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Vaccini, arrivate 9mila dosi all’Asp di Cosenza. Riparte la campagna

COSENZA – “Come già preannunciato, oggi martedì 30 Marzo, è arrivato il quantitativo di vaccini che l’Azienda Sanitaria di Cosenza attendeva”, scrive in una nota l’Asp di Cosenza. 

“Si tratta di poco più di 9000 (novemila) dosi che verranno destinate rispettando il calendario già stabilito dalle Strutture competenti. La fornitura dei vaccini, avvenuta solo stamattina, consentirà l’avvio e la continuazione della campagna vaccinale a partire dai prossimi giorni”.

Emergenza randagismo, Massimo Bozzo sollecita l’ASP

COSENZA – Il consulente del Sindaco Occhiuto per l’emergenza randagismo, Massimo Bozzo, ha sollecitato i vertici dell’ASP per arrivare in tempi brevissimi all’affidamento del servizio accalappiamento cani.

La sollecitazione di Bozzo ha assunto carattere di urgenza a seguito della situazione di rischio che si sta profilando all’ultimo lotto di Via Popilia dove molti cittadini hanno segnalato la presenza di veri e propri branchi di cani randagi che mettono in pericolo la sicurezza dei residenti. La situazione è stata segnalata al consulente del Sindaco per l’emergenza randagismo, Massimo Bozzo, anche da alcuni consiglieri comunali del quartiere di via Popilia.

«A seguito delle segnalazioni ricevute – sottolinea Bozzo in una nota – ho fatto personalmente delle verifiche e ho purtroppo constatato la situazione di pericolo. Le catture dei cani randagi sono di competenza dell’ASP che deve provvedere con suoi mezzi, ma, purtroppo, il servizio che garantiva le catture non è stato ancora assegnato e il contratto risulta temporaneamente scoperto. La situazione è tale – ha concluso Bozzo – che, in assenza di fatti nuovi,ci vedremo costretti a richiedere l’intervento di Sua Eccellenza il Prefetto della città». 

Guccione punta il dito contro l’ASP di Cosenza, «Una vergogna senza fine»

COSENZA «Ben 2.337.173,65 di interessi per ritardato pagamento e 182.424,38 per rimborso di spese legali. È questa la cifra che l’Asp di Cosenza dovrà pagare, non essendosi opposta ai decreti ingiuntivi, facendo in modo che gli stessi diventassero esecutivi. E le cifre potrebbero continuare ad aumentare. Tutto ciò rappresenta l’emblema di come le risorse destinate a curare i cittadini, vengano sottratte per pagare parcelle e interessi milionari ad avvocati, case farmaceutiche e Telecom».

È quanto ha affermato il consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio e al Commissario ad acta Saverio Cotticelli, per denunciare l’ennesima vergogna a firma dell’Asp di Cosenza.

«Con delibera numero 10 del 29 aprile 2019 dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, il Commissario ad acta Stefano Tenuta, nominato dopo la sentenza del Tar Calabria (numero 1595 emessa il 18-10-2017) a seguito del giudizio di ottemperanza, ha deliberato di procedere alla liquidazione delle somme per il pagamento dei tre decreti ingiuntivi a favore di Banca Ifis S.p.a. Queste le cifre: euro 2.337.173,65 per interessi di ritardo pagamento; euro 182.424,38 per rimborso spese legali; la somma di euro 2.718.975,85 per la sorte capitale – liquidate sul conto di competenza; euro 1.076.319,44 in sorte capitale da imputare e liquidare sul conto 204060101 – debiti v/fornitori». Si legge ancora nella nota

«La sanità calabrese continua ad essere protagonista di situazioni sempre più paradossali, al limite dell’inverosimile. Quello appena descritto – sottolinea il consigliere Guccione – è l’ennesimo esempio di come l’Asp continua a gestire le risorse pubbliche. Decine di milioni di euro, finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie dei cittadini dell’Asp di Cosenza, sono stati invece utilizzati per pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura.

«Il Commissario ad acta si è riservato, inoltre, di espletare ulteriori attività di liquidazione per la documentazione (fatture) che non risultano attualmente registrate nel sistema di contabilità dell’Asp e di cui ne è stata richiesta copia conforme delle stesse alla Banca Ifis S.p.a.».

Confiscati beni ad un infermiere dell’Asp di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Beni per 5,5 milioni di euro sono stati confiscati ad un infermiere dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, in servizio nell’ospedale di Melito Porto Salvo. Annunziato Iamonte, di 61 anni, di Melito, già sorvegliato speciale, in passato era ritenuto vicino all’omonima cosca di ‘ndrangheta.

