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Rossano, severa condanna per maltrattamenti aggravati sulla moglie

ROSSANO (CS)- Il processo di primo grado si è concluso con una severa sentenza di condanna nei confronti dell’uomo, accogliendo le tesi del Pubblico Ministero e della difesa di parte civile. Le accuse gravissime contro D.S.M. Marito della donna, avrebbe abitualmente maltrattato la moglie attraverso una serie di atti lesivi del proprio onore e del proprio decoro nonché della sua integrità psico-fisica.

In particolare, avrebbe costretto la donna a vivere in una situazione di grave ristrettezza economica facendole mancare i necessari mezzi di sussistenza.

Imponendole il suo carattere e procurandole una grande sofferenza e prostrazione che la faceva vivere in una condizione di costante ansia e timore per la propria incolumità. Addirittura, in un episodio emerso durante l’articolata istruttoria dibattimentale, avrebbe afferrato la vittima con un laccio al collo stringendolo fino a farle perdere il respiro. Il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento delle richieste avanzate dal P.M. e dal difensore di parte civile Avv. Ettore Zagarese, ha condannato il rossanese D.S.M. alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione oltre al risarcimento del danno in favore della costituita parte civile, V.L., da liquidarsi in separata sede. I giudici hanno ritenuto l’uomo colpevole di maltrattamenti aggravati.

Delly Fabiano su condanna a Nasrin Sotoudeh, «Offesa al genere umano»

COSENZA – Il segretario regionale dei Popolari Italia Calabria, Delly Fabiano, interviene sulla sentenza emessa in Iran nei confronti di Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana per i diritti umani  condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustate solo per aver difeso le donne iraniane.

«Come donna e come rappresentante di un Partito che ha sempre posto al centro della sua azione  i valori e i diritti fondamentali dei cittadini, delle donne, dei giovani – sottolinea Delly Fabiano-  non posso e non voglio rimanere indifferente di fronte una notizia così sconcertante.  La sentenza emessa in Iran è un’offesa non solo alle donne ma alla dignità umana. Non si sopravvive a 148 frustate. Può valere ancora la vecchia idea “è la loro cultura, la loro religione” ? No, non si può non protestare in un mondo che sta provando ad affrontare i problemi legati all’integrazione di popoli e culture diverse, che sta provando a difendersi da certi fondamentalismi».

«Eppure noto una certa “distrazione”, non vedo cortei  in piazza, interventi autorevoli anche a queste latitudini. Si può non intervenire in favore di una donna che ha fatto suo ,con grande coraggio,il grido delle donne iraniane ancora sottomesse ad un velo che non hanno scelto di portare?   La vicenda di Nasrin non  riguarda solo ed esclusivamente il “lontano” Iran, ma  interessa  tutti noi. Dobbiamo sensibilizzare i giovanissimi, parlare di quanto sta succedendo,  per educare le nuove generazioni al rispetto».

‘Ndrangheta Aemilia, condannato a due anni l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta

REGGIO EMILIA – Condannato a due anni di reclusione l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta. Per l’ex attaccante della Juventus, coinvolto nel processo ‘ndrangheta Aemilia, l’accusa aveva chiesto sei anni, poi ridotti a due per la caduta dell’aggravante mafiosa nella sentenza di primo grado. Condannato a 19 anni per associazione mafiosa il padre Giuseppe. I due hanno abbandonato l’aula urlando “vergogna, ridicoli”, mentre era in corso la lettura del dispositivo.

Firenze, condannato imprenditore calabrese vicino alle cosche

FIRENZE – Traffico di cocaina e legami con appartenenti alle cosche della ‘ndrina Arcoti di Reggio Calabria, queste le accuse con le quali è stato condannato un imprenditore calabrese, Nicola Callea, attivo nel settore della ristorazione a Firenze. Il sequestro e la confisca, di circa due milioni di euro, consta di tre unità immobiliari, un appartamento di pregio e due fondi commerciali nel centro storico fiorentino dove sono ubicati i due ristoranti, era già stato disposto nel 2016 dal Tribunale di Firenze su proposta del Direttore della Dia.

NON PRESENTAVA DA ANNI DICHIARAZIONI DI REDDITI

L‘uomo aveva poi presentato un ricorso contro tale decisione, respinto dalla Corte d’Appello di Firenze nel 2017. I giudici della Corte di Cassazione, dopo aver negato nuovamente il ricorso, hanno confermato la legittimità del provvedimento in cui si evidenzia che il soggetto interessato, negli anni in cui tali reati venivano commessi, scompariva sul piano fiscale e cessava di presentare dichiarazioni dei redditi spogliando inoltre l’intero nucleo familiare di tutti i beni ad esso riconducibili. La Dia di Firenze ha quindi eseguito una sentenza definitiva di sequestro e confisca di un appartamento di pregio e due fondi commerciali nel centro storico Fiorentino a carico dell’imprenditore.

