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Coldiretti Giovani Impresa, assegnati i premi “Oscar Green”

COSENZA – La premiazione della finale regionale del premio “Oscar Green” per l’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa, è avvenuta nella splendida e superba “location” del Castello Svevo di Cosenza.  L’evento ha visto la presenza di tanti giovani provenienti da tutta la regione. “Volti, storie e racconti imprenditoriali di giovani determinati e decisi che vogliono bene alla Calabria” ha commentato Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria. Una selezione che ha visto competere diverse aziende condotte da giovani, con idee e prodotti innovativi, originali, moderne e competitive oltre che rispettose dell’ambiente e senso di appartenenza al territorio. Sei le aziende agricole regionali premiate nelle categorie del concorso oltre due menzioni speciali. “Aziende e prodotti  – ha introdotto il Direttore di Coldiretti Calabria Francesco Cosentini che ha moderato l’evento – che confermano le opportunità di successo individuale dei giovani che sempre di più, valorizzano le tipicità e tradizioni ma con lo sguardo fermo e risoluto sull’innovazione e sulle nuove tecnologie e tendenze ”. Insieme ai dirigenti Coldiretti di tutta la regione, hanno voluto esserci  tra gli altri il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e l’Assessore alle Attività Produttive Loredana Pastore, il Presidente e Segretario Generale della Camera di CommercioKlaus Algieri ed Erminia Giorno.

LE AZIENDE PREMIATE

Per la categoria Sostenibilità  è stata  premiata l’azienda Agricola Fangiano di Marco Ferrini a Nocera Terinese .  L’azienda multifunzionale provvede all’estrazione di sostanze bioattive dalle acque di vegetazione olearie e al trattamento delle stesse. Si tratta di un processo di trattamento per la valorizzazione delle acque di vegetazione olearie per il recupero di sostanze nobili e nel rispetto dell’ambiente Per la Categoria Campagna Amica il premio l’ha ricevuto Placidia Guerrera – Azienda Agricola Scriva   di  Melito Porto Salvo. Un progetto aperto alle colture esotiche mediterranee che sono coltivabili in alcune aree del territorio reggino. Una sperimentazione colturale che da vita a prodotti agroalimentari ricercati da altri popoli. L’esperienza nei mercati di Campagna Amica ha portato l’azienda a relazionarsi con l’interculturalità. Prodotti agroalimentari con i colori, i sapori e gli odori dell’Oriente: ocra, melanzana thai, fagiolini thai, ampalaya, morning glori, pachcoi che hanno subito riscosso successo su una clientela etnicamente diversificata. Per la categoria Fare rete è stata premiata Francesca Coricello  – Soc. Agricola Cuore Verde Siberene  di  Santa Severina . Produce  bacche di goji Italiano e di zafferano bio. La società collabora con varie Università (Urbino, Napoli, Reggio Calabria) e realizza progetti di cooperazione interregionale e internazionale nel campo della nutraceutica, dei functional food e dei superfood. Tra le mission vi è quella di restituire dignità alle piccole aziende agricole, anche in aree marginali e svantaggiate.  Per la categoria Creatività  a ricevere il premio è stato Glauco  Gallo – Medi Mais Calabria SrL di  Corigliano Calabro  che parteciperà alla finale nazionale.  Per dare valore aggiunto alle clementine, ha  creato “Clemì”, la bibita gassata al gusto di clementine e anche il primo museo delle clementine. La bibita è senza conservanti, coloranti né aggiunta glutine e, soprattutto, contiene il 20% di vero succo di clementina. Il riconoscimento per la sezione Impresa3. Terra è andato all’azienda agricola  Michele Crudo di Briatico. Il progetto “Crudo Italian Essence”, in collaborazione con la start-up Phytocal srl valorizza, da un lato, la filiera delle piante officinali ed alimurgiche calabresi e, dall’altro, gli scarti di produzione della filiera agricola. In azienda è attivo un laboratorio di ricerca e trasformazione che si distingue per l’utilizzo di processi eco-compatibili di ultima generazione.  La categoria Noi per il Sociale ha visto premiato il Comune di Longobardi  e il sindaco Giacinto Mannarino. Per la riduzione dei rifiuti organici, in aggiunta alle compostiere, ha donato alle famiglie che hanno un giardino una coppia di galline. L’iniziativa è stata chiamata “gallina Vecchia fa buon brodo”.  Ciò permette la riduzione dei rifiuti organici: infatti, in un anno la coppia di galline mangia circa 300 kg di rifiuti alimentari e produce circa 400 uova e una discreta quantità di pollina, concime per gli orti. Sono state assegnate anche due menzioni speciali. La prima menzione  speciale è andata Terre Jonico-Silane di Rossano.Quattro professionisti (un agronomo, una redattrice editoriale, un esperto marketing e un esperto di turismo), hanno dato vita ad un’attività di rete per fornire servizi di innovazione alle aziende agricole di  Campagna Amica di Rossano iniziando con un progetto di birra aromatizzata agli agrumi e alle erbe. La seconda menzione speciale è andata a Francesco Gabriele Bafaro – Azienda Archeo  Eenologica   di Acri.  Un archeologo- agricoltore, che ha dedicato la ricerca agli antichi impianti di vinificazione usati nell’Enotria, l’attuale Calabria, terra da sempre vocata alla produzione di vini, producendo il vino Acroneo, che nasce dall’unione di due grandi passioni: l’archeologia e l’enologia.  «I premi di oggi come negli undici anni precedenti, -ha concluso Molinaro –diventano impresa  e quindi economia ed occupazione e danno fiducia ai nostri giovani».

