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Nicola Grattieri “Le mafie oggi sono arroganti. I politici vanno a casa dei mafiosi per i voti”

Siena – Nicola Gratteri, Procuratore antimafia di Reggio Calabria, è intervenuto oggi all’Università di Siena durante un convegno sulla legalità “Le mafie oggi sono piu’ arroganti di venti anni fa perche’ sono piu’ ricche. Il dato che le mafie sono piu’ forti di 20-30 anni fa emerge dalla constatazione che allora erano i mafiosi che andavano a trovare i politici con il cappello in mano. Oggi invece sono i politici che vanno a casa dei mafiosi per chiedere voti in cambio di appalti – ha detto il Procuratore, passando poi ad analizzare i profondi legami che la malavita ha stretto col commercio degli stupefacenti e gli enormi introiti che ne derivano – “Con quei denari ha comprato tutto il comprabile in Italia e in Europa”.  Secondo Gratteri, poi, l’unico modo per dare scacco alla mafia è ” modificare i codici pero’ sopratutto investire in istruzione e cultura lavorando sui giovani, un settore nel quale peraltro il nostro paese e’ al 156.mo posto come investimenti. E questa e’ la cosa piu’ difficile” ha concluso.

Sport, Arte e Sicurezza al Premio Zalueco – Città di Gerace

GERACE (RC) – Le note allegre e delicate del Quintetto Erudes hanno aperto la serata di consegna del Premio Zaleuco – Città di Gerace per l’edizione 2013, la seconda dell’Amministrazione Varacalli, che si è svolta nella suggestiva cornice della Chiesa di San Francesco d’Assisi.

Istituito nel 1971 dalla Giunta Comunale del tempo guidata da Giuseppe Beniamino Fimognari che ne fu ideatore, presidente e, successivamente, presidente onorario, il Premio intitolato all’insigne legislatore ha subito infatti un arresto per ben 25 anni, prima di essere reintrodotto nel panorama degli eventi culturali della Città dello Sparviero.

L’ouverture di fagotto, oboe, clarinetto, corno e flauto del giovanissimo quintetto ha allietato i presenti con musiche di Milhaoud, Gounod, Cambini, Bizet, conducendoli all’atteso momento della consegna dei premi.

Voce guida della serata la giornalista Emanuela Ientile che ha di volta in volta annunciato i vincitori nelle categorie Arte e Cultura, Sport e Sociale, Legalità e Sicurezza, oltre che quelli insigniti dei Riconoscimenti Speciali.

La consegna dei premi è invece stata affidata ad alcuni dei vincitori dell’edizione 2012, come in un ideale passaggio di testimone. Il magistrato geracese Nicola Gratteri ha infatti premiato il Centro “Padre Puglisi” di Bosco Sant’Ippolito di Bovalino, una realtà che dal 2005 opera nel sociale; dalle mani dell’architetto Paolo Albano, autore del design del Premio Zaleuco (il volto stilizzato del legislatore), una targa è stata consegnata al Coro Polifonico “Maria SS. Assunta” della Cattedrale di Gerace per “l’impegno ventennale e per lo spirito di sacrificio che ogni componente profonde, a titolo di volontariato, contribuendo a solennizzare le celebrazioni liturgiche”; il terzo ed ultimo Riconoscimento Speciale previsto è andato ad una vera e propria istituzione geracese, Mons. Francesco Laganà, Decano del Capitolo Cattedrale della Diocesi di Locri-Gerace, “per la sua riconosciuta opera pastorale e culturale svolta in oltre 60 anni di sacerdozio” dall’attore Francesco Migliaccio.

Per il Settore Arte e Cultura, il Premio è stato assegnato all’artista Nik Spatari fondatore del Parco Museo Laboratorio “MU.SA.BA.” di Mammola “per aver contribuito, con la sua creatività, al rinnovamento artistico-culturale del Novecento mondiale”. A consegnare il Premio al maestro Spatari, due scultori e pittori di rilievo, Toni Custureri e Saro Lucifero, la cui personale sarà ospitata nella stessa Chiesa di San Francesco fino al 24 agosto.

