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Presentata la giuria del Premio Caccuri 2013 – II edizione

CACCURI (KR) – Al via i preparativi per l’edizione 2013 del Premio Letterario Caccuri. Presentata, nella suggestiva cornice del castello medievale, la  II edizione dell’evento culturale organizzato dall’Accademia dei Caccuriani e fortemente voluto dal Comitato organizzatore e da un’intera comunità. Il 9 e 10 agosto 2012 l’intero paese della presila crotonese si è stretto attorno a personaggi del mondo culturale italiano: Giordano Bruno Guerri, Pino Aprile, Piergiorgio Odifreddi, Alessandro Profumo, Piergiorgio Morosini, Albano Carrisi, Annarosa Macrì, Davide Giacalone, Alessandro Laterza.

“Questa nuova edizione del Premio sarà ancora più ambiziosa e sarà sempre strutturata nelle ormai consolidate tre sezioni: saggistica, prosa e poesia dei dialetti delle regioni meridionali e teatro dialettale” ha dichiarato il Presidente dell’Accademia Adolfo Barone, mentre Olimpio Talarico, responsabile della sezione saggistica, ha presentato alla stampa i nominativi dei giurati della cosiddetta Giuria nazionale del contest di saggistica, presieduta dal professor Giordano Bruno Guerri. Si tratta di una giuria composita e di altissimo profilo che si avvale della presenza di nomi prestigiosi del giornalismo italiano (Vittorio Feltri, Francesca Senette, Davide Giacalone, Annarosa Macrì, Giovanni Pepi) del mondo accademico (Salvatore Silvano Nigro, Antonio Ereditato, Roberto Mercuri) del mondo dell’economia e del cinema (Alessandro Profumo e Gennaro Nunziante).

“Manca ormai poco più di un mese alla selezione dei tre libri finalisti, che verranno poi ufficialmente presentati al prossimo salone del libro di Torino. Si tratterà sicuramente di tre opere e di tre autori di grande fama internazionale e che non faranno assolutamente rimpiangere i finalisti della I edizione” ha dichiarato Roberto de Candia, responsabile delle relazioni esterne del premio.

L’appuntamento è dunque per il 9 e 10 agosto2013, aCaccuri, un piccolo centro calabrese, salito alla ribalta dei media nazionali per dare vita a uno degli eventi culturali più importanti della penisola.

Cesare Berlingeri e l’arte tra le “pieghe”

CATANZARO – Ultimo giorno a disposizione oggi, 10 gennaio, per visitare la mostra personale di Cesare Berlingeri dal titolo “Ghiacci e ombre”. L’esposizione organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e curata da Marco Meneguzzo è stata appositamente pensata per l’occasione con un percorso che si sviluppa perfettamente nelle due sedi scelte: la Casa della Memoria di Mimmo Rotella e la chiesetta del Sant’Omobono di Catanzaro.
Berlingeri nato nel 1948 a Cittanova ma da anni trapiantato a Taurianova è un artista poliedrico, pittore, scultore ma anche performer, scenografo, costumista, che riesce a trasmettere unificando in un tutto ordinato ogni dimensione del suo essere.
Noto per le sue “piegature”, che realizza proprio ripiegando la tela, compie con i suoi lavori un’indagine particolare nei confronti dell’esperienza della fisicità, partendo da elementi molto semplici come i piccoli gesti quotidiani o il corpo umano.
Nelle sala principale della Casa della memoria Berlingeri fa conoscere quello che è stato il suo percorso artistico degli ultimi anni. Nelle salette attigue si possono invece ammirare due opere site-specific. La prima è costituita da piccoli elementi voluminosi che si inseguono in un gioco di luci e ombre, l’altra invece caratterizzata da opere che, ricoperte di paraffina, rappresentano figure umane e per la loro conformazione sono state definite dallo stesso curatore “Ghiacci”. Sia nell’una che nell’altra sala l’artista ha completato le installazioni con della grafite direttamente tracciata sulle pareti; disegni simili a quelli presenti nelle caverne di Lascaux ma anche vicini a quegli scarabocchi che i bambini realizzano nella loro infanzia: possono risultare semplici da riprodurre ma quello che interessa all’artista è trasmettere la forte emozione di innocenza e spontaneità che il gesto nasconde.
L’altra installazione “Ventinove avvolti con ombra nell’azzurro” si trova nella chiesetta del Sant’Omobono. L’artista avvolgendo su sé stesso un tessuto bianco, simile al sudario, compone dei corpi, li incide con la vernice nera e li adagia a terra aggiungendo poi una tenue luce blu che contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva.
Berlingeri ripiegando la tela cattura un momento che appare finito ma è in grado di protrarsi all’infinito perché può essere svelato dal fruitore ogni volta in un modo diverso.
Gli strati di pittura e i segni, incisi e poi nascosti, sono la pelle dell’opera che accoglie e protegge uno strato concettuale profondo e pregnante di idee. Un lavoro sull’uomo e per l’uomo che parte dall’esterno per arrivare all’interno.

