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Decreto sblocca assunzioni, Santelli e Occhiuto: «Tardivo e irresolutivo»

COSENZA – «Il decreto sblocca assunzioni è arrivato  dopo 5 mesi di teatrini. Praticamente il problema era la presenza di Urbani ma crediamo che non si tratti solo questo». È quanto affermano Roberto Occhiuto e Jole Santelli di Forza Italia sul decreto Scura.
«È un decreto tardivo e irresolutivo che lascia scoperte alcune branche strategiche – si legge nella nota – dalla cardiologia radiologica all’urologia di primo livello e che, anche per quanto riguarda il lato amministrativo, lascia perplessi. Ciò che rende perplessi – continuano i deputati di Fi – è la mancanza di consapevolezza della esiguita del personale amministrativo qualificato, considerando la media di quiescenza  annuale. Se dovessimo  salvare qualcuno dalla famosa e metaforica torre tra Oliverio, Scura, Urbani,  Fatarella- chiudono Occhiuto e Santelli – salveremmo solo la torre».

Sanità, decreto Scura: De Biase (Calabria al Centro) solidale con i primari dimissionari di Vibo

LAMEZIA TERME (CZ) – Continuano a imperversare le polemiche sul piano di riorganizzazione ospedaliera disposto dal Commissario per il Piano di rientro della sanità calabrese, Massimo Scura, che ha scaturito nelle scorse settimane la protesta di sedici primari dell’ospedale di Vibo Valentia, i quali hanno rassegnato le proprie dimissioni per contestare la spoliazione del presidio ospedaliero vibonese.

A intervenire sulla questione è oggi Salvatore De Biase, capogruppo del Gruppo Consiliare Calabria al Centro di Lamezia Terme, che pone l’accento sulle dichiarazioni del Commissario a commento delle dimissioni dei primari:

“Ascoltato sulle dimissioni dei sedici primari di Vibo Valentia che hanno contestato il decreto di riordino della rete ospedaliera, il Commissario Scura si è lasciato andare con colorite espressioni. Ecco perché esprimo vicinanza e sostegno ai sedici primari. Dopo quanto si registra in Calabria nel mondo della sanità, in tanti vorrebbero che il King Commissario si licenziasse autonomamente: il suo fare è costellato di sfiducia, contestazioni, mancati rientri e disordine sanitario complessivo.

 Avrà letto per esempio cosa dice la Corte dei Conti anche sulla sua sanità? La mobilità ospedaliera nel 2015, riferita ai ricoveri fuori regione in Calabria, si attesta «su livelli particolarmente elevati»; l’intervallo che intercorre tra la ricezione delle chiamate da parte della Centrale operativa del 118 e l’arrivo del primo mezzo di soccorso, è fuori dai parametri (il tempo massimo dovrebbe essere inferiore o pari ai 18 minuti ma in Calabria si attesta sui 26 minuti); il monitoraggio sull’assistenza per le persone disabili e soggetti con problemi psichici evidenzia una carenza generalizzata di dotazione di posti letti nelle strutture residenziali e semi-residenziali; i tempi medi dei pagamenti ai fornitori saltano in modo costante.

Insomma una Calabria sanitaria che crolla. Ed egli per tutto ciò, ispirandosi alla FIAT, ravvisata la protesta, immagina un licenziamento di massa. Ma il suo operato lo ha giudicato? Ha convocato ultimamente Commissari del Ciaccio, del Pugliese e il DG dell’ASP-CZ e nulla s’è mosso: permangono le attese, assieme alle pretese.

Certo è che Lamezia e la Calabria subiscono un piano di rientro che, anziché modernizzare o economizzare senza tagliare servizi essenziali, offre una Calabria sempre più emigrante nella sanità. Il territorio calabrese è svuotato di vera sanità. Si è creata sfiducia, i costi lievitano, la disoccupazione di settore aumenta, le famiglie subiscono disagi enormi, i comuni e i sindaci protestano ma il risultato non cambia.

Siamo in un baratro da cui difficilmente si uscirà. La speranza crolla, questa sanità a cura Scura non lascia prospettive. Forse necessita rivolgersi in alto per avere ricadute verso il basso“.

