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Taglio di legname fuori tempo massimo, azienda denunciata

SAN SOSTI (CS) – Un’area boschiva di quindicimila metri quadri e oltre 2000 quintali di legname sono stati posti sotto sequestro dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Sant’Agata D’Esaro. Il provvedimento  è avvenuto a seguito di un controllo effettuato in località “Pettoruto” di San Sosti, zona ricadente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Pollino. Sull’area del demanio comunale interessata al controllo era stato autorizzato un progetto di taglio eseguito da una ditta boschiva di Acri che avrebbe dovuto avere scadenza a febbraio 2016 grazie ad una proroga dello stesso Comune. Cosa che invece non è avvenuta  in quanto la ditta non avendo finito i lavori per tempo e non potendo avere ulteriore proroga ha proceduto ad abbattere tutte le piante oggetto del taglio lasciandole sul letto di caduta per il successivo esbosco. Si tratta di una a questione tecnico-economico-autorizzativa, infatti i Comuni per procedere ad ulteriori utilizzazioni dei boschi devono dimostrare alla Regione che con i proventi relativi alle vendite, si provvede a redigere i Piani di Gestione dei propri boschi; diversamente la regione non fornisce autorizzazioni per i tagli. Nello specifico la comunicazione di fine dei lavori prevista per febbraio è stata ritardata ed inviata al Comando Stazione Forestale solo nei giorni scorsi, quindi nel mese di Aprile, sicché il reparto ha quindi provveduto al controllo della regolarità del procedimento, evidenziando come questa,  pur non essendo in possesso di proroghe avrebbe proceduto comunque per ultimare i lavori. Pertanto è stata posto sotto sequestro l’area boschiva (circa un ettaro e mezzo) dove sono stati effettuati gli abbattimenti e il materiale legnoso. Appropriazione indebita aggravata, il principale reato riscontrato,  per l’amministratore unico dell’impresa esecutrice dei lavori e per i dipendenti quali esecutori materiali.  Possibili problemi anche per l’Ammministrazione comunale che non ha impedito la continuazione delle lavorazioni all’interno del lotto del bosco Pettoruto, nonostante con atto pubblico ne era stata dichiarata la chiusura definitiva a febbraio scorso.  Le indagini sono ancora in corso per i possibili risvolti economici consequenziali sui bilanci dello sfruttamento del demanio forestale del  Comune di San Sosti.

Maltempo in Calabria, allerta della Protezione Civile

CATANZARO – La Protezione Civile regionale ha diramato un bollettino di allerta per le condizioni meteorologiche avverse previste nelle prossime ore. In tutta la Calabria sono previste precipitazioni sparse, a prevalente carattere di rovescio o di temporale, accompagnate da frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Previste anche possibili mareggiate lungo le coste esposte. Le zone più a rischio sono quelle tirreniche, in particolare tra le province di Cosenza e Catanzaro. Le precipitazioni si protrarranno in particolare nelle giornate festive di domenica 24 e lunedì 25 aprile.

Crotone, cinque feriti in un incidente sulla statale 106

CROTONE – Cinque persone sono rimaste ferite in un incidente stradale. L’episodio si è verificato intorno alle ore 17 lungo la tratta della statale 106 che attraversa l’abitato di Crotone, all’altezza del centro commerciale Le Spighe.  Sul posto sono giunti i sanitari del 118 ed i vigili del fuoco. Presenti per i rilievi anche gli agenti della polizia stradale. Due le auto coinvolte, ancora in fase di accertamento la dinamica dei fatti. Dei feriti, il più grave è un bambino che ha riportato la frattura della mandibola, la perdita di quasi tutti i denti e diverse escoriazioni sul corpo. Gli altri passeggeri se la sono cavata con la frattura delle costole e varie ferite lacero contuse, in alcuni casi medicate con l’applicazione di punti di sutura. Il tratto della statale è rimasto chiuso per alcune ore, così da consentire la rimozione dei veicoli interessati.

Errori in ospedale, arrestati 4 medici a Reggio Calabria. Si indaga sul decesso di due neonati

REGGIO CALABRIA – Quattro medici sono stati arrestati e altri 6, insieme a un’ostetrica, sono stati sospesi dalla professione in un’inchiesta della Procura di Reggio Calabria. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di falso ideologico e materiale, soppressione, distruzione e occultamento di atti e interruzione della gravidanza senza consenso della donna.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, di Neonatologia e di Anestesia degli “Ospedali riuniti” di Reggio vi sarebbe stato un sistema di copertura illecito, messo in atto in occasione di errori commessi su alcune pazienti, per evitare di incorrere nelle responsabilità giudiziarie.

I presunti episodi di malasanità al centro dell’ indagine riguardano la morte di due neonati e le lesioni irreversibili riportate da un altro bimbo, dichiarato invalido al 100 per cento. Inoltre, l’inchiesta ha riguardato anche traumi e crisi epilettiche di una partoriente, il presunto procurato aborto di una donna non consenziente e le lacerazioni di parti intime di altre. Il sistema di copertura degli errori, secondo l’accusa, sarebbe stato condiviso dall’intero apparato sanitario.

