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Lotta al caporalato, sette denunce e un arresto

NONTEGIORDANO (CS) – Le Fiamme Gialle della Tenenza di Montegiordano hanno concluso un’articolata attività di contrasto all’illecito fenomeno del “caporalato” e all’impiego di mano d’opera irregolare nella piana di Sibari, con la denuncia di  7 persone, di cui una in stato di arresto. In particolare, i militari, impegnati in una serie di posti di controllo, hanno fermato sulla ss. 106 Jonica – in territorio di Roseto Capo Spulico – un furgone con a bordo un cittadino italiano e numerosi extracomunitari, molti dei quali privi di documenti di riconoscimento, che si apprestavano a raggiungere le campagne lucane per una giornata lavorativa.
Tutti i braccianti agricoli a bordo del mezzo, unitamente all’italiano titolare di un’azienda agricola, sono stati quindi condotti in caserma per eseguire gli accertamenti necessari all’esatta identificazione ed essere sentiti in atti circa le modalità dell’attività lavorativa svolta e per verificare la regolarità del rapporto di lavoro. Sulla base delle dichiarazioni dei soggetti e della documentazione rinvenuta all’interno del mezzo, sono stati individuati 10 lavoratori “in nero”, che venivano sfruttati dai titolari di due locali aziende agricole , i  proprietari dei “giardini” (termine utilizzato dai caporali per indicare l’appezzamento di terra dove impiegare la manodopera), i quali corrispondevano una retribuzione pari ad un euro per ogni cassetta di mandarini raccolta, nettamente inferiore alla contrattazione collettiva prevista per legge. Al termine delle operazioni sono state altresì denunciate all’Autorità Giudiziaria 3 persone due italiani – titolari delle aziende agricole – ed una donna di nazionalità rumena, in concorso tra loro, per violazione all’art. 603 bis c.p. (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro). I soggetti rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato e la reclusione da uno a cinque anni e la multa di 15.000 euro per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Tre degli extracomunitari sono stati inoltre denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Castrovillari in quanto privi di permesso di soggiorno e rischiano un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro ciascuno:
E’ infine emerso nell’ambito del controllo che un altro extracomunitario, di nazionalità algerina, il quale tra l’altro aveva fornito ai militari operanti false generalità, era gravato da un provvedimento di cattura e ricercato dallo scorso anno per reati in materia di immigrazione clandestina e contro la persona ed il patrimonio. Il soggetto è stato quindi arrestato e, dopo le formalità di rito, associato alla Casa Circondariale di Castrovillari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione pendente, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Caltanissetta. L’attività, che proseguirà anche con le contestazioni di natura amministrativo nei confronti delle due aziende che hanno utilizzato i lavoratori “in nero”, si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria.

E’ di Torano Castello l’autore del post di minacce alla Boldrini su Facebook (AUDIO)

COSENZA – Si chiama Gianfranco Corsi, ha 58 anni ed è l’autore del post di minacce su Facebook contro il presidente della Camera Laura Boldrini. Stamane la conferenza stampa in Procura a Cosenza alla presenza del procuratore Mario Spagnuolo e del questore Giancarlo Conticchio. Di seguito le dichiarazioni di Spagnuolo al termine della conferenza

 

Lamezia Terme, sequestro milionario di beni per Salvatore Mazzei

LAMEZIA TERME (CZ) – Si tratta di 26 società, 176 apprezzamenti di terreno, 13 autocarri, 67 fabbricati e ancora autovetture, un motociclo e macchine per cantieri. Sono questi i beni sequestrati stamane dai carabinieri di Lamezia Terme, su sentenza emessa dal Tribunale di Catanzaro nei confronti di un uomo di 62 anni, Salvatore Mazzei. Le accuse nei confronti di Mazzei seguono un’indagine minuziosa che ha portato gli investigatori e riconoscere un patrimonio illecitamente acquisito pari a 200 milioni di euro. A richiedere il sequestro, la Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri e coordinata dall’Aggiunto Giovanni Bombardieri.

