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Angelo Galfano è il nuovo allenatore della Vibonese. Domani il raduno

VIBO VALENTIA – La Vibonese ha ufficializzato di aver affidato la guida tecnica della prima squadra ad Angelo Galfano.

Per il tecnico, nativo di Marsala, ma siracusano di adozione, si tratta di un gradito ritorno dopo le tre stagioni vissute sulla panchina dei leoni rossoblu tra Serie D (2002-2003) e Lega Pro Seconda Divisione (2008-2010) in cui ha centrato in tutti e tre i casi gli obiettivi stagionali. Nel pomeriggio di oggi la firma ufficiale sul contratto alla presenza del Presidente Pippo Caffo e del Segretario generale Saverio Mancini.

 

Il saluto del patron Caffo

«Oggi ufficializziamo il nuovo allenatore ed il nuovo preparatore atletico. Parto dall’esperto professore Saffioti, un professionista da Serie A che ha sposato senza tentennamenti il nostro progetto che farà della preparazione fisica una delle sue armi più affilate, in un campionato, come quello che va prospettandosi, fatta di piazze e squadre di primo piano. Per Galfano non servono, invece, presentazioni. E’ un tecnico che conosciamo già, apprezzato per le qualità tecniche e, sottolineo, umane. Un allenatore che ho continuato a sentire in questi anni nonostante le esperienze reciproche diverse a conferma della stima che ho nei suoi confronti e sul quale ripongo e riponiamo la fiducia in vista di una stagione che per la Vibonese è iniziata già diverse settimane fa. Benché qualcuno pensasse che fossimo in vacanza, infatti, l’attività societaria non si è mai fermata. Solo così, in virtù di scelte diverse da parte di alcuni dirigenti e collaboratori, siamo riusciti a chiudere la stagione passata e garantire l’iscrizione per la nuova. Nel ringraziare con l’occasione, ancora una volta, Danilo Beccaria e Simone Lo Schiavo, mi preme ricordare che la Vibonese era ed è una società seria che non può permettersi il passo più lungo della gamba, abituata ad organizzare la stagione dai piccoli dettagli, con scelte condivise e senza nessun interesse personale. Ho letto in questi giorni notizie inesatte, critiche senza contenuto solo per creare dissapori che mai sono esistiti e mai esisteranno, polemiche sterili create da chi, nascosto dietro una tastiera, dice di amare la Vibonese ma è sempre il primo, ritenendo di detenere la verità assoluta, a denigrare pubblicamente il lavoro di questo presidente, dei dirigenti, dei collaboratori senza, tuttavia, attecchire nello spirito, nel cuore e nella passione dei tifosi, quelli veri, che sicuramente hanno compreso e comprendono il lavoro silenzioso prodotto per non far mancare nulla al nuovo gruppo che per un’altra stagione porterà in alto il nome di Vibo Valentia nella terza serie nazionale».

Le prime parole di Galfano

«Torno a Vibo Valentia con grande entusiasmo. Tra questi uffici e questo stadio ho ricordi bellissimi ai quali, sicuramente, se ne aggiungeranno degli altri in questa stagione. Ho risposto senza tentennamenti alla proposta del presidente Pippo Caffo nonostante avessi già iniziato la mia stagione in un altro club. Rispetto a qualche anno fa ho trovato una Società più organizzata, supportata da nuove figure e nuove strutture che ci daranno una grossa mano. In squadra trovo tanti ragazzi che vengono dalla passata stagione. Qualche altro arriverà nei prossimi giorni. Ai tifosi dico solo che per me il calcio si sintetizza in una sola parola: il lavoro. E il lavoro, grazie anche al professor Saffioti non mancherà già a partire da domani quando la squadra si ritroverà per il primo giorno di allenamenti».

Lo staff tecnico

Galfano sarà coadiuvato dal professore Giovanni Saffioti, esperto preparatore atletico, originario di Palmi, per diversi anni al servizio della Reggina in Serie A e dal preparatore dei portieri Salvatore Periti, al settimo anno a Vibo Valentia.

Raduno

Il nuovo gruppo si radunerà domani, 18 agosto, alle 9:30. Squadra, staff e collaboratori si sottoporranno al tampone, come da protocollo sicurezza anti Covid-19. Seguirà la prima sessione di allenamento divisa in gruppi.

