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Furto di strobili, cinque operai rumeni denunciati tra Castrovillari e Morano. (VIDEO)

strobili2CASTROVILLARI (CS) – Il personale del Corpo forestale dello Stato di Castrovillari in collaborazione con i reparti di Morano e Civita ha sorpreso cinque cittadini di nazionalità rumena intenti ad asportare strobili da alcune piante di pino senza le dovute autorizzazioni. Due gli interventi che hanno portato all’individuazione dei trasgressori. Il primo a Morano Calabro in località “Mazzicanino” , all’interno del Parco Nazionale del Pollino dove sono stati fermati i primi due uomini intenti a trafugare le pigne, pronte per essere caricate a bordo di un’auto. Inutile la fuga a piedi dei due una volta accortisi della presenza della Forestale,. Sono stati infatti rintracciati e fermati dagli stessi forestali nelle vicinanze del centro abitato. Il secondo intervento in località “Conca del Re” di Castrovillari, dove altri tre rumeni sono stati colti in flagranza mentre raccoglievano gli strobili in una proprietà privata su alcune piante. Per entrambi i casi  si è proceduto al sequestro del materiale trafugato sistemato in alcuni sacchi , oltre 10 quintali, degli automezzi in loro possesso e carichi di tale materiale oltre ad alcune aste uncinate e ramponi, mezzi utilizzati per arrampicarsi sugli alberi e prelevare gli stobili. Per i cinque rumeni, tutti provenienti dal salernitano, è scattata la denuncia a piede libero per furto aggravato.

Lavoratori in nero in un ristorante soveratese. Sanzioni amministrative per il titolare

guardia-di-finanza-1SOVERATO (CZ) – Nei giorni scorsi , le Fiamme Gialle della tenenza di Soverato hanno eseguito un controllo nei confronti di un’impresa operante nel settore della ristorazione. Nel corso di tale attività di servizio, le Fiamme Gialle hanno scoperto che  all’interno del locale, su 11 lavoratori, 10 dipendenti tra cui 5 stranieri, sono risultati in nero. Dai riscontri documentali e dalle informazioni assunte dal personale dipendente, è emerso che il datore di lavoro non aveva ottemperato agli obblighi previsti dalla normativa previdenziale e assistenziale ,né a quelli imposti dalle disposizioni fiscali. alla luce delle violazioni riscontrate, nei confronti del titolare dell’impresa sono state elevate sanzioni amministrative di decine di migliaia di euro. L’imprenditore ha immediatamente provveduto a regolarizzare la posizione dei lavoratori risultati irregolari mediante il pagamento di quanto previsto dalle disposizioni vigenti in materia di lavoro.

 

Vasta operazione antibracconaggio a Bisignano e San Giovanni in Fiore

COSENZA – Una vasta operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale di Cosenza, eseguita sotto il comando della Dirigente Avv. Antonella Gentile e con il coordinamento del Sostituto Commissario dott.ssa Antonella Pignataro, ha portato all’accertamento di numerosi illeciti e al sequestro di fucili, munizioni e richiami acustici elettromagnetici. In primo piano, gli interventi eseguiti dal personale in servizio presso il distaccamento di San Giovanni in Fiore e dal reparto di Cosenza.

Gli agenti operanti sul territorio sangiovannese, a seguito di articolate indagini frutto di lunghe osservazioni, pedinamenti e attività investigative, hanno sorpreso in fragranza di reato due persone, in due distinte e separate operazioni antibracconaggio portate a segno sul territorio della Sila. uccelliIn un caso, un uomo residente nel cosentino è stato sorpreso con un piccolo richiamo elettroacustico vietato dalla legge, mentre richiamava da un appostamento temporaneo da caccia, le allodole presenti nei campi circostanti; sottoposti a sequestro penale un fucile semiautomatico, 25 munizioni, il congegno vietato e la selvaggina abbattuta. Nella seconda operazione si è documentato l’utilizzo, da parte di un bresciano munito di autorizzazione per la caccia in Calabria, di un piccolo richiamo che nel caso di specie era impostato sul canto della Pispola, specie particolarmente protetta dalla Convenzione Internazionale di Berna. Sottoposti a sequestro penale un fucile calibro 12, 356 munizioni, 9 capi di Allodola appena abbattuti e occultati in vari punti intorno il luogo di caccia, nonché un sofisticato richiamo elettroacustico riproducente diversi canti di uccelli, come detto, anche di specie particolarmente protette e protette, come la Pispola, il Fanello, il Fringuello e la Peppola.

Analoga operazione è stata svolta dal reparto di Cosenza in località Moccone del Comune di Bisignano, laddove l’unità operativa ha contestato a un altro cacciatore bresciano – anch’egli munito di autorizzazione per la caccia in Calabria – l’esercizio dell’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo acustico elettromagnetico. Sequestrati anche in questo caso un fucile da caccia semiautomatico cal. 12, 28 cartucce cal. 12, un richiamo acustico elettromagnetico e otto allodole abbattute.

