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L’Unical conferisce la laurea honoris causa a Vandana Shiva

Cosenza – Questa mattina docenti e discenti hanno tinto di “diversità” l’Aula Magna dell’Università della Calabria; non più una cattedra a dividerli, non più gradi e competenze istituzionali a differenziarli ma un unico serpentone di curiosità e attesa; oggi insegnati e studenti, seduti gli uni accanto agli altri, hanno assistito con lo stesso interesse e lo stesso coinvolgimento al conferimento della Laurea Magistrale honoris causa in Scienze della Nutrizione a Vandana Shiva, attivista politica, ambientalista e scrittrice indiana. Presenti nell’aula magna, per assistere all’importante evento, non solo studenti, docenti e stampa ma anche l’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri, Il Prefetto di Cosenza Raffaele Cannizaro e il Sindaco di Rende Vittorio Cavalcanti.

Vandana Shiva è il nome di una donna piccola, minuta ma caparbia, dinamica, forte interiormente ed intellettualmente, una donna che ha trasformato in suo pane quotidiano la tutela della biodiversità e dell’agricoltura naturale a favore del sostentamento delle popolazioni più povere; la sua battaglia, invece, è quella contro gli OGM e le multinazionali che speculano sulle monocolture intensive e tendono a monopolizzare il mercato brevettando le sementi. Brevettare significa, infatti, danneggiare e indebolire un patrimonio di conoscenze consolidate, radicate su cui va proprio a poggiarsi l’agricoltura di “sussistenza” praticata delle aree più povere del nostro pianeta.

Una donna conosciuta in tutto il mondo la Shiva, una donna carismatica, docile, tenera e dallo spiccato senso dello humor; una donna che con il solo uso delle parole sa diventare graffiante, ingombrante, scomoda per chi come la Monsanto Company tenta di pestare i piedi a lei e alla sua gente. Vandana Shiva ha trasformato il suo sapere in praticità, ha reso la sua vita una missione in favore del suo popolo, della sua terra trasformando l’esigenza del singolo in volontà collettiva. La sua ostinazione l’ha anche indotta a fondare, nel 1991, il movimento Navdanya che in hindi significa “nove semi”; è un movimento che celebra la biodiversità ed esalta l’esigenza, di tutto il mondo, di vivere tra sfumature di colori, di odori, di sapori e di colture; i “nove semi”, infatti, rappresentano le nove colture da cui, in India, dipendono la sicurezza e l’autonomia alimentare.

Questa piccola grande donna oggi ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze della Nutrizione, un semplice gesto per ripagare una vita piena che straripa e non si riesce a contenere, una vita che deve essere raccontata affinché diventi simbolo di speranza e di mutamento in favore di un futuro migliore. La commissione, composta dal Rettore dell’Università della Calabria Giovanni Latorre, dal Direttore Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e Della Nutrizione Sebastiano Andò e dall’Ordinario di Fisiologia della Nutrizione all’Università degli Studi del Molise Giovannangelo Oriani, ha introdotto gli studi e il lavoro della Shiva in modo da “sterrare il terreno” da pregiudizi e incertezze e preparare l’uditorio alla lectio magistralis dell’ambientalista.

Con un sorriso tenero e rassicurante e con la semplicità di chi tra la gente è abituata a vivere Vandana Shiva si è voltata verso la platea, ha afferrato il suo blocco d’appunti e ha esordito “Mille grazie all’Università intera, sono onorata di aver ricevuto questa laurea e volevo dirvi che ho anche imparato una parola in calabrese: cangia capu” – ride di gusto Vandana e poi ritorna seria – “Bisogna andare al di là delle false gerarchie” – dice – “perché queste piramidi sono state costruite con la violenza e con l’avvallamento della conoscenza. Bisognerebbe tornare alle vecchie tradizioni ed eliminare dalla nostra dieta, e dalla nostra vita, tutto ciò che è innaturale” – e poi continua tra un bicchiere d’acqua e l’altro – “Le donne possono alimentare il mondo, le donne possono essere le vere protettrici della biodiversità che è una delle fonti più importanti per la nostra sopravvivenza. La soluzione è quindi, per dirla in calabrese, “cangia capu” e sostieni la diversità”.

