Archivi tag: primadicronaca

Scontro auto in Umbria, muore cosentino

GUALDO TADINO (PG) – C’è anche un cinquantacinquenne originario di Cosenza fra le vittime dello maxi scontro avvenuto lungo la Flaminia nuova nella zona di Gualdo Tadino, in cu8i sono morti due operai del posto. L’uomo era alla guida di una 500.

Le cause dello scontro sono al vaglio della polizia stradale

In seguito al forte urto uno degli occupanti della Panda, trovata sulla propria corsia di marcia, è stato sbalzato dall’abitacolo. L’auto ha poi preso fuoco e l’altro occupante è morto carbonizzato. Si è invece ribaltata la 500 che cuidava la vittima calabrese. 
L’incidente è avvenuto nella zona di San Pellegrino. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e personale del 118, oltre alla stradale per i rilievi.

Blitz dei carabinieri, arresti per droga nel vibonese

VIBO VALENTIA – Blitz nella notte dei carabinieri di Tropea nell’area della frazione Marina di Vibo Valentia, dove sono scattati gli arresti di tre persone, mentre altri tre giovani sono finiti ai domiciliari, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo gli investigatori gli arrestati gestivano una vera e propria rete di spaccio che si estendeva in lungo e in largo nella frazione di Vibo Marina.

Maggiori dettagli saranno forniti dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede del Comando Provinciale dell’Arma

Foto di repertorio

Malore per un sub nelle acque di Torremezzo

FALCONARA ALBANESE (CS) – Un sub di 48 anni ha accusato un malore in mare, nelle acque antistanti Torremezzo di Falconara Albanese. Secondo quanto si è appreso l’uomo, mentre ispezionava i fondali, è risalito in superficie senza rispettare i tempi di decompressione. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118. L’uomo non ha mai perso conoscenza ma ha accusato dei dolori alle gambe. E’ stato allora allertato l’elisoccorso per il trasporto al presidio ospedaliero di Palmi dove è presente una camera iperbarica, così da scongiurare il rischio di embolia.

Sparatoria a San Calogero, un morto e un ferito

SAN CALOGERO (VV) – Una persona è morta ed un’altra è rimasta ferita in una sparatoria verificatasi nella notte tra il 2 e il 3 giugno nel comune di San Calogero, in località Calimera. La vittima è un cittadino del Mali Sacko Soumayla di 30 anni. Il ragazzo è stato colpito alla testa. Dopo un primo soccorso all’ospedale di Polistena, è stato trasferito ai Riuniti di Reggio Calabria dove il suo cuore ha cessato di battere. Il ferito invece è ricoverato a Polistena dove non sarebbe in pericolo di vita. A dare l’allarme un terzo migrante africano, rimasto illeso. Sul posto per le indagini sono giunti i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia. 

Anziano investito dalla motozappa. E’ in prognosi riservata

LAGO (CS) – Una persona è rimasta gravemente ferita a seguito di un incidente verificatosi a Lago, in Via dell’Annunziata. L’uomo, un anziano del posto, era a bordo di una motozappa. Mentre lavorava in un campo di sua proprietà il mezzo si è ribaltato, travolgendolo. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 ed i carabinieri della locale stazione. A causa delle ferite riportate è stato necessario il trasferimento in elisoccorso all’ospedale di Cosenza. La prognosi è riservata

Tragico impatto sulla statale 18. Una vittima tra Belvedere e Diamante

BELVEDERE MARITTIMO (CS) – Una persona ha perso la vita lungo la statale 18 tra Belvedere Marittimo e Diamante in un tragico incidente la cui dinamica è al vaglio della polizia stradale di Scalea. Secondo una sommaria ricostruzione la vittima, all’altezza di una curva, avrebbe perso il controllo dell’auto andando a sbattere contro il guardrail. Poi nella carambola ha investito un veicolo che procedeva in senso inverso il cui guidatore sarebbe rimasto illeso. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso di Cosenza. La vittima è un giovane infermiere, Filippo Savoia di 28 anni.  (Foto Cosenza 2.0)

 

 

Scoperto materiale elettronico contraffatto made in China

LAMEZIA TERME (CZ) – Sotto il coordinamento di questa procura della Repubblica, prosegue l’attività di polizia economico-finanziaria dei militari del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, finalizzata alla repressione degli illeciti che incidono sul regolare funzionamento del mercato e dell’economia, ingannando anche i consumatori finali di beni, soprattutto quelli meno attenti.

