Tutti gli articoli di Lucia De Cicco

Giornalista pubblicista - iscritta OdG Calabria, Albo Pubblicisti spedire i vostri comunicati a ottoetrenta@gmail.com e a lucia.decicco@alice.it

Cosenza:Amedeo Ricucci fa il punto sulla professione giornalistica

amedeo Ricucci
Il giornalista Rai Amedeo Ricucci
incontro con Ricucci
L’Incontro all’Istituto “Monaco” di Cosenza

Il Circolo della Stampa di Cosenza, associazione dei giornalisti “Maria Rosaria Sessa”, con OdG Calabria in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa ha presentato: “Libertà di stampa e ruolo dell’Informazione nell’area dell’Islam” con Amedeo Ricucci, inviato di guerra Rai, il 7 maggio dalle ore 10,30 presso l’Istituto tecnico Industriale Monaco di Cosenza. Ha introdotto il giornalista, Gregorio Corigliano, presidente del Circolo della Stampa, è seguito l’intervento del dirigente scolastico, Ennio Guzzo, e i chiarimenti riguardo al seguito della formazione del giornalista, Giuseppe Soluri, presidente dell’ Ordine dei Giornalisti della Calabria. La partecipazione all’evento era gratuita, per due crediti formativi per l’aggiornamento alla professione. Amedeo Ricucci arriva trafelato, e da subito precisa che il termine d’inviato di guerra oggi è obsoleto. Il giornalista oggi è colui che vive di agenzie, che sta dietro alle scrivanie, ma la bellezza e il ruolo sul campo con una buona dose di studio alle spalle di certo fanno del giornalista un grande e buon giornalista, in grado di saper distinguere una notizia vera da una falsa. Di fatti il grande rischio, oggi è d’incorrere in errori di valutazione se non si è diretti osservatori dei fatti. Tutti scrivono e le informazioni volenti o nolenti sono in mano anche al social, in mano a tutti coloro, che disponendo di una macchina digitale possono riprendere fatti e porli all’attenzione mondiale, attraverso il semplice caricamento di un video o di una foto. Ma, aggiunge Ricucci, il ruolo del giornalista allora deve mutare, perché solo il giornalista, che è presente ai fatti, può discernere cause, motivazioni e conseguenze e dare voce esauriente alla verità di quel momento, che lo stesso fotografa e certifica con la sua presenza. Il fatto che il giornalista non sia presente sul posto, fa si che l’editore ne possa approfittare “essendo il più delle volte impuri della professione e scendono in campo solo per farsi i loro affari”. Ricucci pone l’accento di come l’obbligo di verificare i fatti sta alla base della sua stessa scelta primaria del fare giornalismo e che addirittura è cresciuto con questo valore fondamentale che è la verifica personale dei fatti. Riprende l’esempio dell’attacco alle Torri gemelle, atto terroristico dell’Islam Integralista, per ribadire, che nonostante i video dei cittadini americani presenti, solo i giornalisti sono stati in grado di tirare le somme di ciò che è accaduto e le dinamiche con le ipotesi. Il giornalista è giusto che mantenga un ruolo fondamentale nell’ecosistema informativo, che è un bene si sia arricchito di azioni o atti di giornalismo, continua Ricucci, ma la trasformazione dei fatti in notizie è e rimane essenziale e lavoro complesso. Ancora nell’incontro anticipa la notizia di un suo documentario, che andrà in onda il 17 maggio alle 23,00, nato dall’idea per un episodio accaduto a Porto Recanati dove alcuni cittadini, presi dalla paura degli attacchi dell’Isis, hanno telefonato alle forze dell’ordine per denunciare la presenza di un drappo nero su un albero, forse a dire loro la bandiera dell’Isis, poi rivelatosi uno straccio nero. Notizia che purtroppo è finita sui giornali, con servizi in tv private delle Marche, finta notizia, che se mai andava data come segno di psicosi collettiva. Nevrosi di massa, che però i media hanno enfatizzato. “Facciamo il nostro lavoro, dice Ricucci, con gli strumenti del nostro mestiere, che ci impone di non inseguire le notizie e di evitare i caratteri cubitali nelle colonne e il sensazionalismo”. Il giornalista per definirsi tale, deve evitare la fascinazione della notizia con conseguente emulazione e deve anche evitare la possibilità di una psicosi collettiva. Egli si fa consapevole del fatto che la rete viaggia veloce, lo stesso you tube ha oscurato migliaia di video dell’Isis che riportavano immagini crude. th (2)Si deve contestualizzare, invece, il senso delle immagini che si vanno a proporre, anche perché molti video possono essere costruiti così come le foto e mettere nei guai persone innocenti, che poi non riceveranno scuse per gli errori il più delle volte. Da evitare nell’informazione specifica su l’Islam, secondo Ricucci, è sicuramente l’equazione e sillogismo: terrorismo sta a Isis, come Isis sta a mondo Islamico. Riguardo all’aggiornamento professionale, il Giornalista invita ad aderire, indipendentemente dai crediti formativi, essendo il mondo oggi più complesso e necessita di maggiore comprensione. 