Annabella Muraca

UIL UNICAL: Apprezzamento Per i Docenti che hanno Sollecitato Una Discussione su Gestione Ateneo

RENDE (CS) – La UIL dell’UNICAL manifesta apprezzamento per quei docenti che, all’indomani del Senato Accademico, che ha deciso la costituzione del nuovo Consiglio di Amministrazione, hanno rotto gli indugi avviando una discussione sulla Università e su chi la debba guidare nei prossimi anni.

Non è mai troppo tardi, evidenziano i dirigenti della UIL, visto che da più di un anno sollecitano, ad una sonnacchiosa e acquiescente classe docente, di uscire dalle stanze dell’amministrazione dei propri interessi per guardare al futuro dell’Ateneo.

La scelta inopportuna di costituire il Consiglio di Amministrazione – non rispettando ed offendendo il principio delle pari opportunità, non designando singolarmente i membri proposti dal Rettore, non votandoli a scrutinio segreto, perpetuando il sistema del divide et impera, favo- rendo lobby -, è forse servita da detonatore alla protesta, che per la UIL deve immediatamente tradursi in proposta.

Una proposta che faccia chiarezza su programmi e persone, una proposta che abbandoni l’idea di una gestione del potere, quale compromesso fra una ristretta élite di professori, e che ripristini le regole democratiche del confronto e della partecipazione.

È necessaria all’UNICAL una nuova classe dirigente che, come dice la professoressa Piro, sappia innanzitutto manifestare il proprio pensiero, collegandolo sinergicamente ai bisogni di una società, quella calabrese, ormai allo stremo e che può ritrovare, in una rinnovata Università, le ragioni del riscatto culturale ed economico.

È necessaria, come dice il professore Giordano, discontinuità, intesa come alternativa alla gestione padronale del Rettore uscente.

La UIL ribadisce la necessità di un incontro fra i membri di questa comunità che sono stati marginalizzati dalle scelte interessate di una ristretta “casta accademica”, che ha la responsabilità di aver riportato l’Ateneo in pieno Medio Evo.

Ma quale necessità c’era di nominare il nuovo Consiglio se non per manifestare l’arroganza di un potere fine a se stesso e per imporre uomini e strategie? Ma quale prezzo è stato pagato per tacitare personaggi influenti, che fino a qualche giorno fa rivendicavano più trasparenza e partecipazione?

Accontentarsi di aver conquistato il seggio per sé o per il proprio amico, senza aver definito i contorni programmatici entro i quali l’azione debba esercitarsi, non è un gran risultato, forse è solo l’inizio per ulteriori nascosti compromessi.

La UIL ritiene necessario la costituzione di uno schieramento alternativo rispetto ai metodi ed alle azioni di questo Rettore uscente, le cui scelte sono finalizzate a mantenere il controllo sull’Ateneo.

Il Sound Minimale di Teho Teardo in Concerto al Teatro Auditorium dell’Unical

Mercoledì 3 aprile, inaugurato al Teatro Auditorium dell’Unical, Cine/Ma/Live #2, ciclo di eventi che fondono cinema e musica, promossi dall’associazione culturale Fata Morgana.

Ad inaugurare la rassegna, Mauro Teardo, noto ai più come Teho Teardo, il musicista che ha firmato numerose colonne sonore per il cinema italiano (sue quelle di Diaz, L’amico di famiglia, Il Divo, La ragazza del lago, Il Gioiellino, La nave dolce, Una vita tranquilla, Gorbaciof, Denti e molte altre)

Fata Morgana non è nuova ad eventi simili, a Dicembre aveva già proposto a Cosenza, presso il cinema Italia, la sonorizzazione dal vivo de “Il ventaglio di Lady Windermere“ di Lubitsch, dal romanzo di Oscar Wilde ed eseguita dai Red Basica, la band cosentina guidata da Mirko Onofrio, già membro dei Brunori SAS.

Mercoledì piove e fa piuttosto freddo. Lo spettacolo inizia alle 21.30 ma sbaglio uscita sulla SA-RC e arrivo clamorosamente in ritardo. E’ la musica, da fuori, ad indicarmi la strada. Quando entro, il nastro musicato è un estratto da Diaz, uscito proprio un anno fa, in questo periodo.