Convocati

 Portieri: Riccardo Mengoni, Giosuè Quaranta, Jacopo Aiello; Difensori: Amir Mahorous, Alex Redolfi, Angelo Brunetti, Bruno Riga, Emanuele Offidani, Ruben Falla; Centrocampisti: Khouja Khaled, Alessandro Prezzabile, Mario Pugliese, Edoardo Rezzi, Michele Raso, Serge Traore, Roberto Leone, Lorenzo Fino; Attaccanti: Filippo Berardi, Gabriele Bernardotto, Manuel Di Santo, Michele Emmausso, Domenico La Ragione, Pantaleone Marasco, Francesco Napolitano, Marco Montagno, Vincenzo Occhiuto.

Unical, con Alfano si amplia la rappresentanza di Sud al Consiglio del Diatic

RENDE (CS) – Con D.R. n.1766 del 7 Novembre 2019, il Rettore Nicola Leone ha decretato la nomina di Salvatore Alfano come nuovo rappresentante degli studenti del Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio e Ingegneria Chimica – DIATIC.

Alfano, subentrato al rappresentante di RinnovamentoèFuturo, Pierfrancesco Micieli  «decaduto dalla carica in quanto ha effettuato quattro assenze non giustificate nei primi quattro consigli di dipartimento – si legge nella nota di Sud -, si aggiunge alla squadra di rappresentanti della Lista Noi, classificata prima lista nel dipartimento in questione alle elezioni studentesche dello scorso Maggio».

«Dopo il duro lavoro messo in campo al servizio degli studenti in questi anni di associazionismo – ha commentato entusiasta Alfano – e durante l’ultima campagna elettorale che ci ha visto protagonisti, non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura e spendere tutto me stesso a difesa dei diritti dei miei colleghi. Ringrazio l’associazione Sud e l’intera lista Noi che mi hanno dato l’opportunità di crescere e ringrazio gli oltre 50 studenti del Diatic che hanno creduto in me votandomi; la vostra fiducia verrà ripagata!».
Soddisfatta l’associazione in cui il nuovo rappresentante milita, l’associazione studentesca Sud e in generale l’intera coalizione Noi che ora potrà contare su un aiuto in più, anche e soprattutto in Consiglio degli Studenti.

Cittanovese, che colpo in difesa

CITTANOVA (RC) – La Cittanovese stringe i tempi sul mercato e ufficializza l’ingaggio del difensore Giovanni Alfano: un colpo di mercato che contribuisce a dare ulteriore sostanza al progetto tecnico per la stagione 2017/2018.

Giovanni Alfano, classe ’99, è un difensore centrale di assoluta prospettiva che arriva sulla sponda giallorossa dal settore giovanile della Spal, con la formula del prestito. Le caratteristiche del ragazzo, nonostante la giovane età, lo pongono come atleta di sicura prospettiva. Alle sue spalle la trafila nelle giovanili della Reggina Calcio dove, in forza agli Allievi Nazionali, è stato vicecampione d’Italia alle dipendenze di mister Domenico Zito. Nella stessa annata ha giocato in pianta stabile nella Nazionale italiana Under 15.

Serie D a un passo

Insomma, un nuovo colpo di qualità che si aggiunge al già importante organico a disposizione dell’area tecnica. Anche perché per la A.S.D. Calcio Cittanovese la Serie D è davvero vicina. Nella mattinata odierna, la Lega Nazionale Dilettanti – Dipartimento Interregionale ha pubblicato le graduatorie ufficiali valide per il ripescaggio. Un passaggio tecnico probante, che ha sottoposto al vaglio le diverse società sportive, esaminandone il curriculum, la storia, le caratteristiche sociali, la solidità. Il piazzamento ottenuto dalla Cittanovese, al quarto posto per le non aventi diritto con 22 punti complessivi, dimostra ancora una volta che quella giallorossa è una realtà sana, capace di costruire nel tempo vittorie sul campo e governance interna. In sintesi, la due differenti classifiche stilate dalla LND mettono di fronte le società richiedenti il ripescaggio suddivise in: “perdenti spareggi nazionali Eccellenza” e “perdenti play out e retrocesse Serie D”. La Cittanovese, situata nella prima e prioritaria classifica, si assesta al quarto posto, dopo Sasso Marconi, Francavilla ed Acireale. Considerate le due classifiche, le posizione giallorossa è la 7ª. E, al momento, sarebbero 11 i posti vacanti tra Serie D e Lega Pro.