 

 

 

 

Concorso Oscar Green, il 27 luglio la finale

ACRI (CS) – I giovani e il lavoro in agricoltura, le idee, le innovazioni e le prospettive di uno dei settori più dinamici dell’economia. Mercoledì 27 luglio ad Acri, dalle ore 10,30, nell’agriturismo “Biosila” di contrada Filicuzzi, si parlerà di questi i temi centrali per la manifestazione. Al termine di quest’ultima  saranno consegnati gli Oscar Green della Coldiretti Calabria per le giovani imprese agricole che nell’ultimo anno si sono distinte per capacità di sviluppo, legame territoriale e nuove soluzioni per il mondo del lavoro. Il concorso regionale, che ha visto in lizza oltre 30 imprese selezionate nel corso dell’anno, premia le realtà imprenditoriali che si sono distinte per capacità di innovare per battere la crisi attraverso idee innovative e rilanciare le sfide di un mercato in costante cambiamento. «Il genio delle giovani imprese calabresi – commenta il Presidente Regionale di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – che dicono concretamente si ad economia, politiche e territorio. Il Premio Oscar Green, mette in risalto la storia di chi realizza un progetto originale ed innovativo e decide di scommettere su questi valori il proprio futuro». All’evento parteciperanno il sindaco di Acri Nicola Tenuta, il presidente della Regione Mario Oliverio, amministratori del comprensorio, il segretario nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Carmelo Troccoli, il delegato regionale dei giovani Daniele Perrone, il presidente e il direttore della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro e Francesco Cosentini.

Coldiretti Calabria: al via la IX edizione di “Oscar Green”

CATANZARO – Al via la IX edizione di “Oscar Green”, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa per valorizzare e premiare l’innovazione in agricoltura. Nell’edizione 2015, l’anno di Expo, l’obiettivo – comunica Coldiretti – è quello di valorizzare le giovani realtà imprenditoriali del settore agricolo e agroalimentare, capaci di distinguersi grazie ad un modello imprenditoriale, innovativo e sostenibile. Possono partecipare al concorso gli imprenditori agricoli e agroalimentari, singoli o associati che hanno compiuto massimo 40 anni e che abbiano sviluppato un’idea innovativa che si rispecchi in una delle seguenti categorie previste dal concorso: -Impresa.2 Terra, per premiare le idee più originali e creative sotto il profilo dell’innovazione e delle nuove tecnologie, capaci di coniugare tradizione e innovazione; -Campagna Amica, centrata sulla valorizzazione dei prodotti Made in Italy, per premiare le imprese che in maniera innovativa raggiungono direttamente il consumatore finale rispondendo alle esigenze di sicurezza alimentare, qualità dei prodotti e tutela ambientale; -Paese amico, rivolto a premiare tutte quelle istituzioni pubbliche (Comuni, Province, Asl, scuole) che hanno contribuito all’attuazione dei progetti promossi da Coldiretti; -We Green, è la categoria dedicata alle aziende che pongono particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e all’agricoltura sociale, ponendosi come interpreti di un modello di sviluppo sostenibile; -Fare rete, prende in considerazione i modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Le iscrizioni sono aperte fino al 5 aprile 2015. Sul sito www.oscargreen.it si possono trovare ulteriori informazioni , compreso  il regolamento del concorso. “Oscar Green – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – è una bella opportunità, da non lasciarsi sfuggire per mettere in luce e valorizzare tutte quelle esperienze in cui spicca la creatività e lo spirito innovativo, tipici di tante imprese giovani che in questi anni hanno dato lustro alla Calabria. Per questo invitiamo, nella realtà regionale a fare emergere  e segnalare candidature per la partecipazione al concorso, prendendo contatti con gli uffici della Coldiretti provinciali e di zona   e con  la segreteria di Coldiretti Giovani Impresa”.