Claudia Capogreco

 

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LiberalAmente: la nuova rassegna dedicata al cinema Indipendente Internazionale

Comincia la nuova rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Culturale “LiberalAmente” di Rogliano. Dopo l’omaggio alla musica, questo nuovo ciclo prevede la proiezione di quattro film dedicati al cinema indipendente internazionale.

Si parte domani, 10 gennaio alle ore 21e30, con E morì con un felafel in mano (2001) di Richard Lowenstein, con Noah Taylor, Emily Hamilton, Romane Bohringer, Alex Menglet, Brett Stewart.

Alla soglia dei trent’anni, nevrotico ossessivo, Danny è alla sua quarantasettesima esperienza di convivenza con amici ed amiche a Brisbane. A Melbourne, durante la convivenza numero 48, il giovane si ritrova in un incubo kafkiano. Con una coppia di investigatori filosofi ed un gruppo di sbandati, Danny scopre che la polizia ha la pericolosa tendenza di sparare per uccidere.

Il film verra’ proiettato presso la Sala Consiliare del Comune di Rogliano.

Divertentissima Manifestazione della Befana al Parco delle Biodiversità di Catanzaro

CATANZARO – Giorno 6 gennaio, già di prima mattina, la befana ha fatto la sua consueta visita ai bambini di Catanzaro per chiudere in allegria le festività natalizie. Col patrocinio dell’amministrazione Provinciale di Catanzaro, in una splendida giornata dal sole primaverile si è voluto offrire gratuitamente ai bambini presenti un vero momento di gioia e di serenità. Le bravissime animatrici dell’asilo “il Marmocchio” di Siano hanno offerto una serie incredibili di attrattive, fornendo un’animazione veramente D.O.C. diversificata in vari momenti. Sin dalle 9 si è approntato un vero parco giochi gonfiabili all’aperto con un allegro enorme pagliaccio a fare da sfondo alla cornice stupenda del Parco. Assieme al pagliaccio tanti giochi gonfiabili, fra i quali un castello ed un campo giochi. I bambini hanno così potuto scatenare tutta la loro energia in modo sicuro ed allegro, sotto gli occhi dei genitori e delle bravissime animatrici. Due bellissime principesse in abiti sontuosi hanno omaggiato i bimbi di tanti allegri disegni di “face painting”, prima di dar vita a balli e giochi di gruppo, con vere e proprie competizioni singole ed a squadre. Intervallati ai giochi ed alle gare si sono avuti dei momenti veramente magici: direttamente dalla favola della “Bella e la Bestia” sono arrivate le mascotte giganti originali della Disney dei più noti personaggi della fiaba.