Commercianti cinesi immettevano sul mercato materiale elettrico contraffatto

Questa volta, le fiamme gialle lametine hanno neutralizzato una schiera di commercianti, tutti di etnia cinese, che immettevano sul mercato materiale elettrico contraffatto, fedele riproduzione di quello prodotto da nota industria italiana del settore. Il bilancio dell’operazione, denominata “CORTO CIRCUITO”, ha permesso di porre sotto sequestro 28.970 oggetti contraffatti (tra interruttori, prese elettriche e tv, “placche” di varie dimensioni e colori, etc.) e di denunciare penalmente quattro persone fisiche titolari delle attività commerciali presso le quali venivano commerciati illecitamente i summenzionati prodotti, ubicate tra il circondario di Lamezia Terme e la città di Catanzaro. L’articolata attività ha avuto origine da un’ordinaria attività di info investigativa, svolta dai militari del corpo, i quali, fingendosi sovente avventori di esercizi commerciali, ispezionano in maniera occulta la merce esposta nei negozi al fine di individuare eventuali illeciti commerciali. La Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Lamezia Terme 2 In questo caso, l’attenzione dei militari era attirata, fra l’altro, proprio dal materiale elettrico incriminato che costituiva la fedele riproduzione di quello commerciato da notoria azienda italiana. Dopo aver immediatamente chiesto e ottenuto una perizia speditiva su tali materiali, veniva confermata la contraffazione e, quindi, è stata predisposta l’operazione illustrata, che ha portato al sequestro della merce ed alla denuncia dei responsabili. Se immessi sul mercato, i predetti beni avrebbero fruttato un ricavo stimato in circa 87.000,00 euro. E’ opportuno rammentare che la commercializzazione di oggetti con marchi contraffatti produce un notevole danno non solo ai produttori di beni “originali” – che spesso profondono ingenti investimenti finanziari, finalizzati a migliorare i prodotti – ma anche ai consumatori finali dei beni. Questi ultimi, infatti, non solo avranno acquistato un prodotto che, nella stragrande maggioranza dei casi, è qualitativamente scadente, ma, come in questo caso, avranno esposto a rischi anche la loto incolumità trattandosi di materiali che vengono installati in impianti elettrici. Infine, tali materiali, potrebbero essere anche facile tentazione per qualche impiantista “poco corretto”, che potrebbe indurre in errore un cliente installando materiali come quelli sequestrati per prodotti di qualità.

Cosenza, ancora un arresto per stalking

COSENZA – Gli uomini della Squadra Volante di Cosenza ieri sera hanno tratto in arresto, C.D., 41 anni, di Cosenza, perché rresponsabile del reato di atti persecutori aggravati.

I fatti

In particolare nella mattinata di ieri, il personale del corpo di guardia della Questura veniva allertato per la presenza di un soggetto, poco distante dalla Questura, che inveiva e strattonava una donna. Un equipaggio della Squadra Volante giunto sul posto, è intervenuto immediatamente poichè l’uomo stava violentemente bloccando la donna per impedirle così di raggiungere gli uffici della Questura.

La vittima, palesemente terrorizzata, agli agenti di polizia ha espresso la volontà di formalizzate la denuncia contro C.D., che nel frattempo veniva sottoposto ai controlli di routine ed accompagnato in ufficio per le formalità di rito.

Violenze reiterate

La malcapitata, in sede di denuncia, ha quindi sottoscritto che già in passato era stata vittima delle violenze di C.D. e che in udienza aveva rimesso la querela nei confronti dello stesso perché, a dire del di lui difensore, rischiava di perdere il lavoro. Ma, nel giro di poco tempo, l’arrestato era ritornato ad avere delle condotte ancor più violente, fino all’epilogo di ieri.

Dell’avvenuto arresto veniva informato il P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal dott. Mario Spagnuolo.  