 

 

 

 

Facebook, minacce alla Boldrini, è della provincia di Cosenza l’autore del post

COSENZA – La polizia postale ha individuato il responsabile del post contenente le minacce alla presidente della Camera Laura Boldrini pubblicato ieri su facebook. Si tratta di Gianfranco Corsi, residente a Torano, 58 anni, fratello di Roberto Corsi, già noto alle cronache per le sue eclatanti proteste contro il fisco culminate, nel febbraio 2017, nel tentare il suicidio in diretta sui social. «Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici». Questa la didascalia che accompagnava il fotomontaggio con la testa di Laura Boldrini insanguinata e poggiata su di un tavolo. Il post è stato segnalato dalla pagina facebook “Sentinelli di Milano”. In poche ore gli agenti della polizia postale del CNAIPC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) hanno trovato le tracce informatiche del responsabile del post. Grazie alla collaborazione con facebook i poliziotti hanno recuperato i dati necessari per l’individuazione fisica dell’autore, Gianfranco Corsi. Il suo profilo facebook è caratterizzato da immagini violente, minacce e personaggi armati. È stato portato in questura e denunciato. Da Milano, dove è intervenuta all’apertura della campagna elettorale di Liberi e Uguali nella regione in cui è candidata alla Camera, Laura Boldrini torna sulle minacce ricevute. «Io pago con la mia pelle ogni giorno il mio impegno contro le destre. Non solo quando fanno un falò a Busto Arsizio, non solo quando i sindaci della Lega dicono che gli stupratori devono venire a casa mia “così mi torna il sorriso”. Pago anche quando la mia testa decapitata viene fatta circolare sulla rete, anche davanti agli occhi di mia figlia. Io lo pago ma non ho paura e non indietreggerò di un millimetro».

Far west a Gioiosa Jonica, spari contro un pub affollato

MARINA DI GIOIOSA JONICA (RC) – Gravissimo episodio di cronaca a Marina di Gioiosa Jonica. Nella tarda serata di sabato 3 febbraio ignoti hanno esploso due colpi di pistola contro un noto pub, il Rumble’s, in quel momento affollato di avventori e famiglie con bambini. I proiettili hanno infranto le vetrate e in sala è scoppiato il panico: molti hanno cercato rifugio sotto i tavoli, altri sono scappati verso la cucina. Per fortuna nessuna persona è rimasta ferita, ma i colpi sono stati sparati ad altezza d’uomo, dando l’impressione quindi che i misteriosi attentatori volessero colpire qualcuno. Sul posto sono giunti polizia e carabinieri. Al vaglio delle forze dell’ordine i filmati delle telecamere di videosorveglianza. 

Smaltiva rifiuti nella fiumara, denunciato

SPILINGA (VV), 3 FEB – I carabinieri di Spilinga e Vibo Valentia hanno denunciato in stato di libertà un allevatore, titolare di un allevamento di bovini, accusato di avere smaltito illecitamente rifiuti zootecnici costituiti da liquami e deiezioni dei suoi animali.
I carabinieri hanno effettuato il controllo che ha portato alla denuncia dopo che ai militari erano giunte numerose segnalazioni riguardo l’inquinamento subito dai terreni contigui un’azienda zootecnica di allevamento bovini per la produzione di latte ubicata in località “Polarizzi-Poro” di Spilinga.
I militari si sono recati sul posto ed hanno così accertato che le deiezioni ed i liquami prodotti all’interno dell’allevamento bovino, stoccati all’interno di un’apposita platea impermeabile, tracimavano. Parte dei rifiuti ristagnava nei terreni limitrofi, mentre un’altra parte, tramite ruscellamento ed attraverso un fosso naturale, s’immetteva all’interno della fiumara Ruffa, inquinandone le acque. (Foto di repertorio)

Due arresti a Corigliano per droga

CORIGLIANO CALABRO (CS) – E’ due arresti per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio il bilancio del servizio antidroga scattato nella giornata di ieri nelle case popolari di Corigliano Calabro da parte dei carabinieri.