Il sapiente Tockins ha introdotto nel parco tutti i suoi più cari amici, a cominciare proprio da Belle e dalla Bestia che sulle note delle famose canzoni della fiaba hanno danzato per i presenti circondati dai loro più cari amici, Mrs. Brick col piccolo Chicco e Lumière. A far loro compagnia sono giunti direttamente col trenino del parco tanti altri personaggi amati dai piccoli i quali hanno così potuto fare una foto con Spiderman, Spongebob, Cars e tanti altri ancora. A completare la giornata di festa è finalmente arrivata anche l’attesa “Befana” che ha simbolicamente concluso il suo viaggio proprio nel parco danzando e giocando con i piccoli. L’iniziativa è stata molto gradita, oltre che dai bambini, anche dai genitori, che hanno esternato tutto il loro apprezzamento alle animatrici del Marmocchio che, come sempre, hanno saputo essere all’altezza delle aspettative. Un ringraziamento particolare è stato rivolto dai presenti alla presidente dell’Amministrazione Provinciale, Wanda Ferro, per la sensibilità dimostrata per aver voluto patrocinare l’iniziativa.

Cinema Campus 100: gli appuntamenti della settimana

Dopo la pausa natalizia stasera, martedì 8 gennaio, presso l’Auditorium CAMS del Polifunzionale Unical, ripartono le proiezioni di CampusCinema100.

Ore 20,30 Tombolo, Paradiso nero (1947) di Giorgio Ferroni, con Adriana Benetti, Aldo Fabrizi, Nada Fiorelli, Elio Steiner.

Subito dopo la guerra, nella pineta di Tombolo, diventata il deposito generale dell’esercito americano, il custode Andrea – ex vicebrigadiere di Polizia – scopre che la figlia, data per dispersa in un bombardamento, fa la prostituta. Il padre cerca di salvarla anche con l’aiuto della Polizia.

 

Ore 22,30 Vamos a matar, compañeros (1970) di Sergio Corbucci con Franco Nero, Tomas Milian, Jack Palance.

Il Messico e’ spaccato da due rivoluzionari : il laido Mongo e l’idealista non violento Xantos, prigioniero degli americani. Un mercante d’armi, lo Svedese e un uomo di Mongo, El Basco, devono far evdere Xantos, che conosce la combinazione di una cassaforte. Le allenze si ribalteranno.

Giovedi 10 gennaio

Ore 20,30 Fuga in Francia (1948) di Mario Soldati, con Folco Lulli, Rosi Mirafiore, Mario Vercellone, Mario Soldati.

Dopo la liberazione, l’ex gerarca Roccardo Torre, ricercato per crimini di guerra, e suo figlio Fabrizio, tentano la fuga verso Grenoble, attraverso il confine alpino, unendosi a Gino, Tembien e il “Tunisino”, tre operai che voglio emigrare clandestinamente in Francia.

 

 

Ore 22,15  Milano trema: la polizia vuole giustizia (1973) di Sergio Martino, con Luc Merenda, Silvano Tranquilli, Richard Conte, Martine Brochard, Steffen Zacharias.

Il commissario Caneparo crede nelle maniere forti, viene radiato e si infiltra nella banda del misterioso Padulo. Padulo e’ infatti un editore fascista. In seguito scoprira’ che qualcuno, ai piani alti del potere, muove trame eversive.

 

 

Calendario Sila 2014: 365 giorni all’insegna della bellezza

La bellezza made in Calabria, per la seconda volta, protagonista di un calendario regionale. Un’iniziativa che mette insieme: costume, glamour e cultura calabrese. Esperti di moda, booker, amatori, fotografi insieme per dare il via ai nuovi casting “di casa nostra”.

Il 19 gennaio, infatti, l’Hotel Duchessa della Sila, viale della Repubblica San Giovanni in Fiore, diventerà il set dei primi backstage del concorso. Le aspiranti modelle e fotomodelle , tra i 16 ed i 40 anni, verranno sottoposte ad una serie di scatti fotografici.

Volto, immagine e capacità comunicativa saranno i requisiti vincenti che permetteranno solo a 12 di loro di rappresentare i 365 giorni del prossimo Calendario Sila 2014. Testimonial d’eccezione, un volto noto delle passerelle e della tv, Maria Perrusi, Miss Italia 2009, che dal piccolo centro di Fiumefreddo Bruzio, si è affermata nel panorama della moda nazionale.

