Archivi tag: corte d’appello

Morrone e Graziano, «Chiarezza sui conteggi dei voti della Corte d’Appello»

COSENZA – «A questo punto sarebbe opportuno capire quali sono i criteri di attribuzione e – paradossalmente – di scelta con i quali la Corte d’Appello di Catanzaro stabilisce l’elezione e la nomina (o meno) dei rappresentanti delle Istituzioni. Le vicende, incomprensibili, che hanno caratterizzato le ultime elezioni dei rappresentanti calabresi alle Politiche del 4 marzo scorso chiedono chiarezza e verità dei fatti. Come avviene la conta dei voti e l’attribuzione dei seggi? Come mai la Corte d’Appello di Catanzaro ha attribuito dei voti che sono stati sovvertiti dalla “riconta”, dopo il clamore nazionale, tanto da determinare addirittura la diversa designazione dei Parlamentari in tutta Italia? E meno male che per le Politiche c’è anche la Cassazione! Differentemente dalle Regionali e dalle Amministrative calabresi dove ad avere l’ultima parola è solo la corte catanzarese (salvo ricorsi che poi ristabiliscono i giusti equilibri).» Questo quanto dichiarato in una nota congiunta da Ennio Morrone, e Giuseppe Graziano, rispettivamente  Presidente Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale della Calabria e già Segretario Questore del Consiglio Regionale della Calabria. 

«Sia chiaro, senza voler dare adito a fraintendimenti, non mettiamo sotto accusa il Sistema Giustizia, che rimane per noi e per i cittadini il principale garante della democrazia. Ci aspettiamo come cittadini che le operazioni vengano svolte con accuratezza e trasparenza: oggi, domani e sempre. Visto però quanto accaduto, si può dare adito a considerazioni di negligenza e superficialità di fondo – in tal caso da correggere così da scongiurare imperdonabili errori nel decorso della democrazia – oppure – in una peggiore ipotesi – che possa esserci, infiltrata negli apparati della giustizia, qualche “manina” che, in modo sornione e all’insaputa di tutti, indirizzi ed influenzi con esclusività e a proprio piacimento gli esiti ed i responsi elettorali. È su questi dubbi e interrogativi che da cittadini, ancor prima che da rappresentanti istituzionali e politici rappresentativi dei calabresi, che chiediamo al Ministro della Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura di indagare e far luce. Crediamo sia un atto dovuto – anche in vista dei prossimi ed importanti appuntamenti elettorali regionali – per continuare a garantire non solo affidabilità al Sistema Giustizia italiano ma soprattutto per consentire che la volontà democratica dei cittadini possa essere rispettata ed essere davvero sovrana». 

La Corte d’Appello proclama Maria Tripodi deputata

CATANZARO – Sembrerebbe finalmente risolto il pasticcio determinato dalle errate attribuzioni di consensi commesse dalla corte di appello di Catanzaro a cui è demandato il compito di procedere alla conta dei voti parlamentari. L’organismo ieri ha ammesso di aver attribuito per un errore materiale di trascrizione circa quattromila preferenze in più a Fratelli d’Italia, sottraendole a Forza Italia. A fotofinish ha così proceduto alla trasmissione dei dati corretti alla Cassazione a cui è toccato l’onere di riaprire il verbale di assegnazione dei seggi. Ieri sera finalmente è arrivata la proclamazione ufficiale che sancisce l’ingresso a Montecitorio di Maria Tripodi e non di Fausto Orsomarso. L’effetto flipper ha avuto ricadute anche in Veneto, Trentino ed Emilia Romagna dove la novità ha determinato la modifica a cascata dei posti precedentemente attribuiti.

Corte di Appello di Reggio Calabria, sabato l’inaugurazione dell’anno giudiziario

REGGIO CALABRIA – Sarà inaugurato sabato 28 gennaio, alle ore 9,00 presso l’Auditorium “Col. Cosimo Fazio” della Scuola Allievi Carabinieri “Fava – Garofalo”, l’Anno Giudiziario 2017 della Corte di Appello di Reggio Calabria.  Alla cerimonia presenzierà il presidente della Commissione Giustizia del Senato Nico D’Ascola.

