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Evasi al Fisco 1,5 milioni di euro, denunciato titolare di un’azienda

VIBO VALENTIA – La Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha scoperto un’evasione di imposte, da parte di una ditta individuale operante nel settore della vendita all’ingrosso di carni, per 1,5 milioni di euro. Il titolare, risultato evasore totale, è stato denunciato per aver nascosto e distrutto i documenti contabili e per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi, Iva ed Irap.

I militari – al termine di una verifica fiscale coordinata dal Comando provinciale ed effettuata anche attraverso l’utilizzo dell’istituto della “cooperazione di mutua assistenza amministrativa” con altri Paesi che permette di richiedere ad organismi collaterali esteri l’acquisizione di fatture ed altri documenti fiscali relativi alle operazioni commerciali intracomunitarie – hanno ricostruito dall’anno 2013 al 2018 un volume d’affari e ricavi complessivo di circa 2,5 milioni.

Immagini di repertorio

Imprenditori e ‘ndrangheta, sequestro di beni nel reggino

REGGIO CALABRIA – Beni immobiliari per circa 7,5 milioni di euro, riconducibili al gruppo imprenditoriale Bagalà di Gioia Tauro, sono stati sequestrati dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico.

Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Dda di Reggio Calabria e ha riguardato Giuseppe Bagalà di 62 anni e Luigi Bagalà di 73 entrambi facenti parte del gruppo imprenditoriale operante nel settore degli appalti pubblici.

In particolare sono stati individuati e sequestrati 7 fabbricati di pregio a Gioia Tauro e Milano e 16 terreni agricoli, per 7 ettari, tra vigneti, uliveti e frutteti tra Gioia Tauro e Taurianova. Il sequestro segue quelli eseguiti nei confronti degli imprenditori, ritenuti espressione della cosca Piromalli, a luglio scorso per un totale di 115 milioni di euro e a gennaio, oltre 4,6 milioni di euro. In totale il patrimonio sequestrato è stimato oltre 127 milioni di euro.

Fonte e Foto Ansa

Società operanti nel settore della concia del cuoio, scoperta maxi evasione

LOCRI (CS) – Una maxi evasione fiscale da oltre 10 milioni di euro è stata scoperta dai finanzieri del Gruppo di Locri che hanno denunciato alla Procura i legali rappresentanti di due società operanti nel settore della preparazione e concia del cuoio.

L’ispezione ha preso spunto da investigazioni preliminari svolte con l’utilizzo delle banche dati di cui dispongono le fiamme gialle. L’attenzione si è quindi focalizzata sulle due società di capitali (di cui una in apparente liquidazione) che, dopo aver realizzato un cospicuo giro di affari in una provincia campana, per eludere il fisco, avevano trasferito, solo fittiziamente, le sedi legali nella Locride da un paio di anni.

Inoltre è emerso che, prima del trasferimento, le quote erano state cedute a soggetti nullatenenti – risultati poi irreperibili – cui avevano affidato l’incarico di amministratore unico. L’esame delle operazioni di accreditamento e addebitamento, ha consentito alle fiamme gialle di constatare la sottrazione al fisco di ricavi.

‘Ndrangheta attiva e operativa in Piemonte, blitz e arresti

TORINO – Vasta operazione stamane in Piemonte contro la ‘ndrangheta calabrese. Il blitz denominato Carminius è scattato alle prime ore di oggi e sta impegnando oltre 400 uomini dei carabinieri di Torino, dello Sco di Roma e della Guardia di Finanza.

I militari, su richiesta della DDA del capoluogo piemontese, partendo dalla provincia di Vibo Valentia, stanno eseguendo diversi provvedimenti di custodia cautelare in carcere a carico di un presunto sodalizio di stampo ‘ndranghetisctico, da tempo radicato nella regione.

Al momento risultano 17 le persone indagate alle quali viene contestato il reato di estorsione di tipo mafioso. Un’attività ben articolata, quella di oggi, già avviata nel 2012 dai Ros dei Carabinieri e nel 2015 dalla Guardia di Finanza che avrebbe permesso di accertare la presenza e l’operatività delle cosche calabresi in Piemonte.