Costa (PD) e le “insensatezze” del decreto Scura sul riordino della rete ospedaliera

CATANZARO – Non si placano le polemiche nel mondo politico circa il decreto n. 30 emanato dal Commissario Scura e dal suo vice Urbani, alimentando una discussione serrata soprattutto per quel che riguarda uno degli aspetti più problematici della sanità calabrese, vale a dire il riordino della rete ospedaliera pubblica e privata, anche alla lice del DM 70 del 2015, che individua i nuovi standard ospedalieri. Ad esprimersi in merito alla questione è stavolta Lorenzo Costa, capogruppo Pd al Comune di Catanzaro. “Non c’è dubbio che si tratta di uno degli adempimenti più attesi e importanti ha affermato – per dare certezza ed efficienza ad un comparto che impegna circa il 60% delle risorse finanziaLorenzo Costarie del bilancio regionale e riguarda il diritto costituzionale alla salute dei cittadini”. Secondo Costa, infatti, “non appaiono per nulla coerenti gli obiettivi perseguiti dall’Ufficio del Commissario per il Piano di Rientro dal debito sanitario se non con una discutibile operazione di carattere meramente finanziario. E se dovesse essere portato avanti caparbiamente questo decreto i cittadini calabresi  si vedrebbero condannati inesorabilmente alle lunghe liste d’attesa e ai gravosi viaggi della speranza che incrementano sempre di più il costo della mobilità passiva, che nel 2015 ha sfiorato i 290 milioni di euro”. Del resto, secondo quanto dichiarato dallo stesso capogruppo Pd, il decreto in questione si fonderebbe su un dato circa il fabbiosgno epidemiologico “assolutamente non aggiornato, dal momento che si riferisce ad elementi che risalgono al 2012 e, si sa, quanto sia importante in questo campo conoscere per amministrare con efficacia. Così come è evidente che la programmazione contenuta nel DCA non tiene in grande conto le notevoli diversità del territorio calabrese, specie dal punto di vista orografico”. In particolare, in riferimento alla provincia di competenza dell’ASP di Catanzaro, sede dell’unica facoltà di Medicina in Calabria, rimane ancora aperta la questione del nuovo Ospedale di Catanzaro, anche se dai dati emerge non una fusione tra due soggetti considerati alla pari ma, piuttosto, una incorporazione da parte dell’Università dell’Azienda “Pugliese-Ciaccio”, che scomparirebbe sotto il nome Azienda “Renato Dulbecco”. Per tale ragione, ben non si comprende il destino di alcuni dei reparti del vecchio “Pugliese”, quali la maternità, trasferiti al polo universitario “Materdomini”, o la presenza di reparti “doppioni” in entrambe le strutture. “Il progetto di trasferimento a Germaneto del dipartimento materno infantile e di parte del dipartimento di neuroscienze – continua Lorenzo Costa – senza la previsione di un pronto soccorso a Germaneto, sono insensatezze di una pericolosità inimmaginabile per i possibili eventi avversi. Infatti i pazienti continuerebbero ad afferire al pronto soccorso del “Pugliese” con una struttura depotenziata e poi dovrebbero essere trasferiti a Germaneto, con un assurdo andirivieni tra il Pugliese e Germaneto sulla pelle dei pazienti”. Sembrerebbe che il decreto di Scura cancellerebbe, nel riordino della rete ospedaliera, le unità di Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Gastroenterologia, Malattie endocrine del ricambio e della nutrizione, Nefrologia, Neurochirurgia, Oncologia, Ortopedia e traumatologia, Terapia Intensiva, Medicina Nucleare. “Occorre a questo punto – ha concluso il capogruppo PD – una presa di coscienza da parte anche delle istituzioni e preoccupa non poco il silenzio del Comune di Catanzaro, che ha pieno titolo per far sentire la sua voce ed impedire che questo assurdo disegno, che tra l’altro, incide negativamente anche sull’assetto organizzativo e sulla autonomia programmatoria delle stesse ASP, vada portato alle sue estreme e nefaste conseguenze, come logica conclusione di una miope gestione della sanità da parte dei Commissari che, oramai, dovrebbero prendere atto di quanto sia stata fallimentare questa esperienza per i cittadini calabresi e trarre le opportune determinazioni”.

 

Interrogazione parlamentare del Pd calabrese sulla questione dei presidi ospedalieri nell’Alto Tirreno cosentino

PRAIA A MARE (CS) -L’interrogazione inviata al presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute per chiedere quali misure il Governo intenda assumere per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza per assicurare adeguati presidi ospedalieri nell’area dell’Alto Tirreno cosentino, in particolare nel Comune di Praia a Mare. Firmatari sono Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd calabrese, e i Massimo_Scura_-_Commissario_Sanità_Calabriacolleghi Aiello, Battaglia, Bossio, Censore, Covello, Nicodemo e Stumpo. Infatti, i Sindaci dei Comuni del Tirreno cosentino hanno chiesto al Governo “la rimozione del Commissario Scura, l’immediata esecuzione della Sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito la riapertura dell’Ospedale di Praia a Mare, la revoca del Decreto n. 30 del 3-3-2016, la rivisitazione della rete ospedaliera del Tirreno cosentino sia pubblica che privata”, poichè gli atti di Scura e del suo vice Urbani hanno prodotto nel territorio atti di protesta da parte di amministratori locali e sanitari.