Chiusura Corti d’Appello, il Sen. Bilardi, “Atto incomprensibile. E’ necessario potenziare gli apparati”

 

corte d'appello

Reggio Calabria ( Rc) –  “Lo schema ‘Vietti’ per ridimensionare e riorganizzare gli uffici giudiziari non può essere accolto nella sua attuale formulazione perché assume come criterio essenziale la tecnica dei ‘tagli lineari’. Lo afferma in una dichiarazione il sen. Giovanni Bilardi. “Le perplessità che solleva lo schema di legge delega per la riforma dell’Ordinamento giudiziario – continua il sen. Bilardi – vanno ben oltre la rimappatura delle Corti d’Appello, ma riguardano le regole sui tirocini, la mobilità  e i conferimenti degli incarichi direttivi. L’apprensione più forte rimane però il criterio di individuazione delle sedi di Corte d’Appello, alla luce dei quali il distretto giudiziario di Reggio Calabria non sarebbe più sede di Corte d’Appello. Un azzardo (altrimenti come definirlo?) incomprensibile che stride con la scelta del Parlamento e dello Stato di potenziare gli apparati preposti alla sicurezza ed all’ordine pubblico in una città e in una provincia dove la criminalità mafiosa appare sempre più potente e, per stessa ammissione della Commissione antimafia, come la forma più agguerrita di criminalità organizzata operante sulla piattaforma continentale europea. Mi chiedo, e chiedo alla Commissione Vietti: è compatibile applicare, sic et simpliciter, come più volte ribadito dal Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho, come base unica di riferimento per la Corte d’Appello il dato demografico della popolazione residente?I criteri dei tagli con accorpamenti tra regioni dove sono presenti ridotti bacini di utenza, non possono certamente riguardare Reggio Calabria. E’ contraddittorio persino rispetto agli ultimi dati Istat da cui si evince che la Calabria e Reggio continuano a registrare episodi di grave spessore criminale, come omicidi, estorsioni, intimidazioni agli amministratori locali, traffici internazionali di stupefacenti”. “L’incidenza dei fenomeni, dunque, obbliga il legislatore attento ad adeguare le contromisure necessarie per arginare gesti criminali che condizionano il normale svolgimento della vita sociale e democratica. Appare quindi incomprensibile, per come si presenta la ‘bozza Vietti’, trovare la necessaria coerenza tra gli allarmi lanciati dalla Commissione antimafia, le iniziative del Focus antindrangheta e la volontà politica di considerare Reggio Calabria come la provincia di Pavia.  Una giustizia giusta – prosegue ancora il sen. Giovanni Bilardi – nella sua ratio non può non contenere la velocizzazione dei dibattimenti e ciò può avvenire con il potenziamento degli organici dei magistrati e delle strutture. Altro che tagli e chiusure!Qui e adesso c’è la necessità di irrobustire la risposta dello Stato al bisogno di giustizia dei cittadini e alla loro sicurezza. Ecco perché, sin dai prossimi giorni ci faremo carico di un’iniziativa parlamentare per spiegare al Governo ed al titolare del dicastero della Giustizia l’urgente necessità di espungere dalla bozza Vietti la soppressione della Corte d’Appello di Reggio Calabria e di destinare a questo distretto giudiziario più risorse finanziarie e umane”.

Rientra l’allarme bomba al tribunale di Catanzaro.

Catanzaro ( CZ) E’ rientrato l’allarme nel vecchio palazzo di giustizia di Catanzaro, che ospita gli uffici della Corte d’appello e della Procura antimafia ed ordinaria, scattato dopo che con una telefonata anonima era stata annunciata la presenza nell’edificio di una bomba. I controlli effettuati dalle forze dell’ordine hanno consentito di appurare che nel palazzo di giustizia non c’era alcun ordigno. Magistrati, personale amministrativo ed avvocati sono stati autorizzati, cosi’, a fare rientro nell’edificio per la ripresa della normale attività

 

 

 

 

 

 

 

 

Allarme bomba al tribunale di Catanzaro. Era in corso il processo contro le cosche della “ndrangheta” vibonese

Catanzaro ( Cz) – Allarme bomba nella Corte d’appello di Catanzaro. A farlo scattare e’ stata una chiamata anonima giunta al centralino. E’ stato disposto lo sgombero dell’edificio, che ospita anche gli uffici della Procura della Repubblica e della Dda, per consentire l’effettuazione dei necessari controlli da parte delle unita’ specializzate della Polizia. Nel momento in cui e’ giunta la telefonata che ha fatto scattare l’allarme, tra le varie attività  nel palazzo di giustizia c’era in corso un’udienza del processo d’appello scaturito dall’operazione “Black Money” contro le cosche di ‘ndrangheta del vibonese.