L’Asp è stata sciolta nelle scorse settimane per infiltrazioni mafiose anche per la presenza tra i dipendenti di soggetti ritenuti vicini alla ‘ndrangheta.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale-Sezione misure di prevenzione su proposta congiunta del Procuratore di Reggio e del Direttore della DIA, scaturisce dalle indagini svolte dalla Dia coordinate dal procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, sul patrimonio di Iamonte, dalle quali è emersa un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto agli investimenti effettuati. Confiscate, tra l’altro 57 unità immobiliari (fabbricati, appartamenti, cantine e locali ad uso commerciale) e circa 14 ettari di terreno coltivato.

Sciolta per infiltrazioni della ‘ndrangheta l’ASP di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta, affidandone la gestione ad una Commissione straordinaria. La decisione è stata presa su proposta del prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, in base all’esito dell’accesso antimafia eseguito nei mesi scorsi.

«Nelle more del perfezionamento della procedura di scioglimento, con la firma del Presidente della Repubblica – è detto in un comunicato della Prefettura reggina – il Prefetto, Michele di Bari, con proprio provvedimento, ha disposto la sospensione dell’organo di Direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale, ai sensi dell’art. 143, comma 12 del decreto legislativo 18 agosto 267, ed ha incaricato della gestione provvisoria dell’ente la Commissione straordinaria composta dal prefetto Giovanni Meloni e dai dirigenti del ministero dell’Interno Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano».

ASP Calabria, Siclari, «Critica la situazione nella nostra regione»

ROMA – «La situazione emersa dalla relazione della Corte dei Conti sulla gestione dell’Asp Calabrese e, in particolare di quella provinciale di Reggio Calabria, evidenzia un disastro totale di fronte al quale non si può rimanere in silenzio».

Il senatore forzista Marco Siclari punta il dito sulla gestione commissariale e regionale della sanità calabrese che in questi anni ha accumulato solo debiti e ritardi.
«Non è accettabile andare avanti così, senza un bilancio chiaro e documentazione completa. Questa è una delle cause principali dei tanti problemi che attanagliano da anni la nostra terra. È impossibile guardare al futuro se non riescono ad avere il controllo della gestione contabile. Tutto questo accentua una inadeguata assistenza sanitaria calabrese e contribuisce a determinare l’aumento delle tasse per i calabresi che, addirittura, non usufruiscono del diritto alla salute», ha concluso il senatore azzurro.

Guccione sul contenzioso Asp, «Presentati già due esposti alla Procura di Cosenza»

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del Consigliere regionale Carlo Guccione in merito al «Contenzioso Asp di Cosenza, milioni di euro utilizzati per pagare parcelle, spese legali, doppi e/o tripli pagamenti di una stessa fattura. Presentati già due esposti alla Procura di Cosenza»

«Decine di milioni di euro, finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie dei cittadini dell’Asp di Cosenza, sono stati invece utilizzati per pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura.  Tutto ciò rischia di aggravare la già precaria situazione del debito sanitario calabrese e di allungare ancora di più, dopo nove anni, lo stato di commissariamento della Regione».

È quanto sostiene il consigliere regionale Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale in merito all’enorme contenzioso dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

«In seguito a una mia richiesta al direttore generale dell’Asp di Cosenza – ha spiegato il consigliere Guccione – di fornire una dettagliata documentazione sul contenzioso, in uno dei documenti consegnatomi il responsabile dell’ufficio legale dell’Asp, Giovanni Lauricella, ha ammesso che “non è in grado di fornire ad oggi un dato non contestabile sullo stato del contenzioso dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza”.  Contenzioso che potrebbe essere di molto superiore alla stima: se si sommassero le cifre vincolate presso il Tesoriere e i pignoramenti, il contenzioso in essere arriverebbe alla considerevole cifra di euro 783.947.089,32. Cifra che potrebbe superare oltre il miliardo di euro. Infatti è in corso una ulteriore verifica interna – come ha spiegato l’avvocato Lauricella – con l’obiettivo di individuare ogni ulteriore elemento utile al fine di cristallizzare il contenzioso».