Il Concorso di bellezza è assolutamente gratuito: in nessuna fase alle partecipanti sarà richiesto di pagare tasse di iscrizione, commissioni o rimborsi di qualsiasi genere e specie. Alle vincitrici verrà consegnato il book fotografico personale, il dvd con gli scatti 

della selezione definitiva, e 10 copie del calendario ufficiale. Alle candidate, non idonee, invece verrà data comunque l’opportunità di far parte di un gruppo che parteciperà a sfilate e workshop per promuovere l’evento. I vari momenti della manifestazione verranno seguiti dalle emittenti televisive-web: Sila e Lead.tv, e dal quotidiano on line otto e trenta.

 

Attraverso servizi, fotogallery ed interviste si potranno conoscere da vicino le finaliste del concorso. Alle giovani carine, moderne, a cui va di essere modelle, anche solo per un giorno, passando un po’ di tempo tra fotografi, luci, truccatori, accessori non ci resta che consigliare di iscriversi al concorso. Per partecipare alla selezione, quindi, non bisogna far altro che inviare una mail di adesione a: “calendariosila2014@gmail.com” oppure compilando il form on line dal sito: www.ottoetrenta.

In bocca a lupo a tutte.

Rossana Muraca

Il 10 gennaio inaugura il nuovo cartellone concertistico dell’Associazione Quintieri

COSENZA – È un legame storico quello tra il teatro Alfonso Rendano e l’Associazione Maurizio Quintieri, potrebbe dirsi un vecchio amore, suggellato nel tempo dall’intitolazione della sala del Ridotto, dove da sempre si tiene la stagione concertistica dell’associazione, proprio al musicista cosentino cui è dedicata la bella realtà musicale e anche la più longeva della città.

Il nuovo cartellone concertistico della Quintieri, che inaugura il prossimo 10 gennaio, propone nei suoi primi appuntamenti una contaminazione di generi, musica e poesia, musica e canto, musica che nella parola trova la sua fonte di ispirazione.

Nell’evento inaugurale del 10 gennaio, alle ore 20.15 nella sala Quintieri, è la stessa Isabel Russinova a suggellare la rinnovata collaborazione, partecipando al concerto che vede al pianoforte e al violino Giuseppe Maiorca e Lorenzo Parisi, rispettivamente direttore artistico e presidente dell’associazione Quintieri. “…Quando il Novecento è rosa. Parole e musica al femminile” è il titolo del concerto che ha in programma musiche di Brahms, Beethoven, Bach, Piazzolla, Gardel, Massenet, Legrand. Su queste note l’attrice Isabel Russinova ha scelto di recitare i versi, anche con frammenti in lingua originale, di undici poetesse, le sudamericane Olga Orozco, Alejandra Pizarnik, Maria Mercedes Carranza, Yolanda Pantin; le maghrebine Zyneb Laawady e Amina Said, l’iraniana Anahid Baklu e la russa Marina Ivanova Cvetaeva; le statunitensi Sarah Mayes e Tatum Emerald; la nostra indimenticata Alda Merini. Un viaggio nella poesia di donne che hanno investigato il ruolo della donna nella loro poesia fatta anche di denuncia sociale.

Parola e musica si fondono nel concerto del 28 marzo  – “Donna vorrei morir. Suoni e voci nell’Europa dell’Ottocento – che ha la sua figura femminile nel mezzo soprano Edita Randova; la musica che usa la parola per ispirarsi  e per superarne i limiti e i confini è nel concerto per pianoforte dell’11 aprile – “Apréz une lecture de Dante” di F. Liszt –  che ha come protagonista Antonio Consales.

Completa l’offerta del primo semestre, ed anche questa è una piacevole novità, il concerto del vincitore del Premio Maria Quintieri, la cui prima edizione si è consumata l’ottobre scorso. È il violinista Roberto D’Auria, un autentico virtuoso di appena 18 anni che il 14 febbraio propone un programma dedicato alla scuola violinistica italiana ed ai suoi eredi, accompagnato al pianoforte dal giovane cosentino Andrea Bauleo.