 

 

Operazione Why Not, tutti assolti perché il fatto non sussiste

Salerno ( Sa) – Tutti assolti perché il fatto non sussiste. E’ la sentenza dei giudici della I sezione penale del Tribunale di Salerno per i sei imputati nel processo basato sull’ipotesi che le inchieste “Why not” e “Poseidone” condotte dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris quando era pm di Catanzaro, fossero state sottratte all’allora sostituto procuratore sulla base di un complotto. Sono stati quindi assolti Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Giancarlo Pittelli, avvocato e parlamentare, ex coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria; Giuseppe Galati, ex sottosegretario alle Attività produttive (oggi esponente parlamentare del gruppo Ala); Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria; Dolcino Favi, ex procuratore generale facente funzione a Catanzaro e l’avvocato Pierpaolo Greco.

Abbordano prostitute, interviene la polizia. Sette veicoli sequestrati

ROSSANO (CS) – Gli agenti del Commissariato di Polizia di Rossano hanno sequestrato la vettura a sette automobilisti che si erano fermati sul bordo della statale 106, a Corigliano Calabro, a parlare con sei prostitute di nazionalità romena, così come previsto da un’ordinanza del sindaco di Corigliano. In base alla stessa ordinanza, gli automobilisti e le donne sono stati multati. A due delle donne controllate, gli agenti hanno anche notificato l’avviso di inizio del procedimento amministrativo che prevede la successiva emissione del decreto di rimpatrio con foglio di via obbligatorio. Una terza donna è stata infine denunciata in stato di libertà per inosservanza al foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno nel comune di Corigliano Calabro emesso dal Questore di Cosenza Luigi Liguori.

Perseguitano due donne, arrestati dai carabinieri

LAMEZIA TERME (CZ) – I carabinieri di Lamezia Terme, in due distinte operazioni, hanno eseguito, due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Salvatore Caliciuri, di 47 anni, e Giovanni Grandinetti (30), entrambe per il reato di atti persecutori continuati e aggravati. Dalle indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Lamezia, e scaturite dalla denuncia di due donne soggette ad attenzioni indesiderate e che hanno trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine, è emerso che le vittime, in maniera reiterata nel tempo erano state oggetto, ognuna nel proprio contesto, di una serie di violenze psicologiche e condotte vessatorie che avevano causato veri e propri cambiamenti delle loro condizioni di vita. In particolare, secondo l’accusa, i due arrestati, nonostante fossero sottoposti alla misura cautelare del divieto di avvicinamento, violavano l’obbligo continuando le loro condotte aggressive.

Presunto danno alle casse regionali per oltre quattro milioni di euro. Chiesto il rinvio a giudizio per tre dirigenti regionali

CATANZARO – Le nuove norme regionali imponevano la pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione esclusivamente in via telematica. Nonostante ciò gli uffici hanno prorogato i contratti di stampa cartacea del Burc in favore dell’azienda di proprietà della famiglia Abramo di Catanzaro, causando un danno da quattro milioni e mezzo di euro. Per questo la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio in concorso per tre dirigenti della Regione Calabria. Il gip Wanda Romanò, su richiesta del sostituto procuratore Saverio Vertuccio, lo scorso 16 febbraio ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 12 luglio, quando deciderà se rinviare a giudizio l’ex dg del dipartimento Organizzazione e personale Antonio Izzo, in carica dal 25 maggio 2007 al 16 maggio 2010, e i già dirigenti del settore Provveditorato, Economato e Bollettino ufficiale, Giuseppe Longo, in servizio dal 7 ottobre 2009 al 31 agosto 2010, e Valeria Fedele, in servizio dall’1 settembre 2010 all’8 settembre 2011.

Maxi sequestro di beni a “cuore imprenditoriale” cosca Piromalli di Gioia Tauro

REGGIO CALABRIA – Beni per 215 milioni di euro sono stati sequestrati, tra Calabria e Campania, all’imprenditore Alfonso Annunziata, ritenuto dagli investigatori il “cuore imprenditoriale” della cosca Piromalli di Gioia Tauro. Tra i beni c’è anche il più grande parco commerciale della Calabria, il Parco “Annunziata”.
L’imprenditore è stato arrestato nel marzo del 2015 nell’operazione “Bucefalo” con l’accusa di associazione mafiosa.
Il processo si sta celebrando davanti ai giudici del Tribunale di Palmi. Secondo quanto aveva scritto il gip di Reggio Calabria nell’ordinanza di custodia cautelare, Annunziata “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca. Al contrario è un soggetto intraneo che si presta da oltre 20 anni volontariamente e consapevolmente al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della cosca”.

‘ndrangheta, maxi sequestro della Guardia di Finanza

REGGIO CALABRIA – Beni per circa 215 milioni di euro sono stati sequestrati, tra Calabria e Campania, dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, del Nucleo speciale Polizia Valutaria e del Servizio Centrale I.C.O. di Roma nei confronti di un imprenditore ritenuto contiguo alla cosca dei Piromalli di Gioia Tauro. Dalle indagini, hanno riferito gli investigatori, sarebbe emersa l’esistenza di un indissolubile rapporto di sinergia economico-criminale tra l’imprenditore e la cosca. L’uomo, infatti, si sarebbe prestato, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della ‘ndrina sviluppando nel tempo solide cointeressenze economiche e da ingenti investimenti a Gioia Tauro. Dalle indagini è emersa la sproporzione tra il patrimonio e i redditi dichiarati. Complessivamente sono stati sequestrati il patrimonio aziendale e le quote sociali di 6 imprese, 85 unità immobiliari, 42 rapporti finanziari e denaro contante per quasi 700 mila euro.