Archivi tag: cinema

In Calabria le riprese del film “Il profumo del cedro” di Capobianco-Gagliardi. Nel cast Deborah Rinaldi

COSENZA – Una grande produzione cinematografica nazionale sta per metter su il proprio quartier generale in Calabria, più precisamente nel cosentino. Nelle scorse settimane ha preso infatti il via la fase di pre-produzione del film “Il profumo del cedro”, opera poetica di Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi per la Diramare Srl – già vincitori del prestigioso Premio Flaiano ed. 2019 per la regia del film “Mò Vi Mento – Lira di Achille” -, che hanno scritto il soggetto immaginando le suggestive location calabresi, dalla Riviera dei cedri, frutto simbolo dell’intero film, all’entroterra della Sila.

Protagonista il cedro: “l’oro verde” della Calabria

“Il profumo del cedro” vuole essere «un film poetico che – si legge nelle note di pre-produzione – si dipana sulle note profumate di un sogno ormai abbandonato e di una crescita che avviene grazie a un ritorno all’infanzia. Il film nasce dalla volontà autoriale di trasportare lo spettatore in un mondo di sensi in cui basta che un un odore, inspirato in un tempo ormai dimenticato, riaffiori nel presente per diventare di nuovo reale, liberando l’essenza delle cose e il vero io dei personaggi, solitamente celati sotto l’apparenza della quotidianità. Quel profumo di cedro sarà il leitmotiv che accompagnerà delicatamente lo spettatore nel mondo degli odori e delle emozioni dell’anima. È quella memoria involontaria di boudelairiana memoria che agisce su sollecitazione sensoriale e consente la restituzione del ricordo, completo del suo valore soggettivo ed emotivo. In queste epifanie improvvise emergono delle verità nascoste e il passato torna intatto. È il tempo ritrovato che lo sceneggiatore traduce in scrittura e il regista in immagini».
Si tratta senza dubbio di una sceneggiatura profondamente originale, perché «non è una storia composta solo da immagini ma anche e soprattutto da odori. Le immagini evocative stimolano l’olfatto dello spettatore ancor più della vista, inducendolo a sentire letteralmente le emozioni dei protagonisti».

CINE-TURISMO: Il valore aggiunto del film

Come fu per i precedenti Mediterranean diet example to the world e Mò Vi Mento – Lira di Achille, in cui sono riusciti a dare una grande valorizzazione territoriale alla regione Campania, anche per “Il profumo del cedro“, i registi Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi intendono coniugare la promozione del territorio, in questo caso la Calabria e la sua Riviera dei cedri,  con quella cinematografica. «Coniugare la promozione del territorio con la formula del “Cine-turismo”, è un modo innovativo di fare marketing territoriale attraverso la cinematografia, puntando anche a dare risalto e opportunità alle attività locali – spiega la regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e giornalista Stefania Capobianco -. Il progetto, infatti, non si limita a valorizzare luoghi, architetture e scorci tipici del territorio calabrese, ma vuole essere un concreto mezzo di crescita per un territorio che ha tanto da offrire. L’obiettivo è quello di lavorare attivamente per mettere in moto il fenomeno del cine-turismo negli splendidi territori calabresi». Ma non è finita qui: la realizzazione del film prevede la scelta in loco di comparse e attori/attrici per i ruoli minori «per dare una concreta possibilità lavorativa – prosegue Capobianco – ad attori e maestranze locali che potranno vivere in prima persona l’esperienza di un set di rilievo nazionale».

Quattro domande a Deborah Eliana Rinaldi

Deborah Eliana Rinaldi
Deborah Eliana Rinaldi

Il film fluisce avanti e indietro nel tempo, dagli anni ’80 ai giorni nostri, svelando solo alla fine il passato e il presente delle vite dei protagonisti, che corrono veloci sulle note dei profumi dell’autunno. Fra essi c’è l’attrice salernitana (di Capaccio, ndr) Deborah Eliana Rinaldi, già tra gli interpreti principali della commedia Mò Vi Mento – Lira di Achille, presente ai primi sopralluoghi avvenuti lo scorso mese di Aprile. Alla Rinaldi l’affascinante compito di dovrà interpretare un ruolo molto complesso: una giovane e appassionata negli anni ’80, divenuta donna ormai matura ai giorni nostri. Il suo personaggio subirà un’evoluzione e una crescita psicologica grazie alla relazione che si instaurerà con la protagonista Sara, bambina non vedente, che con i suoi modi gentili e il suo olfatto sviluppatissimo, le entrerà nel cuore. Ecco cosa ci svela del film: 

  1. Il film “Il profumo del cedro” viene definito un film poetico e sensoriale, in cui un ruolo importante lo riveste l’olfatto. In tale quadro come si inserisce il tuo personaggio?
    Il ruolo che andrò ad interpretare è quello di una giovane appassionata negli anni 80 e donna ormai matura ai giorni nostri. Il mio personaggio subirà un’evoluzione e una crescita psicologica grazie alla relazione che si instaurerà con la protagonista Sara, bambina non vedente, che con i suoi modi gentili e il suo olfatto sviluppatissimo, mi permetterà di vedere il mondo non più attraverso gli occhi bensì mediante gli odori che, al contrario della vista, non ingannano mai il cuore. 
  2. L’olfatto nella tua vita ti rimanda a qualcosa di importante?
    Mi capita a volte di camminare per strada e fermarmi di colpo avvolta da un odore che mi rimanda indietro nel tempo, a situazioni già vissute, ricordi che credevo di aver dimenticato e che invece erano solo sopiti nella memoria. È una sensazione destabilizzante all’inizio ma poi ritrovo una parte di me in quel profumo ed è proprio questa sensazione che il mio personaggio cercherà di evocare nel film, trasmettendo allo spettatore un continuo divenire, avanti e indietro nel tempo.
  3. Hai qualche legame con la Calabria?
    Sono nata a Capaccio Paestum e amo l’intero sud Italia, compresa la Calabria in cui vado ogni qual volta mi è possibile.
  4. Non è la prima volta che lavori con la coppia di registi Capobianco-Gagliardi. Com’è nato e se ci puoi svelare qualcosa su come proseguirà questo sodalizio artistico?
    Questo sodalizio artistico è nato sul set del film “Mò Vi Mento – Lira di Achille” e prosegue ora con “Il Profumo del Cedro”. Posso però già anticipare che non si fermerà qui ma continuerà nel futuro con un progetto di lunga serialità.

Non solo il film

Il profumo del cedro“, le cui riprese dovrebbero iniziare in autunno, non sarà solo un film ma anche un romanza edito da Armando Curcio Editore (proprio come fu per Mò Vi Mento – Lira di Achille). Testo e audiovisivo: due linguaggi per raccontare attraverso i profumi la stessa storia. Del resto, il tema si presta molto al linguaggio del romanzo che, ancor più della sceneggiatura, lascia spazio e tempo alla descrizione dei personaggi, del loro intimo e del loro sentire, interiore e fisico.

Non ci resta che aspettare un altro po’ per sentire, vedere e leggere “Il profumo del cedro”. (Nella foto in alto da sx  Capobianco – Rinaldi – Gagliardi).

