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Unical, laboratorio di giornalismo digitale con Smorto di Repubblica

RENDE (CS) – Giovedì 10 marzo l’associazione culturale Entropia di Rende (CS) avrà il piacere di ospitare presso il DAM dell’Università della Calabria il giornalista de La Repubblica Giuseppe Smorto, per un doppio evento. Dalle ore 15 alle 17, il giornalista terrà un laboratorio di Giornalismo Digitale, materia di cui è massimo esperto, avendo diretto dal 2013 al 2016 Repubblica.it portandolo a diventare il primo sito di informazione in Italia. Dopo il laboratorio, alle ore 17:30, si terrà invece la presentazione del suo libro d’inchiesta “A sud del Sud. Viaggio dentro la Calabria tra i diavoli e i resistenti” (Ed. Zolfo, 2021)”.
 
Il testo documenta una Calabria fatta di tante storie positive, diversamente dall’immaginario collettivo che vede solo una regione perduta e afflitta dalle piaghe della criminalità. Piccole storie di resistenza, spesso nate proprio laddove è mancato l’intervento pubblico, come quella de La Guarimba, un’associazione culturale nata nel 2012, con l’obiettivo di riaprire l’unico cinema di Amantea. La Guarimba International Film Festival, che da allora si svolge ogni anno ad Amantea con la proiezione di cortometraggi da tutto il mondo, promuovendo il connubio fra cultura e integrazione per la rigenerazione dei luoghi, è un evento ormai noto al grande pubblico. Una storia che avremo il piacere di ascoltare direttamente dalla voce del presidente dell’associazione Giulio Vita, che presenterà il libro insieme alla presidente di Entropia Daniela Ielasi, e naturalmente allo stesso autore.
 
Giuseppe Smorto è un giornalista professionista con un’esperienza di oltre quarant’anni, in cui è stato caporedattore dello Sport, del “Venerdì” e della redazione di Torino. È stato vicedirettore de La Repubblica fino a dicembre 2019 e delegato all’integrazione delle piattaforme cartacea e digitale. Nel settembre 2021 ha vinto la prima edizione del Premio Oxfam “Raccontare la disuguaglianza”, con un reportage sulla Sanità in Calabria, pubblicato dal Venerdì di Repubblica. Mentre nell’ottobre del 2021 ha vinto il Premio Letterario “Rhegium Julii” nella sezione giornalismo con il libro-inchiesta “A sud del Sud”.
 
Ricordiamo che l’evento si tiene in presenza, sono dunque necessari green pass e mascherina. Per il laboratorio invece è necessario inviare anche richiesta di partecipazione all’indirizzo redazione@fattialcubo.it.

L’agroalimentare del sud Italia in rassegna a Reggio Calabria con i giornalisti del settore

REGGIO CALABRIA – Sarà ospitata nei giorni 10, 11 e 12 settembre al Museo Nazionale del Bergamotto di Reggio Calabria la prima edizione della Rassegna del Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud.

Per la prima volta si affronta un tema, quello dell’agroalimentare meridionale, con i maggiori professionisti dell’informazione. Si terrà infatti, nei prossimi giorni, la prima rassegna del giornalismo agroalimentare del sud Italia che si preannuncia come un evento unico nel suo genere e destinato a divenire un appuntamento puntuale per i produttori dell’agroalimentare che puntano sulla qualità e per i giornalisti del settore. Un appuntamento al quale non si può mancare soprattutto perché punta ad una maggiore conoscenza delle aziende produttrici di tutto il meridione d’Italia in un confronto interessante con i professionisti dell’informazione provenienti da tutta Italia, pensato per la promozione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio agroalimentare del Sud Italia.

Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e le loro produzioni tipiche dallo spiccato legame con il territorio e dal carattere fortemente identitario, saranno le regioni protagoniste della prima edizione della rassegna.

L’iniziativa intende proporre il Sud Italia come teatro di una manifestazione di rilievo nazionale e internazionale, unica nel suo genere, sul mondo dell’agroalimentare, della comunicazione e del giornalismo di settore.