«Prendiamo atto con soddisfazione del Comunicato diffuso dalla LND nella mattinata di oggi – questo il messaggio della Società – e valutiamo positivamente il piazzamento in classifica ottenuto dalla nostra realtà. Il punteggio è in linea con le nostre aspettative e cristallizza con i crismi dell’ufficialità la bontà di un percorso sportivo, sociale e umano che da diversi anni la Calcio Cittanovese porta avanti con passione, sacrificio e dedizione minuziosa. Ora attendiamo fiduciosi la conclusione di questo iter di ripescaggio, consapevoli di quelle che sono le opportunità di accesso alla categoria interregionale. Noi proseguiamo nell’azione intelligente di mercato per la costruzione della rosa che disputerà la prossima stagione».

Tour calabrese il 16 giugno per il ministro degli Esteri Angelino Alfano

COSENZA – Il ministro Angelino Alfano il prossimo 16 giugno sarà in Calabria per una serie di incontri politici. Accompagnato dal sottosegretario Antonio Gentile inaugurerà alcune sedi di Alternativa Popolare. Il giro calabrese del ministro degli esteri inizierà alle 11,30 a Scalea, dove verrà inaugurata una sede del partito. A seguire Alfano incontrerà i cittadini nella sede del comune.

A Lamezia Terme la seconda tappa per inaugurare alle ore 16 un’altra sede di Ap sul territorio, alla presenza anche dei senatori Piero Aiello, Nico D’Ascola e degli altri parlamentari calabresi e consiglieri regionali del partito.

Per finire Alfano parteciperà ad un convegno sui diritti umani a Catanzaro, nelle sale del comune alle ore 18. L’evento è organizzato dal professor Raimondi, con l’alto riconoscimento della Presidenza della Repubblica e vedrà la partecipazione di illustri cattedratici stranieri dell’Iran e dell’Iraq e del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.

Arresto di Marcello Pesce, Alfano si congratula con le forze dell’ordine

ROMA – «Oggi è una bella giornata per l’Italia: un pericoloso latitante, ricercato in campo internazionale da sei anni, è stato assicurato alla giustizia». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, commenta l’arresto di Marcello Pesce, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi e capo indiscusso della cosca omonima, tra le più agguerrite della ‘ndrangheta calabrese: «La sua cattura, a Rosarno, è il risultato di una intensa attività investigativa degli uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria, che hanno lavorato con competenza e determinazione. È dunque un successo investigativo di alto livello – ha sottolineato il ministro Alfano che si è complimentato con il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli – a conferma del nostro quotidiano impegno sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, perché i cittadini possano sentirsi sicuri e credere sempre di più della forza delle Istituzioni».

Il ministro Alfano oggi in Calabria: “Grandi i risultati raggiunti contro la “ndrangheta”

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Reggio Calabria (Rc) – L’ordine e la sicurezza pubblica della regione, la criminalità organizzata, il fenomeno in aumento degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Questi i temi al centro della Conferenza Regionale tenutasi oggi a Reggio Calabria e presieduta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Al vertice hanno anche preso parte il vice ministro Filippo Bubbico e gli esponenti nazionali e locali delle Forze di polizia, le Autorità provinciali di ordine pubblico e sicurezza, le Forze di polizia territoriali e rappresentanti della Magistratura. Notevole il compiacimento del ministro durante il suo intervento: “Abbiamo avuto finora grandi risultati contro la “ndrangheta” e la criminalità organizzata, e gli episodi recenti ne sono la testimonianza. Lo Stato è da sempre presente e continuerà – ha ribadito il ministro – la sua azione di vicinanza e sostegno agli amministratori locali, i quali, devono sapere che troveranno sempre ascolto quando lo richiederanno, nelle Prefetture”. Per il ministro dell’Interno, l’azione svolta in Calabria negli ultimi tempi è stata più che soddisfacente:  “Abbiamo mandato rinforzi in questa terra per 162 unità investigative, 340 per il controllo del territorio, 333 per il potenziamento degli organici delle forze dell’ordine”. Si è poi concentrato sui dati del piano focus ndrangheta. Da giugno 2014 a dicembre 2015 hanno fatto registrare ottimi risultati :”796810 persone controllate, 9700 persone denunciate in stato di libertà, 1394 arresti in flagranza, 2447 sequestri penali, 4095 sequestri amministrativi, 938 fermi di indiziato di delitto, 8650 sanzioni amministrative elevate, 530174 veicoli controllati, 104641 violazioni al codice della strada, 172604 controlli domiciliari effettuati, 23814 perquisizioni sul posto”. Per il ministro è dunque importante proseguire in questa direzione, intensificando l’azione di controllo dei territori a rischio, ma anche con un capillare monitoraggio degli appalti pubblici. Ha annunciato poi che sottoporrà al ministro Orlando, il verbale dell’incontro odierno di Reggio, al fine di verificare la possibilità di un rafforzamento delle piante organiche in seno alla magistratura. Alfano ha poi annunciato che farà visita a tutte le altre province della Calabria, “lo Stato – ha concluso il ministro – deve essere presente ovunque, al fine di rimarcare che non si temono né la “ndrangheta”né  la criminalità. Lavoreremo sempre al fianco degli amministratori, ma abbiamo bisogno del sostegno della società civile”.

