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Federica Di Lieto, la tigre calabrese di Masterchef 10

Masterchef 10 ha tenuto tutti con il fiato sospeso come sempre. Non ha deluso le aspettative il cooking-show più seguito d’Italia. Bruno Barbieri, Giorgio Locatelli e Antonino Cannavacciuolo hanno portato la loro simpatia, professionalità e quel loro essere mordaci che non guasta mai. Tra i banchi della MasterClass quest’anno c’era anche una calabrese.

 

 

Federica Di Lieto è la montaltese che ha portato in alto la Calabria nello show andato in onda su Sky. Tra un Convivio Circolare e il Mare in Volo, Federica ha portato la sua grinta meridionale e la sua audacia da sportiva nei piatti fino alla semifinale.
Abbiamo chiacchierato con lei della sua esperienza a Masterchef 10.

Masterchef e la pallavolo rappresentano due facce della stessa medaglia per Federica. “La botta di adrenalina è quella. Dallo sport mi porto l’importanza di non sottovalutare mai nessuna situazione e di rimanere sempre concentrata”. Il passaggio da uno sport di squadra a delle prove individuali non ha rappresentato un problema per la montaltese. “La pallavolo è un gioco di squadra e si va verso la vittoria anche facendo affidamento sugli altri. Masterchef non è così, ma i compagni di squadra ci sono: pentole, ingredienti, tecniche di cottura. Preparare un piatto vuol dire interpellare tanti aspetti di sé”

L’aspetto territoriale è stato centrale nel cammino individuale di Federica. Il miele di fichi, le patate, lo stoccafisso e l’anice stellato, per citare solo alcuni degli ingredienti utilizzati dalla concorrente calabrese. Quest’ultima ha confermato questo aspetto. “La calabresità è la mia identità. Finalmente la cucina calabrese elevata sta venendo fuori e si sta superando il concetto di cucina delle nonne”. Sul tema dell’elevazione della Calabria gastronomica la semifinalista di Masterchef ha encomiato l’operato degli chef Nino Rossi, ospite in quest’edizione di Masterchef, e Caterina Ceraudo. Sulla chef del Dattilo ha speso parole di orgoglio e stima. “Caterina Ceraudo fa uno sforzo enorme, è l’unica donna stellata in Calabria. Chi si reca nel suo ristorante sceglie di mangiare lì, data la posizione non propriamente centrale. Questa è la prova che i calabresi possono fare”. Una riflessione sull’innovazione bruzia nel campo gastronomico, quella di Federica, che tocca da vicino le nuove generazioni. “E’ arrivato il momento in cui questa gioventù calabrese deve farsi carico della Calabria”.

 

 Federica ha speso parole di orgoglio anche per aver ritrovato a Masterchef uno dei prodotti più rappresentativi del territorio cosentino, il miele di fichi. “E’ stata un’emozione. La Calabria non è solo ‘Nduja e peperoncino”.

 

Stratega, guerriera oltre che abile cuoca, Federica è stata questo nella Masterclass. Ad onor del vero, però, in occasione di uno skill test è venuta fuori la parte più intima della concorrente di Montalto Uffugo. Un piatto poco apprezzato e criticato aspramente dai giudici. Ciò ha scaturito un pianto inaspettato nella concorrente. “Essendo una perfezionista apprezzo sempre la critica e ne faccio tesoro perché con questa riesco a migliorarmi. Le lacrime per quel piatto scaturirono perché in quell’occasione è venuto fuori un lato di me che non avevo mai fatto trapelare. E’ una parte che riservo solo alle persone a me più care. Il fatto che sia stata scambiata per debolezza mi è dispiaciuto: se sei una donna forte sei stronza, se sei tenera sei debole. Federica è un mix esplosivo di grinta, passione, dolcezza e tenerezza. I miei tratti più evidenti sono la forza e la caparbietà, non mollo facilmente.
La tigre, per citare un soprannome che lei stessa si è affibbiata, ha toccato, poi, un tema delicato inerente alla trasmissione: la strategia.
“Masterchef è una competizione in cui si vincono 100mila euro. Nel momento in cui puoi avvantaggiarti lo fai, sarebbe ipocrita dire o fare il contrario. Se posso dare fastidio a qualcuno lo faccio con le persone che reputo più forti, ma questo non è mai un attacco personale. Assegnare un piatto difficile vuol dire reputare abile un concorrente”.