Tutto quello che sarà presente nella “Rassegna del Giornalismo Agroalimentare e Agroindustriale Pro Sud”, pasticceria, enogastronomia, liquori, conserve, artigianato e quanto di meglio viene realizzato in questo splendido spicchio del Bel Paese, è stato cercato, provato e selezionato tenendo conto dei prodotti alimentari e dell’artigianato, in grado di risvegliare la memoria e tramandare le tradizioni del passato che rappresentano al meglio il forte legame tra una comunità e le sue radici.

E questi stessi criteri hanno portato a identificare nel Museo del Bergamotto di Reggio Calabria la location ideale, luogo che testimonia l’antica produzione del bergamotto e che meglio caratterizza chi ha fortemente voluto la realizzazione dell’evento, reale pioniere nello studio delle possibilità di utilizzo anche in gastronomia di questo meraviglioso agrume.

Il programma prevede incontri con i Consorzi e le Organizzazioni di Categoria, appuntamenti con gli ITS della Calabria e spazio alle Istituzioni e alla Consegna di Premi a varie categorie, tra cui giornalistie Consorzi d’eccellenza, che si sono distinti per aver valorizzato i prodotti agroalimentari del Sud Italia.

Nel corso dei tre giorni, per le cinque regioni protagoniste, presso alcuni dei migliori ristoranti scelti come partner, sarà possibile degustare un piatto dedicato alla rassegna e preparato con gli stessi ingredienti selezionati per la manifestazione.

Sport e giornalismo, a lezione con Giacomo Crosa

CASTROLIBERO (CS) – Si terrà venerdì 9 marzo alle 9.30, presso l’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore di Castrolibero, l’incontro con l’atleta olimpico e giornalista Giacomo Crosa voluto dal comitato CSAIn (Centri Sportivi Aziendali e Industriali) di Cosenza e organizzato in sinergia con il Circolo della Stampa “M.R. Sessa”.Durante la mattinata Crosa ripercorrerà i fatti salienti dei Giochi Olimpici del Messico del 1968, particolarmente significativi dal punto di vista sportivo, storico e sociale di cui quest’anno ricorre il cinquantenario, per soffermarsi sulla sua esperienza personale, quando, appena ventunenne, ottenne il primato italiano di salto in alto di 2.14 mt, ancora oggi il migliore ottenuto da un atleta italiano.

Giacomo Crosa, un maestro di Sport

Maestro di Sport, medaglia di bronzo al Valore Atletico, docente di preatletismo presso la Scuola dello Sport del CONI, ha proseguito la carriera professionale come giornalista diventando inviato speciale della RAI e, successivamente, vicedirettore RTI/Mediaset sino al 2012. Ha condotto varie rubriche sportive sui canali Mediaset e ha seguito da cronista 10 edizioni dei Giochi Olimpici estivi, da Montreal 1976 a Londra 2012, e le Olimpiadi invernali di Lake Placid (1980), Sarajevo (1984) e Torino (2006).

L’incontro sarà preceduto dai saluti istituzionali della dirigente dell’IIS Castrolibero Iolanda Maletta, del presidente del Circolo della Stampa di Cosenza Franco Rosito, del sindaco di Castrolibero Giovanni Greco, del dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale Luciano Greco, del delegato del CONI di Cosenza Francesca Stancati, del delegato CIP provinciale Deborah Granata e dal delegato FIDAL Cosenza Vincenzo Caira.

 

