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Cadavere ritrovato in un’auto in fiamme, indagano i carabinieri

SOVERATO (CZ) – Alle prime ore dell’alba i Vigili del Fuoco del distaccamento di Soverato hanno fatto una scoperta agghiacciante. Il corpo carbonizzato di un uomo è stato ritrovato in una vettura avvolta dalle fiamme, una Fiat 500, al cui interno, lato guida, il corpo della vittima, di cui non si conoscono ancora le generalità. La scoperta è avvenuta in Via Panoramica. I Vigili del Fuoco hanno spento le fiamme mentre i carabinieri hanno avviato le indagini per risalire all’identità dell’uomo ritrovato carbonizzato e per tentare di ricostruire la dinamica di quanto accaduto.

 

 

 

Nascondeva droga in casa, crotonese in manette

CROTONE – Un uomo di 53 anni, P.L., con precedenti specifici, è stato arrestato dagli agenti della squadra antidroga della Squadra mobile di Crotone con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Aveva infatti nascosto all’interno di un intercapedine di casa un contenitore in plastica con hashish ed eroina. 

In casa nascondeva hashish, cocaina ed eroina

I poliziotti, a seguito di una perquisizione disposta nell’ambito dei servizi di contrasto all’attività di spaccio in città, hanno individuato anche in un secondo contenitore nascosto in altro punto dell’abitazione del cinquantatreenne, dosi di cocaina ed eroina confezionate in bustine di cellophane e, nell’imbottitura di una sedia, anche due pacchetti di sigarette con all’interno altre singole dosi. Infine gli agenti dell’antidroga hanno rinvenuto, e quindi sequestrato, anche 800 euro in contanti e un bilancino.

Incendio dinanzi liceo, identificato presunto autore

COSENZA – I carabinieri di Cosenza avrebbero individuato il presunto responsabile dell’incendio divampato mercoledì scorso dinanzi la porta di accesso del Liceo Artistico di Via Somalia, facente parte del istituto comprensivo Quasimodo Serra. Gli stessi hanno in seguito inviato una relazione alla Procura di Cosenza per le valutazioni di competenza.

L’attività d’indagine

Subito dopo l’incendio di immondizia sono state avviate le indagini portate avanti anche con l’acquisizione delle riprese delle telecamere di videosorveglianza presenti nel quartiere, vicino l’ingresso dell’istituto, e raccogliendo informazioni. Le indagini condotte hanno quindi portato all’individuazione del presunto autore del gesto.

Ad accorgersi del danneggiamento della porta erano stati i bidelli all’apertura della scuola. Poi la dirigente scolastica Loredana Giannicola aveva allertato i carabinieri e i vigili del fuoco per i rilievi. 

Commercio clandestino di animali protetti, otto denunce

REGGIO CALABRIA – Dalle prime ore di oggi, in provincia di Reggio Calabria i Carabinieri forestali del Raggruppamento Cites stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone accusate di appartenere ad un’organizzazione dedita alla cattura ed al commercio, sul territorio nazionale e all’estero, di avifauna selvatica protetta dalla Convenzione di Berna.  A carico di un’ottava persona, inoltre, è stato eseguito un obbligo di dimora.
Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, é emerso che i destinatari del provvedimento, bracconieri dediti alla cattura indiscriminata di migliaia di volatili in aree boschive della Calabria, avevano organizzato una filiera illegale per il libero commercio degli esemplari vivi, venduti in Italia e all’estero, sviluppando anche autonomi canali di distribuzione di uccellagione morta destinata ai ristoranti del Nord Italia.
Foto http://www.uccellidaproteggere.it/Le-specie/Gli-uccelli-in-Italia/Le-specie-protette

Omicidio in campo rom di Lamezia

LAMEZIA TERME (CZ) – Un uomo di 51 anni, Luigi Berlingieri, é morto nell’ospedale di Lamezia Terme dove era stato portato dopo essere stato raggiunto al volto da un colpo d’arma da fuoco.

L’episodio, secondo quanto si é appreso, é accaduto nel pomeriggio nel campo rom di Lamezia, dove vivono in condizioni igieniche precarie centinaia di persone. Berlingieri é deceduto poco dopo che é stato portato nel nosocomio lametino.