Un’associazione come la “Maurizio Quintieri”, ‘in prima linea’ da trentacinque anni, sa bene come cogliere ed introdurre elementi di innovazione anche nel confezionamento dell’offerta culturale dedicata alla musica classica. Così, la seconda parte di stagione, ad ottobre, presenta CLASSICAL, un Festival in sei appuntamenti dedicato alla musica classica.

Qualche anticipazione sul programma:

l’affermato duo napoletano Alberto Maria Ruta e Antonello Cannavale (violino e pianoforte); Alessandro Crosta e Nadia Testa (flauto/ottavino e pianoforte) con un programma dedicato a trascrizioni operistiche; i giovani talenti calabresi del bel canto, il soprano Angela Bianco ed il basso-baritono Andrea Graziano; gli eclettici Bozen Brass,  un quintetto di ottoni dalla solida formazione musicale che offre uno spettacolo ricco di stili, generi, strumenti e costumi; Michael e Gunilla Süssmann (violino e pianoforte), ospiti di prestigiose istituzioni internazionali.

Parte integrante della rassegna è  il “Premio Maria Quintieri” che nel 2013 è dedicato al pianoforte e soprattutto diventa internazionale.

Quando l’électro viens du Sud. Intervista ai Fukada Tree; vincitori del Contest Change the Music

Fukada Tree

Cosenza – I giovani vengono spesso attaccati dalle istituzioni e definiti svogliati, disinteressati, choosy (schizzinosi); in realtà nessuno di questi epiteti è adeguato in quanto la maggior parte dei giovani lotta tenacemente per difendere i propri diritti e mettere in mostra le proprie capacità e, soprattutto, i propri sogni. È un periodo difficile e complesso per la società e ciò si ritorce quasi sempre sui giovani che studiano, lavorano, imparano ma ciò non basta mai; più che schizzinosi ci si sente demoralizzati perché sono più numerose le porte sbattute in faccia che le possibilità concesse.
C’è chi però, nonostante gli ostacoli e i pregiudizi, riesce a far prevalere il proprio talento e il gruppo musicale Fukada Tree ne è l’esempio tangibile. Tre giovani, tre calabresi doc dediti all’elettro-music sono riusciti a trasformare una propria passione in una prospettiva futura. Il gruppo, composto dal budmaster Stanislao Costabile (Spike), dalla cantante Marina Andrielli (Aram) e dal chitarrista Francesco Spadafora (TheLord), è riuscito a sfondare ricevendo riconoscimenti e soddisfazioni fino alla vittoria del Contest Change the Music promosso dall’Edison.

La parola ai Fukada che, nell’intervista, parlano della propria esperienza a dimostrazione che la Calabria non è solo la terra delle tarantelle; con i Fukada Tree si può finalmente dire che l’électro viens du Sud.

Fukada tree è il nome della vostra band nata nel 2009, a cosa è dovuta questa scelta?

Fukada Tree è un sistema di ripresa microfonica, il nome di una configurazione di ripresa per il surround. Lo abbiamo scelto perché il nostro lavoro di composizione e di elaborazione del suono è fatto di registrazioni, campionature, filtri, manipolazioni che richiedono strumentazioni analogiche e/o digitali. Fukada Tree è tutto questo … un lavoro di studio, di sperimentazione, di manipolazione che caratterizza l’electro – music. E’ vero che “in nome nomen”: Fukada Tree è un nome che sa di analagico, di legno che assorbe il suono, di lavoro manuale con gli strumenti.
Se nei live l’impressione è quella di avere davanti un trio la cui musica poggia molto sulle campionature,  invece il tasto “play” sul computer serve a riprodurre i suoni creati e manipolati
in studio direttamente dalla band.

Nella vostra scheda di presentazione dite “La musica elettronica a farla bene, in Italia, sono in pochi. E poi, se non sei nato al centro-nord, è ancora più difficile perché dal sud al massimo uno si aspetta di sentir suonare le tarantelle”. Quanto è stato difficile per voi trovare l’appoggio del pubblico e, soprattutto, quanto è stata dura affermarvi nel campo dell’elettro-music?