Teho Teardo non è da solo sul palco, ad accompagnarlo è Martina Bertoni, al violoncello. Ed è proprio il violoncello a farmi tornare in mente, sebbene in maniera un po’ impropria, la celebre foto di Man Ray in bianco e nero, “Le Violon d’Ingres” (letteralmente “Il violino di Ingres), in cui compare una donna nuda ritratta di spalle, con dipinte, in corrispondenza delle natiche, le due “effe” del violino, le stesse che compaiono anche sul violoncello e che mi fanno riflettere sulla stretta analogia tra lo strumento e il corpo della donna, il ventre largo e sinuoso, le forme rotonde e sensuali che Martina Bertoni fa vibrare ad ogni nota.

Terminata la sonorizzazione di un frammento da “Il Gioiellino”, Teardo interrompe l’applauso scrosciante e dice, con un inconfondibile accento settentrionale: “E’ la prima volta che suoniamo qui in Calabria, chiamateci ancora!” e lancia un sorriso compiaciuto a noi, i veri compiaciuti, finiti lì dentro a goderci lo spettacolo.

Dopo il bis sulle note di un inedito dal suo nuovo album, “Still Smiling”,  in uscita il prossimo 22 aprile. La luce interrompe l’atmosfera di buio complice e custode. Colgo un’euforia generale, che poi è il bello del teatro. L’idea di condividere tra sconosciuti, e perciò non più tali, uno spazio comune, dimentichi di ciò che accade fuori, uniti dal segreto di ciò a cui si ha assistito e legati da quella commistione alchemica di sentimento e sussulti che l’Arte, quella più pura, sa scatenare.

Chiara De Salvo

Vandana Shiva: elogio della biodiversità

COSENZA – In vista del conferimento della laurea honoris causa a Vandana Shiva – che si terrà domattina all’università della Calabria – Ateneo Controverso ha voluto anticipare l’atteso evento con un incontro propedeutico. Globalizzazione, sovranità alimentare ed ecologia sociale i temi scelti.

L’aula 16c sembra quasi impreparata a questo appuntamento. Molti gli studenti che sono presenti perché incuriositi dalla presenza dell’attivista indiana, ma il pubblico si colora presto anche di volti estranei all’ambiente universitario.

Si parte con la proiezione di un video. “La dea ferita” – di Werner Weick e Marilia Albanese – è un documentario prodotto quasi 20 anni fa, che presenta ancora oggi l’attualità di un sistema economico globale poco sostenibile e poco democratico. In un’ora di filmato si concentra buona parte del pensiero e delle battaglie di Vandana Shiva, premiata nel 1993 con il Right Livelihood Award, il Nobel per la Pace alternativo. Partendo dalla figura della Dea Madre, Durga, così cara alla cultura e alla spiritualità indiana, si dipana la storia della lotta continua tra bene e male, che si concretizza nella lotta tra vita e morte, tra naturale e artificiale. La divinità ha le sembianze femminili perché rappresenta la natura e la forza generatrice. Ma è anche espressione di tutte le donne che assumono il ruolo di custodi e testimoni della vita. Vita che nasce dalla terra. Una terra troppo spesso martoriata e dilaniata da interventi umani invasivi. È il caso delle multinazionali che incidono pesantemente sulle scelte agricole dei diversi paesi, creando monocolture che distruggono la diversità ambientale e la stessa sopravvivenza dei popoli. Un ciclo vizioso che porta povertà e malattie, mascherate da ricchezza e successo. L’uso massiccio di monocolture o di organismi geneticamente modificati, ad esempio, se da un lato garantisce rese agricole elevate, dall’altro altera gli equilibri del territorio e costringe ad usare pesticidi che sono nocivi per la salute dell’uomo e degli animali.

Il documentario descrive nei dettagli le conseguenze degli interventi delle multinazionali sulla vita economica e sociale dell’India, introducendo i temi della biodiversità, dei beni comuni, della salvaguardia della natura e dell’agricoltura legata ad essa, dell’importanza del ruolo delle donne, di una sana alimentazione.

Parole e immagini di popoli e luoghi lontani che sembrano comunque molto vicini alle nostre realtà. Situazioni che, nelle pur evidenti diversità di contesto, ben si possono adattare ai nostri territori. La soia che soppianta le coltivazioni autoctone dell’India può fare pari con l’abbandono delle nostre terre e l’estinzione di alcune antiche varietà di frutti.