Lucia De Cicco

                                                                                                                                                                                                                

Expo 2015: l’essenziale di San Francesco da Paola

demetrio Guzzardi
L’editore Demetrio Guzzardi

image001Arriva anche all’Expo di Milano 2015, una proposta dal mondo cattolico: la presentazione in anteprima nazionale alla XI edizione del Festival Biblico di Venezia, dal 21 maggio a martedì 2 giugno 2015, proprio nella giornata conclusiva. Vicenza, alle ore 17,00 nell’oratorio del Gonfalone, Contrà Canneti, si presenterà il volume “San Francesco di Paola, il profeta dell’essenziale con l’intervento dell’autore, don Daniele De Rosa, l’editore Demetrio Guzzardi, (Edizioni progetto 2000) padre Giovanni Cozzolino, ordine dei Minimi di San Francesco da Paola. Si legge in una nota: La figura di S. Francesco di Paola è di grande attualità per la relazione con il cibo, in tempi di abbondanza ma anche di ritorno all’essenzialità. Il rapporto con il cibo che ci indica permette una riscoperta di relazioni sane con la nutrizione e l’alimentazione, come dimostrano i successi dietetici delle ricette ideate dai discepoli di S. Francesco.

                                                                                                                                     Lucia De Cicco

Amantea (Cs): servizio di controllo per parcheggi a striscia blu

 

striscia-blu-parcheggio-autoRiprenderà a partire da giovedì 7 maggio il servizio di monitoraggio per il pagamento dei parcheggi segnalati dalle strisce blu. Il settore di Polizia Municipale, infatti, ha provveduto a pubblicare il bando sulla Gazzetta Ufficiale Europea che dovrà determinare la nuova azienda chiamata ad esercitare il servizio. Nell’attesa che ciò avvenga, per i prossimi quattro mesi, sarà l’associazione temporanea di impresa “Ati gestione parcheggi” a dare seguito all’opera di controllo.«Complessivamente, spiega il comandante, Emilio Caruso saranno utilizzate cinque unità operative, che vigileranno sui circa quattrocento posteggi a pagamento dislocati tra Amantea e Campora San Giovanni. Il funzionamento del servizio è regolamentato dai cartelli posizionati in prossimità degli stalli, dove sono indicate anche le ore in cui è possibile usufruire gratuitamente degli spazi in questione».«In attesa della nuova aggiudicazione, evidenzia il sindaco Monica Sabatino, gli ausiliari potranno svolgere il proprio lavoro, garantendo la rotazione dei posteggi. Rimangono in vigore i regolamenti relativi all’isola pedonale. Quando il traffico è interdetto non è possibile parcheggiare neanche nelle aree segnalate dalle strisce blu. È il caso ad esempio di via Margherita e di corso Italia nei giorni festivi».

E. Pastore-Ufficio stampa di Amantea (Cs)

Cosenza: Bozzo incontra i responsabili degli uffici Igiene dell’Asp

th (7)A Cosenza quest’anno la consueta campagna di disinfestazione inizierà con largo anticipo rispetto al solito. Lo hanno deciso, insieme, l’Assessore alla Sanità, Salute e qualità della vita Massimo Bozzo e i responsabili degli uffici Igiene dell’Asp al termine di un incontro nel corso del quale si è discusso della necessità di anticipare i tempi della disinfestazione, in considerazione delle temperature elevate di questi ultimi giorni. L’assessore Bozzo ha contestualmente comunicato che lunedì 11 maggio partirà, dal quartiere San Vito, la disinfestazione anti-larvale che proseguirà nei giorni successivi negli altri quartieri della città. Lunedì 25 maggio, invece, partirà la disinfestazione notturna. “Ringrazio i responsabili degli uffici Igiene dell’Asp – ha affermato l’Assessore Bozzo – che hanno manifestato grande disponibilità ad anticipare i tempi delle disinfestazioni. D’altra parte le temperature di questi giorni richiedevano interventi così tempestivi, a tutela della salute dei cittadini”.

