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Cosenza, importante intervento di chirurgia oncologica eseguito dall’equipe di Vaccarisi

COSENZA – Un importante intervento di chirurgia oncologica è stato eseguito all’Ospedale Annunziata di Cosenza dall’equipe   di Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica e Trapianti,  diretta dal dott. Sebastiano Vaccarisi in collaborazione con i dottori Vincenzo Pellegrino, Massimo Canonaco, Silvano Rizzuti e Giuseppina Fusilli – e dall’equipe di Anestesia e Rianimazione diretta dal dott. Pino Pasqua – dottori Cosimo Stefano e Valeria Gambardella,

Su una paziente di 50 anni,  affetta da multiple metastasi  epatiche  bilobari da tumore del colon, sono state asportate  21 ( ventuno) metastasi da tutti i segmenti  del fegato ad eccezione del primo, l’unico indenne da localizzazioni metastatiche.

L’intervento, svolto in un’ unica seduta,  è durato  poco meno di sette ore e ha comportato  la resezione di alcune parti del fegato,   la resezione del colon sinistro,  l’ asportazione della colecisti e  l’ ileostomia temporanea di protezione.

Non è stata necessaria alcuna trasfusione, per la paziente, proveniente dal Centro di Oncologia Medica del Policlinico Universitario Mater Domini di Catanzaro, poichè ha perso pochissimo  sangue: la donna è stata dimessa e non presenta   residui di malattia, come evidenziato dalla TC eseguita   prima delle dimissioni.

Il fegato rappresenta la sede più frequente di metastasi da carcinoma colorettale e, nella maggioranza dei casi, l’interessamento epatico determina la durata e la qualità di vita del paziente.  I notevoli progressi nelle tecniche chirurgiche e farmacologiche e una più approfondita conoscenza della patologia, hanno reso il tumore metastatico del fegato sempre più curabile, anche nella nostra realtà locale, grazie alla presenza di un gruppo di professionisti  che, ormai da tempo, ha raggiunto un elevato livello di conoscenza scientifica e di competenza specifica, apprezzate anche a livello nazionale. Di recente l’ASL TO 3  ha richiesto la collaborazione del dott. V. Pellegrino, per l’esecuzione di un intervento di elevata complessità sul pancreas.

L’Equipe di Chirurgia Epatobiliopancreatica e Trapianti diretta dal Dott. S. Vaccarisi, dal 1° Gennaio 2015 a tutt’oggi, ha eseguito oltre 170 resezioni epatiche per tumori primitivi e secondari del fegato, alcune delle quali effettuate anche con tecnica laparoscopica; oltre 30 resezioni pancreatiche per tumori del pancreas; 10 resezioni delle Vie Biliari per Tumori primitivi ed oltre 50 Trapianti di Rene   su pazienti molto spesso “ difficili”, che complessivamente pochissime complicanze.

«Un lavoro di squadra   – ha dichiarato soddisfatto il Commissario Achille Gentile – che ha visto in campo  chirurghi,  oncologi, radiologi e anestesisti. Un altro intervento importante che porta la chirurgia dell’Annunziata a collocarsi tra le migliori d’Italia. Gli investimenti in  nuove tecnologie e l’impegno e la professionalità dei medici, hanno contribuito a costruire una realtà sanitaria competitiva con gli standard del resto del Paese che diventa giorno dopo giorno polo di riferimento in grado di ridurre la migrazione sanitaria».

Pancreatite cronica, delicato intervento di alta chirurgia all’Annunziata

COSENZA – E’ stato eseguito pochi giorni fa,  in un paziente di 55 anni con pancreatite cronica calcifica fibrosclerotica diffusa, presso l’Unità Operativa di Chirurgia Oncologia e Laparoscopica, un intervento di Splenopancreasectomia subtotale con asportazione in blocco di Aneurisma dell’arteria splenica alla sua emergenza.

L’intervento, che ha comportato l’asportazione in blocco della milza e gran parte del  pancreas, lasciando in sede una piccola porzione di quest’ultimo ,  in modo tale da poter   risparmiare il duodeno, è risultato particolarmente difficoltoso e complesso sia per la patologia in sé, che coinvolgeva diversi  organi in prossimità del  pancreas, sia per la presenza di un aneurisma dell’arteria splenica in un punto che lo rendeva particolarmente pericoloso. Proprio in considerazione di quest’ultimo elemento, è stata richiesta la collaborazione, preziosa, dei medici dell’UOC di Radiologia interventistica che, il giorno prima, hanno eseguito un’ embolizzazione dell’arteria stessa.