A Cosenza torna la rassegna cinematografica “AltriSguardi” con le migliori pellicole estere

COSENZA – Riparte il 10 novembre presso il cinema San Nicola di Cosenza la quinta edizione della rassegna cinematografica “AltriSguardi”. Nata dalla collaborazione tra l’associazione Cineforum FalsoMovimento, impegnata da oltre due decenni nella diffusione della cultura cinematografica nella provincia di Cosenza, e CGC Srl – Sale Cinematografiche Cosenza, la rassegna ci porterà con cadenza settimanale alla scoperta di film selezionati dai più qualificati Festival, segnalati dai critici cinematografici, acclamati e premiati in tutto il mondo che altrimenti non vedrebbero la luce nelle sale cosentine.

Si inizia appunto mercoledì 10 novembre con “Quo Vadis, Aida?” della regista bosniaca Jasmila Zbanic, candidato al Premio Oscar 2021 come miglior film straniero. Una lezione di cinema che ci immerge fin da subito nei tragici fatti avvenuti a Srebrenica nel luglio 1995, quando gli uomini al comando di colui che fu definito il “macellaio dei Balcani” – il generale serbo Ratko Mladić che nel giugno scorso, dopo un processo durato anni, ha avuto confermata la condanna all’ergastolo per genocidio – ingannarono le Nazioni Unite e la comunità internazionale riuscendo a conquistare la città bosniaca di Srebrenica dove causarono la morte di 8.372 uomini e ragazzi, vittime alle quali il film è dedicato insieme alle donne rimaste.

Dalla Francia arriva invece “Titane” di Julia Ducournau fresco di Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes, in programmazione mercoledì 17 novembre. Sfacciato, coraggioso, “Titane” è prima di tutto una storia d’amore, quel tipo di film disturbante che genera riflessioni e distorsioni, destinato a dividere gli spettatori tutti, anche i più cinefili e disinvolti. “Titane” è un unicum di questi tempi, e non solo perché ha visto trionfare una donna al Festival di Cannes, la seconda in tutta la sua storia dopo Jane Campion con “Lezioni di piano”, ma anche perché mette in discussione i concetti di intimità, dipendenza, indipendenza, relazioni, sessualità, genere e l’idea stessa di essere umano. Un film difficile da dimenticare.

Mercoledì 24 invece saliremo su una Saab 900 rossa per un viaggio dell’anima con la proiezione di “Drive my car” capolavoro di Ryûsuke Hamaguchi, premiato a Cannes 2021 per la miglior sceneggiatura. Tratto da un racconto di Murakami Haruki presente nella raccolta “Uomini senza donne”, è un lungo, complesso e struggente percorso nelle solitudini e nelle fragilità di un gruppo di uomini e di donne la cui vita ruota attorno al teatro. Un film fatto di parole da ascoltare e guardare con pazienza. Solo così ci si accorgerà di trovarsi di fronte a un autentico capolavoro.

Cosa saremmo disposti a fare per amore? Quanto valore diamo alla nostra libertà? Fino a che punto è possibile spingere i limiti del proprio corpo? Quali sono i limiti etici, morali, dell’arte e della rappresentazione? In che modo culture e contesti diversi possono trovare un dialogo? Sono tante e contemplano diversi punti di vista le questioni che attraversano invece la storia di “L’uomo che vendette la sua pelle”, della regista e sceneggiatrice tunisina Kaouther Ben Hania. Realizzata in 32 giorni e con un budget di 2,5 milioni di dollari, è il primo film tunisino a ottenere una candidatura all’Oscar come Miglior film straniero. Vincitore del Premio Edipo Re per l’inclusione e del Premio Orizzonti Miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia 2020, sarà in programmazione mercoledì 1 dicembre.

L’offerta al Cinema San Nicola sarà arricchita da altri eventi extra previsti per lunedì 13 e 20 dicembre. Insomma una fine anno all’insegna del cinema d’autore con una attenzione particolare anche al prezzo del biglietto: 4 euro. 

Al via la rassegna Fuori Campo: “Il cinema racconta il territorio”

COSENZA – Dal 24 al 28 marzo è in programma la seconda edizione di “Fuori Campo”, iniziativa di promozione della cultura cinematografica e audiovisiva, organizzata dal collettivo Rete Cinema Calabria, associazione di professionisti regionali, con il contributo di Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, ANEC Calabria e BCC Mediocrati.

La nuova edizione, dal titolo “Il Cinema racconta il Territorio”, si svolgerà in cinque diverse località calabresi e consiste in un fitto programma di attività finalizzate tutte alla valorizzazione sia della cultura cine-audiovisiva d’autore, sia delle caratteristiche dei territori di provincia italiani, sempre più spesso scelti quali location di importanti produzioni internazionali. Tra le attività previste nelle cinque giornate della manifestazione: workshop, dibattiti e proiezioni di corti e lungometraggi del cinema indipendente italiano. L’intera manifestazione sarà trasmessa in streaming sulle pagine Facebook e YouTube di Rete Cinema Calabria, mentre le proiezioni dei film saranno fruibili sulla piattaforma MyMoviesFuori Campo

I luoghi dell’iniziativa sono scelti per valorizzare le particolarità del territorio calabro

Il mare, la montagna, i borghi, la tradizione enogastronomica, il turismo esperienziale. Questi luoghi, per l’occasione, diventeranno oggetto di riflessione e valorizzazione cine-turistica, con i dibattiti in programma che vedranno la partecipazione di ospiti prestigiosi, quali i registi Marco De Angelis, Antonio di Trapani, Marco Spagnoli, Antonio Martino e i produttori Gabriele Mainetti, Donatella Palermo, Emanuele Nespeca, Luca Marino; poi ancora: lo scrittore Gioacchino Criaco, il Direttore Distribuzione di Medusa Film Paolo Orlando, il Presidente della Cineteca della Calabria Eugenio Attanasio e rappresentanti di ANEC, AGICI, Confartigianato, CNA cinema e audiovisivo, FAI, Parco Nazionale della Sila e Parco Nazionale del Pollino.

“Fuori Campo – Il Cinema racconta il Territorio” vuole accendere un riflettore non solo su un territorio specifico, la Calabria quale set cinematografico, ma su tutto il mondo dello spettacolo e della cultura nazionale, promuovendo il cinema d’autore e le riflessioni sulle ricadute economiche ed occupazionali che la produzione culturale dovrà favorire sempre più in epoca post-Covid.

Oscars 2020, ecco la lista completa dei vincitori premiati dall’Academy

Eccoci agli Oscars 2020, l’evento più atteso dell’anno per gli appassionati di cinema.

La cerimonia di consegna degli Oscars, i premi più importanti del mondo della settima arte, si è svolta poche ore fa al Dolby Theatre di Los Angeles, in California.