 

 

Faceva affari con le cosche, sequestro milionario ad imprenditore

CROTONE – Beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 10 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Comando provinciale di Crotone a carico di Natale Garofalo, imprenditore ritenuto dagli investigatori in affari con la ‘ndrangheta crotonese.

L’operazione è stata denominata “Lea”, in ricordo di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009 e le cui dichiarazioni sono state utilizzate anche nell’indagine che ha portato alla confisca. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione misure di prevenzione su richiesta della Dda catanzarese – ha riguardato quattro aziende operanti nel settore edile, situate a Petilia Policastro e Crotone, un immobile nel milanese, sede amministrativa di un’attività economica pure confiscata, oltre a rapporti bancari, cassette di sicurezza, titoli, libretti di risparmio, buoni fruttiferi intestati all’imprenditore ed alla moglie Maria Cardamone.

Vibo, blitz in uno stabile , scoperta bisca clandestina

VIBO VALENTIA – C’è anche un giocatore di poker di fama internazionale di 54 anni, originario del Vibonese, tra le persone denunciate dai carabinieri e dalla Guardia di finanza che hanno operato un blitz in un locale del capoluogo scoprendo una bisca clandestina.

I militari, circondato lo stabile e rese inoffensive le vedette, hanno fatto irruzione cogliendo in flagranza i giocatori seduti ai tavoli con ingenti quantitativi di fiche. Il locale è stato sequestrato così come diverse migliaia di euro in contanti custodite nella cassa del locale. Recuperati anche documenti su cui erano annotati i nomi dei giocatori e la quota versata. I denunciati sono il legale rappresentante del circolo – il giocatore di poker – accusato di esercizio aggravato di gioco d’azzardo ed altre 8 persone, venute anche da fuori provincia, accusate di partecipazione a giochi d’azzardo. Secondo gli investigatori nella bisca erano presenti figure organiche alla ‘ndrangheta. E’ la prima bisca clandestina moderna scoperta nel vibonese.

Fonte e foto Ansa 

Prestazioni abusive, sequestrata la casa di cura “La Margherita”

REGGIO CALABRIA – La nota casa famiglia “la Margherita” destinata a ospitare anziani, sita nel capoluogo reggino, è stata sottoposta a sequestro preventivo dalla guardia di finanza di Reggio Calabria a seguito di un’ispezione eseguita, su delega della procura della repubblica.

L’articolata attività investigativa – coordinata dal procuratore della repubblica di Reggio Calabria dott. Giovanni Bombardieri e dal procuratore aggiunto dott. Gerardo Dominijanni e diretta dal sostituto procuratore dott. Nunzio De Salvo -, ha consentito di individuare la storica casa famiglia per anziani, che esercitava abusivamente la propria attività, in assenza di qualsivoglia autorizzazione sanitaria e amministrativa.

Durante le attività ispettive, espletate anche con l’ausilio del qualificato apporto degli specialisti dell’A.S.P., nonché di un medico geriatra, è stato rilevato che la suindicata casa famiglia ospitava ben 17 persone anziane, alle quali non veniva offerta alcuna assistenza medica qualificata, nonostante, come emerso dalle attività di riscontro, agli ospiti venissero somministrati, tra l’altro, una serie di farmaci.

All’esito delle attività, rilevata la commissione dei reati di esercizio abusivo della professione, con somministrazione di medicinali senza il possesso delle qualifiche sanitarie necessarie, nonchè la violazione di norme igienico – sanitarie per la somministrazione di cibo e per il sovraffollamento della struttura, la casa famiglia è stata sottoposta a sequestro preventivo d’iniziativa da parte della compagnia di Reggio Calabria, provvedimento, successivamente, convalidato dall’A.G.

Il medico geriatra, inoltre, dopo aver analizzato la situazione clinica di tutti i pazienti, rilevando, per la maggior parte di loro, l’assenza delle cartelle cliniche necessarie per effettuare una compiuta anamnesi, ha consigliato alle rispettive famiglie responsabili di ciascun anziano il trasferimento in strutture idonee a ospitarli.