Due aziende calabresi finaliste del concorso “Oscar Green”

Due aziende calabresi sono arrivate in fondo al concorso “Oscar Green”, la cui fase finale si svolgerà domani a Roma. Da una parte, nella categoria “Stile e Cultura d’impresa”, ci sarà l’Azienda agricola “l’Eccellenza Calabrese” di Tiziana Calabrese, orientata alla coltivazione di piccoli frutti, ribes in particolare, diretti anche a soggetti allergici; dall’altra invece troviamo “ Agro Piccolo”, azienda agricola di Giuseppe Piccolo, che gareggia nella categoria “Ideando” e si caratterizzare per l’uso di arance esclusivamente calabresi nella preparazioni di “AranC”, genuina spremuta ottenuta da tre diverse varietà del famoso agrume.

Gallery Oscar Green Calabria 2014

Assegnazione dei premi Oscar Green edizione 2014. Evento promosso da Coldiretti Giovani Impresa, con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Vengono premiate le eccellenze della Calabria e l’impegno dei giovani imprenditori.

La nostra gallery

Oscar Green 2014: fra tradizione e innovazione
 
Intervista A Tiziana Calabrese 
video CALABRESE STILE E CULTURA
 
 Intervista A Laura Stilo 
video SAPORI ANTICHI D’ASPROMONTE CAMPAGNA AMICA

Intervista A Giovanna Frisina
video LE TERRE DI ZOE’ ESPORTARE IL TERRITORIO

Intervista A Lea Corigliano
video CREMOLIA NON SOLO AGRICOLTURA

Intervista A Giuseppe Piccolo 
video AGROPICCOLO IDEANDO

Oscar Green 2014 – Calabria . Intervista a Tiziana Calabrese

L’eccellenza Calabrese di Tiziana Calabrese
Intervista a Tiziana Calabrese

1. Quando e come nasce la Sua azienda?
La nostra azienda nasce nel 1996. All’inizio ci occupavamo solamente di seminativo e patate, tipiche colture della Sila. Nel 1998 ho iniziato col coltivare i nostri primi ortaggi, con la piantagione di fragole cui sono seguite quelle di frutti di bosco, quindi il ribes rosso, nero e bianco, mirtillo, lamponi, more. Pian piano ho iniziato a fare qualche prova per le confetture, senza conservanti, e ho messo su il laboratorio di trasformazione. Io ho sempre avuto la passione per l’agricoltura trasmessami dai miei genitori che hanno un’azienda agricola. Quando mi sono trasferita qui in Sila ho cominciato a lavorare nel panificio di mio marito, in cui lavoro tutt’ora. Ma la voglia di coltivare la mia passione per l’agricoltura mi ha spinto a innovare e diversificare l’azienda agricola che era di mio suocero.

2. Quali sono oggi i prodotti di punta della sua azienda e dove possiamo acquistarli?
Noi vendiamo sia il prodotto fresco di questi frutti di bosco e sia li trasformiamo in confetture senza conservanti. Questa è una cosa molto importante perché anche i bambini che sono allergici ai conservanti possono mangiarle.
La maggior parte della nostra vendita (circa l’80%) avviene in azienda, qui in Sila a Spineto, nel nostro punto vendita aziendale Campagna Amica e poi abbiamo qualche altro punto vendita nella zona di Cosenza per il momento. Ovviamente trattandosi di un prodotto che va consumato in giornata, si preferisce venire ad acquistarlo direttamente qui in azienda. Poi la zona è molto turistica, siamo a pochi km dal lago Ampollino, abbiamo sia la stagione estiva che la stagione sciistica e ho oramai i miei clienti abituali che vengono ad acquistare direttamente qui.
3. Quali sono le particolarità e i requisiti fondamentali dei prodotti della sua azienda?
Un prodotto sicuramente molto particolare e ancora poco usato e che vorrei proprio far conoscere sono le gelée. Caramelle alla frutta molto delicate che possono mangiare tranquillamente anche i bambini che hanno intolleranze o allergie dovute ai conservanti e sono ottime anche per gli adulti si possono mangiare abbinandoli con i formaggi stagionati.
I requisiti fondamentali dei nostri prodotti sono essenzialmente due: la frutta sia quella che deve essere venduta sia quella che deve essere trasformata deve essere raccolta assolutamente fresca; e cosa ancora più importante non devono assolutamente aver conservanti.