Per il Settore Legalità e Sicurezza, il Premio Zaleuco – Città di Gerace è andato invece all’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica “per la riconosciuta professionalità con cui tutto il personale dell’Ufficio presta quotidianamente la propria opera”. Ricevendo il Premio dalle mani dell’On. Fimognari, il Cap. Antonino Indelicato, comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo roccellese, ha sottolineato come proprio pochissime ore prima i propri uomini sono stati impegnati con successo al largo delle coste di Badolato in un’operazione di soccorso a un’imbarcazione di migranti.

Per il Settore Sport e Sociale, infine, il volto di Zaleuco è stato consegnato all’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sporting Locri” – Calcio a 5 Femminile “per l’ambizioso progetto che il sodalizio è riuscito a realizzare in pochi anni di attività raggiungendo la prestigiosa meta della Serie A nel Calcio a 5 femminile – Girone C”. A ricevere il Premio dalle mani del presidente dell’AVIS Comunale di Locri Marina Leone, una delegazione composta da alcune calciatrici, dal D.G. Ferdinando Armeni, dall’allenatore Salvatore Ferrara e dal Responsabile dell’Ufficio Stampa dello Sporting Locri Domenica Bumbaca, che ha sottolineato l’importanza del lavoro comune per la valorizzazione del ruolo della donna anche nello sport e nel rappresentare con orgoglio la Calabria.

Nel corso della premiazione alla voce dell’attore Francesco Migliaccio è stato affidato il tributo a Saverio Strati, nel novantesimo anniversario della nascita, con la lettura di un brano tratto da “I cari parenti”.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Salone del libro: presentazione dei libri di Marcello Veneziani, Umberto Broccoli e Nicola Gratteri

TORINO – “E’ un porto franco di dibattiti e di idee, che si fa notare nell’ambito di una delle manifestazioni culturali più importanti “. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Mario Caligiuri commentando gli appuntamenti che si sono svolti ieri nello stand della Regione Calabria al Salone del Libro di Torino. Si e’ cominciato con l’incontro dell’Assessore Caligiuri con gli studenti calabresi, confermando come occorra ripartire dalle scuole per avvicinare i giovani alla lettura, in linea con quanto ribadito giovedì scorso dal Ministro della Cultura Dario Franceschini in occasione dell’inaugurazione del Salone del Libro. Sono quindi seguiti altre decine di appuntamenti. Tra gli altri eventi anche la presentazione in anteprima nazionale del libro di Nicola Gratteri “Male lingue. Le parole della ‘ndrangheta” scritto insieme ad Antonio Nicaso, John Trumper e Marta Maddalon, edito da Pellegrini. Umberto Broccoli, uomo di radio da sempre, che da oggi non collabora piu con Radio Uno con le sue trasmissioni “Con parole mie” e “In Europa”,  ha voluto dedicare alla Calabria la sua presenza al Salone del Libro di Torino, commentando “Luoghi comuni”, apparso per i tipi della Rizzoli. E sempre in anteprima nazionale  Marcello Veneziani ha illustrato la sua ultima fatica:
“Anima e corpo”, pubblicata da Mondadori. Affollatissimo il pubblico che si e’ poi intrattenuto con gli autori. Nicola Gratteri ha commentato che “e’ stata un’occasione importante per presentare un libro che, con criteri rigorosi, grazie ad esperienze e competenze diverse, analizza i codici e il linguaggio della ‘ndrangheta, la cui forza sta nella capacita’ di coniugare arcaicita’ e modernità, tradizione e innovazione.”. Umberto Broccoli ha così “Ho incontrato i giovani della Calabria, ragazzi sotto i 18 anni, per parlare loro di passioni. All’inizio diffidenza poi partecipazione, domande, entusiasmo, raccontando i grandi classici della letteratura. Il che rappresenta in primo luogo le forze buone della Calabria, forze sulle quali si deve investire. In secondo luogo va superato il paradigma che il pubblico è figlio del “grande fratello”. Dobbiamo tornare alla “grande sorella” cultura, raccontandola in maniera semplice: investire in questa direzione significa dare al nostro Paese una grande possibilità di riscatto”. Marcello Veneziani ha voluto commentare ironicamente alla sua maniera la presentazione del suo libro “Anima e corpo””: “Con Pitagora la Calabria scoprì prima al mondo l’anima. Poi venne la ‘nduja”.

