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Assemblea CGIL per il riordino delle Province: il Presidente Bruno tranquillizza i dipendenti

 

CATANZARO  (CZ) “La situazione di caos determinata dalla schizofrenia normativa relativa al riordino delle Province è sotto gli occhi di tutti. L’amministrazione provinciale di Catanzaro, è pronta ad affrontare la successiva all’applicazione della legge Delrio e della legge di stabilità ma spetta alla Regione Calabria decidere che ritmo imprimere al futuro del sistema delle autonomie locali”. E’ quanto ha affermato il presidente della Provincia di Catanzaro, che è anche presidente dell’Upi regionale, Enzo Bruno che questa mattina ha preso parte all’iniziativa della Cgil sul tema “Riassetto degli locali, quale futuro per la Calabria? Le procedure rallentate e contraddittorie della legge 56”, nella sede della Provincia di Catanzaro, un dibattito pubblico organizzato da Cgil Calabria e Fp Cgil Calabria, con il segretario generale Cgil Calabria Michele Gravano, il segretario della Lega Autonomie Calabria Claudio Cavaliere, il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno e il segretario nazionale, sempre del Pubblico impiego, della Cgil Federico Bozzanca, il direttore generale alla presidenza della regione Antonio Viscomi, coordinati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri.

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“La Provincia di Catanzaro si trova in buone condizioni di salute – ha assicurato il presidente Bruno – così come è pronta la nuova pianta organica che prevede 220 dipendenti, per nessuno è prevista la mobilità. Inutile pensare ad un nuovo Ente intermedio che viene fuori dalle macerie delle Province, che funzionavano bene, se dovendo modificare il sistema con ridefinizione e trasferimento di deleghe e personale non sono individuate risorse e non ci sono prospettive politiche di indirizzi”. Il presidente Bruno ha parlato di una vera e propria “preoccupazione sociale” perché “la legge Delrio, frutto di un furore ideologico con l’intento di distruggere le Province, smantella la catena della sussidiarietà prevista della Costituzione, c’è il rischio dell’interruzione dei servizi: le criticità ricadranno sulle spalle degli enti più deboli”. “Si pensa di smantellare una cosa che funziona? Ma davanti ai cittadini che chiedono la riparazione di una buca sono gli amministratori a rimanere senza la possibilità di dare risposte”. Che fine farà la polizia provinciale? Chi paga gli stipendi dei dipendenti provinciali trasferiti alle Regioni con la restituzione delle deleghe, si chiede il presidente Bruno che rilancia: “Pensare di sostenere l’esistenza dei centri per l’impiego con i fondi europei determinerà la creazione di nuovo precariato”. “Noi siamo pronti – ha concluso il presidente Bruno – abbiamo fatto pianta organica nei termini previsti. Ma ci sono cose che solo la Regione ci può dire, come ad esempio decidere se vuole continuare ad essere ente di gestione, o piuttosto diventare un ente snello e di programmazione e controllo:  se così è deve appoggiarsi al sistema esistente e le Province sono fondamentali”.

 

Castrovillari: ultimo giorno di consultazione con 130 votanti su 143

 

elezioniCASTROVILLARI (CS) – Con l’ultimo giorno di consultazione sono andati a votare complessivamente 130 su 143 aventi diritto. “Una partecipazione sentita e condivisa” è il giudizio unanime della Commissione elettorale e del Seggio che hanno tenuto a battesimo la consultazione 2015 tra i dipendenti del Comune di Castrovillari per eleggere i sette nuovi rappresentanti sindacali unitari.

Il seggio è stato chiuso alle ore 17,30 come da cronoprogramma e la curiosità per chi si è presentato è già alta.

In un momento nel quale gli enti locali stanno attraversando uno dei periodi più delicati della storia repubblicana, dati di coinvolgimento come questo non sono cosa da poco, ma sicuramente un fatto che deve far riflettere sul desiderio delle persone di partecipare da interprete nella costruzione di possibili nuovi percorsi dove l’elemento umano e le capacità sono indispensabili per la crescita del bene comune e di quei sistemi sinergici, funzionali al raggiungimento di obiettivi di sviluppo e progresso che non devono escludere nessuno e che ogni società vuole perseguire quando le vengono offerte gli strumenti adatti.

