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Fisco, scoperta evasione per 17 milioni di euro

CROTONE – Un’evasione fiscale per quasi 17 milioni di euro, da parte di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Crotone che ha denunciato il rappresentante legale dell’azienda. I finanzieri, al termine di una verifica, hanno scoperto l’omissione da parte dell’impresa della presentazione delle dichiarazioni annuali dal 2009 al 2014. L’indagine ha permesso di appurare che l’impresa ha commercializzato gasolio agricolo sottoposto ad un regime agevolato importato dall’estero un prodotto assimilabile e rivendendolo illegalmente come gasolio per autotrazione, senza aver tenuto alcuna contabilità. Attraverso la ricostruzione delle operazioni economiche, mediante controlli incrociati, i finanzieri hanno constatato un’evasione per 16 milioni settecento mila euro con mancato pagamento di Ires per oltre un milione 400 mila, di Iva per oltre 2 milioni, di Irap per oltre cinque milioni e di accise per 8 milioni di euro.

Donna deceduta a Vibo, dieci medici indagati

VIBO VALENTIA – Ci sono dieci indagati a Vibo Valentia per la morte di Tiziana Lombardo, la donna di 37 anni deceduta lo scorso 5 gennaio, tre giorni dopo aver dato alla luce la piccola Giada. Gli avvisi di garanzia, notificati dalla squadra mobile, sono stati emessi dal pubblico ministero Claudia Colucci nei confronti del personale sanitario in servizio nel reparto di ginecologia dell’ospedale Jazzolino che hanno avuto in cura la donna. si tratta di un atto dovuto per consentire loro di nominare i propri periti in vista dell’esame autoptico affidato all’anatomopatologa Katiuscia Bisogni ed al quale prenderanno anche parte i consulenti nominati dall’Azienda sanitaria provinciale. Per tutti l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Si tratta del primario Oscar Cervadoro, e dei medici Salvatore Falcone, Vincenzo Mangialavori, Rocco Fiasché, Marianna Carnevale, Pasquale De Bartolis, Gianfranco Marataro, Daniela Fusca, Tommaso Sirgiovanni e Antonella D’Alessandro. La causa del decesso sarebbe dovuta ad una copiosa emorragia. Secondo la direzione dell’Azienda sanitaria, riunitasi per analizzare le condotte dei medici, è stato fatto tutto il possibile per strappare la donna dalla morte. Intanto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha nominato una task force per verificare le procedure di quanto accaduto nell’ospedale vibonese. Tiziana Lombardo, oltre alla piccola Giada, lascia il marito ed un altro figlio di cinque anni.

Stalking, tampona auto della ex. Divieto di avvicinarla

COSENZA – Ha tamponato l’auto sulla quale viaggiava la sua ex, al culmine di una serie di comportamenti persecutori iniziati dopo la fine della relazione. Per questo motivo, al termine di indagini condotte dalla squadra mobile di Cosenza, la magistratura ha adottato un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna, eseguita dai poliziotti, nei confronti di Adrian Teglas Dorin, di 30 anni, romeno. Già nel giugno scorso, il questore Luigi Liquori, dopo una prima denuncia della donna, aveva emesso un provvedimento di ammonimento nei confronti dell’uomo autore, secondo l’accusa, dell’invio di numerosi messaggi, di telefonate, minacce, appostamenti e pedinamenti. Comportamenti che sarebbero proseguiti anche successivamente, sino all’ottobre scorso, quando l’uomo aveva volutamente tamponato l’auto della donna provocando un incidente stradale. Dopo le indagini della mobile è scattato il provvedimento restrittivo.

Sequestrata area demaniale abusiva

PAOLA (CS) – Gli agenti del Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, in seguito ad attività investigativa, hanno eseguito il sequestro di un’area demaniale illecitamente occupata nel Comune di Paola. Sul posto è stata constatata la presenza di una recinzione realizzata con tavole di legno, rete metallica e rete in maglia plastica il cui ingresso, costituito da un cancelletto manufatto in legno, si presentava occluso da catena in ferro e lucchetto al fine di impedire la pubblica fruizione dello spazio, garantendone l’utilizzo esclusivo all’autore dell’occupazione abusiva. L’azione della Polizia Provinciale ha richiesto, prima del sequestro, approfondimenti investigativi per verificare l’effettiva proprietà pubblica dell’area tramite apparecchiatura gps che ne ha così permesso la geolocalizzazione.