Nell’interrogazione si legge: “Il Consiglio di Stato con sentenza n 2576 del 20 maggio 2014 – emessa in riforma della sentenza del TAR Calabria – ha annullato il provvedimento commissariale (Decreto n. 18/2010) mediante il quale era stata prevista la riconversione del Presidio Ospedaliero di Praia a Mare, declassificato da struttura ospedaliera a Posto di Primo Intervento, con conseguente cancellazione delle attività di ricovero e chirurgia. A causa dei ritardi nell’attuazione della sentenza, era stato proposto dai Comuni di Praia a Mare e Tortora giudizio di ottemperanza al fine di dare esecuzione alla sentenza del giudice amministrativo e consentire la eventuale riapertura della struttura ospedaliera, previa l’effettuazione delle verifiche istruttorie previste nella sentenza stessa. Con sentenza n. 2968/2015 del Consiglio di Stato, nominava, in caso di perdurante inerzia, un commissario ad acta nella persona del dott. Domenico Di Lallo, al quale sarebbe spettato il compito di dare esecuzione alla sentenza del 2014. Il 4 dicembre 2015 il Dott. Di Lallo, non avendo ricevuta alcuna risposta e la necessaria assistenza istruttoria da parte del Commissario per il piano di rientro del deficit sanitario della Calabria ing. Massimo Scura nominato dal Consiglio dei Ministri il 12 marzo 2015, rassegnava le dimissioni dall’incarico assegnatogli dal Consiglio di Stato; con l’emanazione del Decreto n. 30 del 3-3-2016 a firma del Commissario per il piano di rientro del deficit sanitario, avente ad oggetto la riorganizzazione delle reti assistenziali in ambito sanitario riferito alla programmazione ed adeguamento delle dotazioni di posti letto ospedalieri accreditati (pubblici e privati), l’ing. Scura non ha recepito l’indicazione della sentenza del Consiglio di Stato affermando che il pronto Soccorso più vicino a Praia a Mare è quello della Casa di Cura Tricarico di Belvedere Marittimo (tra l’altro a 35 km di distanza), e contestualmente ridimensiona lo stesso Pronto Soccorso di Belvedere Marittimo che per oltre il 60% viene sostanzialmente chiuso“.

Secondo quanto emerge dalla interrogazione, dunque, non appare comprensibile come possa entrare in atto l’esecuzione del Consiglio di Stato dato che, se da un lato è in corso un processo di riordino della rete ospedaliera, dall’altro non sono noti gli esiti della rinnovata attività istruttoria e le misure eventualmente adottate per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza. Pertanto, è necessario capire quali siano le intenzioni del Governo per porre rimedio “ad una situazione di gravissima conflittualità istituzionale che gli atti della struttura commissariale della sanità calabrese stanno producendo”.

Vibo Valentia, quindici primari dimissionari per protesta contro il decreto Scura

VIBO VALENTIA – Quindici primari dell’ospedale di Vibo Valentia si sono dimessi oggi. La decisione è in segno di protesta contro il decreto col quale il Commissario per il Piano di rientro della sanità calabrese, Massimo Scura, ha disposto la riorganizzazione della rete ospedaliera. I primari dimissionari hanno comunicato la loro scelta tramite una lettera, indirizzata al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al Prefetto di Vibo, Carmelo Casabona, e all’Azienda Sanitaria Provinciale. Secondo i dimissionari, “il decreto del Commissario Scura conferma un trend di penalizzazione e vessazione nei confronti del presidio ospedaliero di Vibo, gradualmente spogliato dal 2007 ad oggi, di varie strutture complesse”.

Dorina Bianchi:”Occorre rivedere il decreto Scura”

Dorina BianchiROMA (RM)- “È necessario che il Commissario Scura riveda il decreto con cui ha previsto la chiusura di alcune unità complesse dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Reparti come quello di nefrologia e di microcitemia, svolgono dei servizi essenziali per i cittadini perché si occupano di pazienti con cronicità e che hanno bisogno di un supporto. Non si può rinunciare a queste tipologie di reparti”. A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali e deputato del Gruppo Area popolare.“La riorganizzazione ospedaliera – conclude – non può essere operata attraverso i tagli. Serve piuttosto un efficientamento e una razionale messa a sistema delle risorse. A farne le spese non devono essere i cittadini che con le chiusure dei reparti e i tagli vedrebbero solo indebolita la struttura sanitaria in un territorio delicato”.