Domani, intanto, nella sala delle rappresentanze, al primo piano di palazzo Gallo, lo spoglio nel quale verrà svelata la costituzione della RSU eletta tra i 16 candidati riconducibili alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Questa viene designata con il metodo proporzionale. La stessa, nella prima riunione utile, poi, andrà a investire il suo prossimo coordinatore aziendale.

La RSU sarà subito impegnata per la contrattazione 2015 e nelle altre questioni che coinvolgono sempre più la pubblica amministrazione ed i dipendenti tra efficienza e servizi.

Convocate le Organizzazioni Sindacali

CATANZARO – Il Ministro del Lavoro in merito alla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro ha convocato le Organizzazioni Sindacali.

Tale incontro, che si terrà il 3 marzo, rappresenta evidentemente il risultato delle azioni di mobilitazione messe in campo dai lavoratori di tutto il territorio nazionale, e che in Calabria si è concretizzata con una partecipata assemblea regionale unitaria del 18 febbraio, con il coinvolgimento delle TV locali e degli organi di stampa, e con la conseguente adesione alla manifestazione di Roma il giorno 20.

Ma quali sono i motivi che stanno alla base della mobilitazione e della protesta in atto?

Ciò di cui parliamo è infatti solo il primo atto, che parte dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, di un progetto molto più ambizioso e devastante, che porterebbe allo smantellamento della pubblica amministrazione e dell’INPS in particolare.

Un progetto, quello citato, che viene da lontano e che l’attuale governo ha iniziato a tradurre in pratica con la Legge Delega n° 184/2014, c.d. Jobs Act, la stessa legge con la quale è stato di fatto cancellato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rifiutando al riguardo ogni forma di confronto e di discussione con le parti sociali.

Il rischio è che, se andasse in porto la realizzazione dell’Agenzia ispettiva, anche un altro pezzo importante dell’Istituto legato alle prestazioni a sostegno del reddito, in un futuro prossimo, verrà sottratto all’INPS (con la costituzione della c.d. Agenzia nazionale per l’occupazione) per andare a collocarsi, entrambe, sotto il controllo diretto del Ministero del Lavoro e quindi della politica.

Quanto sta avvenendo rappresenta un’evidente operazione di “macelleria”, in netta contrapposizione rispetto al recente passato in cui il nostro Ente, quando la propria “governance” poteva definirsi tale, aveva fatto la scelta politica  di ampliare il proprio campo di azione, anche in ambiti che poco avevano a che fare con quello previdenziale in senso stretto.

Se questo è il quadro in cui ci muoviamo, e se è vero (com’è vero) che i vertici dell’Istituto (Presidente e Direttore Generale), di recente nomina, non hanno preso al riguardo alcuna posizione, ciò che ne deriva è una situazione veramente drammatica.

Ma non si può assistere inerti. Nella convinzione della strategicità e della specificità del corpo ispettivo all’interno dell’INPS, come quelli delle altre amministrazioni, ma anche di una pubblica amministrazione efficiente, garante dello stato sociale e presidio di legalità, è necessario che siano messe in campo, proprio in questa direzione, tutte le energie disponibili nel percorso di confronto intrapreso con il Ministro del Lavoro.

Ancor più in un territorio come quello Calabrese, dove i numerosi fenomeni di lavoro nero e fittizio fatti emergere dal nostro corpo ispettivo, che non di rado finiscono per avviare anche procedimenti giudiziari, sarebbe necessario un potenziamento delle attività di contrasto al lavoro irregolare e migliori sinergie tra gli attori coinvolti.

Sono queste le ragioni di una mobilitazione, con il preciso intento di mettere in luce le incongruenze derivanti dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, che comprometterebbe gravemente la funzionalità di tutto il sistema ispettivo. Ma non solo, il percorso di confronto non potrà non tenere conto anche di tutte quelle misure di garanzia nei confronti dei lavoratori coinvolti riguardo le retribuzioni, i percorsi di carriera, le professionalità, i percorsi formativi, nonché l’articolazione territoriale dell’Agenzia che, al momento, non appare per nulla chiara.

Insomma un percorso ricco di insidie che vedrà la CGIL in prima linea a partire dall’assemblea unitaria del personale ispettivo di giorno 27 febbraio a Catanzaro ed in tutte le iniziative che seguiranno, ma nella consapevolezza che il risultato dipenderà anche dal sostegno e dalla partecipazione di tutto il personale dell’Istituto che, a nostro avviso, deve sentirsi coinvolto nella mobilitazione contro questo processo di “DISINTEGRAZIONE”, che appare tanto subdolo e devastante quanto drammaticamente alle porte.