Grande la soddisfazione del Presidente della Provincia Graziano Di Natale, che si è detto orgoglioso dell’encomiabile servizio svolto dagli agenti: «il personale della Polizia Provinciale – ha commentato il Presidente – ha come sempre dimostrato passione e senso del dovere nello svolgimento della funzione di salvaguardia della fauna e dell’ambiente. Un atteggiamento ancora più apprezzabile, nell’attuale momento storico caratterizzato dall’incertezza sul futuro di questo storico servizio, per il cui ripristino fra le funzioni della Provincia confermo il mio impegno presso la Regione Calabria».

Tutte le persone fermate sono state denunciate, a piede libero, alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Cosenza per i reati descritti, mentre tutto il materiale sequestrato è stato posto a disposizione della stessa Autorità giudiziaria. Elevate anche sanzioni amministrative, per mancata annotazione sul tesserino regionale della selvaggina abbattuta.

Operazione Isabel, sequestrati nove impianti di depurazione

COSENZA  – Questa mattina il Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro nove impianti di  depurazione e deferito all’autorità giudiziaria 14 persone. Tale attività si inserisce nell’ambito di un’iniziativa voluta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo volta a indagare e reprimere fenomeni di inquinamento al fine di tutelare la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente, ed in particolare ha riguardato lo stato di inquinamento del fiume Savuto ( da cui prende il nome Isabel, Isabella d’Aragona deceduta nel 1271 nell’attraversare il fiume).

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L’operazione, condotta dal NIPAF, Nucleo Investigativo del CFS, con il supporto della Sezione di PG del Corpo Forestale e diversi Comandi Stazione, è stata coordinata dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo e dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini, i provvedimenti di sequestro sono stati trasmessi al P.M. di turno dr. Francesco Giuseppe Cozzolino riguardano i depuratori che scaricano nel fiume e che ricadono nei Comuni di Carpanzano, Scigliano, S.Stefano di Rogliano e Parenti, in quest’ultimo Comune sono sei gli impianti oggetto di sequestro. Le indagini condotte in questi mesi e gli accertamenti preliminari su tutti gli impianti hanno portato a contestare agli indagati, Sindaci e tecnici comunali, i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e molestie. Le indagini ed i controlli hanno accertato diverse irregolarità, oltre al mancato funzionamento, come la presenza in alcuni impianti di bypass che consentivano lo scarico nel fiume dei reflui non sottoposti al dovuto ciclo depurativo. L’operazione di oggi ha visto impiegati 40 uomini e 9 pattuglie del Comando Provinciale di Cosenza. Nei prossimi giorni con l’ausilio dei tecnici dell’Arpacal continueranno le verifiche e le indagini sullo stato del fiume Savuto al fine di verificare lo stato di inquinamento dello  stesso e dei suoi affluenti.

Sequestrati 385 chilogrammi di cocaina. Fermato equipaggio di una nave

GIOIA TAURO (RC) – Trecentottantacinque chili di cocaina purissima sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Comando operativo aeronavale di Pratica di Mare e dei Reparti operativi aeronavali di Vibo Valentia e Palermo, che hanno anche sottoposto a fermo nove componenti l’equipaggio della nave portacontainer che, proveniente dal Brasile, era e diretta al porto di Gioia Tauro con la droga a bordo. Le indagini, coordinate dalle Procure di Reggio e Palmi e condotte dal Gruppo operativo antidroga della Finanza di Reggio Calabria con l’apporto della Direzione centrale per i Servizi antidroga, hanno permesso di accertare che il trasporto è avvenuto con la compiacenza di alcuni membri dell’equipaggio che hanno scaricato la cocaina, custodita in 17 borsoni impermeabili legati tra loro con delle boe galleggianti, in un’area di mare distante 16 miglia dal porto di Gioia Tauro allo scopo di farla recuperare successivamente ed evitare i controlli in porto. La cocaina sequestrata avrebbero fruttato 77 milioni di euro.

Furto di energia elettrica in un bar, deferita una donna

BISIGNANO (CS) – Ieri pomeriggio a Bignano i carabinieri hanno deferito, al termine di accertamenti, in stato di libertà, una 40enne, per il reato di “Furto di energia elettrica”. I militari, insieme al personale tecnico della società Enel Spa, hanno accertato che la donna, in qualità di titolare di un bar sito in paese, aveva praticato una manomissione del contatore al fine di abbassare l’effettivo consumo di energia elettrica.

Detenevano armi, deferiti due uomini

SAN VINCENZO LA COSTA (CS) – Ieri sera i militari della Stazione Carabinieri di San Fili, al termine degli accertamenti, hanno deferito in stato di libertà, a San Vincenzo  La Costa, un 49enne e una 46enne per il reato di “Detenzione di armi e oggetti atti ad offendere”. I militari operanti, nel corso di servizio di controllo del territorio, hanno accertata che gli stessi trasportavano, celati nel cofano dell’autovettura di proprietà, diversi oggetti atti ad offendere tra cui una spranga lunga circa 80 cmCo.