Il ruolo del giornalismo nella lotta contro la violenza sulle donne

COSENZA – «Il giornalismo può svolgere un ruolo importante nella lotta contro la violenza sulle donne. E può svolgerlo con l’unica arma che possiede, la parola». Così Mario Tursi Prato, presidente del movimento calabrese “Giornalisti d’Azione”, nel’auditorium dell’istituto scolastico “Da Vinci – Nitti”, di Cosenza, ha aperto l’incontro con gli studenti, moderato dalla giornalista Carla Sabato, dedicato alla “Giornata internazionale della lotta alla violenza sulle donne”. Il presidente dell’associazione di giornalisti, facendo riferimento al “Manifesto di Venezia”, che proprio oggi è stato sottoscritto nel capoluogo veneto, ha sottolineato come “proprio l’uso dei termini nella narrazione di casi di violenza deve rispondere a regole precise. Le parole non devono essere impiegate impropriamente, non bisogna assecondare la morbosità di lettori e telespettatori entrando in dettagli intimi, occorre raccontare anche belle storie di donne e proporre modelli positivi”. Sono tanti i tipi di violenza a cui possono essere sottoposte le donne, ma anche gli uomini, come ha sottolineato la psicologa Rossella Palmieri, particolarmente esperta in problemi di stalking  «a cui – ha detto – sono sottoposti anche gli uomini, e che determinano, alla stregua di tutti le altre manifestazioni di violenza, psicopatologie che possono segnare la vita intera». L’appuntamento di questa mattina rientra nell’ambito dei laboratori di giornalismo che “Giornalisti d’Azione” ha attivato e attiverà in tantissime scuole della Calabria, laboratori coordinati dalla giornalista Mariapia Volpintesta che, a proposito di violenza sulle donne, in particolare “femminicidio”, ha scritto un libro, dal titolo “Ti amerò più della tua stessa vita”, ha evidenziato come “quello che oggi chiamiamo ‘femminicidio’ è un fenomeno sociale che esiste da sempre e che si ripropone con le stesse caratteristiche”. Volpintesta ha estrapolato due delle storie raccolte nel suo libro e la ha narrate ai ragazzi. L’apertura dell’incontro ha registrato la proiezione di un video dell’artista multimediale Maria Rosaria Cozza, sul tema del corpo segnato dal trauma, l’unica artista calabrese selezionata per il progetto “Artefatto”, nato dai Poli di aggregazione giovanile del Comune di Trieste, progetto ha come obiettivo un percorso indirizzato alla valorizzazione e alla scoperta dei giovani talenti, alla promozione e allo sviluppo dell’arte contemporanea.

Festival del Giornalismo, le nuove frontiere dell’intimidazione

PERUGIA – “La nuova frontiera dell’intimidazione” è l’evento svoltosi questa mattina a Perugia. Durante il Festival del Giornalismo Claudio Cordova, giornalista calabrese direttore de “Il Dispaccio”, si è espresso su questa tematica in un incontro che ha avuto luogo presso Palazzo Sorbello. Il reporter di Reggio Calabria è stato supportato dalle testimonianze di Rosella Canadè della “Gazzetta di Mantova”, Franco Castaldo fondatore e direttore della testata “Grandangolo” e quella dell’avvocato Valerio Vartolo. «Non ho paura della mia persona – afferma la Canadè – ma delle persone che non riescono a reagire in maniera forte. Questo dormiveglia fa solo del bene ai mafiosi. A loro non conviene fare degli attentati poiché ciò vorrebbe dire che esistono. Fanno un’azione subdola – afferma – minacciando querele per intimorirti».

Il silenzio fa più paura delle parole ed è proprio per questo che l’inchiesta ha motivo di esistere. L’obiettivo è quello di divulgare in maniera sempre più forte ciò che il singolo giornalista raccoglie. Questo non basta mai e c’è sempre bisogno di continuare a lottare. Bottiglie piene di benzina, proiettili inseriti in una busta, oltre ad ulteriori altre modalità, rappresentano il modus operandi vecchio stampo delle mafie. «Conosco questo mondo da oltre 30 anni – dichiara Castaldo – e sono sicuro che molti freelance non abbiano la possibilità di difendersi. È “fortunato” chi ha alle sue spalle una testata giornalistica forte economicamente e dedita al valore proprio del giornalismo».

Valerio Vartolo, avvocato siciliano, si sofferma sul valore del giornalismo e sul significato che da esso ne deriva. «Chi come me difende spesso i giornalisti – dichiara – si trova in situazioni difficili. Prima di arrivare alle querele in redazioni giungono delle velate estorsioni onde evitare che si “incappi in guai” peggiori». Delegittimazione e insulti sono gli ingredienti principali di un menù variegato. Uccidere l’informazione è l’obiettivo principale dei mafiosi ed è proprio per questo che bisogna lottare quotidianamente. La corretta diffusione delle notizie è l’unico mezzo per poter creare una rete informativa chiara e trasparente.