«Ma vediamo nel dettaglio qual è la situazione: l’Asp di Cosenza, a causa dei molteplici pignoramenti notificati all’Ente, ha somme vincolate presso il Tesoriere (BNL) per euro 103.711.876,50, alcuni dei quali azionati con lo stesso titolo esecutivo in quanto il debitore, sino a quando non viene soddisfatto il proprio credito, può azionare il proprio titolo più volte anche presso diversi Tribunali, come previsto e consentito dalle norme di procedura civile in vigore. Nello specifico, l’importo dei pignoramenti che l’Asp di Cosenza ha subito è poco meno di trecento milioni di euro. «Dai dati ricavabili dagli elenchi trasmessi dai Tribunali di Paola, Cosenza e Castrovillari – specifica il consigliere regionale nell’interrogazione – e dai dati risultanti presso UOC Affari legali e Contenzioso risulta un totale di euro 190.802.698,62 di contenzioso in essere per l’Asp di Cosenza. Ma la stima presumibile del contenzioso in essere non tiene conto dei giudizi pendenti presso i Tribunali di Milano, Roma, Tivoli, Bologna e Catanzaro che ammonterebbe a circa 200 milioni». Il direttore Affari legali e Contenzioso Asp di Cosenza, avvocato Giovanni Lauricella, nella documentazione fornita dal direttore generale Raffaele Mauro al consigliere Carlo Guccione, scrive: “Ritenendo di dover fornire un dato non contestabile, nella somma complessiva non è stato conteggiato il valore delle controversie di valore indeterminato e/o indeterminabile, i procedimenti esecutivi (non essendo stato possibile reperire negli elenchi trasmessi dai Tribunali i titoli, gli interventi effettuati e gli importi richiesti), e i procedimenti di lavoro pendenti al 31/12/2016 presso il Tribunale di Cosenza, salvo quelli comunicati dai dipendenti interni”. «Questa vicenda – ha spiegato Carlo Guccione – è stata oggetto di denunce circostanziate alla Procura della Repubblica di Cosenza. Nella seduta del 19 settembre 2018 della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, l’ex Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, Massimo Scura, ha informato che nel novembre 2016 la struttura commissariale ha presentato un esposto alla Procura sulle vicende del contenzioso dell’Asp di Cosenza su fatti circostanziati. Nel corso dell’audizione il commissario Scura ha riferito che, nonostante i solleciti, nulla al momento è emerso dalle indagini». «Il 21 novembre 2016 anche il direttore generale dell’Asp di Cosenza ha presentato un esposto sempre sul tema del contenzioso Asp, alla Procura di Cosenza – è scritto nell’interrogazione – denunciando atti e comportamenti posti in essere in danno delle casse dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza». «Non è da escludere che in considerazione delle numerose cessioni di credito, della cartolarizzazione dei crediti, della prassi di azionare i medesimi titoli presso vari Tribunali d’Italia, della non obbligatorietà dei terzi assegnatari di somme nell’ambito delle varie procedure esecutive di notificare l’ordinanza al debitore Asp, del comportamento scorretto di alcuni creditori, della carente o distorta informazione tra i vari uffici dell’Asp,  siano stati effettuati pagamenti doppi o addirittura tripli. Sono state già rilevate duplici richieste di pagamento delle stesse fatture – spiega Carlo Guccione – e la conseguente illegittima formazione di decreti ingiuntivi, unitamente all’abusivo e perdurante frazionamento del credito azionato in danno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che ha comportato e comporta un notevole aumento delle spese e la conseguente diminuzione delle risorse per le prestazioni sanitarie». «È stato messo in atto un vero e proprio sistema, un circolo vizioso – afferma Guccione – che vede ritardi nei pagamenti, decreti ingiuntivi, pignoramenti e cessioni di credito, nomine di commissari ad acta che aggravano i costi finanziari (interessi, spese legali, etc.) e bruciano risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare la sanità cosentina e calabrese.

Il consigliere regionale Carlo Guccione chiede dunque al presidente della Giunta regionale quali iniziative urgenti intende intraprendere «per evitare che decine di milioni di euro destinati a curare i cittadini della provincia di Cosenza, siano utilizzati per pagare interessi e spese legali per l’enorme contenzioso che ha portato addirittura, vista la scarsa organizzazione dell’ufficio legale dell’Asp di Cosenza, a doppi e/o tripli pagamenti di una stessa fattura».

Incassava soldi non dovuti dopo la morte della moglie, nei guai dipendente Asp

REGGIO CALABRIA – Avrebbe incassato delle somme non dovute a seguito della morte della moglie avvenuta dal 2013. Una mossa resa possibile grazie al suo incarico di responsabile dell’ufficio liquidazione dell’Asp di Reggio Calabria. Somme non dovute – soprattutto dopo il decesso della consorte- incassate dal 2011 e fino al 2016.