 

 

Detenzione e spaccio di droga, arresti nel cosentino

 

RENDE (CS) – Nella mattinata i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, con l’ausilio dei militari della Compagnia di Intervento Operativo del “14° Battaglione Carabinieri Calabria”, a conclusione di attività di indagine, hanno eseguito l’Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare Personale emessa dal Tribunale di Cosenza, per il reato di “Detenzione ai fini di Spaccio di Sostanze Stupefacenti in Concorso” nei confronti di un 24enne di Rende (CS) e un 23enne di Castrolibero (CS).

Indagine avviata nell’ottobre 2017

L’indagine, avviata nel mese di ottobre 2017, è scaturita dall’arresto in flagranza di un giovane 23enne cosentino residente a Rende (CS), il quale, fermato dai militari dell’Aliquota Radiomobile nella serata del 4 ottobre 2017, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, veniva trovato in possesso di 7 buste in cellophane, occultate all’interno di un trolley, contenenti complessivamente 3,600 kg di sostanza stupefacente del tipo “Marijuana”, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento. I successivi accertamenti consentivano di scoprire un giro di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “Marijuana” posto in essere dal giovane cosentino, unitamente agli odierni arrestati, nelle zone di Rende (CS) maggiormente popolate dai teenager e dagli studenti universitari.

L’attività d’indagine ha complessivamente consentito di arrestare 1 persona in flagranza di reato e denunciarne altre 8 per il reato di “Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, nonché sequestrare 4,100 kg di “Marijuana”. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le proprie abitazioni in regime di arresti domiciliari.

Il giro di spaccio portato alla luce dimostra, ancora una volta, la particolare attenzione e la determinazione con cui i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, agli ordini del Tenente Colonnello Piero Sutera, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, operano per contrastare il fenomeno dello “spaccio di sostanze stupefacenti”.

 

 

«Il piccolo Giancarlo non è annegato». Svolta nel processo Esposito

COSENZA – «Il piccolo Giancarlo non è annegato»: questa la verità emersa stamattina in aula durante il processo per la morte del piccolo Giancarlo Esposito il 2 luglio del 2014 al Kinder Garden della piscina olimpionica di Campagnano, a Cosenza. Il processo vede imputati Carmine Manna, legale rappresentante della società e le educatrici Franca Manna, Luana Coscarello, Martina Gallo e Ilaria Bove. In udienza sono stati ascoltati dal giudice Giovanni Garofalo i consulenti della difesa, il professore Andrea Arcangeli e il professore Luigi Strada, che hanno dimostrato tecnicamente la causa del decesso nella piscina comunale di Campagnano.

La deposizione dei consulenti

«La morte del piccolo Esposito è riferibile ad una causa patologica naturale, una miopericardite, – ha dichiarato il Prof. Arcangeli – da cui il bambino è risultato affetto, che ha determinato la comparsa di una grave aritmia e che ha fatto sì che venisse colto da un malore improvviso mentre giocava nella piscina, causando in pochi istanti l’arresto cardiaco». I due consulenti inoltre hanno evidenziato come la causa del decesso non potesse essere l’annegamento perché mancavano una serie di evidenze, prima fra tutte l’assenza del fungo schiumoso, l’enfisema acuto nei polmoni e la mancanza di acqua nello stomaco. «Non si possono aspettare due o tre giorni per fare l’autopsia» sostengono Marcello Manna, Concetta Coscarella e Sabrina Rondinelli, legali di Carmine Manna.

«La morte per annegamento è stata diagnosticata con la cartometria, un metodo del 1920 che è arcaico e non attendibile perché falsa i risultati se eseguiti dopo solo dodici ore – dichiara il Prof. Strada, consulente legale con un’esperienza di oltre 40 anni sul campo. Il bambino non doveva andare in acqua – è emerso dalle dichiarazioni dei due consulenti – perché il malore ha avuto il suo momento di esplosione con lo shock termico a cui è stato sottoposto entrando in vasca».

La posizione dei difensori di parte civile

I due consulenti, rispondendo alle domande degli avvocati, hanno rimarcato la tempestività dei soccorsi e la qualità dell’intervento rispettando le linee guida sulla rianimazione cardiorespiratoria (Cpr) confermate anche dalle dichiarazioni precedentemente rese dai sanitari del 118. 

I difensori di parte civile, pur presenti all’udienza, non sono intervenuti perché hanno formalizzato la desistenza dal processo in quanto soddisfatti dal pagamento dell’assicurazione.