 

Dalla Calabria al mondo intero fino ai progetti futuri, Federica ha dimostrato coerenza e determinazione.

 

Il tema dell’integrazione nella decima edizione di Masterchef è stato centrale. La varietà etnica dei concorrenti è stata uno dei punti di forza di questa edizione. Proprio con un piatto calabro-cinese Federica e Jia Bi hanno portato a casa la vittoria in un invention test in staffetta. “La Calabria ha una vastità di prodotti che lasciano molto spazio alla cucina fusion. Io e Jia Bi siamo riuscite a creare un connubio tra Calabria e Cina. Masterchef ha dimostrato che le radici diverse, nonostante i punti di vista differenti, possono incastrarsi”. Sul suo futuro rimane con i piedi per terra, seppur con ambizione e virtuosismo. “La cucina continuerà a rimanere centrale nella mia vita, non voglio staccarmi” ha confessato la semifinalista di Masterchef.   Ambisco ad entrare nella cucina di un ristorante. In un futuro prossimo vorrei aprire un’attività rivalutando un casolare, proponendo una cucina che parte dalla Calabria e racconti di me”.

 

Sul vincitore del programma e sulle divergenze avute con questo, la concorrente originaria del cosentino ha esplicato coerentemente il pensiero già manifestato durante la trasmissione.

 

In particolare ha citato un noto episodio che ha innalzato molte polemiche. “Se ho un vantaggio lo uso e se ti offendi, perché lo utilizzo, forse non hai capito il gioco. Nel caso di Aquila io gli tolsi la mandolina perché lui era molto abile con i coltelli. Sapevo che se la sarebbe cavata. Lo screzio non è mai esistito da parte mia. A ciò, la calabrese, ha aggiunto l’aneddoto del roner. “Lui sostenne che io lo stessi copiando. Effettivamente poteva passare questo ma, in realtà, la mia idea era davvero di trasformare la pianta grassa in protagonista del piatto. Per di più non utilizzai il roner”.

Al momento dell’eliminazione Federica ha segnalato come vincitrice Azzurra e, ad oggi, non ha cambiato il suo punto di vista. Azzurra avrebbe dovuto vincere dato il suo percorso notevole all’interno della Masterclass. E’ una donna forte, mi rispecchia in questo. Dissi il suo nome nel momento della mia eliminazione perché era come se le stessi lasciando una parte di me. Credo, comunque sia, che il concorrente tecnicamente più forte sia stato e rimane Antonio. Su Aquila ha espresso un pensiero onesto inerente alla finale. “I giudici hanno valutato i menù. L’unico piatto che conta è l’ultimo che porti, quindi, gli ultimi piatti di Aquila sono stati i migliori ed è giusto che abbia vinto.

 

Federica Di Lieto è stata una concorrente vera, arguta e, per certi versi, geniale nel rappresentare il territorio con uno sguardo al futuro. L’augurio è che il suo mare possa spiccare il volo verso cieli sempre più tersi.

MasterChef Italia, show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, è sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV

Ritorna “Street Food”, il Festival Internazionale del cibo di strada

COSENZA – La città di Cosenza ospiterà, da venerdì 10 a domenica 12 maggio, all’interno della Villa Nuova, la VI tappa del Festival Internazionale dello Street Food  2019, ideato e organizzato da Alfredo Orofino e patrocinato dal Comune, segnatamente dall’Assessorato alla crescita economica urbana e attività economiche e produttive, guidato da Loredana Pastore.

Il tour del “cibo da strada” approda a Cosenza dopo il successo dei primi cinque appuntamenti del Festival Internazionale dello Street Food, edizione 2019, tenutisi a  Roma, in Piazzale della Radio e a Piazza San Giovanni Bosco, a Rieti, in piazza Mazzini, a Gorizia, nei giardini pubblici e ad Ostia dove grazie all’enorme consenso tributato dal pubblico sono state  raddoppiare le date.

La manifestazione nasce dall’idea di portare nelle piazze, all’aria aperta, il cibo che generalmente non si ha modo di mangiare a casa, gustando sapori di varie nazionalità, grazie all’apporto di veri e propri ristoranti su ruote che girano l’Italia, proponendo nuove prelibatezze gastronomiche, all’insegna della qualità e realizzate con estrema professionalità.