Anche l’edizione numero 92, come lo scorso anno, ha fatto a meno di un presentatore. In ogni caso non sono mancati sul palco i grandi nomi del cinema contemporaneo che hanno consegnato i premi ai loro colleghi. Tra le star più importanti che sono salite sul palco ricordiamo, tra le altre: Jane Fonda, Tom Hanks, Oscar Isaac, Natalie Portman, Chris Rock, Mahershala Ali, Timothée Chalamet, Olivia Colman, Penélope Cruz, Gal Gadot, Salma Hayek, Regina King, Shia LaBeouf, Brie Larson, Spike Lee, Rami Malek, Keanu Reeves, Mark Ruffalo.

UNA SERATA TRA PRONOSTICI E SORPRESE

Le candidature per l’edizione numero 92 degli Oscar erano state annunciate lo scorso 13 gennaio. Ben 11 le candidature riservate al Joker di Todd Phillips, già vincitore a Venezia della Palma d’Oro, seguito dalle 10 nomination di 1917 di Sam Mendes, The irishman di Scorsese e Once upon a time… in Hollywood di Quentin Tarantino, tutti in lizza sia per Miglior film che per Miglior Regia. Una gara tra quattro possenti candidati, dunque, insidiati dalla pellicola rivelazione dell’anno, la sud-coreana Parasite del regista Bong Joon-ho, in corsa anche nella categoria Miglior Film Straniero.

Una serata di pronostici confermati ma anche di sorprese inaspettate: il regista sudcoreano Bong Joon-ho ha conquistato la statuetta per la Migliore Regia, soffiandola al superfavorito Sam Mendes e il film Parasite ha portato a casa il premio più ambito, quello per il Miglior Film. A mani vuote The irishman di Scorsese e molti meno premi del previsto per Tarantino e il Joker di Todd Phillips, che acciuffano 2 statuette a testa, come anche Ford v Ferrari. Solo un riconoscimento a testa, invece, per Marriage story, Jojo rabbit e Little women.

Ma ecco di seguito la lista completa dei vincitori.

MIGLIOR FILM

  • 1917
  • The irishman
  • Once upon a time… in Hollywood (C’era una volta a… Hollywood)
  • Little women (Piccole donne)
  • Joker
  • Jojo rabbit
  • Marriage story (Storia di un matrimonio)
  • Ford v Ferrari (Le Mans ’66 – La grande sfida)
  • Parasite

MIGLIORE REGIA

  • Sam Mendes – 1917
  • Bong Joon-ho – Parasite
  • Todd Phillips – Joker
  • Quentin Tarantino – Once upon a time… in Hollywood
  • Martin Scorsese – The irishman

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA

  • Joaquin Phoenix – Joker
  • Adam Driver – Marriage story
  • Leonardo Di Caprio – Once upon a time… in Hollywood
  • Antonio Banderas – Dolor y gloria
  • Jonathan Pryce – The two popes (I due papi)

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA

  • Scarlett Johansson – Marriage story
  • Renée Zellweger – Judy
  • Saoirse Ronan – Piccole donne
  • Cynthia Erivo – Harriet
  • Charlize Theron – Bombshell (La voce dello scandalo)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Joe Pesci – The irishman
  • Al Pacino – The irishman
  • Anthony Hopkins – The two popes
  • Tom Hanks – A beautiful day in the neighborhood (Un amico straordinario)
  • Brad Pitt – Once upon a time… in Hollywood

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE

  • Noah Baumbach – Marriage story
  • Quentin Tarantino – Once upon a time… in Hollywood
  • Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite
  • Rian Johnson – Knives out (Cena con delitto)
  • Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns – 1917

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

  • Todd Phillips e Scott Silver – Joker
  • Greta Gerwig – Little women
  • Anthony McCarten – The two popes
  • Taika Waititi – Jojo rabbit
  • Steven Zaillian – The irishman

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

  • Dolor y gloria – Pedro Almodovar (Spagna)
  • Bong Joon-ho – Parasite (Corea del Sud)
  • Boże Ciało – Jan Komasa (Polonia)
  • Medena zemja – Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
  • I miserabili (Les Misérables) – Ladj Ly (Francia)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE

  • Klaus (I segreti del Natale) – Sergio Pablos
  • J’ai perdu mon corps (Dov’è il mio corpo?) – Jérémy Clapin
  • How to train your dragon: The hidden world (Dragon Trainer: Il mondo nascosto) – Dean DeBlois
  • Missing Ling – Chris Butler
  • Toy Story 4 – Josh Cooley

MIGLIORE FOTOGRAFIA

  • Jarin Blaschke – The Lighthouse
  • Roger Deakins – 1917
  • Rodrigo Prieto – The irishman
  • Robert Richardson – Once upon a time… in Holywood
  • Lawrence Sher – Joker

MIGLIORE SCENOGRAFIA

  • Dennis Gassner e Lee Sandales – 1917
  • Lee Ha-jun e Cho Won-woo – Parasite
  • Barbara Ling e Nancy Haigh – Once upon a time… in Hollywood
  • Bob Shaw e Regina Graves – The irishman
  • Ra Vincent e Nora Sopková – Jojo rabbit

MIGLIORE MONTAGGIO

  • Andrew Buckland e Michael McCusker – Ford v Ferrari
  • Tom Eagles – Jojo rabbit
  • Jeff Groth – Joker
  • Thelma Schoonmaker – The irishman
  • Yang Jin-mo – Parasite

MIGLIORE COLONNA SONORA

  • Alexandre Desplat – Little women
  • Hildur Guðnadóttir – Joker
  • Randy Newman – Marriage story
  • Thomas Newman – 1917
  • John Williams – Star Wars: The rise of Skywalker (Star Wars: L’ascesa di Skywalker)

MIGLIORE CANZONE

  • I Can’t Let You Throw Yourself Away (Randy Newman) – Toy Story 4
  • (I’m Gonna) Love Me Again (Elton John, Bernie Taupin) – Rocketman
  • I’m Standing With You (Diane Warren) – Breakthrough (Atto di fede)
  •  Into the Unknown (Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez) – Frozen II (Il segreto di Arendelle)
  • Stand Up (Joshuah Brian Campbell, Cynthia Erivo) – Harriet

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

  • Matt Aitken, Dan DeLeeuw, Russell Earl e Daniel Sudick – Avengers: Endgame
  • Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron – 1917
  • Leandro Estebecorena, Nelson Sepulveda-Fauser e Stephane Grabli e Pablo Helman – The irishman
  • Roger Guyett, Neal Scanlan, Patrick Tubach e Dominic Tuohy – Star Wars: The rise of Skywalker
  • Andrew R. Jones, Robert Legato, Elliot Newman e Adam Valdez – The Lion King (Il Re Leone)

MIGLIOR SONORO

  • David Giammarco, Paul Massey e Steven A. Morrow – Ford v Ferrari
  • Tom Johnson, Gary Rydstrom e Mark Ulano – Ad Astra
  • Todd Maitland, Tom Ozanich e Dean Zupancic – Joker
  • Christian P. Minkler, Michael Minkler e Mark Ulano – Once upon a time… in Hollywood
  • Mark Taylor e Stuart Wilson – 1917

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO

  • David Acord e Matthew Wood – Star wars: The rise of Skywalker
  • Alan Robert Murray – Joker
  • Wylie Stateman – Once upon a time… in Hollywood
  • Donald Sylvester – Ford v Ferrari
  • Oliver Tarney e Rachael Tate – 1917

