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‘ndrangheta, blitz del Ros. Arrestate 116 persone e smantellati i “tribunali”

REGGIO CALABRIA – Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, sono impegnati nell’esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda reggina nei confronti di 116 persone. I provvedimenti scaturiscono da un’indagine diretta dalla Dda e condotta dai carabinieri del Ros e del Gruppo di Locri sui vertici delle più importanti cosche del “mandamento” ionico ritenuto il cuore pulsante dell’intera ‘ndrangheta nonché punto di riferimento di tutte le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere.

La ‘ndrangheta era dotata di veri e propri “tribunali” competenti a giudicare gli affiliati sospettati di violazioni delle regole del sodalizio criminale e le procedure da applicare per sanare faide all’interno delle ‘ndrine. E’ quanto emerso dall’indagine condotta dai carabinieri del Ros e del Gruppo di Locri che hanno accertato le modalità di funzionamento di questi “tribunali”. L’indagine, che stamani ha portato al fermo di 116 persone, ha confermato la pericolosità della ‘ndrangheta quale struttura unitaria e segreta, articolata su più livelli e provvista di organismi di vertice, che nella provincia di Reggio Calabria trova tuttora il suo prioritario ambito operativo decisionale.

Le indagini hanno consentito di individuare le gerarchie e gli organigrammi di ben 23 cosche ricomprese nel “mandamento” Ionico della Calabria, comprese i Serraino e i Ficara-Latella di Reggio Calabria, e di individuare nuove cariche e strutture tra loro ordinate gerarchicamente di cui la ‘ndrangheta si è dotata negli ultimi anni. Sono stati identificati, inoltre, gli autori di estorsioni, danneggiamenti e infiltrazioni in appalti pubblici e lavori privati, sintomatici di un capillare e asfissiante controllo del territorio da parte delle cosche. I particolari dell’operazione che ha riunito vari filoni investigativi curati dal Ros, dal nucleo investigativo di Locri, dalle compagnie di Locri e Bianco, con il contributo del Reparto operativo di Reggio Calabria, saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 10,30 al Comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria.

Truffava con apertura supermercati, un arresto e 5 indagati

BARI – Acquistava merce dilazionando i pagamenti e apriva supermercati in tutta Italia per poi svuotare i magazzini e fuggire. Con l’accusa di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori un 49enne di Cutro è stato arrestato. L’uomo, una volta chiusi i conti correnti, fuggiva senza lasciare traccia. I militari hanno arrestato Dante Mannolo scrivendo nel registro degli indagati altre cinque persone: l’uomo è stato sottoposto ai domiciliari. L’operazione, condotta dalla Dda di Bari, ha visto la collaborazione delle forze dell’ordine crotonesi.

Secondo le indagini l’uomo sarebbe legato alla criminalità organizzata calabrese. Le strutture commerciali non riuscivano a durare più di 12 mesi. Il primo supermercato era stato realizzato in Puglia, precisamente ad Altamura.

 

Detenevano armi clandestine in casa, arrestati padre e figli

GIOIA TAURO (RC) – Padre e due figli sono stati arrestati dai carabinieri di Gioia Tauro in sinergia con lo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia con l’accusa di detenzione illecita di arma clandestina e munizionamento, oltre che di ricettazione e detenzione di droga. I militari, nel corso di un controllo in Contrada Bosco Selvaggio Olmolongo a Rizziconi hanno perquisito l’abitazione in cui vivono Girolamo Giardino, di 53 anni, ed i suoi figli Michele (26) e Gabriele (21). In alcune pertinenze della proprietà e in auto loro intestate, i carabinieri hanno trovato un revolver Smith & Wesson 357 magnum con matricola abrasa, una pistola di fabbricazione ceca cal. 6.35 completa di caricatore con 6 cartucce e matricola abrasa, e 1,3 chili di marijuana. I tre sono stati quindi arrestati.

Arresti aeroporto Lamezia, Procura: «Contesto di malaffare»

LAMEZIA TERME (CZ) – Un «contesto di malaffare nell’amministrazione della spesa pubblica»: è quello di cui parla, in un comunicato, la Procura della Repubblica di Lamezia Terme in relazione all’operazione “Eumenidi”, condotta stamattina dalla Guardia di finanza, che ha portato all’arresto dei vertici della Sacal, la società di gestione dell’aeroporto. Secondo la Procura, «le indagini preliminari hanno consentito di accertare la perpetrazione di gravi delitti contro la pubblica amministrazione quali ipotesi di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e millantato credito. Molte condotte illecite ascritte agli indagati – riferisce ancora la Procura – riguardano l’irregolare gestione del progetto “Garanzia giovani”, finanziato con fondi pubblici e finalizzato ad inserire in un tirocinio retribuito, presso la stessa Sacal, solo soggetti meritevoli e rispondenti a precisi requisiti».

