Archivi categoria: Enogastronomia

Un gelato al Milan

LAMEZIA TERME (CZ) – Ricomincia il campionato di Serie A e in Calabria è subito arrivato il Milan cinese, impegnato nella trasferta di Crotone. La squadra rossonera, ospite in un noto albergo lametino, oltre ad assaporare il gusto della vittoria (0-3) sulla compagine pitagorica, ha avuto anche il piacere di assaggiare il gelato del noto maestro gelatiere, Francesco Mastroianni. Il pluridecorato gelatiere lametino del Cantagalli, reduce del grande successo del concorso on line del sito internet Gastronauta.it, che ha consacrato la gelateria di via S. Rocco quarta assoluta in Italia, ascrive al proprio già nutrito palmares, anche questa “chicca”. Mastroianni e i suoi collaboratori hanno lenito le fatiche del campo di gioco di capitan Bonucci e compagni e a tutto lo staff del “Diavolo” – compreso il ds cosentino Massimiliano Mirabelli e l’amministratore delegato Fassone – con i deliziosi gusti della nostra terra; in particolare, l’ormai celeberrimo Brontolo, con fichi e noci della Piana lametina e il Tartufo di Casa Mastroianni, simbolo del Comprensorio.

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Pallagorio, iniziative per realizzare una filiera corta e valorizzare i grani antichi

PALLAGORIO (CR) – Dall’evento organizzato nel  borgo di Pallagorio dalla circoscrizione provinciale di Crotone dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche della Calabria, diretto da Caterina Spina, con cui si è voluto rilanciare sul territorio il tema del recupero e della valorizzazione dei grani antichi, soprattutto della coltivazione del grano Senatore Cappelli, nonché il ripristino dei mulini con macina a pietra e le lavorazioni tradizionali dei maestri panificatori, è emersa la volontà di tutti i soggetti pubblici partecipanti di dar vita a una filiera corta del segmento.

In particolare, il GAL Kroton e il Comune di Pallagorio, a seguito dei rispettivi e qualificati lavori di ricerca, tutela e promozione della coltivazione e trasformazione del tipico grano, vogliono rianimare l’interesse intorno a questo prodotto con una serie di iniziative che comprendano: la selezione del cereale sulla base delle sue singolari proprietà organolettiche, la coltivazione con tecniche tradizionali a basso impatto ambientale, la macina a pietra dei suoi ricchi germi, la lavorazione delle farine,  la produzione di pane e pasta, fino alle prove di assaggio e alla diffusione del prodotto sul territorio regionale e nazionale. Temi e azioni che saranno fortemente sostenute dagli esperti dell’Accademia.

«È necessario operare con azioni di informazione e promozione verso gli agricoltori, i panificatori e i consumatori – ha affermato il presidente del GAL Kroton, Natale Carvello, nel suo intervento – ma anche di strutturare una vera filiera produttiva che coinvolga tutte le aziende agricole per stimolarle a sperimentare nuove semine. Un’iniziativa che siamo pronti a portare avanti con maggiore impegno rispetto al passato, che ci consentirebbe di proseguire in una ricerca più attenta sui semi e sulla loro selezione. Ricordiamoci che i grani antichi sono stati abbandonati perché la meccanizzazione ha spinto verso cereali più facili da coltivare».

Di particolare rilevanza anche il contributo apportato dal sindaco di Pallagorio, Umberto Lorecchio: «Bisognerà individuare la realizzazione di un centro di raccolta con dei silos e dei mulini per la produzione delle farine utilizzando la macina in pietra, ma anche dei pastifici attenti all’uso di queste farine, oltre che la creazione d’impresa con l’apertura di forni e la strutturazione di una buona rete di distribuzione ai negozi alimentari e ai ristoranti della provincia e, perché no, della Calabria. Ovviamente, tutte queste diverse fasi della filiera dovranno essere curate da tecnici e specialisti, oltre che da microbiologi che si occupano della microflora dell’impasto madre. Tante professionalità differenti intorno a un prodotto biotecnologico, antichissimo e moderno al tempo stesso, la cui autenticità sarà garantita da una sorta di passaporto molecolare».