«È con grande orgoglio – sottolinea l’Assessore alla Crescita Economica Urbana Loredana Pastore –  che la città di Cosenza si appresta ad ospitare il primo festival internazionale dello street food, la nuova tendenza del settore che trova sempre più riscontro fra gli appassionati. Per tre giorni, grazie alla lungimiranza del Sindaco Mario Occhiuto, in pieno centro città sarà possibile assaporare, passeggiando, colori, odori e sapori da tutto il mondo. Anche la scelta della location non è casuale – aggiunge Loredana Pastore – ma sottende l’obiettivo di valorizzare uno dei giardini pubblici storici della città, attraverso un connubio fra modernità e storia. All’evento parteciperanno i migliori operatori enogastronomici fra prelibatezze nostrane e specialità internazionali, tutte da gustare insieme perdendosi tra le suggestive strade del centro».

A Cosenza saranno di scena circa 40 chef altamente qualificati che prepareranno “cibo da strada” di grande qualità e originalità, con prodotti tipici italiani e internazionali.

IL PROGRAMMA:

Il palato dei cosentini sarà letteralmente deliziato, nelle tre serate del Festival (orari di apertura: venerdì 10 maggio dalle ore 18,00 alle 24,00; sabato 11 e domenica 12 maggio dalle ore 12,00 alle ore 24,00) da prelibatezze appartenenti allo street food nazionale ed internazionale: la Puglia sarà rappresentata dalla “bombetta di Alberobello”, il Lazio dalla “Puccia Pontina”, dalla “porchetta di Ariccia” e dalla “cucina romana”, la Campania dalla “pizza fritta di Napoli” e dalle sfogliatelle. Accanto a questo genere di street food, si affiancherà il  cibo da strada con le tipicità genovesi, toscane e siciliane. Nella vetrina internazionale troveranno, invece, spazio il banco irlandese, la “paella” spagnola, la cucina bavarese, quella argentina e tante altre, unite ad una serie di birrifici artigianali. L’ingresso alla manifestazione è gratuito.

«Vogliamo far conoscere una nuova ristorazione – sottolinea l’ideatore ed organizzatore del Festival Alfredo Orofino, definito dai media “portatore sano di energia” e “Re del cibo di strada” – una ristorazione mobile, realizzata solo ed esclusivamente con cibi che puntano alla qualità senza tralasciare il buon bere, l’accoglienza e l’aggregazione tra culture».

Dopo l’appuntamento di Cosenza il tour continuerà il suo itinerario, toccando le maggiori piazze italiane per concludersi nel mese di ottobre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Al FICO di Bologna trionfa sua maestà il limone di Rocca Imperiale

BOLOGNA – Protagonista delle degustazioni dell’ultimo weekend a “Fico Eataly World” di Bologna è stato il Limone di Rocca Imperiale IGP, coltivato da secoli nel territorio di Rocca Imperiale e noto nel comprensorio col nome di “Antico o Nostrano di Rocca Imperiale”. Il territorio di Rocca Imperiale gode di un microclima ideale alla coltivazione di piante da frutto e, in particolare del limone, con inverni miti e temperature mai inferiori a 0°C.

A Rocca Imperiale una tradizione lunga molti anni

Vanta, perciò, la produzione limonicola più importante di tutta la provincia di Cosenza e dell’alto Ionio.Il frutto del limone, tipico di questo areale, di colore giallo intenso e con un profumo straordinario si contraddistingue da altri limoni. Forma allungata, medie dimensioni e un peso medio di 100-160 grammi, con alta resa in succo. Privo di semi e con un profumo eccellente. I risultati delle analisi hanno evidenziato un alto contenuto in limonene e preziose essenze naturali di oli essenziali di particolare aroma. Il sapore è particolarmente gradevole. Nell’arco dell’annata produce ben tre tipi di frutti derivati da altrettanti fioriture: Primofiore (raccolti da maggio a luglio), o Maiolino (da maggio a luglio) e Verdello (da agosto a ottobre).