Ufficio stampa comune di Cosenza- Giuseppe Di Donna

 

 

 

 

 

 

Cosenza: l’Accademia cosentina sulle tracce passionali di Dante Alighieri

tavolo di presidenza
Tavolo dei relatori


Si è tenuta nella Sala dell’Accademia Cosentina, presidente Ernesto D’Ippolito, ieri 5 maggio, all’interno di un ormai storico Palazzo, voluto fortemente dall’Accademia Cosentina e che si trova su un lato del Teatro Rendano di Cosenza, in Piazza XV marzo, un incontro dedicato a Dante Alighieri, organizzato dalla Società Dante Alighieri, comitato di Cosenza, presidente Maria Cristina Parise Martirano. A declamare e spiegare il primo canto dell’Inferno della Divina Commedia, incipit poema sacrum, il docente Unical (Università degli studi della Calabria) professor Francesco Bausi. Un ambiente accogliente e caldo in cui accenno estivo e silenzioso, dovuto alla bellezza dei versi danteschi, ha reso ancor più magica la cornice di questo antico edificio, inaugurato il 4 marzo del 1898. Sono stati esposti alcuni quadri della pittrice Maria Teresa Aiello. Il canto, che è attraversato in principio da oscure profezie, diventa sempre più circostanziate nella seconda parte dello stesso. Con immagini via via più dettagliate che fanno parte della vita politica e spirituale di Dante, in cui l’Autore deve prendere coscienza anche dei suoi peccati, susseguenti la morte di Beatrice. Egli non sa dire come vi sia entrato in quella selva oscura e qui ne scorgiamo i vari aspetti del Dante Alighieri multi-facciata. La sua lussuria, volgendosi alle donne altre, dimentico di Beatrice, il Dante superbo intellettuale di particolare dottrina e della filosofia, e il Dante uomo politico e in carriera. La selva oscura, diventa quindi espressione delle sue violente passioni umane in cui egli stesso è smarrito. un momento della serataDalla selva riesce a uscire, spiega il professor Bausi, ma i suoi piedi rimangono fermi in una sorta di scala, uno più alto e l’altro più basso a indicare il suo attaccamento alla terra e alle cose terrene. Il professor Bausi analizza anche l’apparizione immediata di Virgilio a Dante (un soccorso alle necessità del poeta), il suo silenzio, che sta a sottolineare (proiettando su Virgilio), le sue personali difficoltà di parola, infatti dice che, per lungo silenzio Virgilio ad egli pareva fioco. Interessante denotare attraverso le parole del docente Bausi di come, nonostante la probabile evoluzione politica di Dante, che si scorge nei tre Canti, un nesso e filo conduttore esiste e che fanno della Divina Commedia un tutto unico anche con la  precedente produzione letteraria dell’Autore. Allo stesso modo quando scorgiamo il Dante, intento a limitarsi a riportare in altro libro le profezie ascoltate. Si fa riferimento al Messo, e a varie profezie, che Dante lascia tali, espresse in un linguaggio, che impediscono un’identificazione certa. Nella relazione del professor Bausi, si fa anche riferimento all’uso della parola della lingua toscana che porta a una certa approssimazione al sostantivo che Dante ha usato in queste profezie che narrano l’avvento di un Imperatore. Si può quindi dire che il canto si può suddividere in una prima parte più schematica e una seconda parte, più concreta con la comparsa di Virgilio. Importante rimane il riferimento alla Sacra Scrittura, per invitare la riflessione e approfondire la Verità nascosta. Nel primo canto l’analogia si coglie subito, quando Dante invita a cogliere i particolari sul suo di testo e quelli del Sacro Testo, affiancando la propria opera a quella del Sacro Testo, che nel Medioevo era tra i più noti. Dante nel testo, mette subito le mani avanti, perché sa bene che nel corso del viaggio incontrerà Virgilio del tutto pagano e che nel testo sacro non crede, ma che Dante designa come poeta. Insomma la Divina Commedia ancora oggi fa scorgere le astuzie, ma anche la bellezza del pensiero di Dante Alighieri, che accosta il pensiero laico al religioso, elevando i versi di molti personaggi che incontra nel suo viaggio e che sono di grande spiritualità esattamente come la Divina Commedia.th (9)