4. Come hanno risposto i mercati i suoi prodotti?
Il mercato sembra crescere gradualmente. È ovvio che i prodotti un po’ più particolari richiedono più tempo ed hanno un costo in più. La gente oramai è abituata ad andare a ricercare l’offerta sullo scaffale, proprio per questo non ci aspettavamo il boom iniziale. La gente è abituata a mangiare quello che magari viene maggiormente pubblicizzato o che trova appunto in offerta sullo scaffale. In ogni caso col passare degli anni le percentuali della nostra vendita sono aumentate sempre più seguendo quelle che erano state le nostre previsioni. Ogni anno cerchiamo di lanciare dei prodotti nuovi e dare più servizi, più scelta anche al turista, per esempio, anche nel forno di mio marito faccio un sacco di dolci con le mie confetture e tanti altri prodotti. Per il momento siamo su un mercato che è nazionale. Ma abbiamo in progetto di far conoscere i nostri prodotti anche oltre i nostri confini e mi è già stato notificato l’interesse di alcuni possibili clienti esteri. Quindi le prospettive ci sono, inoltre abbiamo un sito e-commerce che ci dà la possibilità di far conoscere la particolarità dei nostri prodotti.
5. Il premio Oscar Green riguardava lo stile e la cultura d’impresa. Qual è lo stile che caratterizza la Sua impresa?
Credo che ciò che caratterizza la nostra azienda sia proprio la passione e l’attenzione che ci nettiamo, dal coltivare al raccogliere i nostri prodotti. Credo che la nostra azienda sia una delle poche in cui il prodotto da vendere viene raccolto al momento stesso che il cliente ce lo richiede. Facendo infatti vendita diretta al pubblico anche nella nostra azienda succede molto spesso che i prodotti saltino la sosta negli scaffali. Tutte le attenzioni anche per le persone e soprattutto per i bambini che a causa di intolleranze o di allergie non possono mangiare questo genere di prodotti e che possono invece approfittare dei nostri . l’attenzione verso i bambini che hanno dei problemi che sono allergici di cui le altre industrie non tengono conto.

6. Cosa ha rappresentato quest’ultimo riconoscimento?
Penso che sia stato il riconoscimento e la ricompensa per la mia passione per la terra e per la Calabria in generale, e per l’impegno che metto in tutto quello che faccio. Sicuramente non me lo aspettavo. Per me è stata una grande soddisfazione e poi è un valore aggiunto anche per la mia azienda.

7. A parte i riconoscimenti cos’è la cosa che la rende più fiera della sua azienda?
La cosa che mi inorgoglisce è l’aver potuto essere utile anche agli altri. Mi è capitato di parlare con delle mamma che pensavano che i loro bambini fossero allergici alle fragole, in realtà quello a cui erano allergici era tutto ciò che veniva messo sopra le fragole. È stata una gioia sapere che invece possono tranquillamente mangiare le nostre fragole.

 

di Maria Mastroianni

 

Oscar Green 2014: fra tradizione e innovazione
Un oscar all’innovazione in agricoltura

 

Oscar Green 2014 – Calabria – Intervista a Laura Stilo

Sapori antichi d’Aspromonte di Laura e Antonio Stilo.
Intervista a Laura Stilo.

1. Ci racconta la nascita della sua azienda?
La nostra azienda nasce nel 1992 quando ho conosciuto mio marito. Già i suoi genitori avevano una piccola azienda che comprendeva allevamento e macelleria. Noi abbiamo deciso di portare avanti questa tradizione di famiglia e di fare anche il salumificio. Abbiamo deciso di sposare insieme non solo un sogno d’amore di matrimonio bensì anche il sogno di far crescere quest’azienda di famiglia. Abbiamo deciso di coltivare tutte le materie prime con cui alleviamo i nostri animali direttamente in azienda, per produrre i nostri salumi. Abbiamo la macelleria, alleviamo vitelli, polli e maiali. Abbiamo un’azienda multifunzionale, coltiviamo la farina di segale, patate, ortaggi, i peperoncini che servono per i salumi, li coltiviamo tutti noi in azienda. La nostra è un’azienda giovane e giovani sono anche i ragazzi che lavorano con noi. Sono ragazzi di Canolo dai 20 ai 35 anni.