Quando arriva il turno di Vandana Shiva l’attesa è cresciuta ormai a dismisura. Il tempo a disposizione con lei è poco, ma si concede ugualmente all’interesse e alla sete di sapere dei presenti. C’è chi chiede delucidazioni sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. «Non necessariamente le nuove tecnologie devono essere positive, lo si vede bene nel caso degli ogm o dell’energia nucleare: non si può usare la nuova tecnologia come stratagemma di bullismo verso i popoli», risponde con precisione.

C’è chi si sofferma sul conferimento della laurea ad honorem da una terra come la Calabria ai margini della globalizzazione e dello sviluppo. «Il margine di ieri è il centro del futuro», esordisce con voce sicura e pacata, proseguendo con l’idea della necessità di riappropriarsi delle peculiarità di ogni luogo sfruttandone potenzialità e caratteristiche proprie, dando centralità alla conoscenza.

C’è chi ancora pone l’accento sulle nuove forme di patriarcato che, a detta di Vandana Shiva «si può combattere e sconfiggere solo praticando il rispetto per ogni forma di essere vivente». E di certo non può mancare il riferimento al caso Novartis e alla vittoria dei diritti sulle logiche di mercato.

Nel dibattito serrato e incalzante rientrano anche tematiche come quella della green economy, della dignità del lavoro, della conoscenza, della sovranità alimentare, dell’immigrazione come «conseguenza di economie non sostenibili», ma sopratutto un riferimento costante viene fatto al potere della democrazia e della partecipazione civica.

L’incontro è giunto alla fine. Vandana Shiva lascia la platea su note di speranze per una possibilità di cambiamento, per la costruzione di un’economia che punti al benessere delle persone più che allo sviluppo ad ogni costo. Ma l’appuntamento prosegue domattina in Aula Magna.

 

 Mariacristiana Guglielmelli

 

Da domani riprende Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo

COSENZA  – Riprendono domani, martedì 9 aprile, al Cinema Italia-Tieri, gli appuntamenti di “Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo”, il progetto pluriennale promosso in partenariato tra l’Università della Calabria, il Comune di Cosenza ed il Teatro “Rendano”, in vista del quarto centenario della morte di William Shakespaere che si celebrerà nel 2016.

Il programma di domani, martedì 9 aprile, prevede, al Cinema Italia-Tieri, per la sezione  cinematografica, curata da Bruno Roberti, un ciclo di proiezioni dal titolo “Giulio Cesare, il gioco del potere e del teatro”.

Alle ore 18,00 è in programma la proiezione di Orson Welles prova il Giulio Cesare al Mercury Theatre(1937) cui seguirà, alle 19,00 Me and Orson Welles (Richard Linklater, 2009), film tratto dal romanzo omonimo di Robert Kaplow, che racconta la vita di un giovane attore del Mercury Theater. Chiuderà la serata, alle ore 21,00, il film di Paolo e Vittorio Taviani, Cesare deve morire (2012), vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2012 e di cinque David di Donatello tra cui quello per il miglior film e il miglior regista.

Il progetto “Shakespeare 2016: lo spettacolo del mondo” continuerà  all’Università della Calabria, mercoledì 10 aprile, alle ore 17,00, presso l’Aula Dioniso (cubo 17b, II piano), con un seminario dei docenti Claudia Stancati e Carlo Fanelli  sul tema Il cannocchiale del Bardo. La retorica in Shakespeare.

Giovedì 11 aprile alle ore 21,00, presso l’Auditorium CAMS del Polifunzionale, sarà proiettato il film di Joseph L. Mankiewicz, Giulio Cesare (1953), primo adattamento cinematografico dell’omonima tragedia shakespeariana, con Marlon Brando nei panni del protagonista.

Si ricorda che l’ingresso a tutti gli eventi in programma è gratuito.

 

“Shakespeare 2016. Lo Spettacolo Del Mondo”: Il Programma Della Settimana

Martedì 9 aprile

h. 18.00 Orson Welles prova il Giulio Cesare al Mercury Theatre
h. 19.00 Me and Orson Welles di Richard Linklater
h. 21.00 Cesare non deve morire di Paolo e Vittorio Tavani

Cinema Italia/Aroldo Tieri (Cosenza)

Mercoledì 10 aprile

h. 17.00 Seminario di studi Il cannocchiale del Bardo. La retorica in Shakespeare a cura di Claudia Stancati e Carlo Fanelli (Università della Calabria)

Aula Dioniso, Cubo 17 B, 2° piano (Unical)