MIGLIORI COSTUMI

  • Mark Bridges – Joker
  • Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women)
  • Arianne Phillips – Once Upon a Time… in Hollywood
  • Sandy Powell e Christopher Peterson – The Irishman
  • Mayes C. Rubeo – Jojo Rabbit

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA

  • Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji – Bombshell
  • Rebecca Cole, Naomi Donne e Tristan Versluis – 1917
  • Kay Georgiou e Nicki Ledermann – Joker
  • Paul Gooch, Arjen Tuiten e David White – Maleficent: Mistress of Evil (Maleficent: Signora del Male)
  • Jeremy Woodhead – Judy

MIGLIOR DOCUMENTARIO

  • For Sama (Alla mia piccola Sama) – Waad al-Kateab ed Edward Watts
  • The Cave – Feras Fayyad
  • Edge of Democracy (Democrazia al limite) – Petra Costa
  • American Factory (Made in USA – Una fabbrica in Ohio) – Steven Bognar e Julia Reichert
  • Medena zemja – Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO

  • In the Absence – Yi Seung-jun
  • Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl) – Carol Dysinger
  • Life Overtakes Me – Kristine Samuelson e John Haptas
  • Louis Superman – Smriti Mundhra e Sami Khan
  • Walk Run Cha-Cha – Laura Nix

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

  • Ikhwène – Meryam Joobeur
  • Nefta Football Club – Yves Piat
  • The Neighbors’ Window – Marshall Curry
  • Saria – Bryan Buckley
  • Une sœur – Delphine Girard

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

  • Dcera – Daria Kashcheeva
  • Hair Love – Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr.
  • Kitbull – Rosana Sullivan
  • Mémorable – Bruno Collet
  • Sister – Sigi Song

 

Recensione Joker: una risata soffocata

Tra i film più attesi dell’anno, il Joker di Todd Phillips e Joaquin Phoenix è arrivato nelle sale.

Negli anni ho visto susseguirsi sullo schermo molteplici versioni di Joker, l’uomo con il viso dipinto di bianco acerrimo nemico di Batman. Tutte avevano in comune una malvagità innata ed estrema, giustificata dal cliché più comune nella storia del cinema: ”È folle”.

OLTRE LA FOLLIA CRIMINALE

Da Nicholson a Leto passando per Ledger e un’altra decina delle serie e lungometraggi animati, tutte le versioni avevano in comune quella follia criminale netta che appiattiva e classificava il personaggio come “cattivo” canonico, come nemesi dell’eroe, che non può esistere senza la sua controparte eroistica. Il Joker di Todd Phillips interpretato da Joaquin Phoenix (Her, Il Gladiatore) prende una strada completamente differente. Non racconta il criminale, racconta di come un uomo buono e ingenuo sia stato massacrato dalla vita e dalla società e costretto a diventare il simbolo involontario della classe disadattata e povera della città.

 

La città allora avrebbe potuto chiamarsi chiamarsi Gotham, New York, Milano o Tokyo. Non avrebbe fatto alcuna differenza così come la presenza del granitico Thomas Wayne. Un altro cognome non avrebbe intaccato l’evoluzione del personaggio. Questo perché, il film di Phillips, non è una storia su Batman, non è un cinecomic canonico con buoni e cattivi. Joker è una pellicola crudele che racconta il disagio di avere un disturbo psicologico, di un uomo buono che combatte da solo contro una società capitalistica dove perfino le emozioni sono riservate a coloro che riescono a riscattarle con violenza o denaro.

JOAQUIN PHOENIX E IL PESO DI UN’ICONA

Arthur Fleck si fa quindi luce in questa società oppressiva. Cerca nel suo piccolo di essere quell’uno che fa la differenza utilizzando come mantra le parole della madre Penny, interpretata da Frances Conroy (American Horror Story, The Aviator): “Sono nato per portare felicità e allegria a tutti”. Questa poderosa presa di posizione iniziale viene, però, cesellata con una violenza e potenza uguali e contrarie che lo costringono alla discesa in un oblio nichilista dove ogni speranza viene spazzata via, soprattutto quelle che vengono riscattate con sudore e dolore durante il film stesso.

Con tocchi delicati, si susseguono nelle scene le metafore e le citazioni che Todd inserisce senza renderle palesi, senza far distogliere mai la telecamera dal suo protagonista che splende di bravura. Joaquin è indiscutibile, carica sulle spalle il peso dei suoi predecessori e di un personaggio tutt’altro che semplice e lo canalizza in un corpo scenico ed espressivo che rappresenta in tutto e per tutto non solo il personaggio, ma anche ciò che sta subendo dalla società, e perfino la società stessa. Sulla carta e sullo schermo Joaquin Phoenix merita a pieno titolo il prossimo Oscar come miglior attore protagonista.

ISTANTANEE DI UN’ANIMA FERITA

Il film non perde in qualità neppure sul lato tecnico. Todd Phillips fa un salto di qualità rispetto ai suoi precedenti film comici e si lancia a capofitto in questa nuova avventura drammatica portando con sé anni di esperienza. Le riprese dei dettagli, gli zoom a seguire, i campi lunghi e i piani sequenza sono studiati in ogni tratto e la fotografia è sempre impeccabile. Le luci mettono in evidenza il lato peggiore della società. Illuminano od oscurano Arthur a seconda della scena e cambiano i mood dell’ambiente seguendo le vicende, da un sole luminoso a tinte calde iniziali fino alle luci al tungsteno sfarfallanti dei momenti più oscuri.

FAR LUCE SULLE OMBRE

Avrei voluto trovare delle pecche in questa pellicola, una base su cui poter esporre realisticamente una critica negativa ma, per la prima volta da quando i cinecomic sono ascesi all’Olimpo cinematografico, mi trovo in seria difficoltà nel farlo.

Questo film è delirante, divertente, commovente, socialmente e politicamente impegnato e mai una volta volgare o trash. Todd è riuscito in qualcosa in cui per anni nessun altro regista di cinecomic è riuscito:

RAPPRESENTARE UN PERSONAGGIO CONTROVERSO COME JOKER NON ATTRAVERSO LA VIOLENZA MA ATTRAVERSO LA SPERANZA.

Daniele Ferullo

[#NerdReview] IT – Capitolo Due, tra romanzo e grottesco

Vedere IT al cinema è d’obbligo per chiunque abbia vissuto negli anni ‘90 o sia fan di King.

IT lo avevamo già visto attraverso Tim Curry guidato da Tommy Lee Wallace nella miniserie televisiva e lo rivediamo ora con Bill Skarsgård guidato da Andrés Muschietti. Le due interpretazioni sono entrambe eccellenti, ma il tema principale dal romanzo kinghiano non era “solo” l’entità.