2. Uno degli aspetti che distingue la Vostra produzione è il rispetto delle tradizioni. Dall’allevamento alla stagionatura dei salumi il processo di trasformazione segue percorsi che ormai poche aziende attuano. Ci dice cosa hanno di particolare questi due processi?
I nostri animali vengono allevati allo stato semi brado. La mattina i ragazzi si recano al pascolo dove abbiamo questi maiali e li nutriamo col mais che coltiviamo e produciamo noi. Quando i maiali arrivano ad un ciclo di vita dai 12 ai 14 mesi e sono abbastanza maturi da raggiungere i 2 quintali di carne, li portiamo al macello dove vengono sezionati per produrre capocollo, filetto, prosciutto e soppressate selezionando con attenzione le parti come si faceva una volta per cui, ad esempio, la coscia e il filetto vengono abbinati per fare la soppressata mentre la spalla, che è una parte un po’ più nervosa, la mescoliamo con la pancetta e ne facciamo la salsiccia. La stagionatura è particolare perché noi concentriamo la lavorazione da ottobre a maggio. Canolo è un paese nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, a 950 metri di altezza, il clima è abbastanza freddo e poco umido e permette una stagionatura nel modo naturale. Abbiamo una grande stanza con il tetto in tegole, che noi chiamiamo “la capanna”, in cui viene fatta anche la fumigatura e vengono aromatizzati i prodotti mettendo a bruciare nel camino alloro o rosmarino che danno un profumo diverso.
3. Quali sono i Vostri prodotti di punta e dove possiamo acquistarli?
I salumi sono il fiore all’occhiello dei prodotti della nostra azienda, in particolar modo il prosciutto “San Canolo”. Facciamo anche altri prodotti, anzi, da poco stiamo attrezzando il laboratorio per la lavorazione del latte perché alleviamo anche bovini e stiamo cercando di creare un mini caseificio aziendale per poter lavorare questo latte direttamente in azienda. Anche perché Canolo,essendo un po’ distante da altri centri abitati,
la spesa per portare il nostro latte presso un altro stabilimento per farcelo lavorare è una spesa un po’ eccessiva. Per quel che riguarda l’acquisto abbiamo vari punti vendita qua nella ionica, abbiamo altri punti vendita al nord, abbiamo i punti vendita Campagna Amica e abbiamo anche un sito internet dove qualsiasi privato può fare il proprio ordine e noi spediamo direttamente a casa.

4. Come hanno risposto i mercati, sia quello italiano che quelli internazionali ?
Si parla in questo periodo di crisi a livello mondiale,
nonostante ciò io le dico che siamo abbastanza soddisfatti. Ovviamente i nostri prodotti non li si trova nel supermercato di grande distribuzione proprio perché la gente oggi è attenta a quello che compra e a quello che mangia e vuole essere sicura della provenienza degli animali. Anche la Coldiretti si è trovata mesi fa a fare la battaglia contro i prosciutti che vengono importati dall’estero poi purtroppo arrivano in Italia e vengono marcati Made in Italy ma, di Made in Italy non hanno niente. Sono proprio queste persone ad apprezzare i nostri prodotti. Prima dell’oscar Green la nostra azienda ha avuto un altro premio molto importante per la migliore nduja ed è stata un’altra grande soddisfazione. Penso che questo succeda quando si crede nel proprio lavoro e lo si fa con serietà avendo rispetto del proprio territorio, delle proprie origini, della propria cultura e si riesce a portare tutto questo sulla tavola di chi compra anche perché, secondo me, il sapore deve rispecchiare il sapere del territorio.

5. Il lavoro che lei fa è sicuramente un lavoro duro e che richiede molto tempo e molta attenzione. Non ha mai pensato di cambiare percorso di vita?
Da ragazzina, questa sarebbe stata l’ultima cosa che avrei voluto fare. Però oggi da mamma cerco di coinvolgere i miei figli, ogni tanto li portiamo con noi in campagna , per esempio, quando piantiamo le patate. Cerco di fargli capire il valore delle cose, il valore del nostro territorio. Un territorio che visto oggi, con gli occhi di una madre, penso che sia un territorio meraviglioso che dovremmo apprezzare molto di più.

6. Cosa ha rappresentato la vittoria del premio Oscar Green?
È stata un’emozione bellissima, quando mi hanno comunicato la vincita è stata una cosa emozionante. Sono contentissima perché è da 5 anni che mi faccio seguire da Coldiretti e in loro ho trovato veramente persone che sostengono e appoggiano l’agricoltura, le aziende e il sacrificio di persone come noi che per le proprie aziende si sveglia alle 5 di mattina per andare nei campi e allevare gli animali. Questo premio mi ha fatto capire che i sacrifici che stiamo facendo sono stati riconosciuti e apprezzati.

7. Tralasciando quest’ultimo riconoscimento qual è la cosa che la rende più fiera della sua azienda?
La cosa che mi rende più fiera è che quando noi lavoriamo in azienda con i nostri dipendenti siamo una grande famiglia.  Non c’è più un titolare o il dipendente ma passiamo le giornate lavorando e chiacchierando davvero come una grande famiglia.