«Nella riscoperta dei grani antichi e della loro possibilità di coltivazione naturale, c’è la conferma che la biodiversità può trovare un’applicazione concreta e assicurare la salvaguardia delle attività agricole locali – l’apporto, invece, del presidente dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche della Calabria, Giorgio Durante -. È la grande spinta a un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, capace di essere valore aggiunto per la comunità».

Un convegno che ha sottolineato come il riscatto sociale di un territorio e delle sue comunità passi necessariamente dallo sviluppo locale. Peraltro, un territorio non particolarmente vasto come quello crotonese non può prescindere dallo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia locale con una chiave di funzione solidale.

«Recuperare produzioni di nicchia può rappresentare la strada giusta per trovare nuove forme di reddito – il commento conclusivo dell’esperto di marketing territoriale Valerio Caparelli – e dare delle speranze ai giovani che non hanno lavoro e possono trovare un’occasione di vita nelle attività legate all’agricoltura. Tutti i prodotti, a partire dal pane e dal grano Senatore Cappelli, se opportunamente valorizzati da un brand che lega i prodotti al territorio, possono diventare fattore di attrazione per il comprensorio ed elemento di riscoperta della filiera cerealicola di un tempo, in un momento in cui la riscoperta dei grani antichi consente in Italia un rinnovato ritorno alla terra con risvolti economici interessanti».

Il tutto senza dimenticare le altre risorse con cui poter comporre un paniere di grande qualità, grazie ai vini eccellenti, ai salumi, ai formaggi, all’olivicoltura, e ai tanti altri prodotti dolciari ed enogastronomici che fanno della provincia di Crotone un vero paradiso agroalimentare.

A Nocera il Calabria Beer Day, il primo workshop regionale dedicato al luppolo e ai cereali

NOCERA TERINESE (CZ) – Una giornata intera dedicata alla birra calabrese con un workshop su luppolo e cereali sarà un importante momento di confronto con esperti del settore per approfondire gli ingredienti per lo sviluppo della filiera regionale. L’appuntamento è per sabato 15 luglio con il primo Calabria Beer Day a Nocera Terinese.

Ad aprire la giornata di dibattito saranno Serena Tarangioli e Vincenzo Carè, che presenteranno la linea operativa del workshop. Sul tavolo della discussione c’è il Progetto Luppolo.it azione destinata ad incrementare la sostenibilità e la competitività della filiera brassicola nazionale promosso dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria che sta sviluppando un approccio multidisciplinare all’argomento. I ricercatori di Crea propongono strumenti operativi per una gestione meccanizzata del luppoleto, la realizzazione di un programma di breeding, oltre ad analizzare la variabilità genetica dei luppoli spontanei reperiti in alcune regioni d’Italia.

La fase attuale è fondamentale per lo sviluppo di coltivazioni di luppolo in Italia. Crea sta spingendo sul concetto di “birra 100% italiana”, e si prova a ragionare su un luppolo totalmente italiano con caratteristiche aromatiche peculiari, che è tra l’altro tra gli obiettivi del progetto. Lo sviluppo di coltivazioni di luppolo in Italia è ancora in una fase embrionale, ma iniziative come questa potrebbero offrire un impulso clamoroso a tutto il settore, permettendo di raggiungere in pochi anni obiettivi che qualche tempo fa sembravano pura fantascienza.

Così con un ricco parterre di relatori si proverà a discutere di queste tematiche anche per il movimento brassicolo calabrese. Il progetto Luppolo.it verrà introdotto da K. Carbone che ne approfondirà obiettivi, azioni e partenariato, mentre T. Amoriello disegnerà le prospettive di sviluppo della filiera italiana. Processo di meccanizzazione e lavorazione del luppolo verranno approfonditi da D. Cherubini, mentre L. Cattivelli parlerà del miglioramento genetico e scelta varietale per l’orzo da birra. Come maltare in azienda verrà raccontato da M. Lafranconi, prima di approfondire la botanica della birra con un focus sulle piante di interesse brassicolo, affidato a G. Caruso. Al dirigente Zanfino del Psr Calabria il momento di presentazione degli incentivi finanziari per il settore previsti nei bandi della programmazione del piano di sviluppo regionale calabrese.