TRA IL ROMANZO E LA MINISERIE

Muschietti in questo secondo capitolo punta in alto, si pone l’obiettivo di superare tutti gli altri registi che hanno provato a trasporre i diversi libri di King. Cerca di restare fedele al testo modernizzando l’opera, come prima di lui fece Wallace, ma non ha abbastanza forza o esperienza per riuscire in una prova così difficile. Se nel primo capitolo era più o meno riuscito a raccontare la vita dei giovani Perdenti attraverso le tribolazioni, le paure e le sconfitte, in questo secondo non riesce a dirigere al meglio la loro versione adulta, trascurando inevitabilmente le potenzialità di attori come James McAvoy e Jessica Chastain.

Sin da subito, scopriamo con violenza che sono passati 27 anni e che IT è tornato a mietere vittime attraverso una scena cruda e attuale di omofobia. Già qui la prima differenza rispetto alla miniserie da cui Muschietti si distacca, oltre che per scelte registiche, anche di sceneggiatura. Ne cita determinate scene topiche riprendendo alcune inquadrature ma cercando piuttosto una somiglianza con il romanzo che con la serie. La storia prosegue raccontando la vita dei Perdenti da adulti e mostrando che quelle paure presenti nel primo film, affrontate ma non sconfitte completamente, riecheggiano nella vita quotidiana senza che i protagonisti lo sappiano.

LE DUE FACCE DI IT: TERRORE E GROTTESCO

Tutti i Perdenti, tranne Mike che è rimasto a Derry, sono andati avanti dimenticando la cittadina del Maine ma, dopo la chiamata dell’amico, mantengono la promessa fatta 27 anni prima. Il film prosegue con una serie di flashback alternati che cercano di mimare la struttura del romanzo di King, ma solo pochi sono veramente riusciti poiché alcuni sono troppo lunghi rispetto ad altri talmente corti che si fa difficoltà a seguirli.

Il ritmo della pellicola è altalenante e passa da frenetico caos a noiosa lentezza. Se nel primo atto troviamo momenti orrorifici e splatter con Pennywise scanditi molto bene, nel secondo si rallenta fino alla noia con sezioni a volte ridondanti che culminano in un terzo atto quasi esasperante in cui la fine sembra non giungere mai.

Tutta la pellicola è costellata da jumpscare e sono questi forse gli unici inserti paurosi che ha permesso Muschietti nel film. Molto spesso, infatti, le scene, anche di orrore, sono estremizzate fino al grottesco e non riescono a spaventare il pubblico. Lo stesso IT, anche se interpretato molto bene da Skarsgård, il più delle volte è un vero e proprio “clown” che riesce a far ridere anche nei momenti peggiori. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da un essere capace di soggiogare le menti attraverso la paura!

LA TECNICA SUPERA LA NARRAZIONE

Tuttavia, nonostante le note narrative negative, questo secondo capitolo è girato bene. La fotografia riesce a mettere nella giusta luce i momenti attraverso contrasti tonali o saturazioni. La colonna sonora resta a Benjamin Wallfisch che prosegue con il tema e il mood del capitolo 1, mostrando la sua capacità di compositore nel non far prevedere l’imminente jumpscare o la presenza di mostri sullo schermo. Gli effetti speciali sono di buona fattura, ma non riescono ad adeguarsi alle luci dell’atmosfera come invece era stato per il primo capitolo. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui la pellicola non riesce a essere paurosa quanto dovrebbe.

Il resto del cast, oltre agli attori citati in precedenza, riesce a emozionare soprattutto grazie a Bill Hader (Richie)  e James Ransone (Eddie) che restituiscono dei personaggi di spessore psicologico ed emotivo capaci di far ridere, coinvolgere ed empatizzare sia nelle gag di gruppo che nelle scene soliste.

 

È ORA DI GALLEGGIARE

IT – Capitolo 2 è una degna conclusione di questo reboot. Il finale, differente da quello imbarazzante della miniserie, dà soddisfazione nonostante arranchi nel raggiungere il climax. È un film godibile che mette davanti alla paura di fare delle scelte, di crescere e di sopravvivere al proprio passato. Meritava un ritmo che potesse far esprimere ogni singolo personaggio nella sua interezza e non un’altalena tra caos e calma.

Daniele Ferullo

Cosenza, alla Casa delle Culture la rassegna cinematografica dedicata ai bambini

COSENZA – E’ il cinema di animazione a farla da padrone nella rassegna cinematografica dedicata ai bambini, in programma da lunedì 29 luglio alla Casa delle Culture per iniziativa dell’Associazione culturale “Cosenza Autentica” e con il patrocinio dell’Assessorato alla comunicazione, turismo e marketing territoriale del Comune di Cosenza, guidato da Rosaria Succurro.

«Per 4 giorni di seguito – sottolinea l’Assessore Succurro – fino a giovedì 1° agosto, con una doppia programmazione quotidiana, sarà possibile immergersi nel meglio del cinema animato degli ultimi anni. Abbiamo sposato l’iniziativa di “Cosenza Autentica” perché riteniamo, così come abbiamo fatto insieme in altri periodi dell’anno, che, soprattutto in estate, è importante pensare anche a quei bambini che restano in città per i più diversi motivi. A loro vogliamo regalare (la rassegna è ad ingresso gratuito) momenti di spensieratezza a contatto diretto con i protagonisti di quelli che un tempo erano chiamati  cartoni animati e che oggi, grazie alle nuove tecnologie, rappresentano gli eroi di un cinema d’animazione sempre di più all’avanguardia».

Ad aprire la rassegna sarà, alle ore 9,30 di lunedì 29 luglio “La Principessa e il ranocchio” di  John Musker e Ron Clements, produzione di casa Disney con un occhio al rinnovamento e con un altro rivolto al passato.

Non a caso si torna ai disegni fatti a mano, ai fratelli Grimm e ad un’ambientazione in parte metropolitana, a New Orleans, in piena età del jazz, abitata da esseri umani, e in parte più fiabesca, immersa nella natura, in quel regno animale che da sempre ha qualcosa da insegnare al primo, in termini di verità, di libertà, di collaborazione. Sempre il 29 luglio, ma alle ore 11,00, la rassegna cinematografica dedicata ai bambini proseguirà con “Planes” di  Klay Hall, una commedia avventurosa ricca di azione e di ironia, grande successo della stagione cinematografica 2013. E’ la storia, alquanto paradossale, di Dusty, piccolo aereo agricolo, costruito per irrorare i campi del Midwest americano, ma con un sogno più grande di lui: partecipare alle gare ad alta quota come aereo da competizione. Peccato che soffra di vertigini!

Il 30 luglio i bambini che si recheranno alla Casa delle Culture potranno assistere, alle 9,30, alla proiezione di un classico del cinema d’animazione italiano, “La Gabbianella e il Gatto”, di Enzo D’Alò, tratto dal libro dello scrittore cileno Luis Sepulveda “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Datato 1998, il film ha avuto una sua seconda vita nel marzo di quest’anno quando è tornato, a distanza di più di vent’anni, nelle sale cinematografiche. La storia è arcinota e racconta del gatto Zorba che si impegna solennemente a far crescere una gabbianella rimasta orfana. Con i suoi amici gatti cerca di capire come insegnarle a volare: l’impresa è resa più difficile dalla presenza dei Topi in città, capitanati da un Re minaccioso. Unica eccezione ai films di animazione proposti dalla rassegna della Casa delle Culture, è “Belle e Sebastien”, del regista francese Nicolas Vanier (sempre il 30 luglio, ma alle 11,00). Ambientato sulle Alpi francesi durante la seconda guerra mondiale, il film racconta la storia dell’orfanello Sebastien e del suo cane Belle, impegnati nell’impresa di portare in salvo una famiglia di fuggitivi inseguiti dai militari tedeschi.