L’omicida è ricercato dalla polizia

Sull’omicidio indagano la Squadra mobile di Catanzaro ed il commissariato di Lamezia. Le ricerche dell’assassino sono state estese ad una vasta area del lametino. Gli investigatori stanno tentando di ricostruire, non senza difficoltà, quanto é accaduto attraverso le testimonianze di alcune persone che si trovavano all’interno del campo rom nel momento in cui si sono verificati i fatti.
   

Locali questura Crotone invasi da ratti e scarafaggi, la denuncia della UIL

CROTONE – «Nelle toilette degli uffici della Questura di Crotone non esistono disinfettanti, né detergenti per le mani e tantomeno carta igienica». E’ quanto denuncia la segreteria generale provinciale della Uil Polizia di Crotone che si rivolge al Questore lamentando negli uffici la presenza di scarafaggi e ratti con il rischio conseguente di possibili epidemia ed emergenze igienico sanitarie.
«Da una parte – afferma il segretario provinciale del sindacato, Gianfranco De Carlo – l’amministrazione manda medici interni ad aggiornare il personale sui rischi e sulle precauzioni da adottare, dall’altra non fa pulire adeguatamente gli ambienti degli uffici e i servizi igienici della Questura che di igienico non hanno nulla. Tali locali si stanno così trasformando in un vero e proprio covo ideale per la propagazione dei virus. Si chiede un intervento risolutivo allo scopo di evitare la richiesta di chiusura di tutti gli uffici siti al piano terra con conseguente disservizio per gli utenti».

Foto Ansa

Intestazione fittizia di beni, maxi operazione tra Toscana e Calabria

PISTOIA – Dall’alba di questa mattina, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Pistoia e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Pistoia, Alessandro Buzzegoli, nei confronti di ventisette persone domiciliate in Pistoia, Firenze, Pescia (PT), Massa e Cozzile (PT), Montecatini Terme (PT), Massarosa (LU), Gioia Tauro (RC), Lamezia Terme (CZ), Pieve a Nievole (PT), Quarrata (PT), Scandicci (FI), Capannori (LU), Olbia (OT) e Vicopisano (PI), indagate dai sostituti della Procura di Pistoia, Fabio Di Vizio, ora alla Procura di Firenze, e Claudio Curreli, per associazione per delinquere finalizzata all’intestazione fittizia di beni, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, estorsione, assunzioni fittizie finalizzate alle truffe in danno dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, evasione d’imposta e false fatturazioni. Due dei destinatari delle misure sono stati trasferiti in carcere, venticinque agli arresti domiciliari e uno è stato sottoposto all’obbligo di dimora.

Operazione “Amici Nostri e Pluribus”

Ad uno dei due destinatari, personaggio centrale in entrambe le indagini, sono state applicate entrambe le ordinanze emesse dal Gip. Ventitré misure cautelari sono state eseguite dai militari dell’Arma nell’ambito di entrambi i procedimenti e cinque dal personale della Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine “AMICI NOSTRI”. Eseguite anche 41 perquisizioni locali e domiciliari, finalizzate alla ricerca di materiale informatico e cartaceo, idoneo a corroborare ulteriormente le ipotesi accusatorie. Due indagini distinte, convenzionalmente denominate “AMICI NOSTRI” e “PLURIBUS” sono poi confluite in un unico procedimento penale nel cui ambito hanno svolto sinergiche investigazioni il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia, denunciando complessivamente 163 persone. I carabinieri hanno avviato le indagini nell’aprile del 2015, concentrando la loro attenzione sull’operato di alcuni commercialisti della Provincia e sugli imprenditori a loro collegati mentre le Fiamme Gialle, dal gennaio dello scorso anno, anche sulla scorta di spunti investigativi precedentemente acquisiti, hanno svolto sinergici e mirati accertamenti di polizia economicofinanziaria sul loro conto.