Ora è serie D : Vigor Lamezia, non c’è pace

Tifosi e appassionati biancoverdi ancora in balìa di appelli e sentenze: così muore il calcio.

“Responsabilità diretta e oggettiva per le violazioni ascritte al proprio presidente munito di poteri di legale rappresentanza Sig. Arpaia e del proprio direttore sportivo Sig. Maglia”. Ecco perchè la Vigor Lamezia, retrocessa dalla Corte d’Appello Federale dopo il ricorso della Procura, dovrà ricominciare dalla Serie D.

Nel 2015 2016 si ripartirà dunque dal vecchio torneo Interregionale con tanto di ammenda a carico di 30000 Euro.

Inibizione per 5 anni e 6 mesi con ammenda di 80000 Euro a carico di Arpaia e inibizione per 4 anni e 6 mesi con ammenda di 80000 Euro per Maglia.

In due settimane è successo di tutto: le richieste severissime di Palazzi, la condanna alla sola penalizzazione di 5 punti del Tribunale e il ricorso della stessa Procura. Poi, ieri, il giudizio della Corte d’Appello a destabilizzare nuovamente un ambiente che a stento cercava di ripartire con i primi colpi di mercato di Pagni.

Il presidente Torcasio è già pronto a dare battaglia e afferma che “in attesa del ripristino della realtà dei fatti sarà portato avanti ogni adempimento per l’iscrizione al campionato attualmente di competenza”. Facile intuire che si ricorrerà al successivo grado della giustizia sportiva.

Oggi Lamezia è totalmente in preda allo sconforto, e l’incertezza, che a dire il vero regnava già nonostante la sentenza di primo grado, è accompagnata anche da rabbiosa rassegnazione. Monta infatti nuovamente l’insofferenza dei vigorini nei confronti di chi ha portato la Vigor Lamezia, almeno secondo la Corte, in tale situazione. Lega Pro o serie D che sia, niente e nessuno verrà danneggiato quanto e come il tifoso lametino.

MORELLI GIACINTO

Ex sindaco di Reggio Arena dichiarato incandidabile

REGGIO CALABRIA – ”La Corte d’Appello di Reggio Calabria conferma la sentenza di primo grado e sancisce, per la seconda volta, l’incandidabilita’ di Demetrio Arena. L’ex sindaco di Reggio Calabria, pero’, non si rassegna e insiste: nemmeno in appello gli vengono contestati atti precisi che testimoniano contiguita’ alla criminalita’ organizzata, ma soprattutto tenta di smarcarsi da una ”contiguita’ amministrativa” che lo lega in maniera inestricabile alla gestione del suo predecessore, sul quale ricadono le principali contestazioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria”. Lo si legge in una nota dell’Esecutivo regionale del Pd Calabria. ”Un rapporto fiduciario, quello che lo lega al governatore Scopelliti, che lo tiene saldamente nella squadra di governo regionale nonostante le pesantissime valutazioni, contenute nella sentenza, che Arena continua a contestare. Ancora una volta ci aspettiamo le scuse di Arena e di Scopelliti per i danni causati alla citta’ di Reggio, in termini di immagine e di mala-amministrazione. E, soprattutto, che il presidente della Regione – continua la nota del Pd – ritiri la delega all’assessore Arena che, da uomo e da cittadino, puo’ , ovviamente, difendersi in ogni grado di giudizio, ma non mentre continua a sedere in Giunta, e quindi, rappresentando un’Istituzione che in questo momento onorerebbe al meglio facendo un passo indietro. Come abbiamo piu’ volte evidenziato: la citta’ di Reggio, i dipendenti comunali, i lavoratori delle societa’ miste, le imprese ed i fornitori, stanno pagando un prezzo altissimo al ”modello Scopelliti”, occorre agire per sostenere i reggini ed evitare che il virus intacchi irrimediabilmente la Calabria intera. Il Pd della Calabria – ribadiamo – e’ impegnato a tutti i livelli per conseguire questo duplice obiettivo”