L’intervento è stato eseguito dal dr Pietro Covello, primo operatore , dal dr Antonio Perri,  direttore dell’UOC     Chirurgia Oncologica e Laparoscopica  e dal dr Francesco Novello, specializzando in chirurgia generale presso l’Università di Catanzaro.

Attualmente il paziente è in degenza in reparto, con un buon decorso post operatorio

«Si tratta di un intervento di rara esecuzione e  di alta complessità – ha dichiarato il Direttore Generale, Achille Gentile –  che dimostra ancora una volta l’alto livello chirurgico dell’Hub di Cosenza, in grado di fornire risposte adeguate all’utenza anche in casi per i quali, specialmente in passato, si riteneva necessaria l’emigrazione fuori regione» Gentile, nell’esprimere viva soddisfazione per l’intervento condotto con successo dall’equipe chirurgica,  ha sottolineato  come «proprio queste punte d’eccellenza hanno  consentito, nell’anno in corso  di registrare una sensibile diminuzione della  migrazione in uscita e un trend positivo di quella in entrata».

Corso Fera, tentata rapina davanti l’ufficio postale

COSENZA – Tentativo di rapina davanti l’ufficio postale di Corso Fera a Cosenza, da parte di un’isolata malfattrice bloccata dal tempestivo intervento dei carabinieri. La donna, 37 anni di nazionalità rumena, ha tentato di sottrarre la carta postamat ad una 40enne intenta a svolgere un’operazione allo sportello automatico. Allertati dal 112, i militari sono giunti in pochi secondi, bloccando la rapinatrice e conducendola poi in caserma. Dopo le formalità di rito è stata trattenuta in camera di sicurezza a disposizione della Procura, mentre il postamat è stato restituito alla legittima proprietaria. 

Vibo, undici anni dopo l’alluvione, un piano di intervento per le emergenze del territorio

CATANZARO – Il Ministero Economia e Finanza, a distanza di undici anni dalla tragica alluvione che il sei luglio 2006 colpì la città di Vibo Valentia, provocando anche vittime, ha autorizzato la Regione Calabria ad operare sulla contabilità speciale relativa alla OPCM 3531/2006 (emergenza alluvionale Vibo Valentia). L’autorizzazione  riconosce, implicitamente, l’impegno e la professionalità della U.O.A. Protezione Civile che, nel corso dell’ultimo anno, ha profuso il massimo sforzo per venire a capo della paralisi amministrativa generata dalle precedenti gestioni. A questo punto, tenuto conto per ora delle sole economie sicuramente accertate (pari ad oltre undici milioni di euro), sarà possibile procedere, in tempi rapidi, alla predisposizione di un piano di interventi da sottoporre, preventivamente, al parere del Dipartimento nazionale di protezione Civile per risolvere le tante situazioni emergenziali che affliggono la Città di Vibo Valentia. A tale scopo, è stato convocato un Tavolo tecnico per il prossimo venerdì  sette aprile, nella sede della Protezione civile regionale, al quale sono stati invitati, oltre al Sindaco della Città, Elio Costa, il Soggetto attuato dell’Ufficio del Commissario straordinario per l’attuazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, Carmelo Gallo, il segretario dell’Autorità di bacino regionale,  Salvatore Siviglia, il Dirigente Generale Dipartimento “Infrastrutture”  regionale, Domenico Pallaria, il Commissario Straordinario di “Calabria Verde” Aloisio Mariggiò.