Omicidio Luca Bruni, 30 anni per Francesco Patitucci

COSENZA – 30 anni di carcere per Francesco Patitucci, assoluzione per Roberto Porcaro e il non luogo a procedere per Ettore Sottile. Sono queste le decisioni del Gup di Catanzaro Giovanna Gioia in merito all’omicidio di Luca Bruni, avvenuto nel gennaio del 2012 a Castrolibero. I tre sono stati giudicati, col rito abbreviato, come mandanti dell’assassinio che sarebbe stato compiuto da Maurizio Rango, adesso all’ergastolo, Daniele Lamanna, Franco Bruzzese e Adolfo Foggetti. Lo stesso Foggetti, come si ricorderà, si è successivamente pentito e le sue dichiarazioni hanno fatto ritrovare il corpo dello stesso Bruni.

 

 

 

 

 

Processo “Aemelia”, chiesti sei anni per Vincenzo Iaquinta

CROTONE – Sono stati chiesti 6 anni per Vincenzo Iaquinta e 19 anni per il padre Giuseppe. Queste le richieste fatte dai magistrati della DDA di Bologna, al termine della requisitoria del processo Aemelia, relative alle attività della cosca dei Grandi – Aracri del nord. 

Vincenzo Iaquinta, ex bomber della nazionale, insieme a tutti gli altri indagati sarebbe accusato di vari reati, tra cui quelli relativi ad associazione a delinquere, truffa, usura, estorsione e frode con l’aggravante di stampo mafioso. Questi i motivi che hanno spinto ieri i magistrati a chiedere 6 anni di reclusione per l’ex calciatore e 19 per il padre.

Foto https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/processo-aemilia-iaquinta-1.3542314

 

 

Scopelliti si costituisce, per lui si aprono le porte del carcere

REGGIO CALABRIA – Si è presentato stamane nel carcere di Reggio Calabria, l’ex governatore regionale Giuseppe Scopelliti. Si è presentato davanti i cancelli della carcere “Arghillà” per scontare una pena di 4 anni e 7 mesi di reclusione per falso in atto pubblico, inflittagli ieri dalla Cassazione, a seguito del processo scaturito dagli ammanchi nei bilanci del Comune dal 2008 al 2010, nel “caso Fallara“, dal nome dirigente Orsola Fallara, suicidatasi ingerendo dell’acido muriatico. Scopelliti, dal 2010 al 2014 governatore della Calabria, si è dimesso dalla presidenza della Regione per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a 6 anni.

Scopelliti condannato anche dalla Cassazione, adesso rischia il carcere

ROMA – L’ex governatore della Calabria e sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti rischia di finire in carcere dopo la sentenza della Cassazione che lo ha condannato a scontare una pena di 4 anni e 7 mesi per i reati di abuso in atti di ufficio e falso in atto pubblico. La vicenda risale al periodo in cui Scopelliti guidava la città dello Stretto, in particolare tra il 2008 ed il 2010, ed è relativa agli ammanchi nelle casse comunali. In quella fase a dirigere il settore bilancio era Orsola Fallara, che si tolse la vita ingerendo acido muriatico. 

Pena ridotta di cinque mesi per la prescrizione

La Suprema Corte ha leggermente ridotto la condanna della Corte d’Appello di Reggio Calabria che aveva inflitto a Giuseppe Scopelliti cinque anni di reclusione. Lo sconto di pena si deve alla prescrizione per il reato di abuso d’ufficio. La Cassazione ha anche sostituito la condanna all’interdizione perpetua dei pubblici uffici riducendola a soli cinque anni. Respinti i ricorsi dei revisori dei conti Carmelo Stracuzzi, Domenico D’ amico e Ruggero De Medicio, tutti condannati a 2 anni e 4 mesi. 

Condannato a trent’anni l’assassino di Antonella Lettieri

CROTONE – Inflitta una condanna a trent’anni di reclusione per Salvatore Fuscaldo, il bracciante 50enne di Cirò Marina, reo confesso dell’omicidio di Antonella Lettieri. La donna, 42 anni, era stata uccisa l’otto marzo 2017. Il giudice ha accolto la richiesta avanzata a conclusione della requisitoria dal pm Alfredo Manca, nel processo celebrato con il rito abbreviato. Il rappresentante della pubblica accusa ha ripercorso le tappe della vicenda, elencando le prove raccolte dal giorno dell’omicidio fino alla richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Antonella Lettieri venne uccisa nella sua abitazione con almeno una ventina di colpi alla testa sferrati con un tubo di ferro ed undici coltellate al corpo. L’indagine è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Cirò Marina, con l’ausilio del Ris di Messina. L’uomo, vicino di casa della vittima, fu fermato il 16 marzo ed il 21 aprile confessò di essere l’autore del delitto.

Abusò sessualmente di una minorenne, condannato un 45enne

PAOLA (CS) – È stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione il 45enne  accusato di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne. I fatti risalgono all’ottobre del 2016 quando l’uomo, col pretesto di offrire un passaggio alla ragazza, l’aveva condotta in un luogo isolato abusando poi della stessa. L’uomo, oltre a dover versare alla giovane un risarcimento di 8mila euro per i danni subiti, non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati  da minori né assumere incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado. (Immagine di repertorio)