La giornata che dalle ore 13.00 alle ore 21.00 sarà arricchita dalla degustazione di birre calabresi abbinate ad una proposta di street food vedrà la partecipazione di Eugenio Signoroni, curatore della Guida Birre d’Italia di Slow Food Editore. Sarà lui a guidare, alle ore 16.00, l’assaggio delle birre protagoniste della prima giornata dedicata ai birrifici regionali ed i loro prodotti. Alle ore18.00 invece spazio alla presentazione del libro “Il piacere della birra. Viaggio nel mondo della bevanda più antica” che Signoroni ha scritto a quattro mani con Luca Giaccone. Il manuale – pensato per chi vuole conoscere meglio la bevanda alcolica più antica della storia dell’uomo, ma anche un viaggio tra le principali culture birraie con attenzione alla scena italiana – dopo la sua pubblicazione ha suscitato un ampio dibattito on line e negli ambienti brassicoli. La tappa calabrese di presentazione, dunque, sarà una occasione da non perdere per confrontarsi con l’autore.

Calabria Beer Day

TuttoFood di Milano, Bova tra gli operatori presenti

BOVA (RC) – Tra i dieci operatori presenti nello stand del Parco Nazionale dell’Aspromonte alla Fiera TuttoFood di Milano 2017 c’è anche il borgo di Bova. Grazie alla campagna di adesione lanciata AIAB Calabria che il Parco Nazionale dell’Aspromonte, parteciperà alla fiera TuttoFood di Milano, portando, oltre al comune di Bova, anche diverse aziende biologiche produttrici di Vino IGT Palizzi, olio e prodotti esclusivi dell’Aspromonte, quali ad esempio il bergamotto. E’ infatti nell’ottica di valorizzare la biodiversità agroalimentare tipica della “montagna più meridionale d’Italia” che l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte ha offerto la possibilità a 10 operatori del settore biologico di esporre i propri prodotti nella Fiera TuttoFood di Milano, fiera biennale, internazionale e professionale. Le aziende avranno così l’occasione di promuovere, anche attraverso degustazione, le eccellenze biologiche che si producono nella meravigliosa riserva nazionale che si estende sulla montagna posta sulla punta della Penisola. L’evento che si svolgerà dall’8 al 11 maggio 2017, è di fatto considerato tra le più importanti manifestazioni fieristiche dedicate al food&beverage. In sole 5 edizioni è diventato il palcoscenico ideale per presentare i propri prodotti al mercato nazionale ed internazionale. Quest’anno inoltre la fiera TuttoFood organizza uno spazio esclusivo dedicato al biologico, al fine di offrire una vetrina efficace ad uno settori più in crescita del panorama agroalimentare italiano. Non è quindi un caso se l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, in collaborazione con l’AIAB parteciperà a TuttoFood di Milano, offrendo alle aziende biologiche attive nei comuni facenti parte dell’area protetta, un’eccezionale opportunità di business con buyer nazionali ed internazionali. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle tante organizzate dal Parco Nazionale dell’Aspromonte in favore dell’economia sostenibile, consentirà ancora una volta di valorizzare le tipicità del territorio aspromontano, consentendo allo stesso tempo agli operatori del settore biologico di farsi conoscere all’interno della vetrina internazionale. Con questo intervento di promozione delle aziende biologiche, il Parco Nazionale dell’Aspromonte ribadisce il suo impegno istituzionale nella tutela e valorizzazione dell’ambiente, delle tradizioni e soprattutto di quella sana innovazione imprenditoriale, attiva in un settore che oramai è ufficialmente considerato un motore di sviluppo sostenibile, perfettamente compatibile con i fini del Parco. E’ infatti noto che il metodo impiegato nell’agricoltura biologica, oltre a bandire l’utilizzo di OGM e pesticidi, garantisce al consumatore prodotti agroalimentari sani e genuini, ottenuti nel rispetto della salvaguardia della biodiversità, attraverso tecniche rispettose della fertilità del suolo, delle singole colture e del benessere animale. Tale metodo, definito da una legislazione nazionale ed europea, si fonda su pratiche e principi volti a minimizzare l’impatto umano sull’ambiente, permettendo al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile.