Spencer Day, anche a Cosenza l’evento sui sistemi di pronto intervento

RENDE (CS) – Una giornata dedicata al soccorso in tutte le sue possibili emergenze. Vigili del fuoco , soccorritori, i professionisti che intervengono sui luoghi dei disastri, ma anche i volontari, giovani talenti che compongono il corpo di protezione civile nel nostro Paese, si sono dati appuntamento allo Spencer Day,  l’evento open day mondiale durante il quale,  il sistema di pronto intervento si incontra in uno spazio professionale, appositamente organizzato,  per scoprire le più importanti novità del mondo del soccorso e testare sul campo, i nuovi dispositivi di sicurezza. Dopo il successo degli ultimi tre anni, Spencer day diventa live da Rende: unica sede in Italia presso la Blu Service,  Azienda specializzata nell’allestimento, manutenzione e vendita di tutto ciò che concerne i vani sanitari e i veicoli di soccorso (Ambulanze, Auto Mediche, etc.), unico centro assistenza specializzato in Calabria per Spencer Italia, azienda leader mondiale nel settore soccorso. Tecniche di immobilizzazione, protocolli di rianimazione e le ultime procedure per il soccorso nei luoghi di crisi, sono state le protagoniste di una giornata, full immersion, che ha visto la partecipazione delle associazioni di volontariato che compongono la rete della protezione civile e che hanno partecipato al   S.E.T. (Spencer Extrication Technician) la seconda edizione del  corso di aggiornamento, gratuito, promosso dalla Blue Service che ha  alternato  le lezioni con l’ addestramento pratico. Giunta alla quarta edizione, quest’anno a Rende lo Spencer Day ha visto la partecipazione, per la prima volta di E.R.A. (European Radioamateurs Association)  e A.R.I. (Associazione Radioamatori Italiani)  le associazioni di radioamatori che si sono soffermate, durante il loro intervento, sulla  radio emergenza,  portando la testimonianza dell’esperienza recente nei luoghi colpiti dal sisma, in cui hanno garantito con il furgone adibito a stazione radio, una comunicazione stabile tra volontari e unità di intervento.

Emergenza Neve, da Palazzo dei Bruzi la precisazione dell’Assessore Vizza

COSENZA- <<L’azione che abbiamo portato avanti per fronteggiare l’emergenza neve, originata da precipitazioni brevi, ma di particolare intensità, si è sviluppata in due distinti momenti che, in breve tempo, hanno riportato la situazione alla quasi normalità già nella stessa serata di ieri>>. Lo afferma in una precisazione l’Assessore alla sostenibilità ambientale Carmine Vizza. <<Nel giro di poco tempo, facendo scattare il piano antineve già predisposto, si è provveduto in una prima fase a sgomberare le strade di tutto il territorio comunale per assicurarne la percorribilità. A questa vasta operazione di pronto intervento hanno concorso diverse forze: oltre venti automezzi spazzaneve, messi a disposizione da 8 ditte, i lavoratori delle Cooperative e decine di operatori della Società Ecologia Oggi che hanno curato lo spazzamento di tutte le piazze, oltre all’isola pedonale. Gli interventi di sgombero, come è stato più volte sottolineato nella giornata di ieri, hanno riguardato prioritariamente anche i siti sensibili, come gli Ospedali e le case di cura, le scuole e il Tribunale>>.
<<In una seconda fase più complessa – ha specificato ancora l’Assessore Vizza – gli interventi promossi con estrema tempestività dal Comune hanno ridotto al minimo i comprensibili ed inevitabili disagi che una situazione del genere comporta. In altri termini, la macchina comunale ha garantito interventi tali, per immediatezza ed efficacia, che quei disagi che fisiologicamente si verificano in presenza di una precipitazione nevosa, breve, ma intensa, come quella che ha colpito Cosenza, sono stati fortemente ridimensionati>>.

On. Graziano, le proposte e gli interventi dopo gli episodi di Melito Porto Salvo

COSENZA – «L’orrore di Melito Porto Salvo è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno sociale che, purtroppo, è diffuso nella società moderna. E che si consuma nel silenzio. La violenza non ha connotazioni sociali ed un tessuto sociale debole favorisce non solo i casi di sopraffazione ma soprattutto la difficoltà per le donne a denunciare e quindi di uscire dal vortice tenebroso dei maltrattamenti. È prioritario sostenere iniziative mirate a contrastare il fenomeno. Ecco perché, se si vuole dare un segnale forte e tempestivo, sarebbe opportuno valutare, discutere e approvare la proposta di legge, da me presentata, per istituire un fondo per le vittime ha proprio queste finalità, già al vaglio dell’apposita Commissione». È quanto dichiara il Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, On. Giuseppe Graziano, che lo scorso luglio 2016, al termine di un lungo e attento confronto con i giovani della direzione regionale di Forza Italia, ha presentato in Regione una proposta di legge per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà.

