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Concorso esterno in associazione mafiosa, arrestati due assistenti Polizia Penitenziaria

COSENZA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, nella mattinata odierna, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro,  nei confronti di due Assistenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale di Cosenza, ritenuti responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa”.

Le indagini, svolte dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ed, in particolare, del Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri, e del Sostituto Procuratore, Dott. Camillo Falvo, hanno permesso di acquisire come gli stessi, in violazione dei propri doveri e dietro corresponsione di somme di denaro, tratte dalla c.d. “bacinella”, o di altri benefici di vario genere, avessero posto in essere condotte finalizzate a favorire detenuti presso la Casa Circondariale di Cosenza appartenenti alle cosche di ‘ndranghetaLanzino/Ruà/Patitucci”, “Bruni/Zingari” e “Rango/Zingari”.

Dagli accertamenti compiuti è emerso che i due appartenenti alla Polizia Penitenziaria si erano permanentemente posti a disposizione delle citate consorterie garantendo ai detenuti di poter continuare ad avere contatti con l’esterno ed, in particolare, con i sodali liberi, veicolando agli stessi messaggi, anche mediante “pizzini”, per sviare indagini in corso su omicidi o per impartire disposizioni sugli imprenditori destinatari di attività estorsiva, per recuperare somme di danaro dovute per pregresse forniture di stupefacente o, ancora, per far filtrare notizie su reclusi che intendevano avviare percorsi di collaborazione con la giustizia.

Ma gli approfondimenti condotti, anche sulla base di convergenti dichiarazioni di 9 collaboratori di giustizia, hanno, inoltre, portato alla luce un quadro della vita all’interno dell’istituto penitenziario caratterizzato da una sorta di piena libertà di manovra, specie per i detenuti di maggiore caratura, che potevano riunirsi nelle celle, benché sottoposti a diverso regime carcerario, o ricevere stupefacenti, alcolici, generi alimentari o altri prodotti utili a rendere più confortevole la detenzione o, ancora, non essere sottoposti a perquisizioni o avere preventive informazioni sulle attività di verifica pianificate.

Nel medesimo contesto risulta indagato un altro appartenente al Corpo, non raggiunto da provvedimento cautelare poiché nel frattempo andato in quiescenza e, quindi, non più in grado di reiterare le condotte in argomento all’interno della Casa Circondariale di Cosenza.

Ulteriori dettagli sull’operazione saranno comunicati nel corso di una conferenza stampa, prevista per le ore 11,00 del 19 giugno 2019, presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, alla quale parteciperà il Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri.

Immagini di repertorio

Associazione mafiosa, nuovo sequestro di beni per Matacena

REGGIO CALABRIA – La Dia di Reggio Calabria ha eseguito due nuovi provvedimenti di sequestro di beni, emessi dalla Corte di Assise d’Appello e dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale, nei confronti dell’armatore ed ex parlamentare Amedeo Matacena, attualmente latitante a Dubai. Il valore dei beni sequestrati in questa occasione a Matacena ammonta a 540 mila euro. Amedeo Matacena, già condannato definitivamente, nel 2014, a 3 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente coinvolto nelle indagini svolte dalla Dia di Reggio (Operazione Breakfast), era già stato colpito, nel dicembre scorso, da analogo provvedimento emesso dalla locale Corte di Assise di Appello. Il sequestro dei beni di Matacena era stato disposto in quanto risultavano essere “frutto di attività illecite e/o di reimpiego dei loro proventi”, ed era emersa “una oggettiva quanto marcata sproporzione” tra gli investimenti effettuati e i redditi dichiarati

‘ndrangheta, 10 fermi per concorso esterno in associazione mafiosa

REGGIO CALABRIA – Un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso nelle province di Reggio, Roma, Milano, Brescia e Crotone, per l’esecuzione di 10 fermi emessi dalla Dda e di numerose perquisizioni. Tra gli indagati dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori. I reati sono concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, truffa, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, intestazione fittizia di beni e estorsione aggravata dal metodo mafioso. A Reggio Calabria operava un “comitato d’affari” composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la “macchina amministrativa comunale” nell’interesse della ‘ndrangheta. Il comitato, aggirando la normativa antimafia, riusciva ad orientare la concessione di appalti multimilionari in favore di holding imprenditoriali riconducibili alle cosche. E’ quanto emerso dall’inchiesta “Reghion”, condotta dai carabinieri del Reparto operativo dal 2013 e che ha portato a 10 fermi. Nell’operazione, a due società operanti nel settore della depurazione delle acque e di fornitura di servizio idrico integrato, è stata contestata la responsabilità amministrativa da reato. Beni per un valore di circa 42,5 milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nel corso dell’operazione “Reghion” che stamani ha portato al fermo di 10 persone tra le quali dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori. In particolare sono state sequestrate 15 società, con relativo patrimonio aziendale o quote societarie, e due esercizi pubblici riconducibili ad alcuni degli indagati. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10,40 al Comando provinciale dei Carabinieri.