Si torna al cinema di animazione con la programmazione di mercoledì 31 luglio che sarà aperta, alle 9,30, da “Up”, di Pete Docter e Bob Peterson.

Il film narra di un anziano signore (Carl Fredricksen) che per tutta la vita ha sognato di girare il mondo, ma ha dovuto scontrarsi coi problemi della realtà quotidiana come le bollette e gli acciacchi dell’età. Quando, a 72 anni, la vita sembra non offrirgli più tempo per realizzare il suo sogno, bussa alla sua porta Russell, un boyscout di 8 anni che deve fare la sua buona azione. Sarà con lui che Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica, dove incontreranno animali selvaggi e persino degli inaspettati nemici. A completare le proiezioni del 31 luglio, alle ore 11,00, “The Big Hero 6”, di Don Hall e Chris Williams, film tra il fantascientifico e l’azione di cui sono protagonisti un bambino prodigio, i suoi amici ed un fido robot che si trasformano in eroi tecnologici per salvare la città da una serie di eventi devastanti. Ultimi due titoli in programmazione, giovedì 1° agosto, “Ratatouille” (ore 9,30) e “The Lego movie” (ore 11,00). Il primo, diretto da Brad Bird e Jan Pinkava, è la storia di  Remy, un topolino parigino, che sogna di diventare un grande chef per poter proporre a tutti le sue prelibate ricette. Quando finisce nel seminterrato di uno dei ristoranti più rinomati della città, il roditore decide di rimanerci e imparare a cucinare. Al centro di “The Lego Movie” c’è, invece, il personaggio di Emmet, un comunissimo omino Lego, erroneamente ritenuto dotato di poteri straordinari in grado di salvare il mondo da un’imminente apocalisse: dovrà quindi partire con una compagnia di sconosciuti nel tentativo di bloccare un malvagio tiranno, viaggio per cui sarà drammaticamente e comicamente impreparato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[#NerdReview] Detective Pikachu, un giallo con un Pokémon giallo – Recensione

Detective Pikachu è arrivato al cinema tra aspettative e molte sorprese.

Non avrei mai immaginato di andare al cinema a vedere alla prima un film live-action sui Pokèmon. Per quanto fossi titubante, però, il mio essere fan di quelle creature così diverse tra loro, mi ha portato ad alzare la cornetta e chiamare colui che in redazione è il più esperto del settore: il nostro Chamix.

Armati di sanissimi dubbi e una flebile speranza ci siamo avventurati nella visione di questa pellicola della durata di soli 104 minuti e ne siamo usciti con il sorriso sulle labbra. Il film ci ha soddisfatti, ci ha dato la giusta dose di comicità, emozioni e meraviglia superando le nostre aspettative.

Andiamo, però, a scoprire nel dettaglio ciò che abbiamo trovato di positivo e negativo.

LA STORIA

La trama del film ricalca più o meno quella dell’omonimo videogioco per 3DS. Aggiunge qualche porzione nel finale rivelando quello che avviene dopo e velocizza il tutto per adattarlo al mezzo cinematografico. Alcune scene, però, vengono cambiate e vediamo infatti il combattimento con Charizard (assente nel gioco) e facciamo la conoscenza della giornalista della CNM già nel primo quarto di film. Seppure in alcune parti sia prevedibile, la storia è capace di grandi momenti sia di azione che di emozione, senza trascurare la componente investigativa tipica dei gialli. Lievemente differente anche l’ambientazione. Nel film ritroviamo infatti un contesto quasi cyberpunk con molte luci al neon e tecnologia avanzata che convive coi più tradizionali chioschi di sushi per le strade. Piccola nota per gli amanti del franchise: il Mewtwo presente all’interno del film è lo stesso del film animato Pokémon il film – Mewtwo contro Mew del 1998.

IL CAST

Gli attori hanno assunto il compito di far immedesimare il pubblico nel mondo dei Pokémon: lo stesso universo narrativo e immaginifico in cui molti fan della serie vorrebbero vivere come allenatori. Il giovane Justice Smith, attore principale del film, è alla sua quinta pellicola e riesce a rappresentare al meglio il complesso background del protagonista dell’omonimo videogioco, trasmettendo il peso di un vissuto non proprio rose e fiori.

Insieme a lui c’è Ryan Reynolds che con la sua voce anima uno dei testimonial più importanti di casa Nintendo: Pikachu. Seppure siamo tutti abituati a vedere il piccolo Pokémon elettrico in modo amorevole e amicale, Reynolds riprende bene la sua controparte del videogioco rendendolo diverso, più accattivante e maturo. Da notare che l’anima metartistica di Reynolds emerge anche in questo film. Detective Pikachu è infatti disseminato di easter eggs e riferimenti a moltissimi meme famosi sul web, dal più classico “non puoi litigare con tuo padre, se non hai un padre” alla sequenza dell’ingresso di Tim nella casa a Ryme City che cita Mamma, ho perso l’aereo e la famosa scena di Angels with Filthy Souls.

COMPARTO VISIVO

Tutti i Pokémon, come abbiamo visto anche nei trailer e nelle featurette prima dell’uscita della pellicola, sono fatti in computer grafica. Allo stesso modo gli alti palazzi e buona parte della scenografia. Gli innesti però non sono affatto chiassosi e si amalgamano molto bene con i soggetti reali e così anche i Pokémon che riescono ad essere molto espressivi. Però, la domanda che tutti ci siamo posti prima della visione è: “Quanti Pokémon ci sono? C’è il mio preferito?”.

In effetti, in Detective Pikachu c’è un gran quantitativo di Pokémon che spaziano dalla prima generazione fino a quelli trovati nella regione di Kalos. Perciò, se il vostro preferito è tra questi c’è una buona possibilità di vederlo. Una delle pecche che abbiamo riscontrato, però, è che seppure nella prima parte del film ci sia uno tsunami di creature differenti, a lungo andare, soprattutto nella seconda parte, si ripetono più e più volte gli stessi Pokémon, guastando quella sensazione di meraviglia iniziale. Nel complesso però la CGI è molto gradevole, la fotografia è eccellente e favorisce la grande gamma di colori delle piccole creature senza falsare in toni troppo saturi. Bisogna però fare un applauso al riguardo che hanno avuto per la verosimiglianza delle creature, che rispettano a pieno le voci del Pokédex per le caratterizzazioni.

Questo particolare è evidente fin dalle prime scene in cui il protagonista cerca di catturare il piccolo Cubone. Il Pokédex infatti recita: “Porta il teschio di sua madre come elmetto. Il suo verso, che fa eco nel teschio, è una triste melodia.” Tim lo trova così in una pianura a piangere e poi arrabbiarsi non appena il protagonista nomina il teschio della madre defunta. Altri esempi li abbiamo con le emicranie di Psyduck che causano esplosioni psichiche o con Charizard a cui non bisogna toccare la fiamma presente sulla coda.