Il nostro gruppo viene da realtà musicali differenti, questo ha portato a un mix che ha influenzato il nostro comune denominatore: il Dub. La musica elettronica a farla bene, in Italia, sono pochi, perché non basta avere un sintetizzatore o delle basi campionate per farla. Bisogna avere sicuramente  buone idee ma poi bisogna elaborarle, costruirle, trasformarle in suono e in musica.
I Fukada fanno proprio questo con il lavoro sul suono, che amplificato, registrato e manipolato diventa il carattere distintivo della nostra band. Dub, dubstep, trip-hop sono solo le coordinate principali del nostro gruppo, che nonostante è presente sulla scena musicale da circa tre anni è riuscito a crearsi un sound originale e, soprattutto, riconoscibile fin dalle prima note. L’electro – music in Italia non ha ancora il grande seguito che ha in altri paesi europei, quindi è sicuramente più difficile farsi apprezzare dal pubblico, ma la nostra sia pur piccola esperienza ci fa essere ottimisti. Anche in Italia proprio sull’onda del successo di questa musica a livello internazionale si stanno aprendo grandi possibilità.

Siete tre ragazzi cosentini, la vostra giovane età ha spesso creato pregiudizi oppure è stata il vostro punto di forza?

No l’età non ha affatto condizionato  l’apprezzamento che della nostra musica hanno fatto importanti esperti, com’è successo per l’Edison Contest. E’ vero che, forse, per d’ingresso nel mercato discografico italiano siamo ritenuti ancora “giovani”, ma siamo certi  che la nostra età non abbia creato dei pregiudizi, anzi.!

Nel 2010 avete vinto il M.E.I Tech di Faenza, nel 2011 siete rientrati, con il brano “Desire” , nella Top Ten dei migliori brani dello stesso M. E.I., nel 2012 siete riusciti a vincere il Contest Change the music promosso dall’Edison. Una vera e propria escalation di successi dunque. Com’è stato condividere il palco con 822 band?

Ci siamo accorti che eravamo in 822 a concorrere quando abbiamo saputo di essere tra i primi 20 selezionati. Non abbiamo partecipato al contest con la convinzione di vincere ma pensavamo che fosse importante partecipare per confrontarsi e verificarsi di fronte ad una commissione di esperti qualificati e ad un pubblico scelto. Il palco lo abbiamo condiviso con quei 20 gruppi di finalisti di cui anche noi facevamo parte. Non abbiamo mai sentito competitività, non se ne respirava nell’aria … eravamo tutti dei giovani artisti, ognuno con la propria proposta e con la propria speranza. Ciò non toglie che senza dubbio alcuno, sia il M.E.I  che l’  Edison Contest  siano stati una felicissima sorpresa ed una meritata soddisfazione.

La giuria del contest si è così espressa  “i Fukada Tree con le loro sonorità elettroniche sospese e ipnotiche, la sensuale vocalità femminile e la capacità di creare atmosfere sognanti e suggestive hanno conquistato i giurati con il loro stile ispirato ai suoni trip-hop della terra di Albione”.  Quanto tempo c’è voluto per trovare questa affinità musicale che vi rende estrosi, freschi, vitali, artisti a tutto tondo?

Ognuno di noi ha fatto i conti con le proprie esperienze pregresse, e sulla base di queste ha dato il proprio contributo e Fukada Tree ne è il risultato. C’è profondo rispetto verso le idee di ognuno di noi e cerchiamo di esprimere tutta la nostra capacità nell’elaborare un sound tutto nostro. L’affinità tra generi come l’affinità tra persone non nascono dal nulla, è vero che è necessario un certo feeling, ma c’è anche bisogno di coltivarla nel tempo, alimentandola e facendola evolvere. E’ questo che rende compatto il gruppo e che determina la nostra “vitalità” come la chiami tu.

