finalmente arrivano delle certezze dalla redazione di Giant Bomb. La fantomatica nuova console (non un upgrade quindi ma proprio una nuova console) probabilmente si chiamerà NEO e avrà un nuovo comparto Hardware che permetterà la resa in 4K dei videogiochi.

E quelli vecchi? E la mia ps4? L’ho comprata ieri e già la devo buttare? NO!

Sony ha a cuore le tasche dei propri clienti e quindi ha deciso di non scindere le due piattaforme in nuovi sistemi ma di dare alle software house la possibilità di creare giochi “NEO Ready“.

Cosa significa? Significa Che potrete giocare tranquillamente tutti i nuovi giochi su Ps 4 ma che su Ps 4.5 avranno una qualità grafica migliore e prestazioni avanzate. L’online, invece, resterà identico in prestazioni per entrambe le console e non avrà nulla di più della vecchia console. Questo perché una delle direttive è stata proprio quella di apportare miglioramenti solo per il comparto Offline e di permettere un equilibrio nelle sfide online anche tra console diverse.

Ma veniamo ai tecnicismi. L’attuale PS 4 ha queste caratteristiche:

  • CPU Jaguar 8 core da 1.6 Ghz
  • Scheda video AMD Radeon next-gen da 18 CUs a 800 MHz
  • 8 GB di RAM GDDR5 a 176 GB/s

La nuova PS 4.5 Neo (nome non ufficiale):

  • CPU Jaguar a 8 Core da 2.1 GHZ
  • Scheda video AMD basata sempre su architettura GNC e dotata di 36 CUs a 911 Mhz
  • 8 GB di RAM GDDR5 a 218 GB/s

Come potete vedere da voi, le modifiche sono esclusivamente del comparto hardware. Un miglioramento della CPU e della velocità di calcolo della GPU (scheda video) permetteranno ai giochi di essere ancora più fluidi e di migliorare in generale le prestazioni della console.

Potremmo dire, per concludere, che questa PS 4 NEO non è altro che una versione “Elite” dell’attuale console. Parlando di Elitario, vi starete sicuramente domandando quanto costerà questo “upgrade”. Il prezzo, miei cari, è lo stesso della Ps 4 al suo lancio: 399 dollari/euro.
Questo è tutto, appena avremo nuove informazioni certe su questa nuova console ve le faremo sapere!

Daniele Ferullo

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista a Patrizio Cestiè

Patrizio Cestiè, disegnatore e tatuatore, autore della locandina del Cosenza ComiCS 2016. Dopo l’intervista che gli abbiamo fatto qualche giorno prima del Comics (clicca qui per leggerla) abbiamo voluto incontrarlo nuovamente, per conoscere un po’ di più del suo mondo.

Intervista a cura di Miriam Caruso.
Video ed Editing a cura di Daniele Ferullo.
Ph. Luca Pizzimenti.

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista ai Nanowar of Steel

Ci hanno fatto sognare e ballare durante il loro concerto di sabato 2 aprile al Cosenza ComiCS e noi li abbiamo incontrati per scoprire i loro segreti più reconditi, stiamo parlando dei Nanowar of Steel! Un’intervista che ha scombussolato la vita del nostro Hackerman. A voi? Che effetto farà?

Intervista a cura di Pasquale Hackerman De Rose.
Video ed Editing a cura di Daniele Ink Ferullo.
Ph. Luca Pizzimenti.

[#Marvel] Venom, l’affascinante nemesi di Spider-Man

“La strada è buia e perfino la luna cela la sua luce ai passanti. Un solo rumore disturba il surreale silenzio della periferia: Il lento incedere di un ubriaco.