                                                                                                                                                                        Lucia De Cicco

L’Intervista: Tropea tra le onde del Premio “Onde Mediterranee”

di Lucia De Cicco

th (8)
Tropea
pasquale de luca
Pasquale De Luca, poeta

Si è tenuta lo scorso 30 aprile nella chiesa di Michelizia, a Tropea, la perla del Tirreno, la manifestazione del prestigioso premio internazionale “Tropea, onde mediterranee”, voluto e già alla sua XII edizione dal poeta, professore Pasquale De Luca. Con la partecipazione di: Enzo Godano, Geraldyne Caracciolo, Saverio Rombolà, Mario Epifano. Contributi artistici di: Rossana Pungitore, soprano, Raffaele Tassano, tenore, Rocco Lia, pianista. La commissione esaminatrice era formata da: Gaetano A. Bursese, consigliere della Corte suprema di Cassazione, Giuseppe Melgrana, editore, professoressa Domenica Angiò, professor Donato Giuri, Rossella Iannello, presidente Adet. I partecipanti delle tante sezioni, che De Luca precisa le ha denominate “Onde” come quelle del mare, hanno potuto scegliere in una vasta gamma: dalla poesia inedita, in lingua e in vernacolo a quella edita, dalla Poesia dei Popoli, sezione Poesia d’Europa e del Mondo a quella per la Vita, patrocinata dall’Avis, in cui è stato inserito anche un premio speciale della Giuria. Al concorso hanno preso parte anche gli alunni della Scuola primaria e secondaria di primo grado e di secondo grado. Hanno condotto la premiazione e la serata, Daphene Iannicelli, Marcella Davola. Con la presenza dell’assessore alla cultura, Maria Stella Vinci, del Comune di Tropea, avvocato Accorinti, presidente dell’Accademia degli affaticati, Vittoria Saccà, presidente dell’Unitre di Tropea, professoressa Galloro, dirigente dell’Istituto di Vibo Valentia Garibaldi-Buccarelli. Era presente anche un gruppo di alunni della primaria Dafnà di Zambrone. Un premio speciale è stato consegnato anche al frate cappuccino Salvatore Vetere, latinista, epigrafista e storico. Noi abbiamo intervistato il professor Pasquale De Luca e patron del Premio, delegato provinciale della Scuola di Poesia-Unione dei poeti mondiale del preposto al Nobel Cavalier Silvano Bortolazzi, e già docente di letteratura nella scuola secondaria di primo grado. E Gaetano A. Bursese, consigliere della Corte suprema di Cassazione.

Professor De Luca, un premio importante giunto ormai alla sua XII edizione. Qual è stata la molla iniziale?

La mia personale passione per la poesia, e l’amore per il mare, da cui anche la denominazione del Premio “Onde Mediterranee”. Un premio che mi dà tante soddisfazioni, ma che mi costa tanto quanto fatica e impegno e organizzazione. Ma rappresenta un orgoglio per la nostra Terra. Uno dei pochi premi che, probabilmente, pone un panorama vasto come partecipazione e regolamento, in cui troviamo tante onde (sezioni).

Tra le onde anche la poesia in vernacolo e la poesia del mondo…

La poesia dialettale abbraccia tutta l’Italia e non solo la Calabria, abbiamo avuto poesie pervenute dal Veneto, dalla Lombardia, Puglia, Toscana, Sicilia. L’onda riservata agli autori del Mondo e di Europa è molto interessante, perché invita i poeti stranieri a partecipare al Premio nelle diverse lingue.

Abbiamo anche una poesia impegnata: la poesia per la Vita…

Mentre tutte le altre onde sono a tema libero, in questa particolare sezione gli autori devono ispirarsi alla donazione del sangue, degli organi e del dono in generale. Sono tre anni che partecipa l’Avis.

Riceve finanziamenti per l’organizzazione di questo Premio?

Diciamo che come spesso accade per tutti i Premi, il peso maggiore ricade sull’Organizzazione, ma riceviamo un piccolo contributo, che si chiede agli autori nel momento dell’adesione. Ne sono escluse le scuole. Redigiamo anche un’antologia, che contiene gran parte delle poesie, che partecipano, per la poesia edita si pubblica solo il titolo dell’opera, con la cover, una sorta di catalogo. Quest’anno, battendo tutti il record dell’anno prima, abbiamo pubblicato un volume di 302 pagine. Ciò ci dà la dimensione dell’importanza di questo Premio, sia in quantità sia in qualità. Non si fa distinzione sul tema, sui confini geografici e sull’identità e appartenenze del poeta, forse il successo.

Redigete una graduatoria dei vincitori?

Mettiamo solo i primi classificati, perché tutte le altre liriche sono pari-merito secondo il giudizio di valutazione finale. Non ci piace dare giudizi di demerito, non sarebbe bello per l’autore scorgersi per ultimo nella graduatoria. Ogni opera ha la sua motivazione, che è riportata sia sull’attestato di Diploma che sull’antologia.