La Regione all’edizione 2017 di ProWein a Dusseldorf

CATANZARO – La Regione Calabria, con il Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, parteciperà all’edizione 2017 di ProWein, la fiera più importante a livello mondiale di vini e liquori, riservato ai soli professionisti del settore, che si terrà a Dusseldorf, in Germania, da domenica a martedì prossimi. Riparte quindi dalla Germania – è scritto in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta – l’opera di valorizzazione dei vini calabresi, con la Regione che sarà accompagnata alla fiera da circa 25 aziende calabresi, per un totale di oltre 60 etichette di vini regionali. «È la prima volta che partecipiamo a ProWein – ha affermato il Presidente della Regione Mario Oliverio – e ci aspettiamo un buon ritorno d’immagine, a meno di un mese dall’appuntamento di Vinitaly. Il ProWein rappresenta un importante banco di prova per il mercato dei vini calabresi ed un’occasione per mettere in vetrina le eccellenze regionali, composte da vitigni spesso autoctoni, di grande qualità e che raccontano la storia e la cultura dei nostri territori». Il Salone, in particolare, è dedicato ai visitatori specializzati che operano nel commercio al dettaglio, nel commercio estero e all’ingrosso, nel commercio di trasformazione, nella gastronomia e nel settore alberghiero. A questa edizione della manifestazione fieristica prenderanno parte oltre 55 mila buyers e 6.300 espositori provenienti da circa sessanta paesi del mondo. La Regione avrà uno stand istituzionale allestito dall’Associazione dei Sommelier della Germania, la De.S.A., Deutschland Sommelier Association. Il Dipartimento agricoltura, insieme all’Associazione dei Sommelier della Germania ed in collaborazione con l’enoteca regionale “Casa dei vini di Calabria”, hanno elaborato un programma di animazione che parte dal sabato precedente l’apertura della fiera, con la partecipazione al Big Bottle Party, un evento serale fuori fiera, organizzato da “Falstaff”, una delle riviste di riferimento del mondo del vino in Germania. Con il giornalista della stessa rivista Otmar Kiem è prevista invece una presentazione di vini e territorio calabresi nello stand di Falstaff. Sono in programma, inoltre, tre degustazioni a tema, una sui bianchi, una sui rossi e una sui passiti calabresi, all’interno della piazza De.S.A., rivolta a quaranta ospiti specializzati, guidate dai giornalisti Christian Eder della rivista “Vinum” e da Veronika Crecelius. All’interno dello spazio enoteca Calabria sono previste tre degustazioni giornaliere, alcune delle quali guidate dal giornalista e blogger Helmut Knall, supportato da Gennaro Convertini, presidente di enoteca Regionale “Casa dei vini di Calabria”. Ai vini in degustazione saranno abbinati salumi, formaggi, fichi e altri prodotti tipici calabresi.