Come premio per la vittoria del Contest Change the music riceverete la possibilità di aprire i concerti di un importante artista italiano o straniero. Potete darci qualche anticipazione a riguardo?!

Il team di ECTM sta iniziando a organizzare, innanzitutto, il concerto che vedrà riunite sullo stesso palco le 4 band vincitrici del contest, ma sui concerti a seguire ancora non abbiamo informazioni precise.

La voce e la “penna” del gruppo è Aram (Marina Andrielli); quali sono le tematiche che ti stanno più a cuore e quali sono quelle che vorresti trattare ma che ancora non hai avuto modo di mettere in musica?

Scrivo per un senso di liberazione, ma non mi prefiggo tematiche predeterminate. “Clementine”, per esempio, nasce dalla necessità di una denuncia sociale, “Sweet Devil” nasce da un ricordo, in “Temptation” si parla dell’Es, “Don’t ask” è un delirio. Ogni brano attinge da fonti diverse, alcune più consapevoli, altre più inconsce fino al momento in cui non vengono fissate sul foglio.

Il singolo “Clementine” ha avuto una grande successo; è la storia di una donna che fa il mestiere più antico del mondo, la prostituta, una donna che però ha deciso  di arrendersi alla sua “condizione umana”. Nel video del singolo avete deciso di inserire come titoli di coda i dati sulle donne vittime di violenza e quelli sulla prostituzione in Italia. È da poco trascorsa la giornata mondiale contro la violenza sulle donne quanto, secondo voi, le donne continuano a comportarsi come Clementine assumendosi colpe che, in realtà, non hanno? E quanto, secondo voi, la musica può aiutare a rompere i tabù che purtroppo ancora oggi persistono?

Il testo di Clementine nasce,come ho detto prima, da una necessità: dar voce ad una debolezza, che in questo caso è l’arrendevolezza, l’accondiscendenza passiva ad una condizione che Clementine non sente sua ed alla quale però preferisce dire di si, perché non crede in se stessa, alla sua bellezza, alla possibilità che esiste altro solo decidesse di vederlo. Ho voluto associare questo concetto ad una condizione di vita alla quale molte donne sono incatenate ma esistono altre forme di violenza, altrettanto gravi, forse più vicine a noi e più difficili da comprendere perché meno palesi. La violenza su una donna da parte del proprio uomo, quella su una giovane madre che non riceve debiti ausili ma che per contro viene licenziata, quella su ragazze che pur di non aver vergogna non raccontano la propria storia di violenza. Queste sono le donne che continuano ad assumersi colpe che non hanno, al pari di Clementine.
Come ho già detto altre volte, crediamo fermamente nel fatto che sia giusto, doveroso, legittimo ed opportuno dar voce a storie e numeri che mettono i brividi, e diffonderle perché non ci sia più omertosa ignoranza. Riporto una frase, un concetto in cui crediamo fermamente: “La musica non è un’arte fine a se stessa, ma un attivo strumento di comunicazione e rivoluzione.” Abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte.

Annabella Muraca

L’ Epifania tutte le feste porta via? In Calabria non è cosi’

CATANZARO – Numerose le iniziative in tutta la Calabria in occasione dell’Epifania. Oltre ai solenni riti religiosi sono stati anche numerosi i concerti e le feste che si sono svolti stamane e che sono in programma per tutto il giorno. Le buone condizioni meteorologiche  hanno favorito le gite in campagna, in mare e in montagna. In Sila e sul Pollino sono presenti moltissimi turisti.

Il duo comico Battaglia e Miseferi con la BEFANA al Cipresseto di Reggio Calabria

In programma per domenica 6 Gennaio 2013  dalle ore 10,30 presso l’Auditorium “Il Cipresseto” di Via Melacrino 34 a Reggio Calabria, si terrà lo spettacolo per bambini “Il Sacco della BEFANA” con la partecipazione del duo comico Battaglia e Miseferi, per l’organizzazione della Compagnia “Riflettori Accesi” (associazione affiliata ASI) .