Giovedì 11 aprile

h. 21.00 Giulio Cesare di Joseph L. Mankiewicz

Nel 44 a.C. Giulio Cesare, che ha accentrato nelle sue mani tutti i poteri militari e civili, viene nominato dittatore perpetuo. La sua eccessiva potenza gli ha messo contro molti nemici e l’ostilità di una parte della nobiltà dà origine ad una congiura. Alla cospirazione, capeggiata da Cassio, partecipa anche il giovane Marco Giunio Bruto, che ha sempre goduto il favore e la protezione di Cesare. Alle Idi di Marzo, il 15 marzo, Cesare viene assalito dai congiurati nella curia e cade trafitto da 23 pugnalate. Compiuto il delitto, i congiurati tentano di sollevare il popolo, ma i loro retorici discorsi lasciano indifferenti le masse.

Auditorium Cams Polifunzionale (Unical)

INGRESSO LIBERO

Toro Rosso on stage

Cosenza – La Scuderia Toro Rosso, il 9 aprile, lancia un programma di internship che darà a 4 studenti e/o neolaureati dell’Unical la possibilità di effettuare uno stage retribuito e comprensivo di alloggio all’interno della Scuderia Toro Rosso, a Faenza. Si tratta di un’occasione per costruire le basi di un futuro professionale in Formula 1.

Le selezioni sono aperte a studenti e neolaureati.

Lo stage in Scuderia Toro Rosso inizierà il 1° luglio e terminerà il 15 ottobre (con una pausa estiva di due settimane).

Toro Rosso riconoscerà un rimborso spese di 500€/mese (netti) ad ogni stagista scelto per i 4 diversi dipartimenti. Inoltre Toro Rosso metterà a disposizione degli stagisti anche un appartamento. Sky Italia riconoscerà un rimborso spese di 500€/mese (netti) allo stagista scelto.

Retribuito e comprensivo di alloggio, prevederà un’ulteriore esperienza sul campo: la partecipazione al GP di Monza dove i 4 stagisti potranno non solo vivere l’esperienza dal vivo di un Gran Premio di Formula 1, ma sperimentare anche sulla pista quello che è il lavoro di un Team.

Giorno 09/04/2013 puoi trovarci nel dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Unical.

Link utili

SITO UFFICIALE: www.redbull.it/tororosso

Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=DMYC2Obua0I

facebook: https://www.facebook.com/events/504749596255775/?context=create

“Carbon Footprint” coinvolge l’ateneo di Arcavacata

ROMA –  L’Università della Calabria presenta il progetto Carbon Footprint al quale partecipa nell’ambito dell’accordo quadro siglato tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Calabria e il Comune di Cosenza. Il progetto si prefigge l’obiettivo di favorire la sensibilizzazione sul tema della “low carbon economy” e la sua applicazione nelle università ha proprio la finalità di favorire la disseminazione di expertise e know-how sulle tecnologie che permettono il passaggio ad una economia a emissioni zero.  L’iniziativa che coinvolge anche gli atenei di Tor Vergata di Roma e Ca’ Foscari di Venezia, nonché diverse multinazionali come Pirelli, Benetton, Illy Caffè, l’Oreal, Carlsberg, San Benedetto, Gucci, Coop, Telecom, Autostrade per l’Italia e Unicredit, intende fattivamente dimostrare la sensibilità e l’attenzione dell’UniCal alle problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente ed a tutte quelle azioni capaci d’attuare modelli di sviluppo ecosostenibili.  L’Università ha, pertanto invitato i docenti, il personale tecnico-amministrativo e gli studenti dell’UniCal a controllare il proprio indirizzo di posta elettronica, con dominio Unical, per rispondere al questionario relativo al progetto Carbon Footprint.  L’iniziativa, alla quale l’ateneo raccomanda di aderire, è finalizzata alla  raccolta d’informazioni utili per promuovere una mobilità sostenibile.  Le risposte raccolte, che saranno archiviate e trattare in forma anonima, nel rispetto della vigente normativa sulla tutela della riservatezza,  serviranno ad ottenere una “fotografia” esauriente circa le abitudini di mobilità  ed il volume delle emissioni connesse al traffico veicolare legato all’Università della Calabria che interessa, ogni giorno, circa 30 mila persone. I dati ottenuti, dopo essere stati analizzati da alcuni esperti, costituiranno l’indispensabile base per individuare criticità e prospettare azioni correttive.

