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Al Settembre Rendese “Sogno di una notte di mezza estate” del Teatro Rossosimona

RENDE (CS) Ha debuttato a giugno al Piccolo Teatro Unical in chiusura del corso di Teatro per Adulti tenuto da Lindo Nudo. Ora la rivisitazione briosa del “Sogno di una notte di mezza estate” prodotta da Teatro Rossosimona viene riproposta nell’ambito del cartellone del Settembre Rendese, il prossimo 22 settembre alle 20.30 in via Bella Arintha nel centro storico di Rende (Cs).

La celebre commedia di William Shakespeare è interpretata dagli allievi del corso di Teatro per adulti della stagione 2017/2018 – Giuseppe Agostino, Yonereides Bejerano Jane, Giuseppe Bonifacio, Salvo Caira, Maria Calautti, Ilaria Curcio, Giulia Dodaro, Ugo Lanzafame, Daniela Macario, Rina Scala, Francesco Scornaienghi, Giuseppe Sgambellone, Giovanna Pucci e Chiara Vinci –, svoltosi presso la sala di via Tintoretto a Rende con la direzione di Lindo Nudo, direttore artistico della compagnia, anche curatore dell’adattamento drammaturgico.

Un divertissement corale che non tradisce il testo originale ma aggiunge in alcune scene la particolarità del dialetto calabrese alle vicende di amori non corrisposti e sortilegi ingarbugliati che caratterizzano le vicende di Oberon e compagni, calati in un contesto in cui la musica sottolinea la giocosità della rappresentazione.

Un brano inedito – “Robertino Rap” – scritto da Lorenzo Brigante e arrangiamenti musicali curati da Giovan Battista Picerno per le canzoni “Tengo ‘na zia vedova”, Rock Oberon” e “Blues Oberon” caratterizzano ulteriormente lo spettacolo che va oltre il semplice saggio di fine corso e s’inserisce nell’obiettivo di creare nuove professionalità nell’ambito teatrale. Costumi e scenografia sono di Teatro della Maruca, audio e luci sono a cura di Jacopo Andrea Caruso.

Teatro Rossosimona è compagnia riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come Impresa di produzione teatrale dal 2003 (Art. 14 comma 3 Decreto 27 febbraio 2003) e nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento della Regione Calabria come compagnia professionale.

Al PTU dell’Unical una due giorni dedicata all’opera di Shakespeare “Giulio Cesare”

RENDE (CS) – Si chiude con lo spettacolo Julius, in programma mercoledì 16 e giovedì 17 dicembre, presso il Piccolo Teatro Unical (Piazza Monicelle, Rende), il laboratorio teatrale su “Giulio Cesare” di W. Shakespeare. Un laboratorio intensivo, diviso in due fasi: la prima dedicata allo studio e alle interpretazioni del testo, la seconda finalizzata alla messa in scena. Un percorso durato circa quattro mesi, intenso e totalizzante per chi ha partecipato: attori ed aspiranti tali, hanno imparato a conoscere le dinamiche, gli amori, gli orrori, la bellezza, la forza e i misteri che ci sono dietro la costruzione di uno spettacolo teatrale partendo da un testo shakesperiano.julius piccolo teatro unical