L’operazione è stata scoperta dagli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che, coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno indagato sul dipendente dell’ente.

L’indagine ha portato alla disanima di tutta la documentazione bancaria riconducibile all’uomo, dalla quale è emersa la sua “infedeltà” nei riguardi dell’Asp reggina e ha portato alla conseguente accusa di truffa ai danni dello Stato. All’uomo è stato sequestrato un patrimonio di oltre 200 mila euro, tra conti correnti, fondo pensioni e autovettura.

 

 

 

 

 

Oliverio incontra i dirigenti delle Asp e delle Aziende Ospedaliere

CATANZARO – Il presidente Mario Oliverio, presenti il suo delegato alle politiche sanitarie Franco Pacenza ed il direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie  Bruno Zito, ha incontrato nel pomeriggio in Cittadella i direttori generali delle Aziende Ospedaliere  e delle Aziende Sanitarie Provinciali.

L’attuale situazione, la valutazione di Oliverio in ordine ai dati dell’ anticipazione del rapporto Svimez, il mutato quadro di contesto nazionale, l’apertura di una nuova e necessaria fase in relazione al rapporto tra Aziende e Regione,  gli argomenti che il presidente della Regione ha posto al centro della partecipata riunione dalla quale sono venute importanti indicazioni e riflessioni. La prima ha riguardato il fatto che mentre il rapporto Svimez pone per la Calabria indicazioni estremamente positive, nel contempo,  evidenzia  perseverante difficoltà e sofferenze per alcuni aspetti in relazione alla sanità quali l’insufficienza dei Lea, l’aumento della mobilità passiva.

«Un quadro- ha rimarcato il presidente Oliverio- che permane complicato, difficile e che richiede l’apertura di una nuova fase. Un nuovo percorso, che dovrà riguardare  tanto il ruolo della Regione quanto la indispensabile concertazione con le Aziende».

Oliverio, al riguardo ha richiesto ai responsabili sanitari presenti  una forte impostazione sinergica per tendere efficacemente alla ricerca delle soluzioni dei problemi che permangono, ed in più da  un commissariamento  che li ha aggravati.

Del percorso che la Regione intende avviare fa parte anche la decisione  di affidare il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie al dottor Bruno Zito: un punto di partenza, questo, per la riorganizzazione dell’importante dipartimento regionale.  Oliverio, nell’incontro,  ha ancora partecipato ai direttori generali delle Aziende lo sviluppo di una interlocuzione avviata con il Ministero della Salute, utile per affrontare una serie di questioni.Condivisa da parte di tutti i direttori  generali l’impostazione del presidente e la necessità di costruire percorsi concertati e condivisi da Aziende e Dipartimento.Nove anni di piano di rientro e relativo commissariamento- si è evidenziato  nella riunione- hanno prodotto un rinsecchimento di professionalità sia nel Dipartimento che nelle Aziende; professionalità complesse- è stato rilevato- né si inventano né si costruiscono in una stagione.Va messo in moto- si è convenuto- un piano straordinario che rafforzi competenze e professionalità mirate in ogni parte del sistema, facendo della competenza la sola discriminante. Si è convenuto inoltre di continuare già nelle prossime settimane con incontri specifici, coordinati dal Dipartimento regionale e che puntano ad avere un governo sistematico di tutti i processi, primo fra tutti l’equilibrio finanziario.Con preoccupazione si è sottolineato che il 2017 ha certificato un debito di 101 milioni di euro, coperto con l’intera fiscalità regionale, mentre il piano operativo approvato dal governo prevedeva un debito pari al 50% di quello certificato. Proprio per queste ragioni nei prossimi giorni si terrà una apposita verifica sulle prime due trimestralità dell’anno in corso.

Accesso antimafia all’Asp di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA-  Il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, su delega del Ministro dell’Interno, ha disposto un accesso ispettivo antimafia nell’Azienda sanitaria provinciale. «L’accesso – si legge in un comunicato della Prefettura – è stato disposto allo scopo di compiere accertamenti ed approfondimenti per verificare l’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso. L’attività ispettiva della Commissione d’indagine, insediatasi oggi – riferisce ancora la Prefettura – sarà supportata nell’espletamento dell’incarico da personale delle forze di polizia e dovrà essere perfezionata entro tre mesi dall’insediamento, periodo prorogabile di ulteriori tre mesi qualora fosse necessario».

(Fonte Ansa)