Enogastronomia, il vino di Donnici nei percorsi turistici del Comune di Cosenza

COSENZA – L’Associazione culturale “Vivi Donnici” ha formulato al Comune di Cosenza la proposta di inserire nei percorsi turistici del Comune le Cantine e le vigne del territorio della Dop “Terre di Cosenza”, una proposta che ha incontrato il parere favorevole del consigliere comunale Giuseppe d’Ippolito.
«Le esigenze dei turisti – ha sottolineato il consigliere d’Ippolito – sono sempre crescenti ed è compito di chi amministra i territori favorire l’ampliamento dell’offerta a beneficio dei flussi di visitatori provenienti dalle altre regioni d’Italia ed anche dall’estero. La possibilità di poter visitare le vigne e le cantine rappresenta un’attrattiva interessante per il turista che preferisce un percorso integrato tra la proposta classica e la proposta enogastronomica. Il vino è cultura e fa parte integrante dell’identità del territorio cosentino, depositario di antiche tradizioni portate avanti da secoli sulle colline donnicesi. La proposta avanzata dall’Associazione “Vivi Donnici”, che si è sempre spesa per valorizzare le tradizioni del nostro territorio, va guardata con molta attenzione, anche nella prospettiva di rendere praticabile l’ingresso di Donnici e delle sue uve, in un futuro neanche troppo lontano, nei grandi circuiti virtuosi del buon vino, apprezzato non solo dai calabresi, ma anche dal resto del nostro Paese. Donnici e il suo territorio hanno tutte le carte in regola per candidarsi a sviluppare negli anni a venire un solido turismo enogastronomico o turismo emozionale che dir si voglia e la proposta dell’Associazione culturale “Vivi Donnici” va proprio nella direzione di dare un significativo contributo in questa direzione».

“Lagane e ceci”, un piatto appetitoso tipico della cucina meridionale

COSENZA – A fare bella mostra di sé oggi è un piatto tipico della tradizione calabrese, cosentina in modo particolare, ma assai diffuso in gran parte del sud Italia. Le lagane sono da molti definite antenate delle lasagne. La “lagana e ceci”, un piatto caldo, piccante, molto saporito e invernale, da gustare con un buon bicchiere di vino, rigorosamente rosso e corposo. Molte sono le varianti di questo piatto, con o senza pomodoro, con lo strutto, con o senza pancetta, con o senza il lardo. Andiamo per ordine. Le “lagane”, molto somiglianti ad una tagliatella, sono fatte in casa, farina, semola, acqua e uovo (facoltativo). Per il condimento, invece, in una padella capiente versare abbondante olio di oliva, formare un fondo alto almeno 1/2 cm e fatevi imbiondire 2 spicchi d’aglio. Per non far bruciare l’olio nè l’aglio sollevate la padella in modo che l’olio si raccolga su un lato e l’aglio frigga in un fondo più alto. Sempre nella ricetta tradizionale si usa insieme all’olio un po’ di strutto.  Sciogliere nell’olio una fettina sottilissima di lardo tagliato a striscioline piccole ed aggiungete un peperoncino piccante tagliato a rondelle (in alternativa potete utilizzare un cucchiaino di peperoncino in polvere oppure sott’olio in base al vostro gusto). Eliminare l’aglio e versate nella padella i ceci scolati, aggiungete un mestolo abbondante dell’acqua di cottura dei ceci e fate insaporire. Schiacciate con una forchetta 1/4 dei ceci in modo da formare una cremina densa, mescolate e fate asciugare l’acqua. E anche per oggi il pranzo è servito.

 

R.A

 

 

Martedì grasso con le lasagne della tradizione

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COSENZA – Oggi si festeggia il Carnevale e sulle tavole di molti calabresi non mancheranno le tradizionali “lasagne”. A Cosenza e provincia le lasagne rappresentano un’ eccezionale gustosità e un piatto tipicamente riservato alle occasioni di festa, come appunto lo è anche il martedì grasso. Non solo pasta, dunque, ma la preparazione delle succulente “lasagne” è un rito gastronomico che richiede una lavorazione lunga e meticolosa. Seppur le varianti sono tante, oggi prenderemo spunto da una ricetta semplice ma gustosa. Partiamo dalla sfoglia, sottile, morbida e leggera, tradizionalmente fatta in casa con le uova e la farina.

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Il ripieno rappresenta invece la caratteristica più apprezzata delle lasagne calabresi. Molte, infatti sono le varianti. Polpettini, Caciocavallo, Uova, Salsiccia e chi più ne ha più ne metta perché la tradizione insegna che la pasta e quindi le lasagne devono essere “chine” (ndr piene), ricche di ingredienti prelibati e saporiti e al forno, dove si arricchiscono dei sapori tipici della nostra cucina. Ancora oggi, nonostante non sia un piatto decisamente dietetico, le lasagne sono particolarmente apprezzate anche tra le nuove generazioni. E per una volta lo strappo a tavola è concesso a tutti, perché se da domani di nuovo tutti a dieta, ad un piatto cosi buono non bisogna rinunciare. Un buon bicchiere di vino e il pranzo è servito!