Sciopero Nazionale delle Banche

COSENZA – Venerdì 30 gennaio 312 mila lavoratori delle banche sciopereranno per tutta la giornata. Lo sciopero è stato proclamato dalla Fisac CGIL unitariamente a tutte le altre sigle sindacali di categoria (DIRCREDITO, FABI, FIBA CISL, SINFUB, UGL, UILCA e UNISIN) all’indomani della rottura con ABI delle trattative di rinnovo del contratto nazionale avvenuta lo scorso 25 novembre ed  è stato approvato anche dai lavoratori bancari che nel  corso delle assemblee, svoltesi  nelle varie filiali, si sono espressi all’unanimità a favore della mobilitazione. I dipendenti delle banche, rappresentati dai sindacati, scioperano contro la decisione unilaterale dell’ABI di disdettare e di disapplicare, a partire dal prossimo primo aprile, i contratti collettivi di lavoro, un provvedimento senza precedenti in nessun altro settore. I banchieri rivendicano la necessità di un nuovo modello di banca al servizio del Paese,  che sia più vicino alle famiglie, alle piccole medie imprese e ai territori, contro quello attuale, che privilegia, invece, un’erogazione del credito prevalentemente a favore dei grandi gruppi industriali. Inoltre, i lavoratori difendono il potere d’acquisto del  loro salario, messo a rischio dal blocco permanente della crescita automatica degli stipendi in tema d’inflazione, che l’ABI vuole attuare e contro cui si sono mobilitati i sindacati. Il vero obiettivo dell’ABI è, infatti, quello di smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele contrattuali vigenti, sostituendolo con contrattazioni azienda per azienda, che creerebbero un’enorme disparità di trattamento economico e normativo tra i lavoratori e le condizioni per ulteriori e selvaggi tagli di posti di lavoro, dopo i 68 mila già eliminati negli ultimi 15 anni. La protesta è centrato anche per difendere il contratto nazionale come elemento centrale della contrattazione, l’unico in grado di garantire economicamente e socialmente la categoria e salvaguardare l’occupazione.Lo sciopero non riguarda i dipendenti del Credito Cooperativo (le BCC) che si asterranno dal lavoro per i primi di Marzo. Anche per la provincia di Cosenza si prevede una altissima percentuale di adesione alla mobilitazione.

Cgil: sentenza Marlane ci lascia sgomenti

CATANZARO – “La sentenza di ieri presso il Tribunale di Paola (Cs) nel processo Marlane, fabbrica tessile nel Comune di Praia a Mare (Cs), ci lascia sgomenti”. La Cgil, “nell’esprimere vicinanza ed affetto ai familiari delle vittime, ritiene che vada data giustizia ai107 lavoratori che negli anni sono deceduti. Nel dibattimento, dalle varie testimonianze erano emerse in maniera inconfutabile le responsabilita’ ed omissioni dell’Azienda. Per queste ragioni il territorio si aspettava verita’ e giustizia”. La Cgil, “nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura, e’ inattesa di conoscere le motivazioni della sentenza, che, comunque ritiene ingiusta”. La Cgil, “valutera’ nel merito le argomentazioni della sentenza, condizione indispensabile per dare continuita’ alla battaglia e dare giustizia alle vittime ed ai loro familiari. Non ci fermeremo e ci mobiliteremo assieme alle tante associazioni ed ai tanti cittadini nel territorio e nel Paese”.