 

di Maria Mastroianni

 

Oscar Green 2014: fra tradizione e innovazione
Un oscar all’innovazione in agricoltura

 

 

Oscar Green 2014 – Calabria – Intervista a Giovanna Frisina

Intervista a Giovanna Frisina

di Le terre di Zoé

1. Quando e come nasce la sua azienda?

La nostra è una azienda agricola che si tramanda da generazioni. Abbiamo sempre e solo fatto produzione di agrumi e di kiwi e vendevamo in generale la frutta fresca. Da un anno e mezzo a questa parte abbiamo iniziato con la trasformazione in marmellate, confetture e succhi di frutta. La nostra è una produzione biologica e quello che cerchiamo di fare è avere un prodotto il più naturale possibile. Cerchiamo di fare un prodotto naturale, e carico di frutta. Tant’è che quando andiamo in fiera una delle constatazioni che mi viene fatta dal pubblico è che il prodotto è troppo naturale. A me questa cosa fa sempre rimanere un po’ male, la prendo quasi come una cosa negativa e non positiva. Ovviamente il pubblico è abituato a dei sapori industriali e non riconosce più veramente qual è il sapore reale del prodotto che sta alla base di ciò che sta consumando.

2. Nel 2004 l’azienda svolta in direzione del biologico. Cosa l’ha spinta verso questa direzione?
Il cambiamento è cominciato con i mei familiari, io sono arrivata successivamente. È chiaro che diventa poi anche un’esigenza perché il passaggio al biologico è anche un passaggio culturale, anzi, è soprattutto un passaggio culturale. Prima nessuno, tranne pochi lungimiranti, si rendeva effettivamente conto di quanti concimi, diserbanti e altri prodotti chimici facessero male alla salute. Con l’aumento delle malattie e grazie a tutte le ricerche che sono state fatte si è capito quanto male facessero le aggiunte di questi prodotti alla pianta e di conseguenza all’uomo. Quindi abbiamo cominciato anche noi a praticare un’agricoltura più pulita, secondo un regime che abbiamo esteso poi anche ai lavorati, perché è inutile avere un frutto biologico e un trasformato che non abbia le stesse caratteristiche. Il frutto deve essere biologico così come gli zuccheri e le essenze, la lavorazione deve essere fatta in modo che non ci siano contaminazioni. Di fatto dietro la parola “biologico” c’è poi un lavoro enorme.

3. Quali sono ad oggi i prodotti principali dell’azienda?
I succhi sono ancora più particolari e caratteristici rispetto alla marmellata. È vero che quest’ultima ha una altissima percentuale di frutta però i succhi, come quello di agrumi, hanno il 100% di frutta e sono senza conservanti, l’unico conservante è la pastorizzazione che noi facciamo ai succhi. Il nettare di kiwi al 60% ha un’aggiunta di acqua ma solo per renderlo bevibile altrimenti sarebbe stato mangiabile col cucchiaio. Sono prodotti naturali che diventano di nicchia perché non hanno concorrenti sul mercato. Non ci sono molte altre aziende che fanno prodotti con questa percentuale di frutta e che siano conservabili perché con la pastorizzazione riusciamo ad arrivare a dei negozianti che non sono costretti ad avere il banco frigo perché possono tenere il prodotto sullo scaffale per parecchi mesi. Ovviamente la nostra produzione avviene nei mesi di maturazione del frutto ma, mentre il prodotto fresco ha una conservabilità di massimo 4/5 giorni, con la pastorizzazione riusciamo ad usufruire del prodotto per tutto l’anno.

4. Come hanno risposto i mercati?
La risposta della gente che capisce il prodotto è stata assolutamente positiva. È un po’ scioccante per alcuni leggere nella lista di ingredienti solo la parola “arancia”. Il gusto è trasversale, sia il cliente che legge sia quello che non lo fa, in base al gusto può già scegliere. Io faccio tantissime fiere di vendita al pubblico proprio per capire il cliente, per avere il riscontro diretto. La persona che è più attenta prima ancora di assaggiare mi prende la confezione e legge gli ingredienti, dove viene fatto e poi assaggia. Questo è il cliente che capisce il mio prodotto e che acquista.

5.Il suo prodotto e così particolare che non ha quasi concorrenza sul mercato.
A livello industriale non ha assolutamente concorrenza. I concorrenti sono le produzioni artigianali, al pari della mia, che propongono prodotti d’eccellenza naturali e genuini. Tra l’altro essendo noi un’azienda agricola non lesiniamo in frutta perché è chiaro che producendola sarebbe sciocco lesinare proprio su quella. Io non posso aumentare la percentuale perché altrimenti la marmellata non sarebbe più spalmabile ma la si potrebbe tagliare con il coltello perché tanta più frutta c’è tanto più l’acqua evapora e il prodotto diventa solido.