 «Se da massima Istituzione regionale si vuole dare una risposta forte e tempestiva – dice Graziano – abbiamo gli strumenti per poterlo fare. Serve confrontarsi e rendere operativa la proposta di legge, già presentata e al vaglio degli uffici preposti. Certo, non si tratta di uno strumento che servirà a debellare completamente gli abusi e i soprusi sulle donne, ma sicuramente sarà – conclude il Segretario questore – un ottimo sostegno per denunciare le violenze e cercare un riscatto sociale.»

 Violenza

«La proposta di legge – presentata da Graziano lo scorso luglio 2016 – è dettata soprattutto dalla necessità digarantire alle donne che hanno subito violenza o maltrattamenti, il riscatto della propria vita attraverso il reinserimento lavorativo, come strumento fondamentale per ridefinire percorsi autonomi raggiungendo o recuperando un’autosufficienza economica, basilare per il recupero sociale e psichico. La proposta di legge, inoltre, integrando le politiche per le pari opportunità, della non discriminazione e le politiche per il lavoro, intende finanziare, con le risorse del Fondo sociale europeo, interventi di reinserimento sociale attraverso il lavoro. Un programma, questo, attivabile da subito attraverso il coinvolgimento diretto dei Centri antiviolenza, dei Servizi sociali e dei Centri per l’impiego territoriali, messi in rete con tutti gli operatori pubblici e privati che operano con impegno e competenza nell’ambito del contrasto alla violenza contro le donne e a sostegno delle vittime.Ancora, la nuova legge, posta all’attenzione del Consiglio regionale della Calabria, intende istituire un fondo di solidarietà per il patrocinio legale gratuito del quale possono beneficiare tutte le donne vittime di violenza e maltrattamenti che intendono sporgere denuncia per un reato consumato o tentato sul territorio calabrese. Già a partire dall’entrata in vigore della legge. Una misura importante considerato che, spesso, il fenomeno della violenza rimane sommerso, perché la mancanza di indipendenza economica in molti casi costringe le donne a subire in silenzio e a non denunciare gli aggressori.»

Intervento a Montecitorio di Stefania Covello sull’intimidazione alla ditta Federico

Stefania CovelloROMA – La parlamentare calabrese del Partito democratico, Stefania Covello, è intervenuta in aula, al termine della seduta della Camera dei deputati, sull’intimidazione perpetrata alla ditta Federico di Locri. «Nella notte tra domenica e lunedì scorsi  – ha sottolineato la deputata – si è sviluppato un incendio nel deposito mezzi della ditta “Autolinee Federico”, di Locri. Su sedici mezzi parcheggiati ben quindici sono andati distrutti. Gli inquirenti – ha affermato Covello – stanno indagando ma, ove fosse confermata la causa dolosa, non sarebbe la prima volta che ciò accade; altri mezzi furono incendiati nel maggio 2013 e altri ancora nel gennaio 2014. La ditta di autolinee si occupa di trasporto giornaliero di pendolari della fascia ionica ed è – ha aggiunto la parlamentare – un brand importante anche per le tratte in concessione. Il ripetersi degli episodi e il fatto che ad essere colpita sia una ditta che si occupa di mobilità, è sicuramente un fatto inquietante. Noi vogliamo che venga fatta luce sull’accaduto e al tempo stesso – ha concluso la parlamentare del Partit Democratico – chiediamo che quanto sta accadendo in queste settimane nel territorio calabrese, in particolare nel reggino e nel comprensorio della locride, venga adeguatamente attenzionato dal ministro dell’interno, per una risposta forte da parte di tutte le istituzioni».