Un successo i liquori al limone presenti allo stand

Allo stand realizzato su iniziativa della Presidenza della Regione Calabria – Settore Internazionalizzazione – in collaborazione con l’Arsac, i tantissimi visitatori hanno potuto degustare spremute, liquori e preparazioni ottenute dal tradizionale agrume calabrese. Le “Terre dei Limoni di Rocca Imperiale”, godono della protezione delle colline a ovest, a nord e a sud, e dell’azione mitigatrice del mare a sud-est. Si tratta di una vera e propria “Oasi”, un ambiente che sicuramente influenza in modo positivo le caratteristiche del prodotto.

Protagonista anche “La cucina racconta la Calabria”

Allo stand della Regione Calabria, infine, è andato in scena “La cucina racconta la Calabria”. Il cooking show con gli chef dell’Arsac Vittorio Secreti e Mario Curia che hanno preparato gustosi piatti attraverso le eccellenze calabresi, trasferendo ai curiosi ricette, segreti e curiosità. Gli chef dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, Vittorio Secreti e Mario Curia, hanno lavorato a quattro sessioni di cucina tenute tra sabato 2 e domenica 3 giugno. Il giorno della Festa della Repubblica il pranzo è stato a base di “Essenze della meravigliosa terra di Calabria” (Menù composto da: Fettuccine, salvia e Limone di Rocca Imperiale IGP con in abbinamento il vino Zibibbo di Calabria).

Alle 18 invece “La Sila in Magna Grecia” (Menù composto da: Riso di Sibari, Cipolla Rossa di Tropea IGP, Caciocavallo Silano Dop, zucca e profumo di Liquirizia Dop Calabria con in abbinamento il vino Gaglioppo Rosato di Calabria). Mentre ieri a pranzo le “Perle Dorate sui Monti dello Ionio” (Riso di Sibari, Limone di Rocca imperiale IGP e Pecorino Crotonese DOP con vino Magliocco Rosato di Calabria) e di sera “Morbidoso Rosso di Calabria” (Menù composto da: Paccheri alla Nduja di Splilinga in abbinamento con un giovane vino Rosso di Calabria). Ricette, storie, luoghi, tradizioni ed emozioni sono state curate e raccontate dai divulgatori dell’Arsac Marcello Bruno e Martino Convertini.

Confezionavano la droga in cucina, arrestati due fratelli

LAMEZIA TERME (CZ) La cucina della loro abitazione era divenuta un vero e proprio laboratorio dove confezionavano la droga. Sono scattate così le manette per due fratelli, Antonio e Raffaele Cugnetto rispettivamente di 30 e 22 anni di Lamezia Terme, già noti alle forze dell’ordine. A seguito di alcuni controlli e perquisizioni, i carabinieri, fra pensili della cucina, hanno rinvenuto diversi pacchetti di marijuana. Sul tavolo della stessa cucina, invece, era presente tutto il necessario per confezionare la droga. I due fratelli sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio.

 

 

 

 

Ricicl’art, con Enzo Barbieri la cucina è a prova di riuso

ROSSANO (CS) – La decima edizione di Ricicl’Art, in corso presso la Cittadella dei Bambini e dei Giovani di via Nestore Mazzei, ha regalato ieri agli ospiti un momento di alta cucina con lo chef Enzo Barbieri e il suo “Cooking show – L’arte degli avanzi”. L’iniziativa, che ha visto ai fornelli Enzo Barbieri e Laura Barbieri, ha richiamato la curiosità e l’attenzione dei numerosi visitatori, che con grande interesse hanno assistito alla preparazione di gustose pietanze con ciò che comunemente avanza in cucina.

«In cucina – afferma Enzo Barbieri – si può recuperare tutto e sono contento di aver avuto la possibilità di venire qui, a Ricicl’Art, per spiegare come recuperare ciò che spesso è destinato ad essere gettato via. Noi diciamo da sempre no allo spreco alimentare. Il mio invito è ad essere attenti al recupero, ovviamente salvaguardando la qualità. Senza dimenticare che proprio noi possiamo e dobbiamo valorizzare la straordinaria tradizione contadina che è patrimonio di questa terra. Diamo il via ad una nuova filosofia: si può cucinare bene anche con le cosiddette “pietanze povere” e si possono preparare piatti eccellenti anche con ciò che spesso avanza».

Entusiasti gli ospiti che hanno assistito al “Cooking show”, in primis il presidente di Ricicl’Art Walter Pulignano che ha ringraziato Barbieri per l’interessante e originale lezione culinaria che sposa in pieno lo spirito dell’associazione.