Bperquisizioni a tappeto nelle case popolari

Nello specifico nelle prime ore della mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Corigliano Calabro hanno effettuato diverse perquisizioni domiciliari nelle palazzine popolari di Via Antonio Gramsci, al fine di controllare e reprimere lo spaccio di sostanze stupefacenti. A seguito delle stesse all’interno di un appartamento veniva trovato una vero e proprio “mercato” per la vendita ed il confezionamento della marijuana: celati all’interno di un comò della camera da letto, fra vestiti e pantaloni, venivano scoperte e sequestrate cinquantanove dosi già confezionate e termosaldate pronte per la vendita, due bilancini di precisione per la pesatura della sostanza, diversi taglierini intrisi di stupefacente e materiale tecnico per il confezionamento. Scattavano così le manette per P.D., coriglianese di 28 anni, incensurato. Altra perquisizione permetteva di scoprire nell’appartamento di un pregiudicato delle dosi di marijuana e di hashish già confezionate, questa volta celate nella camera da pranzo e a nulla sono servite le giustificazioni addotte dal perquisito che sosteneva fossero per l’uso personale. Visti i precedenti specifici F.F., ragazzo coriglianese di 28 anni veniva tratto in arresto.

Altre perquisizioni hanno permesso ai militari di accertare come i proprietari di talune delle case popolari perlustrate avessero installato un vero e proprio apparato di video camere abusivo con il verosimile intento di eludere i controlli delle Forze dell’Ordine e di coprire attività illecite. Tale situazione è ora al vaglio dei militari della Compagnia Carabinieri di Corigliano Calabro per accertare eventuali violazioni anche in materia di privacy commessa dai possessori delle case popolari.

I due arrestati dovranno rispondere davanti le aule del Tribunale di Castrovillari di detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, così come concordato con la Procura di Castrovillari, coordinata dal Dott. Eugenio Facciolla.

I soldi di un’associazione per acquisti personali, sequestrati 3 milioni di euro

VIBO VALENTIA – Maxi sequestro stamane a Vibo Valentia, dove le Fiamme Gialle hanno eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale. Si tratta di beni immobili, conti correnti postali e bancari, fondi pensione, polizze assicurative per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di euro. L’ordinanza è stata emessa nei riguardi di soggetti responsabili di un’associazione sindacale attiva nella provincia di Vibo.

Le indagini

La Guardia di Finanza, a seguito delle investigazioni, è riuscita a risalire ad operazioni illegali per mezzo delle quali i soggetti coinvolti nell’operazione depositavano su conti correnti personali, attraverso varie operazioni bancarie e postali, i soldi destinati all’associazione. Sempre secondo la Procura i soldi servivano successivamente per acquistare beni di lusso come case al mare, appartamenti in città d’arte e anche elettrodomestici e calzature. Un tenore di vita troppo alto rispetto ai redditi conseguiti.

 

 

Incendio in un insediamento rom, in fiamme cataste di rifiuti

LAMEZIA TERME (CZ) – I vigili del fuoco sono intervenuti nel campo nomadi di Scordovillo, a Lamezia Terme, per spegnere un nuovo incendio appiccato per incenerire cataste di pneumatici e rifiuti solidi di vario genere. Il rogo, l’ennesimo verificatosi nell’area dove insiste l’insediamento rom, ha sprigionato una fumata nera e densa che ha immediatamente provocato disagi al vicino ospedale e alle abitazioni della zona anche se non sono stati registrati casi di persone ferite o intossicate. Numerose sono state le chiamate alla sala operativa del 115. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri che hanno scortato le squadre di vigili del fuoco e gli automezzi permettendo lo spegnimento delle fiamme in sicurezza. Per avere ragione del rogo sono state necessarie diverse ore di lavoro.

(Foto Ansa)

Rossano, rubano vestiti all’Oviesse. Arrestati dai carabinieri

ROSSANO – Tre persone, due donne e un uomo, tutte di nazionalità rumena, sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Rossano per furto aggravato in concorso. Si tratta di R.A.M. di 23 anni, C.M.A. di 36 e G.G. di 29.
Approfittando della notevole affluenza di clienti all’interno dei magazzini Oviesse di viale Sant’Angelo, dovuta agli ultimi giorni di saldi, i tre malviventi si sono impossessati di capi di abbigliamento per un valore di circa duecento euro, nascondendolo sotto i vestiti indossati e in alcuni sacchetti. Il loro comportamento però non è sfuggito ai dipendenti del negozio. Sono stati quindi bloccati all’uscita dell’esercizio commerciale. Sul posto sono giunti rapidamente i carabinieri per l’arresto. Il processo si è già celebrato con rito direttissimo. Una delle due donne, avendo già precedenti specifici, dovrà scontare quattro mesi di detenzione ai domiciliari.