Collaborazione tra Il Sindaco di San Basile ed il Presidente della Gas Pollino

SAN BASILE (CS) Il Sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, ed il Presidente della Gas Pollino, Antonio Viceconte, sperimentano la collaborazione sinergica per ricercare e favorire strumenti di intervento a sostegno delle fasce più deboli della comunità. Interventi mirati all’inserimento sociale di soggetti che vivono situazione di grave disagio sociale ed emarginazione. La società a totale partecipazione pubblica Gas Pollino insieme al Comune di San Basile, che ne detiene alcune quote azionarie, fanno rete per contrastare la povertà ormai dilagante nel territorio del Pollino. In occasione delle imminenti festività natalizie la società presieduta da Antonio Viceconte ha messo a disposizione del comune arbereshe, guidato dal Sindaco Vincenzo Tamburi, una somma di 5000 euro per favorire la creazione di un reddito di dignità che consentirà l’elargizione di borse lavoro da 500€ nei confronti di altrettante famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà. La procedura è semplice. Il Comune chiederà ai beneficiari (uomini o donne, giovani inoccupati e disoccupati di lungo corso) di espletare prestazioni di lavoro socialmente utile per realizzare obiettivi di pubblica utilità ed interesse generale.

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Lo strumento “borsa lavoro” potrà così offrire un contributo reale e non assistenziale a coloro che vivono situazioni di emergenza economica rendendosi protagonisti dello sviluppo della comunità. Un intervento «atto a favorire l’inclusione sociale e produrre un contributo economico condizionato perché elargito a fronte di una breve prestazione lavorativa per utilizzo in compiti di pubblica utilità, che, pertanto, rappresenta un contributo straordinario che, oltre a fornire un aiuto economico alla persona in difficoltà, rappresenta anche l’opportunità di un’esperienza lavorativa mirante a raggiungere l’obiettivo dell’inclusione sociale» spiega il presidente di Gas Pollino, Antonio Viceconte. «Sono convinto che azioni sinergiche, in virtù del principio di sussidiarietà, potranno caratterizzare in futuro i rapporti tra la Gas Pollino e il Comune di San Basile per ricercare e favorire strumenti di intervento a sostegno delle fasce più deboli della nostra comunità». Soddisfatto il Sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, che nel ringraziare il presidente della società partecipata ha ribadito che la «sinergia tra di noi potrà continuare a dare risposte al territorio sotto più aspetti. Con questa iniziativa ancora una volta la Gas Pollino, attraverso la sensibilità del suo presidente, ha dimostrato che si può essere protagonisti di un comprensorio sostenendo non solo lo sviluppo infrastrutturale ma anche la popolazione ed i suoi bisogni nell’ambito della sussidiarietà orizzontale, dando un valore sociale alle utenze». Il Comune di San Basile – che dovrà coinvolgere i soggetti che riterrà bisognosi entro il 22 dicembre – realizzerà con la partecipazione dei beneficiari lavori di manutenzione del verde urbano, pulizia dell’ambiente e ausilio nella raccolta differenziata. A seguito dell’attestazione dei lavori svolti e tramite formale comunicazione da parte dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune di San Basile, la Gas Pollino erogherà il contributo stabilito nei confronti del municipio che provvederà a sua volta a conferirlo ai beneficiari.

Tutto quello che c’è da sapere sulla lesione del legamento crociato

ALTOMONTE (CS) – All’interno dell’articolazione del ginocchio vi sono due legamenti interposti tra tibia e femore, denominati crociati perché si incrociano al centro dell’articolazione e sono distinti in legamento crociato anteriore (LCA ) e legamento crociato posteriore (LCP).

Tali legamenti hanno la funzione di limitare rispettivamente il movimento di traslazione anteriore o posteriore della tibia rispetto al femore e formano il cosiddetto “pivot centrale” (centro di rotazione) del ginocchio, struttura fondamentale nel garantire la stabilità dell’articolazione.

Il legamento crociato anteriore è una struttura sottoposta ad estreme sollecitazioni meccaniche durante l’attività sportiva e i traumi che ne determinano la rottura sono nella maggioranza dei casi di natura sportiva. La lesione totale nei giovani e negli sportivi pone in genere una indicazione alla terapia chirurgica. Nel caso in cui non si proceda alla ricostruzione, si consiglia al paziente l’astensione dalle attività a più alto impatto. Il rischio principale nella prosecuzione sportiva o lavorativa/ricreativa potrebbe causare una lesione totale del legamento crociato anteriore non riparata e di riportare una serie di microtraumi distorsivi che producono lesioni a carico dei menischi e delle strutture legamentose periferiche, producendo un’artrosi precoce del ginocchio.