«La cosa più grave che può accadere ad un giornalista che si occupa di cronaca giudiziaria – conclude Cordova – è arrivare ad autocensurarsi; questo vorrebbe dire cedere al sistema, uccidendo la passione per il suo lavoro».

Alessandro Artuso

Festival del Giornalismo, Claudio Cordova e l’inchiesta sulle mafie capitali

PERUGIA – Il giornalista calabrese Claudio Cordova, direttore della testata de “Il Dispaccio”, ha partecipato all’incontro dal titolo “Investigare sulle mafie più potenti al mondo” durante il programma odireno del Festival Internazionale del Giornalismo. Il reporter di Reggio Calabria si è soffermato sugli aspetti relativi alla sua terra e quindi sulla ‘ndrangheta. A Cordova si sono aggiunti Claudia Anesi, co-fondatrice dell’IRPI, i giornalisti free-lance Craig Shaw e Lorenzo Bagnoli e Matteo Civillini dell’Investigative Reporting Project Italy.

Spiegare l’importanza del lavoro d’inchiesta è alla base dell’incontro di oggi. La collaborazione del team e la divisione dei compiti sono i valori fondamentali e imprescindibili per svolgere questo tipo di giornalismo; fare inchiesta deve essere necessariamente un lavoro di squadra. Questa la premessa che introduce i cinque protagonisti nel racconto di diversi episodi relativi alle più disparate inchieste condotte con l’unico obiettivo: scoprire la verità.

«Provo a raccontare questo inferno – afferma Cordova – che sotto il profilo giudiziario si è smaterializzato. È stato colpito il livello più alto della massoneria che è stata a stretto contatto con gli ambienti mafiosi. Reggio, la città dove vivo, è un laboratorio criminale. Per diversi anni – continua Cordova – si sono ripetuti episodi di efferata violenza». Una descrizione degli ambienti calabresi ed una parola detta con forza per combattere un male oscuro. «Combattere la masso – ‘ndrangheta non è facile. I capi della cupola massonica sono due avvocati attualmente detenuti, capaci di influenzare e mettere le proprie mani su qualsiasi settore della vita reggina».

Il potere della mafia calabrese si basa su un modello relazionale e intessuto nei meandri della società. Basare il proprio lavoro di indagine, e gli intrecci ad esso connessi, sul lavoro certosino delle fonti porta, senza ombra di dubbio, a dei risultati a lungo termine. L’intimidazione del nuovo millennio non è più basata sugli attentati bensì sul processo dello screditare la figura del singolo soggetto tramite i giornali. Fare informazione ad ampio raggio, in merito alle dinamiche cosiddette nascoste, pare essere la via più adeguata. Conoscenza come strumento per combattere tutte le mafie e per mettere in luce quegli aspetti poco chiari. «Le mafie sono un problema nazionale – conclude – Cordova – e non riguardano esclusivamente una specifica parte della penisola italiana».

Alessandro Artuso

Catanzaro, centenario della morte di Cesare Battisti

CATANZARO –  A cento anni dalla morte di Cesare Battisti, avvenuta nel luglio del 1916,  l’Amministrazione provinciale di Catanzaro, dal presidente Enzo Bruno, e la Fondazione Museo Storico del Trentino, col patrocinio della stessa Provincia di Catanzaro e della Provincia Autonoma di Trento e col supporto dell’Istituto del Nastro Azzurro e dell’Associazione Linking Calabria,  organizzano un incontro sul grande italiano divenuto un simbolo della Prima Guerra Mondiale, martedì 29 novembre 2016 alle ore 17,00 al Musmi – Museo Storico Militare di Catanzaro.
Nell’occasione, il Direttore Generale della Fondazione, prof. Giuseppe Ferrandi, partendo dall’ultima fotografia che ritrae Battisti ormai esanime sul patibolo, ripercorrerà la vita e le vicende dell’eroe trentino tra storia e recupero della memoria e sarà proiettato un video appositamente realizzato.
CONFERENZA BATTISTI
Cesare Battisti: fu politico, geografo, giornalista, irredentista. Pur facendo parte dell’impero austroungarico per nascita, si arruolò volontario nel regio esercito italiano, come Ufficiale degli Alpini, convinto assertore dell’italianità del Trentino. Preso prigioniero e condannato a morte per alto tradimento, in quanto deputato austriaco,  affrontò la morte con dignità e fierezza,  venendo successivamente decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
Con questa iniziativa, svolta in sinergia tra il Musmi ed il Museo Storico del Trentino, si instaura  una collaborazione finalizzata al recupero della memoria storica attraverso scambi continui di mostre, esperienze,  ricerche,  studi.