AUDIO E COLONNA SONORA

Ogni Pokémon, come sappiamo, ha un proprio verso particolare. Di solito questo viene presentato come il nome ripetuto molteplici volte in diverse eccezioni ed intonazioni. Tuttavia, siamo rimasti piacevolmente sorpresi di trovare un leggero cambio di rotta, per cui finalmente i Pokémon riescono ad avere una propria voce (non è una battuta su Ryan Reynolds). Alcune creature, come Bulbasaur, Charizard, Mr. Mime, Snubbul… fanno dei versi (o non versi in caso di Mime) inerenti alla loro grandezza e atteggiamento. Certo, non tutti, ma è di sicuro un punto d’inizio per un futuro più realistico. Da notare un particolare easter egg nella scena che vede Pikachu cantare una canzone la cui melodia è presa direttamente dal sopracitato primo film sui Pokèmon.

CURIOSITÀ

Altre curiosità provenienti dal film riguardano la mitologia Pokémon e la regione in cui sarebbe inserita Ryme City. Nella camera del protagonista possiamo notare il poster della Lega di Sinnoh. Più avanti nel film vediamo anche le statue raffiguranti le tre divinità della medesima regione (Palkia, Dialga ed Arceus) e, per chi non l’avesse notato, la giornalista a cui Lucy ruba il tesserino si chiama Cynthia (nome originale della campionessa Pokémon della Lega di Sinnoh nel videogioco). Inoltre, è la prima volta che Arceus viene deliberatamente tirato in causa da un Pokémon per un evento accidentale infausto. E, seppure possa sembrare una gag per ridere, dona alla figura divina del Pokémon creazione il suo giusto posto nel pantheon e nell’universo in cui è inserito.

IN CONCLUSIONE

Nel complesso, Detective Pikachu ci è piaciuto. Ne siamo rimasti sorpresi e abbiamo riso nel raccontarci i dettagli alla fine della proiezione. Non siamo di fronte ad un capolavoro del cinema ma concordiamo nell’affermare che

“Detective Pikachu è il miglior film Live-Action tratto da videogioco fino ad ora realizzato”.

Daniele Ferullo & Carmine Aceto

[#Disney] Annunciati i prossimi film fino al 2027, ancora Marvel e Star Wars

La Disney non va mai in vacanza e ha annunciato tutta la sua programmazione fino al 2027.

Avete capito bene, la casa di produzione di Topolino proprio nella giornata di ieri ha svelato le nuove uscite cinematografiche per i prossimi 8 anni. E le sorprese naturalmente non sono mancate.

D’altra parte, dopo l’acquisizione della Fox per 71 miliardi di dollari, Disney ha consolidato il proprio monopolio sull’industria cinematografica e la programmazione svelata ieri sembra dimostrarlo: non si tratta più di competere con altre grandi case di produzione, ma di non fare concorrenza a se stessa. Forte dello strepitoso successo al botteghino di Avengers: Endgame, si è scelto di continuare a puntare sul Marvel Cinematic Universe. Oltre a questo, una volta conclusa la saga degli Skywalker, Star Wars tornerà con una nuova trilogia dopo qualche anno di meritata pausa. Tra gli altri franchise che vedranno un ritorno sulle scene, anche Avatar e Indiana Jones.

Ma vediamo più nel dettaglio cosa si è scoperto, sebbene ne sapremo di più ad agosto con il D23 di Disney.

DISNEY E PIXAR

Disney avrà cura dei propri classici, sia cartoon che live-action. A breve debutteranno Aladdin (22 maggio), Il Re Leone (21 agosto) e Maleficent 2 (ottobre). Nel 2020 sono previsti due live-action: Mulan e Cruella, su Crudelia De Mon interpretata dall’attrice premio Oscar Emma Stone. Poi, nei prossimi 7 anni, sono previste altre 9 pellicole live-action, adattamenti di grandi classici e non. Per quanto riguarda l’animazione, oltre Frozen 2 di questo novembre, arriveranno altri 3 titoli nel 2020, 2021 e 2022.

Grande lavoro anche in casa Pixar, con due film nel 2020 e 2021 e ben 2 nel 2022. Già annunciato Onward per il marzo 2020.

MARVEL

Oltre Endgame che ha posto un’epica conclusione a un ciclo di 21 film e a Spider-Man: Far From Home che chiuderà la Fase 3, l’universo Marvel continua ad avere un posto d’onore nei piani della Disney, complice questa ondata di successo. Ben 8 le pellicole confermate al momento, ch potrebbero anche aumentare: i primi due sono previsti per il maggio e il novembre del 2020. Dovrebbe trattarsi dello stand-alone dedicato alla Vedova Nera di Scarlett Johansson, presumibilmente un prequel, e di uno tra Shang-Chi (il Maestro del Kung-Fu poi unitosi ai Vendicatori) e Gli Eterni. Altri 3 sono previsti nel 2021 e altrettanti nel 2022. Tra i titoli certi si contano i sequen di Doctor Strange, Black Panther e Captain Marvel e il volume 3 di Guardiani della Galassia.

STAR WARS

Star Wars termierà questo dicembre la saga degli Skywalker, come annunciato in precedenza, dopodichè si prenderà una nuova pausa. Probabilmente, su questa decisione potrebbe aver influito il mancato ma sperato successo dello spin-off dedicato al fuorilegge più amato della galassia lontana lontana Solo: A Star Wars Story. Negli anni lasciati liberi da Avatar, però, tornerà anche la saga di Lucas. È infatti prevista una nuova trilogia, che uscirà ogni due anni, nel 2022, 2024 e 2026. Inizialmente erano previste una trilogia di Rian Johnson, già regista del controverso Gli ultimi Jedi, e una realizzata da Benioff e Weiss, showrunners di Game of Thrones. Non è chiaro quale vedrà la luce.

AVATAR

Ben 4 le pellicole sequel previste per Avatar, campione di incassi al botteghino mondiale, ora insidiato dalla corsa di Avengers: Endgame. La pellicola sui giganti blu di James Cameron tornerà al cinema nel dicembre 2021 e poi le altre tre pellicole debutteranno, ad anni alterni, nel 2023, 2025 e 2027. Come dicevamo, Disney è bene attenta a non far concorrenza a se stessa sovrapponendo le proprie uscite.

FOX

Con l’acquisizione di Fox, Disney si è assicurata aggiunte di una certa importanza. Ad agosto di quest’anno uscirà nelle sale The Art of Racing in the Rain con Kevin Costner, a settembre Ad Astra con Brad Pitt. Nel 2020 invece arriva finalmente il tanto atteso The New Mutants, pellicola legata al ciclo degli X-Men. A dicembre dello stesso anno è previsto un nuovo film di Steven Spielberg, il remake del celebre West Side Story. E nel 2021, dopo molte peripezie, dovrebbe vedere la luce il quinto capitolo dell’intramontabile Indiana Jones, interpretato da Harrison Ford e sempre diretto dal regista di Jurassic Park.