‘ndrangheta, cosca estorceva denaro a imprese turistiche. Cinque i fermi

REGGIO CALABRIA – Sono presunti affiliati alla cosca Paviglianiti, operante principalmente nei comuni di Bagaladi, San Lorenzo e Condofuri, le 5 persone fermate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con l’accusa di essere gli autori di diverse estorsioni e tentate estorsioni aggravata dalle modalità mafiose compiute tra il dicembre 2015 e l’ottobre scorso nei confronti di imprenditori operanti nei settori della grande distribuzione e del turismo. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, gli indagati, agendo con assoluta sfrontatezza, raggiungevano le vittime all’interno o nei pressi delle loro attività commerciali invitandoli a fare un’offerta “libera” in favore dei detenuti della cosca di appartenenza. In un caso, a dimostrazione della particolare capacità di penetrazione e dell’asfissiante controllo del territorio posti in essere, uno dei fermati, ritenuto un elemento di spicco della cosca, era riuscito anche a sapere che un imprenditore del luogo si era aggiudicato all’asta un importante lotto di terreno, nonostante lo stesso avesse partecipato tramite procura e con la formula “per persona da nominare” e la cui identità doveva quindi rimanere segreta, e lo aveva redarguito per non avere chiesto la sua autorizzazione alla partecipazione a quell’asta ed invitandolo a “vedere il da farsi”.

I provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Reggio Calabria sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo a Guidonia (Roma), Lomazzo (Como) – dove la cosca Paviglianiti ha delle ramificazioni – Melito e Bagaladi. Gli indagati sono Natale Paviglianiti, di 46 anni, di San Lorenzo, di fatto domiciliato a Lomazzo; Natale David Paviglianiti (26) di San Lorenzo; Francesco Leone alias “nano” (29) di Melito Porto Salvo; Salvatore Polimeni (46), di Melito Porto Salvo, residente a Guidonia; Angelo Fortunato Chinnì (36), di Melito Porto Salvo Melito. I molteplici episodi di estorsione e di tentata estorsione hanno riguardato un’azienda attiva nel settore della grande distribuzione ed il titolare di un noto lido di San Lorenzo, al quale sarebbe stato chiesto di recuperare “un pensiero” in considerazione dell’appena conclusa stagione balneare. Richiesta alla quale il titolare del lido ha deciso di opporsi, subendo poi il danneggiamento di un mezzo usato nella preparazione del lido per la stagione balneare 2016. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10,45 al Comando provinciale Carabinieri di Reggio Calabria dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho.

Videopoker col trucco sequestrati dalla Finanza

VIBO VALENTIA – Nell’ambito di un’attività di servizio mirata a reprimere il crescente dilagare di fenomeni quali le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo e quello, ancor più grave, della ludopatia, le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno posto sotto sequestro due videopoker irregolari, camuffati come comuni apparecchi da intrattenimento per ragazzi, detenuti illegalmente in un bar della provincia di Vibo Valentia. All’apparenza, infatti, gli apparecchi installati nel bar erano del tutto regolari, ma, da un controllo più accurato, i Finanzieri sono riusciti ad individuare il reale ed occulto funzionamento illecito dei congegni. Gli stessi, in particolare, erano dotati di un sistema a doppio software, che, opportunamente attivato con la pressione della giusta sequenza di tasti, consentiva uno “switch” da semplici videogiochi per ragazzi a veri e propri giochi d’azzardo con vincite in denaro, riproducenti il gioco del poker. Il gestore del bar ed il titolare dell’impresa fornitrice dei congegni sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica per violazione della legge del Codice Penale sulla installazione di congegni per il gioco d’azzardo. L’attività di servizio della Compagnia di Vibo Valentia si inquadra nell’ambito del costante controllo del territorio finalizzato al contrasto delle pratiche abusive di offerta di giochi e scommesse, anche a tutela della sicurezza dei giocatori e, soprattutto dei minori.

‘ndrangheta, confiscati 30 milioni di beni a ex consigliere

REGGIO CALABRIA – Beni per 30 milioni di euro sono stati confiscati all’imprenditore ed ex consigliere comunale di An a Reggio Calabria Domenico Giovanni Suraci, detto Dominique. Il provvedimento, emesso dal Tribunale Sezione di misure di prevenzione su richiesta della Dda, è stato eseguito dalla Dia di Reggio Calabria. Suraci era stato arrestato nel 2012 nell’operazione “Assenzio-Sistema” e poi rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito la ‘ndrangheta. Secondo l’accusa sarebbe stato al centro di una rete di imprese nel settore della grande distribuzione alimentare i cui fornitori principali sarebbero stati riconducibili a persone vicine alle cosche Tegano, De Stefano, Condello e Lo Giudice. A Suraci è stato confiscato il capitale sociale ed il patrimonio di 8 società operanti nei settori della grande distribuzione alimentare ed in quello immobiliare, 5 trust, 4 immobili di pregio e rapporti finanziari.