Maxi-blitz antidroga, interviene Gratteri

Nicola GratteriRoma – “E’ l’indagine piu’ grande contro il traffico internazionale di stupefacenti, vede coinvolti contemporaneamente le forze dell’ordine di 9 paesi del mondo”. Lo dice Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, che coordina insieme al procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e al pm Paolo Sirleo, il maxi-blitz antidroga della Guardia di finanza in Calabria, che ha portato al sequestro di circa due tonnellate di cocaina.

“I promotori del traffico -spiega Gratteri- fanno parte della ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria”.

Nella maxi-operazione sono state sequestrate circa due tonnellate di cocaina. La droga arrivava dal Sudamerica in Italia attraverso navi container. Nell’operazione sono state emesse 24 ordinanze di custodia cautelare.

Gratteri consulente della Commissione parlamentare animafia

Nicola GratteriROMA – Nicola Gratteri sarà consulente della Commissione parlamentare animafia.

Ad annunciarlo è la presidente della Commissione, Rosy Bindi, che parla di una “un’idea maturata già da tempo”.

A margine della presentazione della relazione annuale della Dna, Bindi torna anche sulla mancata nomina dello stesso Gratteri a guardasigilli. “La scelta compiuta dal presidente del Consiglio – spiega – è basata su una prassi consolidata nella vita del Paese, che non ha mai visto un magistrato in carica essere nominato ministro”.

“Che Gratteri abbia scelto di continuare a fare il procuratore è importante – sottolinea Bindi – il suo lavoro è preziosissimo, ha ottenuto grandissimi risultati nella lotta alla criminalità organizzata”.

Nicola Gratteri e Antonio Nicaso presentano Acqua Santissima

COSENZA – Oggi mercoledì 13 novembre alle ore 18.30 a Cosenza, presso la Libreria Feltrinelli, Corso Mazzini 86,  Nicola Gratteri e Antonio Nicaso presentano la loro ultima fatica letteraria Acqua Santissima – La Chiesa e la ‘ndrangheta:  storia di potere, silenzi e assoluzioni” edito da Mondadori.

Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, e Antonio Nicaso, tra i massimi esperti mondiali di organizzazioni criminali, in questo ultimo libro raccontano i rapporti oscuri e le connivenze tra l‘ndrangheta e la Chiesa.

Giornata di studi su antimafia e anticorruzione nella Pubblica Amministrazione

Portale Chiesa S. Francesco GeraceGERACE (RC) – “Antimafia e anticorruzione: attuazione della normativa a livello decentrato”: questo il tema del seminario che si terrà nella giornata di lunedì 28 ottobre a Gerace presso il Chiesa di San Francesco d’Assisi, organizzato da Formez PA – Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubbliche Amministrazioni, dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dai Comuni di Gerace e Cittanova.

Al centro della giornata di studi gli interventi mirati da effettuare per contrastare la corruzione all’interno della Pubblica Amministrazione centrale e locale: dalle ore 9, addetti ai lavori, eminenti rappresentanti delle istituzioni ed esperti della materia approfondiranno il rapporto tra la disciplina antimafia e la normativa anticorruzione al fine di supportare i funzionari pubblici che operano in territori particolarmente esposti, oltre alle attività poste in essere dalle Pubbliche Amministrazioni nell’ambito del Piano Nazionale Anticorruzione.

Dopo i saluti dei sindaci di Gerace e di Cittanova, Giuseppe Varacalli e Alessandro Cannatà, toccherà alla dottoressa Vincenza Mantella, di Formez PA, dare inizio ai lavori illustrando il progetto inerente gli “Interventi mirati al contrasto della corruzione nella Pubblica Amministrazione Centrale e Locale”. A seguire, Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, si concentrerà su “La disciplina antimafia nella lotta alla corruzione”. Il ciclo di interventi previsti proseguirà con la relazione della professoressa Daniela Bolognino, dell’Università Roma Tre, sul tema “Il Piano Nazionale Anticorruzione ed i Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione: modalità di predisposizione e contenuti minimi”. Il dottor Salvatore Gatto, del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, interverrà quindi riguardo “Il Piano Anticorruzione ed i suoi riflessi sulla pianificazione amministrativa generale degli enti”. Sarà infine il turno della dottoressa Laura Savelli, dell’Istituto Grandi Infrastrutture, che affronterà il tema de “Le certificazioni antimafia alla luce delle novità introdotte dal D.lgs. 159/2011”, e del dottor Francesco Campolo, della Prefettura di Reggio Calabria, che interverrà su “Le white list: aggiornamento alla luce dell’art. 1, comma 52 della Legge 190/2012”.