CALENDARIO COMPLETO

2019

  • Tolkien, 10 maggio (settembre in Italia)
  • Aladdin, 24 maggio (22 in Italia)
  • X-Men: Dark Phoenix, 7 giugno (6 in Italia)
  • Toy Story 4, 21 giugno (26 in Italia)
  • Stuber, 12 luglio
  • Il Re Leone, 19 luglio (21 agosto in Italia)
  • The Art of Racing in the Rain, 9 agosto
  • Ready or Not, 23 agosto
  • Ad Astra, 20 settembre
  • The Woman in the Window, 4 ottobre
  • Maleficent: Mistress of Evil, 18 ottobre
  • Ford v. Ferrari, 15 novembre
  • Frozen 2, 22 novembre
  • Star Wars: The Rise of Skywalker, 20 dicembre (18 in Italia)

2020

  • Underwater, 10 gennaio
  • Film Kingsman senza titolo, 14 febbraio
  • Call of the Wild, 21 febbraio
  • Onward, 6 marzo
  • Mulan, 27 marzo
  • The New Mutants, 3 aprile
  • Film Marvel senza titolo, 1 maggio
  • Artemis Fowl, 29 maggio
  • Film Pixar senza titolo, 19 giugno
  • Free Guy, 3 luglio
  • Bob’s Burgers, 17 luglio
  • Jungle Cruise, 24 luglio
  • The One and Only Ivan, 14 agosto
  • Death on the Nile, 9 ottobre
  • Film Marvel senza titolo, 6 novembre
  • Ron’s Gone Wrong, 6 novembre
  • Film Disney Animation senza titolo, 25 novembre
  • West Side Story, 18 dicembre
  • Cruella, 23 dicembre

2021

  • Film Marvel senza titolo, 12 febbraio
  • Nimona, 5 marzo
  • Live-action Disney senza titolo, 12 marzo
  • Film Marvel senza titolo, 7 maggio
  • Live-action Disney senza titolo, 28 maggio
  • Film Pixar senza titolo, 18 giugno
  • Indiana Jones senza titolo, 9 luglio
  • Live-action Disney senza titolo, 30 luglio
  • Live-action Disney senza titolo, 8 ottobre
  • Film Marvel senza titolo, 5 novembre
  • Film Disney Animation senza titolo, 24 novembre
  • Avatar 2, 17 dicembre

2022

  • Film Marvel senza titolo, 18 febbraio
  • Film Pixar senza titolo, 18 marzo
  • Film Marvel senza titolo, 6 maggio
  • Live-action Disney senza titolo, 27 maggio
  • Film Pixar senza titolo, 17 giugno
  • Live-action Disney senza titolo, 8 luglio
  • Film Marvel senza titolo, 29 luglio
  • Live-action Disney senza titolo, 7 ottobre
  • Live-action Disney senza titolo, 4 novembre
  • Film Disney Animation senza titolo, 23 novembre
  • Film Star Wars senza titolo, 16 dicembre

2023

  • Live-action Disney senza titolo, 17 febbraio
  • Avatar 3, 22 dicembre

2024

  • Film Star Wars senza titolo, 20 dicembre

2025

  • Avatar 4, 19 dicembre

2026

  • Film Star Wars senza titolo, 18 dicembre

2027

  • Avatar 5, 17 dicembre

 

 

 

 

 

La “prima” di “Mò Vi Mento” all’Unical, il regista Gagliardi: «La verità della politica è la bugia»

RENDE (CS) – Francesco Gagliardi, co-regista e co-sceneggiatore del film Mò Vi Mento “Lira di Achille”, ha presentato questa mattina al DAM – Dipartimento Autogestito Multimediale dell’Università della Calabria, per la prima volta sul territorio nazionale, il libro edito da Armando Curcio editore, tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film (in uscita sul grande schermo il 16 maggio prossimo).  

L’intreccio 

Il libro, come la commedia dunque, si presenta come un’intelligente e leggera parodia di temi politici e sociali dell’Italia di oggi. Vale a dire: un movimento politico che denuncia espressamente la verità che è alla base della politica, ovvero la bugia, un’Italia ormai cinesizzata in cui politici, preti, avvocati, vigili urbani, carabinieri e secondini sono più cinesi che italiani e tra i pochi veri italiani c’è chi crede che il “Riccardo III” di Shakespeare sia un sequel o chi reputa i centri commerciali più interessanti della Reggia di Caserta: questi i temi del libro e dell’omonimo film la cui chiave di lettura è proprio la sagace ironia capace di portare alle cronache anche luoghi poco conosciuti come il comune calabrese di Zaccanopoli (VV).

Dal film alla trasposizione editoriale

Sebbene solitamente sia un film ad essere tratto da un libro di successo, per Mò Vi Mento “Lira di Achille” è stata fatta un’eccezione. «E’ stato l’editore Armando Curcio a proporci l’idea di fare della sceneggiatura un libro. E cosi è toccato a me scriverlo, dal momento che sono l’autore che ha apportato piu idee alla sceneggiatura», spiega Gagliardi. Sceneggiatura che diviene quindi “la Bibbia del film”, da dove vengono estrapolate tutte le informazioni del prodotto filmico. «Nel romanzo post sceneggiatura – prosegue Gagliardi – si ha più tempo per approfondire i personaggi, in quanto il film a volte ti induce a ridurre questo aspetto per i tempi tecnici e commerciali. L’evoluzione di uno dei protagonisti ad esempio, Massimo della Bozza, un quarantenne in crisi che vive ancora a casa con i genitori, avviene insieme a tutti i problemi che il protagonista deve risolvere». Alla domanda su come riuscire a conciliare la registrazione del film con la scrittura del libro ha risposto la co-regista Stefania Capobianco: «In questo processo gli attori sono stati fondamentali e ci hanno dato una grande mano con la caratterizzazione dei personaggi». «Il titolo Mò Vi Mento è un gioco, una critica, un’espressione satirica alla politica che io e Stefania abbiamo voluto fare per lanciare il messaggio che i politici italiani molte volte mentono al popolo», conclude Gagliardi.

La presentazione

A moderare l’evento è stato Francesco Carrassi, direttore de “La Nazione” e “Il Telegrafo”, che del libro ha curato la prefazione. Con maestria e il noto carisma, Carassi ha saputo stimolare anche gli interventi dal pubblico e dagli studenti, dando vita ad un dibattito interessante e partecipato.  

Ad introdurre in precedenza gli illustri ospiti erano state Daniela Ielasi, socio fondatore dell’associazione culturale Entropia con sede all’Unical (DAM), e la giornalista di Ottoetrenta.it Andreina Morrone

Al termine della presentazione è stato inoltre proiettato il trailer del film, la cui colonna sonora è un brano inedito composto appositamente per la pellicola dal gruppo musicale The Occasionals, che vanta al proprio interno anche un musicista di Castrovillari (CS), Biagio Mazzafera.

Il libro Mò Vi Mento “Lira di Achille” è disponibile nella libreria Mondadori Bookstore di Cosenza (C.so Mazzini 156).

Filippo Pace – Attilio Esposito