Accertata la sussistenza di condotte illecite penalmente rilevanti a carico di M.F. di anni 73, residente a Paola, gli agenti lo hanno deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per occupazione abusiva di area pubblica. Il sequestro penale dell’area è stato convalidato dal Pm Teresa Valeria Grieco che ha disposto la notifica dello stesso decreto alla persona sottoposta ad indagini.

Tentata rapina, ferito un medico

COSENZA – Tentata rapina a Cosenza ai danni di uno stimato cardiologo, il dottor Domenico Guzzo. Secondo quanto si è appreso il medico sarebbe stato avvicinato poco dopo le ore 19 nei pressi del proprio studio privato nella zona di Piazza Cappello, in pieno centro. Uscendo dal portone è stato aggredito da un uomo armato e col volto coperto, il quale gli ha intimato di consegnare orologio e denaro. Il medico ha esitato, forse per la sorpresa. A questo punto il rapinatore ha sparato due colpi di pistola, uno dei quali ha colpito di striscio la gamba destra del medico. La vittima è riuscita a scappare e a rifugiarsi nel portone, facendo desistere il suo aggressore che poi si è velocemente allontanato, facendo perdere le proprie tracce. Il cardiologo è stato medicato al pronto soccorso dell’Annunziata. Sull’episodio indagano i carabinieri.

Cosenza, perpetravano furti e rapine. Sette arresti

COSENZA – «Si tratta di microcriminalità che crea forte disagio alla società». Con queste parole il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, ha aperto la conferenza stampa per rendere noti i dettagli dell’operazione Predator, condotta all’alba da polizia e carabinieri e che ha portato all’esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare di cui sei in carcere e una ai domiciliari. Nella sala “Livatino” del tribunale di Cosenza il procuratore capo, accompagnato dall’aggiunto Marisa Manzini, dal capo della squadra mobile Giuseppe Zanfini e dal comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza Fabio Ottaviani, ha spiegato le modalità con le quali i malviventi agivano. «Abbiamo individuato undici furti prettamente di materiale informatico compiuti all’interno di scuole e strutture pubbliche – ha affermato Spagnuolo. Rubare i computer – continua – crea problemi che si ripercuotono nei confronti dei cittadini». Le persone colpite da misura cautelare sono: Mirko Capizzano, 23 anni, Francesco Pace, 34 anni, Francesco Spina, 26 anni, Luca Cristiano, 36 anni, Mario Maurizio Sacco, 54 anni, Diego Spina, 20 anni e ai domiciliari Marco Mauro di 33; tutti gli arrestati sono domiciliati nella zona del centro storico cittadino. Un susseguirsi di colpi realizzati da una banda non specializzata sul campo ma da un gruppo di persone che decidevano a turno chi fare agire e con quali modalità. «Un lavoro da elogiare – ha dichiarato il procuratore Manzini – compiuto dai Carabinieri in collaborazione con gli uomini della Polizia. Tutti i soggetti – continua il procuratore aggiunto – hanno dei precedenti penali alcuni dei quali per evasione. La microcriminalità è diventata altamente pericolosa per la cittadinanza intera: un fenomeno da contrastare assolutamente». Gli episodi contestati sono undici e vanno da furti di computer all’interno di scuole e uffici pubblici; presi di mira anche distributori automatici dell’Asp e del teatro “Morelli” di Cosenza. Il materiale, una volta preso in possesso, veniva immesso immediatamente nel mercato in modo tale da trarne profitti economici. Colpite anche diverse scuole tra cui l’Istituto Superiore “Da Vinci-Nitti”. Durante una serie di perquisizioni sono state ritrovate una cesoia, un coltello e due pistole scacciacani nascosti in alcuni casi sotto il cuscino, in altri dietro un armadio. «Gli episodi sono veramente tanti – ha dichiarato il capo della squadra mobile Zanfini – tutto questo ha creato disagi alla comunità intera. Le conseguenze di questi gesti hanno generato nella popolazione un sentimento di privazione della propria libertà».