Ci sono eventi gemellati al Premio durante l’anno?

In marzo abbiamo quello legato alla Festa della donna, un altro in luglio per i poeti Calabresi che non hanno vinto nel Premio di aprile. Nel primo: poesia al femminile, in cui diamo spazio alle autrici calabresi, con un omaggio alle tante poetesse Italiane, che hanno arricchito la letteratura poetica del nostro Paese. Editiamo un calendario con i testi poetici e quest’anno abbiamo avuto ospite anche il papà del piccolo Nicolas Green (il bambino ucciso per errore in vacanza in Italia, anni fa, e di cui la famiglia ha predisposto la donazione dei suoi organi).

Con quante case editrici collabora?

momento della premiazione
Un momento della premiazione

La editrice Giuseppe Melgrana di Tropea, con cui ho pubblicato diverse mie opere e l’altra è la Thoth di Capo Vaticano.

Gaetano A. Bursese, consigliere della Corte di Cassazione, ma amante della Poesia?

Sì, amante della poesia e devo dire che gli aspetti che mi colpiscono di questo Premio sono: la mole di partecipazione e di lavoro destinato a noi giurati, che giudichiamo, ci tengo a precisarlo, in modo separato e autonomo e di come anche i fuori sede arrivano a Tropea per ritirare il loro premio, ma anche un diploma. Giungono poesie da ogni parte del mondo, una a esempio dalla Siria, scritta in arabo. Tutto questo lavoro, però fa onore, non solo alla città di Tropea, ma a tutta la Calabria, mettendo in evidenza il bello di questa terra.

Tutta questa poesia che le sarà passata tra le mani, ha però avuto un criterio di valutazione. Quali sono stati i suoi parametri?

Si guarda la perizia, ma soprattutto la genuinità e la spontaneità del verso. Mi ha colpito un sonetto scritto in spagnolo, così come bella era anche la poesia di una giovanissima Toscana, che ricordava nei suoi versi il papà emigrato, così come bella era la poesia del poeta più anziano partecipante, con l’età di novantadue anni, cui è stato consegnato un premio speciale, per il suo verso molto comunicativo e ironico.

Amantea (Cs): Al via il calendario degli appuntamenti estivi

Giovanni Battista Morelli 6
Giovan Battista Morelli

Avanti senza indugi per programmare al meglio la stagione estiva. I confortanti dati di afflusso che si sono registrati ad Amantea tra aprile e maggio hanno avuto l’effetto di velocizzare l’organizzazione del calendario degli appuntamenti che avranno luogo da giugno a settembre.«Oramai, rimarca con orgoglio l’assessore al turismo Giovanni Battista Morelli, siamo riusciti a creare un continuum temporale tra estate, autunno, inverno e primavera. La vivacità artistica e culturale dell’intero comprensorio Nepetino consente di interfacciarsi con manifestazioni di varia natura per tutto l’anno. Una peculiarità che se incentivata e migliorata non solo è in grado di generare turismo, ma anche di sostenere la crescita economica del territorio, potenziando anche il lato commerciale, storica vocazione della città. Già da qualche settimana, insieme al delegato per i rapporti con le associazioni Caterina Ciccia, abbiamo avviato un confronto serene e costruttivo per organizzare al meglio i vari appuntamenti». Amantea, fortunatamente, può contare su una serie di eventi che sono oramai consolidati e che si ripetono con successo di anno in anno. Compito dell’esecutivo è fare in modo di destagionalizzare il più possibile l’offerta favorendo la partecipazione e la presenza di turisti e visitatori anche nei periodi di bassa stagione. «Lo scorso anno,  evidenzia Morelli, il cartellone estivo si è di fatto concluso nel mese di ottobre a ridosso del periodo fieristico. Complice il clima quanto mai favorevole, Amantea ha saputo mostrare il lato dell’accoglienza. Ora si riparte da questo. Confermati gli appuntamenti tradizionali: le due Notti Bianche, quella di Campora San Giovanni il 16 agosto e quella del capoluogo due giorni dopo, la Guarimba Film Festival dal 7 all’11 agosto, la festa dedicata agli Amanteoti nel mondo in programma il 6 agosto. E ancora le due giornate della Grotta dei Desideri che avranno luogo l’1 ed il 4 agosto, senza dimenticare gli spettacoli di musica e ballo proposti dalle scuole presenti in città, i concerti bandistici ed il teatro che tanto interesse ha suscitato anche nel periodo invernale. Il Campus, dedicato all’ex sindaco Francesco Tonnara, è stata la struttura più utilizzata a livello regionale, segno tangibile dell’interesse suscitato. Ma anche il mese di maggio è pronto a riservare sorprese. Amantea ospiterà il raduno dei fotografi della Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) che avrà luogo dal 20 al 24. Ed ancora i concerti del festival promosso dall’orchestra dei Fiati Mediterranea dal 15 al 17 maggio. Siamo tutti concentrati per coniugare costi, risorse ed eventi e per fare in modo che Amantea possa mostrare il lato più bello, quello del sorriso».