Bufera sui vertici Sacal, arrestati il presidente Colosimo e il dg Mancuso

LAMEZIA TERME (CZ) – Terremoto giudiziario alla Sacal, la società di gestione dell’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme. Sono finiti agli arresti domiciliari il presidente, il direttore generale e la responsabile dell’Ufficio legale nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dello scalo condotta dalla Procura di Lamezia Terme. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza. Gli arrestati sono Massimo Colosimo, presidente della Sacal, Pierluigi Mancuso, direttore generale, ed Ester Michienzi, responsabile Ufficio legale. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, diretta da Salvatore Curcio. Ad eseguire i provvedimenti restrittivi il Gruppo di Lamezia Terme della Guardia di finanza, che ha condotto anche le indagini che hanno portato all’emissione dei provvedimenti stessi. I reati contestati a vario titolo sono corruzione, peculato, falso e abuso d’ufficio. I finanzieri, inoltre, indagano anche su varie forme di concussione. Riguarda la gestione complessiva della società, con particolare riferimento alle assunzioni, agli appalti ed all’utilizzo dei fondi pubblici, l’indagine della Guardia di finanza che ha portato stamattina all’arresto dei vertici della Sacal, la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme. Dall’indagine, secondo quanto si è appreso, sono emersi vari illeciti nella gestione della Sacal, che è una società partecipata a capitale misto pubblico e privato. L’attività investigativa, condotta dal gruppo di Lamezia Terme della Guardia di finanza e dagli agenti della Polizia di frontiera presso l’aeroporto, delegati dalla Procura della Repubblica, andava avanti da alcuni mesi ed aveva portato in passato al sequestro di un vasta documentazione negli uffici della Sacal. La Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha chiesto al Gip l’applicazione di misure interdittive nei confronti dei 12 componenti del Consiglio d’amministrazione della Sacal, la società di gestione dell’aeroporto. La richiesta rientra nell’inchiesta della Procura, denominata “Eumenidi”, che ha portato stamattina all’arresto del presidente, del direttore generale e del responsabile dell’Ufficio legale della società. L’inchiesta è stata condotta dai sostituti procuratori di Lamezia Marta Agostini e Giulia Maria Scavello Analoga richiesta è stata fatta anche nei confronti di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio legati alla gestione della Sacal. La Guardia di Finanza sta eseguendo, inoltre, 40 perquisizioni nei confronti di altrettante persone indagate nell’inchiesta, tra cui esponenti di istituzioni ed uffici pubblici ed imprenditori. Maggiori particolari sull’inchiesta saranno forniti nel corso di una conferenza stampa convocata per le 11 dal Procuratore di Lamezia, Salvatore Curcio, e dalla Guardia di finanza.

Sorpresi a rubare rame, due arresti a Villa San Giovanni

VILLA SAN GIOVANNI (RC) – Stavano rubando del rame da un vagone ferroviario in sosta ma sono stati sorpresi e bloccati. Due persone, Francesco Pietro Porcino, di 41 anni, e Antonio Cesare Stivilia, di 37, sono stati arrestati dalla Polfer a Villa San Giovanni con l’accusa di furto. I due sono stati intercettati dagli agenti nello scalo merci di Bolano mentre erano intenti a prelevare il materiale ferroso. Porcino e Stivilia, solo pochi giorni prima, erano stati già arrestati dal personale della Polfer per lo stesso reato.


Rende, tre arresti per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti

RENDE (CS) – Nella nottata di ieri, i militari della Compagnia Carabinieri di Rende traevano in arresto un 19enne di Paola e due ventenni di Crotone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari operanti, durante un servizio di controllo del territorio, a seguito di perquisizione personale e veicolare dell’autovettura del 19enne, con a bordo gli altri due giovani, rinvenivano 300 grammi di marijuana e 1 bilancino di precisione celati all’interno di due zaini. Le successive perquisizioni domiciliari consentivano di rinvenire nell’abitazione del 19enne: un impianto per la coltivazione di marijuana; 2 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana;  2 bilancini di precisione.

Nell’abitazione dei 20enni, coinquilini:  30 grammi di marijuana; 2,5 grammi di cocaina; 2 grinder; 1 bilancino di precisione.