Alessandro Artuso

Da sinistra verso destra: Diego Spina, Mirko Capizzano, Mario Maurizio Sacco, Marco Mauro, Luca Cristiano, Francesco Spina e Francesco Pace

 

Rende, una denuncia per guida in stato di ebbrezza e tre segnalazioni per uso di stupefacenti

carabinieri-di-giornoRENDE (CS) – I militari della Stazione Carabinieri di Rose, al termine degli accertamenti, deferivano in stato di libertà un 31enne cosentino, per guida in stato di ebbrezza. L’uomo, alla guida della propria autovettura, usciva dalla sede stradale ribaltandosi. I militari operanti, giunti sul posto, sottoponevano l’automobilista ad accertamento etilometrico, riscontrando un tasso alcolemico superiore ai limiti previsti. Nella medesima circostanza, i militari sottoponevano il conducente del mezzo e il passeggero, un 29enne di Pavia, a perquisizione personale, nel corso della quale venivano rispettivamente trovati in possesso di 1 grammo di marijuana. I due, segnalati alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti. La patente di guida del 31enne veniva immediatamente ritirata e l’autovettura sottoposta a fermo. Nella nottata del 4 gennaio 2017, in Rende i militari dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, al termine degli accertamenti, segnalavano alla Prefettura di Cosenza, quale assuntore di sostanze stupefacenti, un 25enne di Chiaravalle Centrale. I militari, in a seguito di perquisizione personale rinvenivano nella tasca dei jeans del giovane, un involucro in cellophane contenente 1 grammo di marijuana che veniva posta sotto sequestro.

Perseguitava l’ex fidanzata, arrestato trentenne catanzarese

arresto-polizia-610x400CATANZARO – La Polizia ha arrestato a Catanzaro un 34enne, G.P., con l’accusa di stalking, lesioni aggravate e maltrattamenti ai danni dell’ex fidanzata ventisettenne. L’arresto, è stato effettuato dalla Squadra mobile sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica.
In un comunicato la Questura riferisce che «la Squadra mobile ha raccolto gravi, circostanziati e concordanti indizi di reato in ordine alle responsabilità di G.P. nei confronti dell’ex fidanzata. L’attività investigativa – si aggiunge – ha preso avvio da una prima denuncia presentata nel 2015 dall’ex fidanzata dell’uomo, alla quale ne sono seguite altre a causa del perdurare della condotta posta in essere da G.P., che anche dopo la rottura del rapporto sentimentale tra i due, caratterizzato da frequenti episodi di violenza, ha continuato a bersagliare la giovane di telefonate e messaggi, ingenerando in lei un grave stato di ansia e preoccupazione».

Non ce l’ha fatta il giudice di gara investito durante lo “Slalom Città di Catanzaro”

CATANZARO- È morto nella tarda serata di ieri Giuseppe Chiarella, il giudice di gara investito da un’auto poco prima della partenza della gara automobilistica “Slalom Città di Catanzaro”.L’uomo, di 55 anni, si trovava ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale pugliese dall’11 dicembre scorso. Chiarella era stato investito mentre stava cercando di far rallentare una vettura, risultata non essere registrata e autorizzata come le altre auto storiche che dovevano sfilare e che avrebbe infranto le regole stabilite dall’organizzazione, prima di tutte quella di procedere a velocità moderata.  Le indagini della polizia di Stato avevano portato al sequestro della vettura e alla segnalazione del conducente all’ autorità giudiziaria per lesioni gravissime. Dopo il decesso di Chiarella l’ipotesi di reato è destinata a mutare in omicidio colposo.

Coltivavano piantagioni di droga, due arresti

LOCRI (RC) – I carabinieri hanno nuovamente arrestato Luigi Portolesi, di 64 anni, e Francesco Catanzariti, di 36, entrambi di Platì, e noti alle forze dell’ordine, per produzione, coltivazione e detenzione di droga. Nei confronti dei due, sorpresi lo scorso mese di ottobre, in flagranza di reato all’interno di una piantagione di marijuana nel territorio del comune di Ciminà e arrestati per coltivazione di droga, è stato riqualificato il reato d’imputazione con l’aggravante degli ingenti quantitativi. A Portolesi e Catanzariti, infatti, è stato notificato un provvedimento emesso dal gip del tribunale di Locri dopo che, a seguito di una consulenza effettuata dal Ris di Messina, si è potuto accertare che il quantitativo di principio attivo della sostanza sequestrata sarebbe stato utile per ricavare oltre 330.000 dosi si sostanza stupefacente.La piantagione sequestrata era composta da 420 piante il cui valore stimato, qualora immesse sul mercato, sarebbe stato di circa 700 mila euro.