‘Ndrangheta Aemilia” domani il processo a Reggio Emilia. Imponenti le misure di sicurezza

Reggio Emilia ( RE) – Comincerà domani mattina alle 9.30, ma le procedure di identificazione inizieranno già dalle 8.15, il dibattimento del processo di ‘Ndrangheta Aemilia, che si terrà al tribunale di Reggio Emilia. Ieri gli operai hanno lavorato fino a tardi per riuscire a ultimare l’aula speciale dove si svolgerà il dibattimento. Sono 147 gli imputati che hanno scelto di essere processati con rito ordinario, 34 accusati di associazione mafiosa. Intanto in mattinata si è tenuta una riunione in prefettura per fare il punto sulle misure di sicurezza necessarie. Il tribunale è stato dichiarato dal ministero sito sensibile e sarà sorvegliato 24 ore su 24 dall’Esercito. All’interno saranno presenti trenta carabinieri, altrettanti poliziotti presidieranno l’esterno. Per ingresso e identificazione verranno impiegati anche tre uomini della Forestale e due della Polizia provinciale, oltre a dieci guardie giurate ai metal detector. Domani è previsto l’appello delle parti e la calendarizzazione delle prossime udienze.

Intimidazioni al Sindaco di Stefanaconi, auto in fiamme

STEFANACONI (Vv) – Incendiata l’auto del Sindaco Salvatore Di Sì da parte di ignoti. Da varie dichiarazioni risulta che nei giorni scorsi il Comune, si è schierato come parte civile nel corso del processo di stampo mafioso, che vede come protagonisti il clan di ‘ndrangheta dei Platania, di cui alcuni membri saranno presenti oggi davanti al Gip di Catanzaro per eseguire l’udienza preliminare. Con accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, tra i sospettati vi sono anche un parroco e un ex maresciallo dell’Arma dei Carabinieri.

Operazione “Aemilia”, latitante si costituisce

BOLOGNA – Latitate nell’operazione “Aemilia”, l’imprenditore Palmo Vertinelli si è costituito ieri al comando dei carabinieri, accompagnato dal suo avvocato Gaetano Pecorella. Vertinelli era sfuggito a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip, il 28 gennaio 2015. Le accuse che vertono sull’imprenditore, sono di associazione mafiosa a delinquere e prestanome delle cosche in Emilia.

Arrestato Sindaco di Scalea per associazione mafiosa.

COSENZA  – Il sindaco di Scalea Pasquale Basile e 5 assessori della sua giunta sono stati arrestati in una operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza che ha portato all’arresto di 38 persone. Tra le accuse contestate a vario titolo agli indagati, associazione mafiosa, concorso esterno, sequestro di persona, corruzione, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento amministrativo, concussione, aggravati dal metodo mafioso.

Arrestato imprenditore nel reggino per associazione mafiosa

REGGIO CALABRIA – I carabinieri hanno arrestato a Reggio Calabria, con l’accusa di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, l’imprenditore Salvatore Mario Chilà, di 50 anni, ritenuto affiliato al locale di ‘ndrangheta ”Condera Pietrastorta” della città di Reggio. L’uomo, che deve scontare una condanna a sei anni di carcere comminatagli lo scorso 22 gennaio, era stato già arrestato nel 2011 e successivamente scarcerato per l’annullamento della misura cautelare.

Arrestati imprenditori per associazione mafiosa

REGGIO CALABRIA, 18 LUG – Due imprenditori, ritenuti punto di riferimento della cosca Gallico di Palmi, sono stati arrestati dalla polizia insieme ad altre due persone. Si tratta dei fratelli Antonio e Roberto Ficarra e di Vincenzo Sgrò e Rosario Sgrò. L’arresto è stato disposto dal gip su richiesta della Dda dopo che i quattro sono stati condannati ad otto anni di reclusione per associazione mafiosa nel processo ”Cosa mia” sulle infiltrazioni delle cosche nei lavori di ammodernamento della A3.