Nel pomeriggio i i lavori riprenderanno con un dibattito, moderato da Vincenza Mantella, nel corso del quale il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e la responsabile della Stazione Unica Appaltante della Provincia di Reggio Calabria Maria Teresa Scolaro metteranno a confronto le proprie esperienze in materia di interventi mirati al contrasto della corruzione.

«Il seminario – commenta il sindaco di Gerace Varacalli – rappresenta una preziosa opportunità per gli addetti ai lavori di approfondire le proprie competenze su un tema così delicato come quello della difesa delle Pubbliche Amministrazioni dai rischi dell’illegalità e della corruzione».

“La ‘ndrangheta davanti all’altare”: Chiesa complice o resistente?

GERACE (RC) – Un prete, un magistrato, un’archivista, due autori/editori. La cornice della Chiesa di San Francesco d’Assisi recentemente restaurata a Gerace e un tema insidioso su cui discutere. La fortuita coincidenza del 20° anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi. Questi gli ingredienti della presentazione del libro-inchiesta “La ‘ndrangheta davanti all’altare”, Sabbiarossa Edizioni, organizzata dall’associazione “Cultura e Tradizione per lo Sviluppo del Territorio” Onlus, in collaborazione con la trasmissione “Leggendo tra le righe” di Radio Touring 104 e il Comune di Gerace.

Un mix di voci ben assortite che ha saputo affrontare con chiarezza e lucidità il rapporto controverso e apparentemente impossibile tra Chiesa e ‘ndrangheta, analizzandolo secondo le diverse chiavi di lettura date da don Giacomo Panizza e da Nicola Gratteri, da Cristina Riso dell’archivio stop ‘ndrangheta e da alcuni degli autori, dalla musica e dalle parole del rapping&playing book di Mad Simon e Enzo de Liguoro.

“L’idea del libro – ricorda Paola Bottero, autrice ed editrice – nasce da una contaminazione, da un incontro organizzato proprio per confrontarsi sui confini esistenti tra potere mafioso e potere ecclesiastico. Confini in alcuni casi abbastanza labili”. Dalla figura carismatica di don Italo Calabrò e dalle sue parole nasce il dibattito, che si trasforma presto in analisi e in ricerca e prende la forma del libro. Un decalogo che alla luce dei dieci comandamenti racconta numerosi episodi di cronaca della storia malavitosa calabrese in cui la verità del Vangelo viene smarrita e travisata. Ma dalle pagine emerge anche l’operato dei buoni pastori che, come don Giacomo Panizza, don Ennio Stamile e don Pino Demasi, vivono nella propria quotidianità l’impegno di testimoni coerenti e coraggiosi.

“La Chiesa ha un ruolo fondamentale come avamposto di legalità – racconta Alessandro Russo, altro autore ed editore presente – e dimostrare con forza da che parte sceglie di stare è un elemento chiave per non correre il rischio di mandare messaggi sbagliati ai giovani”. Le parole forti possono fare paura ai mafiosi perché contribuiscono a far perdere loro potere e prestigio agli occhi delle comunità. E più delle parole possono le azioni di quei preti che si sporcano le mani per dimostrare concretamente il loro essere accanto a chi lotta, a chi denuncia, a chi imbocca la strada della giustizia. Cristina Riso ricorda ad esempio tutte le esperienze legate alle cooperative di lavoro sui terreni confiscati o la rete di associazioni cattoliche che hanno riempito le piazze di Reggio Calabria dopo la seconda guerra di ‘ndrangheta. Perché “è vero – secondo le parole di don Giacomo Panizza – che le comunità devono essere guidate da buoni pastori, ma è altrettanto importante che questi siano affiancati e stimolati quando serve da buoni cristiani. C’è da mettersi insieme, tutti.”

Un punto di vista a cui il giudice Gratteri prontamente ribatte, facendo presente alcune scelte a suo dire infelici della Chiesa, quali il ritardo nella scomunica della ’ndrangheta pronunciata da monsignor Bregantini, o la mancanza di una sola parola di condanna della criminalità organizzata tra quelle pronunziate da Benedetto XVI durante la propria visita pastorale a Lamezia Terme nel 2011. “Manca la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa”.