Ufficio stampa Comune di Amantea – E. Patore

Amantea (Cs): A scuola con i Vigili del fuoco

Emma Pati 2
Emma Pati

Imparare a comportarsi in caso di incendio e soprattutto riuscire a mettere in pratica quelle direttive che, in caso di emergenza, possono fare la differenza tra la vita e morte. Nasce da questo presupposto la felice sinergia tra il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Monica Sabatino, l’associazione “Stefano Medaglia 78” e la dirigenza delle scuole dell’obbligo del comprensorio Nepetino. I Vigili del Fuoco, con la consueta maestria e professionalità, proporranno dei percorsi didattici che consentiranno agli alunni, ma anche agli insegnanti, di apprendere i comportamenti idonei da tenere quando si ha che fare con le fiamme, evitando così che il panico e l’ansia prendano il sopravvento. Questo particolare corso di sicurezza, intitolato “Non scherziamo con il fuoco lo domiamo con un gioco” si terrà il prossimo 8 maggio, a partire dalle ore 9,15, presso il parco della Grotta. Qui verranno create delle simulazioni che consentiranno di passare con immediatezza dalla teoria alla pratica. «L’iniziativa, spiega l’assessore all’istruzione,  Emma Pati  è stata fortemente voluta dall’associazione “Stefano Medaglia 78” nella persona di Massimo Ragusa, che ha seguito l’iter organizzativo passo dopo passo, facendo in modo che i Vigili del Fuoco potessero promuovere un incontro proprio ad Amantea. Il progetto in questione si è già svolto in molte città italiane, sotto la direzione dei comandi provinciali dei Vigili del Fuoco, raccogliendo ovunque approvazioni e consensi. Lo scopo principale è regalare ai bambini un vero e proprio corso semplificato, mostrando loro, ma anche ai genitori, le principali tecniche di prevenzione in materia di incendi. Le attività, poste sempre sotto forma di gioco, sono finalizzate a comprendere come bisogna comportarsi di fronte alle fiamme o a un incidente, cosa bisogna fare in caso di terremoto, come avviene l’evacuazione di una scuola o di un luogo pubblico e come si può aiutare un diversamente abile nel caso in cui si presenti una situazione di pericolo. L’auspicio è che l’iniziativa, realizzata anche con il supporto della Protezione civile, possa essere replicata anche negli anni successivi, nella piena consapevolezza che attraverso la giusta informazione è possibile contribuire alla crescita di persone migliori».

Ufficio stampa di Amantea – E. Pastore

Cosenza: Tre intense giornate all’insegna della spiritualità guanelliana

 