6. I vostri prodotti sono nel prontuario dell’associazione italiana celiaci. È stata una conseguenza o una scelta?
La frutta è naturalmente priva di glutine ma il fatto che noi non aggiungiamo niente di strano ci porta a poter garantire che non ci siano contaminazioni che portino alla presenza di glutine nel prodotto. Ovviamente il fatto di avere un prodotto senza glutine è stata una conseguenza, lo sponsorizzarlo è stata una necessità mia perché anche questa è una fascia di mercato. Le persone che soffrono di questa malattia devono sapere quello che mangiano e andando a ricercare il prodotto che sia genuino riescono ad apprezzare anche il mio prodotto.

7. La categoria del premio Oscar Green riguardava l’esportazione. Cosa ha significato l’aver ottenuto questo premio?
La categoria “Esportare il territorio” io l’ho intesa come esportare il territorio al di fuori dei confini della regione, anche Milano per me è mercato estero. Avendo iniziato da un anno e mezzo quindi le esperienze all’estero sono ancora poche. Ho qualche cliente all’estero, molti in Italia che sono rivenditori di nicchia, negozi biologici, gastronomie, parafarmacie per i prodotti senza glutine biologici. In più abbiamo creato una rete di agenti (che per un’azienda agricola è una cosa un po’ anomala), alcuni hanno l’esclusiva su alcune regioni e ne abbiamo uno in Inghilterra per cercare di esportare il mio territorio, di allungare il mio braccio commerciale e cercare di andare a proporre il mio prodotto. Perché è difficile anche questo. Si possono fare marmellate anche buone ma se non si riesce a venderle, o perché non si hanno le capacità o perché non si ha la struttura, possono essere buone quanto si vuole ma rimangano in magazzino invendute. I mercati esteri sono più ricettivi per le marmellate e per gli agrumi in generale quindi anche i succhi.

8. A parte i vari riconoscimenti che la sua azienda ha ottenuto, qual è la cosa di cui va più fiera?
Il fatto di aver realizzato il mio sogno. Questo è un progetto che io avevo da tempo, ho studiato economia e commercio a Parma e tra le materie complementari ho messo due materie di economia agraria, poi per varie vicissitudini ho dovuto rimandare. Adesso che siamo in un periodo di crisi totale e globale, il fatto che il mio progetto cresca e stia dando dei risultati in crescita sul lato del fatturato, mi rende davvero fiera. Probabilmente era anche il momento giusto per farlo, se l’avessi fatto prima non ci sarebbero stati gli stessi supporti anche in termini di formazione mia. Una grande gratificazione.

 

di Maria Mastoianni

 

Oscar Green 2014: fra tradizione e innovazione
Un oscar all’innovazione in agricoltura

 

Oscar Green 2014 – Calabria – Intervista a Lea Corigliano

Intervista a Lea Corigliano
Frantoio Badia

– Quando e come nasce il frantoio Badia?
La mia azienda è stata fondata nei primi anni del 900 dal mio bisnonno, Domenico Corigliano, che decise di realizzare un edificio con macine in pietra. Poi è passata a mio nonno, mio padre e adesso ci sono io a capo dell’azienda.

– Quali sono i prodotti di punta dell’azienda?
Principalmente ci siamo sempre occupati della produzione di olio extravergine di oliva, da trent’anni stiamo facendo anche l’olio extravergine biologico.
Produciamo anche degli oli aromatizzati, non lavorati con essenze e oli artificiali, ma direttamente con il frutto fresco, utilizzando sempre l’olio extravergine di oliva biologico aromatizzato al limone, al peperoncino e all’arancia.
Insieme a Cremolia, il prodotto che vince di più, soprattutto nella ristorazione è il pesto di mandorle, con l’80% di mandorle tritate e olio extravergine di oliva. In Calabria e in Sicilia amiamo la cucina agrodolce e quindi il pesto di mandorle ha un’elevata committenza. Addirittura a Roma stanno facendo un gelato con il nostro olio extravergine di oliva biologico e con il nostro pesto di mandorla. È un prodotto veramente originale che nessuno aveva fatto prima, non si era mai sentita una crema spalmabile dolce alla mandorla.

– Come si arriva dal frantoio a Cremolia e è cosa rende queste creme così diverse da quello che oggi si può trovare sul mercato?
C’è stata la presentazione di Cremolia a novembre, c’è stato un anno e mezzo di sperimentazione e di lavorazione. Cremolia nasce dal desiderio di voler ricercare un prodotto nuovo e completamente naturale, contro gli stereotipi che ci sono in giro e che si trovano al supermercato. Ciò che noi troviamo sugli scaffali non è sempre un prodotto naturale, ma un prodotto corretto, per essere utilizzato nei consumi comuni, di massa. Qui, invece, è possibile trovare tutto il vero sapore della nocciola, della mandorla e del pistacchio. C’è il 40% di frutta secca e il 22% di olio extravergine di oliva, senza aggiunta di conservanti. Contiene solo il 5% di zucchero, pensato apposta per i diabetici che sono ormai in numero elevatissimo.
È per questo un prodotto unico.