Raffaella Aquino

 

A Carnevale è tempo di “Chiacchiere”

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COSENZA – Di chiacchiere se ne fanno tante e quelle dolci sono certamente tra le preferite di grandi e piccini, soprattutto in questi giorni dedicati al Carnevale. In gran parte d’Italia le “Chiacchiere” rappresentano il dolce tipico e tradizionale di questo festoso e allegro periodo dell’anno che precede la Quaresima. Questo dolce, dalle mille sfaccettature e sembianze ha origini storiche che risalgono all’antica epoca romana, dove dolcetti a base di uova e farina prendevano il nome di “frictilia”, dove lo strutto era tra gli elementi dominanti. La leggenda napoletana narra invece che fu la Regina Savoia a dare il nome di “chiacchiera” al dolce appena sfornato dal suo cuoco di corte. La “chiacchiera” è da sempre considerata un dolce povero della tradizione, arricchito, nel corso degli anni, con ingredienti che ne hanno reso il sapore assai gustoso e ricco. Ripercorrendo lo stivale in lungo e in largo molte sono oggi le versioni delle “chiacchiere”, fritte, al forno, ricoperte di miele, cioccolato, crema pasticciera, cacao. C’è finanche la versione delle “chiacchiere ripiene”, dei veri e propri fagottini con all’interno una gustosa sorpresa. Frappole, bugie, frittole, costoli, diversi i nomi associati ad un dolce, divenuto oggi assai apprezzato in molte zone d’Italia. In Calabria è ancora viva la tradizione carnevalesca delle chiacchiere e diverse sono le ricette per preparare questo buonissimo dolce, sfizioso e originale.

Ne abbiamo scelta una fra tante, dal portale internet http://www.ntacalabria.it/ricette-calabresi/chiacchiere-calabresi.html

 

Ingredienti:

500 g di farina

4 uova

50 gr di strutto (o olio)

100 g di zucchero

3 cucchiai di grappa (va bene anche del vino bianco o marsala)

scorza di limone

1/2 bustina di lievito

1 pizzico di sale

zucchero a velo

1 l circa di olio d’oliva

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Disponete la farina sulla spianatoia con il lievito. Fate un buco al centro della farina, unite le uova e lo zucchero. Mescolate gli ingredienti, aggiungete la scorza grattugiata, lo strutto  sciolto precedentemente in un pentolino (o l’olio), e un pizzico di sale, quindi lavorate l’impasto e dividetelo in panetti e stendete la pasta. Con una rotella tagliate dei rettangoli e fate un taglio al centro, introducete una delle estremità del rettangolo nel buco e formate dei nodini. Nel frattempo versate l’olio in una larga padella e una volta raggiunta la temperatura ottimale, buttatevi le chiacchiere. Lasciate friggere a fuoco moderato fino a quando saranno dorate. Ponetele in un vassoio e spolverizzatele con lo zucchero a velo.

E allora, buone “chiacchiere” a tutti

 

Raffaella Aquino

 