 

 

‘ndrangheta, latitanti arrestati in un bunker. Preso il presunto assassino di Francesco Inzitari

Elicottero poliziaREGGIO CALABRIA – Sono stati arrestati questa mattina all’alba, dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria con il supporto della prima divisione del servizio centrale operativo, i latitanti Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro. Crea, che da oltre dieci anni sfugge alla giustizia, e Ferraro, latitante da diciotto, sono stati scovati dagli investigatori in un bunker nascosto dentro un costone di roccia ad Agro di Maropati, fra Rizziconi e Melicucco. Figlio prediletto di Teodoro Crea, Giuseppe è per gli investigatori il capo dell’omonimo clan di Rizziconi, che ha continuato a dirigere durante gli anni di latitanza. Secondo alcune ipotesi investigative, non si tratterebbe solo di uno stratega lucido degli investimenti del clan, ma anche di un killer efferato. Secondo alcune ipotesi, sarebbe stato lui ad uccidere Francesco Inzitari, figlio appena diciottenne di Pasquale, ex consigliere provinciale di Reggio Calabria. Braccato dagli investigatori, Giuseppe Crea era sfuggito nuovamente all’arresto nel giugno 2014, quando l’operazione Deus ha prosciugato la sua rete di fiancheggiatori. Per oltre diciotto anni e’ riuscito a sfuggire agli investigatori l’altro boss finito in manette questa mattina all’alba, Giuseppe Ferraro, boss di Oppido Mamertina e capo storico dei Ferraro Raccosta, sopravvissuto alla cruenta faida che dagli anni Ottanta vede il suo clan in guerra con quello dei Mazzagatti- Polimeni – Bonarrigo. Un conflitto sopito per lungo tempo, ma che nel 2012 ha fatto registrare una nuova recrudescenza, dopo l’omicidio di Domenico Bonarrigo, capo del clan avversario dei Ferraro Raccosta. Sarà lo stesso Giuseppe Ferraro – secondo gli investigatori – a sacrificare gli uomini della sua famiglia che avevano usato turbare la pax mafiosa, consegnandoli ai Mazzagatti- Domenico- Bonarrigo, che li uccideranno uno dopo l’altro. Uno di loro, Francesco Raccosta, verrà dato in pasto ai maiali ancora vivo. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa, con la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Nel covo trovate anche circa 20 armi fra pistole, fucili mitragliatori, fucili a pompa e numerose munizioni. Intanto anche il Ministro Alfano ha espresso compiacimento per l’operazione: “Oggi è un’altra bella giornata per tutti e per il Paese, perché oggi la giustizia ha vinto ancora una volta e ha vinto in modo eclatante con l’individuazione e l’arresto di due boss capicosca della ‘ndrangheta, catturati in un bunker in provincia di Reggio Calabria – ha detto il Ministro Angelino Alfanodell’Interno – Sono stati arrestati, in una operazione di altissimo livello, Giuseppe Ferraro, latitante da quasi vent’anni e condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Giuseppe Crea, il maggiore esponente della ‘ndrangheta tirrenica, ricercato da dieci per associazione mafiosa, entrambi esponenti dei clan della Piana di Gioia Tauro e inseriti nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. Questo a dimostrazione del fatto che non si può sfuggire per sempre alla giustizia perché la squadra-Stato lavora ogni giorno per ripulire il territorio dalla mala pianta del crimine organizzato, perché i cittadini, che della squadra-Stato fanno parte, possano credere sempre di più nella forza delle istituzioni”.