“A scuola di antimafia” seconda edizione

COSENZA – L’esperienza formativa “A scuola di antimafia” è giunta alla seconda edizione. Voluta da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, ha avuto il sostegno della Camera di Commercio di Cosenza, della Prefettura di Cosenza e del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria.

Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, dedicata al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, dopo il primo seminario “A scuola di antimafia. I reati ambientali”, e in considerazione delle importanti ricadute sul territorio in termini di costituzione di reti di cittadini sensibili alla questione, quest’anno si ricomincia con un corso di base, realizzato nell’ambito del Corso “Criminalità, legalità e territorio” (Laurea magistrale in Scienze delle pubbliche amministrazioni, Università della Calabria) coordinato dal prof. Ercole Giap Parini. Il Corso, oltre che agli studenti regolarmente iscritti al Corso di Laurea, è aperto a tutte le persone che intendono approfondire le tematiche relative alla presenza della criminalità organizzata sul nostro territorio.

Oggetto del Corso sarà la definizione del rapporto tra le organizzazioni mafiose e il territorio in cui esse svolgono le loro attività; particolare attenzione sarà data al caso della ʾndrangheta, con la consapevolezza dell’importanza della dimensione territoriale nella definizione stessa delle mafie. Della ʾndrangheta saranno inoltre approfonditi gli aspetti della internazionalizzazione.

Il Corso comincerà mercoledì 3 aprile. Per tutto il mese di aprile è prevista la partecipazione di un esperto di assoluto rilievo internazionale come il saggista italo-canadese, nonché consulente dell’FBI in materia di criminalità organizzata di tipo mafioso, Antonio Nicaso.

 

“Pastori in condominio e nuove transumanze” all’Unical

Cosenza – “Pastori in condominio e nuove transumanze” è il titolo di un ciclo di incontri organizzati dalle associazioni Linea Jonica e Radici Calabre in collaborazione con la Cattedra di Etnologia dell’Università della Calabria. Il primo seminario, Quattro corde e un terzino, i suonatori di chitarra battente in Calabria, si terrà mercoledì 3 Aprile alle ore 17:00 presso l’aula Mario Alcaro dell’Unical. Nel corso dell’incontro si parlerà dei suonatori di chitarra battente di ieri e di oggi e dei molteplici stili di canto polivocale legati a questo strumento. Ad aprire i lavori sarà Vito Teti (ordinario di Etnologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical). A seguire la relazione di Valentino Santagati (musicista e ricercatore nonché autore del volume A catarra dò vinu), e gli interventi di Salvatore Megna (musicista “tradizionale” e voce storica del gruppo Re Niliu), e di Mimmo Audino (“albero di canto” badolatese e fondatore del gruppo Marasà).

Sarà inoltre allestita una mostra con i vari modelli di chitarra diffusi in Calabria, con pezzi dei fratelli De Bonis, di Concesso Cannatelli e di altri apprezzati chitarrari. “Pastori in condominio e nuove transumanze” nasce da un’idea di Alessio Bressi, dell’Associazione Linea Jonica che ha trovato l’autorevole sostegno del prof. Vito Teti e si propone di portare direttamente gli addetti ai lavori (ricercatori e operatori culturali ) a contatto diretto con gli studenti affinché siano rese pubbliche le esperienze maturate sul campo della ricerca antropologica in Calabria e le sue connessioni con il mondo delle “operazioni culturali” che nel corso di questi anni sono state realizzate sul territorio.

Il prossimo incontro, previsto per il mese di maggio, sarà dedicato alla lira calabrese. A relazionare sarà Ettore Castagna, conoscitore della lira bizantina, strumento popolare ad arco del Mediterraneo orientale. Seguiranno un appuntamento interamente dedicato alla zampogna con Sergio di Giorgio e Paolo Napoli, uno sulla documentazione etnografica e sugli archivi con Angelo Maggio ed uno sui Folk Festival con Francesco Lesce e Danilo Gatto. Se si è scelto questo titolo, “Pastori in condominio e nuove transumanze”, è per evidenziare l’estrema difficoltà di trovare oggi un legame diretto fra i luoghi di appartenenza e le forme espressive. In un mondo globalizzato neppure i linguaggi della tradizione stanno più al loro posto: essi camminano sulle gambe di giovani che ancora emigrano e di anziani che al freddo dei monti hanno preferito il tepore degli appartamenti.