Una coerenza che deve essere ricercata ed auspicata non solo nella Chiesa, ma in ogni settore della società civile e delle istituzioni. Una riflessione che tocca ciascuno di noi e che deve essere ampliata e condivisa in ogni ramo delle nostre comunità. Non si può più chiudere gli occhi o far finta di niente. Non si può più delegare ad altri o esprimere sterili critiche. Il cambiamento viene dalle scelte concrete di ogni cittadino consapevole.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Gratteri e Nicaso, scrivere per dialogare con i giovani

COSENZA – Perché è nato a Gerace 54 anni fa, perché nel percorso per andare al liceo a Locri ha incontrato sulle strade centinaia di morti ammazzati, perché il suo compagno di scuola è morto di lupara, questi sono i motivi che hanno spinto Nicola Gratteri a fare una scelta di campo che lo vede oggi Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Ieri sera nella libreria Ubik di Cosenza, in mezzo a una grande folla, sono intervenuti il magistrato Gratteri e lo scrittore giornalista Antonio Nicaso per presentare il loro ultimo lavoro “Dire e non dire. I dieci comandamenti della ‘Ndrangheta nelle parole degli affiliati”.

Un libro che si infila nei codici, nella simbologia, nei lessici che governano le dinamiche ‘ndranghestiste per parlare a tutti , e in particolar modo alle giovani generazioni, renderli più consapevoli dello sfascio totale di cui la ‘Ndrangheta è portatrice, cercando di dare una speranza a questa terra che ospita la forza più potente al mondo pur essendo la regione più povera d’Europa.
Gratteri comincia parlando di un’Ndrangheta sempre più potente che oggi va oltre il semplice guadagno per estorsioni o spaccio di droga e che prende in mano la regia delle speculazioni finanziarie, facendo accordi con la politica, specializzandosi in modo da avere sempre una faccia pulita per interrare il marciume che ha dentro.
La discussione continua analizzando alcuni dei dieci comandamenti approfonditi nel libro, il primo “La’Ndrangheta è una e una sola” Gratteri lo spiega attraverso il racconto dell’omicidio di Carmelo Novella il capo della “Lombardia”, per il quale la “casa madre” calabrese ne autorizzò l’eliminazione per aver portato avanti un progetto di separazione dalla costola originaria. Gratteri spiega che le locali del mondo devono sempre e comunque dar conto in quanto osservanza delle regole ad un’unica locale, la più importante che è quella di San Luca.
Il secondo “Chi tradisce brucerà come un santino” dimostra come la ‘Ndrangheta sia legata a dei riti, a dei simboli che contraddistinguono gli uomini d’onore e il giuramento, che rientra nella logica dell’affiliazione per saldare il vincolo associativo, contiene in sé la minaccia del chi infrange paga.
Con l’arrivo dei fondi della cassa del Mezzogiorno soprannominati “il pane del governo” la ‘Ndrangheta subisce un’evoluzione, spiega Gratteri, cessa di stabilire esclusivamente legami di sangue alleandosi con gli estranei sulla base di rapporti utilitaristici, la famiglia diventa sempre più allargata e la ‘Ndrangheta sempre più credibile.

Ad un certo punto dell’incontro la discussione si sposta inevitabilmente sul rapporto mafia-politica, la ’Ndrangheta vive nelle relazioni che instaura col potere, oggi i politici che considerano ciò che fanno un privilegio e non più un servizio si rivolgono ai mafiosi i quali hanno più credibilità ed è attraverso il consenso popolare che la ‘Ndrangheta continua ad esistere pur modificandosi, coniugando tradizione e innovazione.

Nelle battute finali il viso di Gratteri diventa sempre più teso quando si vede costretto a sfatare il sogno falconiano che vede un giorno la fine della mafia, secondo il procuratore se non cambia la legge e la scuola la mafia finirà di esistere quando finirà l’uomo sulla terra, è necessario educare i ragazzi, depenalizzare alcuni reati minori per concentrarsi su quelli veri ma soprattutto bisogna fare in modo che delinquere non sia più tanto conveniente.
Gratteri conosce la paura tanto da venirgli la lingua amara ogni volta che gli si presenta davanti ma ha imparato ad addomesticarla, a razionalizzarla senza essere mai incosciente ma soprattutto senza mai cambiare percorso.

Gaia Santolla