La lesione del legamento crociato anteriore può accompagnarsi a una lesione dei menischi, in particolare del menisco mediale. Attualmente si tende ad effettuare la ricostruzione del legamento prima che si sviluppi una lesione degenerativa a carico delle strutture meniscali. Nel caso in cui la lesione 1lesione del menisco sia insorta in contemporanea con la lesione del legamento, durante l’intervento chirurgico di ricostruzione si compirà anche la riparazione del menisco lesionato (quando possibile, la lesione meniscale viene trattata per mezzo di una sutura; se a causa del tipo di lesione ciò non sia possibile, si effettuerà una pulizia selettiva della porzione di menisco danneggiato).

In genere, una lesione traumatica del legamento crociato anteriore non necessita di una terapia chirurgica d’urgenza (come una frattura) ma, al contrario, le attuali indicazioni consigliano di non intervenire su una articolazione sede di un importante processo flogistico in atto per evitare il rischio d’insorgenza di fenomeni fibroaderenziali importanti nel post-operatorio, con possibilità di evoluzione in un’artrofibrosi.

La diagnosi di lesione è prevalentemente di tipo clinico basata su un corretto esame obiettivo eseguito dallo specialista, il quale non può essere sostituito in nessun caso dai soli esami strutturali.

L’anamnesi è estremamente rilevante in quanto il paziente stesso espone la dinamica dell’incidente. La rottura del legamento crociato anteriore si osserva spesso durante una distorsione del ginocchio mentre il piede è bloccato al suolo e il ginocchio effettua un movimento di torsione; nello stesso istante a livello del ginocchio si può percepire un “crac”, dopo il quale il ginocchio tenderà a gonfiarsi (a causa di un versamento di liquido siero-ematico intrarticolare). Dopo alcuni minuti tuttavia, se la lesione è isolata, l’individuo potrà a volte rialzarsi e camminare. Altre manovre da utilizzare per confermare la diagnosi sono il “segno del cassetto anteriore“ che non è tuttavia sempre positivo nelle lesioni pure, ed il “pivot-shift test“, il quale risulta difficile da obiettivare in acuto per il subentrare della contrazione antalgica.

Nelle prime ore dopo il trauma, lo specialista potrà ritenere opportuno eseguire un’artrocentesi (prelievo di liquido dal ginocchio mediante siringa). Questo gesto ha una finalità sia diagnostica, per ricercare la presenza di un emartro (presenza di liquido contenente sangue all’interno del ginocchio) dotato di elevato valore diagnostico presuntivo, sia terapeutica, per alleviare il dolore provocato dalla distensione della capsula articolare.

L’esame radiografico del ginocchio nelle due proiezioni standard antero-posteriore (AP) e latero-laterale (LL) è indispensabile per escludere eventuali lesioni ossee, in particolare per ricercare lesioni a carico delle spine intercondiloidee (punto di inserzione del legamento crociato anteriore a livello del punto tibiale) evenienza relativamente frequente negli sportivi di giovanissima età, oppure la cosiddetta frattura di segond, di per sé indicativa della lesione del legamento. Particolari esami radiologico – strumentale (rx sotto stress) permettono di ottenere una valutazione semiquantitativa di lesioni inveterate del legamento crociato anteriore, ma non sono praticamente mai necessari. Per la valutazione di lesioni legamentose, meniscali o cartilaginee, il gold standard diagnostico è rappresentato dalla risonanza magnetica nucleare e tale esame risulta praticamente indispensabile nella valutazione definitiva di una lesione del legamento crociato anteriore. Le varie tecniche attualmente utilizzabili per la ricostruzione del legamento crociato anteriore vengono eseguiti in artroscopia. Nella maggior parte dei casi si procede ad un prelievo tendineo “autologo” (cioè dal paziente stesso). I tendini più frequentemente utilizzati sono la porzione centrale del tendine rotuleo e quelli semitendinoso e gracile, suturati insieme a formare un prelievo quadruplicato, avente lo spessore di quattro fasci. Possono essere utilizzati per la ricostruzione anche prelievi tendinei “omologhi “ (da donatore), specialmente in caso di interventi di revisione o di instabilità legamentosa multipla. Il trapianto prescelto viene posizionato per via endoscopica all’interno della cavità articolare del ginocchio e quindi fissato al femore e alla tibia con cambre metalliche o viti ad interferenza (in base alla tecnica utilizzata). Le viti ad interferenza utilizzabili per la fissazione all’osso femorale e tibiale del neolegamento possono essere riassorbibili o metalliche. La moderna chirurgia ortopedica si può avvalere anche dell’utilizzo di “navigatori chirurgici“, i quali consentono di ricostruire il legamento crociato anteriore con tecnica computer assistita, facendo aumentare l’accuratezza nel posizionamento dell’impianto e permettendo una verifica quantitativa intra-operatoria della correzione eseguita con l’intervento.