Nella quasi totalità dei casi, sono state individuate residenze sanitarie assistenziali ovvero, in ogni caso, strutture che potessero garantire un’idonea assistenza sanitaria specializzata.

L’attività condotta rientra nei prioritari compiti della guardia di finanza a tutela della salute e della sicurezza pubblica, anche nell’ottica di garantire alle fasce sociali più deboli l’offerta di un’adeguata e qualificata assistenza socio-sanitaria e, al contempo, di tutelare le famiglie che, inavvertitamente, affidano le cure dei propri cari a strutture che millantano qualifiche e autorizzazioni di cui, invece, non sono in possesso.

Scoperto un collaudato sistema di frode, denunciate tre persone

CORIGLIANO – ROSSANO (CS) – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano hanno concluso un’attività di verifica fiscale nei confronti di una società di capitali con sede in Rossano (CS), operante nel settore edile, all’esito della quale è stato constatato che la società verificata ha sottratto al fisco circa 7,5 milioni di euro di materia imponibile.

I riscontri effettuati hanno permesso di appurare, in primis, che gli amministratori di diritto della società succedutisi nel tempo erano dei meri prestanome, in quanto completamente all’oscuro degli accadimenti gestionali della società. La stessa, infatti, è risultata essere gestita da un gruppo familiare che controlla tutt’ora ulteriori persone giuridiche, tutte già sottoposte a verifica e parte del sistema fraudolento, operanti nel settore edile e nella produzione e commercializzazione del calcestruzzo.

SCOPERTO UN COLLAUDATO SISTEMA DI FRODE

Successivamente, attraverso l’analisi della documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso dell’attività, è stato scoperto un collaudato sistema di frode messo in atto degli amministratori di fatto della verificata, che si sostanziava: – nell’emettere fatture per operazioni inesistenti relative alla cessione di mezzi, macchinari e impianti di produzione a società del “gruppo” effettivamente mai entrati nella disponibilità della verificata o dismessi in annualità passate; – nel registrare nella propria contabilità fatture relative ad acquisti di materiale edile mai effettivamente effettuati e destinato a non meglio individuati cantieri di lavoro; – nel compensare i propri debiti con l’amministrazione finanziaria con crediti risultati fittizi; al fine di “aggiustare” i bilanci annuali e sottrarre materia imponibile all’Erario.

NESSUNA TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI

Tutte le operazioni commerciali, da ultimo, sono risultate pagate attraverso ingegnosi artifizi contabili finalizzati ad impedire l’effettiva tracciabilità dei pagamenti. Complessivamente, per gli anni dal 2010 al 2018, è stata constatata l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per complessivi 7 milioni di euro, I.R.E.S. evasa per oltre 2 milioni di euro, IVA evasa per circa 2 milioni di euro e crediti fittizi indebitamente compensati per circa 700.000 euro.

Gli amministratori di fatto e di diritto della società sono stati deferiti all’A.G. competente per i reati previsti e puniti dagli artt. 2, 4, 8 e 10-quater del D.Lgs. 74/2000, reati per il quali è prevista la reclusione fino ad un massimo di 6 anni. L’attività della Guardia di Finanza si inserisce nell’ambito della proficua azione di lotta alla criminalità economica e finanziaria ed alle illegittime e/o indebite

‘Ndrangheta, maxi sequestro di beni nel lametino

LAMEZIA TERME (CZ) – Beni per circa un milione e mezzo di euro sono stati confiscati e sequestrati dalla Guardia di finanza a sei persone tra esponenti di spicco e prestanome di una cosca di ‘ndrangheta di Lamezia Terme. Per tre di loro è stata anche disposta la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per quattro anni.

Il provvedimento di sequestro e confisca è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo.

Dalle indagini svolte è emerso che i beni nella disponibilità dei sei destinatari del provvedimento sono di valore del tutto sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati e al tenore di vita mantenuto.
La misura ha riguardato tre ville, delle quali una in corso di costruzione, tutte ubicate a Lamezia Terme, un terreno con annesso appartamento sempre nella città della Piana, e un terreno all’interno del quale è stata abusivamente costruita una villa, due moto e nove autovetture, una delle quali d’epoca.