Le crocette di fichi secchi

Le tradizioni popolari che si tramandano di generazione in generazione, sono fonte di grande arricchimento personale e danno un maggiore senso di appartenenza alla propria terra di origine. La cucina ne è un esempio pratico, con i piatti tipici che si tramandano da genitore in figlio. In questo  articolo ci occupiamo di un’antica ricetta calabrese, ancora oggi  è consuetudine preparare : “le crocette di fichi secchi”. Si tratta di dolci molto semplici, caratterizzati da un profumo ed una fragranza inconfondibile. Possono essere consumati sia come merenda, sia per arricchire i buffet di dolci durante le festività. L’opera può presentarsi sotto diverse forme, poiché il fico è un  frutto che si presta a diverse tecniche di lavorazione: le “crocette”, le “trecce”, le “coroncine” e i “fioroni”. Il fico è stato sempre un albero molto diffuso in Calabria e i suoi frutti copiosi sono stati considerati per tanto tempo il cibo dei poveri perchè, freschi o essiccati, hanno contribuito a sfamare le popolazioni rurali. Consumarli apporta al nostro organismo tanti benefici per il contenuto di ferro, potassio, fibre, vitamina A e C. Benefici che raddoppiano se i fichi sono secchi. Consumarli nella stagione invernale, significa quindi fare un rifornimento di sane calorie  e gran parte dei calabresi non si sottraggono certamente a questa regola.

Le crocette calabrese ,“i crucett calabrisi”, sono un’antichissima ricetta che si tramanda in famiglia. Si chiamano crocette per il modo in cui sono lavorate, incrociate come fosse una piccola croce. All’interno delle crocette si mette frutta secca ma in particolare  i gherigli di noci, a volte sostituiti da mandorle. Una volta cotte in forno caldo vengono spolverate di zucchero, cannella e spruzzate con liquore all’anice. Nei tempi passati i fichi erano i dolci per l’inverno, specie per i periodi di  feste poichè era  il sostentamento calorico per eccellenza per tutta la famiglia.

La qualità più adatta è il fico Dottato, tra le migliori cultivar che si presta ad essere utilizzato nella trasformazione e che ha ottenuto il marchio di qualità Dop, facile da trovare in tutta la Calabria, ha all’interno semi piccoli a differenza di altri tipi che invece hanno semi grossi. I fichi vengono raccolti quando iniziano ad appassire e messi ad asciugare al sole su graticci di canne ben stesi, girati di tanto in tanto affinché secchino da tutte le parti e diventino fichi bianchi – ”ficu ianche”. La sera vengono coperti per evitare che durante la notte con la rugiada s’inumidiscano e diventino scuri. Quando sono ben  seccati si possono lavare, naturalmente selezionando quelli più belli da utilizzare per preparare le crocette. I fichi sono un alimento che, ancora, si riesce a comprare da produttori locali. Negli ultimi anni la produzione locale, a causa del cambiamento climatico, è diminuita per cui ci si deve accontentare di un prodotto essiccato negli essiccatoi, buono altrettanto, a discapito però del profumo ( quello dei fichi al sole è molto più intenso). E’un frutto che può essere consumato da tutti, grandi e piccoli, ha proprietà digestive e una crocetta contiene solo 255 Kcl. Perciò le crocette calabresi si possono consumare al posto di una merendina.

Vediamo insieme, passo dopo passo, come procedere nella realizzazione di questa pietanza squisita.

Ingredienti per 12 crocette

1 kg di fichi (48)

12 noci (70 gr) o (48 mandorle 65gr)

15 gr di zucchero

3 gr cannella in polvere

Liquore all’anice 20 ml

Procedimento

Lavare i fichi e farli asciugare, aprirli in due metà lasciandoli uniti per il picciolo, disporne due a croce, mettere un ¼ di noce su ogni metà.

DSCN7612Metterne uno al contrario in modo da coprire la noce all’interno e un secondo a formare una croce.

Quando sono pronti, lavarli velocemente sotto l’acqua del rubinetto e metterli a sgrondare su una gratella.

Disporli sulla teglia ancora umida e cuocerli in forno caldo 220° gradi per 15 minuti finché non sono dorati.

Si possono conservare anche per un anno in vasi di vetro o vaschette di alluminio a piacere, si possono aggiungere bucce di agrumi sbucciati sottili. Oppure  si possono conservare a strati arricchiti da foglie secche di alloro, arancia oppure limone, in scatole di latta ben chiuse e foderate con foglio d’alluminio.DSCN7613

Il solo profumo è irresistibile. Al momento di consumarle, per chi lo preferisce, possono essere ricoperte con cioccolato fondente fuso.

Anna Maria Schifino