“Angela Napoli l’Antimafia dei fatti”, presentazione del libro a Rogliano

ROGLIANO (CS), giovedì 20 ottobre 2016 alle h 17:00, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e dal Comune di Rogliano in collaborazione con l’associazione RISVEGLIO IDEALE avrà luogo la presentazione di “ANGELA NAPOLI  L’ANTIMAFIA DEI FATTI, libro intervista a cura di ORFEO NOTARISTEFANO” (Falco Editore) .

Porteranno i saluti il Delegato alla Cultura ANTONIO SIMARCO e il Sindaco GIOVANNI ALTOMARE. Interverranno all’incontro la docente GIULIANA PUGLIANO e la docente-avvocato ANNA CERRIGONE.

Conclude l’On. Angela Napoli (Presidente Risveglio Ideale, già Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia).

La Cittadinanza è invitata a partecipare all’evento si svolgerà  al civico nr. 1 di Via Greca Noce in Rogliano.

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ORFEO NOTARISTEFANO, giornalista professionista, calabrese. Laureato in Sociologia, collabora con la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri) ed è fondatore del network Verso sud. La stima che nutre per la figura di Angela Napoli e l’amicizia per la sua persona lo hanno spinto ad approfondire la sua storia e realizzare questo libro intervista per illustrare la sua ampia attività parlamentare e regionale di lotta alla ‘ndrangheta.

ANGELA NAPOLI,  nata a Varallo Sesia (VC), è residente a Taurianova (RC).

Laureata in Matematica, ha insegnato ed è stata Preside negli istituti scolastici di secondo grado. Deputata al Parlamento dal 1994 al 2013, è stata componente delle Commissioni Parlamentari Permanenti Cultura, Scienza, Istruzione, Affari Esteri, Affari Sociali e Giustizia della Camera dei Deputati e di quattro Commissioni Parlamentari Bicamerali di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, ricoprendone anche la carica di Vicepresidente. Oggi è Presidente dell’Associazione politico-culturale Risveglio Ideale della quale ne è la fondatrice.

 

Il criminologo Caruso al workshop su “Comunicare il crimine” organizzato da “Giornalisti d’Azione”

COSENZA – Il criminologo Caruso  al workshop su “Comunicare il crimine” organizzato da “Giornalisti d’Azione”: «Quando si scrive di cronaca nera bisogna essere scientifici per non incorrere nella disinformazione».