Pubblicazione1
Il Programma completo

Nel quadro del Centenario (1915 – 2015) della nascita al cielo di San Luigi Guanella, l’Urna del Santo  sta attraversando il Centro Sud Italia facendo sosta nelle realtà guanelliane. Dall’11 al  13 maggio sarà a Cosenza nella Casa Divina Provvidenza.  L’evento è particolarmente atteso perché dà l’opportunità di venerare questo Gigante della Carità cha ha speso la sua vita in soccorso degli ultimi, dei poveri e degli umili. Don  Guanella nasce a Fraciscio (SO) il 19 dicembre 1942 da Lorenzo e da Maria Antonia Bianchi, non di tredici figli. Compiuti gli studi a Como nel Collegio gallo, il 26 maggio 1866 fu ordinato sacerdote. Per nove anni svolse il suo ministero a Prosto e Savogno: due piccoli paesi di montagna della Valtellina. Spinto dal desiderio di soccorrere i poveri cercò la sua strada anche a fianco di don Bosco a Torino dove rimase per tre anni (1875-1878). Richiamato dal Vescovo ritornò in Diocesi ma sempre cercò, fra difficoltà e incomprensioni la sua strada di carità sicuro che la Provvidenza gli avrebbe mostrato la via. A Pianello Lario, sulle rive del lago di Como, nel 1881, dopo la morte del parroco don Carlo Coppini, troverà un ospizio da lui avviato con alcune orfane e bisognose, assistite da un gruppetto di anime Consacrate, tra cui le due sorelle Bosatta: Marcellina che diventò la Cofondatrice della Famiglia Guanelliana e la Beata Chiara (1858-1887). Il 5 aprile 1886 due suore, un paio di orfanelle, un tavolo e una sedia sgangherate partono con una barchetta per Como:  è l’inizio delle fondazioni di don Guanella. A Coma fondò la casa della Divina Provvidenza, in seguito andò a Milano, a Roma e in altri luoghi dell’Italia e della Svizzera. Morì a Como il 24 ottobre del 1915. Il 25 ottobre del 1964 Papa Paolo VI lo dichiarò Beato; il 23 ottobre 2011 papa Benedetto XVI lo proclamò Santo per la Chiesa Universale. La Sua Spiritualità si fonda sulla Paternità di Dio. Oggi a cento anni dalla sua morte, la grande Famiglia Guanelliana composta dalle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (Fsmp), dai Servi della Carità (SdC) e dai Guanelliani Cooperatori, seguendo le orme dei san Luigi Guanella continua a diffondere il suo messaggio in 21 nazioni sparse in tutto il mondo. Al loro fianco, si unisce anche il Movimento Laicale Guanelliano di cui fanno parte i giovani, le famiglie, i volontari, gli operatori delle comunità guanelliane, gli ex allievi e amici. L’attuale struttura (1581) sede della Casa Famiglia Divina Provvidenza sorge sul colle Pancrazio. Essa era di proprietà del Comune di Cosenza, il quale lo cedette alla sig.na Elvira Boccuto, nobildonna di Longobucco che ne aveva fatto richiesta  per farne un Istituto di educazione per le ragazze povere della città di Cosenza. Nel dicembre 1918 venne stipulato il contratto di compravendita: le prime a beneficiarne sarebbero state le orfane di guerra e tra le altre clausole c’era anche quella di garantire a Sr. Teresa Vitari, ultima superstite delle Cappuccinelle, l’abitazione nel convento e la possibilità di esercitarvi le sue pratiche religiose. Don Guanella non vide l’arrivo delle sue “martorelle” (le sue suore) a Cosenza, ma egli le precedette il 17 maggio 1913 quando accompagnò suo cugino mons. Tomaso Trussoni, il quale faceva il suo ingresso a Cosenza come Vescovo dell’Archidiocesi cosentina. Il loro rapporto fu da sempre caratterizzato da una profonda stima reciproca e da una sincera collaborazione affettiva. Il 29 maggio 1919 Mons. Trussoni scriveva alla superiora delle FSMP, Madre Marcellina Bosatta, per chiedere l’invio di alcune suore per aprire una casa di beneficenza e di educazione nell’ex convento delle Cappuccinelle situato sul colle Pancrazio. La Superiora accolse favorevolmente la richiesta e, sbrigate velocemente le pratiche burocratiche, partirono da Milano tre suore: Dei Cas Caterina (da Piatta Bormio) di anni 25, assistente; Mazzolari Caterina (da Cremona) di anni 42, insegnante di asilo; De Carli Mariannina, siciliana di anni 23, aiutante. Sostarono a Roma; a Cosenza furono accolte calorosamente dall’ultima rimasta della Cappuccinelle, suor Teresa Vitari,  e dall’Arcivescovo: era il12 settembre 1919. Il 25 dello stesso mese la Madre Generale scrisse due commoventi lettere: una all’Arcivescovo monsignore Trussoni e l’altra alle Suore.Al grazie per la chiamata a Cosenza dell’Arcivescovo si aggiunge l’invito alle sue Suore di riportare all’antico splendore il Convento delle Cappuccinelle fidando nell’aiuto della Provvidenza e dei figli di Cosenza, insieme alla benefattrice tanto amabile e amata. Il 10 giugno 1920 è stipulato il contratto di compravendita del Monastero e dell’annesso giardino tra la generosa signorina Boccuto e le nuove suore che possono averlo allo stesso prezzo e condizioni per cui la Boccuto lo aveva acquistato dal Comune di Cosenza. La fiaccola di carità che aveva illuminato il colle Pancrazio sin dal lontano 1581 tornava a risplendere attirandosi la fiducia, l’ammirazione e la simpatia affettuosa di tutto il popolo cosentino. Fiaccola  che continua a risplendere per la generosa opera di carità svolta dagli operatori laici e laiche e dalle consorelle Figlie di Santa Maria della Provvidenza guidate dalla superiora Suor Gabriela Carbajal Esperanza sotto la protezione della Madonna della Provvidenza, dalla Beata Chiara Bosatta e dal santo Fondatore don Luigi Guanella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esercito Italiano: 154° Anniversario Costituzione