Fonte Ansa

Nascosti al Fisco 11 milioni di ricavi, blitz delle Fiamme Gialle nel cosentino

PAOLA (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Paola stanno eseguendo un’Ordinanza di custodia cautelare personale e un Decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore pari ad euro 3,7 milioni, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza – dott.ssa Letizia Benigno, su richiesta di questa Procura, nei confronti di 2 persone residenti nella Provincia di Cosenza, per occultamento o distruzione di documenti contabili ed evasione fiscale.

Il sequestro ha ad oggetto i saldi attivi su rapporti finanziari, quote societarie, beni immobili e mobili registrati, fino a concorrenza dell’importo sopra indicato, profitto dei reati contestati. In corso anche numerose perquisizioni nella Provincia di Cosenza. Il provvedimento cautelare personale è stato emesso nei confronti di un amministratore “di fatto” di una società risultata essere “evasore totale avendo nascosto al Fisco, dal 2011 ad oggi, ricavi per ben 11 milioni di euro”, sottoposto agli arresti domiciliari, nonché di un “prestanome”, destinatario dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, con divieto di esercizio di qualsiasi attività di impresa e di assunzione di cariche all’interno di persone giuridiche per la durata di un anno.

Le indagini penali sono scaturite da due verifiche fiscali, avviate dalle Fiamme Gialle grazie all‘individuazione “mirata“ dei soggetti economici attraverso l’attività di controllo del territorio e l’utilizzo delle banche dati, che complessivamente hanno consentito di sviluppare una specifica analisi di rischio e di rilevare significativi elementi di pericolosità sotto il profilo fiscale, originando le preordinate attività amministrative di controllo, poi sospese essendo emersi gravi indizi di reati tributari.

Le investigazioni – proseguite sotto la direzione della Procura di Cosenza e rese particolarmente complesse ed articolate anche a causa della mancata esibizione e consegna della documentazione contabile, occultata al fine di ostacolare la ricostruzione degli affari e del reddito (necessari per il calcolo delle imposte dovute all’Erario) – hanno avuto ad oggetto non solo la gestione delle due società sopra menzionate, attive nel settore della “commercializzazione di macchine e attrezzi agricoli”, sia in Calabria che in altre Regioni italiane, ma anche numerose altre imprese, tutte operanti nel medesimo settore e facenti parte di un stesso “gruppo societario”, riconducibili ad un’unica famiglia ed in particolare ad un “dominus”, individuato nell’indagato oggi arrestato.

Le Fiamme Gialle calabre, attraverso: – controlli incrociati effettuati nei confronti di oltre 200 imprenditori e persone informate; – indagini finanziarie: con movimentazioni di svariati milioni di euro; – l’acquisizione e l’esame di voluminosa documentazione; – l’analisi approfondita della “storia” di tutte le società coinvolte: con la ricostruzione puntuale, dal 2000 al 2018, dei vari passaggi delle quote sociali e delle cariche societarie, hanno ricostruito la reale posizione fiscale della società “fantasma” e definito il “ruolo dell’amministratore di fatto”.

Attraverso l’occultamento di migliaia di fatture e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti: – “non sono state dichiarate” operazioni imponibili per 11.000.000 di euro; – è stata “simulata la vendita” di terreni e di una macchina agricola fra tre delle società investigate; – sono stati “gonfiati” i prezzi di vendita di attrezzature e macchine agricole, tutto per sottrarsi al pagamento di imposte per oltre 3.700.000,00 euro. Al temine delle indagini, complessivamente sono state denunciate 4 persone (2 delle quali destinatarie dei provvedimenti cautelari in corso di esecuzione), per i reati di: – “Occultamento o distruzione di documenti contabili”; – “Omessa dichiarazione”; – “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. – “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, e sottoposti a sequestro denaro e beni per oltre 3,7 milioni di euro. Prosegue l’attività da parte della Procura della Repubblica di Cosenza e della Guardia di Finanza calabrese, anche nel contrasto all’evasione fiscale e contributiva, a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese e dei cittadini e degli imprenditori onesti.