Sciopero Cgil e Uil, più di quattromila persone in piazza

Adesione superiore al 60% a Cosenza allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil e grande partecipazione alla contestuale manifestazione organizzata nel capoluogo e chiusa dall’intervento di Carla Cantone, segretaria nazionale dello Spi Cgil. Più di quattromila persone, più di quattromila storie, più di quattromila voci hanno dato vita a un corteo colorato e indignato.
Sul palco si sono alternati lavoratori e sindacalisti che hanno fatto sentire forte le ragioni della protesta, che non hanno risparmiato critiche alle politiche del Governo Renzi. Ma che, nel solco della tradizione della Cgil, hanno lanciato una serie di idee per il rilancio della provincia di Cosenza, principalmente nei settori delle politiche sociali, della sanità e dei trasporti. Destinatari delle proposte le istituzioni, a partire dal nuovo Governo regionale.
“La richiesta di intervento sociale è in aumento, risulta sempre più complessa e in molti casi coinvolge l’assistenza sanitaria – è stato sottolineato – per questa ragione è necessaria l’integrazione fra sociale e sanitario”. Partendo da questo presupposto, la Cgil ha chiesto alla futura Giunta Regionale di “impegnarsi a potenziare il livello dei servizi sociali ed educativi attualmente garantiti, a cominciare da quelli diretti alla gestione della non autosufficienza”. Tra le proposte del sindacato, poi, da segnalare “la costruzione di un sistema di welfare che dia ai giovani autonomia dalla famiglia, il potenziamento degli asilo nido e dell’infanzia, adeguate risorse da destinare al Piano al diritto allo studio, l’attivazione, attraverso la legislazione sociale in vigore, di interventi straordinari per creare occupazione giovanile, o per ricollocare le lavoratrici e i lavoratori in condizioni sociali più svantaggiate”.
Per quanto riguarda le politiche della salute, la Cgil ha chiesto che “il nuovo governatore calabrese assuma la gestione della sanità pubblica regionale, uscendo definitivamente dalla gestione emergenziale”. Dal sindacato non sono mancati gli attacchi all’amministrazione Scopelliti accusata di aver diminuito il numero e la qualità dei servizi e di aver aumentato i ticket. In particolare, è stato evidenziato, “l’Ospedale cosiddetto “Hub” del capoluogo rischia di essere travolto dalle richieste di prestazioni, soprattutto nell’ambito dell’emergenza/urgenza, in assenza di un turn over del personale medico e paramedico”. La nuova Giunta Regionale è chiamata dalla Cgil a un’inversione di rotta, “dovrà contrastare con efficacia lo smantellamento, già da tempo in atto, delle strutture sanitarie pubbliche, ma anche di quelle private convenzionate, che vivono un momento di assoluta difficoltà con pesantissime ricadute sul personale impiegato nel settore, continuamente minacciato dai licenziamenti e spesso privato da mesi della regolare retribuzione”.
Sul fronte del trasporto pubblico locale, il giudizio della Cgil è netto: “Oggi non risponde in modo ottimale alle esigenze di mobilità dei calabresi. Per far fronte a tale emergenza è necessario un processo di riforma del sistema, che consenta di garantire una più adeguata risposta alle esigenze di mobilità dei cittadini”. Per raggiungere tale obiettivo, il sindacato ha proposto di “aumentare e razionalizzare l’offerta, integrando le diverse tipologie di trasporto, migliorare la qualità dei servizi, assicurare al settore i finanziamenti necessari a colmare il gap tra risorse disponibili e risorse necessarie, favorire la creazione di soggetti industriali dimensionati in ambiti provinciali o di bacino, ripristinare il diritto alla gratuità del trasporto pubblico locale per i pensionati e per i più bisognosi, previsto dalla legislazione regionale e cancellato dalla precedente giunta”.