Locri, Calabrese chiede ll’intervento di Alfano

LOCRI (CZ) – Dopo l’ultimo increscioso episodio che ha interessato Arturo Bova, Presidente della Commissione Antimafia Regionale, al quale è stato dato fuoco alla propria auto,  l’Amministrazione Comunale di Locri condanna fermamente gli ultimi episodi criminali che hanno coinvolto, in una continua escalation di azioni intimidatorie, amministratori e uomini dello Stato. In particolar modo, dopo aver espresso solidarietà per gli episodi di Gioiosa Jonica che hanno interessato il Sindaco Fuda, e di Martone, dove si è intervenuti prontamente consegnando uno scuolabus in sostituzione di quello incendiato, ora l’Amministrazione locrese condanna i gravi atti che hanno interessato l’On. Arturo Bova e il P.M. Nicola Gratteri.

Anche il Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, esprime personale solidarietà per quanto ultimamente accaduto: «Questi ultimi episodi non fanno che innalzare la soglia di allerta. Sono vicino all’On. Bova, persona seria, onesta e sensibile, che nei giorni scorsi si è prontamente precipitato a Martone per esprimere vicinanza e solidarietà a tutta la Locride dopo il vile gesto dell’incendio allo scuolabus. Questa nuova ed inquietante attenzione nei confronti della massima autorità politica regionale impegnata nella lotta di contrasto alla criminalità, non fermerà tutte quelle azioni positive attuate contro la malavita organizzata, che continua a turbare la vita dei calabresi onesti. Auspichiamo un rapido, deciso (o decisivo), concreto e risolutivo intervento del Ministro Alfano. Chiediamo allo Stato un maggiore impegno in termini di risorse umane ed economiche. Non possono abbandonare questo territorio e le Forze dell’Ordine e la Magistratura che quotidianamente operano qui, hanno bisogno degli strumenti necessari per un reale ed effettivo contrasto.

Vicinanza, affetto e stima vanno ad Arturo. Mi preme esprimere solidarietà anche a Nicola Gratteri, che qualche giorno fa ha subito, per conto del giovane figlio, un assurdo gesto intimidatorio.

Ai delinquenti possiamo dire che sicuramente ci date fastidio, ma che non ci fate paura. Noi non molliamo e andiamo avanti!»

Il rettore Latorre sul caso Rende

(RENDE)- Giovanni Latorre, discusso Rettore dell’Unical, saputo che il Ministro degli Interni Alfano non scioglierà il comune di Rende, ha affermato:

“Sono felice, come cittadino in primo luogo e poi come rettore dell’Università della Calabria, per il decreto con il quale il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha confermato quello che tutti abbiamo sempre saputo: vale a dire che Rende era e rimane una realtà amministrativa esemplare, depositaria di una tradizione di buon governo che ha fatto scuola non solo in Calabria e che, soprattutto, con la ‘ndrangheta non ha mai avuto niente da spartire. Oggi sono lieto di veder confermato l’auspicio, che poi era anche e soprattutto il mio forte convincimento, espresso nei mesi scorsi, che la vicenda di Rende potesse chiarirsi presto e la sua quotidianità tornare alla dimensione qualificata e operosa di sempre. Rende avrà certamente problemi da risolvere, come ogni città che ha conosciuto lo sviluppo e la crescita che essa ha fatto registrare negli ultimi decenni, ma ha dalla sua parte un patrimonio di competenze, di esperienze, di impegno civile e culturale che la mettono al riparo da qualunque rischio di inadeguatezza e ritardi rispetto alle aspettative dei cittadini. Soprattutto, ripeto, è una realtà urbana ricca di positività e di peculiarità attraverso cui ha preso corpo un disegno strategico moderno e lungimirante, di cui è parte centrale anche l’Università della Calabria. In questo momento, perciò, desidero esprimere la mia soddisfazione per la decisione del ministro Alfano a quanti operano oggi perché Rende continui ad esprimersi ai livelli di sempre, ma  rivolgere anche un pensiero a chi ha creato le premesse e, via via, le condizioni di contesto affinché la storia amministrativa della città fosse quella che tutti conosciamo e apprezziamo”.