Il presidente Pulignano ha espresso inoltre viva soddisfazione per lo straordinario successo di presenze che sin dal primo giorno sta caratterizzando la “Mostra del Riuso Creativo” allestita nel Temporary Museum della Cittadella dei Bambini e dei Giovani. Tantissimi i visitatori e tantissimi gli apprezzamenti per le opere in mostra che, si ricorda, sono oltre 150 realizzate da ben 39 artisti italiani e internazionali.

Nell’ambito del decennale di Ricicl’Art, che proseguirà fino a domenica prossima 27 novembre, nella giornata di martedì 22 novembre alle ore 18 è previsto un secondo momento di riflessione sul tema “Rifiuti: processi virtuosi, occasione di crescita, sviluppo e occupazione”. Ai lavori, che saranno moderati dal giornalista Matteo Lauria, interverranno: Walter Pulignano – presidente associazione Ricicl’Art; Natale Mazzuca – Presidente Unindustria Calabria; Crescenzo Pellegrino – referente territoriale ambiente Unindustria Calabria; prof.ssa Vincenza Calabrò – docente Unical; i referenti dei consorzi nazionali Rilegno, Ricrea, Corepla.

Tropea Festival Leggere&Scrivere all’insegna della buona tavola

VIBO VALENTIA – Dopo l’atteso intervento di Roberto Giachetti, il pomeriggio del Tropea Festival Leggere&Scrivere 2016 continua con la presentazione del libro “I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta” (Minimum fax, 2016). Il libro-inchiesta scritto da Stefano Liberti, definito da Goffredo Fofi “Uno dei migliori, dei rari prodotti del nostro giornalismo d’inchiesta”, è un’indagine globale durata due anni, dall’Amazzonia brasiliana dove le sconfinate monoculture di soia stanno distruggendo la più grande fabbrica di biodiversità della Terra, ai mega-pescherecci che setacciano e saccheggiano gli oceani per garantire scatolette di tonno sempre più economiche. Il giornalista Liberti, conversando con Francesco Lena, racconta al pubblico il “modus operandi” adottato per ricostruire il cambiamento della filiera produttiva alimentare, sempre più legata alla globalizzazione e alle multinazionali. L’inchiesta fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo e si basa su 4 prodotti: carne di maiale, soia, concentrato di pomodoro e tonno in scatola. «La suggestione da cui sono partito – racconta Liberti – è che noi consumatori non sappiamo da dove provengono i prodotti alimentari negli scaffali e nelle nostre dispense. Nel mondo globalizzato noi europei mangiamo tonno pescato nell’Oceano Pacifico, mentre il nostro tonno, molto più pregiato, viene mandato in Giappone per il sushi».

Contestualmente, in un’altra sala di Palazzo Gagliardi il dottor Alessandro Targhetta ha presentato “Sensibilità al glutine. Nuove conoscenze e possibilità di cura”.L’argomento, come spiegato nel corso dell’incontro coordinato da Stefania La Badessa, coinvolge sempre un maggior numero di persone: «La salute – precisa il dottor Targhetta– dipende dal nostro stile di vita». Il glutine è un complesso alimentare costituito da proteine. Frumento, farro, kamut, segale, orzo e avena, e altri sono i cereali con maggior quantitativo di glutine. Riso, mais, miglio e teff, invece, ne contengono in minime o inesistenti quantità.

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Targhetta, dopo aver sottolineato che un’alimentazione gluten free non produce nessun tipo di carenza, ha posto agli ospiti un quesito: «Mangiamo frumento da oltre 12mila anni. Proprio ora siamo diventati intolleranti?». In realtà, il frumento “Cappelli” negli anni ’70 è stato irradiato con raggi x e gamma del cobalto radioattivo, modificando il suo dna e diventando della varietà “Creso”. Per il 90 per cento si tratta della varietà più utilizzata sui mercati per produrre prodotti da forno, a ciò si aggiungono sia i trattamenti anti-parassitari, impiegati in agricoltura; sia l’impiego del glutine come additivo. La Gluten Sensitivity e la Celiachia sono due simili ma distinte entità cliniche. Secondo alcune ipotesi la sensibilità al glutine può essere considerata la fase iniziale, funzionale, non ancora lesionale della Celiachia. Tra i disturbi frequenti, gastrite, cistite, insonnia, ansia, ipotiroidismo, problemi alla tiroide e all’apparato respiratorio, nonché malattie della pelle e caduta dei capelli. Il primo passo per arrivare a una corretta diagnosi di Gluten Sensitivity parte dalla rendicontazione della storia clinica del paziente. A ciò si aggiungono analisi per escludere la Celiachia e l’allergia al grano. Infine è opportuno sospendere per brevi periodi l’assunzione di prodotti ad alto contenuto di glutine per valutare eventuali miglioramenti nello stato di salute.