Ggil e Uil presentano in una conferenza stampa lo sciopero del 12 dicembre

Un secco no ai provvedimenti del Governo Renzi e una decisa richiesta di risposte al territorio: partendo da questi due presupposti, Cgil e Uil hanno invitato i lavoratori della provincia di Cosenza ad aderire allo sciopero del 12 dicembre e a partecipare alla contestuale manifestazione organizzata nel capoluogo. Una manifestazione che partirà da via Alimena, nei pressi di piazza Bilotti (ex piazza Fera) e che vedrà, in piazza XI Settembre, le conclusioni di Roberto Castagna, segretario provinciale della Uil Cosenza, e di Carla Cantone, segretario nazionale dello Spi Cgil.
“Al Governo Renzi chiediamo di correggere il Jobs act nei decreti attuativi – ha detto lo stesso Castagna -. Così come chiediamo che venga modificata la legge di stabilità che contiene provvedimenti penalizzanti per lo sviluppo del Paese, oppure che si sblocchi il rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione”. Dopo essersi soffermato sulla necessità del rilancio del Mezzogiorno, il segretario della Uil ha chiesto più risorse per gli ammortizzatori sociali. “Se il premier vuole allargare le tutele, bisogna per forza investire in questa direzione. In Calabria migliaia di persone, con grande dignità, protestano per i propri diritti: parlo degli Lsu-Lpu e dei lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori in deroga”.
Angelo Sposato, segretario della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, ha focalizzato l’attenzione sui fondi comunitari. “E’ necessario invertire la rotta, basta con i finanziamenti a pioggia e le aziende fantasma – ha affermato -. Un’attenzione particolare merita il riassetto idrogeologico del territorio, valorizzando i lavoratori del settore”. Dopo aver chiesto la conferma del generale Luciano Pezzi quale commissario alla sanità calabrese, Sposato si è rivolto al neo-governatore Mario Oliverio. “Siamo pronti a collaborare sui provvedimenti giusti, rivendicando sempre la nostra autonomia – ha avvertito -. La Cgil non ha governi amici perché i nostri sindacalisti hanno la schiena dritta”.
“Siamo ormai nella fase più avanzata di organizzazione dello sciopero e della manifestazione – . ha aggiunto Brunella Solbaro, componente la segreteria della Cgil di Cosenza -. Sono in corso numerose assemblee sui posti di lavoro e devo dire che stiamo raccogliendo molte adesioni”. Brunella Solbaro ha sottolineato, inoltre, “il momento difficile che vive l’Italia e, in particolare, la Calabria. In provincia di Cosenza, la crisi investe tutti i settori, penso alla sanità privata, dove sono previste procedure di licenziamento collettive, oppure al comparto bancario che registra numerose chiusure di sportelli”. “Credo che basti questo a motivare la partecipazione alla protesta, senza dimenticare un welfare che nega diritti ai giovani e non dà risposte agli anziani, non a caso la manifestazione di Cosenza sarà chiusa dalla segretaria dello Spi Cgil”.

CGIL e FIOM Calabria: sciopero per la visita di Renzi

CATANZARO – E’ stato organizzato uno sciopero di otto ore da Fiom e Cgil Calabria in vista della visita del premier Matteo Renzi, atteso a Reggio Calabria e Gioia Tauro venerdì 28 novembre. “In concomitanza con la visita del premier Renzi – fa sapere Cgil in un comunicato stampa – è indetta una giornata di mobilitazione sindacale con presidio dei lavoratori provenienti da tutta la Calabria nello stabilimento AnsaldoBreda di Reggio Calabria”.

Pistola giocattolo e biglietto intimidatorio alle organizzazioni sindacali Italcementi

CASTROVILLARI – Inquietante ritrovamento nella bacheca delle organizzazioni sindacali Italcementi: una pistola giocattolo ed un biglietto con la scritta ‘Attenti a qualcuno’. Tempestiva la denuncia della Cgil, presentata alla Procura della Repubblica e agli agenti della polizia di Stato di Castrovillari. La cementeria ha sospeso le attività di cottura, mandando in cassa integrazione alcuni lavoratori.

Stasi: “Governo assente sui problemi dei precari calabresi”

Antonella Stasi

CATANZARO – La Presidente f.f. della Regione Antonella Stasi ha stigmatizzato la mancata riunione del Governo con i precari calabresi. “Ancora una volta il Governo Renzi manca di rispetto alla Calabria – commenta la Stasi – e ai precari calabresi che confidavano nell’ incontro già programmato. Continuiamo ad essere profondamente delusi da questo atteggiamento. L’attenzione che il Governo aveva sbandierato per la Calabria, non trova corrispondenza nella realtà. Ed il rinvio della riunione non è altro che una ulteriore penalizzazione verso il nostro territorio e verso quei calabresi che, con grande difficoltà ma con estrema dignità, arrivano a stento alla fine del mese. Confidavamo molto in questo incontro, pur non essendo stati coinvolti direttamente, ma, è evidente, a questo punto, che i problemi della nostra regione non interessano più di tanto a Roma”. A seguito di questo rinvio la Cgil annuncia la ripresa già da lunedì 13 ottobre della fase di mobilitazione con una serie di presidi presso le sedi Inps e le sedi dei partiti di Governo sull’ intero territorio Calabrese. La decisione del Governo di non affrontare la problematica del trasferimento dei fondi relativamente agli ammortizzatori in deroga rispetto al saldo delle mensilità residue del 2013 e il mancato finanziamento del 2014 rappresentano, insieme ai ritardi nella definizione delle procedure di stabilizzazione di Lsu e Lpu un atto grave che amplifica le tensioni ed il disagio sociale, denotando un atteggiamento di disattenzione e penalizzazione del Governo rispetto alla Calabria