Tanta contentezza e fiducia attanagliano le parole di Latorre. In questi mesi però, una Commissione nominata dal Prefetto Raffaele Cannizzaro ha lavorato su eventuali infiltrazioni mafiose in Comune e alcuni amministratori sono finiti in manette. La situazione cittadina resta quindi molto delicata.

 

Alfano: “Io non sapevo nulla”. L’Italia è il covo delle tre scimmiette

 

Be kind rewind. “Siate gentili, riavvolgete il nastro”, titolava uno dei film più brillanti di Michel Gondry. Anche questo serve, se si vuole chiarire e riassumere la storia di Shalabayeva e Alua per uno straniero o per una persona disattenta. Informarsi pazientemente, leggere i documenti e ascoltare bene le parole dei protagonisti. Per onestà e dovere giornalistico, va compiuto ogni singolo passo. Così facendo, si arriva ad una conclusione semplice e preoccupante.

Il nostro governo non è autorevole ed ha “la stessa spina dorsale di uno yogurt magro scaduto”, se si vuole citare il pensiero di un personaggio benniano. Dovrebbe amministrare con onore ed invece lascia che due rifugiate politiche (moglie e figlia di un dissidente scappato a Londra) siano rapite e rispedite in Kazakistan, la nazione del dittatore Nazarbaev, con il rischio di finire in carcere o in un orfanotrofio.

Davanti ad una evidente e vergognosa violazione dei diritti umani, era giusto attendersi più di un gesto responsabile: un’ammissione di colpa, una lettera di scuse messa sopra ad un’altra di dimissioni, un discorso del Presidente della Repubblica Napolitano che bacchetta chi ha infangato la propria carica politica, un’invettiva del Premier Letta contro i colpevoli, capace di risvegliare un po’ di orgoglio e di dignità nazionali. Al contrario,  abbiamo assistito al penoso siparietto del “io non sono stato avvisato e quindi non ho colpe” e chi ha davvero sbagliato (con l’eccezione del dimissionario Capo di Gabinetto Procaccini) è stato difeso e reso intoccabile.

Emma Bonino, ministra degli Esteri, era stata avvisata dalla Farnesina della presenza di Shalabayeva e Alua sul suolo italico, ha dimenticato il contenuto di un documento ufficiale e ha saputo del loro rapimento con due giorni di ritardo. Bastava che leggesse il settimanale “Oggi” per tenersi informata. Alfano, ministro degli Interni e vice Premier, ha detto alle due Camere di non saper nulla e che “nessuno potrà sostenere il contrario”.

Ma allora, se un politico non sa non bisogna colpevolizzarlo? Niente affatto. Ogni politico ha grandi oneri e grandi onori ed ignorare quando, dove e come vengono violati i diritti civili nel proprio paese, è il sintomo del menefreghismo e della superficialità dei politicanti più incapaci.

Perché non sono a quel punto intervenute le forze politiche che si professano democratiche o cattoliche? Per un motivo molto spicciolo: se la mozione di sfiducia contro Alfano (sostenuta da Sel e M5S) fosse stata votata, il PDL (che governa con il PD) avrebbe sfiduciato l’Esecutivo e il popolo italiano sarebbe dovuto tornare al voto. Alcuni esponenti del PD desideravano la testa del pupillo di Berlusconi, ma davanti all’ opportunità di compiere un atto coraggioso e doveroso, si sono adeguati alla volontà del loro storico avversario.

A pensar male in Italia non si fa quasi mai peccato e forse i nostri governanti hanno soprattutto assecondato la brama del tiranno di un paese, interessato ad usare Shalabayeva e Alua per ricattare e minacciare un avversario politico, con il quale abbiamo succulenti rapporti commerciali. Per la nostra classe politica è meglio vivere cento giorni da pecora che uno da leone, anche a costo di rovinare la vita di due o più esseri umani. Tutto questo, stranieri e disattenti hanno il diritto di saperlo.