A Corigliano la migliore pizza d’Italia. Premiato il maestro pizzaiolo Natale Giovanni Abbruzzese

CORIGLIANO CALABRO (CS) – È allo scalo di Corigliano Calabro che è possibile gustare una delle migliori pizze italiane. A decretarlo la seconda edizione del Trofeo Nazionale “Pizza eccellenza d’Italia”, svoltosi presso l’Hotel Lamezia di Feroleto Antico, in provincia di Catanzaro. Ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento è stato Natale Giovanni Abbruzzese, maestro pizzaiolo e titolare del ristorante-pizzeria “La Corte”. La gara, indetta dalla Scuola Nazionale di Pizza e dall’API (Associazione Pizzerie d’Italia) ha visto sfidarsi ben 100 pizzaioli provenienti da diverse regioni della penisola, in particolare dal Sud. I partecipanti sono stati giudicati da una giuria di grande livello. Alla fine, la classifica finale è stata ripartita in due categorie: “Pizza tonda” e “Teglia e pala”. Per la prima, la vittoria è andata proprio al maestro pizzaiolo coriglianes.

 

 

 

La cucina del Pollino raccontata al “Terra Madre 2016” di Torino

TORINO – Un grande “paniere” di prodotti identitari, fortemente legati alla gente che li produce, e capaci di raccontare le storia e la diversità del territorio calabro – lucano, in mostra a Torino dal 22 al 26 settembre in occasione dell’edizione 2016 di Terra Madre – Salone del Gusto organizzato da Slow Food. Il Pollino in mostra nel Parco del Valentino (Stand A032) da tempo è arricchito dal riconoscimento della Carta Europea del Turismo Sostenibile e dell’inserimento nella rete Global Geopark dell’Unesco. I prodotti che hanno trovato spazio anche nella carta dei sentieri del gusto edita dall’Ente Parco, si lasceranno degustare dalle centinaia di migliaia di visitatori che rendono Terra Madre il salone internazionale del gusto più importante d’Italia. Nell’arca del gusto del Pollino ci sarà spazio per i prodotti da forno del Panificio Vito Elisa di Cerchiara e dei Fratelli Orlando di Castrovillari, ancora oggi realizzati con la manualità di un tempo, il miele dell’azienda Natura Viva, ed i vini realizzati dalle uve Magliocco di Ferrocinto e Tenuta Celimarro. L’olio delle aziende Madonna del Pantano di San Giorgio Lucano, Gallo di Castrovillari, La Goccia Pura e dell’azienda agricola Diana di Saracena, e le identità territoriali della Lenticchia di Mormanno dell’azienda Mirella Occhiuzzi, accanto al fagiolo bianco e la melanzana rossa di Rotonda Dop ed il Peperone di Senise, trasformato dall’azienda Cara Terra Lucana di Chiaromonte conosciuta anche per la grande varietà di sott’oli legati alla tradizione del parco e della sua gente.

Tra le varietà della proposta agroalimentare che il Parco porterà in degustazione nella fiera più importante di settore trova spazio anche la grande tradizione casearia del Pollino con la presenza dell’azienda agricola Maria Stellato ed i suoi formaggi affinati in grotta, accanto ai salumi biologici di Pezzo La Corte di Viaggianello insieme a quelli della Società Agricola Campotenese la prima esperienza cooperativa del versante calabrese nata negli anni 70, e le produzioni di Asid con sede a Castelluccio Inferiore e dell’azienda Agrocarne di Latronico a sottolineare la vivacità e diversità di manifattura in questo settore di trasformazione agricola. I pomodorini idroponici dell’agricola Franzese accanto alle marmellate di Solefrutta, insieme alla grande novità di quest’anno: la prima birra prodotta nel Pollino dalla giovane azienda De Alchemia di Saracena. Dallo stesso comune arriva l’unico presidio Slow Food dell’area protetta, il Moscato Passito al Governo di Saracena rappresentato dalle aziende Cantine Viola e Feudo dei Sanseverino. Identità alimentari e ricchezza agroalimentare che Mangiarecalabrese ha deciso di promuovere attraverso l’e-commerce aperto al mercato globale.