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«Spesso nei vari casi si cronaca soprattutto nel femminicidio si usa il termine raptus. Ebbene, è assolutamente improprio come vocabolo. Il raptus non esiste, è un termine mediatico. Nulla, infatti, accade per caso, ma vi è sempre una consequenzialità  con segnali di allarme comportamentali del reo già molto evidenti in età evolutiva».  Sergio Caruso è il criminologo calabrese, di Acquappesa, che ha tenuto il workshop su “Comunicare il crimine” che “Giornalisti d’Azione” ha organizzato a Paola. Il suo “j’accuse” verso la disinformazione dovuta ad una certa “ignoranza” da parte della classe giornalistica, non tutta ovviamente, è netto, e lo dimostra coi fatti. «I giornalisti hanno il dovere di essere precisi, scientifici direi, soprattutto quando affrontano casi di cronaca nera. Mi capita spesso, ad esempio, di sentire o di leggere di “amore malato”, un’espressione che non trova nesso scientifico. E’ una contraddizione: il sentimento più bello del mondo rende liberi, ci cambia in positivo, non ci distrugge, crea. E la violenza non può essere accostata all’amore. Si può parlare di violenza psicologica, la peggiora e la più subdola, che molti scambiano per affetto. Molta confusione, poi, viene espressa a proposito della pedofilia, soprattutto quando ci si avventura nel tracciare il profilo del pedofilo con veri e propri luoghi comuni. Come quello che vuole pedofili soprattutto i sacerdoti, riferimento che non trova conferma in letteratura. Oppure quando si scambia con estrema facilità, per rendere più accattivante la notizia, la pedofilia con altre forme di violenza, commettendo errori grossolani”. Insomma, Caruso non ha usato mezzi termini nel “rimproverare” una certa superficialità ai giornalisti di nera. Il seminario ha registrato l’intervento del presidente di “Giornalisti d’Azione” Mario Tursi Prato per il quale “occorre che i giornalisti calabresi, alla stregua di quelli di ogni altra parte del mondo, abbandonino la figura anacronistica del giornalista che si limita ad usare carta e penna, o il solo computer, e decidano di vivere un presente della comunicazione giornalistica fatta anche di videocamera, di conoscenza dei sistemi di montaggio digitale, e dell’uso di smarphone e iphone per filmare gli eventi. Proprio per questo motivo – ha continuato Tursi Prato – riproporremo il corso gratuito su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”, che tanto successo ha ottenuto a Catanzaro e a Siderno. Si terrà il 22 ottobre a Cosenza”. Ad introdurre il workshop è stato il Segretario del movimenti di giornalisti, il caposervizio della Tgr Calabria Livia Blasi, che ha sottolineato come sia necessario che i giornalisti si riapproprino del racconto, “a cui i giornalisti troppo spesso rinunciano a favore delle testimonianze, delle “voci” che finiscono col diventare le uniche protagoniste del servizio. Dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo e fare in modo – ha detto Blasi – che il racconto ufficiale della notizia sia quello che fa un giornalista che svolge questo lavoro di mestiere».

Giornalisti d’Azione, a Siderno il corso gratuito “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”

SIDERNO (RC) – Cos’è uno stand-up? Quand’è opportuno inserirlo in un servizio televisivo? Qual è la sua funzione? E in quale momento del servizio si inserisce? Sono alcune delle domande che troveranno risposta domani, dalle 10,00 alle 18,00, a Siderno, nel centro polifunzionale del Comune, durante  il corso gratuito su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”, organizzato dal movimento “Giornalisti d’Azione”. La lezione di svilupperà in due parti: al mattino, la dottoressa Annabruna Eugeni, programmista – regista della sede Rai per la Calabria è già docente all’Università della Calabria, illustrerà le tecniche del giornalismo televisivo; nel pomeriggio, sarà Marcello Le Piane, giornalista, ma anche operatore di ripresa e tecnico di montaggio, direttore della “Component Produzioni Tv”, che lavora da oltre venti anni per la Rai, regionale e nazionale, e per i canali Mediaset. «Siamo veramente felici – dice il vice presidente dell’associazione, Francesco Montemurro – del gran numero di iscrizioni, sono oltre 60, pervenute. È  il segno evidente che i giornalisti calabresi vogliono mettersi al passo coi tempi. Si sta comprendendo l’anacronisticità di svolgere la professione giornalistica soltanto sapendo scrivere un articolo. Oggi il giornalista deve conoscere anche le tecniche di ripresa e di montaggio se vuole essere competitivo in un mercato del lavoro sempre più esigente e sempre più teso all’ottimizzazione delle risorse economiche. Questo corso, che abbiamo già svolto a Catanzaro qualche mese fa con il medesimo grande successo, rientra nelle attività che il movimento “Giornalisti d’Azione” si è prefissato nello statuto, con l’obiettivo di favorire la crescita professionale dei giornalisti calabresi. Noi – continua Montemurro – siamo dell’idea che sia necessario, con corsi pratici e funzionali che arricchiscano la conoscenza dei colleghi, essere concreti. In questo modo andiamo a colmare un vuoto e a sopperire all’impossibilità dei colleghi di frequentare corsi a pagamento, pensando anche ai giornalisti meno giovani, a quelli che non hanno avuto la fortuna o la possibilità di formarsi nelle scuole di giornalismo in cui, ormai, vengono insegnati regolarmente l’uso delle videocamere e dei software di montaggio digitale».