“L’atmosfera creata da Shakespeare nel suo “Giulio Cesare” è stata la chiave d’accesso per la nostra ricerca – affermano gli attori – la porta che ci ha permesso di entrare nelle vite dei protagonisti e contemporaneamente di riuscire a mantenere la giusta distanza tra il mito descritto da Shakespeare e la nostra esperienza. Un’atmosfera quella dell’opera che ha mostrato da subito due strati molto delineati e marcati nei loro magici opposti: uno testuale con dialoghi magnifici e sublimi, l’altro spaziale, fatto di luoghi, che se anche evocati nel testo, si evolvono, si stratificano con una forza ed un peso differenti rispetto a quelli proiettati dalle parole. Di conseguenza anche i personaggi subiscono l’alternarsi dei due strati, prede contemporaneamente di stati emotivi e luoghi mentali, metafisici, surreali. Cesare muore con 24 coltellate, tradito dai suoi stessi amici, romani, senatori; muore nel Teatro di Pompeo, ironia della sorte, come in una gran messa in scena. Cesare sa, conosce la verità, gliela rivelano l’indovino, il sogno di Calpurnia e l’oracolo delle sacerdotesse nel Tempio. Il nostro protagonista va a morire come un agnello sacrificale, il suo è un atto dovuto e necessario per diventare mito e dare a Roma una nuova stirpe di imperatori. Cesare muore per rinascere dalle sue stesse ceneri. Anche noi di LiberoTeatro – concludono – di tanto in tanto moriamo e rinasciamo dalle ceneri per “tendere” ad incarnare la nostra idea di teatro, il nostro mito”.

PTU: si chiude la rassegna “il piacere della democrazia” con “Spari e Dispari”

Sabato 29 novembre alle 21 al Piccolo Teatro Unical si chiude la rassegna di teatro civile “Il piacere della democrazia” con lo spettacolo “Spari e Dispari”. La pièce, prodotta da Teatro Rossosimona, racconta la vicenda di una faida fra famiglie mafiose in chiave grottesca, da un testo di Ciro Lenti, con le interpretazioni di Paolo Mauro e Francesco Aiello. Parte dell’incasso della serata sarà destinato al Progetto Madagascar dell’associazione La terra di Piero.

Inizia con “Storia di Salvatore Giuliano” la rassegna di teatro civile del PTU

COSENZA – Giovedì 20 novembre al Piccolo Teatro Unical inizierà la rassegna di teatro civile “Il piacere della democrazia”. Il primo spettacolo ad andare in scena sarà “Storia di Salvatore Giuliano”, presentato in una nuova veste curata da Antonella Iemma ed interpretato dal cantastorie Nino Racco. Il protagonista dello spettacolo è Turiddu, personaggio ambivalente che incarna sia il bandito ribelle che il popolano circuito dalle lusinghe della mafia baronale. Il secondo appuntamento sarà martedì 25 novembre alle 21:00 con lo spettacolo “Donne mie – recital contro la violenza sulle donne”. A chiudere la rassegna sabato 29 novembre sarà invece “Spari e dispari”.

15 novembre: “Prima giornata Europea della Musicoterapia”

RENDE – Il 15 Novembre alle 10,30 al Teatro Piccolo dell’Unical si terrà la prima Giornata Europea della Musicoterapia. L’evento è organizzato dall’EMTC, la Confederazione Europea dei musicoterapisti e dall’AIM la Confederazione Nazionale Italiana dei musicoterapisti. Il laboratorio ritmico, Circle Drums sarà condotto da Sonia Falcone e Daniele Siciliano in collaborazione con altri musicoterapisti al fine di divulgare i principi della professione e promuoverla nel nostro territorio. Difatti l’obiettivo generale del EMTC è quello di coltivare il rispetto reciproco, la comprensione e lo scambio tra i musicoterapisti in Europa. Sarà un’ occasione in cui i partecipanti potranno sperimentare  la propria ritmicità, riscoprire il proprio potere creativo e la capacità di essere in sintonia, tramite il potere del ritmo e percepire l’empatia che l’esperienza musicale è in grado di favorire. Vi sarà, inoltre, uno spazio dedicato alla condivisione dell’esperienza e al confronto sulle tematiche relative alla musica e alla musicoterapia.