 

Cucine da Incubo nel cosentino, arrivano nuovi piatti e buonumore

MARANO MARCHESATO (CS)- Cucine da incubo approda in Calabria e più precisamente nel Ristorante Pizzeria Macrito di Marano Marchesato. Il locale, a gestione familiare, pur essendo uno dei più conosciuti della zona, aveva subito una battuta di arresto successivamente alla morte del fratello del proprietario, Vincenzo. Una storia commovente che si conclude con il lieto fine.  Antonino, infatti, in questa puntata non è riuscito soltanto a dare al Ristorante un nuovo volto e gustose ricette ma ha riporto il sole nella famiglia Macrito. Le espressioni sempre cupe del titolare sono volate via in cielo e con loro è ritornato il sorriso di tutto lo staff e di Marcella, moglie di Vincenzo e cuoca del ristorante.

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CUCINA/ I consigli dello chef Francesca Narcisi (Terza parte – Il dessert)

Archiviate le abbuffate di vigilia, Natale e Santo Stefano, torniamo nella cucina di Villa Fabiano per completare la nostra proposta di menu originale con un dessert sfizioso ed elegante da servire in tavola. La nostra capo partita Francesca Narcisi oggi ci accompagna infatti nella preparazione di un dolce al cioccolato e rhum in cui trovano espressione anche i frutti rossi e …. le melanzane. FRANCESCA NARCISIUn raffinato mix di classico ed esotico. Aquolina in bocca assicurata, provare per credere, e magari fateci sapere!

DESSERT A PIATTO: Tortino di melanzane olivia al cioccolato, con crema di cioccolato bianco al rhum, amaretti, lamponi, mirtilli e basilico brinato (ricetta di Christian Perri)

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

Per il tortino: 200 Gr – Melanzane Olivia n. 2 – Uova 30 Ml – Latte 70 Gr – Cioccolato fondente 50 Gr – Pinoli 20 Gr – Farina tipo 00 n. 1 – Bustina di vanillina 70 Gr – Zucchero semolato 5 Gr – Cannella 1/2 Lt – Olio di semi di arachidi sale q.b.

Per la crema al rhum: 150 Gr – Cioccolato bianco 12 Gr – Burro 75 Gr – Panna 12 Gr – Rhum

Per le decorazioni: 120 Gr – Lamponi freschi 120 Gr – Mirtilli freschi 80 Gr – Amaretti n. 8 Foglioline – Basilico fresco

 

PROCEDIMENTO

Per il tortino: Lavare le melanzane Olivia, tagliarle a fette dello spessore circa 1 cm, spolverare di sale e infarinare da ambo i lati. Friggere le fette di melanzane in abbondante olio di semi di arachidi. A !ne cottura asciugare con carta assorbente e spolverare di cannella in polvere; lasciare raffreddare. Tostare e sabbiare i pinoli a disposizione. In una ciotola, montare le uova con lo zucchero semolato e il latte; aromatizzare con la vanillina, aggiungere la farina e i pinoli già tostati. Ormai fredde, tagliare le melanzane in piccoli cubetti e unirle al composto. Amalgamare bene il tutto. Sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria o con l’aiuto del microonde e aggiungerlo all’impasto di melanzane mescolando delicatamente. Versare il prodotto ottenuto in stampini da forno precedentemente imburrati e cuocere in forno preriscaldato a 180 C° per 15 minuti.

Per la crema al rhum: A bagnomaria o con l’aiuto del microonde, fondere il cioccolato bianco con il burro, la panna e il rhum, mescolando !no ad ottenere una crema #uida, lucida e uniforme.

Per le decorazioni: Preparare un’insalatina di lamponi e mirtilli freschi, far brinare le foglioline di basilico e sbriciolare gli amaretti.

PRESENTAZIONE DEL DESSERT

Porre il tortino appena sfornato su di un piatto e decorare con la crema al rhum, la granella di amaretti, l’insalatina di lamponi e mirtilli, il basilico. Si raccomanda di servire ancora caldo.