Ciò che si palesa alla vista è la piccola chiesa di quartiere verso cui l’uomo è diretto. Con lo sguardo verso il cielo, come ogni notte cerca asilo in un luogo sicuro. Il campanile dell’edificio balena nel campo visivo incerto del giovane che claudicante vi si avvicina. Qualcosa, tra le ombre delle guglie, viene colto dall’uomo. Uno sguardo alla bottiglia avvolta nella carta, il successivo al campanile, la mano libera che passa sulle palpebre ad allontanare la nebbia dell’ebbrezza. Il bourbon scadente sta giocando brutti scherzi. Passo dopo passo, l’individuo raggiunge l’interno del campanile nel suo lento incedere e si accascia in quella struttura eletta come casa per quella notte. Lo sguardo annebbiato dai fumi alcolici si appanna, le palpebre si chiudono, il sonno arriva lentamente facendo scivolare la bottiglia dalla mano dell’uomo. Un urlo, la campana rintocca, l’uomo si sveglia di soprassalto, si guarda intorno, riprende la bottiglia come arma; poi le urla si fanno più profonde, più gravi. Il silenzio. L’uomo continua a guardarsi intorno, ma niente…forse qualche uccello, sì, qualche uccello di sicuro. Niente di cui preoccuparsi. L’adrenalina scorre via dal corpo dell’uomo che ritrova la tranquillità tanto da ignorare la pioggia. La stanca figura cerca nuovamente di sprofondare in un lungo sonno chiudendo gli occhi e poggiando la fida compagna al suo fianco.

Pioggia? L’associazione con quanto osservato prima non tarda ad arrivare. Nessuna nuvola su Manhattan questa notte. Che si sia addormentato e siano passate ore? Non è possibile. Le palpebre si aprono di scatto e gli occhi cercano una porzione del cappotto logoro e ormai zuppo. Una macchia nera, simile al petrolio, sembra ribollire sul tessuto. L’uomo sobbalza, cerca di allontanarsi  e il vecchio tesserino del Daily Globe scivola dalla giacca impattando a terra. Per la seconda volta nella notte l’ex-fotografo alza lo sguardo e, lungo le pesanti catene che sorreggono le campane, vede colare lo scuro liquido su di sé, coprendogli il volto.

La strada è buia, la luce è lontana e solo un rumore ora strazia il silenzio della periferia: due voci che urlano all’unisono.

WE ARE VENOM.”

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Cosa c’è di peggio di un ragno? Un aracnide che di zampe ne ha solo due! Un manto mutevole che sostituisce i peli, uno scala-muri mosso dal primordiale desiderio di mettere a tacere ogni voce all’infuori del suo coro. Un parassita la cui dieta è basata unicamente sulla “feniletilamina”, sostanza facilmente reperibile nei cervelli umani. Un ragno nero, figlio di un rifiuto. Questo è Venom, personaggio Marvel nato dalla mente di David Michelinie e Todd McFarlane  che è apparso per la prima volta nella sua completezza nel 1988. Dopo un inizio travagliato, trova la sua forma più conosciuta nell’ospite Eddy Brock, che troviamo protagonista nel racconto qui sopra. Seppure visto come super criminale, oltre che nemesi dell’Uomo Ragno, Venom è più assimilabile ad un Antieroe per la sua visione del mondo per estremi. Questo lo conduce a non farsi scrupolo ad uccidere qualche innocente per arrivare al suo fine, ma in generale si può dire che, nei processi psicologici, sovrasta l’intenzione di proteggere gli emarginati della società e i deboli. Questi smottamenti interiori lo rendono uno dei personaggi più contorti e complessi dell’universo Marvel in quanto il suo senso di giustizia estremista, i cambi nel tempo degli ospiti, le scissioni e le avventure lo portano ad accostarsi sempre di più ad uno psicopatico. Ha gli stessi poteri dell’Uomo Ragno, ma ne conta di nuovi per via della capacità di cambiare forma, dimensioni, forza e stato materico.

E’ stato annunciato un film su di lui dalla Marvel Entertainment che sarà rilasciato nel 2018 ed è attualmente in corsa la sua testata personale, molto famosa negli States.

Daniele Pezzolla