La riabilitazione del ginocchio operato di ricostruzione del legamento crociato anteriore è fondamentale per il raggiungimento di un buon risultato dal punto di vista clinico e funzionale. Viene pertanto condotta seguendo precisi protocolli, che variano in funzione alla tecnica chirurgica utilizzata, dal tipo di trapianto e dalla sua fissazione. Lo scopo essenziale è comunque quello di iniziare la riabilitazione nell’immediato post-operatorio. Il paziente può flettere ed estendere il ginocchio immediatamente dopo l’intervento. Nei primi 15 giorni si possono facilmente raggiungere i 120° di flessione senza alcun pericolo per il neolegamento. L’estensione totale deve essere cercata e recuperata da subito. In generale, si ottiene una completa flessione fino a circa 140° normali a tre mesi dall’ intervento. Per quanto riguarda il potenziamento muscolare, bisogna impedire che i muscoli si disabituino alla mobilità, perdendo in efficacia nella loro capacità di associazione con una serie di opportuni esercizi muscolari. Naturalmente, accanto ad un adatto programma di potenziamento muscolare, è molto importante lo stretching. Una procedura fondamentale nell’ambito delle tecniche riabilitative è la riabilitazione “propriocettiva”. Alcune scuole consigliano l’utilizzo di un tutore nell’immediato post-operatorio, soprattutto per proteggere il trapianto impedendo la iperestensione al progressivo recupero del paziente dall’anestesia, ed esso può essere rimosso pochi giorni dopo l’intervento. Riguardo alle ginocchiere, la loro importanza è soprattutto di ordine psicologico, al fine di assicurare il paziente, mentre non sembrano indispensabili alla effettiva protezione del neolegamento. In definitiva, le ginocchiere sembrano capaci di potenziare la sensibilità propriocettiva, senza impedire la traslazione anteriore della tibia rispetto al femore. Si consiglia la ripresa del carico deambulatorio completo dopo 30 giorni dall’intervento, consentendo fino a tale termine la deambulazione con ausilio di due stampelle con carico parziale. A 2 mesi inizio della corsa, nuoto, bicicletta, a 5-6 mesi inizio di allenamenti più intensi per la ripresa agonistica nello sport praticato. La scelta del tipo di anestesia è indifferente dal punto di vista chirurgico ed in genere viene fatta dall’anestesista di sala operatoria, tenendo conto, per quanto possibile, delle richieste e delle preferenze del paziente. È possibile procedere alla ricostruzione del crociato in anestesia spinale o in anestesia loco regionale, impiegando il blocco nervoso periferico dei nervi dell’arto inferiore, e anche in anestesia generale. Il tempo medio di degenza in ospedale è tra i 3 e i 5 giorni. Un lavoro sedentario può essere ripreso dopo 7- 10 giorni, un’attività lavorativa pesante necessita dai 2-3 mesi. I punti di sutura sono rimossi tra 12-15 giorni dopo l’intervento. In generale la cicatrice è più corta se si ricostruisce il legamento crociato anteriore con i tendini del gracile e semitendinoso quadruplicati rispetto alla cicatrice anteriore, il quale prevede l’utilizzo del tendine rotuleo. È necessario non bagnare la cicatrice per 15-20 giorni. Durante questo periodo è sconsigliato andare in piscina o fare il bagno. In generale si riprende la guida dopo 30-45 giorni dell’intervento.

Dott. Fisioterapista Mario Turano, Via Aldo Moro, Altomonte (CS), cell. 348 8841170