Sequestrate anche otto aziende

Nel corso dell’operazione è stato eseguito il sequestro preventivo ai fini della confisca di otto aziende, con sedi ubicate nei Comuni di Pistoia, Buggiano (PT) e Montelupo Fiorentino (FI), operanti nei settori della ristorazione, movimento terra, edilizia, vendita di tabacchi, il sequestro preventivo al fine della confisca “per equivalente” di beni immobili e mobili registrati nonché di conti correnti e depositi bancari/postali per un ammontare complessivo di circa trentasei milioni di euro. Le investigazioni congiunte hanno consentito di individuare una struttura delinquenziale composta da imprenditori, operanti in vari settori economici, organizzata anche con l’ausilio di commercialisti. La stessa si adoperava – allo scopo di agevolare alcuni clienti imprenditori, attivi nella provincia di Pistoia – nelle commissioni di delitti di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale ed elusione fiscale, nonché illecito impiego di capitali, trasferiti anche all’estero in ragione di circa venti milioni di euro, perpetrati per almeno dieci anni, arrecando un danno complessivo (nei confronti dei creditori terzi e dell’Erario) pari a oltre cinquanta milioni di Euro. Le imprese coinvolte venivano fraudolentemente “svuotate” delle proprie risorse aziendali, attraverso il depauperamento dell’attivo, determinandone l’insolvenza ed, in alcuni casi, il fallimento. Inoltre nel corso delle indagini è stato accertato che quanto fraudolentemente distratto veniva illecitamente reimpiegato/riciclato in nuove realtà imprenditoriali che, di fatto, subentravano alle imprese fallite o insolventi e ne proseguivano l’attività, anche attraverso “prestanome”. Nel porre in essere tali fatti illeciti, alcuni soggetti responsabili (consapevoli di essere probabili destinatari di misure di prevenzione patrimoniale da parte dell’A.G.) trasferivano fittiziamente a “teste di legno” i beni che – di fatto – rimanevano nella loro effettiva disponibilità affinché, con la “consulenza” di professionisti contabili, si potesse trarre il maggior illecito vantaggio economico, avvalendosi anche di tecniche di riciclaggio e di auto-riciclaggio. Gli appartenenti all’organizzazione criminale smantellata con il filone d’indagine “PLURIBUS” tenevano condotte finalizzate a commettere numerose truffe, utilizzando aziende facenti capo alla consorteria e di fatto già svuotate di risorse economiche, nonché finalizzate alla fittizia assunzione di persone, con l’obiettivo di: – favorire l’illecita permanenza nel territorio dello Stato di extracomunitari, che potevano così ottenere il permesso di soggiorno; – fare erogare indennità di disoccupazione (NASPI) non dovute; – consentire l’accesso al credito mediante l’esibizione di false buste paga; – far ottenere benefici di legge, come le misure alternative alla detenzione, a individui che diversamente non avrebbero potuto ottenerli. È stata accertata, peraltro, anche l’attività di usura, talvolta anche nei confronti degli stessi sodali, che venivano poi sottoposti ad estorsione per la restituzione delle somme prestate. Coinvolti, oltre agli imprenditori e commercialisti, anche numerosi personaggi contigui alla criminalità organizzata di tipo mafioso.

Processo “Aemelia”, chiesti sei anni per Vincenzo Iaquinta

CROTONE – Sono stati chiesti 6 anni per Vincenzo Iaquinta e 19 anni per il padre Giuseppe. Queste le richieste fatte dai magistrati della DDA di Bologna, al termine della requisitoria del processo Aemelia, relative alle attività della cosca dei Grandi – Aracri del nord. 

Vincenzo Iaquinta, ex bomber della nazionale, insieme a tutti gli altri indagati sarebbe accusato di vari reati, tra cui quelli relativi ad associazione a delinquere, truffa, usura, estorsione e frode con l’aggravante di stampo mafioso. Questi i motivi che hanno spinto ieri i magistrati a chiedere 6 anni di reclusione per l’ex calciatore e 19 per il padre.

Foto https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/processo-aemilia-iaquinta-1.3542314

 

 

Anche la figlia minorenne spacciava la droga, sei arresti nel crotonese

CROTONE – Sono 22 in tutto le persone coinvolte nell’operazione “Sommelier” scattata a Crotone dalle prime ore dell’alba. Droga e traffico di stupefacenti, queste le accuse che hanno portato all’arresto di sei delle persone indagate e alla denuncia, con obbligo di firma, delle restanti sedici. Un’indagine durata diversi mesi dalla quale è emerso che alcuni degli arrestati impiegassero minori nello spaccio della droga. Secondo le prime indiscrezione, pare che uno di essi, avrebbe utilizzato anche la figlia, di soli 13 anni, per il confezionamento e la successiva cessione della cocaina.