“Le sedie” di Ionesco: la follia e l’incomunicabilità in una splendida rilettura

Un lascito, un messaggio da consegnare al mondo: è questa la meta che muove le fila de “Le sedie”,opera a firma di Eugène Ionesco riletta nell’illuminante visione di Giovanni Carpanzano. Semiramide: Le protagoniste od una soltanto, donne a tratti speculari, in altri casi stridenti, nemiche e reciproche vestali. Ci si sforza di classificarle, dividerle, “cronologizzarle”: che i lacci dietro il vestito dell’una vogliano dire che si tratti della versione ormai preda della follia, e che l’altra invece sia la lei-ancora-sana? Che l’una sia bambina e l’altra donna? Dopo un po’ ci si arrende, seguendo rapiti il delirio folgorante di quest’entità monadica che si muove, a tratti leggiadra e divertente, a tratti stolida ed estenuante, su un tracciato tanto confuso quanto chiaramente delimitato: Semiramide attende che dei convitati giungano ad ascoltare il suo messaggio, per tanti anni gestato. Nell’attesa, a contornarla fino ad inglobarla, una scenografia che si fa linguaggio, marcatore di ossessioni: grandi volumi bianchi su cui le protagoniste si muovono veloci, incerte, danzanti; due sedie uguali e ugualmente logore sulle quali le due accomodano il clangore della propria follia. E poi gli elementi attualizzanti, aggiunti da Carpazano: Il continuo cambio di scarpe in scena, ad esempio, in quanto perfetta rappresentazione dell’ossessione per l’immagine, dell’affannosa nascita e declino delle tendenze. C’è poi la parentesi dell’abuso: una delle protagoniste indossa una tunica da vescovo ed inizia a palpare la disperata compagna di palco: immagine di desiderio pruriginoso che, nell’ottica dello spettacolo, potrebbe leggersi come la violazione, l’annichilimento di una Semiramide ancora giovane e piena di aneliti da parte del suo corrispettivo adulto e rassegnato. Ed è sempre di questo binarismo che si nutre una delle scene più intense dell’intera pièce: Le due Semiramidi parlano della propria maternità, l’una negandola e l’altra affermandola dolorosamente, facendoci chiedere, in un altro ingenuo tentativo d’orientarsi, dove possa risiedere la verità, se questo figlio ipotetico sia potuto fuggire dalla follia di sua madre o dalla follia di un mondo che si postula sano. Ad uno ad uno, intanto, gli ospiti iniziano ad affollare la scena: la monade trascina nel proprio rifugio le sedie del titolo, ognuna delle quali incarnante un personaggio, tutti resi estremamente concreti, quasi visibili. Le protagoniste iniziano con l’intrattenere conversazioni garbate, salottiere, dando segni di un’insofferenza che mostra sempre più chiaramente la consunzione del senso e, allo stesso tempo, un avvicinarsi ad esso. Ed eccoci giungere, infine, a ciò che dall’inizio si paventava: la dimora di Semiramide trabocca delle sedie-astanti, ed un enorme chiave a bordo palco si erge a delimitarne, probabilmente, la dimensione manicomiale. Tutto è pronto per lasciar spazio al tanto atteso oratore, colui che finalmente consegnerà al mondo il messaggio. Non v’è più motivo, a questo punto, di restare. Semiramide si da la morte, gioiosamente, voltando le spalle ad un mondo nel quale è certa lascerà un segno fossile. L’oratore, ora solo in scena, può rivelarci il messaggio, ma sono suoni cacofonici e privi di senso quelli che sgorgano dalla sua bocca, la bocca di un uomo bello e prestante, ennesima rappresentazione di dicotomia edonistica: il messaggio, dunque, sta nella sua assenza. La decostruzione del linguaggio attuata sin da inizio spettacolo infine si compie, disvelando la pochezza del verbo, che non si fa carne ma rumore, brusio sciamante che ammanta le macerie di un mondo e di una vita sedicenti più che esistenti.