2 errico gen
Generale Errico
Ministro_Pinotti_insignisce_bandiere_Esercito_con_MOVM_2 (1)
Ministro R. Pinotti

Il 4 maggio 1861 a Torino, Manfredo Fanti, in qualità di Ministro della Guerra decretò la fine dell’Armata Sarda e la nascita dell’Esercito Italiano. Sono iniziate questa mattina con la deposizione di una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti nel cortile d’onore di Palazzo Esercito, le celebrazioni per il 154° Anniversario della Costituzione dell’Esercito Italiano. Successivamente, presso l’Ippodromo militare Gen. “Pietro Giannattasio” di Tor di Quinto, si è svolta una cerimonia militare alla presenza del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico. “Sempre pronto rispetto alle esigenze del Paese” così ha voluto definire l’impegno dell’Esercito il Signor Presidente della Repubblica nel suo messaggio augurale, mentre il Generale Errico ha riportato la frase con la quale il Ministro della difesa ha inteso racchiudere l’essenza dell’Esercito: “Noi ci siamo sempre” Durante il suo intervento il Generale Errico ha inoltre sottolineato “che il passato ci insegna che l’Esercito Italiano è stato prima strumento e veicolo dell’unità e, successivamente, piena espressione della collettività nazionale”.“Oggi l’Esercito, ha aggiunto il Capo di Stato Maggiore, continua a essere un solido punto di riferimento tanto a livello internazionale, quanto per la collettività nazionale, dove si fa carico delle sempre più esigenti richieste di sicurezza interna. Un complesso di attività che ha reso l’Esercito una vera e propria risorsa per tutti gli italiani”. Nel corso della cerimonia il Ministro della difesa ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera di Guerra dell’Esercito, la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito al Caporale maggiore Scelto Monica Contrafatto, la Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito al Caporale Maggiore Capo Pasquale Mele e al Caporale Maggiore Capo Gennaro D’Agostino, la Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito al Capitano Giovanni Iafolla e al Maresciallo Capo Luca Costanzo, militari feriti e soldati che si sono distinti per particolari atti di valore in Afghanistan e sul territorio nazionale. La cerimonia si è conclusa con il carosello di lance e con la tradizionale carica dei “Lancieri di Montebello (8°)”. Attualmente, sono circa 9000 i militari dell’Esercito impegnati nelle operazioni internazionali in 17 diversi paesi e sul territorio nazionale nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”, 3 sono i generali dell’Esercito Italiano al Comando di importanti missioni internazionali: Unifil in Libano, Kfor in Kosovo e Eutm Somalia in Somalia. Per completezza d’informazione si precisa che tra il personale a cui è stata conferita l’onorificenza tre appartengono alla Brigata Bersaglieri Garibaldi: Il Maresciallo Capo Luca Costanzo, è effettivo al 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza, è sposato ed ha due figli. Da Comandante di Plotone, in Afghanistan il 30 giugno 2012, nel corso di un’imboscata da parte degli insorti, riusciva a sventare la minaccia e a portare in salvo il proprio plotone. Gen__ERRICO_depone_corona_ai_cadutiSi è arruolato nel 1994 ed ha partecipato a 11 operazioni all’estero in Iraq, Afghanistan, Kosovo Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina e Macedonia. Mbve Il Caporal Maggiore Capo Pasquale Mele è nato a Napoli il 9 giugno 1980 ed è effettivo all’ 8° Reggimento Bersaglieri di Caserta. È coniugato e vive a Orta di Atella (CE). Il graduato è rimasto ferito durante un movimento logistico in Afghanistan il 2 agosto 2012 a causa dello scoppio di un ordigno esplosivo improvvisato. Si è arruolato nel 2001 ed ha effettuato 6 turni nell’operazione Strade Sicure e 5 missioni all’ Estero in Iraq, Libano, Kosovo ed Afghanistan. Mave Il Caporal Maggiore Capo Gennaro D’Agostino è nato a Napoli il 20 novembre 1980. È sposato e vive a Casavatore (NA). In servizio presso il 19° Reggimento Cavalleggeri Guide di Salerno. Si è distinto durante l’Operazione Strade Sicure per aver sventato un tentativo di rapina a Napoli il 17 febbraio 2014. Si è arruolato nel 2001 ed ha partecipato anche a 9 missioni all’estero in Libano, Kosovo, Iraq ed Afghanistan. Mave.

Ten. Col. Patrizio Frattolillo – Capo Sezione Pubblica Informazione, Comando Brigata Bersaglieri Garibaldi, Caserma “Ferrari Orsi”- Caserta