Qual è la risposta del mercato sia a livello nazionale che internazionale?
Stiamo avendo molte soddisfazioni, Cremolia è un prodotto che piace. Siamo in collaborazione con il mercato pasticcere della nazionale atletica di Zurigo, di cui cremolia sarà uno degli sponsor ufficiali.
Per il resto io mi rivolgo sempre a piccoli rivenditori, tra quelli che prediligono l’originalità e la qualità di un prodotto, parliamo di ristoranti, enoteche, degusterie.
Per entrare in altri sistemi è chiaro che bisogna essere molto competitivi sul prezzo e questo non è un prodotto che può finire in scaffale come tanti altri.
Io, poi, amo lavorare con i calabresi nel mondo, per i quali resta sempre forte il senso di appartenenza, persone che sono anticamente emigrate, degli avi, e che vogliono portare nel paese dove sono attualmente un prodotto calabrese. Quindi ho contatti con persone in Svizzera, in Germania e in Belgio con persone che commercializzano il nostro olio.

– Cosa ha rappresentato questo premio per la sua azienda e per lei giovane imprenditrice?
I miei raggiungimenti ripagano tutti gli sforzi che ha fatto prima di me mio padre, nel voler credere in un lavoro semplice, umile. Molte persone che fanno questo mestiere, l’agricoltore, non vivono solo di questo, fanno un altro lavoro e magari hanno il frantoio per hobby. La mia famiglia, invece, con dedizione e passione ha sempre fatto solo questo. E io ho voluto continuare su questa strada perché qui mi sento nel mio mondo, nella propria vita bisogna lasciare un segno ai propri cari, alle persone che verranno, e io posso farlo qui. La mia quindi è stata una scelta pienamente voluta. Aver vinto il premio oscar green regionale è stato un bel riconoscimento e un grande onore. È arrivato in modo del tutto inaspettato, sono stata contattata per i miei prodotti e per l’idea innovativa che ho portato a compimento. Su questa targa c’è scritto il mio nome, ma c’è anche il sudore di mio padre, Francesco Corigliano.

 

di Maria Mastroianni

 

Oscar Green 2014: fra tradizione e innovazione
Un oscar all’innovazione in agricoltura

 

Oscar Green 2013, premiazione vincitori calabresi

Vibo Valentia – Saranno assegnati mercoledì 24 luglio a Mongiana (VV) dalle 10.30, gli Oscar all’innovazione dell’agricoltura calabrese che hanno visto in lizza circa 150 diverse  imprese selezionate nel corso dell’anno: l’appuntamento si terrà presso la suggestiva sede di “Villa Vittoria” che si trova nella prestigiosa località delle Serre e che offrirà  una eccellente cornice agricola, turistica e ambientale-paesaggistica a chi ha fatto con convinzione, ottenendo risultati, la scelta di investire in agricoltura,. L’Oscar Green 2013, promosso da Coldiretti Giovani Impresa con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, premia le realtà imprenditoriali che si sono distinte per capacità di innovare e battere la crisi attraverso idee innovative dando vita a vivaci realtà imprenditoriali.Queste le categorie di concorso: “Stile e cultura d’impresa”, “Non solo agricoltura”, “In-filiera”, “Campagna Amica”, “Ideando”, “Esportare il territorio” ed infine Menzione speciale “Paese Amico”. Il Premio Oscar Green, mette in risalto la storia di chi realizza un progetto originale ed innovativo e decide di scommettere su questi valori il proprio futuro. Nel corso dell’appuntamento – spiega Coldiretti – i vincitori regionali premiati, avranno la possibilità di raccontare le proprie esperienze.  L’evento si caratterizzerà anche per un convegno su “Giovani e Legalità”  al quale parteciperà il Prefetto di Vibo Valentia Michele di Bari, la cantastorie popolare calabrese Francesca Prestia, il comandante Nucleo Anti Frodi del Corpo Forestale dello Stato Giuseppe Vadalà, il rappresentante dell’associazione  “Libera” Francesco Spanò, la delegata di FAI Ambiente giovani Calabria Silvia Piccione, il delegato regionale Giovani Impresa –Coldiretti Daniele Perrone e Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria. Coordinerà i lavori Francesco Cosentini direttore regionale. Ancora una volta Coldiretti Giovani Impresa mettono al centro l’impresa agricola come opportunità di successo individuale, ma anche come esaltazione di un territorio e sensibilità verso ambiente, tradizione e tipicità. L’evento si concluderà con un momento di festa e degustazione di prodotti a kmzero.