Rivisitazione intrigante e  polisemica quella del regista Giovanni Carpanzano, coronata dall’energico lavoro di due interpreti di raro talento, Anna Broccardo e Francesca Cartaginese, e dall’apporto scenografico degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che hanno lavorato alla costruzione delle bellissime sedie-comprimarie. Un’esperienza folgorante e nitida: è infatti prioritario,nelle parole del regista, che il senso in tutte le sue derive tangenziali giunga allo spettatore, uno spettatore da intedersi come parte integrante della drammaturgia, insieme all’oggetto. Un’ottima prova andata in scena ieri sera al Piccolo Teatro Unical e che replicherà al Teatro Politeama di Lamezia Terme il prossimo 22 ottobre.

Salvatore Perri

Fotografie: Maria Cristina Caruso

Giovedì la pièce “Occhi a perdere” e domenica le danzatrici del ventre in “Desert’s Rose”

ARCAVACATA – Penultimo appuntamento per la rassegna “Nuovi talenti alla regia” inserita nella programmazione della residenza “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana” che vede il partenariato del comune di Rende e le collaborazioni con DAMS, CAMS (Centro Arti Musiche e Spettacolo) e Centro Residenziale dell’Università della Calabria. Giovedì 24 aprile alle 21.00 salirà sul palco del Piccolo Teatro dell’Università della Calabria la compagnia La Buffa Agitatori Culturali con “Occhi a perdere”, spettacolo performativo e multimediale che originariamente nasce da un reading di brani da “Navi a perdere” di Carlo Lucarelli per poi intrecciarsi con una serie di suggestioni che dall’Edipo Re portano alle similitudini fra l’eroe sofocleo e l’uomo contemporaneo. Sul palco gli attori Loredana Ponti, Ester Perri, Annamaria Liguori, Floriano Canonaco e Luciano Gagliardi, con la regia di Virginio Gallo.
Domenica 27 aprile, sempre alle 21.00, il PTU ospiterà l’associazione culturale Harem – Il tempio delle Odalische con la seconda edizione dello spettacolo di danza del ventre dal titolo “Desert’s Rose”. In scena le maestre Carmela Le Piane, Imma Camodeca ed Emy Vaccari con il corpo di ballo composto da più di 50 danzatrici, accompagnate dal vivo dai musicisti  Fabio Pepe, Gianluca Arabia, Salvatore Franco e Pasquale Rao.
Nata da un’idea di Barbara Carbone, Carmela Le Piane e Rita Carbone, unite dalla stessa passione, Harem – Il Tempio delle Odalische si pone l’obiettivo di diffondere anche a Cosenza la danza del ventre, rispettandone costumi e cultura.
Costo del biglietto (posto unico) 5 € per lo spettacolo teatrale, 8 € per lo spettacolo di danza del ventre, 1 € per studenti internazionali.

“Culture in Scena” riprende le attività

COSENZA – Da domenica 2 marzo e fino al 25 maggio riprenderanno le attività del laboratorio teatrale aperto agli studenti internazionali dell’Università della Calabria e inserito nella programmazione della residenza “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, con sede al Piccolo Teatro Unical.

“Culture in Scena” nasce per favorire l’incontro culturale, creativo e poetico fra ragazzi e ragazze di diverse lingue e nazionalità attraverso l’utilizzo delle tecniche espressive del teatro. Durante gli incontri, sempre domenicali, il docente del laboratorio – il regista e direttore artistico della residenza Lindo Nudo – guiderà i partecipanti attraverso un percorso che dalla recitazione alle pratiche di espressione corporea, dai linguaggi della scena al racconto di sé, contribuirà a creare un gruppo di lavoro affiatato e, quale esito finale del laboratorio, uno spettacolo aperto al pubblico.

“Un’intuizione vincente – afferma Lindo Nudo – che ha generato grandi risultati dal punto di vista della condivisione culturale e linguistica, rivelatasi anche umanamente arricchente e soddisfacente. Per questo la riproponiamo, puntando, come già lo scorso anno, all’integrazione, allo scambio culturale e all’arricchimento personale ed esperienziale del gruppo”.