I tre giovani venivano inoltre segnalati alla Prefettura di Cosenza quali assuntori di sostanze stupefacenti. La patente di guida del 19enne veniva immediatamente ritirata. Lo stupefacente e il materiale rinvenuto veniva posto sotto sequestro. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, venivano tradotti presso le proprie abitazioni, in regime di custodia cautelare domiciliare, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Due arresti a Rende per associazione per delinquere di stampo mafioso, tentata rapina ed estorsione

RENDE (CS) – Doppio arresto dei carabinieri della stazione di Rende in esecuzione di provvedimenti di esecuzione pena, emessi dalla Procura Generale della Repubblica di Catanzaro. Si tratta di S. A. quarant’anni di Castrolibero (CS), residente a Rende (CS), già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, il quale deve espiare la pena residua di cinque, sei mesi e 13 giorni di reclusione per il reato di tentata estorsione, commesso il 3 novembre 2011, e del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, commesso dal 2008 a marzo 2013, e di D. P. U., 47enne di Rende, già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, il quale deve espiare la pena residua di sei anni e dieci mesi di reclusione per il reato di tentata rapina di estorsione, commesso da dicembre 2011 a marzo 2012 a Bisignano (CS) e per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso commesso dal 2008 a marzo 2013. Entrambi sono stati coinvolti nella operazione denominata “Vulpes”, scattata nel novembre del 2013 contro una cellula ritenuta organica al clan Lanzino dedita alle estorsioni perpetrate ai danni dei commercianti dell’area urbana di Cosenza. Gli arrestati, concluse le formalità di rito, sono stati tradotti nella casa circondariale di Cosenza. Gli arrestati, concluse le formalità di rito, sono stati tradotti nella casa circondariale di Cosenza.

Lavori di sbancamento in aree a rischio idrogeologico, quattro denunce

ROCCA IMPERIALE (CS) – Quattro persone deferite all’Autorità Giudiziaria di Castrovillari per aver effettuato sbancamenti senza le dovute autorizzazioni nel Comune di Rocca imperiale. E’ il risultato dei controlli effettuati dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Oriolo, nell’ambito di una operazione mirata alla repressione di reati ambientali nelle località “S. Venere” e “Ronzino”. Le quattro persone, tutte del luogo, hanno effettuato con mezzi meccanici, all’interno di fondi di loro proprietà, lavori di sbancamento e successivo livellamento di terreno con la realizzazione di scarpate a strapiombo in aree sottoposte a vincolo e paesaggistico e situate nella Zona a Protezione Speciale (ZPS) denominata  Alto Jonio Cosentino. Tali lavori, eseguiti al fine di piantare coltivazioni di limoni, hanno comportato una modifica sostanziale e permanente dell’assesto urbanistico e territoriale dell’area, alterandone l’assetto idrogeologico con potenziali problemi di stabilità della zona in quanto potrebbero innescare fenomeni erosivi. Ai quattro sono state inoltre elevate anche la prevista sanzione amministrativa. Attualmente sono in corso sul territorio comunale di Rocca Imperiale ulteriori controlli che potrebbero portare ad altri deferimenti relativi sempre a sbancamenti finalizzati alla coltivazione di limoni, produzione particolarmente attiva in questa area geografica del cosentino.

Denunce e arresti nel weekend tra Rende e provincia

RENDE (CS) – Diverse operazioni eseguite nel corso del weekend appena trascrso che hanno visto impegnati i militari del comando della Compagnia di Rende e provincia. Tra Acri, Luzzi, Montalto Uffigo e Lattarico, cinque persone sono state denunciate. Ad Acri, un uomo di 59 anni, per i quali pendeva una pena per “Evasione, Resistenza a Pubblico Ufficiale, Spaccio di Sostanze Stupefacenti, Violenza Sessuale, Ingurie e Minacce”, è stato rintracciato e arrestato. A Montalto Uffugo, i militari della vicina stazione hanno deferito un 52enne per i reati di “Mancata esecuzione dolosa di provvedimento del giudice”. Da agosto 2015, infatti, l’uomo non versava alla moglie e alla figlia l’assegno mensile di mantenimento. E’ di “Minaccia aggravata” l’accusa per un 57enne di Luzzi. L’uomo, nel corso di una lite per futili motivi con la sua fidanzata, pare abbia minacciato la donna con un’ascia. A Lattarico, invece, un uomo di 45 anni è stato denunciato per “Inosservanza degli obblighi imposti dall’Autorità giudiziaria”, mentre a San Pietro in Guarano è toccato ad un 39enne di origini rumene, in possesso di un cellulare rubato, essere denunciato. A Castiglione Cosentino, un giovane di 19 anni è stato ha perso il controllo della sua autovettura uscendo dalla sede stradale. Dopo gli accertamenti del caso, i militari hanno appurato che il giovane guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti

 

Raffaella Aquino