La partecipazione è gratuita e prevede un massimo di trenta partecipanti. Per aderire basta inviare richiesta e cv all’indirizzo piccoloteatrodarte@gmail.com.

Giunto alla terza annualità, il progetto di residenza teatrale “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana” si avvale del partenariato del comune di Rende e delle collaborazioni con DAMS, CAMS (Centro Arti Musiche e Spettacolo) e Centro Residenziale dell’Università della Calabria.

Attori In Corso e i ragazzi del Cim per Costruire

RENDE – Venerdì 31 gennaio al Piccolo Teatro Unical alle ore 21.00, ritornano in scena i ragazzi del Centro Igiene Mentale insieme alla compagnia Attori In Corso con lo spettacolo teatrale comico Costruire che nasconde, tra personaggi esasperatamente buffi e situazioni al limite del possibile, una realtà toccante.

Con: Arturo, Antonella, Annalia, Angela, Emanuele, Franco, Marco, Stefania, Simona, Valeria, Valentina, Carina Minervini, Domenico Barbaro, Francesco Capparelli, Gabry Miscione, Giusy Caruso, Pasquale Tortellino Stocco, Salvo Caira, Diletta De Simone, Eugenio Costantino, Gianbattista Bafaro e con la regia di  Francesca Manna.

Ingresso libero.

Ptu, al via la rassegna Nuovi Talenti alla Regia e il corso Brecht multimediale

RENDE – Al Piccolo Teatro dell’Università della Calabria sabato 1 febbraio andrà in scena il primo degli spettacoli della rassegna dedicata ai giovani registi teatrali: “Nuovi talenti alla regia” rappresenta un’opportunità per chi già lavora in teatro e voglia cimentarsi nella regia, in linea con gli obiettivi del progetto che punta alla valorizzazione dei talenti del territorio. “Ciao Caterina” è il titolo della pièce che sabato alle 21.00 vedrà sul palco del PTU, sede della residenza “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, l’attore e regista Marco Paoli in una rivisitazione del testo omonimo della pedagogista calabrese Tiziana Iacquinta con l’intento di promuovere, attraverso il linguaggio teatrale, un progetto benefico sul tema dell’abbandono. Parte dell’incasso sarà, infatti, devoluto in beneficienza.
Gli altri spettacoli in programma per “Nuovi talenti alla regia” vedranno Francesco Aiello e Paolo Mauro in “La lezione di tennis” (20 marzo), Paolo Cutuli in “Clitennestra” (3 aprile), Alessandro Scanderbeg e Stefania De Cola in “Proviamoci ancora” con la regia di Ernesto Orrico (10 aprile), Gino Gallo in “Occhi a perdere” (24 aprile) e Mario Lino Stancati dirigere “Ad occhi chiusi” (8 maggio).
Nel frattempo proseguono le attività dimostrative e partecipative rivolte al personale artistico e tecnico del settore con il laboratorio, a cura di Max Mazzotta e Gennaro Dolce, “Brecht multimediale e straniamento della terza persona”, in programma dal 3 al 9 febbraio. Obiettivo del corso è lo studio del teatro di Bertold Brecht attraverso l’analisi dei testi “L’opera da tre soldi” e “L’anima buona del Sezuan”, approfondendo due elementi cardine della sua poetica, l’effetto di straniamento e la terza persona. Una parte del laboratorio verrà inoltre dedicata agli aspetti tecnici e multimediali di un allestimento scenico.
Giunto alla terza annualità, il progetto di residenza teatrale “Un piccolo teatro d’arte per l’area urbana”, la cui direzione artistica è affidata a Lindo Nudo, si avvale del partenariato con il comune di Rende e delle collaborazioni con il corso di laurea in DAMS, con il CAMS (Centro Arti Musiche e Spettacolo) e l’Ufficio Relazioni Esterne e Comunicazione dell’Università della Calabria.